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Rommel

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    venezia
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    Veicoli da trasporto pesante, motovedette e imbarcazioni veloci, softair, dotazioni fanteria russa.

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Capitano

Capitano (4/11)

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Reputazione Forum

  1. Gli elmetti A differenza dei body armour, il segmento delle protezioni della testa ha avuto uno sviluppo molto più lento e conservatore, passando da un immediato derivato della seconda guerra mondiale a veri e propri cloni di elmetti tattici occidentali come la serie Mich TC 2002 e i cosiddetti FAST. Discorso più complesso e pionieristico fu fatto per impieghi speciali dell’FSB. Restringerò quindi, per non perdere il focus, ai soli elmetti sviluppati dai russi per la fanteria, e di questi, a quelli marcatamente legati ai programmi di sviluppo proprietari. Il capostipite post grande guerra è senza dubbio l’SSH-68 della statale NII Stali, piccola miglioria del SSH-60 prodotto negli anni ‘70 e legata solo a piccoli dettagli geometrici esterni, ma che di fatto non ne cambia la sostanza. Divenuto un best seller per tutti i paesi del Patto di Varsavia, forniva una protezione minimale, seppur migliorata, contro schegge d’artiglieria e colpi di lame a fendenti. Realizzato in acciaio verniciato in OD, dal peso di 1,5 kg e foderato tramite ragno in cordura e sospensori in pelle. Non essendo regolabile, era stato ideato per 3 taglie diverse di testa, nelle quali variava la dimensione stessa della calotta intera. La conbinazione di taglie e disegno (volutamente diverso dai criteri occidentali) aveva anche una funzione pratica nei rigidi inverni russi e tra i monti dell’Afghanistan e della Cecenia, in quanto con le taglie superiori, il fante poteva indossare una ushanka (colbacco) o una cecenka (berretto di lana militare) tra la testa e l’elmetto. La variante M implementa una calotta interna in fibra aramidica SVM e di un nuovo sistema di ritenuta sotto il mento, con un aumento di peso a 1,9 kg. Rispetto alla versione base, garantiva una seppur leggera resistenza ai proiettili da revolver. La variante N assunse la denominazione 6B14, in quanto aumentava ulteriormente lo spessore aramidico fino a raggiungere i 2 kg, estendendo la resistenza ai colpi 9x18 Makarov e a schegge di massa superiore, e di fatto salendo di classe protettiva. Dopo la profonda crisi degli anni ‘90, fu completamente ripensato l’intero equipaggiamento russo, unitamente alle tattiche d’impiego e alla dotazione personale del fante (cosa che correrà a braccetto, ma che approfondirò in seguito). Negli anni 2000, era fin troppo chiara l’arretratezza derivata da una trascuratezza di una componente protettiva essenziale in guerra. Fu allora che riprese lo studio iniziato a metà del 1980, con forti ispirazioni al sistema occidentale PASGT. Nacque il progetto fanteria Borit-M, e di questo i 6B6/6B7. I due elmetti sono in pratica gemelli in forma e vestibilità, eccezion fatta per i materiali: totalmente in kevlar il 6B7, 3 mm di titanio per il 6B6. Realizzati entrambi dalla NII Stali, il 6B6 fu presto rilegato a compiti minoritari dato il costo ed il peso elevato, fino alla totale dismissione. Il 6B7, seppur inferiore come protezione al gemello, era di fatto il primo elmetto in kevlar adottato dalla neonata Federazione Russa e andò a sostituire completamente il vetusto SSH-68. Entrambi rientrarono sotto la classificazione GOST BR1, resistendo a colpi 9x18 Makaron sparati a 50 m di distanza. La Armokom prese il posto della NII Stali, e sviluppò la versione 6B7-1 migliorando la vestbilità, ma solo con la versione -1M si ebbe una leggerissima riduzione di peso. Ad esso fu abbinato un occhiale anti sabbia 6B47 con capacità balistica contro sfere d’acciaio di 3,3 mm, anti graffio e anti appannamento. Il 6B7 godette di fama granitica nelle guerre convenzionali russe, ma finì per scadere nell’obsolescenza con l’arrivo dei sistemi elettronici destinati alla fanteria. Doveroso annotare che la dottrina elettronica del sistema fante si sviluppò molto più tardi in Russia rispetto alle controparti occidentali, per via di un warfare saldamente ancorato a tradizioni “guerrafreddistiche” e su vasta scala (ma questo verrà ampliamente trattato nel prossimo capitolo). Per ora è sufficiente far notare che, per esempio, non esisteva un sistema di comunicazione tramite cuffia, ma solo con radio portatili. I visori notturni erano appannaggio delle unità spetsnaz, carristi, e solo per determinati reparti, e solo per determinate missioni, usati dai capi plotone della fanteria d’assalto. Va da se quindi che, con l’adozione e l’indubbia efficacia dei sistemi integrati modulari come luci di navigazione, strobo IR Manta e NVG di ultima generazione su elmetti occidentali da parte delle unità spetsnaz, si venne a creare una voragine tecnologia tra i reparti e di nuovo una trascuratezza che portava “gli attrezzi del mestiere” del nemico in casa, con migliori risultati. L’occasione per tamponare la falla fu il programma Ratnik, da subito ambizioso sotto tutti i punti di vista, il quale raccolse pareri e risultati sul campo, concretizzati poi nel sistema Ratnik 2. Nacque nel 2011 il 6B47. Fortemente influenzato dall’americano Mich TC 2000, realizzato sempre dalla Armokom e tuttora ampliamente utilizzato. Lo studio venne focalizzato sull’intreccio di brevettate fibre aramidiche con lo scopo di garantire la stessa protezione di un 6B7-1M, ma con un peso inferiore al kg (le fonti non citano se tale valore riguarda la sola calotta monopezzo). Vennero aggiunte 2 slitte minimali per in fissaggio della torcia multiluce polivalente FSS-014 (6E2), sistemi di comunicazione tramite cuffia e una placca metallica per in fissaggio dell’NGV monoculare PSS7. Internamente risulta modificato il sistema di fissaggio e sospensione, integrando al ragno realizzato in nilon e fast clip, placche velcrate in memory foam attaccate internamente alla calotta, di spessore variabile in base alla misura della testa. Negli ultimi 10 anni, anche grazie alla spinta del programma Ratnik e Ratnik 2, si è sempre più diffuso l’uso di copri elmetti in EMR, OD e multicam dedicati ai modelli in servizio. Quello più evoluto è certamente quello disegnato per 6b47, con un’insieme di piccole tasche, un’aletta frontale per la protezione della placca NGV e doppie alette laterali per la protezione delle piccole slitte accessori. Il tessuto è realizzato con materiali schermanti il calore per diminuire la tracciabilità IR, reversibile in Artic EMR bianco per le zone operative innevate. Non è raro trovare forge di copri elmetti per fast in stile occidentale con velcri per fissaggio dell’elettronica, ma costituiscono primizie che nel settore fanteria sono destinate alle sole truppe d’assalto. Insieme al modello, fu evoluto anche l’occhiale anti sabbia denominato 6B50, tenuto per tradizione militare sempre frontalmente all’elmetto. Il kit comprende panno, lenti anti riflesso di ricambi e una tasca Techinkom EMR dedicata. Rispetto alla generazione precedente, lo spessore della lente in policarbonato è portato a 6,5 mm, anti schegge fino a 6,35 mm d’acciaio, e anti fiamma per 10 secondi ad esposizione diretta, anti appannamento e anti graffio. Il design è stato migliorato per l’introduzione di lenti correttive. I gilet tattici: Vest Fino alla fine degli anni ‘90, la dotazione fanteria era assai magra e affidata solo ai body armour. Unica aggiunta era l’onnipresente cintura in pelle con fibbia in ottone con in rilievo lo stemma di partito dell’unione sovietica (prima) o la classica stella russa delle forze armate (poi). L’eccezione era concessa solo alla marina e alla fanteria di marina, che adottavano l’ancora (con o senza falce e martello). Abbinata a essa, una o più canvas in canapa porta caricatori, a 3 o 4 celle a seconda degli anni di produzione, una fondina in pelle per Makarov solo per per ufficiali, baionetta/pugnale AK59/1 e l’eterna borraccia in alluminio su porta borraccia in canapa. Senz’altro, l’unica variante a tutto ciò era un diretto derivato del chest rig cinese Chicom, chiamato Poyas-A. Si parla dunque di sistemi minimali, basici, ultra economici di fabbricazione in canapa e diffusi in tutto il Patto di Varsavia, dalla Guerra in Vietnam fino all’Invasione dell’Afghanistan. Differivano poco in realtà, dal colore OD o Khaki, la presenza di tre o quattro tasche frontali, porta bengala Rop30 e dal numero di tasche porta granate sulle alette laterali. Il resto era tenuto insieme da tre semplici cinghie, di cui una da annodare in vita. Una dotazione curiosa, un po’ anacronistica ma perfettamente pensata per la dottrina d’impiego russa è l’uso del gilet tattico. Dapprima a uso esclusivo degli spetsnaz, con il tempo poi allargato alla fanteria d’assalto e successivamente, durante il conflitto in cecenia, a tutta la truppa ove non utilizzabile il body armour. Tutto parte dall’adozione del 6B23 e 6B13 nei primi anni 2000 (vedasi capitolo precedente). Il concetto di modularità ancora non era contemplato, anche se però si resero evidenti 2 criticità dei sistemi plate carrier occidentali. In primo luogo, si, erano e sono modulari. Ma nessuno si impegnava in lunghe sessioni di scambio delle tasche e prove di comodità. Cambiare piattaforma d’arma con relativi caricatori imponeva inevitabilmente il cambio di tutte le tasche. E la Russia ne aveva parecchie di piattaforme diverse. In secondo luogo, tutti gli eserciti del mondo seguono delle dottrine di combattimento e quindi un “codice” di disposizione dell’equipaggiamento (che approfondirò nel prossimo capitolo). Da questo è facile dedurre che, in barba alla modularità e tranne qualche eccezione di comodità, la parte fondamentale del gibernaggio rimaneva fondamentalmente uguale per tutti per il 90% delle volte. Unito poi al fatto che la dottrina russa ha sempre posto la protezione balistica del fante sopra ogni requisito, venne deciso di proseguire la strada anni ‘80 del doppio livello. Esso quindi comprendeva un body armour uguale per tutti e sempre solidale al fante, in ogni condizione, impiego o arma, e un Vest preconfezionato sulla base di una missione standard e su un modello di arma. Cambiata l’arma, si abbassava la zip / toglieva la clip, si indossava un altro vest equipaggiato e si tornava in combattimento. A fare da promotori di questa filosofia furono tutte le esperienze spetsnaz, dall’MVD all’FSB. Su spinta delle forze logistiche, guidatori e di polizia, principali utilizzatori dei vest per praticità e leggerezza (e per l’inutilità di protezioni balistiche) fu comunque deciso di introdurre ugualmente il sistema pallettizzato MOLLE rifatto in chiave russa, creando infine un vest universale per le forze armate che potesse andare incontro alle esigenze di tutti. Nacque il 6SH112. Introdotto con il programma Ratnik dalla Techinkom, fu una svolta dal punto di vista tecnico, tecnologico e per la standardizzazione. Struttura portante molto simile al vecchio precostituito 6SH92 e 6SH104 in dotazione esclusiva dei VDV, ma contemporaneamente incrocia elementi tipici dei sistemi Tarzan M21 della Splav, creando nella sostanza un ibrido ben riuscito. Fu reso più resistente dei sistemi originari riducendo le cinghie all’essenziale per regolazione schiena e suspender lombare. Riempiendo le strutture portanti con una texture a rete 1000d Mogotex, si otteneva un significativo alleggerimento pur mantenendo la stessa soglia di carico, e una assoluta traspirabilità rispetto alle tradizionali pettorine. Integra un cinturone tattico completamente inserito in un fodero a protezione, che ne aumenta la soglia di carico e lo scherma da impigliamenti accidentali nel boschivo. Internamente il fodero è imbottito per scaricare al meglio il peso del gibernaggio e sono presenti dei rinforzi sulle spalle, in previsione di una sovrapposizione con lo zaino tattico. Tutta la superficie pettorale a rete e il fodero cinturone integrato comprendono pal per il gibernaggio, e in fissaggio è garantito dalla clip cinturone e da tre laccetti su asola metallica, messi in sicurezza da un bottone rapido. Lateralmente sono presenti tre cinghie per lato per la regolazione. Internamente alla zona pettorale sono presenti due zip verticali per l’inserimento di documenti, mentre il camo utilizzato è solamente EMR. Dopo l’abbondante uso in Siria e in Crimea, vennero apportati alcuni piccoli miglioramenti che crearono il 6SH116/117 per il Ratnik 2. Quali i tre laccetti pettorali, sostituiti da clip fast in plastica e cinghie più lunghe di regolazione. La maggiore novità riguarda il retro, dove vengono definitivamente abbandonate le due cinghie portanti, in favore di una texture a rete uniforme che parte dalle spalline e arriva direttamente al fodero posteriore. Rinforzata sulle cinghie di regolazione e integralmente ricoperta di pal modulari. Allo stato attuale, il 6SH117 coesiste nel programma Ratnik 2 insieme al 6B45 e, sebbene entrambi pallettizzati e con scopi similari, qualche volta si vede il loro uso in combinazione, assetto utilizzato da soldati veterani o per brevi spostamenti da una linea all’altra da parte di truppe di retrovia.
  2. Rommel

    Fucili d'assalto

    Credo il Kit di trasformazione più inutile e sbilanciata che avessi mai visto. Buono neanche al civile yankee più estroso
  3. Note su 6B45: allo stato attuale viene utilizzata solamente la versione precedentemente riservata alla marina, la quale semplifica il concetto di sgancio rapido a petalo originariamente adottato sul CIRAS americano. Sostituisce infatti i lacci incrociati in paracord, tenuti insieme da un doppio cavo metallico, con un singolo cavo d'acciaio plastificato, passante su laccetti borchiati solidali alle fasce avvolgenti laterali, rendendo le riparazioni da campo più semplici e immediate. Lo sgancio (che nel CIRAS avviene tramite una maniglietta attaccata a velcro) e attuata tramite lo strappo della protezione anteriore gola, attaccata al cavo d'acciaio passante per la spalla sinistra e svincolata dal body stesso. Aggiornato al 2025, la protezione inguinale staccabile si è ingrandita rispetto alla prima serie, passando da una forma tonda, a una trapezoidale raddoppiata, fino alla trapezoidale con plug in kevlar aggiuntivi, denominata "trifoglio" per via della caratteristica forma. Essa infatti scarica in maniera più omogenea gli impatti angolati con schegge e proiettili di piccolo calibro. New entry dal fronte ucraino, il Monolith. Costituisce una alternativa più leggera e a basso costo al 6b46, da consegnare alle truppe spendibili, Rimaneggiato dalla Fort e dalla Techincom, in realtà è un vero e proprio plate carrier ripreso da un antiquato modello omonimo in dotazione ai SOBR regionali per le sole piastre Granit. Di fatto è stato ridisegnato il fissaggio anteriore delle fasce di ritenzione, più simile a quelle occidentali, e come i plate occidentali è stato reso compatibile anche per le piastre SAPI, usabili in caso di emergenza. Disponibile sia in tinta OD, EMR, Multicam e sporadicamente nero, è compatibile con tutti i kit di protezione aggiuntiva della serie 6b45 e 6b46.
  4. Rommel

    Fucili d'assalto

    Continua la saga dell'AK12 ed estende la famiglia: La Russia svela i nuovi fucili d'assalto AK-12K e AK-12SK Intanto pare da vari canali telegram che stia cominciando a riscuotere un discreto successo tra la fanteria, complice anche il fatto che il 74M ormai è destinato a spendibili e export mediorientale. Pare siano risolti definitivamente i problemi iniziali e con l'ultima versione (la 2023) ritrovata l'affidabilità tipica degli AK. New Version of PPK-20 SMG for Russian Military Pilots' Survival Kits | thefirearmblog.com E finalmente va in pensione il vetusto AK 74U per gli equipaggi aerei. Vento di modernità tra i ghiacciai..
  5. Da diverse ricerche derivate da strane refpic, parrebbe che la marina russa per i suoi operatori subacquei abbia "nazionalizzato" una versione del body armour ucraino Korsar-M della Temp3000 (con la denominazione Korsar-MR, prodotto dalla Fort).
  6. HA! Beccato il Modul Monolith. Il video è un falso al 100%. La Multicam è del pattern skorpion usato dagli ucraini, nessuna bandiera o insegna di reggimento sul braccio quando in realtà i coscritti sono obbligati ad esporle. Ma vabbeh, ipotiziamo che siano operatori della Wagner. Il Monolit non è usato ne dall'esercito ne dalla marina, ne dalle forze speciali o extra mercenarie al fronte. Il Monolith è usato solamente (e pure molto poco) dalla Rosgvardia dell'MVD, quindi operatori di difesa degli oblast territoriali russi (l'equivalente di una polizia militare regionale). E facendo un semplice giro su ebay è possibile vedere che è materiale trafugato dal dombass in questi 2 anni e zone limitrofe. Per il legno beh.. non è una novità tra noi collezionisti che serva ad aumentare il volume per lucrare sulla spedizione via aereo. Una piaga per chi compra, successo a tantissimi.
  7. "Eviterei di far passare una moto elettrica per un mezzo stealth che si infila fra boschi e montagne…" Mai detto, Flaggy. versatilità e una buona dose di furtività non sono stelthness, e difatti non l'ho scritto. "Poi in Ucraina quasi non ci sono visto che è tutta colline e campi…Ok, è silenziosa, ma 0 traccia termica? Il motore elettrico non scalda?" No. Lo fa solo in situazioni di elevata coppia continua a differenza di un motore termico che scalda a prescindere, pure quando è in folle. A parità di giri motore da fermo (1200 rpm ad esempio), un endotermico raggiunge pacifico i 90°C e se non interviene la termostatica fonde pure. Una lavatrice in centrifuga o un motore da tornio industriale non non ha bisogno. "Il cristiano che ci sta sopra nemmeno?" Beh si.. fino al 2010. da quella data sono entrate in servizio le VKBO 5 layer per tutti i reparti base, con schermatura termica (provata e testata, almeno un 30% in meno sui visori notturni lo abbatte in primavera/autunno). Solo gli spetsnaz e solo in inverno possono usare la 7 layer. "Attacca di notte a fari spenti in mezzo ai boschi? Pensi si possa allegramente correre in moto fra rami, radici, sassi e crateri di bombe?" Questa boh non l'ho capita. "Parliamo di esploratori e forze speciali addestrate che si infiltrano o di disgraziati all'assalto in campo aperto, che hanno poche probabilità di sopravvivere in scellerati attacchi frontali?" Beh senza ne avrebbero anche meno. Non sono filorusso anzi.. Però su, a parti invertite sarei d'accordo comunque con la scelta. "Se si rifiutano e tornano indietro gli sparano, se vanno avanti e vengono feriti magari si sparano da soli (scene all'ordine del giorno), perchè sanno che persino i compagni li lasceranno lì agonizzanti." Si Flaggy, si chiama guerra. e lo fanno tutti, da che mondo e mondo. "Perdonami ma si, è proprio disperazione…Se poi la vogliono presentare come una grande figata, manco la moto l'avessero inventata l'altro ieri, bravi, ma la prima utilità è quella di convincere i fessi che ci vanno sopra che arriveranno in fondo al campo di girasoli. Poi non so quante probabilità in più avranno di vederli crescere dalla parte giusta e non dalle radici, ma intanto ci vanno." Ehm Flaggy.. non mi sono mai intromesso nella tematica perchè haime di quanti soldati muoiono e come muoiono, e di chi, non me ne è mai importato nulla. Si son cinico sulle guerre, mea culpa. Però magari avere un attimo di autocontrollo.. poi magari in privato mi puoi scrivere mille modi poetici di vederli sepolti, ma almeno in bacheca pubblica.. dai
  8. "La Russia si è ridotta a condurre infruttuosi assalti alla carne con ChMobiks in motocicletta. Non è così che si fa avanzare la fanteria su un campo di battaglia moderno. Il video è un caso da manuale sul perché no." (tradotto) mi pare di aver letto anche questo però. E che li preferiva, a piedi correndo? Sul discorso corrieri e esploratori beh.. si. Ma che male c'è? Per i vantaggi detti prima anzi.. sarebbe un piccolo cambiamento interessante per il warfare. Giusto per non restare fossilizzati alle logiche di impiego dei mezzi anni 38
  9. Bah.. capisco che è di parte, ma con quale criterio trae le conclusione Osint sopra descritte lo sa solo lui. Anche perchè il suo sponsor principale ha fatto delle moto del JSOC il suo vanto da fior di milioni. Spara e scoot: una guida alle motociclette da combattimento dell'esercito americano | Military.com Ah, per onestà intellettuale, va inoltre detto che per quanto una logistica sia efficiente, è materialmente impossibile che ogni singolo operatore possa essere trasportato sui mezzi. Almeno una buona parte risulta appiedata, o deve intervallare spole continue, che non reggono i ritmi del fronte. Credo sia giusto che nell'addestramento 2024 ogni soldato sia in grado di saper condurre in modo tattico (e non da biker della domenica) un mezzo personale monoposto/biposto. Maggiore velocità di proiezione al minor costo. Viste le distanze poi.. E nella guerra moderna avere un mezzo veloce, agile, da pianure e montagna, stretto abbastanza per passare tra i boschi e poco visibile nei wasteland beh.. sfido chiunque a dire che è disperazione. Ah.. le moto in dotazione sono elettriche. 0 rumore e 0 traccia termica..
  10. Qualche immagine dai canali Telegram dedicati all'MVD dell'attentato.
  11. Piccolo OT sull'import/export di merce con la Russia. Video ben fatto e appena uscito. Il mercato delle armi e equipaggiamenti e identico sputato.
  12. Niente di cui stupirsi.. è da un anno e mezzo che il materiale bellico russo arriva in Europa e in Italia tranquillamente, e viceversa, in barba all'embargo (finto). E il tutto alla luce del sole, quindi niente cose losche addirittura. in Italia più o meno abbiamo 3 o 4 importatori che si mettono a disposizione come hub logistici per l'import/export di materiale russo e occidentale da e per la Russia. La Francia uno o due se non erro. Olanda e Inghilterra sono in parecchi che commerciano in questo modo, ma si dedicano principalmente agli USA (che da solo commercia il 60% degli equipaggiamenti con la Russia, più acquisti che vendite) e il Giappone, noto per inflazionare in maniera orrenda tutto ciò che è russo.
  13. Da notare. Minuto 0:53 e 0:55. 3 Kg di esplosivo imbarcati su un drone commerciale sono esplosi ad una distanza di circa 2 metri sulla verticale degli operatori, e tutti loro sono stati in grado di tornare a combattere nei secondi successivi. A parte uno lievemente stordito al timpano, che comunque a ripreso a combattere. Aldilà dell'addestramento nel saper resistere a certe "viole", ora ho la dimostrazione che i body armour e gli elmetti 6b47 russi riescono a proteggere dalle onde d'urto ravvicinate.
  14. Apro una piccola parentesi di curiosità tecnica sulla fanteria di questa guerra. Sui canali telegram di ambo le parti, vi è un certo chiamiamolo "malessere" sul fuoco amico. Mi sono messo a scavare ulteriormente e ho notato da tempo che questa è una guerra che, a grandi numeri, e contro ogni logica, è combattuta con i medesimi pattern delle mimetiche, sia per i russi, sia per gli ucraini. A inizio guerra era semplice: M14 per gli ucraini e Digital Flora per i russi (parlo di fanteria regolare chiaramente). ad un certo punto non si è capito più nulla, ed entrambi si sono messi ad usare le Multicam, causando i richiami al fuoco amico continuo. Come si è arrivati a questo? Dal lato ucraino è chiaro come il sole che la mimetica nazionale non poteva essere prodotta in numero tale da equipaggiare la moli di fanti in campo. E non si parla di una combat e un paio di pantaloni, ma di tutto un corredo che va dal copri elmetto al sacco a pelo, passando per la tasca porta torcia. Portato a pensare che le multicam siano arrivate con gli aiuti occidentali, mi sbagliavo notevolmente, in quanto l'unico stato ad adottarla ufficialmente sono gli USA, che non sono neanche a metà dal cestinare quello sbaglio madornale chiamato UCP. In pratica, nei pacchetti di aiuti economici, vige in vincolo di spendere quei soldi nelle aziende degli stati che le erogano. E la Crye si è aggiudicata l'appalto fornendo l'equipaggiamento pari a quello in dotazione all'esercito USA. Dal lato russo non c'è alcuna compravendita o licenza di produzione, ma solo una copia nazionale sviluppata dalla ANA qualche anno prima, intorno al 2018, e adottata ufficialmente dall'FSB prima, e da alcuni reparti speciali poi. La geografia del campo di battaglia fece emergere come la EMR (Digital Flora), fosse troppo verde e scura rispetto al suolo prevalentemente marrone e sassoso, e poco indicata per la guerra urbana. Quindi grazie alla spinta cinese, fu prodotta in massa al pari della EMR. Ma si parla sempre di una copia. Come distinguerle dunque? a distanza è praticamente impossibile, costringendo gli operatori a cingersi braccia e gambe con nastro colorato (se ricordate, giallo e blu per gli ucraini, bianco e rosso per gli indipendentisti e il nastro di San Giorgio per i russi regolari). Ma ad un occhio più attento: La Multicam originale é interrotta da motivi a macchie verticali, avente la denominazione di Skorpion 2. Mentre la Multicam copiata detiene sfumature più verdastre e un motivo sempre regolare.
  15. Rommel

    Fucili d'assalto

    .. E di pari passo, dopo la spada, lo scudo: Il Gruppo 99 svela il primo giubbotto antiproiettile russo scalabile (janes.com) L'idea di sviluppo della Kalashnikov, oltre che a rubare il mercato alla Tehnikom e scalzare il re 6B45, è di sdoganare il camo multicam anche per la fanteria e dare mooolta più mobilità a pari protezione. Dicono..
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