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Gian Vito

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Risposte pubblicato da Gian Vito

  1. Un po' di cilindrate di motori della seconda guerra mondiale (da: "Atlante enciclopedico degli aerei militari del mondo"): Allison v1710: 28 litri. Nakajima Sakae: 27,8 litri. Junkers Jumo 211: 35 litri. B.M.W.801: 41,8 litri. R.R. Griffon: 36,7 litri. R.R. Merlin:27 litri. P.W. R1830 Twin Wasp: 30 litri. P.W. R2800 Double Wasp: 45,9 litri.

  2. Tom Clancy, nel libro “Cavalleria corazzata”, fa una ulteriore distinzione nelle capacità di resistenza della corazza degli Abrams, a seconda del tipo di proiettile. Indica per gli M1A2 attuali, un equivalente RHA di 800mm (confrontato con i 450 degli M1 iniziali) per i proiettili ad energia cinetica e di 1300mm per quelli HEAT (carica cava). Naturalmente nell’arco frontale.

    Sarebbe interessante conoscere i valori del Leopard 2 A6, tanto per fare un confronto.

  3. Il sistema Aegis, anche nella versione originale, era in grado, tramite i 4 radar guidamissili, di controllare “almeno 12 fasi terminali”(Riv. Difesa). Pare che il vero limite fosse dato dalla cadenza delle vecchie rampe Mk26 (12 missili/minuto). La cosa curiosa è che per i successivi incrociatori Burke, dotati di soli 3 illuminatori, venga indicata la medesima capacità (10-12 ingaggi contemporanei). La cadenza attuale di fuoco è di 1 missile al secondo…Apparentemente inutile, data la presenza di un numero inferiore di illuminatori. Se così non è, e 3 illuminatori possono guidare 12 fasi terminali, allora 4 illuminatori ne guideranno…16! In realtà non si conosce la distanza alla quale inizia la fase terminale di illuminazione, c’è chi dice 10 km. Ma con tempi dell’ordine di 50-60” fino all’impatto c’è tutto il tempo di dirigere molte più armi. Per fare un esempio aeronautico: il Mig31 può ingaggiare con gli R33 Amos 4 bersagli contemporaneamente, illuminandoli solo in fase terminale, e non è certamente un Aegis.

    Il sito dell’accademia militare Ungherese indica, per esempio, l’ingaggio di 18 bersagli+4 in fase terminale.

    http://www.bjkmf.hu/bszemle/kulon0206.html (in inglese, non vi preoccupate)

    Anche il libro”Portaerei, sottomarini e incrociatori”di Camil Busquets indica in 20 i bersagli ingaggiabili contemporaneamente.

     

    Certo è un sistema con diversi punti deboli, ma la rinuncia ad inserire un radar attivo negli Standard può far pensare che il sistema sia considerato ancora rispondente alle necessità. Naturalmente non c’è paragone con l’EMPAR.

  4. Capita spesso che lo stesso aereo venga fatto segno a numerosi lanci contemporanei o consecutivi. Durante le guerre arabo-israeliane o in Vietnam alcuni piloti hanno evitato 6-8 o più missili in successione. Può accadere in zone fortemente difese. Inoltre, proprio per massimizzare le probabilità di successo, è pratica comune per molti sistemi superficie-aria, lanciare una coppia di armi contro lo stesso bersaglio.

  5. Il sistema difensivo dei California già poteva tenere sotto controllo 120 bersagli. L'Aegis lo ha superato di parecchio. Anche la versione iniziale poteva controllare oltre 200 bersagli ed attaccarne 20-24 contemporaneamente, pur con solo 4 radar illuminatori. I bersagli, infatti, vengono illuminati solo pochi secondi prima dell'impatto dei missili.

     

    Certo ora non è più l'ultimo grido...

  6. Si parli di auto o d’aerei, prima o poi, la domanda “velocità?” si pone d’obbligo. Nel caso dei velivoli da combattimento, la velocità indicata dai produttori ha poco a che vedere con la realtà. La velocità massima viene raggiunta solo ad alta quota e per pochi secondi (60-90). Quella “ massima continua” è inferiore di 0,2-0,3 mach, e non è questo il peggio. Il punto è che un aereo da guerra privo di armi è solo un costoso, veloce, aereo da turismo. Ma cosa succede se, come logico ed inevitabile, aggiungiamo i carichi esterni? Una cellula dall’aerodinamica perfetta si trova nella stessa situazione di una Ferrari con un portapacchi esterno carico.

     

    E’ difficile, però, calcolare l’impatto dei carichi esterni sulle prestazioni. Alcuni esempi possono dare un’idea (tra parentesi la velocità massima):

     

    F15 Eagle in configurazione aria-aria: 1,78 mach ( 2,5)

    Mig 21F con 2 carichi esterni: 1,6 mach (2)

    F102 con 2 serbatoi ausiliari: 0,95 mach (1,25)

    J 35 Draken con 2 serbatoi e 2 bombe 450 kg: 1,4 mach (2)

    Su 11 con 2 serbatoi e 2 missili : 1,27 mach (2)

    Su 7 con 4 piloni carichi: 1,2 mach (1,6)

    Mirage 2000-5 con 4 missili A-A: 2 mach (2,2)

    F16C con 4 A-A: 1,9 mach (2)

    F18C con 4 A-A : 1,7 mach (1,8)

    JAS 39 con 4 A-A : 1,56 mach (1,8)

    EA6B Prowler con 5 pod ECM : 987 km/h (1048)

    A7 con 2700 kg bombe:1040 km/h, con 4900 kg: 910 km/h (1100)

    F111 con 12 bombe 372 kg, senza postbr.: 805 km/h, con 24 bombe: 727 km/h

     

    E non stiamo parlando di carichi eccessivi! I carichi esterni determinano un peggioramento di tutte le prestazioni del velivolo: quota di tangenza, autonomia, agilità, accelerazione, massimo numero di G,ecc. risultano ridotte anche di oltre il 50%. Persino i piloni scarichi hanno un certo impatto sulle prestazioni, soprattutto gli eiettori multipli. E la traccia radar può superare quella di un B52.

    Esistono dei sistemi per calcolare la resistenza aerodinamica di ogni singolo carico esterno, anche multiplo, semiannegato, tangente, di estremità, e così via. Il problema è che sono applicabili in genere a velocità subsoniche. Inoltre la stessa arma può sviluppare una resistenza diversa a seconda della posizione in cui si trova rispetto al velivolo, e diversi carichi vicini possono provocare interferenza aerodinamica tra loro, rendendo i calcoli un dramma. Ecco perché, spesso, le prove di compatibilità aerodinamica possono durare anni ( pensate quanti tipi d’armi diverse può trasportare un F16!). Naturalmente la stessa bomba, su aerei diversi, ne condiziona in modo diverso le prestazioni. Un metodo indica per ogni arma un valore caratteristico in “unità di resistenza” (drag unit), sommando le quali il pilota può valutarne l’impatto sulle prestazioni complessive (ma si trovano anche metodi per calcolare la drag area o il drag factor)

     

    Ecco alcuni esempi tratti dal manuale di volo dell’F4 Phantom:

     

    Aim 9 Sidewinder: 1,3 drag unit

    Aim 7 Sparrow: 1,3 in fusoliera (semiannegati); 2,6 sotto le ali

    Serbatoio centrale da 600 galloni: 9,6

    Bomba Mk82 Snakeye: 2,4

    Bomba Mk83: 1,8

    Bomba M117: 3

    Lanciatore Lau17 per aria-aria: 2,4

    MER (multiple eject rack): 8

    TER (triple eject rack): 5,5

     

    Eccone altri per l’F104:

     

    Serbatoio d’estremità: 8

    Aim 9 d’estremità: 5

    Aim 7: 6

    Serbatoio (con pilone) sotto ala: 26

    Mk83 sotto ala con pilone: 15

    Bomba BL755 con pilone: 27

     

    Così, supponiamo di avere un F4 con 12 bombe Mk82 su 2 travetti MER e 4 Aim7 in fusoliera. Dovremo sommare le resistenze delle bombe, dei missili, dei travetti, dei piloni ed anche degli adattatori! Otterremo un valore, anche questo inesatto, perché la resistenza aerodinamica di 6 bombe in tandem è diversa da quella delle stesse 6 bombe su 6 travetti singoli. La posizione semiannegata o tangente, riduce la resistenza dal 20% al 50%, perché le armi si trovano in parte all’interno dello strato limite, la posizione in “tandem”riduce la resistenza del 20-30%. I missili alle estremità alari riducono la resistenza indotta, così la loro influenza è molto debole, alle volte trascurabile.

     

    Cosa sappiamo: un F16 con 2 Aim9 alle estremità, 12 bombe Mk82 su due travetti sestupli, un serbatoio da 300 galloni sotto la fusoliera e un pod ALQ119 sotto un’ala, ha una resistenza aerodinamica doppia (!) rispetto allo stesso F16 con i soli Aim9. Un F4 con 12 Mk82 su un travetto sestuplo e due tripli, non supera Mach 1,1, e solo a media quota (secondo Rivista Difesa). Anche la quota massima raggiungibile risente del peso e della portanza inferiore: un F111 con 48 bombe Mk82 non sale oltre i 16000 piedi. Le soluzioni? Trasporto conforme o tangenziale: riduce la resistenza del 50% a velocità subsonica e del 35% a velocità supersonica. Oppure la stiva interna: soluzione ideale che riduce, però, il volume interno disponibile per il carburante e non è ovviamente applicabile agli aerei retroattivamente.

     

    Appello a tutti coloro che hanno dati disponibili: se i carichi esterni totalizzano, supponiamo, 100 drag unit, di quanto cala la velocità massima? Del 50%? Di più?

    Avete altri dati comparativi sul calo di velocità a seconda dei carichi esterni?

    Grazie dell’aiuto!

  7. A proposito delle dichiarazioni dei piloti (molti di voi, giustamente, possono considerarle non sempre attendibili) : la rivista ungherese Top Gun ha riportato le dichiarazioni dei piloti contrapposti durante una esercitazione tra ungheresi ed olandesi. Olandesi: "il Mig29 è un aereo eccezionale, comunque li abbiamo buttati giù." Ungheresi : " l'F16 è un aereo superbo, ma a breve distanza non c'è confronto! "

  8. Tanto più che non sempre la testata garantisce la distruzione totale del bersaglio. Essere colpiti in pieno nello scarico da uno Strela-2, con la sua piccola testata da 1,8kg non è poi così pericoloso ( se ben ricordo, in una delle tante guerre, su 30 bersagli colpiti solo 2 sono risultati perduti, tutti monomotori). Beccarsi a 20metri di distanza la testata di 60kg di un Phoenix è invece un'esperienza!

  9. Me l'hanno spiegato, però ero imbranato e ci ho messo un po' a capirlo. Ti colleghi ad un sito : http://imageshack.us/

    apri il tuo archivio dove hai inserito le tue foto, scegli la foto e la carichi automaticamente. Il sito ti fornisce una specie di riga-codice. Fai un copia-incolla sullo spazio dove di solito scrivi i messaggi, e spedisci. E' più facile di quel che sembra. Fai qualche prova. E segui la logica.

  10. Il Rafale aveva le carte in regola per divenire il nuovo comune caccia europeo, e con notevole vantaggio di tempi rispetto all'EF2000, a cui era, tutto sommato simile. E' stato il pessimo atteggiamento francese di voler mantenere a tutti i costi la totale leadership del programma, a decretarne la fine. Avessero fin dall'inizio suddiviso le quote, assegnato la produzione dei componenti a tutti i paesi, dato maggiori compensazioni industriali e, magari, tenuto il prezzo più basso, il Rafale avrebbe davvero preso il posto del Mirage2000. Quest'ultimo, peraltro, ha fatto esso stesso concorrenza al connazionale, date le eccellenti prestazioni, soprattutto nelle versioni aggiornate.

  11. In Ungheria il 28 gennaio si è tenuta la cerimonia ufficiale per la consegna degli ultimi 3 Jas39C (in effetti erano arrivati a Dicembre) che portano a completamento la dotazione dello stormo "Puma". I velivoli saranno armati con i missili Aim120C5.

    Che dire del Rafale? Mi spiace per i francesi, ma se la son voluta...

  12. La procedura classica dice di verniciare il modello, poi spruzzarlo di vernice lucida, applicare una goccia di qualche prodotto per decal nel punto previsto (mi viene in mente il "decal work"della Molak), applicare le decal e poi ripassarle con lo stesso prodotto. Infine applicare a spruzzo il trasparente finale (lucido, opaco o satinato). Se le decal sono vecchie, il prodotto le ammorbidisce e ne facilita la messa in opera. Comunque se non hai l'aerografo non è un dramma: anche il pennello usato bene, è molto molto efficace.

  13. Io invece ho una Rover 400 nuova serie, di cui sono molto soddisfatto. E' un gioiello. Peccato che la ditta sia fallita.

    Il sogno ? Ho provato in California una Jaguar biposto decappottabile con cambio automatico, 4 litri! (sogno irrealizzabile)

    Sogno realizzabile? Jaguar x ! Spero presto.

  14. Si potrebbe essere portati a credere che se un missile ha un Pk del 70% , la probabilità di scampo sia del 30%. Non è proprio così. E se il missile viene lanciato all’interno della zona “senza scampo”, non vuol dire che colpirà nel 100% dei casi. Vuol solo dire che raggiungerà il massimo di probabilità di colpire , per quanto il bersaglio tenti di manovrare nel modo più estremo o tenti di sfuggire alla massima velocità. In genere si indica nel 50% la probabilità di colpire alla distanza massima efficace. Per chiarire: un Aim120A potrà raggiungere un Pk del 90% nella zona “senza scampo” ed uno del 50% a 40-50 Km. Naturalmente potrà ancora colpire con efficacia un’aerocisterna oltre quella distanza! I russi danno valori di Pk variabili a seconda se il bersaglio manovra o no, e se fa uso di esche o no. Alle volte indicano il Pk complessivo per il lancio di 2 missili contro lo stesso bersaglio. I gravi problemi di affidabilità che hanno afflitto le vecchie generazioni di missili, sono, per gran parte superati. Da notare che i missili più moderni adottano ormai traiettorie a risparmio energetico, oppure conservano parte del propellente per aumentare le prestazioni in fase terminale. Per non parlare del nuovo Aim120D che, nelle intenzioni, dovrebbe attivare il radar a meno di 2 miglia nautiche dal bersaglio, proprio per non dare il tempo materiale di reagire. Se poi passiamo all’eccellente Meteor , non possiamo più sperare di “sfiancarlo”, dato che conserva intatte velocità ed energia per almeno 100 km!

     

     

     

    Ecco un altro sito molto interessante:

    http://www.ausairpower.net/TE-Evading-Missiles.html

  15. Seconda parte

    Come si può vedere, le prestazioni del missile variano anche, e molto, a seconda della quota, come per gli aerei. Il lancio a velocità supersonica aumenta la velocità del missile (anche se le velocità non si sommano esattamente: la resistenza aerodinamica incontrata a mach 3 non è la stessa che a mach 4!) ed aumenta l’autonomia (dal 30 al 50%). Lo prova il fatto, se ce ne fosse bisogno, che lo stesso Aim9 del sistema Chaparral , ha prestazioni decisamente inferiori in portata e velocità alla similare arma lanciata da aereo.

    Le portate pubblicizzate (200 km per l’Aim54, 100 l’Aim7F, 40 l’R73 e se ne potrebbero citare altre) non sono realistiche. Alle volte la stessa durata delle batterie impedisce l’uso del missile oltre un certo raggio. E la portata efficace può calare di 10 volte tra un lancio teorico ideale ed uno nelle condizioni peggiori.

     

    Se il caccia nemico ci ha agganciati lateralmente, dove il nostro aereo presente la massima RCS, si può virare e puntare contro frontalmente: la nostra traccia scenderà di 10 volte, senza ricorrere né a ECM né a tecniche Stealth. Se il nemico è lontano, spariremo dal suo radar. Se il radar è Doppler, risulta molto sensibile alle variazioni di velocità. La portata varia notevolmente a seconda se il bersaglio si avvicina frontalmente o si allontana. Una virata a 90° può portare anch’essa alla perdita del contatto, specie se il bersaglio è a bassa quota. Virare di 180° e darsela a gambe funziona se l’avversario ha lanciato troppo presto: il missile non ci raggiungerà. Disturbare il radar nemico non è detto sia la soluzione vincente. Il nemico, a meno che la tecnica impiegata non sia estremamente sofisticata, riceverà comunque una indicazione approssimativa della direzione della fonte disturbante e reagirà avvicinandosi (home on jam): al diminuire della distanza la potenza del suo radar, alla fine, supererà il disturbo (burn through). Ma l’argomento “attacco elettronico” merita una trattazione a parte. Magari potrei preparare qualcosina…

     

    Supponiamo che il missile sia ad autoguida radar attiva, segua una traiettoria di navigazione proporzionale , sia a 20 km di distanza ed abbia agganciato il bersaglio. Escludiamo l’uso di sistemi di attacco elettronico (il sistema Cross-eye del Typhoon può depistare un attacco del genere) e concentriamoci sulle manovre. Per prima cosa l’aereo deve mantenere alta l’energia. Quindi: postbruciatore. E’ meglio eseguire la virata prima possibile, anche prima dell’aggancio. Si può effettuare una brusca virata a 90° per porsi perpendicolarmente al missile in arrivo, seguita da una picchiata. La picchiata avvantaggia più l’aereo del missile. Perché il missile è a motore spento: l’accelerazione di gravità compensa (in parte) la resistenza aerodinamica, non la perdita di velocità in manovra! E le manovre sono sempre più brusche a mano a mano che il missile si avvicina. Dirigendosi verso strati più densi, il missile rallenta ancora. Quando il missile sta eseguendo l’ultima correzione, l’aereo può effettuare un “break” in modo da provocare lo sganciamento, per sopravvenuto superamento dei limiti di escursione del sensore o del massimo numero di G che il missile indebolito può sostenere. Con un po’ di fortuna, l’esplosione della testata non coinvolgerà l’aereo, specie se un “rapid bloom chaff” distrae per qualche frazione di secondo il missile. Non bisogna sottovalutare l’importanza delle manovre: accanto alle ECM, abbassano comunque il Pk del missile. Così si esprimeva il comandante Izzi: “normalmente uno ha dai 2 ai 5 secondi per evitare un missile e le manovre che fa sono ad angolo retto rispetto al missile, al massimo numero di G; proprio per evitare l’aggancio del missile all’obiettivo. Inoltre per evitare le batterie di missili terra-aria, ci esercitiamo a fare queste manovre anche a soli 20-30 metri da terra.”

     

    Due siti che faranno felice qualche ingegnere:

    http://www.sal.tkk.fi/Opinnot/Mat-2.108/pdf-files/ehyt04.pdf

     

    http://books.google.it/books?id=NVEtqShrgv...hl=it#PPA216,M1

     

    Ed uno per gli appassionati di giochi elettronici:

  16. “Se lo conosci lo eviti, se lo conosci non ti uccide”.

     

    La maggior parte di noi vede il missile come un killer infallibile, preciso, un robot velocissimo contro cui ogni manovra è inutile. La realtà è un po’ diversa. Analizziamo il nemico, visto che dell’aereo sappiamo già molto. Ogni missile ha un proprio, singolare, comportamento. E’ importante non divulgarne i segreti e i difetti, perché il nemico può sfruttarli a proprio vantaggio. Comunque qualche regola generale li accomuna tutti. Il missile accende il booster per pochi secondi (2-4), e raggiunge la velocità massima. Poi, se ce l’ha, attiva il motore sostentatore, per un tempo variabile da qualche secondo a qualche decina di secondi. Il sostentatore mantiene la velocità fino al termine della combustione. Durante la fase di crociera propulsa, il missile perde peso mentre consuma il propellente. Al momento dello spegnimento il missile possiede le massime capacità di manovra. Da quel momento in poi, procede per inerzia, rallentando progressivamente. Quelle che seguono sono considerazioni di massima, l’argomento è vasto. Ho cercato di semplificare per renderlo comprensibile.

     

    Come evadere un missile? Ci sono diversi sistemi. La storia lo insegna. E’ difficile, ma si può.

    Eppure su internet si trovano pareri discordanti. Questa è la spiegazione, tradotta dal sito F16.net, del perché è impossibile evitare un missile aria-aria (secondo uno dei membri del forum). La riporto perché è utile per definire il problema:

     

    “Un missile a mach 3 dovrà tollerare 9 volte più g di un aereo a mach1 (A=V^2/R), a parità di raggio di virata. Ma il missile non deve battere in virata l’aereo, perché non cerca di seguirlo, ma ne interseca la traiettoria. Siccome il missile è più veloce, sviluppa più traslazione laterale per unità angolare. Se è 3 volte più veloce, dovrà virare solo 1/3 per avere la stessa traslazione laterale, perché copre una distanza 3 volte superiore nello stesso tempo. A grandi distanze la correzione è minima. A 10 km di distanza se un aereo a 2000 km/h vira di 90°, il missile dovrà virare solo di 3,18°. Se un aereo a mach 1 vira di X, il missile a mach 3 dovrà virare solo di X/3 per collidere. Se l’aereo vira a 9g, il missile deve virare a (3^2)/3*9g=27g per battere la traslazione laterale del bersaglio. Se è a mach2, richiederà solo 2 volte i g del bersaglio: (2^2)/2)*9g=18g. Ecco perché i missili a medio raggio sopportano circa 30g. Quelli a corto raggio di più, non per contromanovrare il bersaglio ma per cambiare velocemente direzione dopo il lancio e non sprecare energia sul vettore errato. “

     

    Benché apparentemente convincente, è errata. O meglio, può essere valida (in parte) a condizione che il bersaglio si trovi all’interno della “zona senza scampo” del missile. Le dimensioni di questa zona sono coperte da segreto. Ma non sono elevate. E’ essenziale individuare l’arma nemica, otticamente o elettronicamente. Entro 5-10 miglia nautiche è possibile vederne la scia (molto meno nei modelli recenti) e dedurne, in linea di massima, tipo e direzione di avvicinamento. Oltre quella distanza, i sensori passivi possono rilevare le emissioni del radar di autoguida del missile o rilevarne la traccia termica.

    E’ necessario mettere in difficoltà il missile. Un tipico missile, per esempio un Aim7F, accelera in 4 secondi, poi il sostentatore mantiene la velocità per altri 10 secondi. Il missile ha percorso meno di 15 Km. A questo punto procede per inerzia. All’inizio la perdita di velocità è notevole, causa l’attrito più alto del volo a mach 4. Così dopo altri 25 secondi il missile ha perso circa 1 mach (a 12000 m di quota) e percorso circa 40 km. Adesso attenzione. Perché il missile in questione può tirare 22G a fine combustione. Se la velocità cala da mach 4 a mach 3, il massimo numero di G cala di: (4/3)^2=1,78 volte, cioè scende a 12G (secondo una regola spicciola, un missile per intercettare con successo un bersaglio deve poter “tirare” 5 volte più G del bersaglio). Il raggio di virata non cambia di molto, la velocità angolare di virata sì! (da 10°/sec a 8°/sec). Parliamo di un lancio ad alta quota, a bassa quota la perdita di velocità è tre volte più rapida! Adesso consideriamo le manovre che il missile deve svolgere. Perché anche una virata di 3° provoca perdita di energia. Secondo Rivista Difesa (l’articolo trattava la perdita di velocità di un missile subsonico antinave che manovra, penso si possa estendere il concetto) 2 soli G di accelerazione laterale per 6 secondi con cicli di 1 sec., provocano una perdita di 40 m/sec di velocità (il 30% dell’accelerazione laterale fa da freno aerodinamico). Lascio immaginare quale perdita possa subire un missile 4 volte più veloce che “tira” 10 volte più G! Di recente, un Mica, subito dopo il lancio, ha virato di 180° attaccando un bersaglio alle spalle del lanciatore. Terminata la manovra, a detta degli osservatori, aveva già perso oltre la metà dell’energia. Il missile non vira come l’aereo: scivola lateralmente. A mano a mano che l’arma si avvicina al bersaglio aumentano le correzioni richieste e la velocità cala vertiginosamente. Ecco perché il raggio efficace non supera i 40 km! Per i missili all’infrarosso la situazione è peggiore, perché manca il sostentatore. Così un Aim 9L dopo lo spegnimento non può permettersi il lusso di manovrare a lungo.

     

    aim9lperfwd8.th.jpg

  17. Le cose non stanno proprio così. Un articolo apparso tempo addietro su Rivista it. Difesa (anche altre riviste hanno trattato l’argomento) aiuta a distinguere. Il Derby ha una portata indicata in 50-60 km. Ma parliamo come sempre di una portata cinematica ad alta quota. A media quota e contro un caccia in avvicinamento frontale, la portata scende a 30 km. Il motore è derivato da quello del Python 4, però ha maggior impulso e durata di combustione, la resistenza aerodinamica è decisamente inferiore. Ora, un Aim120 ha una portata media di 40-50 km (reali) con punte di 75 nelle migliori condizioni. E non è questa la differenza più significativa. Perchè il Derby non dispone di capacità di aggiornamento dati via data-link, almeno nella versione iniziale. Qualcuno ricorderà che l’efficacia degli Aim120 forniti ai Tornado ADV senza, inizialmente, sistema di aggiornamento in volo, è risultata pari od inferiore a quella dei vecchi Skyflash! Inoltre il radar interno ha una portata di 10-12 km (contro caccia) , così se il bersaglio imposta per tempo una manovra evasiva, è facile che il piccolo radar non riesca ad agganciare un bel niente. In compenso può tirare la bellezza di 50G! La possibilità di essere lanciato anche da aerei privi di radar, tramite casco-visore di puntamento, lo rende molto flessibile nell’impiego. Con soli 118 kg cosa volete di più?

     

    I missili attuali dispongono di sistema di aggiornamento dati a metà traiettoria “Derby uplink”.

    Si può supporre o un aggiornamento in fase di produzione o, come sostengono alcune fonti, la presenza della modalità fin dall’inizio, tenuta segreta per alcuni anni per motivi di sicurezza.

  18. In effetti il Vulcan sugli F4C e D ha fatto la sua comparsa proprio nel 1967, sia pure sotto forma di pod esterno SUU16. Probabilmente troppo tardi (per pochi mesi) per l'operazione Bolo. L'installazione non era soddisfacente a causa del peso, della resistenza aerodinamica e della scarsa precisione.

  19. Il Mig25, come tutti gli altri aerei, è in grado di raggiungere la massima velocità in volo rettilineo. E' in grado di superare mach 3 con i problemi che avete detto. Il raggio di virata a mach 2 si dice sia di 15 km. A mach 3 non si sa, ma il buon vecchio Sr71 aveva un raggio di virata di un centinaio di miglia, a quella velocità.

  20. Si, certo Pablo! Era proprio quello che volevo dire: intendiamoci, qualunque bombardiere o silurante non è stato progettato per duellare con i caccia. Non è il suo mestiere (anche al giorno d'oggi). Scrivo come appassionato di aerei giapponesi, tra i migliori mai progettati. Certo, pretendere che un progetto resti valido per anni, è chiedere troppo. Proviamo però a confrontare i "Kate" con gli Swordfish o, appunto, i Devastator o ancora i Battle! (E la lista può continuare a lungo...).

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