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picpus

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Risposte pubblicato da picpus

  1. Sono l'unico a credere che il ritiro di Mario Mauro non sia stato gratis,così tanto per fare beneficenza ai polacchi e per puro spirito europeista???

    Peraltro, occorre notare che i polacchi vantavano un rilevante credito nei nostri confronti, nel campo degli incarichi internazionali, risalente alla nomina dell'Ammiraglio Giampaolo Di Paola a "Chairman of the Military Committee" della Nato ( vedi link: http://www.nato.int/ims/news/2007/n071114e.html ), avvenuta proprio a danno del candidato polacco.

  2. ...

    Per i ciclisti saranno previste le stesse sanzioni amministrative degli automobilisti che violano le norme del codice della strada.

    ...

    Cortesemente, mi spieghereste cosa c'è di sbagliato nel concetto che ho riportato?!

     

    Non vedo perché i ciclisti, e ciò, a mio parere, sarebbe da estendere anche ai pedoni, dovrebbero godere di una particolare "immunità"!!!

  3. Dal link http://www.osservatoriocaucaso.org/article...iew/11524/1/213

     

    riporto:

     

    Georgia-Russia, dieci mesi dopo

     

    03.07.2009

     

     

    International Crisis Group nel suo recente report su Russia e Georgia, denuncia che la situazione in Ossezia del Sud e in Abkhazia rimane preoccupante e potrebbero nuovamente scaturire aperte ostilità

     

    Dieci mesi dopo la “guerra di agosto” tra Georgia e Russia, violenti incidenti e la mancanza di un efficace regime di sicurezza all'interno e nelle vicinanze delle zone di conflitto dell'Ossezia del Sud e dell'Abkhazia creano una pericolosa atmosfera da cui potrebbero nuovamente scaturire aperte ostilità.

     

    La Russia non ha ottemperato agli aspetti chiave degli accordi per il cessate il fuoco che il presidente Medvedev aveva raggiunto nell'agosto/settembre 2008 insieme al presidente francese Sarkozy, che ricopriva allora il ruolo di presidente di turno dell'UE. Il veto posto dalla Russia al Consiglio di sicurezza il 15 giugno all'estensione del mandato della missione degli osservatori ONU in Georgia e Abkhazia, missione che opera da 16 anni, e la sua apparente intenzione di richiedere la rimozione della missione dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) entro la fine del mese, sono duri colpi inferti alla sicurezza regionale che alimenteranno ulteriormente le tensioni. Si sta smantellando così sul campo la maggior parte degli apparati preposti alla risoluzione del conflitto. Mosca dovrebbe rivedere le sue controproducenti posizioni e lavorare per un ragionevole compromesso che permetta agli osservatori dell'ONU e dell'OSCE di continuare il loro importante lavoro.

     

    La Russia sostiene che sta garantendo la sicurezza, su richiesta dell'Ossezia del Sud e dell'Abkhazia, che non hanno fiducia negli osservatori internazionali. Ma ha l'obbligo legale di fare di più per la sicurezza e l'incolumità delle popolazioni locali, senza distinzione di appartenenza etnica, e di prevenire gli abusi sui diritti umani in aree che sono di fatto sotto il suo controllo. Soprattutto essa dovrebbe aumentare i suoi sforzi per permettere il ritorno delle persone sfollate (IDP), specialmente delle circa 25.000 persone di etnia georgiana che non hanno potuto far ritorno alle proprie case in Ossezia del Sud.

     

    Tutte le parti nel conflitto – georgiani, russi e osseti del Sud – hanno commesso abusi durante la guerra, ma le azioni delle milizie ossete, che hanno sistematicamente saccheggiato, incendiato e in alcuni casi raso al suolo la maggior parte dei villaggi di etnia georgiana, sono state particolarmente gravi. L'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (PACE) ha definito questi abusi “pulizia etnica”. Human Rights Watch ha citato ampie prove che permettono di etichettarli come “crimini contro l'umanità” e “crimini di guerra”. La PACE ha anche notato “il fallimento della Russia e delle autorità de facto nel porre fine a queste pratiche e nel consegnarne i perpetratori alla giustizia”. Sicuramente le truppe russe in gran parte non si sono mosse, non volendo o non potendo compiere i propri doveri di sicurezza.

     

    Dall'agosto 2008, di fronte a critiche internazionali relativamente modeste, la Russia ha consolidato le sue posizioni in Abkhazia e in Sud Ossezia. Non è tornata ai livelli di presenza militare e agli insediamenti del periodo prebellico, come richiesto nel piano di sei punti del 12 agosto, e nell'aprile 2009 ha inviato truppe aggiuntive in Sud Ossezia e in Abkhazia. In violazione dell'accordo siglato con l'UE il 7 e 8 settembre, ha impedito all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) di continuare come prima della guerra le sue attività in Ossezia del Sud, che includono il monitoraggio e l'implementazione di un programma di riabilitazione e ricostruzione. La Russia giustifica le sue posizioni dicendo che prevalgono le “nuove realtà”, dato che essa ha riconosciuto le dichiarazioni d'indipendenza di agosto di Ossezia del Sud e Abkhazia e ha concluso con esse accordi di sicurezza bilaterale.

     

    La Russia ha ora fatto due ulteriori passi, non solo ponendo il veto alla missione dell'ONU che aveva lavorato in Abkhazia ma anche bloccando un nuovo mandato per la missione OSCE in Georgia che operava in Ossezia del Sud. Benché nessuno degli altri 56 Stati membri dell'OSCE la supportino in quest'ultimo passo, la quarta missione dell'OSCE in ordine di grandezza è sul punto di chiudere il 30 giugno, perché un'estensione del mandato richiede l'unanimità.

     

    Diverse tornate di discussioni, sponsorizzate da ONU, UE e OSCE e incentrate sulla sicurezza e sugli aspetti umanitari, si sono tenute a Ginevra tra rappresentanti delle quattro parti, ma senza risultati tangibili. L'eccessiva presenza di truppe e la mancanza di un regime di sicurezza hanno reso impossibile, sentirsi abbastanza sicure da far ritorno alle proprie case perfino per quelle IDP che vivevano nelle ex “zone cuscinetto” russe in Georgia. L'ondata di IDP del 2008 ha posto di fronte a una seria sfida le autorità georgiane che già stavano adoperandosi per le almeno 200.000 IDP dei conflitti in Abkhazia e Ossezia del Sud dei primi anni '90. In seguito agli eventi di agosto, il governo costruì velocemente degli alloggi semi-permanenti per le nuove IDP. Ora esso deve sviluppare un approccio più globale, per integrare le vecchie e le nuove IDP nel più vasto tessuto sociale ed economico del Paese.

     

    In agosto 2008 l'International Crisis Group aveva raccomandato una serie di passi per risolvere il conflitto. Molte di queste raccomandazioni restano insoddisfatte ma ancora valide. Per stabilizzare la situazione della sicurezza, diminuire le possibilità di nuove gravi ostilità e migliorare la situazione umanitaria, la Russia dovrebbe:

     

    re-impegnarsi pienamente nelle discussioni all'interno del Consiglio di sicurezza, così da superare il suo veto del 15 giugno e giungere ad un accordo su un efficace regime di sicurezza e su un meccanismo di implementazione che faciliti la continuazione del ruolo dell'ONU in Georgia;

    ottemperare completamente agli accordi per il cessate il fuoco, in particolare ritirandosi dalle aree che le sue truppe non occupavano prima del 7 agosto 2008 (il distretto di Akhalgori in Ossezia del Sud, il villaggio di Perevi sul lato georgiano del confine amministrativo con l'Ossezia del Sud e la regione del Kodori Gorge in Abkhazia);

    consentire alla Missione di monitoraggio dell'UE (EUMM) e alle agenzie internazionali, compresa l'ONU, un accesso libero e incondizionato all'Ossezia del Sud per monitorare la sicurezza e fornire assistenza umanitaria;

    esortare le autorità de facto dell'Ossezia del Sud ad annunciare che alle IDP georgiane sarà permesso immediatamente di ritornare e impegnarsi a reperire fondi per la ricostruzione dei villaggi distrutti e delle altre aree dell'Ossezia del Sud danneggiate durante la guerra;

    partecipare costruttivamente ai colloqui di Ginevra;

    accettare la proposta della presidenza greca nella quale non si fa riferimento allo status e di un supporto alla continuazione della missione OSCE.

     

    Il governo georgiano e le autorità de facto in Ossezia del Sud e Abkhazia dovrebbero:

     

    concordare su misure congiunte, inclusa la possibilità di accesso ad ogni area per le missioni internazionali di monitoraggio, per prevenire gli incidenti e le violazioni dei diritti umani nelle zone di conflitto e facilitare un ritorno volontario, sicuro e dignitoso delle IDP;

    implementare una strategia globale di integrazione per aumentare le capacità delle IDP di partecipare pienamente alla vita politica, sociale ed economica;

    evitare retoriche belligeranti e la diffusione sui media di notizie false sulla situazione in aree di conflitto;

    accogliere i progetti umanitari e di ricostruzione sponsorizzati dai governi occidentali o dalle organizzazioni internazionali, incluse l'OSCE, l'ONU e l'UE, e modificare le leggi che potrebbero ostacolare tali opere.

     

    L'UE, gli USA e il Consiglio di Europa e altre organizzazioni internazionali dovrebbero:

     

    supportare le inchieste internazionali attualmente in corso sulla condotta della guerra di agosto e sulle violazioni commesse da tutte le parti;

    sospendere il diritto di voto della Russia alla PACE se essa non coopera a riparare gli effetti della pulizia etnica in Ossezia del Sud, in particolare ottemperando agli impegni del 12 agosto e del 7-8 settembre;

    esortare il Comitato olimpico internazionale a valutare se le Olimpiadi invernali del 2014 si possano tenere senza pericoli a Sochi, in Russia, se non è stato stabilito nella vicina Abkhazia un efficace regime di sicurezza;

    esortare il Consiglio di sicurezza a mantenersi informato sulla questione, nonostante la fine della missione dell'ONU;

    esortare il Segretario generale dell'ONU a continuare ad esercitare buoni uffici nominando un inviato speciale e proseguendo negli sforzi per facilitare il processo di pace;

    investire la missione UE di un ruolo più ampio per affrontare la situazione sul campo;

    partecipare costruttivamente agli sforzi per risolvere immediatamente la questione sicurezza e i problemi umanitari, anche esortando le parti ad impegnarsi pienamente nei colloqui di Ginevra, come primo passo verso una più ampia risoluzione del conflitto.

     

    Questo rapporto si è incentrato principalmente sulla situazione in Ossezia del Sud; un rapporto successivo sarà dedicato alla situazione in Abkhazia.

  4. Carissimo Picpus,

    ti leggo sempre con attenzione e ti sono davvero grato per tutti gli insegnamenti che mi impartisci.

    Te ne offro uno io questa volta: non cadere mai nell'errore di estendere ad una istituzione carenze e responsabilità individuali.

     

    Il povero (lo compiango) Com.te Laudadio fu condannato nel 2005 a tre anni di reclusione.

     

    Siamo nel 2009 e probabilmente il giudizio di appello, dati i tempi della giustizia italiana, non è stato ancora celebrato ma credo di poter anticipare che, data la prassi dei tribunali italiani, il Laudadio sarà assolto con generiche motivazioni buoniste (come diceva un celebre penalista: "il procedimento penale, in sé, è già una pena"): nulla di nuovo sotto il sole!

    La ben più grave condanna morale sarà, purtroppo per lui, a vita!

    Figurati se con l'amore che ho per la nostra Marina (vedi mio avatar!), ciò possa capitare a me!!!

     

    E per dimostrartelo, ti metto i link a 3 miei messaggi, che dimostrano appieno, come io sappia distinguere l'Istituzione (la Marina) da chi, a volte, malauguratamente, la rappresenta in modo poco degno!

     

    http://www.aereimilitari.org/forum/index.p...st&p=156998 (messaggio n° 15)

     

    http://www.aereimilitari.org/forum/index.p...st&p=157005 (messaggio n° 19)

     

    http://www.aereimilitari.org/forum/index.p...st&p=201951 (messaggio n° 1 e seguenti)

  5. Lo speronamento dell'imbarcazione albanese da parte della corvetta Sibilla della nostra Marina Militare (30 marzo 1997) fu un atto vergognoso soprattutto per il diretto responsabile comandante Maurizio Laudadio in quanto tutte le morti (più di 85 inclusi i bambini) furono causate direttamente ed esclusivamente dalla sua incompetenza ed imperzia tecnica.

    ...

    Scusami, dindon, ma le responsabilità di cui parli, furono accertate in sede giudiziaria o è un tua opinione: perché nel secondo caso, le tue affermazioni sarebbero un po' (troppo) avventate!

     

    Concordo, comunque, che quella vicenda ed il suo tragico esito, con la normativa introdotta dall'attuale governo, non "c'azzecca" un tubo, al di fuori della pura speculazione politica!!!

  6. perche la discussione dello scorso anno è scaduta?

    Scaduta, scusami, in che senso?!

     

    Quella riguardava la parata dello scorso anno (2008) ed in precedenza c'era la discussione relativa alla parata del 2007.

     

    Questa riguarda la parata del 2009.

     

    Non mi sembra il caso di utilizzare un unico topic, per tutte le annuali parate francesi del terzo millennio!

  7. Dalla rubrica "Cronaca - News" del sito "Congedati Folgore", http://www.congedatifolgore.com/ , riporto l'articolo seguente:

     

    LA FOLGORE IN PRIMA PAGINA

     

    Sabato, 4 Luglio 2009

    by webmaster

     

     

    PARMA - Anche oggi la Folgore è in prima pagina su tutti i giornali, telegiornali e notiziari. Inutile citarli tutti. E così è ormai da 40 giorni.

    Parlano dell'attacco suicida a una nostra pattuglia del 187mo.

     

    E' preoccupante sapere cosa accade ogni giorno in Afganistan per chi, come noi paracadutisti "maturi" in congedo, vede in quei ragazzi i propri figli, prima che i propri fratelli di Basco.

     

    E vorremmo essere lì. Magari -chissà- uno della redazione a breve potrebbe esserci, a portare il nostro saluto e raccontare la loro azione.

     

    Delle interviste rilasciate ai telegiornali e dalla veloci conversazioni che il nostro webmaster ha avuto con i Comandanti, colpiscono la congruità, la lucidità di analisi e la calma che trapela dalle loro parole.

     

    I Generali Bertolini (capo di stato maggiore ISAF) e Castellano (Comandante del settore west) stanno lavorando in perfetta sinergia con tutti i loro colleghi, anche di altri contingenti, e la Folgore viene additata come esempio di "macchina" efficiente e produttiva.

     

    Lo splendido lavoro del 187mo, del 183mo, del 186mo, dell'8°, del nono regimento e del 185° RRAO appare come una azione costante, ininterrotta, coordinata, sinergica, omogenea, quasi travolgente. Gli insorgenti non se lo aspettavano.

     

    In Afganistan, quindi, c'era bisogno dei Paracadutisti, abituati a uscire dalla basi e andare in profondità in territorio ostile, dove sanno operare in nuclei veloci, in perfetta sincronia, ma autonomi nelle decisioni e-soprattutto- addestrati e lucidi.

     

    I comandanti delle piccole unità sul terreno -marescialli capi o tenenti o capitani- sono perfettamente in sintonia con i propri uomini e con i superiori, con i quali si addestrano in Patria tutto l'anno da molto tempo.

     

    Le reazioni sono sempre state lucide, congrue e risolutive. Dopo ogni assalto si è puntualmente ottenuta la neutralizzazione del centro di fuoco ostile, prima del ripiegamento

     

    Un successo del lavoro di squadra.

     

    Mi è stata riferita la calma di un maresciallo comandante di un piccolo convoglio che, al microfono, veniva informato della partenza di alcuni RPG verso di lui. Con freddezza ha istruito gli uomini, ha reagito al fuoco e ha neutralizzato gli attaccanti. Serena e lucida calma. Ripetutamente. Niente urla, niente agitazione scomposta ma ordini chiari e velocità di reazione.

     

    Solo chi è abituato a farlo, sa come fare.

     

    Da quando la Folgore ha iniziato a rispondere colpo su colpo agli attacchi diretti degli insorgenti, questi sembrano quasi disorientati e stanno cambiando strategia.

     

    Non lo diciamo noi ma il generale Castellano, che ritiene sia in corso un cambiamento, che ha definito "subdolo": ordigni e autobombe invece di azioni dirette, per sfuggire alla superiorità tecnica e militare dei nostri.

     

    Lavorare in pattuglia 10-16 ore al giorno, costretti nel giubbotto antiproiettile, con addosso il life-jacket rifornito al massimo, a 40 gradi di calore, con l'attenzione a mille, non ha diminuito le loro capacità.

     

    Lo dimostra la "RAI" (reazione automatica istintiva), che arriva puntuale e precisa in ogni momento.

     

    I numerosi attentati e assalti a fuoco non li hanno demotivati, anzi.

     

    L'esercito afgano, che la Folgore deve assistere e aiutare a riprendere il controllo della propria terra, ci guarda con rispetto e ammirazione. E loro, credetemi, sono veri guerrieri, che combattono da quando sono nati.

     

    Questa era la strada da percorrere.

     

    Lo aveva capito il Generale Bertolini sin dalla "Nibbio", quando, nel 2003 aveva disorientato anche gli alleati, uscendo dalle basi e agendo in profondità.

     

    Non voglio dimenticare il lavoro "defilato" degli acquisitori obbiettivi e degli incursori del Nono Reggimento, sparpagliati sul terreno e sui monti, proteggono i nostri ragazzi e gli forniscono indicazioni utili. I mortaisti ne sanno qualcosa.

     

    Aviazione e aeronautica lavorano all' unisono. Un'altra pedina di un meccanismo ben addestrato.

     

    I mortaisti dei Reggimenti non potevano far meglio.

     

    Una precisione di fuoco (obbiettivi centrati al primo colpo) che non si inventa ma che si raggiunge con ore e ore di addestramento "in bianco" o a fuoco, in Patria. I risultati sono quelli di essere stati chirurgici nelle reazioni e di non avere mai colpito civili, nonostante gli insorgenti siano sempre a ridosso di villaggi abitati, per farsi scudo.

     

    Un tenente di 27 anni, comandante di una linea di tiro di mortai "Thomson" da 120mm, del 186mo ha detto a un giornalista, durante un attacco: "sparare adesso un colpo verso la sorgente di fuoco sarebbe inutile. Procurerebbe solo danni al villaggio senza risultati. Rimandiamo l'azione. Probabilmente gli insorgenti si stanno già spostanto".

     

    Saggezza, conoscenza dei propri mezzi, calma e autonomia decisionale. La Folgore, insomma.

     

    A tutti i liveli, dal caporalmaggiore capo macchina al Generale.

     

    La nostra azione appare così efficace perchè è forte, serena, ragionata, fatta in profondità e condotta da Ufficiali che conoscono i propri uomini e da uomini che conoscono i propri ufficiali.

     

    Noi lo sappiamo bene: non è fortuna, non è un caso.

     

    Gli equipaggiamenti sono adeguati

     

    Tutti coloro con cui abbiamo parlato, dal paracadutista al Generale, hanno definito adeguati e in alcuni casi eccellenti ( LINCE, BUFFALO, PREDATOR, MANGUSTA) gli equipaggimenti e i mezzi a disposizione. La Difesa, lo SMD e lo SME non fano mancare nulla a chi è impegnato in questa missione.

     

    Una volta, lo sapete, si tendeva a fare "molta resa con poca spesa". Da qualche anno a questa parte i vertici delle Forze Armate si sono guadagnati l'attenzione dei Governi a colpi di sacrifici degli uomini e di successi internazionali.

     

    Complimenti a tutti.

    Siamo orgogliosi di Voi.

  8. Anche quest'anno apro un topic sulla più bella parata militare del Mondo!!! :adorazione:smilewlafranciaya0.gif

     

    Vi posto i link all'analoga discussione del 2008, http://www.aereimilitari.org/forum/index.php?showtopic=8384 ed a quella del 2007, http://www.aereimilitari.org/forum/index.php?showtopic=5484 , tutte ricche di interessanti fotografie e filmati.

     

     

    Per la prima volta, dopo tanti anni, io non sarò sul posto :pianto: (in relazione ad un cambiamento di abitudini sulla "stagionalità" della presenza della mia famiglia in terra di Francia), quindi non potrò inserire foto "mie"!!!

     

     

    Intanto eccovi il link al sito del "Défilé" del 2009: http://www.garnison-paris.terre.defense.go...t2009/index.htm .

     

     

    Vi segnalo alcuni sublink.

     

     

    La cronologia del "Défilé": http://www.garnison-paris.terre.defense.go...s/le-jour-j.htm .

     

     

    I mezzi presenti: http://www.garnison-paris.terre.defense.go...s-materiels.htm .

     

     

    La disposizione iniziale dei reparti motorizzati in Piazza Charles de Gaulle (Arco di Trionfo), http://www.garnison-paris.terre.defense.go...ispo-ini-tm.htm e lungo l'Avenue des Champs Élysées, http://www.garnison-paris.terre.defense.go...ehicules-ce.htm .

     

     

    La disposizione iniziale dei reparti appiedati lungo l'Avenue des Champs Élysées: http://www.garnison-paris.terre.defense.go...spo-ini-tap.htm

     

     

    Lo schema della parata aerea di apertura (solo aerei): http://www.garnison-paris.terre.defense.go...verture-air.htm .

     

     

    Lo schema (veicolo per veicolo! :adorazione: ) della sfilata dei mezzi terrestri: http://www.garnison-paris.terre.defense.go...le-motorise.pdf .

     

     

    Lo schema della parata aerea di chiusura (solo elicotteri): http://www.garnison-paris.terre.defense.go...cloture-air.htm .

  9. Israele invia un sottomarino nel Mar Rosso, attraverso il Canale di Suez; duplice segnale: legame sempre più forte con l'Egitto e chiaro e forte avvertimento all'Iran (si ritiene che i sottomarini israeliani, siano in grado di lanciare missili di crociera a testata nucleare).

     

     

    Eccovi il link ad un articolo in inglese:

     

    http://www.jpost.com/servlet/Satellite?cid...icle%2FShowFull

     

     

    ed il link ad un articolo in francese:

     

    http://www.corlobe.tk/article15005.html

  10. Nel ringraziare mangusta per (l'isolato) apprezzamento per quanto da me postato, riporto altri 2 articoli.

     

     

    Dal link http://www.fiammanirenstein.com/articoli.a...=11&Id=2178

     

    Ghilad Shalit: tre anni di buio totale

     

    Tre anni fa, il 25 giugno 2006, veniva rapito il soldato israeliano dicianovenne Ghilad Shalit, prelevato da terroristi di Hamas mentre pattugliava il confine con la Striscia di Gaza, in territorio israeliano. Suo padre, Noam Shalit, che conduce una battaglia estenuante per cercare di sensibilizzare l'opinione pubblica e i leader mondiali sul suo caso, oggi invita tutti a tenere gli occhi chiusi per tre minuti, per figurarsi l'oscurità, l'isolamento, la pena in cui si trova suo figlio da tre anni. Tre minuti contro tre anni di oblio totale.

    Durante questo lunghissimo periodo né i genitori di Ghilad, né nessun altro ha mai potuto ricevere la minima informazione sulla salute del ragazzo. Neppure la Croce Rossa Internazionale, in contrasto con quanto stabilito dalla Convenzione di Ginevra, ha potuto visitare Ghilad per verificarne le condizioni di salute, fisica e psichica, o semplicemente per potere certificare che sia ancora in vita.

    Ci rivolgiamo quindi oggi alla Croce Rossa Internazionale affinché si impegni con ogni mezzo per visitare Ghilad Shalit, rinnovando così l'invito formulato nello scorso dicembre dal confine con la Striscia di Gaza con una lettera sottoscritta da 24 parlamentari italiani in visita in Israele.

    Ci appare inoltre molto significativa e da prendere d'esempio l'iniziativa del Comune di Roma di conferire la cittadinanza onoraria a Ghilad Shalit, decisione che è stata presa oggi in Consiglio Comunale concludendo così l'iter avviato il 2 aprile scorso.

    Da oggi pomeriggio, in piazza del Campidoglio, campeggerà un manifesto con la foto di Ghilad e la scritta: "Roma vuole il suo cittadino Gilad Shalit libero".

     

     

     

    Dal link http://www.fiammanirenstein.com/articoli.a...=11&Id=2184

     

    Frattini incontra Noam Shalit

     

    (ANSA) - ROMA, 1 LUG - Nel giorno del conferimento della cittadinanza onoraria della citta' di Roma al caporale israeliano Gilad Shalit, il ministro degli Esteri Franco Frattini ha incontrato Noam Shalit, il padre del ragazzo, assicurandogli che ''tornera' a fare pressioni anche in sede europea'' per la richiesta di ''liberazione immediata''.

    Erano presenti all'incontro - si legge in una nota della Farnesina - anche Fiamma Nirenstein, vicepresidente della Commissione Esteri della Camera, Riccardo Pacifici, presidente della Comunita' ebraica di Roma e Joanna Arbib, presidente mondiale del Consiglio di amministrazione del Keren Hayesod.

    Gilad Shalit e' stato rapito il 25 giugno 2006 mentre pattugliava il confine con la Striscia di Gaza in territorio israeliano; da oltre tre anni e' ostaggio nelle mani di Hamas e

    non si sono mai avute notizie ufficiali circa il luogo della sua detenzione, ne' sul suo stato di salute, fisica o psichica.

    Il ministro ha affermato che la richiesta di liberazione immediata di Shalit e' una questione cruciale perche' riguarda il tema universale del rispetto dei diritti umani e della liberta' dell'individuo. Per questo tornera' a fare pressioni in questo senso anche in sede europea.

    I partecipanti all'incontro hanno manifestato al ministro Frattini l'auspicio che Hamas possa dimostrarsi piu' flessibile riguardo alla richiesta di rilascio, in cambio del soldato, di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, scendendo ad un compromesso sul numero di prigionieri condannati per crimini gravissimi e che Israele e' riluttante a liberare. Inoltre, durante l'incontro si e' espresso l'auspicio che Israele dia segno di buona volonta' nell'alleviare le difficolta' della popolazione di Gaza. In questo senso, e' stata anche ribadita la fiducia nella mediazione del capo dell'intelligence egiziana Omar Suleiman, che sta lavorando a un prossimo incontro di riconciliazione tra Hamas e Fatah. Tali tentativi - si legge ancora nella nota - sono fondamentali per creare un clima di maggiore fiducia, che possa porre le premesse anche per ottenere l'immediato rilascio di Shalit e, in generale, il raggiungimento di una soluzione pacifica in Medio Oriente.

     

     

     

    israelepy7.jpg e non dalla parte dei terroristi!!!

  11. Dal link http://www.loccidentale.it/articolo/sull%2...georgia.0074479

     

    riporto:

     

    Brutta accoglienza

     

    Sulla visita di Obama in Russia c'è lo spettro di una nuova guerra in Georgia

     

    di Bernardino Ferrero

     

    3 Luglio 2009

     

     

    Dal 6 all’8 luglio il presidente Obama sarà in visita a Mosca dove incontrerà la coppia Medvedev-Putin. Con il primo è possibile e auspicabile che si rafforzi il dialogo sulla sicurezza comune ripartito dopo il “reset” annunciato tempo fa dal segretario di stato Clinton. Ieri Medvedev ha citato Kennedy come l'icona di una nuova stagione di relazioni russe con gli Usa. Ma con Putin la musica cambia. L'uomo di San Pietroburgo è un osso duro che rabbrividisce solo al pensiero che Obama possa ripetere a Mosca un discorso come quello fatto al Cairo.

     

    Putin si è sbarazzato definitivamente degli oligarchi ed ha rimesso in pista il suo Paese nel concerto delle potenze, dopo gli anni bui del postcomunismo. Sia lui che Medvedev stanno restaurando le vestigia dell’antico splendore sovietico attraverso una sottile propaganda nazionalista e antiamericana che dalle tv passa attraverso i libri di scuola. Il premio Nobel Gorbaciov ha criticato pesantemente l’elite al potere, spiegando che la Russia è rimasta a metà del guado sulla strada della democrazia, prigioniera di un partito unico – “Russia Unita” di Putin – che è “peggio del Pcus”.

     

    Sul Wall Street Journal, David Ignatius ha consigliato a Obama di portarsi in viaggio una coppia dei Fratelli Karamazov, paragonando Putin al “Grande Inquisitore” della leggenda dostoyevskiana. C’è un senso di “miracolo, mistero e autorità” che circonderebbe Putin, pronto a riprendere il potere dopo la parentesi di Medvedev. L’opinione pubblica russa sembra aver accettato come un dato di fatto che l’unico modo per uscire dal disastro e dall’anarchia del postcomunismo sia dare il proprio consenso all'autoritarismo soft dell’ex Kgb. Un membro della Duma ha detto che Putin sa cosa vogliono i russi meglio di quanto non lo sappiano loro stessi. Queste maniere forti piacciono ai generali orfani dell'impero non si fidano degli americani e li considerano alla stregua di predatori che hanno goduto della debolezza del Paese nei decenni scorsi.

     

    Putin teme che Obama parli della Guerra in Georgia dell’estate scorsa. A distanza di un anno, a Mosca circolano strane voci su un nuovo blitz che si preparebbe ai danni della repubblica caucasica ribelle. Obama farà riferimento alla difesa dell’integrità territoriale georgiana? Oppure accetterà implicitamente il riconoscimento unilaterale di Mosca delle repubbliche secessioniste di Abkazia e di Ossezia? La decisione di Mosca di congelare le ispezioni degli osservatori internazionali in Georgia non promette niente di buono. Lo scorso 17 giugno uno dei generali russi che hanno condotto le operazioni militari contro Tblisi ha detto all’agenzia Novosti che “Saakashvili sta caricando le armi ed è pronto ad una nuova aggressione”.

     

    In realtà un intervento in Georgia comporterebbe una serie di difficoltà e pericolose conseguenze per la Russia, che nel frattempo sta continuando nell'opera di dismissione del suo vecchio arsenale bellico (gli ultimi a provare la cura dimagrante sono stati i carristi). Una lunga guerriglia in Georgia riaccenderebbe le fiamme nel Caucaso, dal Dagestan alla Inguscezia. Ma una vittoria come questa servirebbe a Mosca per assicurarsi un crocevia fondamentale nel controllo delle risorse energetiche dirette verso i mercati europei, oltre ad essere un’umiliazione per gli americani e un modo per distrarre l’opinione pubblica russa dai problemi interni.

     

    All’incontro dell’Osce della settimana scorsa il ministro degli esteri russo ha distinto la questione georgiana – che è ancora fonte di divisione con la Nato e le potenze occidentali – dalla collaborazione in altri scenari, come l’Afghanistan, la lotta alla pirateria, al terrorismo e al traffico di droga. Una nuova guerra contro Tblisi riporterebbe indietro di un anno le lancette della Storia. Per questo è essenziale che durante la visita a Mosca il presidente Obama faccia dei riferimenti espliciti alla sovranità della Georgia e alle conseguenze di un intervento russo nel Caucaso.

     

    Il Christian Science Monitor ha scritto che i russi soffrono dello stesso deficit di democrazia che affligge molti degli abitanti del Medio Oriente a cui Obama si è rivolto durante il suo discorso al Cairo. Freedom House ha paragonato i leader dei Paesi islamici illiberali al direttorio russo: entrambe sono elite corrotte che controllano i loro paesi con la forza appropriandosi delle risorse economiche per il proprio arricchimento personale. In questi Paesi non ci sono vere elezioni e i gruppi per i diritti civili, gli oppositori, coloro che si battono contro la corruzione, vengono repressi anche brutalmente.

     

    Obama potrebbe rispondere a tutto questo dicendo ai moscoviti che l’America non desidera avere di fronte una Russia debole e servile ma un Paese con cui condividere gli stessi valori democratici e un vero partner per superare le gravi crisi che sta affrontando il mondo.

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