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gobbomaledetto

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Risposte pubblicato da gobbomaledetto

  1. I giornali del 1979 sono reperibili presso una biblioteca della tua zona: se mi dici di dove sei e su quali giornali vuoi effettuare la ricerca ti posso indicare le biblioteche della tua zona in cui si conserva il materiale a stampa di cui hai bisogno!

  2. Nessun ferito tra i 166 passeggeri a bordo

    Atterraggio d'emergenza per volo Ryanair a Ciampino

    Sul posto sono scattate le procedure di sicurezza, con i vigili del fuoco

     

    FIUMICINO - Nessuna delle 166 persone che erano a bordo del volo Ryanair proveniente da Francoforte che ha compiuto un atterraggio di emergenza a Ciampino sarebbe rimasta ferita e le procedure di evacuazione dall'aereo si sono svolte senza incidenti attraverso gli scivoli d'emergenza e le porte del velivolo. L'aeroporto di Ciampino è comunque chiuso finché l'aereo non sarà rimosso dalla pista.

     

    LA DINAMICA - Secondo una prima ricostruzione, non ufficiale, l'atterraggio di emergenza potrebbe essere stato dovuto ad un problema a un carrello: l'aereo sarebbe uscito di pista e successivamente sarebbe rientrato riuscendo a fermarsi adagiato sul fianco sinistro. Attualmente sono in corso le operazioni di travaso del carburante da parte delle squadre di vigili dei fuoco che hanno cosparso tutta la zona attorno al velivolo di schiuma.

     

    INCHIESTA - L'Ansv (Agenzia nazionale per la sicurezza del volo) ha inviato un proprio team investigativo all'aeroporto di Ciampino. Secondo quanto riferisce l'Ansv, il velivolo «è uscito oltre la soglia di fine pista durante la corsa di atterraggio». L'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo avvierà l'inchiesta tecnica di sua competenza per accertare le cause di quanto accaduto.

     

    Da Corriere.it

     

    La Ryanair, tramite il suo sito, ha fatto sapere quanto segue:

     

    Ryanair Statement - 10 Novembre 2008

     

    Il volo Ryanair FR4102 da Francoforte (Hahn) per Roma (Ciampino) ha subito multiple collisioni con uccelli ad entrambi i motori durante la fase di atterraggio all'aeroporto di Roma Ciampino questa mattina presto (lunedì 10 novembre 2008). L'aeromobile è atterrato, ed il Comandante ha effettuato uno stop d'emergenza in pista. Tutti i passeggeri sono usciti dall'aeromobile in modo sicuro e sono stati trasferiti al terminal. Al momento i tecnici Ryanair stanno ispezionando l'aeromobile ed i motori per accertare qualsiasi danno come risultato di quest'incidente.

     

    Un ulteriore aggiornamento sar` disponibile alle 10.30 GTM con ulteriori notizie o informazioni disponibili.

     

    Informazioni aggiuntive:

     

    - 166 passeggeri a bordo

     

    - 6 membri dell'equipaggio

     

    20081110_ryanair.jpg

  3. la prima e l'ultima foto di sopra rappresenta uno dei primi carri tedeschi lo schneider

    Andrea, l'ultima immagine è quella di un carro tedesco. La prima rappresenta sì un carro Schneider (per la precisione un "char d'assault", come lo definivano all'epoca), di produzione francese, però!

  4. Da Corriere.it

     

    Il servizio Sar sarà parzialmente assicurato dagli elicotteri AB-212

    L'Aeronautica blocca tutti i 35 HH-3F

    La decisione presa a titolo precauzionale dopo l'incidente di giovedì in Francia, in cui sono morti otto militari

     

     

    ROMA - Gli elicotteri HH-3F non voleranno più «fino al completamento di tutti gli accertamenti di natura tecnica». Lo ha deciso, a titolo precauzionale, l'Aeronautica militare dopo l'incidente in cui sono morti otto militari, giovedì in Francia. Il servizio Sar (Search and Rescue, ricerca e soccorso), sottolinea la Forza armata, «sarà parzialmente assicurato dagli elicotteri AB-212 delle squadriglie di collegamento e soccorso dell'Aeronautica militare distribuite sul territorio nazionale». Gli accertamenti sul tragico incidente sono condotti dalla Commissione di inchiesta istituita dalla Forza Armata.

     

    35 MEZZI - Sono 35 gli elicotteri HH-3F in dotazione all'Aeronautica militare e che la Forza armata ha deciso di lasciare a terra a titolo precauzionale. Appartengono al 15° Stormo, che ha sede a Pratica di Mare e nei centri Sar a Brindisi, Trapani e Rimini. L'attività di ricerca e soccorso è quella tipica degli elicotteri HH-3F, uno dei quali - almeno finora - è sempre stato in allerta in ogni base, pronto a decollare in pochissimi minuti per ogni tipo di emergenza.

  5. Con probabilità gli saranno riservati gli onori militari o addirittura i funerali di stato

     

    È morto Delfino Borroni, l'ultimo reduce italiano della Grande Guerra

     

    Aveva 110 anni e da anni viveva nella casa di riposo “Don Guanella” a Castano Primo, nel Milanese

     

    CASTANO PRIMO (Milano) – Si è spento oggi, a 110 anni appena compiuti, Delfino Borroni, l’ultimo reduce italiano della Grande Guerra e l’ultimo cavaliere di Vittorio Veneto, l’onorificenza istituita dalla Repubblica nel 1968 per «esprimere la gratitudine della Nazione» a tutti coloro che avevano combattuto sul fronte durante la prima guerra mondiale per almeno sei mesi. Borroni era nato il 23 agosto del 1898 a Turago Bordone, in provincia di Pavia, ma da anni viveva nella casa di riposo “Don Guanella” a Castano Primo, nel Milanese, dove si era trasferito dopo il matrimonio.

     

    CAPORETTO - Nel 1917, a diciannove anni, fu arruolato di leva nei bersaglieri ciclisti. Da allora combattè sul fronte dell’altopiano di Asiago, poi sul Pasubio e infine a Caporetto, dove visse l’esperienza delle trincee. Proprio a Caporetto fu fatto prigioniero, ma dopo qualche settimana riuscì a fuggire e a unirsi ad un battaglione italiano a cavallo. Finita la guerra, nel 1918 riprese a fare il meccanico, poi si sposò e si trasferì a Castano Primo, dove fu assunto come macchinista sul “Gamba de Legn”, lo storico tram milanese. Dopo la sua scomparsa, al mondo restano solo altri sette reduci del primo conflitto mondiale: tre in Gran Bretagna, due in Canada (tra cui una donna, Gladys Power, di 109 anni), uno in Australia, uno negli Stati Uniti.

     

    TESTIMONIANZA – «Caporetto è stato il posto peggiore che ho visto durante la guerra» aveva sempre dichiarato il bersagliere, che grazie alla memoria vivissima in questi anni ha confidato le sue memorie a decine di storici, provenienti da tutto il mondo. «La vita in trincea era terribile – ricordava Borroni - Il freddo, la fame, il rombo delle granate, poi c’erano gli attacchi con il gas. Quando pioveva, poi, si aveva la tentazione di dormire, ma quello era il momento in cui un attacco era più facile, allora il capitano passava, con indosso il suo cappello nero e ci urlava di stare all’erta». A Caporetto, il fante rischiò di morire. «Il sergente mi disse di uscire a vedere la situazione fuori dalla trincea. Io gli chiesi perché mandava a morire me che ero il più giovane e lui mi rispose che tutti gli altri avevano figli» raccontava il bersagliere. «Allora uscii strisciando, ma un proiettile mi colpì subito sullo scarpone. Mi finsi morto accanto a due cadaveri di altri soldati e quando gli austriaci se ne andarono, raggiunsi i miei compagni in ritirata. Il sergente mi prese la testa sulle ginocchia e pianse». Dopo qualche settimana, Delfino fu catturato. «Una volta, in prigione, cominciai a urlare, volevo scrivere alla mia famiglia che da sette mesi non aveva notizie – spiegava il veterano - L’ufficiale austriaco mi rispose: "io è da dieci anni che non torno a casa", ma poi mi diede un foglio e una penna». Qualche mese dopo, la fuga. Dopo un giorno di marcia, alla sera, nella prigione, anche l’ufficiale romeno di guardia crollò dal sonno. Delfino fuggì e si unì a un battaglione italiano a cavallo, poi prese un treno che lo portò a Piacenza. Da lì, scrisse ai genitori, che lo raggiunsero. «Stavo riposando in una tenda, alzai gli occhi e vidi gli scarponi di mio padre. Mia madre lanciò un urlo così forte, che quasi mi moriva fra le braccia». I suoi racconti si trovano anche in Rete.

     

    ONORI MILITARI -La data delle esequie non è stata ancora fissata, ma molto probabilmente al fante saranno riservati gli onori militari, o addirittura i funerali di stato. A Castano Delfino Borroni viveva con i suoi figli, Angelo e Pinuccia e tredici pronipoti.

     

    Giovanna Maria Fagnani

    26 ottobre 2008

     

    Da Corriere.it

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