-
Numero contenuti
4224 -
Iscritto il
-
Ultima visita
-
Giorni Vinti
3
Tutti i contenuti di picpus
-
Mi sembra di aver premesso che ignoravo la materia del trasporto merci ad alta velocità. "Rebus sic stantibus", mi sono limitato ad effettuare una ricerca tramite "Google", in ambito francese solo per dimostrare che il trasporto ad alta velocità delle merci non è una buffa trovata tutta italiana ed ho inserito i link trovati. Ho anche fatto notare che il primo dei due link, "ictu oculi", mi sembrava, almeno, datato. Infatti, sempre da quel link, riporto: " ... Ainsi, certains projets de lignes à grande vitesse (Paris - Strasbourg notamment) qui posent aujourd’hui de gros problèmes écologiques pourraient ne pas être concrétisés ... ". Ora se si pensa che la linea TGV Parigi-Strasburgo è una realtà da tempo ed il record di cui al post n° 11 ( http://www.aereimilitari.org/forum/index.p...st&p=211683 ) è stato realizzato proprio su quella linea, non occorre dire altro!
-
Per Lalica. Facendo una ricerca sulla rete, in ambito francese, ho trovato questo link: http://fourga.free.fr/tgv/tgv_bilan.htm dal quale riporto, la parte relativa ai TGV Fret (merci): " ... Le TGV Fret Tenant compte de l'expérience acquise depuis 1984 avec le TGV Postal, Alstom et la S.N.C.F. devraient mettre au point un TGV conçu pour le transport de marchandises. Ces dernières décennies, avec l'avènement de l'autoroute et du transport routier, le transport de fret par les rails subit un déclin majeur. En effet il s'est avéré trop lent dans la mesure ou un train de fret va effectuer un trajet à une vitesse inférieure à celle d'un camion, et que la marchandise une fois arrivée en gare devra encore être acheminée à sa destination finale. Bien que ce dernier problème ne soit pas résolu par le TGV Fret, la vitesse de transport, par contre, sera très élevée, la marchandise étant enfermée dans la carrosserie aérodynamique du TGV. Le TGV Fret sera capable de transporter 40 conteneurs standards (conteneurs de 10 pieds) sur plusieurs réseaux européens ... " ed il seguente disegno: Il testo, generico, non so quanto sia affidabile e non sembra recente (si parla in termini di franchi). Trova però una conferma autorevole in qualcosa di ben più concreto e sicuro: l'articolo del quotidiano parigino "Le Parisien" del 01/09/2006 che, di seguito, linko: http://www.elcimai.com/uploads/Le%20Parisi...REX%2009_06.pdf
-
Si torna a parlare di vendita di 6 FREMM francesi alla Grecia. Eccovi il link all'articolo in francese: http://www.corlobe.tk/article13302.html ed il link ad un articolo in inglese: http://www.defensenews.com/story.php?i=400...c=EUR&s=TOP
-
Penso che sia connesso con quanto scritto dopo ed avrebbe una sua logica per il trasporto di merci a grande distanza: Comunque, non conosco qual è la situazione in altri paesi, in merito al trasporto merci.
-
Al link che tu hai riportato, http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossi...ac_vantaggi.pdf , sta forse scritto che in Italia i treni merci viaggieranno sulle linee ad alta velocità?
-
Perfettamente d'accordo con le tue considerazioni e, d'altronde, per l'ovvietà delle stesse, nessuno potrebbe non esserlo; ma, con riferimento al mio ultimo post, il problema è un altro ed è riassumibile nel detto: "predicare bene e razzolare male!" detto che, nella sua integralità, non è proprio di tutte le forze politiche, ma solo di una!!!. Chi vuol capire, capisca!
-
Sulla candidatura di De Magistris, il commento di Filippo Facci. Dal link http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=337456 riporto: giovedì 19 marzo 2009 Di Pietro assolve De Magistris, un seggio al giudice inquisito di Filippo Facci Divertente: Luigi De Magistris che viene strombazzato come candidato dell’Italia dei Valori e poi il giorno dopo risulta indagato per concorso in abuso d’ufficio e interruzione di pubblico servizio. Giustizia a orologeria? Più facile il contrario, conoscendo un classico di Di Pietro: anticipare i tempi per scambiare le cause con le conseguenze. Tutta questa fretta di annunciare la candidatura di De Magistris, in effetti, era strana. Ora almeno se ne parlerà. Ieri mattina, invece, colpiva che la candidatura di De Magistris non avesse avuto molto spazio sui giornali: come se la notizia fosse stata scontata, meglio: come se avesse meritato lo stesso spazio che la stampa italiana riserva a quelle sentenze regolarmente deludenti che sono epilogo, dopo anni, di indagini che avevano fatto un baccano d’inferno. Dunque l’indagato De Magistris riavrà nuovi titoli sui giornali benché sia ormai chiaramente una pila scarica che non è mai stata carica, fumo senza nemmeno la percezione di un arrosto, archetipo finale e degenere del magistrato eroe di chissà che cosa, e perché, e contro chi. La verità è che la sua candidatura nelle liste di Di Pietro è una buona notizia, perché in fin dei conti andrà all’Europarlamento a combinare ciò che concretamente ha fatto con le sue inchieste (niente) ma almeno senza nuocere al prossimo, sprovvisto di quei delicatissimi strumenti che possono incidere sulle libertà altrui in virtù di un bastevole concorso pubblico vinto da neolaureato. La sua candidatura è una buona notizia perché l’affiliazione col molisano dei favori lo inquadra definitivamente per ciò che è: il testimonial di un’evanescenza missionaria contro un generico «potere» fatto di «nuova P2», «strategia della tensione», «massoneria», «poteri occulti coadiuvati da pezzi della magistratura» e ovviamente «settori deviati di apparati dello Stato»: i virgolettati sono suoi, e hanno progressivamente fatto parte delle cosmogonie giudiziarie che ebbe via via a ingigantire in proporzione a un’esposizione mediatica che alla fine lo sbalestrò, lo catturò senza ritorno: bastava guardarlo in faccia ogni volta che taccuini e telecamere lo circondavano, bastava osservare quel compiacimento represso che pure fu del Di Pietro versione Mani pulite. Il dettaglio è che dietro le sue inchieste Poseidone e Why not, che meritavano seri interrogativi solo dal nome che portavano, c’era un perfetto nulla. Ma noi, frattanto, c’eravamo abituati a tutto: a che un magistrato andasse ad Annozero mentre il Csm stava occupandosi di lui, a che il medesimo andasse al Parlamento europeo a fare una conferenza stampa con Beppe Grillo, soprattutto a che tutti facessero parte di una cospirazione contro di lui: dal capo dello Stato al vicepresidente del Csm, da ex magistrati come Luciano Violante all’Associazione magistrati, dai gip che respingevano le sue richieste ai giudici che le giudicavano, dal superiore che avocava alla Cassazione che rigettava, dal Parlamento della Repubblica a quel Csm che l’ha censurato, punito, trasferito: facendone pur sempre, però, un giudice a Napoli, un signore che decide della vita civile altrui. Meglio che vada, allora. Luigi De Magistris, magistrato dapprima non politicizzato e tuttavia intriso di irrequietezze inadatte al ruolo, era ormai divenuto la caricatura di una caricatura, un sottoprodotto di un sottoprodotto, un eroe con la postura di un funzionario, un declaratore con l’accento da appuntato che parla di sé in terza persona, e che vorrebbe, ora, «portare le istanze di giustizia e verità» in Europa. Ma porti, porti: si accomodi al suo seggio di lenticchie, blateri del neo italico «prefascismo» e soprattutto pubblicizzi, tra una nuova norma sugli ottani della benzina e una sulla misura delle banane, che questa seconda Repubblica è fondata sulle «stragi organizzate da Forza Italia e dalla mafia», come dicono gli amici suoi. L’Europa non aspetta altro che lui, e Pino Arlacchi, Stefano Passigli, Rita Borsellino, magari l’hostess del Grande Fratello, forse una nuova indignatissima madre di Rignano Flaminio, non certo Marco Travaglio come si vocifera: non lo farà mai. Ma De Magistris vada, vada pure: la sua candidatura è una buona notizia anche perché ora, dei magistrati che si buttano in politica, ne hanno davvero piene le scatole tutti. Ieri, attorno ai moniti del vicepresidente del Csm Nicola Mancino che auspicava l’irreversibilità di certe scelte, c’era l’intero arco costituzionale, ex magistrati compresi. A parte uno, il solito: quello che da anni urlacchia «fuori gli inquisiti dal Parlamento» ma forse non dall’Europarlamento: perché De Magistris adesso è indagato. Terribile. Divertente.
-
Guarda che la metropolitana di Londra è più antica di quella di Parigi (infatti fu inaugurata nel 1863 ed è la più antica del Mondo), ma consta di sole 11 linee contro le 21 di Parigi (considerando, a Parigi, anche le 5 linee di RER - Réseau Express Régional , che all'interno di Parigi è una linea di metrò rapida), ha meno stazioni, trasporta meno passeggeri (al giorno ed all'anno) e, considerando la RER, è meno lunga: in sintesi, la metrò di Londra è, e di molto, meno capillare di quella di Parigi! Dal link http://it.wikipedia.org/wiki/Metropolitana_di_Parigi riporto: " ... Il sistema della metropolitana parigina è attualmente composto da 16 linee (14 di cui due doppie) per una lunghezza complessiva di 200 chilometri, con 380 stazioni (nel 2008) ed è interamente gestito dalla RATP. Copre la totalità della città di Parigi e le periferie vicine. È la terza rete metropolitana per estensione nell'Europa occidentale, dopo la Metropolitana di Londra e la Metropolitana di Madrid, ma la prima se si considerano anche le 5 linee della Réseau express régional o RER (Rete espressa regionale). ... ". Sempre dal link di cui sopra, si può evincere come, per quasi tutte le linee in essere, sono in corso e/o previsti, lavori di prolungamento delle stesse. Considera, infine, cha a Parigi vi sono pure 4 linee modernissime (in sede propria) di tram, che si possono considerare, a tutti gli effetti, delle ulteriori linee di metrò di superficie!
-
Correggo un dato erroneo da me inserito: la RER arriva a 30 metri di profondità, non 60 metri. Comunque, faccio notare, che vi sono stazioni in cui convergono, allo stesso o su diversi livelli, più linee, fino al record della stazione "Châtelet": 5 linee di metrò e 3 linee di RER. Altra annotazione: un singolo convoglio, se del tipo lungo ed a 2 piani, della RER, trasporta 2.000 passeggeri!
-
Dominus, questa è una "leggenda metropolitana": basta scavare a maggiore profondità (a Parigi la RER arriva a 60 metri) e non si trova nessun tesoro (o, a volte, preteso tale!) archeologico!!! A Parigi è egualmente difficile scavare, anche se per motivi diversi: il sottosuolo è come una gruviera, sia per le, come già detto, 21 linee di metropolitana, sia per le gallerie della ottocentesca ma articolatissima rete fognante, sia per la presenza di innumerevoli parcheggi pubblici sotterranei (fino a 7 piani) sotto strade e piazze.
-
Al link che segue, un articolo di aggiornamento che conferma la notizia in oggetto: http://www.meretmarine.com/article.cfm?id=109872
-
In pratica, per l'Alta Velocità che qualcuno, se non erro, chiama la "Metropolitana d'Italia", vale lo stesso paragone che è possibile fare tra le metropolitane di Parigi e Roma: a Parigi, la prima delle attuali 21 linee (tra metrò e RER) risale al 1900; a Roma, la prima delle attuali 2 linee, risale al 1955; 55 anni di ABISSO, che nessuno riuscirà mai a colmare!
-
Sai, Dominus, il problema è che ciò (cioé la rete di Alta Velocità) che in Francia è passato remoto, da noi, nella migliore delle ipotesi, è futuro prossimo!!!
-
Dominus e tutti i francofobi del forum: seguite il video al link che segue ed ... inchinatevi!!! nonché l'articolo del quotidiano francese "Le Figaro" al link seguente: http://www.lefigaro.fr/economie/20070403.W...de_vitesse.html 574,8 km/h!
-
1) Se hanno oscurato la pagina, evidentemente, Facci, con la sua minaccia di azione legale ha colto nel segno e Wikipedia si vuol parare il c***!!! Saranno c**** amari per chi ha corretto la pagina!!! 2) Se quelli inseriti in questo topic fossero articoli-spazzatura, qualcuno sarebbe in grado di smontarli!
-
Partito democratico / della libertà
picpus ha risposto a VittorioVeneto nella discussione Discussioni a tema
Quoto ambedue!!! -
Dal link http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=337553 riporto: venerdì 20 marzo 2009 I diktat di Tonino che Tonino non rispetta di Filippo Facci Luigi De Magistris è quello che è: ma Di Pietro? Il problema è sempre lui, chi la candidatura l’ha proposta: un omone che ha sullo stomaco il pelo di King Kong ed è pronto a cavalcare qualsiasi piagnonismo che possa nascere da una disperazione vera o presunta. L’altro ieri l’omone era nelle Marche già in campagna elettorale (lo è sempre) e si accompagnava a quel pover uomo di un Salvatore Borsellino, secondo il quale a De Magistris «hanno fatto peggio che a mio fratello» mentre la Seconda Repubblica «è nata sulle stragi del ’93 e su accordi occulti». Alle scorse politiche, per dire, incassato un primo no attendista di Luigi De Magistris, Di Pietro aveva ripiegato su una delle madri di Rignano Flaminio, un’arroventata accusatrice stagliatasi in quel tripudio forcaiolo di linciaggi, facilonerie investigative, intercettazioni, fiaccolate, comitati e psicologi da talk show: e chi se ne frega se financo la Cassazione aveva spiegato che contro le maestre non c’erano neppure indizi: quelli, appunto, non c’erano neppure per le indagini di De Magistris. Poi ci sarebbe da interrogarsi anche su altri candidati, dalla visionaria Sonia Alfano al collega Carlo Vulpio, l’unico giornalista della storia italiana ad aver lamentato censure e vessazioni padronali senza esser stato però mai difeso dal cdr del Corriere, che nel caso difenderebbe anche Josef Fritzl. Detto questo, e posto che il partito di Antonio Di Pietro dice fondarsi su valori e moralità, vediamo che cosa ne è rimasto. 1) Di Pietro diceva che non avrebbe mai candidato inquisiti pur modulandosi secondo circostanza: no agli inquisiti, anzi, no ai rinviati a giudizio, anzi, solo ai condannati, ma no, anche gli inquisiti, eccetera. Luigi De Magistris è inquisito, punto: Di Pietro lo sapeva benissimo e ha annunciato con anticipo la sua candidatura per far paventare come una conseguenza ciò che pure era dovuto e inevitabile. Che Di Pietro potesse non sapere è impensabile: si parla dell’uomo che a partire dal 29 luglio 2007 risultava già informato che il provveditore Mario Mautone, uomo suo, sarebbe finito nei guai un anno dopo a Napoli. Va detto che di inquisiti, ormai, nell’Italia dei valori ce n’è più d’uno: a cominciare dal figliolo, Cristiano, che pure continua a prendere uno stipendio per niente morale, più gli altri. 2) Di Pietro diceva, per bene che andasse, che i condannati anche in primo grado dovevano lasciare il Parlamento, figurarsi quella passati in giudicato: in qualsiasi caso non ci avrebbe mai avuto a che fare. Ecco perché deve ancora spiegarci come mai, per il senatore della Margherita Enzo Carra, condannato oltretutto grazie a lui, abbia fatto eccezione. Di passaggio, ora che per le amministrative si è alleato con le liste di Grillo, potrà anche spiegare se le condanne inflitte al comico (diffamazione e omicidio colposo plurimo) siano compatibili col suo slancio etico. 3) Di Pietro diceva che un politico non deve candidarsi per più di due mandati: lo si legge al punto 7 del suo programma, seconda riga: «Limitazione dell’elezione a parlamentare per massimo due legislature». Perfetto: Di Pietro ne ha già accumulati personalmente cinque, di mandati. A meno che per mandati intendesse legislature intere di cinque 5 anni: ma non cambia niente, perché lui in politica dal 1997, e fanno 12 anni. A proposito, e Leoluca Orlando? E il raffinato intellettuale Pino Pisicchio? 4) Di Pietro diceva e ha detto, in ogni circostanza, che occorre rispettare sempre e comunque le decisioni della magistratura: però è stata proprio la magistratura in tutti i gradi possibili ad aver disconosciuto tecnicamente oltreché deontologicamente l’operato del suo candidato De Magistris: Csm, Cassazione, gip, gup, procuratori aggiunti, procuratori capi, giudici, Associazione magistrati, anche un certo capo dello Stato. Questo a ogni livello. Senza contare che l’inchiesta più pompata di tutte, la demenziale «Why not», quella dei contatti dell’imprenditore Saladino, annovera tra i famigerati contatti anche quelli con un certo Di Pietro più altri due esponenti dell’Italia dei valori. I due si videro e frequentarono. Che ha da dire De Magistris? 5) Di Pietro dice cose terribili contro la Casta e i suoi privilegi, ma vediamo lui: ha cooptato la famiglia in politica, ha il figlio indagato, la moglie in tesoreria e il cognato in Parlamento. Ricordiamo che il partito appartiene a lui per statuto (anche i finanziamenti pubblici) laddove si prevede che lui, presidente, non possa decadere mai come neppure Chavez in Venezuela. Poi: lui, ex poliziotto e dipendente comunale e ministeriale, è andato in pensione dopo 13 anni scarsi da magistrato e ora denota un carnet previdenziale che lo farà titolare della somma o dell’incrocio di tre pensioni. Tanti che continuano a macerarsi sul perché Di Pietro decise di dimettersi proprio nel dicembre 1994 (in realtà, formalmente, maggio 1995) seguitano a ignorare che il 14 ottobre precedente, dopo averla celermente chiesta, aveva ottenuto la nomina a magistrato d’Appello che gli permise di elevare la soglia di pensione minima. Poi c’è stata la pensione da europarlamentare, giacché si fece eleggere una seconda volta, e ora attende la terza, così che l’europensione non languisse. In definitiva: a partire dai finanziamenti pubblici, definiti «porcata» e tuttavia incassati personalmente anche nel 2001 quando pure non fu eletto, resta da conoscere anche solo un privilegio a cui Di Pietro abbia rinunciato. 6) Perché, serve altro?
-
Concordo!!!
-
Il Giappone acquista 15 elicotteri EC 135 francesi
picpus ha risposto a picpus nella discussione News Aviazione
Aggiungo, dal sito di "Eurocopter", http://www.eurocopter.com/site/FO/scripts/...de=&lang=EN , il link alla pagina relativa al modello "EC 135": http://www.eurocopter.com/site/FO/scripts/...&noeu_id=37 -
se bevi non guidi, se guidi non bevi
picpus ha risposto a dindon nella discussione Discussioni a tema
Aggiungo che nessun governo potrà mai modificare la mentalità di cui sopra!!! -
se bevi non guidi, se guidi non bevi
picpus ha risposto a dindon nella discussione Discussioni a tema
La verità è un'altra: la mentalità con cui il personale che deve porre in essere i controlli agisce; io posso fare il confronto tra come si comporta la Polizia qui in Francia (dove mi trovo attualmente) e come si comporta in Italia. In Francia, se viene rilevata un'infrazione (quale che essa sia), viene comminata, senza che si avvii discussione alcuna tra poliziotto e cittadino, la sanzione prevista; in Italia, al contrario, nella medesima situazione, quasi sempre, parte un lungo, estenuante ed a volte animato, contraddittorio tra l'agente ed il cittadino, che spesso finisce a ... tarallucci e vino!!! -
L'Iraq acquista 24 elicotteri EC 635 francesi
picpus ha pubblicato una discussione in News Aviazione
Eccovi il link alla notizia: http://www.dedalonews.it/it/index.php/03/2...635-per-l-irak/ e, dal sito di "Eurocopter", http://www.eurocopter.com/site/en/ref/home.html , il link alla pagina del modello "EC 635": http://www.eurocopter.com/site/en/ref/Overview_147.html -
Testamento biologico, ecco l'ennesima porcata ...
picpus ha risposto a typhoon nella discussione Discussioni a tema
E già, sembra che siamo tornati all'epoca della sua amata Unione Sovietica!!! Ma cosa si deve leggere in questo forum?!?!?! -
Dal link http://www.governo.it/Notizie/Palazzo%20Ch...int.asp?d=42373 riporto: Termovalorizzatore, Berlusconi ad Acerra 26 Marzo 2009 “Lo Stato c'è. Oggi possiamo inaugurare il termovalorizzatore di Acerra perchè lo Stato è ritornato a fare lo Stato”. Con queste parole il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha inaugurato il termovalorizzatore di Acerra. Nel corso della cerimonia il premier ha voluto personalmente avviare l’impianto. L'accensione del termovalorizzatore di Acerra non è un punto di arrivo ma di partenza. Il presidente Berlusconi ha infatti dichiarato " da qui si parte per la risoluzione dei problemi dei rifiuti” Il termovalorizzatore di Acerra è il primo impianto in Campania che inaugura un ciclo industriale virtuoso di smaltimento dei rifiuti, in quanto consente un ciclo industriale legale, controllato e sicuro ma anche capace di liberare energie e risorse. Le tre linee indipendenti di cui si compone smaltiscono ciascuna circa 27 tonnellate di rifiuti all’ora e si calcola che, a pieno regime, la struttura possa arrivare a trasformare in energia quantitativi di rifiuti pari alle 200/300 tonnellate al giorno.
-
La relazione del "COPASIR" sul caso "Genchi"
picpus ha risposto a picpus nella discussione Discussioni a tema
Dal link http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=338776 riporto: mercoledì 25 marzo 2009 Il caso Genchi. Quegli 007 dati in appalto di Geronimo Il nostro è uno strano Paese, più interessato al gossip che alle questioni di sostanza. In questi ultimi giorni i grandi organi di informazione si sono catapultati a commentare la scelta del pm Luigi De Magistris di presentarsi alle Europee con la lista di Di Pietro. Scelta fin troppo scontata, visto il percorso di entrambi per acquisire quella notorietà che nella attuale stagione è diventata un valore politico fondante e il cui copyright è indubbiamente della sinistra diessina e postcomunista. E così il rischio che passino sotto silenzio vicende inquietanti ha finito per travolgere tutti, o quasi tutti. È il caso del dottor Gioacchino Genchi, consulente del pm De Magistris e di altre procure. Il comitato per la Sicurezza della Repubblica presieduto dall’onorevole Rutelli ha presentato al Parlamento una relazione sulla vicenda De Magistris-Genchi che per alcuni aspetti fa rabbrividire. Il comitato ha accertato, sul materiale finora pervenutogli, che il dottor Genchi, secondo i carabinieri dei Ros, avrebbe ottenuto le anagrafiche (cioè le tracce dei tabulati telefonici) di circa 392mila intestatari. Moltissime utenze erano riferibili al procuratore nazionale antimafia e a molti magistrati di quell’ufficio, a esponenti dei servizi segreti, tra cui il capo del Sismi, generale Pollari, a tredici parlamentari, tra cui il presidente del Consiglio, il ministro dell’Interno e il suo vice, il ministro della Giustizia, tutti di più governi, alla Camera e al Senato, ai vertici della Guardia di finanza, all’ambasciata americana. Insomma, quella che in altri tempi si sarebbe giustamente definita una rete spionistica al comitato per la difesa della Repubblica sollecita solo qualche preoccupazione per la privacy dei cittadini richiamando l’attenzione del governo sull’eventualità di apporre il segreto di Stato sui dati finora consegnati. E Rutelli si ferma qui. E meno male che abbiamo un comitato per la difesa della Repubblica, la cui sicurezza, come si vede, rischia davvero di essere messa male, come da tempo peraltro andiamo dicendo. L’onorevole Rutelli, infatti, nel documento «esprime le proprie perplessità su tale situazione, resa possibile dalla normativa vigente». Il riferimento è all’incredibile autorizzazione che dieci anni fa i responsabili del ministero dell’Interno dettero al dottor Genchi, funzionario della Polizia di Stato, a mettersi in aspettativa e fare tutto quel po’ po’ di lavoro «spionistico» di cui abbiamo avuto finora cognizione solo in minima parte (il dott. Genchi attualmente è stato sospeso dal servizio perché indagato). La domanda che si pone allora è una sola. Perché il ministero dell’Interno, pur avendo nel suo seno una professionalità come quella del dottor Genchi, non ha organizzato una propria struttura che potesse essere al servizio dell’autorità giudiziaria in questo tipo di lavoro e ha di fatto consentito che lo facesse un suo uomo da privato cittadino intascando milioni che sarebbe peraltro utile capire dove sono finiti? Elementare, Watson, direbbe il vecchio ma sempre giovane Sherlock Holmes, quello che fa un privato non può farlo una struttura pubblica. Se si vuole organizzare, partendo da legittime autorizzazioni giudiziarie, una vera e propria rete spionistica al servizio di qualcuno, solo un privato a libro paga può farlo, e consegnarne poi gli elaborati che non si conoscono a chi nell’ombra li vuole. È così che si trasforma una Repubblica moderna in un Paese largamente ricattato. Tutta fantapolitica? Possibile, ma possiamo cominciare a capire chi, autorità politica e/o ministeriale, ha dato il via a Genchi perché diventasse una sorta di 007 al servizio di una «Spectre» paesana, utilizzata spesso anche da qualche potenza straniera, non consentendo la formazione di una struttura pubblica che facesse quel lavoro? Chiedere non è difficile ed evita errori e omissioni, in particolare quando si tratta della sicurezza della Repubblica, mentre esprimere le perplessità, come fa Rutelli, è solo da teatrino delle marionette, senza neanche avere per un momento la curiosità di conoscere chi è il burattinaio. O, forse, lo si sa e lo si teme.ilgeronimo@tiscali.it