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topgun80

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  1. E' quello che intendevo dire anch'io, e poi non capisco cosa c'è di tanto scandaloso nel fare affari con Cina.
  2. Esatto, secondo me bisogna prendere esempio dagli USA, che starnazzano con slogan tipo "tibet libero" e contemporaneamente fanno affari d'oro con Pechino.
  3. Sull' Africa il discorso sarebbe lungo, l'ultima cosa su israele e poi chiudo: tutti i dati che hai citato sono il risultato di anni di finanziamenti degli Americani e dei loro cosiddetti alleati; gli Israeliani sanno di dipendere totalmente dalla potenza americana e da tutte le altre potenze e naturalmente abbaiano quando gli USA gli dicono di abbaiare. Inoltre se i finanziamenti e le tecnologie americane (e non solo) non dovessero più arrivare tutti gli ebrei israeliani ritornerebbero nei loro paesi d'origine (pensate cosa succederebbe alla Russia), e nessuno stato si augura una cosa del genere.
  4. Te lo spiego subito: la posizione degli ebrei (sia israeliani che degli altri stati) in politica estera è esattamente la stessa di quella di Washington, non perchè siano filoamericani, ma semplicemente perchè israele campa di aiuti americani per tutti i settori della sua economia (senza i finanziamenti americani sarebbe come il burundi), quindi non possono avere una posizione diversa da quella degli USA.
  5. Che non è una fonte credibile.
  6. Per cosa dovrei manifestare a teheran? hanno riconteggiato i voti, adesso non possono dire che i risultati delle elezioni sono truccati. p.s. il link segnalato dal forumista picpus porta a un sito di ebrei.
  7. Adesso che i voti sono stati riconteggiati spero che le acque si calmino un pò, il sostegno che tutti i telegiornali stanno dando a quelle manifestazioni è sospetto.
  8. Io sono contro la censura, ma non capisco perchè censurare il leone del deserto, dove il nostro esercito non viene ridicolizzato, mentre ci sono dei film dove i nostri soldati appaiono come degli incapaci, senza che questo susciti nessuna reazione.
  9. Io ho visto il film anni fà in versione sottotitolata, è un peccato che abbiano aspettato 30 anni(!) per farlo uscire in Italia; tra l'altro l'esercito italiano ne usciva più dignitosamente che in quella schifezza di "il mandolino del cap. corelli", ecco, questo era un film da censurare.
  10. topgun80

    dalla Russia di Putin

    Non so se è questa la sezione giusta, ma in quest'articolo si parla del rapporto del nostro governo con la russia di Putin Cossiga: “Silvio pesta i piedi agli Usa, ecco perché lo vogliono far fuori” di Andrea Cangini Il presidente emerito parla a tutto campo: “Berlusconi è un istintivo, un ingenuo. Non dovrebbe replicare alle accuse e invece s’è inventato piccole balle. All’America non piacciono la sua sintonia con Putin e con la Libia”. PRESIDENTE Cossiga, solo lei può svelare l’arcano: c’è un complotto per disarcionare Berlusconi o no? «Un po’ sì, un po’ no». Risposta ambigua. «Caro mio, a essere ambigua è la realtà! E gli arcana imperii non vanno mai svelati del tutto. L’ho anche detto a Berlusconi…». Cos’ha detto a Berlusconi? «Diverse cose. La prima, fondamentale, è di tacere». In che senso? «Tacere, non replicare alle accuse per non aizzare nuovi attacchi». Berlusconi, invece… «Berlusconi è un istintivo, non s’è tenuto. Bastava dicesse ‘io mi occupo di politica e non di gossip’, invece è andato a Porta a Porta, ha gridato al complotto, s’è inventato una serie di piccole balle…». E i media ne hanno approfittato. «Ovviamente, più elementi dai più elementi troveranno». E’ la regola del giornalismo d’inchiesta. «Ma quale giornalismo? Ma quale inchiesta?». Quella di Repubblica, no? «Sarebbe meglio parlare dell’editore di Repubblica, De Benedetti». Perché? «Come perché? De Benedetti, come tutti gli imprenditori, punta a far quattrini, e con Berlusconi è rimasto fuori dalle fusioni bancarie, dall’affare Alitalia, dalla ricostruzione dell’Aquila e pare non intenda infilarlo neanche nella holding di Telecom in via di costituzione». De Benedetti, dunque… «S’è incazzato e, secondo me, grazie a una gola profonda nell’entourage del premier ha messo su lo ‘scoop’ sulla festa di Casoria». Era prevedibile? «Largamente. Ma Berlusconi non ha capito che un presidente del Consiglio deve aspettarsi che ogni dettaglio della sua vita privata venga passato al microscopio». C’è chi parla di «delirio di onnipotenza». «Posto che quando uno comincia come cantante sulle navi da crociera e poi entra nella lista degli uomini più ricchi del mondo un certo senso di onnipotenza ci può anche stare…». Posto ciò? «La verità è che Berlusconi è un giocherellone; se lo invitano a una festa a Casoria, lui ci va». E ora, che dovrebbe fare? «Tre cose: far avere la cittadinanza italiana allo ‘svizzero’ De Benedetti, farlo entrare nell’affare Telecom, affidare a una società presieduta dal direttore di Repubblica, Ezio Mauro, una parte della ricostruzione dell’Aquila». Potrebbe non bastare, c’è chi sospetta che l’intrigo abbia ormai dimensioni internazionali. «La questione è seria, ma di un’operazione del genere sarebbero capaci solo pochi Stati. Vediamo: la Francia non può essere stata perché ha bisogno dell’Italia per contrapporsi agli Stati Uniti; la Federazione russa neanche, perché Putin ha un eccellente rapporto con Berlusconi; Israele non ne avrebbe interesse, e comunque non fa operazioni di disinformazione ma solo omicidi mirati…». Dunque, non resta che… «Non resta che l’America. E’ infatti noto che Obama non ama l’Italia e non mi meraviglierei che disertasse pure il G8». Non amare l’Italia le pare un motivo sufficiente? «Se ha ragioni concrete, sì. La principale riguarda l’evidente asse politico che lega Berlusconi a Putin e l’accordo miliardario appena sottoscritto dall’Eni con Gazprom per la costruzione di un colossale gasdotto che approvvigionerà l’Italia e l’Europa». Iniziativa che intacca gli interessi americani? «Sì, perché rafforza Putin e penalizza fortemente il gasdotto che passa per l’Ucraina, sul quale gli Stati Uniti hanno una sorta di egemonia di fatto». Altre ragioni di inimicizia? «Ci sono, e sono sempre legate alla politica estera ed energetica. Ne dico due: Berlusconi è amico di Gheddafi ed ha firmato un trattato in base al quale l’Italia non concederà le proprie basi militari in caso di attacco alla Libia; l’Italia, a differenza degli Stati Uniti, è interessata a mantenere buoni rapporti con l’Iran». Insomma, abbiamo individuato il burattinaio. «Ma nooo, affatto. L’avremmo individuato se non fosse che Obama è un noto pacifista e se non avesse ordinato agli agenti della Cia di sospendere l’attività di intelligence per dedicarsi unicamente al gioco del golf e del baseball». Capito. Secondo lei, ora, cosa dovrebbe fare Berlusconi? «Stare calmo, dare per scontato che l’affare Noemi non gli toglierà voti e semmai gliene procurerà di nuovi e dimettersi subito dopo le europee per stravincere le elezioni anticipate. Capisco, teme che le Camere non verrebbero sciolte e l’incarico sia dato a Fini, ma sbaglia: Fini ha ormai dalla sua solo il ministro Ronchi». Quotidiano .net http://www.circololucedelsud.it/?p=10516
  11. Piccolo O.T. Guarda che l'italia non è stata affatto "liberata" dagli u.s.a.: l' Italia era un paese dell' asse, ha fatto la sua guerra, è stata sconfitta, e ha firmato una resa incondizionata che la rende un possedimento degli americani. Nella storia non si è mai verificato che un paese, dopo averne sconfitto e occupato un' altro, lasci libero quest'ultimo come se niente fosse accaduto. Tornando alla corea del nord, io mi chiedo come un stato così piccolo ed insignificante possa rappresentare un pericolo anche solo per la corea del sud, secondo me anche con 200 testate nucleari non riuscirebbe ad invadere nessun paese vicino.
  12. Intruder se non accetti opinione diverse dalle tue dillo subito anzichè cercare inutili scuse.
  13. Giustissimo, ogni stato deve avere la possibilità di rispondere ad un eventuale attacco, mica si dovono poter difendere solo i paesi con il posto di veto al consiglio di sicurezza dell'ONU. E' diverso, secondo me la corea dovrebbe riunificarsi, non mi interessa quale corea prenda l'iniziativa, basta che diventino un unico stato.
  14. Non mi risulta che i nordcoreani abbiano aggredito o minacciato altri stati, è semplicemente ridicolo che un paese così piccolo e debole possa minacciare altri paesi.
  15. Secondo me tutti i paesi hanno diritto a dotarsi di armi nucleari, il fatto che siano democrazie o dittature sono dettagli; anche la cina è una dittatura eppure nessuno si permette di criticarla per il nucleare militare.
  16. topgun80

    Base Vicenza

    Intendi quello che decidono gli americani? questo dimostra che l'italia non ha sovranità.
  17. Non capisco che male c'è, è un dato storico che Colombo abbia ordinato lo sterminio di popolazione indigene.
  18. Se l'acqua diventerà più preziosa del petrolio prepariamoci a nuove aggressioni americane. Messaggio provocatorio e senza argomentazione. 10% e vedi di cambiare, altrimenti seguiranno provvedimenti più drastici
  19. Non c'era nessuna guerra, gli americani volevano sfruttare l'america meridionale come una colonia e ci sono riusciti; pinochet e batista erano due criminali torturatori come tutti gli statisti addestrati dagli u.s.a., e i popoli che non accettavano i governanti imposti dallo zio sam venivano affamati con l'embargo.
  20. Chiediti piuttosto qual'è il concetto di democrazia per gli u.s.a., visto che tra dittatori e squadroni della morte hanno affamato e ucciso migliaia di persone in america latina. ps. ti risparmio le faccine perchè quando si parla degli u.s.a. in america meridionale c'è da vergognarsi.
  21. Già il fatto che gli americani chiamino il sud america "cortile di casa" dà un idea del loro concetto di democrazia.
  22. Veramente Saddam era supportato da tutti i paesi occidentali, e poi i paesi arabi hanno il diritto di comprarsi tutte le armi che vogliono. Un ultima cosa: i maggiori produttori di armi sono i paesi che hanno il posto di veto al consiglio di sicurezza dell'ONU (USA, Francia, Russia, Inghilterra, Cina), non certo i paesi arabi o l'iran.
  23. Non sono d'accordo Vorthex, la regione è stata destabilizzata dall'attacco americano all'Afghanistan e all'Iraq, non dalle ambizioni nucleari Iraniane, che tra l'altro erano già evidenti ai tempi di Reza Pahlevi.
  24. Ho letto più volte l'articolo Legolas, e sinceramente non ci trovo niente di provocatorio o di pericoloso; l'Iran è un importante partner economico e strategico dell' Italia e ha diritto a sviluppare il nucleare civile e militare. Lo avete detto anche voi che non è abbastanza forte per distruggere israele, che tra l'altro è finanziato dagli stati uniti. Per quanto riguarda l'atteggiamento italiano l 'ho già detto, ottima l'idea di fingere di starnazzare per fare contenti gli usa e contemporaneamente continuare gli affari con le nostre imprese in iran.
  25. SI CONSOLIDA IL LEGAME ITALIA-VENEZUELA Venerdì la delegazione italiana, composta da Stefano Stefani, Franco Narducci e Micaela Biancofiore, ha incontrato cinque parlamentari venezolani e il presidente Hugo Chàvez CARACAS – Si sono svolti venerdì all’insegna dell’amicizia e della cooperazione fra l’Italia e il Venezuela gli incontri della delegazione della Commissione Affari esteri della Camera dei deputati con i parlamentari venezolani. Inatteso e gradito l'incontro con il presidente del Venezuela: Stefano Stefani (Lega Nord), Franco Narducci (Pd) e Micaela Biancofiore (Pdl) hanno infatti stretto la mano a Chavez, al termine del discorso tenuto nel parco del Calvario dopo la messa per commemorare la rivolta popolare detta il “Caracazo” del 27 febbraio 1989. Il presidente della Commissione Affari esteri Stefani ha colto l’occasione per esprimere a Chávez i forti sentimenti di amicizia del governo di Silvio Berlusconi e si è congratulato “per il successo del referendum”. Dal canto suo, Chávez, dopo aver sottolineato: “la rinascita che vive oggi l’America Latina e che definisco rivoluzione”, ha mandato un saluto al presidente del Consiglio italiano e sperato che presto una delegazione venezolana possa recarsi in Italia, paese considerato amico. Inoltre Stefani ha sostenuto la somiglianza fra determinate prese di posizione di Chávez e del segretario della Lega Nord Umberto Bossi riguardo all’importanza della storia di un popolo, affermando che anche il partito leghista “è un partito popolare e non è né di destra, né di sinistra”. Diversamente dalla visita degli eurodeputati prevista per questa settimana e rifiutata dalle autorità venezolane, la delegazione italiana è stata accolta con calore dai parlamentari venezolani nel salone del Bicentenario dell’Assamblea. Da ricordare che il presidente del Parlamento europeo Hans-Gert Pötteringla ha recentemente condannato l’espulsione dal territorio venezolano del deputato Luis Herrera che aveva denunciato la mancanza di trasparenza del referendum del 15 febbraio. E questa non è stata la prima condanna dell’operato del governo venezolano da parte dell’organo legislativo europeo. Nell’intervento che ha voluto fare in spagnolo, Stefani, durante l’incontro con i parlamentari venezolani, ha detto che: “all’estero si dice che in Venezuela non vi è democrazia. Vi è una grossa mancanza di informazione a livello mondiale sul sistema venezolano, come succede per l’operato del partito della Lega Nord”. Dopo aver sottolineato l’origine italiana del 10 per cento della popolazione venezolana, Stefani ha affermato che “il Venezuela, stato democratico sociale di diritto e giustizia, è un partner strategico per l’Italia a livello globale. La finalità della visita è anche quella di rafforzare le relazioni fra parlamentari”. Il deputato Calitxo Ortega, membro della commissione di Politica estera, ha risposto all’intervento di Stefani esprimendo “affetto verso il paese da cui sono emigrati in tanti verso il Venezuela e oggi sono parte di questo paese”. Anche il vicepresidente dell’Assemblea legislativa José Albornoz ha ricordato come “corra sangue italiano nelle vene dei venezolani”. “Siamo in un processo di allontanamento dall’Europa ed è fondamentale per noi la cooperazione con l’Italia, in particolare in materia tecnologica – ha concluso -. Ci auspichiamo che si formi un Gruppo di parlamentari italiani amici del Venezuela come il nostro”. Tra i vari temi di politica internazionale trattati durante la riunione Stefani e Albornoz hanno coinciso nella necessità di costruire una nuova “governance” mondiale e di modificare la struttura del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Dopo aver scherzato sul freddo della sala dovuto all’aria condizionata a cui gli italiani non sono abituati, Narducci ha posto l’accento sull’amicizia fra Italia e Venezuela. Partendo dalle origini del legame fra i due paesi, ha ricordato “l’accoglienza ricevuta dai migranti italiani” arrivati a partire dalla fine dell’800 sulle coste venezolane e considerato “il Venezuela un modello di integrazione e inclusione sociale”. Per quanto riguarda il tema dell’insicurezza e dei sequestri ha espresso la preoccupazione della comunità italiana e ricordato la disposizione dell’Italia a collaborare nella lotta contro la criminalità. La segretaria della Commissione Biancofiore ha sostenuto dinanzi al Gruppo parlamentario di Amicizia fra Italia e Venezuela che: “Il Venezuela è orgoglioso del proprio sistema democratico, ma all’estero il messaggio arriva distorto. Noi – ha inoltre affermato - apprezziamo gli sforzi fatti dal governo venezuelano nei quartieri umili per costruire infrastrutture, scuole e ospedali”. Anche lei ha concluso il suo intervento esprimendo la forte preoccupazione della comunità italiana in Venezuela per il flagello dei sequestri di persona e, a suo parere, l’accanimento contro gli imprenditori italo-venezolani. Pienamente consapevole del grave problema dell’insicurezza e premettendo che il Venezuela ha 3 mila kilometri di frontiera con la Colombia, Ortega ha risposto che “la pratica dei sequestri è stata portata nel nostro paese dalla guerriglia della Farc e dal narcotraffico ed è in progetto la creazione di un nuovo corpo speciale della polizia per i sequestri”. Il deputato Elvis Amoroso, di origini italiane e presidente del Gruppo parlamentario di Amicizia, ha detto alla Voce che “l’incontro con la delegazione italiana è stato molto soddisfacente perché si sono consolidate le relazioni commerciali, politiche, sociali, culturali e industriali fra i due paesi e si sono potute smentire le informazioni false sul Venezuela che sono prodotte dall’opposizione”. Al termine della riunione a porte aperte, l’Ambasciatore d’Italia in Venezuela Luigi Maccotta ha espresso alla Voce la sua soddisfazione per l’esito dell’incontro e sostenuto riguardo al tema dei sequestri: “il miglior modo affinché la comunità italiana stia tranquilla è che i governi e le istituzioni abbiano buoni rapporti. Non è vero che gli italiani sono presi nel mirino dei sequestri: è un errore dire che sequestrano solo italiani. Vi è una presa di coscienza del problema da parte delle istituzioni venezolane e – la prova della cooperazione disposta dall’Italia: - inizia domani un corso di formazione sulla strategia antisequestro di 60 poliziotti venezolani da parte di 5 ispettori che vengono dall’Italia. Più di questo noi non possiamo fare”. Nel pomeriggio la delegazione è stata ricevuta dal viceministro degli Affari esteri per l’Europa Alejandro Fleming e si è discusso delle aspettative a livello mondiale che ha creato l’elezione come presidente degli Stati Uniti di Barack Obama e del ruolo del Venezuela e dell’Italia nella pacificazione nei territori palestinesi. Barbara Meo Evoli 02/03/2009//La Voce d´Italia http://www.voce.com.ve/verdestaques1.php?id=466
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