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gobbomaledetto

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Risposte pubblicato da gobbomaledetto

  1. Il migliore contro Paolini fu il compianto Paolo Frajese, che resterà nella storia per essere stato il primo a passare alle vie di fatto (le uniche davvero utili contro Paolini) contro il disturbatore da Guiness:

     

  2. Appartenendo a Comunione e Liberazione da circa vent'anni questo topic mi chiama in gioco in prima persona, pertanto cercherò di chiarire - tempo permettendo - gli eventuali equivoci e le notizie errate, fermo restando che ovviamente poi ognuno è libero di avere le sue idee.

     

    Vorrei chiarire subito una cosa: io non voglio fare polemica con nessuno, quello che esprimo sono solo mie opinioni personali, dovute sia ad un'apparteneza cattolica "diversa" da quella ciellina sia da esperienze dirette vissute sul posto di lavoro.

     

    Perciò spero di mantenere il confronto su toni pacati e chiedo anche alle controparti di fare altrettanto. Grazie in anticipo!

  3. Allora, distinguerei nettamente CL dal mondo cattolico: CL ne rappresenta, per certi versi, le declinazioni peggiori, un proselitismo "senza se e senza ma" (se non sei con loro sei un nemico e come tale ti combatto) ed una rete di gestione del potere clientelare (se sei mio amico ti facilito, altrimenti ti ostacolo sempre e comunque). Io credo che invece il cristianesimo non si riduca a vita di sacrestia od a riunioni per pochi adepti, bensì debba essere un modo di vita testimoniato con una condotta esistenziale che si ammanta dei suoi valori più profondi e che, fra l'altro, mi sembrano più che condivisibili (fratellanza, uguaglianza, carità verso il prossimo, ecc.).

     

    Quanto alla presenza di politici che si ispirano ai valori della Chiesa e della religione cattolica personalmente non ci vedo alcun male, anche perché, se è giusta che un laico possa difendere, ad esempio, il diritto alla vita perché ritiene che tutti siano fratelli in quanto uomini, la stessa cosa non può essere fatta da un cattolico in nome del suo credo religioso. In fondo credo da sempre che contino più gli obiettivi che i mezzi, leciti ma diversi e diversificati, che si possono utilizzare per raggiungerli.

     

    Altro discorso è quello di ammantare di valore il proprio lavoro politico: però in questo caso un tale atteggiamento non è solo dei cattolici. Mi sembra infatti che anche a sinistra tanti predichino tanti bei valori, ma poi vadano in giro vestiti da borghesi (un esempio? Bertinotti e le sue giacche di tweed, cioé un mix di aspirazioni rivoluzionarie e di snobismo borghese).

  4. Il fenomeno del "cattolicesimo politico" ha vissuto, come tutte le espressioni di un certo tipo di pensiero sociale, la sua parabola: sviluppatosi già nell'Ottocento, ha ricevuto un forte impulso da papa Leone XIII e dalla promulgazione dell'enciclica Rerum novarum (1891), che ha dato i natali alla dottrina sociale della Chiesa. Altre tappe fondamentali sono state il patto Gentiloni (1913), con cui i cattolici hanno avuto i loro primi deputati in Parlamento, la nascita del Partito popolare grazie a Sturzo e, soprattutto, le vicende successive all'8 settembre, con la nascita dei partiti di massa.

     

    Ritengo che la Dc, con la sua politica interclassista, abbia rappresentato l'apice per il cattolicesimo politico italiano ed abbia anche permesso al paese di svilupparsi e di godere di una certa libertà: sinceramente ritengo che la vittoria di De Gasperi alla elezioni del 1948 sia stata (e rimanga tuttora) un enorme bene per il paese. Ovviamente poi si potrebbe discutere a lungo sulle colpe dei democristiani sulle successive, mancate riforme, anche se ritengo che il problema dell'Italia non sia legato alle colpe dei singoli (individui o partiti) quanto a scelte originarie che hanno creato un sistema ben poco flessibile (vedi la Costituzione e la creazione del sistema dei partiti).

     

    Detto questo il cattolicesimo politico è oggi al tramonto per tanti motivi: ha esaurito, come dicevo in apertura, il suo slancio, la società di oggi è una società più laica, con meno interesse per la religione che nell'Italia di sessantanni fa, i cattolici si sono frammentati fra mille partiti. Tutto questo rende difficile la rinascita di un partito unico dei cattolici (anche se la Dc, grazie a De Gasperi, rimase sempre un partito di ispirazione cattolica, questo va sempre ricordato e sottolineato), stante anche la forza di movimenti (e la debolezza di altre componenti che hanno sempre avuto una primaria importanza nella formazione della classe dirigente cattolica, come l'Ac e la Fuci. Da quest'ultima vennero infatti politici come Moro e Andreotti) che uniscono impegno politico e proselitismo religioso. E' questo il caso del movimento di Comunione e liberazione, sul quale ho personalmente delle riserve, che, però, hanno un messaggio ben preciso ed una forte identità e questo cattura l'attenzione e l'interesse di molti oggi, specie proprio a causa dell'assenza di modelli altrettanto pregnanti di impegno e di comportamento etico e sociale.

     

    A mio parere, dunque, il futuro del cattolicesimo sarà nei movimenti, che porteranno avanti un'idea di impegno politico in cui si mescoleranno (e secondo me la cosa non è positiva) religione, politica e proselitismo che non mi sento di condividere.

  5. Di norma i prigionieri di guerra venivano allontanati il più rapidamente possibile dal fronte ed inviati lontano da esso per evitare che, in caso di rottura del fronte, i prigionieri stessi potessero tornare a militare nel loro esercito di appartenenza. Era una tecnica comune: gli italiani prigionieri degli austriaci nella prima guerra mondiale finirono spesso in Boemia, nella seconda i nostri connazionali presi in Africa furono condotti spesso in terre lontane (Australia ed India per quelli catturati dai britannici, il territorio statunitense per quelli caduti nelle mani degli americani). Lo stesso fecero i russi, che inviarono i tedeschi e gli italiani catturati in terre lontane dai luoghi dei combattimenti.

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