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picpus

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  1. 1) Penso proprio di si. 2) Oggi pomeriggio, io non ho visto altre navi italiane. 3) Agli ordini, Lustrissimo Sommo Venexian, provvederò con le altre foto che inserirò e, tempo permettendo, cercherò di modificare anche quelle già inserite. No, da francofilo quale io sono, lo dico solo per far fare un po' di bile ai francofobi del forum!!!
  2. Eccovi il link ad un articolo sull'esercitazione in argomento: http://notizie.virgilio.it/notizie/cronaca...o,18128606.html Vi posto alcune foto da me scattate. Cominciamo dalla nave di maggior rilievo: non può che essere la fregata francese "Montcalm" La portaerei spagnola "Principe de Asturias" (la bellissima mitica "500" che si vede nella foto, non è mia!!!) Il rifornitore italiano "Etna" Seguiranno altre foto.
  3. Scusami, non ai limiti della diffamazione, ma oltre i limiti, se è vero, come è vero, che è stato condannato!!!
  4. No, non è strano, la CGIL non è un sindacato, è un partito politico massimalista che continua a sventolare le bandiere rosse e come tale agisce!!!
  5. Guarda, Legolas, non viviamo in una campana di vetro!!! Io dico solo che c'è una crisi globale, a tutti nota, che in altri paesi sta assumendo dimensioni più o meno catastrofiche, con banche che falliscono, risparmiatori che perdono i risparmi di una vita, disoccupazione a livello galoppante, governi che sono costretti ad intervenire per il salvataggio delle banche, produzione industriale che crolla e via di seguito (faccio alcuni esempi di paesi in grande difficoltà: dai piccoli, Islanda, Irlanda, Lettonia e quasi tutti i paesi dell'Est, ai grandi Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Giappone, Russia, Spagna, ecc.); bene, noi, in atto, siamo messi, e di gran lunga, meglio!!!
  6. Dati ufficiali sul tasso di disoccupazione nei vari paesi europei; la fonte è EUROSTAT (l'ISTAT a livello europeo). Eccovi il link al documento in inglese: http://epp.eurostat.ec.europa.eu/pls/porta...22009-EN-AP.PDF ed il link al documento in francese: http://epp.eurostat.ec.europa.eu/pls/porta...22009-FR-AP.PDF Il tasso di disoccupazione in Italia è al di sotto della media europea; per immaginare quale sarebbe, se ci fosse la sinistra al potere, basta dare uno sguardo al dato della Spagna di Zapatero!!!
  7. Eccovi il link all'articolo relativo: http://www.ansa.it/opencms/export/site/not..._902777909.html
  8. Ti rendi conto o no, che l'Italia è il paese che, in tutto il Mondo, meno sta subendo gli effetti negativi della crisi economico-finaziaria globale?!?!?!
  9. ... così come in questo forum, qualcuno è a corto di argomenti seri di cui discutere!!!
  10. Io invece credo di si e cerco di dimostrartelo con alcuni semplici passaggi. Lo sciopero ed ancor di più il suo abuso, è lo strumento principe che dà un enorme potere ai sindacati nei confronti, sia dei datori di lavoro, sia dell'opinione pubblica. I sindacati, pertanto, per conservare ed accrescere sempre più tale potere, devono incitare i lavoratori a scioperare e per ottenere ciò, non possono fare altro che, demagogicamente, blandirli e favorirli nella maniera più sfacciata possibile, finendo col proteggere le sempre più estese sacche di "fannullonismo"!
  11. Nel senso che, in particolare nel pubblico, un povero disgraziato lavora e dieci (se non più) guardano (sempre che siano presenti) e si fregano le mani!!! Rick, non scambiare la mia osservazione per una battuta e neanche come espressione di qualunquismo: è solo la constatazione amara di uno che ha più anni di te!
  12. Certo, l'art. 40 (Art. 40. Il diritto di sciopero si esercita nell'ambito delle leggi che lo regolano.) riportato da dindon, come emerge "ictu oculi", è di difficile comprensione!!!
  13. Infatti, Rick, occorre leggersi la Costituzione, come dice bene dindon!!!
  14. Del "presunto giornalista", ricordo solo le condanne per diffamazione (la somma guadagnata con questo premio non sarà neanche sufficiente a pagare ciò a cui è stato condannato in diverse sedi giudiziarie)!!! Dal link http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=298321 riporto: giovedì 16 ottobre 2008 A Travaglio 8 mesi di carcere: lo salva l'indulto Roma - Il presunto collega Marco Travaglio è stato condannato a 8 mesi di prigione e 100 euro di multa perché diffamò Cesare Previti, al quale andrà anche un risarcimento di 20mila euro che sarà probabilmente sborsato dall’Espresso. Il settimanale, infatti, il 3 ottobre 2002 ospitò un articolo diffamatorio sicché la direttrice Daniela Hamaui, a ruota, è stata condannata a 5 mesi e 75 euro che è una pena piuttosto elevata, se rapportata al di lei cosiddetto «omesso controllo». Ma siamo solo al primo grado, e la pena in ogni caso è stata sospesa per entrambi. La diffamazione è il reato a mezzo stampa per eccellenza, spesso fisiologico a chi scrive di cose giudiziarie: nel caso di Travaglio, tuttavia, la condanna lo trasforma in un classico bersaglio del suo stesso metodo. Il reato è del 2002, ma giudicato nel 2008, dunque è presumibile che andrà in prescrizione prima del giudicato; il reato, inoltre, ricade tra quelli coperti dall’indulto approvato nel 2006; il reato, infine, stando al suo gergo da film con Thomas Milian, trasforma Travaglio in un «pregiudicato» poiché in precedenza era stato condannato sì come diffamatore, ma solo in sede civile. Condannato, oltretutto, sempre per azione di Previti: nel 2000, per un suo articolo pubblicato sull’Indipendente nel 1995, il tribunale l’aveva già condannato al pagamento di 79 milioni che gli furono progressivamente decurtati dal reddito mensile. Nel febbraio scorso, poi, nella sua Torino, Travaglio è stato condannato a risarcire Mediaset e Fedele Confalonieri per alcune ingiurie pubblicate sull’Unità del 16 luglio 2006; la notizia di questa condanna registrò tra l’altro un curioso episodio: un collaboratore dell’Espresso, Daniele Mastellarini, scrisse sul suo blog che «Travaglio, che è sempre molto preciso sulle condanne altrui, scrive che “dovrò pagare 10mila euro più le spese al dottor Fedele Confalonieri”, mentre in realtà sono 12.000 e dimentica la pubblicazione dell’estratto sul Corriere della Sera, che ha un costo non indifferente. Travaglio non riporta anche la condanna a risarcire Mediaset per 14.000 euro, e soprattutto non dice che davanti al giudice ha definito la propria rubrica “di carattere satirico”». Questo scrisse Mastellarini prima che il suo rapporto con l’Espresso, senza nessuna spiegazione, avesse a interrompersi. Altre querele, come una di Antonio Socci, Travaglio le ha scansate chiedendo pubblicamente scusa. Ma torniamo a ciò che in una botta sola trasformerebbe Travaglio in pregiudicato o prescritto o indultato. L’articolo del 2002 era sottotitolato così: «Patto scellerato tra mafia e Forza Italia. Un uomo d’onore parla a un colonnello dei rapporti di Cosa Nostra e politica. E viene ucciso prima di pentirsi». E già qui il cosiddetto «sottinteso sapiente» pare chiaro. Lo sviluppo, poi, è ignobile: classico copia & incolla a tesi dove un pentito mafioso spiega che Forza Italia fu regista di varie stragi e fece un patto elettorale con Cosa Nostra. Il pezzo di Travaglio farebbe schifo già così, ma la sua disonestà intellettuale deve ancora dare il meglio. Vediamo. Il pentito del caso, Luigi Ilardo, raccontò queste cose che finirono in un rapporto redatto nel 1993. Ma Ilardo venne freddato da due killer nel 1996, talché «quello che avrebbe potuto diventare un altro Buscetta non parlerà più. Una fuga di notizie, quasi certamente di provenienza “istituzionale”, ha avvertito Cosa Nostra del pericolo incombente». Chi ha raccolto le confidenze del pentito, si legge, è il colonnello dei carabinieri Michele Riccio, in seguito coinvolto in un processo su presunti blitz antidroga pilotati. Riccio, nel 2001, viene convocato nello studio del suo avvocato Carlo Taormina assieme a Marcello Dell’Utri e al tenente Carmelo Canale, entrambi imputati per concorso esterno in associazione mafiosa. Taormina negherà, ma secondo Riccio in quello studio si predisposero cose losche: aggiustare deposizioni, scagionare Dell’Utri, cose del genere. Poi l’infamia. Travaglio cita un verbale reso da Riccio, sempre nel 2001: «In quell’occasione, come in altre, presso lo studio dell’avv. Taormina era presente anche l’onorevole Previti». E praticamente finisce l’articolo: l’ombra di Previti si allunga dunque su traffici giudiziari, patti con Cosa Nostra, regie superiori e occulte. Il dettaglio, l’infamia, è che Travaglio non mette il seguito della frase. Eccola per intero: «In quell’occasione, come in altre, presso lo studio dell’avv. Taormina era presente anche l’onorevole Previti. Il Previti però era convenuto per altri motivi, legati alla comune attività politica con il Taormina, e non era presente al momento dei discorsi inerenti la posizione giudiziaria di Dell’Utri». Questo è il presunto collega che questa sera arringherà le folle ad Annozero. Questo è Travaglio.
  15. Eccovi il link ad un video, sul servizio di ristorazione a bordo della "Charles de Gaulle": http://www.corlobe.tk/article12877.html
  16. Facendo seguito al post quotato, dal link http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4...ulesView=Libero , riporto: Ue: ok alle misure anti-crisi «Italia, attenzione al debito» 25 febbraio 2009 «Le misure di rilancio adottate dal governo sembrano adeguate in considerazione dell'alto livello di indebitamento e sono nel complesso conformi al piano europeo per il rilancio economico». È il giudizio positivo offerto dalla Commissione Europea sull'azione del Governo italiano e sulla sua risposta alla crisi in atto. La commissione ricorda che, secondo il Programma di stabilità italiano, il deficit salirà al 3,7% del Pil nel 2009 per poi tornare progressivamente sotto la soglia critica del 3% nel 2011 «al più tardi». Nessuna menzione dunque della necessità di avviare una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia perchè nel 2008 il deficit dovrebbe essersi assestato al 2,8% dall'1,7% del 2007. L'Italia, dunque, a differenza di altri paesi come Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Lettonia e Malta (contro cui la Ue ha avviato procedura di infrazione) è riuscita a evitare di sfondare la soglia critica del 3% per due anni consecutivi. Di qui il giudizio positivo espresso oggi dalla Commissione Europea che ha esaminato il programma aggiornato di stabilità presentato dal governo Berlusconi. Alla luce di questa disamina, Bruxelles prende nota che alla fine di questo programma di aiuti all'economia il debito pubblico potrebbe salire al 111%del Pil, ma osserva che «le cifre del deficit e del debito potrebbero risultare più alte se la crescita economica sarà inferiore alle attese e/o se le spese aumenteranno. Eventuali ricapitalizzazioni di banche aumenterebbero ulteriormente la massa del debito pubblico». Tre raccomandazioni Per uscire da questa crisi con i conti in regola, la Commissione rivolge tre inviti all'Italia. In primo luogo il governo Berlusconi deve «attuare come previsto le misure di budget per il 2009 e seguire con determinazione la traiettoria di aggiustamento strutturale prevista per il periodo di programmazione». Una volta migliorata l'economia, il governo di Roma deve inoltre perseguire «un risanamento ambizioso del deficit affinchè gli alti tassi di indebitamento possano essere messi su una traiettoria in costante discesa e assicurare la sostenibilità a lungo termine delle finanze». In secondo luogo il governo deve «perseguire i miglioramenti già realizzati per migliorare la gestione del budget e elaborare un nuovo quadro di riferimento per il federalismo fiscale che assicuri la responsabilizzazione delle amministrazioni locali e sostenga la disciplina finanziaria». Infine occorre proseguire negli sforzi per «migliorare la qualità delle finanze pubbliche mettendo l'accento sull'efficacia e la composizione delle spese oltre che riorientando le spese sociali in modo da liberare nuovi margini per un regime di ammortizzatori sociali più completo e uniforme» senza compromettere il processo di risanamento del bilancio».
  17. Sai, dindon, non tutti hanno lo stesso concetto di libertà: ad esempio, tu pensi che Stalin avesse lo stesso concetto di libertà di Ronald Reagan?!?!?! Allora, non ti meravigliare se qualcuno lo ha diverso dal tuo!!! Io la penso come te, altri la possono pensare diversamente!
  18. Non mi sembra che accorpare una sfilza di turni elettorali, di significato e valenza completamente diversi, contribuisca a dare un senso compiuto a ciascuno di essi e non mi pare, in particolare, che aiuti i cittadini ad esprimere il loro consenso in maniera consapevole: a questo punto, si va a votare, come si va alla posta a pagare vari bollettini di conto corrente postale!!!
  19. Magari cerchiamo di occuparci di qualcosa di importante: del ruolo e del rilievo che, questo governo, riveste in campo internazionale!!! Dal link http://www.loccidentale.it/articolo/ieri+s...+parigi.0066934 riporto: Oltre l'accordo sul nucleare Perché ieri s'è scritta una nuova pagina nei rapporti tra Roma e Parigi di Michele Marchi 25 Febbraio 2009 Silvio Berlusconi e Nicolas Sarkozy ieri a Villa Madama hanno dato vita ad un vertice bilaterale che è senza dubbio andato oltre le più rosee aspettative e previsioni di intesa tra Roma e Parigi. Le affinità ideologiche e politiche tra i due esecutivi di centro-destra sono facilmente individuabili e parlare di stima e simpatia reciproca tra i due leaders significa descrivere un dato di fatto, più che una novità. E' altrettanto noto quanto il centro-destra italiano abbia guardato con grande interesse alla campagna elettorale di Sarkozy nel periodo 2006-2007, vedendo nel nuovo inquilino dell'Eliseo un moderno leader di centro-destra in grado di unire pragmatismo e attivismo, ma anche rivendicazione di principi identitari e valoriali. E' infine più che decennale la stima, mista ad invidia, che i politici italiani (di centro-destra, ma non solo) nutrono nei confronti del sistema semipresidenziale, più volte considerato una possibile soluzione all'infinito dibattito sulla riforma delle nostre istituzioni. Alla luce di queste profonde e solide affinità il grande successo dell'accordo sul nucleare finisce quasi per passare in secondo piano rispetto al dispiegarsi di una sorta di dottrina Berlusconi-Sarkozy con particolare riferimento alla delicatissima fase di crisi economico-finanziaria e al tentativo di ricostruzione di una nuova governance globale. Senza voler sottostimare la portata di un accordo che entro il 2020 dovrebbe portare alla costruzione di quattro centrali nucleari di nuova generazione sul nostro territorio grazie alla più stretta collaborazione tra Enel ed Edf e senza dimenticare quanto questo accordo debba essere inserito nelle linea di continuità di quello tra Cai ed Air France, dalle parole dei due leaders sono emersi spunti interessanti per poter parlare di un vero e proprio asse Roma-Parigi. Il punto di partenza è la riflessione francese sull'attuale congiuntura internazionale e la contestuale teoria delle "potenze relative". All'Eliseo sono convinti che l'elezione di Obama alla Casa Bianca e la contestuale grave crisi economico-finanziaria abbiano aperto una fase di profonda ristrutturazione degli equilibri di potenza mondiali. In questa fase di uscita dal modello post-bipolare secondo Sarkozy e i suoi consiglieri si è concretizzata l'opportunità per aggiornare la politica estera transalpina, innanzitutto partendo da un rinnovato protagonismo francese in Europa e nella Nato. Nell'era delle "potenze relative" l'Europa unita ha una grande chance: può utilizzare il suo capitale di esperienza maturato nei suoi oltre 50 anni di pratica del "concerto tra le nazioni". Se per affrontare le sfide del XXI secolo occorre cooperare, quale migliore possibilità se non quella di recuperare il know-how maturato dall'Ue? È indispensabile però chiarire su quale concezione di Europa si fonda il ragionamento di Sarkozy ed è precisamente su questo punto che la visione dell'Eliseo si avvicina in maniera accentuata a quella di Silvio Berlusconi. L'intesa Parigi-Roma funziona nel momento in cui si critica un certo immobilismo delle istituzioni di Bruxelles e della sua burocrazia comunitaria e contestualmente si avanza una lettura intergovernativa dell'operato dell'Ue, dove gli Stati nazionali e i leaders che li guidano costituiscono il vero motore dell'iniziativa politica. Gli elogi di Berlusconi all'operato di Sarkozy nel corso del conflitto russo-georgiano e nei primi mesi della crisi finanziaria non sono soltanto l'ennesimo attestato di stima ricevuto dall'inquilino dell'Eliseo per il suo semestre di presidenza Ue, ma devono essere letti come l'adesione ad una certa declinazione di europeismo fatto di attivismo, pragmatismo e rapidità di azione, anticipando e scavalcando le lentezze della macchina burocratica di Bruxelles. Ma l'Europa è solo uno dei terreni di intesa tra Roma e Parigi. Sarkozy completerà ai primi di aprile il ritorno della Francia nel comando integrato della Nato e da quel momento potrà lavorare a fianco di Berlusconi per la sua riforma, partendo innanzitutto da un punto per Roma imprescindibile: un'attitudine più morbida nei confronti di Mosca, tendenza peraltro già dimostrata al vertice di Bucarest dell'aprile scorso quando le diplomazie italiana e francese si sono mostrate compatte nel rinviare l'ingresso nell'Alleanza Atlantica di Georgia e Ucraina. Ulteriore sintonia si registra sul versante della crisi economica-finanziaria. Da questo punto di vista è chiara ad entrambi i leaders la necessità di nuove istituzioni in grado di fornire rappresentanza alle potenze emergenti. L'Italia, presidente di turno del G8 e organizzatrice del summit estivo de la Maddalena aveva da tempo messo sul tavolo la necessità di allargare il consesso perlomeno al G5 (Brasile, Cina, India, Messico e Sud Africa) e contemporaneamente Sarkozy, nel settembre 2008, ha lanciato l'idea del G20, poi concretizzatasi nell'appuntamento di Washington del 15 novembre e in quello futuro di Londra del 2 aprile prossimo. Dunque il "sarkoberlusconismo", un'espressione fortunata quanto priva di qualsiasi reale significato storico-politico, supera i confini di Francia e Italia e si tramuta in dottrina di politica estera? Senza dubbio in questa fase di trapasso multipolare, nella quale non è ancora chiaro se si andrà davvero verso l'istituzionalizzazione del multilateralismo, Parigi ha avviato una strategia di superamento di alcuni suoi dogmi, che si erano tramutati in sinonimi di immobilismo, primo fra tutti quello della relazione esclusiva ed escludente con Berlino. L'atlantismo di Sarkozy (testimoniato anche dall'apertura di un discreto canale di dialogo con Londra) non significa fine del rapporto privilegiato con Berlino (la recente sintonia sulle ricette per affrontare la crisi e lo storico annuncio che un contingente dell'esercito tedesco si sposterà sul territorio francese hanno certificato il carattere saldo del rapporto), ma implica necessariamente l'avvicinamento con l'esecutivo europeo che nel corso di questi anni ha fatto del filo-atlantismo la sua parola d'ordine in politica estera. L'accordo sul nucleare è certamente fondamentale per il futuro del nostro Paese, ma il vertice italo-francese è andato oltre. L'impressione è che a Villa Madama si sia deciso di inaugurare, su una comune declinazione di atlantismo ed europeismo, una pagina nuova dei rapporti bilaterali tra Roma e Parigi.
  20. Guarda che i sindacalisti in Italia costituiscano una casta è indiscutibile: basta considerare come siano stati tra i principali responsabili della vicenda Alitalia, dall'inizio alla fine! Per mantenere il loro potere (e non per difendere i lavoratori, cosa di cui se ne fregano altamente!) hanno bisogno, in particolare nel settore del trasporto pubblico, dell'arma di distruzione delle masse di cittadini, rappresentata dalla minaccia dello sciopero: in parole povere, un'arma di ricatto nei confronti del datore di lavoro pubblico o privato che sia, allo scopo di ottenere piccoli o grandi favori!!! Nel resto d'Europa, a garanzia di tutti i cittadini, regolamentando in maniera estremamente rigorosa il diritto di sciopero, hanno tolto quest'arma impropria ai sindacati: tutto qui!
  21. No, niente di ciò che pensi, almeno così voglio sperare, madmike, solo ... piccoli Cartman che ... crescono!!!
  22. Dal penultimo post si rileva, come vi sia ancora nel nostro paese, un residuo di gente nostalgica del cattocomunismo assistenzialista , che si ostina a tenere lontana l'Italia dal nuovo, in termini di garanzia dell'efficienza dell'intera struttura sociale e del benessere di TUTTI i cittadini (e non solo della casta dei fannulloni e degli scioperanti!), nuovo, ripeto, che si afferma, incontrastato, in tutta l'Europa!!!
  23. Se ti riferisci alla seguente frase che ho riportato nel mio post (frase tratta dal link di Wikipedia nello stesso post inserito e da prendere quindi con le molle!): " ... En Allemagne et en Autriche, les fonctionnaires statutaires (30 % de la fonction publique) ne disposent pas du droit de grève, sans que cela « ne choque personne[2] ». ... ". te la traduco, per evitare equivoci: " ... In Germania e Austria, i funzionari statutari (penso che significhi legati ad un particolare statuto di funzionario) (30 % della funzione pubblica) non dispongono del diritto di sciopero, senza che ciò "scandalizzi nessuno" ... ". Guarda che in Francia c'è stato molto di peggio di quello che riferisci te: ho vissuto, a novembre 2007, sulla mia pelle, uno sciopero assoluto di 9 giorni continuativi di ferrovie, bus e metrò parigini con, solo per fare un esempio della calamità rappresentata da quello sciopero, code ai caselli autostradali d'ingresso nella città, fino a 400 km. complessivi in certe giornate, al termine del quale il governo non ha fatto la benché MINIMA concessione agli scioperanti e Sarkozy ne è uscito fuori con un TRIONFO di popolarità!!! (la gente ha sopportato gli indicibili disagi di quei giorni, schierandosi IN MASSA, dalla parte del governo e contro gli scioperanti!). Subito dopo, dal 1° gennaio 2008 è entrata in vigore la legge sul "service minimum dans les transports publics terrestres" (la legge era stata approvata il 21 agosto 2007: http://www.legifrance.gouv.fr/affichTexte....eTexte=20090226 , ma entrava in vigore il 1° gennaio 2008) e di scioperi di quel tipo, ti assicuro che non se ne vedranno mai più!!! Altri link, sul detto "service minimum": http://blog.lefigaro.fr/social/2008/11/un-...ans-tous-l.html http://www.premier-ministre.gouv.fr/inform...dans_56983.html EDIT Per Dominus, dall'ultimo link riporto: " ... Obligation du salarié : pour permettre aux entreprises de transports de faire face à leurs obligations, le salarié doit déclarer sa participation à la grève 48 heures avant le début de celle-ci. ... " Obbligo del dipendente di dichiarare 48 ore prima dell'inizio dello sciopero, l'adesione allo stesso.
  24. Dal link http://iltempo.ilsole24ore.com/2009/02/26/..._sinistra.shtml riporto: L'EDITORIALE Brunetta e la miopia della sinistra Finalmente in porto la Riforma Brunetta sul Pubblico Impiego con la quale sarà possibile pervenire in tempi brevi ad una burocrazia più snella ed efficiente, meno oppressiva e più amichevole nei confronti di cittadini e imprese. Dalle parole ai fatti: il ministro che ha scatenato più consensi che malumori, anche con l'aiuto fondamentale di Pietro Ichino, ha raggiunto un obiettivo importante con la granitica costanza che lo contraddistingue. Con l'approvazione definitiva al Senato del testo di legge, il Parlamento Italiano ha varato una riforma che rappresenta una cattedrale destinata a rivoluzionare gli ingessati meccanismi della Pubblica Amministrazione e consegnare nelle mani dei dirigenti della macchina la responsabilità di farla funzionare. In meno di un anno il ministro è riuscito a dimezzare l'assenteismo, a rinnovare i contratti di lavoro, a mettere in cantiere una importante modifica della legge 104, non già per negare i diritti delle persone che devono assistere gli invalidi ma per contrastare gli abusi che pure esistono come tutti sanno. L'aspetto più importante della Legge delega è quello di aver consolidato nella categoria dei dirigenti la spina dorsale dell'amministrazione pubblica prevedendo per loro un ruolo simile a quello dei datori di lavoro con annessi i relativi poteri. Sarà premiata la retribuzione variabile e di risultato che nel medio periodo dovrà costituire almeno il 30% della retribuzione complessiva dei dirigenti, eccezion fatta (questo non è un elemento positivo) per i dirigenti della sanità. Il provvedimento essendo una Legge delega entrerà in vigore attraverso una miriade di decreti legislativi. Brunetta si è impegnato a lavorare sodo e in fretta in modo da realizzare il completamento della legge entro l'estate e per farlo ha promesso non solo di coinvolgere le commissioni parlamentari competenti ma anche i gruppi sociali e i singoli cittadini attraverso internet. Verrà fortemente rivisitato il rapporto tra legislazione e contrattazione nel senso che il modello insostituibile del contratto dovrà operare all'interno di un telaio legislativo che contrasti e riporti a normalità lo strapotere sindacale cresciuto all'interno delle leggi Bassanini. Nell'ambito delle deleghe troverà spazio la promozione del lavoro femminile in una logica di sviluppo delle pari opportunità di cui l'Amministrazione è intenzionata a superare i ritardi e a svolgere un ruolo d'avanguardia nel contesto europeo. Singolare l'atteggiamento dell'opposizione: è partita con un voto di astensione nella prima lettura del Senato, ha votato contro nel passaggio alla Camera e non ha preso parte ieri alla votazione al Senato. Come se si fosse presa paura di aver avuto all'inizio un po' di coraggio. Alessandra Servidori 26/02/2009
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