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giulo87

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  1. LA FOLGORE IN MALI? Il Dipartimento del Peacekeeping (Dpko) delle Nazioni Unite avrebbe chiesto in modo informale all’Italia e ad altri Paesi europei la disponibilità a inviare truppe in Malì per costituire una forza di stabilizzazione di caschi blu che inglobi il contingente africano che sta dispiegandosi nel Paese e sostituisca le truppe francesi il cui ritiro, come ha detto il presidente Francois Hollande, inizierà a marzo. per saperne di più: http://www.analisidifesa.it/2013/02/la-folgore-in-mali/
  2. giulo87

    Finalmente gli HH139

    nessuno mi risponde??
  3. giulo87

    Finalmente gli HH139

    Avrei alcune domande sull'HH-139, dato che si è parlato dei ruoli che dovrà compiere ma non si è parlato della macchina in se: 1- Le gondole del carrello posteriore sono molto più grandi di quelle di un normale aw-139, perchè? Ospitano serbatoi supplementari? Se no, che altro? 2-Nelle foto in cui si vede il ventre dell'elicottero si vede quello che mi sembra essere un gancio baricentrico, me lo confermate? Se si, che senso ha montare un gancio baricentrico su un elicottero SAR? Forse in vista di un suo impiego più multiruolo di quanto ufficialmente dichiarato? 3- Nella foto postata nel link sottostante si vede un HH-139 armato, avrà questa capacità anche in seno all'aeronautica o si tratta solo di una dimostrazione da salone aeronautico? 4-Vorrei sapere cosa sono i sensori presenti ai lati del radome sul muso, uno dei quali è ben visibile dalla foto presente nel link qui sotto, e se fanno parte di un sistema di auto-protezione più complesso? http://www.zap16.com/photo-reports/farnborough/farnborough-2012-air-show/ Segnalo anche questo bell'articolo sul 15° STORMO: http://www.aviation-report.com/dblog/articolo.asp?articolo=539
  4. posto un paio di bei video sull'F-35:
  5. I velivoli promessi dall'Italia non sono ancora arrivati in Mali e forse non arriveranno: Sono passati 20 anni dalle guerre balcaniche e dalla disintegrazione della ex Jugoslavia ma oggi come allora l’Europa dimostra sul fronte del Malì la sua totale incapacità di gestire crisi militari alle porte di casa o che minacciano direttamente i suoi interessi. Il blando appoggio logistico offerto ai francesi da alcuni partner della Ue assomma ad appena una mezza dozzina di aerei cargo per portare a Bamako un po’ di truppe africane. La Ue che non esita ad ammonire gli italiani in vista delle prossime elezioni politiche non ci prova nemmeno a far paura ai jihadisti di al-Qaeda forse nel timore di rappresaglie terroristiche. “Quanto accade, con la Francia sola sul campo accanto agli africani, è crudelmente significativo del fatto che gli europei non hanno né la capacità né la volontà di intervenire insieme” ha dichiarato l’ex ministro degli Esteri francese, Hubert Vedrine, in un’intervista al quotidiano Il Messaggero. “L’Europa della Difesa non esiste, dobbiamo smetterla di raccontarci favole e guardare la realtà in faccia”. Neppure la missione di addestramento per le truppe del Malì annunciata da Bruxelles può essere considerato un contributo militare di rilievo perché se ne parla ormai da mesi ma finora nessun militare europeo ha raggiunto Bamako e perché la missione diverrà (forse) operativa a conflitto già risolto almeno nella sua fase convenzionale. Non a caso britannici e statunitensi hanno già inviato a Bamako i loro consiglieri militari che addestreranno le reclute maliane al di fuori dell’operazione europea che dovrebbe includere la presenza di un gruppo di militari italiani compreso tra 15 e 24 unità. Il condizionale è d’obbligo dopo l’ennesima figuraccia italica consumatasi sul fronte del Malì. Perché se nella guerra ai jihadisti del Sahel l’Europa ha dimostrato di valere zero, l’Italia va classificata tra i non pervenuti. Prima Roma ha promesso ai francesi tre aerei (due cargo C-130 e un tanker KC-767) con tanto di dichiarazioni alle commissioni parlamentari dei ministri Giulio Terzi e Giampaolo Di Paola, poi ha fatto finta di nulla e i velivoli dell’Aeronautica non hanno effettuato una sola ora di volo in appoggio ai francesi. Il premier dimissionario Mario Monti ha parlato di contrarietà di alcuni partiti che sostenevano la maggioranza e si può anche comprendere che nel Pdl ci fosse poca voglia di aiutare i francesi in una guerra che nasce dall’errore strategico di abbattere il regime di Gheddafi in Libia, un errore compiuto in primis da Parigi (e una guerra volta soprattutto a danneggiare l’Italia) che insieme a Washington trascinò con forti pressioni sul governo Berlusconi anche Roma in quel conflitto. Resta però il fatto che dopo aver combattuto controvoglia una guerra contro i nostri interessi nel 2011 oggi ci rifiutiamo di aiutare i francesi a combatterne una in Malì che rientra tra i nostri interessi. La vicenda paradossale del mancato sostegno italiano alla Francia è ben raccontata dall’analista strategico Germano Dottori in un articolo pubblicato da Servizi-italiani.net. “Dopo aver acquisito un ampio consenso parlamentare all’invio in teatro di un’aerocisterna KC-767 e due C-130J, il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ha fatto sapere che per il decreto autorizzativo si dovrà attendere l’insediamento delle nuove Camere, non esistendo al momento un parlamento in grado di convertirlo. L’argomentazione appare piuttosto pretestuosa, giacché le imminenti scadenze elettorali erano note al governo anche il 22 gennaio scorso, quando il titolare della Farnesina ed il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, avevano illustrato gli intendimenti dell’esecutivo alle Commissioni riunite di Camera e Senato. Pare quindi più probabile che l’Italia stia scommettendo sulla rapida conclusione delle ostilità per sfuggire all’impegno, non è difficile prevedere con quali ricadute sull’immagine del nostro paese a Parigi”. E meno male che grazie al governo Monti l’Italia ha recuperato la sua credibilità internazionale. http://www.analisidifesa.it/2013/01/in-mali-leuropa-e-zero-italia-non-pervenuta/
  6. non si sa ancora niente di dati tecnici, ufficiali o presunti?
  7. Ma qui non si parla di informazioni provenienti dal Mali, ma di un discorso tenuto dal ministro degli esteri Giulio Terzi alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, a Roma quindi. Si tratta semplicemente di una notizia scritta male, imprecisa e superficiale.
  8. si, direi proprio di si! Nel secondo link che ho postato si dice addirittura che, a proposito di aerei da trasporto, verranno inviati o 2 C-130 o 2 C-127J (invece di c-27J). Cosa ne pensate? ritenete più adatto il primo o il secondo? Inoltre sottolineo che non si fa menzione dei drones Predator che la Francia aveva richiesto all'Italia di dispiegare, sia pure solo in missioni di sorveglianza.
  9. L'ITALIA IN MALI soliti articoli imprecisi e ricchi di errori, ma sembra che il governo abbia deciso per l'intervento in Mali con aerei da trasporto e rifornimento, sembra si tratti di inviare 2 C-130J ed un KC-767. La crisi in Mali "avrà sicuramente tempi lunghi", ha detto il ministro degli Esteri Giulio Terzi alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato. Poi ha ribadito che "senza una piena responsabilizzazione delle forze africane e maliane, difficilmente se ne potrà uscire" L’Italia continuerà "ad operare sul piano diplomatico affinché l’operazione militare in Mali non pregiudichi il dialogo politico", ha assicurato il ministro, che ha ricordato come l’intervento militare francese e africano in Mali (intervento a cui il governo italiano garantisce il sostegno logistico) sia necessario per evitare il dilagare della crisi nel Sahel. Terzi ha quindi sottolineato l’esigenza di riprendere il dialogo con i nomadi Tuareg e "consentire una loro collocazione diversa nella società maliana perché ignorare questo problema è stata una causa del precipitare della situazione". Un intervento della comunità internazionale in Mali è necessario "affinché il paese non affondi irreversibilmente" in uno stato di "paese fallito" come la "Somalia e l’Afghanistan". L'impegno italiano nel Mali "Credo che un paese come l’Italia, impegnato non solo nella lotta al terrorismo, ma anche nella stabilità e nello sviluppo del Sahel, non possa non essere parte - seppure limitatamente - di questa operazione" in Mali, ha aggiunto Terzi, ribadendo la decisione del governo di inviare dai 15 ai 24 istruttori sui 450 della missione Ue di addestramento, contenuta nel decreto missioni oggi all’esame della Camera. Con il via libera del Parlamento l’Italia invierà due aerei C-130 e un aereo 727 per il rifornimento in volo, ha precisato il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola. "Si tratterà - ha aggiunto - comunque di un impegno limitato a due o tre mesi". http://www.ilgiornale.it/news/esteri/mali-dallitalia-tre-aerei-e-15-24-istruttori-877621.html http://www.ilgiornale.it/news/esteri/cos-litalia-interverr-mali-e-sigonella-gi-allerta-877457.html
  10. OPERATION SERVAL: AGGIORNAMENTO AL 20 GENNAIO 2013 Gli aerei da combattimento e gli elicotteri francesi stanno continuando le missioni per colpire obiettivi militari nel nord del Mali. Nelle ultime 24 ore sono state effettuate circa una dozzina di sortite per colpire i veicoli utilizzati dai terroristi islamisti. Gli assetti aerei oltre a colpire gli obiettivi a terra identificati nella regione di Diabali, continuano a monitorare dall'alto i movimenti dei gruppi terroristici. Nel frattempo le forze francesi a terra hanno raggiunto le 2000 unità, ricordiamo che il presidente Hollande ne ha previste alcuni giorni fa fino a 2500, e sono state raggiunte dai primi elementi delle truppe di alcuni paesi africani come il Togo, la Nigeria e il Benin. Anche la Russia, tramite il MInistro degli Esteri Sergei Lavrov, si sta unendo allo sforzo logistico francese offrendo aiuti per trasportare mezzi e truppe in Mali. Come aggiornamento sulle forzeimpegnate in teatro ricordiamo: 4 Rafale presenti in Chad a N'Djamena, 2 Mirage F1-CR e 3 Mirage 2000D presenti in Mali a Bamako, 3 Mirage 2000D presenti in Chad a N'Djamena per un totale di 12 aerei da combattimento supportati da 5 aerocisterne C-135F e un Hercules C-130 e due Transall C-160, oltre agli aerei da trasporto messi a disposizione degli alleati europei quali C-17A Globemaster III, C-130H e J, C-160 Transall di RAF, Canadian Forces, Royal Danish Air Force, Belgian Air Force, USAF e Luftwaffe. Per quanto riguarda gli elicotteri, sono in arrivo i 2 A-109 MedEvac della Belgian Air Force, e sono presenti invece già circa una quindicina di Puma, Caracal, Gazelle-Hot e Gazelle-Canon francesi. http://www.aviation-report.com/dblog/articolo.asp?articolo=614 Una galleria fotografica: http://www.facebook.com/media/set/?set=a.487444624630954.103029.118097008232386&type=3
  11. I DRONI AMERICANI E LA CIA AIUTANO I FRANCESI IN MALI’ Agenti della Cia, militari delle forze speciali e contractors. Poche centinaia di uomini in alcune base segrete istituite dagli Stati Uniti lungo la fascia territoriale che va dal Sahel all’Africa Orientale con il compito di localizzare, spiare e colpire i miliziani e soprattutto i leader dei movimenti islamisti legati alla rete terroristica di al Qaeda, dai gruppi attivi in Malì ai Shebab somali. Fonti ben informate hanno rivelato al “Sole 24 Ore” che i raids dei cacciabombardieri francesi Rafale e Mirage delle ultime ore sono stati effettuati su obiettivi rilevati dall’intelligence e dai velivoli statunitensi decollati da basi ”segrete” istituite in Mauritania e Burkina Faso. Tra i bersagli centrati dalle bombe francesi nel Nord del Malì, in mano agli islamisti dal marzo scorso, vi sono una grande base dei salafiti di Ansar al Dine ad Aghabo, nella regione di Kidal e oltre una decina di installazioni militari nell’area di Gao. “Abbiamo centrato depositi di armi, infrastrutture e campi di addestramento” ha confermato il ministero francese della Difesa Jean-Yves Le Drian. Colpiti anche la base di Lere, 150 chilometri a nord di Konna, e obiettivi nelle aree di Douentza e Nampala. Washington aveva garantito ieri il supporto informativo e logistico ai francesi e Parigi pare non abbia perso tempo per chiedere una dettagliata relazione sulle basi logistiche che i miliziani hanno costituito negli ultimi dieci mesi facendo affluire armi e miliziani nel nord del Malì. Un’area da tempo oggetto delle attenzioni statunitensi se si considera che già nell’agosto scorso venne eliminato (probabilmente con l’impiego di droni) Nabil Abu-Alqama numero due di al-Qaeda nel Maghreb Islamico, vittima di un misterioso incidente stradale nel nord del Malì. La presenza statunitense nell’area è parcellizzata e poco visibile ma costituisce una rete che monitora il territorio e intercetta le comunicazioni grazie alle sofisticate apparecchiature utilizzate da velivoli a turboelica civili, o comunque senza insegne, del tipo Pilatus PC-12 e King Air dispiegati in alcune basi. A volte piste isolate situate in zone desertiche, in altri casi aree di aeroporti internazionali come quella utilizzata da un distaccamento aereo di forze speciali nello scalo di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso. Di questa rete, che ha compiti di intelligence e sorveglianza e raccoglie i dati utili a effettuare raids mirati o massicce incursioni come quelle attuate dai francesi, fanno parte anche ex-militari delle società Sierra Nevada Corporation e R4 Inc. Compagnie specializzate in servizi d’intelligence che forniscono a CIA e Pentagono pacchetti operativi “chiavi in mano” che includono aerei, piloti, tecnici, sensori e persino gli analisti per tradurre le comunicazioni intercettate interpretare dati e immagini raccolti. Secondo Pietro Batacchi, direttore della Rivista Italiana Difesa e autore di un ampia analisi sulle operazioni antiterrorismo statunitensi in Africa, i velivoli Pilatus volano in media 150 ore al mese in missioni di questo tipo utilizzando sensori “a scomparsa” che consentono di non far notare i velivoli di questo modello (molto diffusi in Africa) quando sono a terra. I droni in volo sul Malì decollano da una base avanzata istituita da Washington (al costi di oltre 8 milioni di dollari) vicino al confine, in territorio mauritano, ma l’impiego dei velivoli teleguidati è reso più agevole dalla possibilità di restare in volo anche 30 o 40 ore consecutive che si traduce nella capacità di sorvegliare per lungo tempo gli obiettivi attaccandoli nel momento più favorevole. Oltre agli statunitensi e ai contingenti africani, il cui peso militare è limitato alle truppe sul terreno, anche i britannici stanno inviando aiuti ai francesi. Due grandi cargo C-17 sono in partenza in queste ore dalla base della Royal Air Force di Brize Norton, nell’Oxfordshire, diretti a Parigi dove caricheranno destinato alle truppe francesi in Malì. I cargo britannici consentiranno inoltre di trasferire rapidamente nell’aeroporto di Savaré, vicino alla zione delle operazioni, i contingenti africani resi disponibili dai Paesi dell’Ecowas. Il Foreign office ha ribadito i limiti nel tipo di assistenza britannica offerta alle forze francesi in Mali, sottolineando che è del tutto escluso per le forze inviate da Londra “il coinvolgimento nei combattimenti sul terreno”. Londra sottolinea che si tratta esclusivamente di un ”sostegno tattico-strategico molto limitato’” ma secondo indiscrezioni i britannici starebbero valutando di inviare in Malì anche team di forze speciali e forse alcuni droni Reaper già impiegati con successo nelle incursioni contro i talebani in Afghanistan. Altri contributi dai Paesi Nato sembrano al momento limitati a velivoli cargo danesi, canadesi, belgi e forse qualche elicottero. Un impegno limitato in appoggio ai 2.500 militari e alla trentina di velivoli (10 cacciabombardieri Mirage 2000, Rafale e Mirage F1, tanker KC 135, cargo C-160 Transall elicotteri Gazelle, Tiger e Puma ) mobilitati da Parigi. L’Unione europea l’Europa mantiene le consuete posizioni ambigue e contraddittorie. Il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, ha detto oggi che è “urgente fermare i terroristi” e “i gruppi ribelli”, il presidente Barroso ha lodato “il coraggio” della Francia ma la Ue metterà in campo solo 250 istruttori per l’esercito del Malì più altri 250 militari necessari al supporto logistico e alla protezione degli istruttori stessi. Un po’ poco per chi dovrebbe considerare il consolidarsi delle forze qaediste nel Sahel una diretta minaccia al suo territorio e ai suoi interessi. www.ilsole24ore.com
  12. OPERATION SERVAL: VIDEO MIRAGE F1, MIRAGE 2000D E RAFALE FRANCESI IN ACTION Le missioni aeree sul Mali continuano tutti i giorni ed nel primo video, del 15 gennaio 2013, possiamo vedere i Mirage F1-CRbasati sull'aeroporto di Bamako decollare per una missione nell'ambito dei loro compiti di QRA (Quick Reaction Alert), ed unRafale proveniente dalla base aerea francese nel Chad impegnato in un missione operativa di bombardamento su obiettivi nel nord nel Mali, mentre viene rifornito in volo da una cisterna C-135F. Nel secondo video, del 17 gennaio 2013, invece i protagonisti sono 3 Mirage 2000D che sono stati rischierati anch'essi come gli F1-CR sull'aeroporto della capitale del Mali, Bamako.
  13. Ecco un video che descrive il Mali e la sua situazione, purtroppo però è in francese! Qualcuno è in grado di farcene un riassunto? Il mio francese è troppo lacunoso per poter fare una sorta di riassutno/traduzione. http://www.lemonde.fr/afrique/video/2013/01/18/video-la-carte-du-mali-decryptee-en-5-minutes_1818849_3212.html
  14. da quanto scritto negli articoli si conferma invece che gli unici occidentali impiegati in operazioni di combattimento sono e, per ora, saranno i francesi. I russi invieranno un An-124 e personale di supporto a terra, il Belgio 2 C-13OH e 2 A-109 in configurazione MedEvac con il relativo personale di supporto. Gli unici soldati sul campo a fianco dei francesi saranno, almeno per ora, i circa 3000 uomini della missione approvata da i ECOWAS.
  15. alcune gallerie di foto http://www.repubblica.it/esteri/2013/01/17/foto/operazione_serval_militari_francesi_in_mali-50737743/1/ http://www.facebook.com/media/set/?set=a.486551318053618.102862.118097008232386&type=3
  16. un video datato 15 gennanio sul dispiegamento di 4 Rafale
  17. Mettendo insieme varie informazioni si deduce che l'apporto italiano sarà di tipo logistico, immagino con gli Hercules, inoltre dovrebbero essere messi a disposizione gli aerorifornitori, in caso di necessità francese, verranno inviati 24 istruttori militari nell'ambito della missione UE e poi si parla dei PREDATOR, senza specificare quale versione. A proposito copio e incollo una parte dell'articolo presente nell'ultimo link da me postato: Il presidente Hollande ha richiesto all'Italia l'uso dei velivoli UAV Predator per missioni di sorveglianza e ricognizione. Sulla questione il Ministero della Difesa non ha ancora dato risposta, mettendo però a disposizione le basi aeree per supportare logisticamente i velivoli francesi ed eventualmente velivoli per il rifornimento in volo. Questo è quello che è emerso ieri durante l'Audizione congiunta davanti alle Commissioni Affari Esteri e Difesa del Senato e della Camera del Ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, e il Ministro degli Affari Esteri, Giulio Terzi. In merito alla crisi che investe il Mali, Di Paola, nel sottolineare la gravità della situazione, ha affermato che l' Italia è pronta a fornire "pieno supporto logistico aereo" alle operazioni militari francesi contro i ribelli islamici armati del Mali, escludendo la presenza di militari sul terreno. Ha, inoltre, annunciato la disponibilità a rifornimenti in volo, qualora richiesto. Se non erro, tuttavia, l'unica cosa certa e approvata al momento è la disponibilità delle basi aeree italiane per i francesi. Credo che tutto il resto debba ancora essere approvato dalla politica. Correggetemi se sbaglio, spero abbiate informazioni più dettagliate. Per quanto riguarda le truppe a terra non ho informazioni di altre nazioni occidentali, oltre la francia, partecipanti alla missione o intenzionate a farlo.
  18. Posto una serie di informazioni su cui basarci per la discussione: intanto ecco 2 link con alcune foto dell'operazione Serval http://www.facebook.com/media/set/?set=a.486218598086890.102819.118097008232386&type=1 http://www.facebook.com/media/set/?set=a.485300141512069.102680.118097008232386&type=3 OPERATION SERVAL: LA FRANCIA INTERVIENE IN MALI Ieri 11 Gennaio 2013, le forze armate francesi hanno avviato un intervento militare a supporto delle forze governative del Mali, contro i ribelli islamisti. Il presidente francese Francois Hollande ha precisato che l'operazione "Serval" durerà fino a quando sarà necessario. Francois Hollande ha dichiarato che la missione ha come unico obiettivo la lotta al terrorismo e servirà a preparare il dispiegamento di una forza internazionale composta prevalentemente da paesi africani per consentire al Mali di ritrovare l'integrità territoriale. Nella notte tra il 10 e l'11 Gennaio gli elicotteri francesi hanno effettuato diversi raid in Mali e alcune unita' francesi sono già arrivate nella capitale, Bamako per assicurare la protezione della città e garantire la sicurezza dei cittadini francesi ed occidentali. Ed è proprio in uno di questi raid, nella zona di Konna, che secondo il MInistero della Difesa Francese uno degli elicotteri da combattimento è stato colpito provocando il ferimento e poi la morte di uno dei piloti, il Tenente D.Boiteux.L'elicottero colpito, riuscito a tornare alla base pilotato dal secondo ufficiale, sembra essere un velivolo Gazelle del 4eme RHFS (Régiment d'Hélicoptères des Forces Spéciales). Gli elicotteri francesi Gazelle presenti nella regione sono basati a Ouagadougou, in Burkina Faso, e sono elicotteri Gazelle-Hotarmati con missili anticarro e radar Viviane e Gazelle-Canon armati con un cannone da 20mm. Invece durante la notte tra l'11 e il 12 Gennaio sono entrati in azione 4 Mirage M2000D, facenti parte del raggruppamentoEpervier e basati in Chad ad N'Djamena, per azioni di attacco nel nord del paese, supportati da due aerocisterne C-135F. Il raggruppamento Epervier in Chad attualmente conta più di 2 Mirage F1-CR, 6 Mirage 2000D, 3 tanker C-135F, 1 C-130 Hercules ed un C-160 Transall. Contemporaneamente circa 200 militari francesi sono partiti sempre dal Chad con i velivoli C-130 ed C-160 alla volta della capitale del Mali, Bamako. Fanno parte di questa prima forza elementi del 21° Régiment d'Infanterie de Marine de Fréjus (21° RIMa) e un plotone di legionari del 1° Regiment Etranger de Cavalerie d'Orange (1° REC), mentre dalla Francia sono in arrivo una compagnia del 2° Régiment d'Infanterie de Marine (2° RIMa) di Auvours, due compagnie del 2° Régiment Etranger de Parachutistes (2° REP), mentre velivoli Rafale del Normandie-Niemen Régiment de Chasse sono già pronti al dispiegamento in zona d'operazioni. ecco il link http://www.aviation-report.com/dblog/articolo.asp?articolo=596 OPERATION SERVAL: 4 RAFALE ATTACCANO IN MALI - VIDEO Dopo i primi attacchi aerei dei Mirage M2000D dell'Escadron de Chasse 2/3 Champagne, del raggruppamento Epervier basato in Chad dei giorni scorsi, sono stati mobilitati anche i velivoli Rafale. Come accaduto per le operazioni in Libia nel 2011, ieri 13 gennaio 4 aerei Rafale sono decollati direttamente dalla loro base in Francia per colpire obiettivi nel nord del Mali in prossimità di Gao, una città controllata da elementi islamici del movimento Ansan Dine. AGGIORNAMENTO: I Rafale francesi sono 3 biposto ed un monoposto appartenenti agli Escadron de Chasse 1/7 Provence e 2/30 Normandie-Niemen che per la prima volta utilizza i suoi Rafale sul campo. L'armamento utilizzato comprende bombe a guida laser GBU-49 associate ai pods Damoclès e gli AASM. 3 dei Rafale hanno utilizzato tutto l'armamento a disposizione (6 bombe ciascuno) mentre il quarto armato con gli AASM non ha utilizzato le armi. I 4 aerei sono stati accompagnati per il rifornimento in volo da 2 C-135FR del GRV Bretagne provenienti dalla Base Aerienne 125 di Istres che resteranno in zona d'operazioni portando a 5 gli esemplari basati in Chad. Gli obiettivi colpiti e messi fuori uso dai velivoli dell'Armée de l'Air sono depositi logistici e campi d'addestramento dei gruppi terroristici, ha precisato in una conferenza stampa il Ministro della Difesa francese Jean-Yves Le Drian. I Rafale andranno a rinforzare il dispositivo militare francese nella regione. Secondo France3 i 4 velivoli sono partiti dalla Base Aérienne 113 di Saint-Dizier e fanno parte dell'Escadron de Chasse 1/7 Provence. I velivoli dopo la missione d'attacco sono atterrati a N'Djamena in Chad sede del ragguppamento Epervier. Nel frattempo le truppe di terra francesi hanno raggiunto le 400 unità nella città di Bamako e 150 invece sono attualmente presenti 300 miglia a Nord nei dintorni della città di Mopti che si trova nelle immediate vicinanze della linea che divide il territorio controllato dal governo da quello controllato dalle milizie islamiche da 7 mesi che è circa due terzi della nazione del Mali. La RAF inglese sta contribuendo, su richiesta ufficiale del governo francese, allo sforzo logistico della Francia al momento con due velivoli da trasporto C-17 Globermaster III del No.99 Squadron. In mattinata i due velivoli dovrebbero partire alla volta del Mali carichi di veicoli blindati ed altro equipaggiamento francese dopo essere arrivati a Evreux nella giornata di ieri dalla loro base aerea RAF Brize Norton nell'Oxfordshire. Il governo inglese ha dichiarato che in questo momento nessun altro aereo sarà impeganto nella campagna militare in Mali, e che non ci sono piani di un eventuale coinvolgimento diretto del Regno Unito. http://www.aviation-report.com/dblog/articolo.asp?articolo=597 un bel video sull'operazione OPERATION SERVAL: IL PUNTO DELLA SITUAZIONE SULLE FORZE FRANCESI IN CAMPO - 16 GENNAIO Dal 12 Gennaio le forze francesi sul campo sono andate via via aumentando iniziando a contrastare via aria e via terra le forze islamiste attestate nel nord del Mali. Le forza aerea attualmente in campo può contare si 2 Mirage F1CR basati a Bamako, 4 Rafale e 6 Mirage M200D basati in Chad. A supporto dei fast-jets ci sono 5 rifornitori-tanker C-135F e 5 aerei da trasporto tra C-160 Transall e C-130 Hercules, sempre tutti basati in Chad. La Marine Nationale ha messo a disposizione un velivolo da pattugliamento Atlantique 2 usato anche come piattaforma Recce e SIGINT. Per quanto riguarda le forze a terra, le prime unità arrivate in Mali sono state una cellula con elementi dipendenti dal Commandement des Opérations Spéciales (COS), una compagnia del 21ème Régiment d’Infanterie de Marine (RIMa) de Fréjus ed un plotone del 1er Régiment Etranger de Cavalerie (REC) d’Orange, forze che erano di stanza in Chad inquadrate nel raggruppamento Epervier. Di seguito a Bamako è giunta una compagnia del 2ème RIMa d’Auvours con i suoi velivoli blindati traportati in Mali dal due velivoli Antonov e da due velivoli C-17A Globemaster III della RAF inglese. Sempre a Bamako è arrivato un sous-groupement interarmées (SGTIA) forte di 200 uomini e circa 60 veicoli blindati proveniente dalla Costa d'Avorio dove è inquadrato nella forza francese impegnata nell'Operazione di peace-keeping "Licorne". Questa unità è composta da elementi del 3ème Régiment Parachutiste d’Infanterie de Marine (RPIMa), del 1er Régiment de Hussards Parachutistes (RHP) e del 17ème Régiment du Génie Parachutiste (RGP). Tutta questa forza terrestre, composta attualmente da circa 800 uomini, ha a disposizione veicoli blindati VAB e VBL in varie versioni e carri leggeri ERC-90 Sagaie, ed è posta sotto il comando tattico del 21 RIMa. I velivoli da combattimento francesi il 14 e il 15 gennaio hanno effettuato 8 missioni, supportati dai tanker, contro una dozzina di obiettivi intorno la città di Diabali, mentre alcune colonne di blindati stanno muovendo verso il centro del paese. I paesi, alleati della Francia, che stanno fornendo supporto logistico sono l'Inghilterra con i C-17A, gli Stati Uniti con gli UAV, il Canada con i C-17A, la Danimarca con i C-130H, il Belgio con i C-130H e notizia di oggi con 2 elicotteri Agusta A109s per il MedEvac. I due elicotteri dovrebbero arrivare venerdì a bordo di un C-17A. Anche l'Algeria a sorpresa sta supportando la missione francese dando libero accesso al passaggio degli aerei nel proprio spazio aereo e chiudendo le frontiere a terra per impedire il passaggio dei ribelli nel paese. http://www.aviation-report.com/dblog/articolo.asp?articolo=604 http://www.aviation-report.com/dblog/articolo.asp?articolo=608
  19. Il Generale Bernardis parla dell'impiego dell'AM nelle operazioni in Libia: la politica impose il silenzio sui raids in Libia Si parla di 1900 sortite, di cui 456 di attacco al suolo a partire dal 28 Aprile.In particolare 310 di ”attacco al suolo contro obiettivi predeterminati” e 146 quelle di ”neutralizzazione delle difese aeree nemiche” , senza contare gli ”attacchi a obiettivi di opportunità”, Mio Link
  20. Notizie dalla Russia: Mio Link
  21. giulo87

    MLRS

    E io aggiungerei: per fortuna che di altoforni ne sono rimasti pochi in Europa! Bisogna ricordare che sono impianti estremamente inquinanti in cui i lavoratori si trovano in un ambiente quasi assimilabile ad un girone dell'inferno dantesco! Per fare andare un altoforno e produrre acciaio e ghisa grezza in semilavorati non è che serva tutta questa tecnologia sofisticata, inoltre in Europa spesso si è passati dagli altoforni a forni elettrici per la rifusione del rottame. L'alta tecnologia invece serve eccome per la successiva lavorazione dell'acciaio per ottenere prodotti finiti e acciai speciali, settore in cui la vecchia Europa detta ancora legge. Nazioni come Germania, Gran Bretagna, Italia, Svezia e Stati Uniti sono Leader nella produzione di acciaio di alta qualità.
  22. giulo87

    SIRIA - Topic Ufficiale

    Cosa intendi con piloti scomparsi?
  23. giulo87

    ritrovata la corazzata Roma

    Nel Golfo dell’Asinara è stata finalmente identificata una parte del relitto della Corazzata Roma, adagiata a circa 1000 metri di profondità ed a circa 16 miglia dalla costa sarda . Le prime ed esclusive immagini del relitto sono state riprese dall' Ingegner Guido Gay titolare della società Gaymarine S.r.l. che da molti anni conduce in zona sperimentazioni di innovative apparecchiature di esplorazione subacquea da lui ideate e costruite. Grazie all’ausilio di un sofisticato robot subacqueo Pluto Palla, e ad altri esclusivi strumenti imbarcati a bordo del catamarano Daedalus di proprietà dello stesso ingegnere, il sito dove giace il relitto della Corazzata Rroma è stato individuato e visitato. Il personale della Marina Militare, imbarcato per l’occasione sul Daedalus su invito dell’ingegnere Gay, nostro connazionale, ha verificato la inequivocabile coerenza delle immagini, riprese per la prima volta il giorno 17 giugno2012 e ripetute il 28 giugno 2012, di pezzi di artiglieria contraerea imbarcata sulla corazzata Roma. Dopo 69 anni dall'affondamento è stato possibile assegnare la corretta posizione a quello che la Marina Militare ritiene uno dei più importanti Sacrari del mare; la Corazzata Roma fu affondata il nove settembre del 1943 da un aereo tedesco e nella quale morirono 1352 marinai, insieme al comandante delle forze navali da battaglia della regia Marina, l’ammiraglio di squadra Carlo Bergamini. Solo 622 furono i sopravvissuti. La Gaymarine è una società specializzata nella progettazione e produzione di veicoli e apparecchiature subacquee ad alta tecnologia ed in particolare dei veicoli denominati Pluto, che sono stati costruiti in centinaia di unità e sono in uso in Italia anche sui cacciamine della Marina Militare e in numerosi paesi esteri. I dettagli della scoperta verranno presentati nel corso di una conferenza stampa che si terrà a la Maddalena all’inizio della prossima settimana. Link Fonte: www.marina.difesa.it
  24. Mi sento di poter affermare con sicurezza che il 76mm Oto non è assolutamente compatibile con un impiego aeronautico, a maggior ragione con il C-27j, anche solo per ragioni di ingombro.
  25. l'avevo postato poco prima http://defense-update.com/20120512_russia-testing-centauro-italian-wheeled-tanks.html
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