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Leviathan

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Risposte pubblicato da Leviathan

  1. NELLA MISSIVA ANCHE UNA FOTO DEL NUMERO UNO DELL'ITALIA DEI VALORI

    Minacce al leader dell'Idv Di Pietro

    Inviata busta con proiettile: "Morirai"

    La missiva recapitata alla sede nazionale del partito a Roma. L'ex pm ha denunciato l'accaduto alla polizia

     

    ROMA - Minacce di morte per il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro nell’ultimo giorno della campagna elettorale. Venerdì mattina è stata recapitata alla sede nazionale del partito in Santa Maria in Via a Roma, una busta indirizzata all'ex pm contenente un proiettile e una foto di Di Pietro ritagliata da un giornale con sotto la scritta «morirai» composta da lettere ritagliate in diversi caratteri. La minaccia è stata immediatamente denunciata dal leader Idv alla polizia. La Digos è ora giunta presso la sede del partito di Di Pietro per gli accertamenti dovuti.

    http://www.corriere.it/cronache/09_giugno_...44f02aabc.shtml

  2. ROMA - Nessun commento diretto alla pubblicazione, ma un concetto che torna a ribadire come un mantra: "C'è una violazione della privacy inaccettabile". E una querela al giornale spagnolo. Dopo le maratone tv di ieri, con poco o nessun contraddittorio, Berlusconi torna ad imperversare sui media. A Radio Anch'io il presidente del Consiglio definisce le foto delle feste a Villa Certosa, in parte pubblicate sul quotidiano spagnolo El Paìs, immagini "assolutamente innocenti".

     

    Subito dopo l'avvocato del premier Niccolò Ghedini ha denunciato El Pais per la publicazione delle foto. "Sono fotografie - spiega il legale - che provengono da reato, visto che sono state sequestrate qui in Italia proprio perché si ritiene che siano frutto di un comportamento anti-giuridico e quindi di un illecito penale; perciò è evidente che non possono essere acquistate da nessuna parte del mondo". Non solo. Ghedini annuncia anche "un'azione in sede civile per chiunque ri-pubblichi in italia le fotografie acquistate apparse su El Pais".

     

    Proprio sul caso delle foto a Villa Certosa Berlusconi è intervenuto stamattina a Radio Anch'io: "E' scandaloso che si possano fare delle foto con dei teleobiettivi entrando nel privato delle persone. Le persone fotografate a Villa Certosa sono state aggredite".

     

    Poi aggiunge: "Sulla vicenda non ci sono versioni contrastanti. Sono state tutte invenzioni della stampa. Non ho dato risposte, ritenendo mio diritto non parlare di cose che ritengo fatti miei personali". E in merito alle dieci domande poste da Repubblica ribadisce: "L'unica domanda alla quale dovevo rispondere da premier era 'Ci sono stati rapporti piccanti?', e ho risposto di no".

     

    Una signora telefona e domanda: "Noemi è sua figlia? C'è anche una certa somiglianza", e Berlusconi risponde: "Signora non creda a tutte le storie messe in giro...". Il premier torna così a parlare di "pura invenzione, calunnia staccata dalla realtà, di cui la sinistra ha approfittato non avendo programmi e nemmeno leader presentabili".

     

    E il signor Letizia autista di Craxi? "Non l'ho mai detto, è stato un senatore del Pdl che è caduto in un equivoco", sostiene il Cavaliere. "Ci ho messo anche sopra un giuramento sui miei figli, un presidente del Consiglio spergiuro dovrebbe andarsene subito". E ancora: "Non sono mai stato in una stanza da solo con questa ragazza. Se qualcuno dimostrasse che il presidente del Consiglio è uno spergiuro dovrebbe dimettersi un minuto dopo e andare a nascondersi".

     

    Nell'intervista il premier affronta anche la questione dei voli di Stato, sostenendo che "ne abbiamo fatti più del governo precedente perché abbiamo lavorato di più e ci siamo trovati in mezzo ad una crisi internazionale, per cui dobbiamo andare spesso in giro per il mondo per delle riunioni".

     

    A chi gli chiede, infine, se la vicenda avrà ripercussioni sui rapporti con la Chiesa, risponde netto: "Se c'è un governo che è vicino ai cattolici è questo, tanto che un alto esponente del Vaticano ha definito i rapporti tra il governo e la Santa Sede i migliori rispetto a tutti i precedenti governi".

    http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/p...emier-pais.html

     

    le foto: http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/...rlusconi/1.html

  3. E' molto semplice:

    - la stampa estera è comunista

    - l'attuale maggioranza non ha responsabilità sulla nascita della crisi dei rifiuti di Napoli

    - sesso per carriera da parte di un PDC è normalissimo, all'estero sarebbe linciato ma da noi, che siamo migliori di tutti,

    è tollerabile (se confermato)

    - nelle marche e umbria la gente è stata lasciata morire sotto le macerie da Prodi e D'Alema, invece in abruzzo

    Berlusconi in persona scavava nelle macerie

    - la social card è più utile di un soprammobile

    - L'ICI non l'ha tolta Prodi

    - la crisi è stata inventata dai comunisti internazionali *

    - i nostri giornalisti sono i migliori al mondo (sopratutto Libero e ilGiornale)

    - abbiamo addirittura TG liberi, gli unici in Europa

    - all'estero temono la grande rinascita dell'Italia a merito del Cavaliere

    - in italia non c'è vera crisi, bensì l'emergenza caldo e le vacanze

    - gli italiani sono ben informati

    - è vietato criticare il PDC, sennò si è anti berlusconiani come la stampa estera bolscevica

     

    * dannati comunisti, fanno danni anche dopo 20 anni dall'estinzione

     

    ma per favore...

     

    EDIT (by repubblica)

    e tutto un complotto di Murdoch

  4. se vedo posto, l'ultimo che ho postato è del Times che titolava: il clown ha perso la maschera o qualcosa del genere.

     

    il più recente è datato oggi:

    Londra, 1 giu. - (Adnkronos/Ign) - "L'aspetto più sgradevole del comportamento di Silvio Berlusconi non è il fatto che sia un pagliaccio sciovinista. Né che vada in giro con donne di oltre 50 anni più giovani di lui, abusando della sua posizione per offrire loro lavori come modelle, assistenti personali o persino, assurdamente, candidature al Parlamento europeo. La cosa più scioccante è il suo totale disprezzo con cui tratta l'opinione pubblica italiana". E' questo l'esordio di un editoriale del Times, dal titolo "Cala la maschera del clown", in cui si riconosce che "la vita privata di Berlusconi è naturalmente privata" ma, si aggiunge, "come il presidente Clinton ha imparato a sue spese, che "scandali ed alti incarichi non vanno d'accordo".

     

     

     

    Il premier italiano, aggiunge infatti il quotidiano britannico che già nei giorni scorsi aveva pubblicato diversi duri articoli sulla vicenda Noemi e le sue implicazioni politiche, "non è il primo o il solo il cui comportamento indegno è inappropriato all'incarico". "Ma quando vengono poste domande legittime riguardo alla relazione al centro dello scandalo ed i giornali gli chiedono di spiegare rapporti che sono, nel migliore dei casi, assai strani, allora cala la maschera del clown. Egli - continua il Times - minaccia questi giornali ed emittenti che controlla, invoca la legge per proteggere la sua 'privacy', diffonde dichiarazioni evasive e contraddittorie e promette in modo melodrammatico di dimettersi in caso si provasse che sta mentendo".

     

    Il quotidiano britannico contesta anche la tesi di chi dice che "l'Italia non è l'America - continuando sempre il paragone con il Sexgate di Clinton - che gli standard puritani americani non hanno mai dominato la vita pubblica italiana e che pochi italiani si scandalizzano davanti a donnaioli. Ma questo è solo 'nonsense' condiscendente - scrive ancora - gli italiani capiscono quanto gli americani quello che è o non è accettabile e come gli americani considerano come spregevole un'operazione tesa a mascherare la verità".

     

    Non si risparmia il "Financial Times" che dopo aver definito nei giorni scorsi il premier "un esempio deleterio per tutti", lancia un nuovo affondo. "L'odore di scandalo distoglie l'attenzione da accuse più serie", sottolinea il quotidiano economico britannico.

     

    "Lo stillicidio di rivelazioni piccanti che riguardano Silvio Berlusconi e la sua relazione con giovani belle ragazze ha ravvivato una campagna elettorale altrimenti di routine, con la coalizione di centrodestra del premier italiano che fa la sua parte per continuare a far ardere il fuoco dello scandalo", scrive FT. Che sottolinea come la stampa vicina a Berlusconi, concentrandosi sugli ultimi gossip, "abbia utilmente messo in secondo piano le brutte notizie sul secondo anno di recessione economica e sul fallito tentativo di Fiat di acquisire Opel".

     

    Non solo. Dopo aver ricordato che la settimana scorsa, mentre la casa automobilistica torinese "combatteva per stringere l'offerta per il braccio europeo di Gm, il governo Berlusconi era impegnato a ottenere un divieto del tribunale e il sequestro di alcune centinaia di foto" sulle feste in Sardegna, il "Financial Times" osserva come lo scandalo "abbia anche messo in un angolo le accuse potenzialmente più dannose di corruzione mosse dai giudici di Milano".

     

    http://www.adnkronos.com/IGN/Politica/?id=3.0.3381335142

  5. “Vincono le ragioni del diritto comunitario e della natura italiana. Il Ministro Prestigiacomo non dia più ascolto ai cattivi consiglieri e si impegni per la piena applicazione delle norme”. E’ il commento di ENPA, LAV, LIPU e WWF alla sentenza del TAR Lazio che, accogliendo in pieno il ricorso delle associazioni, ha annullato il decreto del ministro dell’Ambiente che riduceva le tutele per la Rete Natura 2000.

     

    “L’Italia ha dovuto attendere anni – affermano le associazioni - per poter disporre, con il decreto 184/2007, di un sistema di misure a tutela della fauna, dei siti e degli habitat naturali più importanti conservati nella Rete Natura 2000, che aveva trovato l’approvazione delle regioni italiane, degli organismi scientifici e della stessa Commissione europea. Ebbene, con una decisione incomprensibile, nel gennaio scorso il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo aveva emanato un decreto che andava a modificare quel sistema di regole, cancellandone alcune relative all’attività venatoria (divieto di uso di pallini di piombo nelle zone umide, restrizioni della caccia nel mese di gennaio, posticipo dell’apertura della stagione venatoria nelle zone più delicate per la migrazione degli uccelli).

     

    “La decisione del Ministro Prestigiacomo risultava ancor più criticabile alla luce dei dettagliati pareri negativi dell’ISPRA e persino del voto contrario della Conferenza delle Regioni. Avevamo dunque chiesto al Ministro di desistere da tale immotivato proposito e annunciato, nel caso contrario, l’inevitabile ricorso alla magistratura amministrativa. Ora il TAR Lazio ha accolto in pieno le nostre argomentazioni e cancellato il decreto nelle parti da noi contestate, non mancando di evidenziarne le contraddizioni e persino l’eccesso di potere per sviamento di interesse pubblico.

     

    “Ma il TAR ha anche confermato in modo netto alcuni principi fondamentali per la tutela della natura nel nostro Paese, tra cui il potere esclusivo dello Stato in materia di biodiversità, la necessità che esso detti i criteri uniformi minimi per la sua protezione e l’importanza di una piena applicazione della normativa comunitaria in materia di conservazione della Rete Natura 2000 e protezione degli uccelli migratori.

     

    “Di grande importanza in questo senso, quei passaggi della sentenza che, riprendendo i più recenti pareri dell’autorità scientifica ufficiale, affermano che va evitata la caccia agli uccelli (protetti o meno dall’Allegato I) nei periodi di agosto-settembre (per via della dipendenza dei piccoli nati) e gennaio-febbraio (per via, tra l’altro, del disturbo alla fase di migrazione), giudicando il TAR persino insufficienti le misure di tutela attualmente previste dall’ordinamento italiano.“Si tratta, in definitiva, di una sentenza netta e importantissima, che può aprire scenari nuovi. Il Ministro Prestigiacomo ne tenga conto, prestando più attenzione alla conservazione della natura e impegnandosi perché l’Italia faccia applicare pienamente le norme e affronti al meglio la difficile sfida contro la perdita della biodiversità anche in vista dei prossimi appuntamenti internazionali del countdown 2010”.

    http://www.wwf.it/client/ricerca.aspx?root...1&content=1

     

    VERGOGNA!!

  6. 1) repubblica catto comunista ?? :asd:

    2) che avrebbe fatto Cossiga?

    mi sfuggirà qualcosa...

     

    Anzi sarei più propenso a dare tale merito a Scalfaro avendo rifiutato di firmare il decreto salva ladri, che avrebbe eliminato il reato di finanziamento illecito ai partiti, salvando quasi tutti

  7. non punterebbero all anti berlusconismo (se esiste, ormai qualunque critica è da anti berlusconista) visto che lo usano da 15 anni senza poi, regolarmente, non colpire nulla possa interessare il loro fidato compagno di merende.

    Dal conflitto di interessi alle leggi salva-Silvio (purtroppo ormai salva tutti).

    La sinistra è sempre stata anti-berlusconiana?

    si, di facciata (eccetto poche persone)

     

     

    godetevi questo link di manifesti taroccati

    http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/...cati-web/2.html

  8. Uso di auto blu, aerei militari, ecc. a fini personali? Ma se lo fanno anche i consiglieri provinciali e tutti lo sanno, perchè Repubblica va solo da SB??

    ti sfugge che protesto per Rutelli e mastella che li usavano a fini personali

     

    La stampa estera ne parla male? Tutti guardacaso citano come fonte Repubblica

     

    nei link odierni non risulta. Poi mi chiederei perche' il Daily Teleghaph, giornale conservatore, se fa inchieste sui rimborsi spese dei politici inglesi (labour, ma anche conservatori) fa bene, se una inchiesta la fa Repubblica, invece no.

    quoto, non è l'unico user che tenta di far credere che la stampa estera si limiti a fare acritiche copia e incolla

     

    La gente ha votato e vota SB perchè credibile nei programmi. Sta facendo le riforme che la maggioranza degli italiani vuole e che all'estero fanno paura

    :rotfl:

     

    Cioè?

    questa parodia di governo ha eliminato qualsiasi cosa davvero innovatrice ha fatto il governo precedente.

    Forse i francesi se la fanno nei pantaloni traumatizzati dalle ronde che potrebbero invaderli questo intendi?

     

     

    quoto madmike sul resto

  9. http://espresso.repubblica.it/multimedia/home/6189852

    qui la registrazione dell'espresso (mi chiedo cosa ha in mano il giornale LOL)

    e ora il Times (qualcosa di autorevole):

     

    LONDRA - Uno scandalo che non riguarda più solo gli italiani, ma anche i paesi partner dell'Italia, nell'Unione Europea, nella Nato, nel G8 che l'Italia si prepara ad ospitare. E' questo il severo giudizio di un editoriale del Times di Londra sulla vicenda che ruota da settimane attorno a Silvio Berlusconi, al suo rapporto con la 18enne Noemi Letizia, alle feste in Sardegna e al divorzio con la moglie Veronica Lario. E non è solo il Times a occuparsi ancora una volta di questa storia, che la stampa inglese sta seguendo con particolare attenzione: ci sono nuovi articoli anche sul Financial Times, sul Daily Telegraph, sull'Independent.

     

    "Cala la maschera del clown", s'intitola l'editoriale del Times, il secondo su questa vicenda dopo quello altrettanto duro del 18 maggio, pubblicato al primo posto fra i tre commenti del giorno nella pagina degli editoriali. "La qualità del governo Berlusconi non è una questione privata", afferma il sottotitolo. "L'aspetto più sgradevole del comportamento di Silvio Berlusconi non è che è un pagliaccio sciovinista, né che corre dietro a donne di 50 anni più giovani di lui, abusando della sua posizione per offrire loro posti di lavoro come modelle, assistenti o perfino, assurdamente, come candidate al parlamento europeo", comincia l'articolo. "Ciò che è più scioccante è il completo disprezzo con cui egli tratta l'opinione pubblica italiana. Il senile dongiovanni può trovare divertente agire da playboy, vantarsi delle sue conquiste, umiliare la moglie e fare commenti che molte donne troverebbero grottescamente inappropriati. Ma quando vengono poste domande legittime su relazioni scandalose e i giornali lo sfidano a spiegare legami che come minimo suscitano dubbi, la maschera del clown cala. Egli minaccia quei giornali, invoca la legge per difendere la propria 'privacy', pronuncia dichiarazioni evasive e contraddittorie, e poi melodrammaticamente promette di dimettersi se si scoprisse che mente".

     

    Il Times riconosce che la vita privata di Berlusconi è appunto un affare privato, ma osserva che, come è si è dovuto rendere conto Bill Clinton, scandali e alti incarichi pubblici non vanno d'accordo. "Molti potrebbero dire che l'Italia non è l'America, che l'etica puritana degli Stati Uniti non ha mai dominato la vita pubblica italiana, e che pochi italiani si scandalizzano davanti ai donnaioli. Ma questo è un ragionamento insensato e condiscendente. Gli italiani comprendono quanto gli americani cosa è accettabile e cosa non lo è. E, come gli americani, giudicano spregevole il cover-up".

     

    L'editoriale del quotidiano londinese nota quindi che pochi media in Italia possono fare simili affermazioni, senza timore di un castigo. "A suo merito, la Repubblica ha continuamente sollevato domande al primo ministro sulla sua relazione con Noemi Letizia, e alla maggior parte di queste domande non ci sono state risposte soddisfacenti. Quando e dove egli ha conosciuto la famiglia della ragazza? Mr. Berlusconi chiese di avere fotografie da un'agenzia di modelle per iniziare i contatti con la signorina Letizia? Che cosa c'è di vero sulle notizie di party con decine di giovani donne nella sua villa in Sardegna? Mr. Berlusconi ha promesso di spiegare tutto in parlamento. Ma non ha certo riassicurato i suoi critici con la sua iniziativa per bloccare la pubblicazione di 700 fotografie che potrebbero mostrare cosa succedeva a quei party. Né lo aiuta il suo sventurato ministro degli Esteri, che ha provato a difenderlo sottolineando che l'età per il consenso (a rapporti sessuali, ndr.) in Italia è 14 anni, come se ciò fosse rilevante".

    <b>Il Times: "Cade la maschera del clown"<br/>Libération: "Lo scandalo è alle calcagna"</b>

     

    Qualcuno potrebbe dire, si conclude l'editoriale, che tutto ciò non riguarda i forestieri. Ma gli elettori italiani, alla vigilia delle elezioni europee, dovrebbero riflettere sul modo in cui è guidato il loro governo, sui candidati selezionati per Strasburgo e sul livello di sincerità del premier. E la faccenda "riguarda anche altri", afferma il Times. "L'Italia ospita quest'anno il summit del G8, dove si discuterà di maggiore cooperazione nella lotta al terrorismo e al crimine internazionale. E' un importante membro della Nato. Fa parte dell'eurozona, che è confrontata dalla crisi finanziaria globale. Non sono soltanto gli elettori italiani a domandarsi cosa sta succedendo. Se lo chiedono anche i perplessi alleati dell'Italia".

     

    Il Times pubblica anche una lunga corrispondenza dall'Italia, intitolata "Berlusconi blocca la pubblicazione di foto di giovani donne in bikini a un party nella sua villa". Un articolo sul Financial Times, invece, osserva che "l'ondata di gossip" e "l'odore di scandalo" intorno a Berlusconi distolgono l'attenzione dell'opinione pubblica italiana da questioni ben più gravi, come le cattive notizie sull'andamento dell'economia italiana.

     

    Una corrispondenza sul Daily Telegraph afferma che "gli alleati di Berlusconi mettono nel mirino la moglie" per il divorzio, con la rivelazione che Veronica Lario avrebbe un partner da tempo, fatta da Daniela Santanché sul quotidiano Libero. E l'Independent riporta le pesanti critiche fatte dal premio Nobel per la letteratura Josè Saramago, che hanno spinto la casa editrice Einaudi, "parte dell'impero Modandori di Berlusconi", a non pubblicare il suo ultimo libro, che descrive tra l'altro il primo ministro come "un delinquente".

     

    Francia. Il quotidiano Libération dedica la copertina alla vicenda: "Lo scandalo alle calcagna" e nelle due pagine interne: "Rivelando la tresca il quotidiano Repubblica ha fatto vacillare la popolarità del presidente del consiglio. E' una battaglia portata avanti nel nome di una certa concezione dell'interesse pubblico".

     

    Spagna. Il quotidiano El Pais torna a trattare la questione in una corrispondenza da Roma: "L'opposizione italiana chiede a Berlusconi che spieghi in parlamento se abbia portato nell'organizzazione elettorale del partito i suoi invitati delle feste private in Sardegna" e si chiede: "Berlusconi utilizza gli aerei ufficiali dello stato Italiano per portare gli artisti, ballerine e veline a Villa Certosa? Ha fatto uso improprio dei beni dello stato? È l'ultimo capitolo del Naomigate che ha trasformato l'Italia in un manicomio semplicemente portando allo scoperto l'abitudinaria mescolanza tra vita privata e pubblica di Berlusconi e la sua tendenza a conquistarsi amici e amiche dell'ambiente televisivo portandoli in quello politico".

     

    Sferzante il pezzo della Vanguardia: "La campagna elettorale per le Europee continua in Italia, astrusa e noiosissima, incapace di competere quanto a contestazioni, incanto mediatico, spessore del tema con la vita personale della stella più sgargiante della politica italiana degli ultimi quindici anni: Silvio Berlusconi. Nelle cerchia del potere si parla più di questa commediola che delle vicende poltico-continentali a Bruxelles. A volte diverte. La maggior parte delle volte preoccupa ed esaurisce tanta banale frivolezza".

    http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/p...divorzio-5.html

     

    opo mafia spaghetti e mandolino si aggiungono anche altre cose...

  10. Ho eltto epr caso su 'unità che oggi sono vent'anni dalla repressione di Tien A Men

    il tg5 era troppo impegnato con l'emergenza caldo o ho spento io troppo presto?

    Il 15 aprile 1989, Hu Yaobang morì per un arresto cardiaco. La protesta ebbe inizio in modo relativamente pacato, nascendo dal cordoglio nei confronti del politico, popolare tra i riformisti, e dalla richiesta al Partito di prendere una posizione ufficiale nei suoi confronti. La protesta divenne via via più intensa dopo le notizie dei primi scontri tra manifestanti e polizia. Gli studenti si convinsero allora che i mass media cinesi stessero distorcendo la natura delle loro azioni, che erano solamente volte a supportare la figura di Hu.

     

    Il 22 aprile, giorno dei funerali, gli studenti scesero in Piazza Tiananmen, nella città di Pechino, chiedendo di incontrare il Primo ministro Li Peng; la leadership comunista ed i media ufficiali ignorarono la protesta e per questo gli studenti proclamarono uno sciopero generale all'università di Pechino. All'interno del PCC Zhao Ziyang, Segretario generale del Partito, era favorevole ad un'opposizione moderata e non violenta nei confronti della manifestazione, riportando il dibattito suscitato dagli studenti in ambiti istituzionali. Favorevole alla linea dura era invece Li Peng, Primo ministro, che era convinto che i manifestanti fossero manipolati da potenze straniere.

     

    Egli, in particolare, approfittò dell'assenza di Zhao, che doveva recarsi in visita ufficiale in Corea del Nord, per diffondere le sue convinzioni. Si incontrò con Deng Xiaoping, che, nonostante si fosse ritirato da tutte le cariche più importanti (ma rimaneva Presidente della potente Commissione militare), restava un personaggio estremamente influente nella politica cinese; con lui, si accertò di avere una comunanza di vedute.

     

    La sfida [modifica]

     

    Il 26 aprile fu pubblicato sul Quotidiano del Popolo un editoriale a firma di Deng Xiaoping che accusava gli studenti di complottare contro lo stato e fomentare agitazioni di piazza. Questa dichiarazione fece infuriare gli studenti e il 27 aprile circa 50.000 studenti scesero nelle strade di Pechino, ignorando il pericolo di repressioni da parte delle autorità e richiedendo che si ritrattassero queste pesanti dichiarazioni; inoltre, i manifestanti avevano paura di essere puniti nel caso in cui la situazione fosse tornata alla normalità. Zhao, tornato dalla Corea del Nord tentò ancora di raffreddare gli animi.

    Il rivoltoso sconosciuto di Piazza Tiananman (foto di Jeff Widener, Associated Press)

     

    Il 4 maggio (data simbolica in quanto richiamava il Movimento del 4 maggio 1919) circa 100.000 persone marciarono nelle strade di Pechino, chiedendo più libertà nei media e un dialogo formale tra le autorità del partito e una rappresentanza eletta dagli studenti.

     

    La tregua [modifica]

     

    A questo punto si instaurò una tregua, ma senza che gli studenti riuscissero a convincere la leadership del Partito ad instaurare un dialogo realmente costruttivo. In un primo momento la protesta sembrò sul punto di rifluire.

     

    In questo contesto si inserì la visita del Segretario del PCUS Mihail Gorbacev in Cina, prevista per la metà di maggio. Si trattava di un evento storico in quanto rappresentava la riconciliazione tra le due potenze dopo 19 anni di ostilità diplomatica. Il 13 maggio, duemila studenti decisero di insediarsi in Piazza Tiananmen e le loro richieste si radicalizzarono ulteriormente: non solo chiedevano una legittimazione, ma criticavano la corruzione del Partito ed il ritorno al conservatorismo da parte di Deng Xiaoping e chiedevano riforme politiche democratiche, innalzando Gorbacev a simbolo della riforma.

     

    Inoltre, alcuni di essi iniziarono uno sciopero della fame. In migliaia si unirono a questa protesta, supportata dagli stessi residenti di Pechino. I manifestanti innalzarono al centro della piazza un'enorme statua, alta 10 metri, chiamata Dea della Democrazia, in polistirolo e cartapesta. Da notare che tra i manifestanti erano presenti anche comunisti dissidenti che cantavano l'internazionale.

     

    Questo metteva i dirigenti cinesi di fronte ad un forte problema: veniva di fatto data una scadenza per risolvere la questione e si rischiava di creare dei martiri che avrebbero potuto destabilizzare ulteriormente il regime, senza contare la crescente simpatia di cui gli studenti erano oggetto tra la popolazione. I dirigenti del PCC però non riuscirono ancora a trovare una linea condivisa per rispondere alla protesta.

     

    Durante la visita di Gorbacev, il 16 ed il 17 maggio, la mobilitazione continuò, portando in Piazza centinaia di migliaia di persone. La protesta si era ampliata anche fuori dalla città di Pechino, arrivando a coinvolgere oltre 300 città.

     

    Il confronto [modifica]

     

    Di fronte all'immobilismo dei massimi dirigenti, fu ancora Deng Xiaoping a prendere l'iniziativa, decidendo, assieme ad altri anziani del Partito, di dichiarare la legge marziale per dare un segnale ancora più forte agli studenti. Questo fatto è molto importante se si considera che la legge marziale, nella storia della Repubblica popolare cinese era stata proclamata una sola volta a Lhasa, capitale del Tibet, ed ora si trattava di dichiararla a Pechino, capitale dello stato.

     

    La notte del 19 maggio venne quindi convocato il Comitato permanente dell'Ufficio politico, organo comprendente i massimi dirigenti del PCC, al quale spettava l'imposizione della legge marziale: alcune fonti riferiscono che Zhao Ziyang fu il solo su 5 a votare contro, altre dicono che, non essendo stata trovata una maggioranza (2 a favore, 2 contro ed 1 astenuto), Deng la impose unilateralmente. Resta comunque il fatto che l'esercito, il giorno dopo, fu chiamato ad occupare la capitale.

     

    Zhao Ziyang tentò quindi una mossa disperata: all'alba del 20 maggio si presentò in Piazza Tiananmen e tentò di convincere gli studenti ad interrompere lo sciopero della fame e l'occupazione della piazza, promettendo che le loro ragioni sarebbero state ascoltate. Non fu ascoltato e l'episodio decretò anche la fine della sua carriera politica (pochi giorni dopo fu arrestato). Nemmeno la proclamazione pubblica della legge marziale convinse i manifestanti ad arrendersi.

     

    All'inizio l'esercito incontrò una forte resistenza da parte della popolazione e si astenne dal reagire con la forza. La situazione restò quindi paralizzata per 12 giorni.

     

    Il massacro [modifica]

     

    Anche in questo caso fu Deng a prendere la decisione finale: in quanto Presidente della Commissione militare, fece pervenire alle truppe l'ordine di usare la forza. La notte del 3 giugno l'esercito iniziò quindi a muoversi dalla periferia verso Piazza Tienanmen. Di fronte alla resistenza che incontrarono, aprirono il fuoco ed arrivarono in piazza. Nonostante non sia possibile una ricostruzione accurata dei fatti, fu un massacro.

     

    Le vittime [modifica]

     

    Ancora oggi le stime dei morti variano. Il governo cinese parlò inizialmente di 200 civili e 100 soldati morti, ma poi abbassò il numero di militari uccisi ad "alcune dozzine". La CIA stimò invece 400–800 vittime. La Croce Rossa riferì 2600 morti e 30.000 feriti. Le testimonianze di stranieri affermarono invece che 3000 persone vennero uccise. La stessa cifra fu data da un sito inglese di Pechino. Le stime più alte parlarono di 7.000–12.000 morti. Organizzazioni non governative come Amnesty International hanno denunciato che, ai morti per l'intervento, vanno aggiunti i giustiziati per "ribellione", "incendio di veicoli militari", ferimento o uccisione di soldati e reati simili. Amnesty International ha stimato che il loro numero è superiore a 1000.

     

    Dopo la strage [modifica]

     

    Nei giorni seguenti si mise in atto una feroce caccia ai restanti contestatori, che furono imprigionati o esiliati. Il governo, inoltre, limitò l'accesso da parte dei media internazionali, dando la possibilità di coprire l'evento alla sola stampa cinese.

     

    Il 9 giugno Deng si assunse la responsabilità dell'intervento e condannò il movimento studentesco come un tentativo controrivoluzionario di rovesciare la Repubblica popolare cinese. Per legittimare la repressione, la propaganda ufficiale sostenne che i manifestanti avevano attaccato l'esercito, il quale, a costo di pesanti sacrifici, era comunque riuscito a salvare il socialismo.

     

    A livello internazionale, la repressione di Piazza Tiananmen provocò la ferma condanna da parte di numerosi Paesi occidentali, che portò anche all'imposizione di un embargo sulla vendita di armi alla Cina. Oggi il clima si è rappacificato e la Cina è stata riaccolta dagli altri paesi nella politica globale, ma gli eventi di Piazza Tiananmen sono ancora un argomento sensibile per il governo comunista cinese, che non fornisce versioni ufficiali dell'accaduto ed esercita forme di censura riguardo gli avvenimenti in questione.

     

    Influenza culturale [modifica]

     

    Numerose canzoni sono ispirate a questi fatti, tra cui "Uno come noi" dei Nomadi, "Davide e Golia" del Gen Rosso, dedicate in particolare allo studente che fermò un'intera colonna di carri armati, "Citta proibita" dei Pooh, dall'album Uomini soli del 1990e Tiananmen dei Kalashnikov. Si dice anche che "Blood Red" degli Slayer (dal disco Seasons in the Abyss del 1990) racconti le vicende di questa tragedia. "Tieniamente" di Claudio Baglioni è una canzone che fa parte dell'Album Oltre del 1990. Il testo è unicamente composto dalle parole Tienanmen e Tieni a mente.

     

    Roger Waters (ex leader dei Pink Floyd) nel brano "watching tv" incluso nell'album "Amused to Death" del 1992 racconta la storia di una studentessa uccisa nella strage di piazza tienanmen. Il video del pezzo, inoltre, mostra le immagini reali della protesta e della repressione.

     

    Nell'album The Politics of Ecstasy, il secondo disco della band di Seattle Nevermore, è presente una canzone intitolata "The Tiananmen Man". Nell'ultimo album dei System of a Down (Hypnotize) nella canzone Hypnotize c'è un chiaro riferimento ai giovani protestanti. Altra canzone basata su quest'avvenimento è, appunto, Tien an men dei CCCP Fedeli alla linea, contenuta nell'album Live in Punkow.

     

    Un riferimento a questi fatti c'è anche nella canzone "Il vento" dei Litfiba contenuta nell'album "Pirata" proprio del 1989. Nel video della canzone "Caos AD" dei brasiliani Sepultura sono visibili alcune scene della protesta. L'episodio del ragazzo davanti ai carrarmati appare anche nel cartone I Griffin, nel quale il ragazzo è Peter Griffin

     

    testo di wikipedia

     

    tienamen.jpg

  11. ROMA - Il Giornale di nuovo all'attacco di Repubblica e dell'Espresso. Il tema è sempre lo stesso: Berlusconi, le ragazze e le interviste a pagamento. Dopo le accuse al quotidiano di aver pagato Gino Flaminio, l'ex fidanzato di Noemi Letizia che ha pubblicamente smentito, ora arriva un articolo in cui Laura Drezwicka, una delle concorrenti del 'Grande Fratello', afferma che due giornalisti del settimanale hanno avuto con lei una trattativa ed "erano pronti a pagarmi per incastrare Berlusconi". Affermazioni che la direzione dell'Espresso respinge nettamente, riservandosi ogni azione legale nei confronti del quotidiano milanese.

     

    Nuove accuse. Il Giornale pubblica oggi un lungo articolo in cui Laura Drezwicka, una delle concorrenti del 'Grande Fratello', afferma che due giornalisti del settimanale L'Espresso hanno avuto con lei una trattativa ed "erano pronti a pagarmi per incastrare Berlusconi".

     

    "Laura - scrive il quotidiano - spara di aver avuto una relazione con il Cavaliere e chiede cinquantamila euro per concedere l'intervista. Loro sono disposti a trattare e uno di loro dice alla ragazza: io ti pago - riporta Il Giornale - se hai le foto e se hai i gioielli. Tutto ciò avviene a Napoli in un incontro nel corso del quale i cronisti tempestano la ragazza di domande scabrose".

     

    La replica dell'Espresso. La direzione del settimanale romano, in una nota, smentisce seccamente e afferma di riservarsi ogni azione legale nei confronti del quotidiano milanese e precisa: "Il 27 maggio Roberta Arrigoni, titolare dell'agenzia fotografica Unopress, contattava ripetutamente un nostro collega proponendogli un'intervista con Laura Drezwicka, disponibile a raccontare i suoi rapporti con Silvio Berlusconi".

     

    "Nel corso dell'incontro - si spiega ancora nella nota - alla richiesta di denaro per rilasciare l'intervista, il collega precisava che mai sarebbe stata pagata un'intervista. Se l'agenzia avesse proposto fotografie, queste sarebbero state valutate ed eventualmente acquistate secondo una normale prassi. Le telefonate intercorse con l'agenzia fotografica e l'incontro del nostro collega con la signorina Drezwicka - conclude il settimanale - sono state registrate".

    http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/p...o-flaminio.html

     

    ilgiornale ne ha sparato un altra insomma...

  12. infatti queste cose hanno valore... nei paesi liberi simili questioni che riguardano alte cariche istituzionali gli autori vendono lo scoop al miglior offerente...

    Capisco che non conosci il mondo della stampa libera ma accade spesso simili cose.

     

    Ghedini ha fatto sequestrare dagli odiati PM eversivi delle foto, come mai?

    e quando saranno di dominio pubblico?

     

    Ps

    perchè usi sempre caratteri giganti nei tuoi articoletti?

     

    EDIT

    il regimetto mediatico, infatti, fa di tutto per screditare qualsiasi fonte

  13. berlusconi ha fatto mettere sotto sequestro dai magistrati le foto delle feste di capodanno e di natale fatte da un paparazzo... ma i magistrati non erano tutti comunisti che lo odiano?

    vauro mi fa sbellicare :mellow:^_^:):D:rotfl: :rotfl: :rotfl:

     

    se è per questo Ilda Bocassini ha lavorato contro le nuove BR che volevano attentare a Berlusconi.

    Ci sono miliardi di motivi per considerare la storia Toghe Rosse bufala

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