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pinguino

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  1. a 15.000 metri era un UFO.
  2. pinguino

    Fiat G.50V

    Il G52 era un progetto autonomo, che secondo fonti diverse (ma tutte di provenienza FIAT) era una riprogettazione totale del G50 intorno al motore A76 (una radiale a 14 cilindri estrapolato, con 3 litri di cilandrata, in più dall'A74).
  3. @ vultur. Se avessi potuto leggere prima il tuo intervento, che è contemporaneo al mio, non sarei neanche intervenuto. Ho detto solo che ci vorrebbe un medico (che si intendesse anche del problema opposto a quello della decompressione, relativamente agli effetti dela caduta di quota), ma vedo che del medico, non ce n'è stato bisogno.
  4. Ci vorrebe che l'avesse letto un medico, che magari si occupa di camere iperbariche, a patto che prima qualcuno gli spieghi cosa succede nelle permanenze alle basse pressioni e non a quelle alte, o ai passaggi repentini dalle prime alle seconde. Son propenso a pensare che non succede niente di rilevante o di compromissorio, altrimenti la letteratura specializzata e anche romanzesca ci avrebbero abbastanza edotti.
  5. Non vi quoto tutti, perché disperderei le risposte. E per quotare intendo soprattutto l'apprezzamento dei contenuti, non il semplice riportare, indipendentemente dal fatto che i vostri giudizi siano allineati con ciò che penso (e comunque lo sono molto di più di quanto appaia). @ Frencio. Grazie, ma se un intervento può piacere, perché magari è fatto bene, la sua "bontà" molto dipende dall'"alzo" ricevuto. @ Vultur. Completamente d'accordo, a parte le sfumature che dipendono dall'esperienze necessarie del vissuto individuale. Proprio rispetto a questo, nelle esperienze individuali, posso testimoniare che le impressioni che ho ricevuto circa la preparazione, ma anche e soprattutto circa l'assetto mentale, la qualità dei piloti delle ultime generazioni è "più seria", anche se meno "colorita". @ Madmike. M'è piaciuto assai ciò che hai detto sull'alesaggio dei proiettili, cioè della loro ricameratura interna, funzionale all'aggerimento dell rivestimento, e all'aumento della carica esplosiva (e aggiungo, perfettamente compatibile al mantenimento della durezza relativa dell'involucro, posto che proiettile a bomba, la velocità d'impatto si riduceva dai 400 e oltre m/s del proiettile a fine traiettoria, ai meno di 200 della bomba). Ma queste considerazioni vanno tutte nella direzione del proiettile perforante, che esplode DOPO la penetrazione, senza la quale il prioettile/bomba non serve a nulla. Attaccare con un angolo di pochi gradi (o pari a zero), non mi pare che che sia funzionale a incrementare le possibilità d'esplosione, specie se la superficie verticale che scelgo (e che mi garantisce l'impatto a 90° del proriettile) è quella posteriore, dalla sezione molto ridotta, e poco vitale, per il bersaglio che si è scelto. Sulla vicenda, secondo me, comprese le controverse testimonianze sull'argomento (per le modalità, intendo), ma anche sulla filosofia del piano, che ci sia ancora molto da riflettere, ferma restando l'AMMIRAZIONE per chi ha compiuto l'azione, e anche per l'ideatore, purtroppo deceduto prima della medesima.
  6. I canard, così chiamati, per coloro che non lo sanno, perchè in volo assomigliano a un'anitra, con l'ala molto arretrata rispetto al corpo, o alla fusoliiera, rappresentano lo schema più semplice dei monomotori ad elica spingente. A questa categoria, ovviamente inquadrabile in quella dei caccia, possono esser ascritti: l'Ambrosini SS4, il Curtiss XP55, il Northrop XP 56 (il quale, mancando dei piani di quota anteriori, sarà anche definito tuttala, soluzione cara al costruttore, anche se la sua corta fusoliera apparisce alquanto massiccia) e il Kyushu Shiden. I primi due hanno motori in liinea, raffredati a aria , IF Asso XI RC40 il primo, e un Allison V1710 il secondo, e i secondi due , radiali, dei quali il Northrop monta il P&W R2800 e l'altro il Mitsubish Ha43. L'SS4, progettato dal Col. Stefanutti, vola il 7 marzo 1939 a Castilgione del Lago, gli americani 4 anni dopo, il giapponese quasi 6. Ha una linea bellissima, l'SS4, ma il giorno dopo il primo volo, costretto a un atterraggio d'emergenza per la perdita d'un alettone, si schianta contro un ostacolo, ed il collaudatore muore, schiacciato dal motore. Lo cito perché è da qui che nel mondo aeronautico il motore posteriore, di per sé, genera paura in chi deve utilizzarlo (oltre che per il rischio dell'elica nell'abbandono in volo). Con i 900 cv (tutti da dimostrare) dell'Asso XI, era accreditata di una velocità di 540 km/h, e con un armamento (forse di progetto) di un cannone da 30 mm e da 20, anche se è presumibile che il proptotipo abbai volato con due SAFAT da 12,7. Per onor di cronaca.
  7. pinguino

    fiat bga

    per tutti: la sigla B.G.A. non sta per Bombardiere a Grande Autonomia, ma per BOMBARDIERE GENIO AERONAUTICO. La macchina era stata infatti progettata dal Generale G.A.R.I. Aldo Guglielmetti. Con tale progetto la R.A. (non è l'unico caso: pensate ai caccia Fabrizi/Riparbelli costruiti dalla Caproni F5, F4, F6M e Z) intendeva autonomamente concorrere (od imporre una pietra di paragone) al famoso concorso che molti hanno citato prima. L'incarico della costruzione (La R.A. non aveva certo officine proprie per la costruzione) fu affidato, su accordo, alla Fiat, che ne girò la realizzazione per intero alla consociata CMASA di Marina di Pisa. Evidentemente la Fiat l'aveva accettato per ampliare anche le sue possibilità di vittoria al concorso medesimo, al quale già concorreva con un progetto proprio, quello di Celestino Rosatelli, che diventerà il BR20. La fonte parla di collaudi senza problemi (pilota Ezio Guerra, motorista Silvano Giannessi), e le informazioni si fermano alla consegna dell'aereo a Guidonia. Fonte: "S.Piccioli - Gli aeroplani di Boccadarno . Ed. ETS Pisa 2001.
  8. Vultur, intanto, perché uno diventi capo di stato, imbecille o no, occorre il concorso di molti molti altri, che necessariamente dovrebbere essero imbecilli come lui, o anche un pò di più, o comunque intelligenti par suo. Quindi l'Italia il fascismo non se l'è ritrovato. Se lo è dato. DA SOLA. E col consenso maggioritario di tutti gli strati sociali, col che, caso mai, non è il fascismo la sventura, ma l'Italia tutta. Quanto alle simpatie, lasciamo perdere. Non son dati rilevabili statisticamente, e si può affermare anche il contrario, con pari dignità. Si può dire, viceversa, che soprattutto dall'ala conservatrice inglese, c'era molta simpatia per il fascismo, grazie al lavoro sporco fatto in Spagna, poco a vantaggio dell'Italia anche se molto dispendioso, molto per l'anticomunismo di tutto l'occidente europeo. E non si può non esser benevoli con chi ci risolve gratuitamente problemi grossi. Però, nonostante la benevolenza, o la simpatia, come dici TU, anzi con la sorpresa, si erano preparati per tempo a un colpetto come quello di Taranto, con qualche anno d'anticipo rispetto a una guerra "che non si aspettavano". Quindi il problema non sono gli imbianchini usciti dal carcere, ma chi li ha fatti evadere, chi gli ha preparato la sedia, lo scranno o il trono, o soprattutto tutti quelli che hanno vinto i concorsi, che agli imbianchini danno sempre ragione per salire più in fretta degli altri, in questo coadiuvati dagli ultimi che hanno vinto i concorsi, perché per ogni posto che gli si libera immediatamente sopra, più veloce sarà la loro ascesa. Specie se hanno le stellette. Il tutto mentre i trombati dai concorsi, che sono quel 99% che non diventerà né tribuno, né dittatore, stanno fuori, a guardare. Non è matematica. E' solo l'altra faccia della luna. Ma è un pò più completa della tua. E i transatalantici? Figlioli del regime, prediletti. E tutto il resto a scuola, col Ba20 e il RO43, a imparare tecniche d'attacco e di combattimento, volo senza visibilità e raid sull'Inghilterra. Col Ro43 e il Ba20, appunto.
  9. giusto! la domanda è SOLO quella. Ma la risposta non è sempllice, o meglio, non è la più immediata. Io credo che fra le tre Forze Armate, la RA fosse la meno "seria", la meno rigorosa, la più autocompiacente. Era un "animus" che permeava tutti quelli che c'erano per carriera, e per conseguenza gli altri che ci arrivavano, per servizio militare obbligatorio o per complemento. Dove tutti avevano ragione e dove forse c'erano autorità, traballanti, ma dove non c'erano autorevolezze. A partire dalla dottrina, CHE DOVEVA essere in costante evoluzione e seguire di conserva, ove non capace di anticiparla, l'evolozione della tecnica aeronautica e degli armamenti, che viaggiava a velocità impressionanti. Che doveva esser capace di scegliersi un nemico probabile, e su quello moderare le sue esigenze (in caso di politica offensiva, quale era quella del fascismo). A che servivano tutte quelle unità da osservazione aerea, occhio dell'esercito o occhio della Marina? ma la regola è: tutto ciò che vola è Aeronuatica. Per lo stesso motivo, direi io, le autobotti per rifornire gli aerei dovevano essere dell'esercito, visto che non volavano e stavano con le gomme per terra!). Ma c'è dell'altro, e si vede con gli esempi: perché l'attacco di Robone e Vaccari alla Victorious fu un fallimento? perché quelle bombe era prioettili da 381 ai quali erano stati istallati governali e attacchii per trasformarle in bombe d'areo, e sarebbe esplosi, in quanto proiettili, solo con un angolo d'impatto fra i 30 e i 90°. Ma se lo sgancio lo faccio a 20 metri di quota (così riportano le fonti), che è l'altezza del ponte di volo della portarei, non sono in picchiata. Sono a volo radente. E la bomba, se non urta la fiancata, piglia il ponte a impatto 0° e le percorre tutto senza esplodere. Cosa che ha fatto. E poi s'impreca con lo sfortuna? Da ciò si evince un culto per l'azione, e non per il RISULTATO, per l'IMMAGINE e non per la sostanza. I Nell giapponesi per affondare le due navi (una corazzata e un incrociatore da battaglia), ci volavano sopra in volo livellato, e sufficientemente bassi e lenti per poter far centro con quelle bombe da "mezzo chilo" che potevano agganciarsi sotto la pancia. Era questione di tecnica d'attacco, o di determinazione e coraggio VERI? Eran le brillanti prestazioni del mezzo (il Nell!!!!!!) o era il senso del dovere di quei soldati, che sapevano che per mettere a segno bisognava a esser lì, volar piano, prendere la mira, E INCASSARE TUTTA LA CONTRAEREA, la più letale perchè metteva d'accordo tutte le armi c.a. di bordo, da quelle legger a quelle pesanti? Allora, quando si parla di eroismi, che non dovrebbereo comunque esser necessari, smettiamola coi luoghi comuni. E smettiamola col ricorso ai fili di paglia, dietro i quali nascondere la propria incompetenza, impreparazione e superficialità. E la mancanza di coraggio? Non ha niente di vergognoso, ed è, quella mancanza, elemento necessario nell'elaborazione delle tecniche d'impiego. Diventa vergognoso attribuirselo, quando non c'è stato.
  10. pinguino

    Fiat G.50V

    la fonte citata dà 5 min. e 30 sec. a 5000 metri. Altre fonti danno lo stesso tempo per i 6.000. Propendo per la prima, riproducendo il G50V, rispetto al G50, le stesse condizioni del MC202 rispetto al 200. E il 200, in salita, era più veloce del G50. ..... aggiungo che, benché mantenesse il nome di G50, di quest'ultimo conservava solo l'ala e i piani fissi del G50 bis, mentre la fusoliera era stata completamente riprogettata, perdendo del tutto la sezione squadrata in basso, e con una finezza che io giudico superiore a quella del MC202 e del Re2001. Le foto che circolano, escluso quella citata, sono solo il ritocco di una foto di lato di un G50 bis. Intendo dire che il salto generazionale fra G50bis e G50V è superiore a quello degli italiani MC200>MC202 e Re2000>Re2001, ed anche del P36>P40B/C.
  11. pinguino

    Fiat G.50V

    E' trattato sufficentemente (buona foto e buoni profili), alle pag. 34, 38, 39, 40) nel n. 6 della Collana "Ali d'Italia", la collana diretta da Giorgio Apostolo e edita da "La Bancarella Aeronautica - Torino". Non credo esistano, al momento, più dettagliate pubblicazioni.
  12. pinguino

    Fiat AS.14

    Da: "Gli aeroplani di Boccadarno" di Sergio Piccioli - Ed. ETS Pisa 2001. (Cap. XIII - pagg. 117-120) L'armamento consisteva in un cannone da 37 mm e due mitragliatrici da 12,7 nel muso, più quattro mitagliatrici dello stesso calibro, due per ala. Come armamento difensivo, una 12,7 dorsale e due 7,7 laterali (analogo alla RS14 -Ndr) . la foto riprodotta qui, oltre che ampiamente ritoccata, è rovesciata., il cannone e le mitragliatrici trovandosi sul lato desto del muso, in posizione paracentrale (in basso il cannone, sopra le mitragliatrici).
  13. lascia perdere i convenevoli, è scontato che quando uno si affaccia per la prima volta in un arengo, non avendo senso il parlare di massimi sistemi, è costretto a scegliersi un tema, e nel contempo, chi l'ascolta, è legittimato a tutte le illazioni, circa lo spessore e la fondaterzza delle tesi del nuovo venuto (e sempre ammesso che ciò che dice sia la VERITA', cioè un insieme di verità). Ecco, credo che siamo giunti sufficientemente dstanti dalla "scena del crimine" da poterci permettere utti una lettura "revisionista" di tutti gli eventi della 2° GM, dei fatti e dei fenomeni, applicando ad essi chiavi e criteri di lettura più maturi o consapevoli. E che lo stesso discorso valga anche rispetto ai protoganisti, vuoi gli uomini, vuoi le macchine, e le interdipendenze fra i due. Da questo punto di vista, i più spietati sono gli inglesi, e i più tardivi siamo noi, con gli americani che fanno pesce in barile (perché alla fine, son quelli che son rimasti più vittime della retorica di tutti gli altri belligeranti, e forse, per questioni molto attuali, non hanno interesse a scrollarsi di dosso questa pesante mascheratura). la premessa, apparentemente OT, serve proprio per tornare al tema e per dar forza alle tue ultime affermazioni. Io credo ad esempio che aver scelto, nel 1933, di dotar l'aereo da caccia di due ottime armi come le SAFAT da 12,7, sia stata una scelta coraggiosa, pagante e purtroppo non compresa, e perfettamente in armonia con la macchina destinata a accoglierle, il CR32. Il resto del mondo restava sulle 7,7, magari raddoppiate in numero, ottime per far della tela dei rivestimenti una rete da pesca, o un colino per la pasta, ma non per buttar giù l'aereo. E la sua bontà me la fece capire un vecchio armiere, mitragliere di gobba di un S79, che nel '42 aveva buttato giù, così diceva lui, uno Spit V dalle parti di Malta. ("Lo presi quando non era ancora arrivato a distanza utile (la sua), e quando arrivò più vicino (forse più per inerzia che per scelta, aggiungo io) gli rovesciiai addosso un'altra raffica, che vedevo volare via pannelli di fusoliera e pezzi delle ali." questa la testionianza). Sei convinto che con una doppia di 7,7 avrebbe ottenuto lo stesso risultato? E veniamo al peso dei proiettili sparati, per riferiemi alla tua citazione. Sono un parametro, ma non "il" parametro. Il parametro significativo è l'efficacia del colpo singolo. Un proiettile di 36 grammi a 800 metri al minuto fa molti più danni di 20 colpi da 10 grammi l'uno, sparati alla stessa velocità di bocca, e con una forbice di efficacia, fra il primo e i secondi, che cresce in ragione della distanza. Quindi la teoria dell' "undergunned" si rivela per quello che è: una bufala. Smette di esserlo quando al posto di due, ne trovi quattro o sei o otto dall'altra parte, magari 12,7x99 come le Browning, che avevano maggior energia cinetica delle SAFAT (bossolo più lungo, maggior carica di lancio). Ma qui si parla di 1940 e 1941, non di 1943. E infine, e la pongo in forma interrogativa, gli S79 (autonomia a parte) erano peggiori dei Nell giapponesi? E allora come mai, da bombardieri, gli S79 non hanno mai messo a segno una bomba su una nave, e i NELL, in una botta sola affondarono la Price of Wales e il Repulse?
  14. Caro Cpl, forse l'appellativo cialtrone è eccessivo, se si applicano tutte le attenuanti dovute alla giovane età e alle condizioni psicologiche degli attori in commedia, in quei mesi dove il mondo si era rovesciato. Ma resta il fatto che si respira, nell'episodio, assenza di matura dignità (che è qualcosa di più dell'onore e che diventa necessaria alla sopravvivenza quando l'onore è perso non solo per colpe individuali, ma per colpa altrui). Non credo peraltro che il GI medio avesse grande consapevolezza di ciò che faceva. Ma il pragmatismo degli americani nel pianificare una guerra è cosa indubbia, forti della consapevolezza del loro potenziale illimitato di risorse, delle loro capacità industriali e agroalimentare, della totale sicurezza delle medesime, del patrimonio umano inteso come quantità di popolazione, ma costruito anche sulla consapevolezza che l'americano NON era allora, e forse neanche oggi, un gran soldato (e non occorre che lo sia, viste le altre premesse) Questa consapevolezza è una delle chiavi del successo. Ma ritornando in tema, dal momento che l'ho ritrovata, la fonte delle mie informazioni "tecniche" è la RID (rivista italiana difesa) n. 8 dell'AGOSTO 1996 e l'articolo citato, a firma di Michele M. Caetani, (pagg. 82-97), è titolato: "1940 - I caccia italiani a confronto con quelli delle altre nazioni". Gli aerei presi in considerazione sono: per il RU il Gladiator, il Fulmar, lo Spitfire I e II, e l'Hurricane I, per la Germania solo il Messerschimitt Bf109 E-3, per la Francia il MS406 e il D520, e con una certa forzatura, perchè di fatto entrati in servizio operativo l'anno successivo, lo Zero per i giapponesi, Wildcat/Martlet per anglo americani. Il Buffalo è accennato, e dopo due o tre paramentri presi in considerazione, lasciato cadere, nel senso che cade da solo 8 e nessun progettista del Brewster si è ucciso per questo). I parametri esaminati sono: 1) VELOCITA' (a tutte le quote, e non quella delle tabelle riassuntive che piacciono tanto agli spotter in erba, o comunque immaturi, ma che NON vuol dire nulla) - 2) Velocità ascensionale, alle varie quote (il rateo di salita iniziale, spesso indicato nelle pubblicazioni, vuol dire poco) 3) Tangenza (teorica e operativa) - 3) Motore - 4) pesi e rapporti caratteristici - 5) Manovrabilità (inclinazione, rollata, loop, velocità e accelerazione di picchiata) - 6) Autonomia (assoluta, in relazione a diverse velocità di crociera, con e senza supplementi) - 6) Armamento (al quale son dedicate 4 pagine). Perché tutte queste, e non solo le caratteristiche di punta, fanno un aereo. Credo anche che i fantastici e ultracelebrati P47 e P51, nonché gli F6F e gli F4U, se si fossero trovati davanti, e in numero uguale, piloti con ugual preparazione a bordo di FW190D e anche gli A, Me109 dalla G10 in avanti, MC205, RE2005,G55, Hien e Hayate e Raiden, avrebbero smesso di esser fantastici, e si sarebbero presi la colpa degli insuccessi, come già era accaduta ai loro predecessori P39, P40 e F4F, passando a loro volta alla storia come emeriti cassoni. (cosa non vera, come non vera per i tre ultimi citati). D'altronde e sempre, le colpe si vanno a cercare solo quando si perde, che quando si vince, non ce n'è bisogno.
  15. Il concetto del "SISTEMA PAESE" è necessariamente alla base di qualsiasi avventura (economica, sul fronte della ricerca, nelle relazioni internazionali, ed anche su quella militare, strettamente interconessa alle prime tre, anche e soltanto se limitata, come afferma la nostra costituzione, alla DIFESA). E il risultato di ogni azione è viziato, se non parte dall consapevolezza dello spessore del primo concetto. Su questo, mi pare che siamo TOTALMENTE in accordo, e penso che lo saremmo anche se volessimo approfondire il concetto costituzionale di "DIFESA", che non è così semplice, specie oggi, come l'enunciato vorrebbe far apparire. Questo vale oggi, e ancor più valido era quando esisteva il Ministero della Guerra (anche se difatto diviso in tre dicasteri). In parole povere, è l'armonia di un sistema la chiave del suo successo, e purtroppo, l'armonia, MAI TOTALE, è comunque il risultato di un sistema di poteri diversificati bilanciato, cioè frutto di una democrazia matura e autocosciente. Ma, per non andare OT (solo in apparenza, per la verità), gli esempi eclatanti citati, e noti nel loro SIGNIFICATO reale a chi legge con attenzione, andando oltre la celebrazione dei protagonismi umani, o delle macchine, corrisponde al quadro che avevo disegnato circa l'impreparazione della RA a una guerra moderna, IVI COMPRESA L'ASSENZA DI CONSAPEVOLEZZA delle caratteristiche intrinseche dei mezzi a disposizione, con il conseguente spreco delle loro qualità. Anche gli enunciati teorici del Douhet e del Mecozzi cozzano, non contro sé stessi, ma contro la mentalità retrograda dell'apparato militare. La prima, presuppone l'uso a massa di arei capaci di colpire al cuore i centri vitali del paese dell'avversario (autonomia e NUMERO), i secondi macchine all'altezza del ruolo che consentivano di anticipare il concetto di battaglia aeroterrestre degli anni '80. L'Italia non poteva produrre i NUMERI pe legittimare la prima, e non poteva soddisfare le teorie del Mecozzi, alle quali arriveranno inglesi e americani con macchine come i Typhoon e i Thunderbolt, ma dal '44, cioè un ERA dopo, che potranno rispondere a quasi tutti i compiti sopra al campo di battaglia e nelle immediate retrovie. Lo Stuka, era molto più limitato, ma incarnava il concetto dell'artiglieria a braccio lungo, in una guerra a alta mobilità, dove comunque l'ESERCITO era il protagonista. E fino a che i tedeschi hanno potuto imporre questa visione, il loro sistema ha funzionato. Ma quali erano le visioni geotattiche e strategiche della RA? Nessuna, perché era il Circo (e dove i protagonisti, forse hai ragione te, andavano a raccoglier consensi in tutti i salotti, e di più in quelli di velluto rosso e tapparelle abbassate) e serviva a impressionare, fuori e dentro il paese. Del G50 finlandese ho già detto, e per significare il circo, rammento il raccapricciante episodio dove un MC200, nell'ottobre (mi pare) post armistiziale, aeroporto area di Lecce, forse Leverano, in un passaggio a bassa quota mozzò la testa a un Ufficiale italiano, davanti a una piccola platea di ufficiali e soldati americani, e forse anche inglesi, che si dileguarono subito per non esser coinvolti in un inchiesta che, secondo le loro regole, per loro sarebbe finita abbasatanza male.
  16. Caro capitano, purtroppo NO! le cose sarebbero andate ESATTAMENTE come sono andate. Bastava che qualcuno capisse, nel caso specifico, che la filosofia della guerra aerea doveva esser necessariamente figlia del mezzo impiegato, e delle sue capacità, e NON VICEVERSA. Per restare al MC200, prova a fare questo piccolo esercizio: 1) picchiata, in gruppo, a 750-800 km/h ora sulla formazione avversaria, dai 2000 metri di quota superiore; 2) fuoco, a distanza utile, tripla di quella caratteristica delle armi da 7,7, con due mitragliatrici ALARI con volume di fuoco di 1400/1600 colpi al minuto complessivi, invece dei settecento ottenibili col TAE; 3) scampo alla medesima velocità e risaliita a una velocità di SALITA superiore del 50% a quella del migliore avversario (in questo caso, l'Hurricane, che superava il MC 200 solo in velocità orizzontale, e di poco, e da quello veniva seminato in picchiata, in cabrata e in volta), e riprea del combattimento riguadagnata la quota superiore, con gli stessi canoni d'ingaggio. Ma tutto questo non è successo, perché: 1) a 8.000 metri non si vola perché c'è troppo freddo (cacchio, e sennò le capottine aperte, e che servono? I combatimenti si fanno sotto i 3000 m. come in Spagna); 2) il combattimento si fa testa testa, sennò che gusto c'è? 3) le mitragliatrici si tengono dietro il motore, così stanno belle calde, e se si s'inceppano, si riarmano a mano (come ai tempi del Barone Rosso); 4) per uno, due e tre, i piloti da caccia si formano sul Ro43 che è un biplano, che il pilota da caccia deve essere prima di tutto un acrobata (vedere le caratteristiche del mezzo e le motivazioni della scelta, su pubblicazioni SERIE). Con queste quattro premesse la guerra l'avresti persa anche col Re 2007 a reazione (che non è mai esistito). E' come se , avendo a disposizione un computer, lo si utilizzasse solo come macchina da scrivere. Il Macchi 200, e non solo lui, fu utilizzato per la parte meno rilevante delle prestazioni che poteva offrire, (ripensa al rifiuto dei piloti del 4° Stormo) e ancor di più per quelle di cui poteva strutturalmente disporre, e che furono rifiutate in sede di bando ministeriale, distillato sul SAPERE della Regia Aeronautica, e non sulla sete di guadagno delle imprese costruttrici. In parole povere, la casta strapagata degli Ufficiali Superiori non seppe elaborare una dottrina d'impiego dei mezzi all'altezza dei mezzi medesimi, in questo crogiolata nel consenso entusiastico dei giovani quanto illusi subalterni. (lo stesso successe con l'impiego dei carri armati, o col mancato impiego della flotta). Prova del nove, al contrario: lo stringbag era un catorcio, soprattutto nel 1940. ma avendo sviluppato teorie d'impiego compatibili con i difetti o le manchevolezze del mezzo, le manchevolezze diventaron qualità, e sulla capacità degli inglesi di sfruttarle, non credo che qualcuno abbia da ridire. E Taranto lo dimostra (eppure gli inglesi, con tanta autoironia, dicevano: è l'unico aereo capace di volare in formazione con la propria flotta). Ulteriore riprova: dove la guerra aeree era frammentaria, occasionale, e i numeri in gioco non consentivano agli inglesi l'applicazione delle loro teorie, i CR32 e i CR42 in AOI ( e fino al '41), han dato solenni batoste ai loro avversari. ma dove la guerra era SERIA, soprattutto nei numeri, gli italliani hanno cominciato a capire dagli avversari, ma soprattutto dagli alleati, come è che si combatteva con un caccia monoplano. A loro spese, ma cominciava a esser troppo tardi.
  17. salve a tutti! Son nuovo, ma solo del Forum. Per il resto sono abbondantemente "usato". Mi pare che che si stia andando abbastanza lontani dal quesito iniziale di fantastoria " Se l'Italia avesse avuto...". Quel "se" è in realtà la somma di centinaia di altri "se" dei quali le macchine ipotizzate sarebbero soltanto una subordinata di decimo o centesimo livello. E allora giochiamo, come se non esistessero subordinate di livello superiore, o principali da cui tutto deriva, ma affrontiamo il tema domadiamoci cosa aveva REALMENTE l'Italia nel 1940, quando è entrata in guerra, che poi i paragoni si fanno in parità di contesto temporale e geografico, e non relazionando un CR32 a un P51. Tralasciato il doloroso episodio con la Francia, per quei pochi e poco edificanti giorni di guerra dal 10 giugno all'Armistizio dell'Olgiata, la "nostra" guerra si apre in un contesto mediterraneo (dove avrebbe dovuto restare, e l'ha già detto qualcun altro) e con un unico avversario (già detto anche questo) che era l'UK e relativi Dominions (Cioè mezzo mondo, più o meno). I CR32 per i Gloster Gladiator andavano più che bene, i CR42 erano superiori al medesimo, i G50 ancora di più, e potevano tener testa all'Hurricane I, al quale erano superiori in manovrabilità e velocità alle basse quote. Il Macchi 200 se li fumava tutti e il CR42 era ritenuto pericolosissimo dai piloti dell'Hurricane, che dovevano ben guardarsi da accettare un combattimento manovrato. Il Fulmar, caccia multiruolo della Fleet Air Arm, andava più piano, saliva più piano, picchiava più piano e girava tre volte più largo del CR 42 (risparmio i confronti col G50 e col Macchi 200). Ma erano armati poco: e questa è la balla più colossale che si racconta in giro, e che si continua a raccontare. Ben quattro 7,7 averva il Gladiator, contro le due 12,7 e sette del CR42 (e del CR32) è la frase più riccorrente. Ben otto l'Hurricane! E i caccia Italiani due sole. Sì, ma da 12,7, dove un colpo (uno) poteva spezzare un'ordinata d'ala, perforare un sedile corazzato, sconquassare un motore, amputare un alettone, disintegrare il radiatore dell'olio e soprattuto quello del glicol d'un Fulmar o d'un Hurricane. Gli altri, con le numerose 7,7, o ammazzavano il pilota avversario, o era come pisciare in mare. Quanto ai bombardieri italiani (S79 e BR20) non solo erano più veloci dei loro omologhi disponibili nel teatro mediterraneo (agli inglesi occorreranno i Martin Maryland per aver qualcosa di competitivo, visto che i Blenheim erano quasi "penosi"), ma erano più veloci persino dei caccia che li dovevano abbattere, Hurricane escluso. Il quale ultimo, li innaffiava di numerosi quanto inutili propiettili da 7,7 che ferivano, o uccidevano gli equipaggi, ma che alla STRUTTURA dell'aereo non facevano un baffo. Come non facevano un baffo alle strutture dei caccia italiani, in specie al Macchi 200, che era quasi un carro armato. Ciònonostante l'Aeronautica, come le altre forze armate, è SEMPRE inferiore, per numero e armi, come nie bollettini di guerra, e nelle citazioni al merito. E' l'ora di smetterla con queste barzellette: I G50, definiti cassoni dai nostri eroici piloti, han combattuto fino al 1944 nelle file dell'Aviazione Finlandese (e eran delle I Serie), e gli Assi finlandesi son diventati assi proprio su quell'aereo. Uno studio, molto serio, fatto su Rivista Italiana Difesa di una quindicina d'anni fa, ha dimostrato che, escluso lo Spifire I e II, mai affacciato sul Mediterraneo, e il Me 109, che non era un avversario, il MC200 era il migliore caccia, sotto TUTTI I PUNTI DI VISTA, escluso le radiotrasmissioni, (che gli inglesi avevano, ma che non gli funzionavano). E il MC200 ce l'avevano gli Italiani, ed avevan anche il 4° migliore aereo, cioè il G50. E avevano anche i bombardieri che correvano più forte dei caccia avversari. Allora la colpa è delle macchine? e allora la colpa è delle fabbriche, che proponevano armi alari, e la Forza Armata, a furor di popolo le voleva sincronizzate coll'elica, (vedi bandi ministeriali) con il taglio del 60% della cadenza di tiro? che proponevano capottine chiuse, e che i piloti (sempre eroici) volevano aperte, salvo lamentarsi dopo in quanto causa di congelamenti e di perdita di velocità massima? E' colpa delle fabbriche, se l'intero 4° stormo rifiutò (1940) i MC200 per aver i CR42? Gliel'aveva imposto la Fiat? Io non so cosa sia un eroe. Ma gli eroi che non servono a niiente son la cosa più idiota che esiiste, per sé e per la nazione che li esprime. Ritrovarsi a far gli eroi solo perché occorre mangiar la minestra dove si è pisciato dentro, credendo di farla più saporita, può esser un buon motivo per far scrivere (e vendere) un bel libro a Chris Dunning 60 anni dopo, ma non cambia la realtà. I piloti italiani non sapevano fare la guerra, che è l'unica cosa che deve saper fare una Aviazione Militare. Quel gran circo ha avuto i suoi acrobati e i suoi buffoni, e non ha minori responsabilità della Politica Fascista che l'ha voluta strumento di propaganda e di consenso al regime. Compreso la colpa di offuscare quelle grandezze individuali che pure ci sono state, anzi, forse proprio per questo più che nelle corrispondenti forze alleate o nemiche, e diffuse anche fra il personale che non volava, ma che faceva sì che gli altri volassero.
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