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zander

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Risposte pubblicato da zander

  1. 18 ore fa, engine ha scritto:

    Una volta insediato a Downing Street, Boris ha alzato i toni e l'UE ha immediatamente risposto. In questo momento Boris deve alzare i toni: infatti il glorioso partito conservatore sotto Theresa May era ai minimi storici. Alzando i toni, gli ultimi sondaggi sembrano avere parzialmente risollevato il partito, richiamando gli elettori che erano passati al Brexit Party, il partito oltranzista di Farage.

    Johnson è un un personaggio altamente divisivo: o si ama o si odia. La leader dei conservatori scozzesi si oppone al piano no deal di Johnson perché teme di perdere ulteriori consensi, là dove i nazionalisti scozzesi stanno lottando per rimanere nel'UE. Alcuni suoi stessi colleghi del partito conservatore stanno tramando con gli avversari politici per bloccare la no deal Brexit di Johnson.

    Attualmente la maggioranza parlamentare di Johnson è veramente risicata. Forse veramente vuole arrivare all'impasse istituzionale per potere indire elezioni generali a ottobre, guadagnare il consenso del popolo britannico e andare avanti, ma mancano meno di 100 giorni: c'è il tempo per poter creare un'impasse istituzionale, indire nuove elezioni, con tanto di campagna elettorale e tenerle?

    Johnson ha affermato di prepararsi al no deal anche se non vuole dirigere verso il no deal, ma sta seriamente giocando con il fuoco. A furia di scommesse si sono bruciati i 2 precedenti primi ministri.


    Intanto attivisti della Nuova IRA hanno posizionato un ordigno esplosivo con cui hanno rischiato di fare saltare per aria alcuni poliziotti in Nord Irlanda.

    https://www.bbc.co.uk/news/uk-northern-ireland-49145036


    La confindustria inglese di nuovo ha dichiarato che né la Grn Bretagna né l'UE sono pronte ad una Brexit senza accordo.

    https://www.bbc.co.uk/news/business-49142762


    Oggi il gruppo PSA ha dichiarato che se la Brexit non genererà profitti, lo stabilimento di Ellesmore, vicino a Liverpool, sarà spostato sul continente.

    https://www.bbc.com/news/business-49146645

     

  2. Il 24/7/2019 in 02:59 , nik978 ha scritto:

    I cinesi non aspettano altro di avere una economia "in europa" per far transitare lo Yuan liberamente, cosa che ora fanno solo in Iran, in qualche paese dell'Africa e forse pochi altri.  Johnson non lo dira' mai, ma l'opzione secondaria al paradiso fiscale e' l'abbraccio mortale con Beijing. Cosa che a Trump probabilmente freghera' poco perche' piu' calci prende l'europa, piu' lui e' contento. (gli darebbe molto piu' fastidio la moneta unica africana se a base yuan.. decisamente)

    Io vedo come molto prevedibile un problema sul confine Irlandese e in Scozia. E non parlo di semplici problemi di ordine pubblico, ma di qualcosa di ben piu' grave... Non la situazione migliore per aprire una crisi istituzionale.

    Sul non pagamento dei debiti non so che potere ha l'europa a livello operativo su eventuali assets Inglesi in europa. Puo' confiscarli? o devono farlo i singoli stati?  Non credo, visto le cifre in ballo, che Germania Francia e anche noi, staranno tranquilli...

    Londra sta cercando nuovi partner, USA, Australia, Canada, Nuova Zelanda in primis e gli altri a seguire.

    La prima opzione è un accordo di libero scambio con l'amico Trump, ma gli americani in commercio non hanno mai regalato nulla. Trump è arrivato in Gran Bretagna agli inizi di giugno per fare il suo show: si è complimentato per la Brexit, ha invitato a cambiare i sistemi di alimentazione, agricoltura e allevamento UE per passare ad quelli americani (OGM, ormoni, farmaci e fitofarmaci diversi, ecc.), ha chiesto di abolire il sistema di sanità nazionale britannico per passare ad un sistema basato sulle assicurazioni private, ecc.. Cambiare la regolamentazione di alimentazione, agricoltura e allevamento è poi il motivo per cui l'UE intende mantenere saldi i principi del backstop per il problema della frontiera irlandese: se così non facesse, dall'Irlanda dl Nord arriverebbero nella repubblica irlandese (territorio UE) prodotti con caratteristiche non approvate da Bruxelles e da qui potrebbero circolare liberamente sul continente. La questione della frontiera irlandese ha enormi implicazioni per tutta la UE, non è solo un problema confinato sull'isola di San Patrizio.

    Australia, Canada e Nuova Zelanda sono paesi che messi assieme assommano a circa 65 milioni di persone, nemmeno comparabili ai 440 milioni dell'UE (Gran Bretagna esclusa), ed ovviamente con un giro economico completamente diverso.

    Ci sarebbero India, Pakstan, i paesi sudafricani, ex colonie britanniche, ma sono paesi molto diversi. L'India è uno dei paesi più complicati al mondo e quando nel 2016 furono contattati per stabilire nuovi rapporti gli indiani chiesero come requisito essenziale il libero scambio di persone, inaccettabile in Gran Bretagna. Visto che siamo su un forum aeronautico, ricordiamoci quanto è complicato vendere un aereo all'India...


    I conservatori Brexiteer esaltano Singapore come modello economico da imitare. Ora dovranno cercare dei nuovi paesi con cui commerciare, al di là dei paesi del Commonwealth.

    Sicuramente cercheranno accordi con la Cina, ma le dimensioni dei 2 paesi sono incomparabili, economicamente, socialmente che per popolazione. Londra riuscirà a sopportare le pressioni cinesi? Londra sta già trattando con la Cina per il 5G: l'Italia è stata criticata per avere sottoscritto la RBI con la Cina e di avere affidato il 5G ai cinesi, con grande rabbia americana, ma al momento nemmeno i britannici hanno escluso i cinesi dal 5G... Immagino però che Trump, nel caso darà l'aut aut ai britannici, o noi o loro.

    In questi giorni c'è tensione tra Cina e Gran Bretagna a seguito delle proteste degli abitanti di Honk Kong. La Gran Bretagna ha chiesto di rispettare i diritti della popolazione locale ma Pechino ha risposto a muso duro di pensare agli affari di casa propria, in quanto Londra non ha più alcun diritto sull'ex territorio. Londra e Pechino cercheranno accordi, ma i diritti umani rimarranno sempre un grosso scoglio, a meno che Londra non decida di abbassare le proprie pretese e chinare la testa. Ora Londra è in una situazione di incertezza/debolezza: deve assolutamente cercare nuovi trattati commerciali. Io non dò per scontati nemmeno i trattati con USA, Australia, Nuova Zelanda e Canada, perché stravolgerebbero 45 anni di normative, leggi e abitudini sulla tutela sanitaria, alimentare di diritti sociali e di lavoro. Figuriamoci quando dovrà trattare con la Cina. Oltre a ciò Trump non sarebbe assolutamente contento di vedere il fedele alleato britannico avvicinarsi troppo a Pechino: come ho detto ha lodato e lusingato l'alleato britannico in tutti i modi possibili. Posizioni troppo vicine a Pechino sarebbero viste a Washingtn come un tradimento.

    Da una parte Johnson ha sempre detto di volere continuare a tutelare le normative europee, ma fare una Brexit senza accordo con l'UE implicherebbe necessariamente buttare a mare 45 anni di normative ormai nel DNA dl paese. Inoltre sottolineo che l'UE per stipulare un accordo con un nuovo paese, mediamente impiega dai 10 ai 15 anni. La Gran Bretagna non ha 10-15 anni di tempo davanti a sé, ma deve firmare il più velocemente possibile tanti più trattati che può, perché in caso contrario dal 1° di novembre, in caso di no deal Brexit, dovrà commerciare con le regole del WTO che sono più complesse ed onerose di quelle UE..

     

    Ieri Johnson ha presentato il suo governo, da cui ha rimosso i fedeli alla linea May e mandato a casa i recalcitranti remainer. Ora può contare su un governo tutto marcia avanti a favore della Brexit.

    Ma cosa farà? Le ipotesi sono tante, ma qualche analista ha previsto questo. Da momento che sia l'UE che la Gran Bretagna manterranno ferme le proprie posizioni, Boris potrebbe dirigere verso una Brexit senza accordo. A questo punto il parlamento lo bloccherebbe, creando una situazione di empasse istituzionale e lui potrebbe chiamare nuove elezioni generali, che a questo punto lo vedrebbero, nella sua visione, vincitore assoluto. Poi con un nuovo parlamento, sbloccherebbe la situazione nella direzione a lui più congegnale.

    Se questa previsione fosse vera, potrebbe riuscire nell'intento di sbloccare una situazione di empasse, ma con il rischio di giocare con un pericoloso incendio. Dall'Irlanda e dalla Francia sono partiti diversi appelli a non giocare con il problema della frontiera, perché la Gran Bretagna potrebbe uscirne dilaniata.

     

    Boris Johnson di formazione è un latinista classico, il suo consigliere più fidato Dominic Cummings è laureato in storia, Jacob Rees-Mogg, importante esponente conservatore e gran fautore della Brexit, anche lui è laureato in storia e autore di saggi. Si dice spesso che "la Storia è maestra di vita". Mi chiedo: avranno ragione loro a perseguire il fine della Brexit, o questi non hanno capito niente? Se non lo sanno loro... Intanto 98 giorni al countdown.

  3. Qualche informazione in più:

    Quote

    Based on the markings, the missile is an R.530 F20 version with serial number 5284, belonging to the production lot 83 and sold to the Government of Qatar on Oct. 10, 1980.

    The missile is marked as a “live” (not inert) as shown by the presence of a yellow band, that is used to highlight the presence of an explosive warhead, and a red band, meaning the presence of rocket fuel; however, during the inspection, it was found that the warhead was missing. The Police didn’t provide additional details about the fuel and the guidance section.

    https://theaviationist.com/2019/07/19/lets-talk-about-the-matra-r530f-air-to-air-missile-seized-by-the-italian-police-during-raid-against-neo-nazi-gang/

  4. 3 ore fa, engine ha scritto:

    E' probabile che sia ciò che vuole veramente .

    Johnson vuole un accordo con l'UE, ma un accordo come dice lui, senza backstop, ovvero la clausola che sistema temporaneamente la questione della frontiera irlandese. Il backstop, a suo avviso rischia di intrappolare la Grinternaan Bretagna per sempre nell'UE, non solo temporaneamente. Lui sostiene però che è meglio un "no deal" che un "bad deal", ovvero come seconda opzione è meglio uscire dall'UE senza accordo.

    In queste ore gli analisti politici stanno contando i sostenitori di Johnson, e pare che in parlamento abbia numero molto risicati, al punto che potrebbe anche indire nuove elezioni generali (24 ottobre, una settimana prima dell'uscita dall'UE?). Al momento c'è tanta incertezza. La Commissione Europea ha ribadito che non intende riaprire le trattative, e dall'altra il parlamento britannico ha promesso battaglia a eventuali mattane di Johnson, al punto che qualcuno ipotizza che la Gran Bretagna non uscirà mai dall'UE a causa di questa guerra istituzionale.

     

    Curioso sarebbe sapere quant'è grande la fetta di torta che perdono i tedeschi , considerando i problemi di Deutsche Bank .
     

    Ho trovato questi articoli che forniscono qualche dettaglio.

    https://www.nextquotidiano.it/quanto-costa-la-brexit-allitalia/

    https://st.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2019-03-21/brexit-quanto-ci-costerebbe-no-deal-57-miliardi-l-anno-regno-unito-e-4-all-italia-121026.shtml

    http://blog.ilgiornale.it/wallandstreet/2017/03/29/quanto-ci-costa-la-brexit/

    In assoluto i paesi maggiormente impattati saranno Francia e Germania, e in percentuale Olanda e Svezia.

     

    In ultimo, diverso tempo fa Boris Johnson minacciò che in caso di uscita dall'UE senza un accordo, oltre a non pagare i debiti, la Gran Bretagna sarebbe diventata un paradiso fiscale. Michel Barnier all'epoca rispose che in questo modo i rapporti tra UE e Gran Bretagna si sarebbero deteriorati e che comunque l'UE aveva i mezzi per contrastare un simile comportamento.

    Nel discorso in cui ha salutato la sua vittoria, Johnson ha ribadito di volere uscire il 31 ottobre ma non ha citato né un'uscita senza accordo né la creazione di un paradiso fiscale. Speriamo bene.

     

  5. Oggi il partito conservatore ha deciso che il successore di Theresa May alla guida del partito e del governo sarà Boris Johnson.

    Boris Johnson è stato uno dei fautori della campagna per l'uscita dall'UE ed è un personaggio molto istrionico, ma definito da tanti, anche membri del suo stesso partito come inaffidabile e non idoneo al compito. Di conseguenza 2 ministri del governo May hanno appena rassegnato le dimissioni per non servire sotto di lui.

    Boris Johnson vuole uscire a tutti i costi dall'UE il 31 di ottobre con o senza accordo. E' ben visto da Trump ma mal visto dall'UE. Il suo scopo è quello di ottenere un accordo con l'UE diverso da quello sottoscritto a novembre, anche se l'UE ha ribadito che non intende rinegoziarlo. Stando così le cose, Boris Johnson potrebbe lasciare l'UE senza pagare i debiti con l'UE, 70 - 100 miliardi di euro, cosa che aprirebbe una voragine di 7-10 miliardi nel bilancio dello stato italiano. Il governo italiano ha da poco evitato una rischiosissima infrazione da parte dell'UE, ma come si comporterà se si dovesse aprire questo nuovo fronte? Il governo italiano attuale sarebbe in grado di continuare gli attuali programmi militari e avrebbe la volontà di sottoscrivere la cooperazione per il progetto Tempest, nel caso in cui Londra uscisse lasciando un debito di 7-10 miliardi? Cioè l'attuale parlamento italiano, alle prese con un bilancio economico difficile, secondo voi approverebbe un simile progetto?

    Inoltre senza accordo con l'UE come reagirebbe l'economia britannica? Secondo studi economici nel breve medio termine, l'impatto sarebbe pari o peggiore della recessione della crisi finanziaria del 2008. Cosa significa? Nel 2008 la Gran Bretagna fu investita da una grave crisi finanziaria che travolse le banche e di conseguenza l'intera economia. Per sanare i conti, tagli draconiani furono apportati alle strutture sociali, sanità, sussidi, ecc. Duramente colpite furono anche le forze armate: per sanare i bilanci ad esempio fu tagliata l'intera flotta di Harrier e di Nimrod (Strategic Defence and Security Review 2010). Se inoltre si osserva l'andamento dello scambio monetario euro-sterlina, si noterà che la sterlina è molto debole e che sta perdendo peso perché gli investitori vedono in Gran Bretagna un futuro incerto.

    Diversi analisti hanno visto nella crisi finanziaria del 2008 l'origine dell'esito del voto del referendum del 2016: una popolazione arrabbiata e prostrata da quello che era successo qualche anno prima avrebbe votato contro l'UE, perché i politici britannici la avevano incolpata per le misure antisociali adottate, mentre avrebbero dovuto accusare se stessi. Accusare l'UE delle colpe dei governi è un po' uno sport praticato in tutti i paesi, ma a volte è scivoloso. Pochi giorni fa Boris Johnson ha accusato l'UE di avere costretto per anni l'industria della pesca britannica ad impacchettare nella plastica il pesce da vendere, ribadendo che uscire dall'UE significherebbe abbandonare queste follie. Dall'UE però hanno ribattuto che l'UE obbliga i commercianti a attenersi a requisiti microbiologici di sicurezza, ma i criteri e i sistemi di vendita al consumatore sono di competenza nazionale. Quindi l'impacchettamento del pesce nella plastica scaturisce solo da leggi britanniche. Questo è solo un esempio tra tanti in cui i politici (non solo britannici) accusano, spesso con dolo, l'UE di rendere complicata e assurda la vita dei cittadini dell'UE.
    https://www.theguardian.com/politics/2019/jul/18/boris-johnson-claims-about-kippers-fishy-brussels-says


    In uno scenario dove la Gran Bretagna potrebbe subire un calo drastico dell'economia, sarebbe possibile sostenere economicamente un programma come il Tempest? Oppure sarebbe necessario abbandonarlo oppure ridurlo, oppure includere un numero maggiore di partner? Ovviamente questa riflessione riguarda anche tutti gli altri progetti militari in corso, EFA, F-35, missili MBDA, ecc.

    Ma questi sono problemi "relativamente minori". La situazione in Gran Bretagna è vicina alla crisi istituzionale: Boris Johnson ha affermato che vorrebbe sottoscrivere un nuovo accordo con l'UE, ma se non fosse possibile, per far digerire al parlamento l'uscita senza accordo, sarebbe disposto a "sospendere il parlamento". La Gran Bretagna è una monarchia parlamentare ma non costituzionale, ovvero non è dotata di una carta che definisca ruoli e poteri istituzionali. Il governo e il parlamento governano tramite prassi consolidate da secoli. Quindi volendo il governo potrebbe anche sospendere il parlamento per fare una legge a cui il parlamento si oppone. E' mai un successo un evento del genere? Ma certo: nel '600 Carlo I sospese il parlamento e scoppiò una guerra civile durata 10 anni (Guerra civile inglese). E' veramente sorprendente che un futuro primo ministro dichiari che per mantenere la volontà del popolo, ovvero il referendum del 2016, sia necessario sospendere il parlamento, ovvero il maggior rappresentante della volontà popolare. Vedremo cosa accadrà...

    Nel frattempo, dall'Irlanda del Nord la polizia avvisa che in caso di mancato accordo avrà difficoltà a fronteggiare le proteste e dalla Scozia il governo locale continua a protestare contro la politica di Londra e minaccia l’indipendenza. Negli ultimi giorni si sono uniti al coro di chi è contro l'uscita dall'UE 2 ex primi ministri, John Mayor (conservatore) e Gordon Brown (Laburista).

    In questi giorni è arrivata al calor bianco l'escalation tra Gran Bretagna e Iran, dove la prima ha fermato una petroliera iraniana vicino a Gibilterra accusata di contrabbandare petrolio alla Siria sotto embargo, e la seconda che ha risposto sequestrando una petroliera britannica nello stretto di Hormuz. Ieri al parlamento britannico il ministro degli esteri Hunt ha chiesto supporto agli alleati per controbattere gli iraniani. Domanda: ma i paesi dell'UE che cosa dovrebbero rispondere?

    Per concludere, la competizione per conquistare la leadership del partito conservatore è cominciata all'inizio di giugno con 11 candidati. Di questi 11, 8 hanno ammesso di avere fatto uso in passato di droghe, dalla cannabis alla cocaina. Dopo tutto quello cheè capitato negli ultimi 3 anni, non mi venite a dire che le droghe non fanno male...

     

  6. Il ministero della difesa ha l'intenzione di sviluppare aerei ipersonici.

    Per tale motivo, il MoD ha lanciato un programma di studio del valore di 10 milioni di sterline per studiare motori capaci di spingere simili aeroplani.

    Il MoD sostiene che sta monitorando quanto fanno i russi e che molte tecnologie già esistono.

    L'azienda britannica Reaction Engines svilupperà lo studio, insieme a Rolls Royce e BAE Systems.

    https://www.telegraph.co.uk/news/2019/07/17/raf-develop-hypersonic-planes-could-top-speeds-3000mph-dodge/

     

  7. Un gruppo parlamentare nel parlamento europeo deve fare parte di un raggruppamento di almeno 7 partiti per poter avere voce. Quindi la Lega di Salvini non si allea con Farage, ma si allea con almeno altri 6 partiti, di cui uno è il partito di Farage. Vediamo se poi Farage vuole veramente uscire: a volte certe persone continuano ad agitare lo spauracchio solo per poter continuare a campare...

    Quote

     

    Per essere riconosciuto un gruppo politico deve essere composto da almeno 25 deputati eletti in sette Stati membri (almeno un quarto dei paesi). E' un ostacolo non facile da sormontare ma assicura che ogni gruppo sia rappresentativo di una giusta porzione di opinione pubblica europea.

     

    http://www.europarl.europa.eu/italy/it/scoprire-l-europa/i-gruppi-politici-al-pe


    La trattativa sulla Brexit ha fatto esplodere il governo.

    Miss May ha annunciato che si dimetterà il 7 giugno, dopo che avrà ricevuto Trump in un incontro ufficiale in Gran Bretagna tra il 3 ed il 5 di giugno.

    Ora occorrerà capire chi sarà il successore. Tuttavia con questo parlamento temo che, chiunque sarà il successore, non andrà molto lontano. Per questo motivo il capo dell'opposizione ha chiesto le elezioni anticipate.

    Sul continente c'è preoccupazione da un lato e seccatura dall'altro perché in tanti sono consapevoli di poter perdere altro tempo. Juncker ha ribadito che l'accordo sottoscritto non si cambia ma dall'altra parte i possibili candidati alla successione, come Boris Johnson, dichiarano che il 31 ottobre la Gran Bretagna uscirà dall'UE con o senza accordo.


    Per riassumere quello che è avvenuto negli ultimi mesi, alcuni politici arrabbiati della destra britannica hanno affermato che "ciò che non sono stati in grado di fare gli Filippo II, Napoleone e Hitler lo ha fatto  l'UE"!

    Intanto ieri la Gran Bretagna ha votato per il rinnovo del parlamento Europeo. Domenica sera comincerà lo scrutinio e si capirà meglio l'umore della nazione. Si annuncia un'ecatombe per il partito conservatore ed una pesante sconfitta per i laburisti, mentre dovrebbe viaggiare verso un successo travolgente il Brexit Party di Farage da una parte e i partiti pro UE dall'altra.

     

    Dopo avere ballato sulle note di "Dancing Queen" degli Abba alla conferenza dei Tories a ottobre 2018,

    https://www.youtube.com/watch?v=tbCDFNRA-Wo

    nel giorno dell'addio è giusto dedicare alla Prima Ministra dimissionaria, un altro successo degli Abba... "The winner takes it all"!

    https://www.youtube.com/watch?v=iyIOl-s7JTU

     

  8. Airbus sta valutando l'acquisto, possibilmente tramite aziende intermedie, dello stabilimento aeronautico di Belfast, che produce le ali dell'A220, al fine di preservare gli interessi aziendali. Il nuovo CEO di Airbus afferma che la fabbrica rimane competitiva, benché la Brexit comporti notevole incertezza.

    https://www.theguardian.com/business/2019/may/16/airbus-to-look-at-buying-bombardier-belfast-plant


    Oggi i conservatori e i laburisti hanno annunciato che i colloqui per un accordo sulla Brexit in parlamento sono terminati senza successo. I 2 partiti si accusano a vicenda accusando le spaccature all'interno del partito avversario del fallimento. In vista della votazione del 23 maggio e della quasi sicura defenestrazione a giugno di Miss May, possiamo dire che si sta avvicinando lo scenario del No Deal Brexit? Il mondo del business sta annusando il rischio ed in un paio di giorni, la sterlina ha perso quota rispetto all'euro.

    https://www.theguardian.com/politics/2019/may/17/brexit-talks-tories-labour-likely-to-collapse-theresa-may-jeremy-corbyn


    La direttrice generale della confindustria britannica ha biasimato la crisi politica causata alla Brexit di affossare il business e la la fiducia degli investitori. La direttrice chiede azioni perentorie e immediate.

    L'accumulo di scorte è ai livelli più elevati dal 1950, mentre le aziende investono milioni di sterline in piani di emergenza.

    Le aziende più creative e tecnologiche stanno guardano oltremare.

    I gestori dei satelliti di telecomunicazione stanno spostando le sedi da Londra alle città del continente nel timore di uno scenario No Deal mentre una parte delle aziende finanziare hanno già delocalizzato sul continente una parte dei loro uffici.

    Francia e Olanda stanno lottando per attirare le aziende britanniche sui loro territori, con l'Olanda che ha dichiarato che per quest'anno spera di attrarre 250 aziende. La Francia ha identificato 50 aziende che potrebbero trasferirsi , includendo aziende motoristiche e farmaceutiche.

    https://www.theguardian.com/politics/2019/may/16/brexit-political-mess-crushing-disaster-uk-business-cbi-chief-carolyn-fairbairn

  9. I fondi PESCO servono a finanziare progetti per la difesa europea: se un paese presenta alla commissione un progetto che rispecchia i requisiti PESCO, allora l'UE lo finanzierà. Se il programma non soddisfa i requisiti PESCO, il programma non sarà finanziato dall'UE ma sarà a carico dello stato che lo promuove senza che gli altri paesi possano dire nulla.

    Quindi nel nostro caso se passasse la linea di Macron, il Tempest non potrà essere finanziato dai fondi PESCO. Se invece passasse la linea Mogherini, la Gran Bretagna potrebbe far finanziare il Tempest anche con i fondi PESCO. Occorrerà capire che vincerà la lotta all'interno dell'UE, se la Mogherini o Macron.

    Nelle condizioni attuali la Gran Bretagna ha poca azione per fare leva per i suoi interessi. Attualmente mentre sta tagliando i legami con i principali alleati storici, la Gran Bretagna sta cercando disperatamente soci per mandare avanti il programma. Con la Brexit che incombe, il budget dello stato per gli anni futuri non è sicuro. Il budget statale crescerà o diminuirà? E di conseguenza i fondi per la difesa cresceranno o diminuiranno? In questo secondo caso sarà necessario scegliere accuratamente i progetti da portare avanti e quelli da tagliare.

     

    Intanto colpo di scena Downing Street numero 10. Dopo fortissime pressioni, Theresa May ha accettato di fissare un piano temporale per farsi da parte e permettere le elezioni di un nuovo primo ministro. All'inizio di giugno, la votazione sull'accordo di uscita dall'UE sarà nuovamente portata in parlamento. Se il piano sarà bocciato per la quarta volta, la prima ministra lascerà il Downing Street. L'acerrimo nemico di partito Boris Johnson, sostenitore di una hard Brexit, prenderà parte all'eventuale corsa a Downing Street.

    https://www.bbc.co.uk/news/uk-politics-48290760

  10. La Commissione Europea starebbe per deliberare che i futuri progetti di difesa PESCO potranno essere partecipati da aziende di stati non UE, ma che la loro partecipazione potrebbe essere soggetta all'approvazione unanime degli stati UE del progetto, al fine di evitare che queste aziende esportino per il mondo prodotti sovvenzionati dall'UE. I progetti PESCO sono finanziati da un fondo particolarmente ricco, 13 miliardi di euro in 7 anni, ma la nuova regola potrebbe impedire alle aziende americane ed inglesi di partecipare a questi progetti.

    Per tale motivo il Pentagono ha inviato una dura lettera di protesta alla commissaria per gli affari esteri dell'UE Mogherini, per avvisare che le nuove regole avveleneranno i rapporti pluridecennali tra le 2 sponde dell'Atlantico.

    Queste clausole, propugnate da Macron, preoccupano anche gli inglesi, che in virtù del futuro status extra UE, potrebbero avere problemi ad accedere a questi programmi.

    Nel 2011 la missione franco inglese in Libia esaurì le munizioni e fu obbligata a chiedere aiuto agli USA. I francesi hanno avviato il processo di l'integrazione europea della difesa dopo questa umiliante esperienza.

    https://www.dw.com/cda/en/us-warns-eu-over-13-billion-defense-spending/a-48738562

    https://www.reuters.com/article/us-usa-eu-defence-idUSKCN1SK1V9

    https://www.express.co.uk/news/world/1127049/european-union-defence-proposal-eu-army-us-pentagon-security-cooperation

    https://www.telegraph.co.uk/politics/2019/05/15/emmanuel-macron-infuriates-nato-allies-freezing-uk-firms-eu/

     

    Giovedì della settimana prossima in Gran Bretagna si voterà per il Parlamento Europeo. I sondaggi danno per stra-vincente il Brexit Party, che spinge per una Brexit definitiva.

     

    Da poco è stato pubblicato su Youtube un film del regista belga Lode Desmet: "Brexit: Behind the closed Doors". Il regista ha seguito Guy Verhofstadt, presidente del comitato di rappresentanza del parlamento europeo per la trattativa sulla Brexit per 2 anni, nelle trattative con l'UE.

    Il film è interessante perché mette in luce l'inconsistenza della classe diplomatica inglese nell'affrontare la trattativa di divorzio dall'UE, anche se da un punto di vista di parte. Il film ha destato alcune polemiche in Gran Bretagna perché in alcune scene si è scherzato un po' sugli inglesi.

    Negli ultimi 30 secondi del primo filmato, 2 funzionari ridono e dichiarano di essere riusciti a ridurre la Gran Bretagna a stato di colonia. Nella scena successiva, Guy Verhofstadt dichiara che Olly Robbins, capo delegazione britannico nelle trattative della Brexit, gli ha chiesto scherzosamente la cittadinanza belga perché dopo la Brexit non potrebbe fare più ritorno in patria. Parecchi inglesi hanno messo da parte lo humour inglese e non hanno digerito queste scene, ritenendole un'umiliazione ingiustificata.


    Brexit - Behind Closed Doors, Part 1/2

    https://www.youtube.com/watch?v=7a-frttT7nk

    https://www.youtube.com/watch?v=8aCEABM712o

     

  11. Finalmente il progetto A400M sta cominciando a respirare.

    L'Armée de l'Air ha ricevuto il 15° esemplare il 26 aprile presso la base di Orléans-Bricy.

    L'aereo ha capacità di:

    • uso presso terreni semipreparati,
    • atterraggio autonomo ogni tempo.

    Le prove di 2 nuove caratteristiche saranno completate in autunno:

    • aerolancio di paracadutisti dalle porte laterali,
    • rifornimento in volo di altri velivoli, A400 e C160, dalla stazione centrale.

    Inoltre la soluzione definitiva al problema delle gear box è entrato in produzione.


    Attualmente l'AdlA ha in servizio operativo dai 5 ai 6 velivoli. I retrofit sono in fase di consegna e 3 velivoli sono già stati sottoposti all'aggiornamento.

    Per la metà del 2021 Airbus terminerà di collaudare il rifornimento in volo di elicotteri. Prove di fattibilità di usare una sonda di rifornimento allungata da 90 (27.4 m) a 120 piedi (35.5 m), sono in corso da inizio anno. Airbus deve anche validare la capacità di lancio di 58 paracadutisti ma non è riuscita a trovare un'area di prova adeguata.

    In autunno Airbus consegnerà la capacità di aerolancio di carichi pesanti fino a 16 t e rifornimento in volo dalla stazione centrale.

    Ad oggi sono in servizio 75 velivoli su 174 ordini complessivi.

    Airbus da parte sua sta risolvendo i problemi finanziari del programma.

    https://www.latribune.fr/entreprises-finance/industrie/aeronautique-defense/a400m-l-avion-phenix-enfin-pret-pour-sa-seconde-vie-815815.html

  12. E' ufficiale: il Regno Unito "malauguratamente" parteciperà alle elezioni europee 2019.

    E' prevista una durissima batosta sia per i conservatori che per i laburisti.

    Intanto proseguono i colloqui tra conservatori e laburisti per firmare un accordo di uscita dall'UE. Ufficialmente entrambi i partiti auspicano di raggiungere un accordo prima del 2 luglio, giorno di insediamento del nuovo parlamento, nella speranza di non prendere parte alla prossima legislatura europea.

    https://www.repubblica.it/esteri/2019/05/07/news/brexit_partecipazione_del_regno_unito_alle_europee_inevitabile_-225688050/?ref=RHRS-BH-I225692143-C6-P2-S1.6-T1

    Sabato 4 maggio, 30-35000 persone hanno marciato a Glasgow in favore dell'indipendenza scozzese.

    https://www.bbc.co.uk/news/uk-scotland-glasgow-west-48154679

  13. La situazione è molto complessa. Ad oggi la politica estera britannica compete solo ed in maniera esclusiva al governo inglese di Londra.

    Se i parlamentari fossero eletti ed il governo britannico dichiarasse l'uscita dall'UE, tutti i parlamentari dovrebbero lasciare il parlamento europeo. Però fino adesso nessuno ha mai lasciato l'UE, e i trattati non prevedono casi come quello che hai proposto. Se davvero i parlamentari scozzesi non uscissero dal parlamento europeo, appigliandosi a qualunque gabola legislativa, la macchina dell'UE potrebbe addirittura bloccarsi. Penso che siano questi i pensieri che non fanno dormire Macron e che per tale motivo non vuole che i britannici partecipino alle elezioni: se qualche parlamentare scozzese si intestardisse, penso (ma non sono sicuro...) che potrebbero bloccare l'UE dall'interno.
    Comunque sono casi talmente complessi che al momento non vale la pena discuterne. Aspettiamo e vediamo cosa accadrà in questi 20 giorni prima delle elezioni.

    Comunque le ultimi notizie parlano di contatti frenetici se non drammatici tra conservatori e laburisti. Il governo May sarebbe disposto forse a concedere l'unione doganale, richiesta dai laburisti di Corbyn, ma pare anche che diversi deputati laburisti pro UE abbiano invece ribadito che senza un secondo referendum non voterebbero l'accordo. Alcune voci non confermate riportate da fonti giornalistiche, sostengono che forse il governo May sarebbe pronto a capitolare anche alla richiesta di un secondo referendum, pur di ottenere i voti per un accordo.

    Vi ricordate che il referendum del 2016 era stato vinto dichiarando che l'UE era un'inutile pozzo di denaro senza fondo?
    E' notizia d oggi che il governo dopo numerosi sprechi (vedasi ad esempio i contratti per i traghetti supplementari in caso di No Deal), abbia firmato una spesa di 160 milioni di sterline per mettere sotto contratto consulenti esterni capaci di mandare avanti la trattativa sulla Brexit.

    https://www.bbc.co.uk/news/business-48181004

  14. Un altro pezzo di UE, la sede del Tribunale dei Brevetti, sta lasciando la Gran Bretagna e l'Italia lavora per portarla a Milano. Il Tribunale porterebbe un indotto calcolato tra i 500 milioni di euro e i 1,5 miliardi di euro. Vediamo se l'Italia riuscirà ad avvantaggiarsi di questo trasferimento.

    https://www.lastampa.it/2019/05/02/milano/brexit-dopo-londra-milano-al-lavoro-per-ottenere-la-sede-del-tribunale-dei-brevetti-ts9xepOjZ0fHUkowN45gHP/pagina.html

    Si sono tenute ieri le elezioni locali in Inghilterra ed in Nord Irlanda. Il partito conservatore in primis e quello laburista poi hanno subito forti perdite, a favore di altri partiti minori. Benché siano lezioni locali, evidentemente lo scontento sulla gestione della Brexit ha fatto votare i cittadini contro i due grandi partiti del parlamento. Tra 20 giorni, a meno di eventi imponderabili come la dichiarazione della firma dell'accordo di Brexit, anche la Gran Bretagna parteciperà alle elezioni europee. Tuttavia il rischio è che i 2 grandi partiti risultino fortemente perdenti nei confronti di partiti "minori", prima di tutti il Partito della Brexit di Nigel Farage che è dato in testa i sondaggi.

    https://www.lastampa.it/2019/05/03/esteri/brexit-alle-amministrative-lo-stallo-punisce-tory-e-labour-Fy6TFCkhSdVZX9x6z7FXmN/pagina.html

    In ultimo il primo ministro Theresa May ha cacciato il ministro della difesa Gavin Williamson, accusato di avere passato al giornale Daily Telegraph informazioni sensibili sulla partecipazione dei cinesi di Huawei alla futura rete 5G britannica.

    https://www.lastampa.it/2019/05/02/esteri/la-may-caccia-il-ministro-della-difesa-LH5gsj8e7NZk5CeMfgpreL/pagina.html

    Insomma al di là della Manica la situazione è sempre più caotica.

  15. Le prove con il prototipo MAGMA procedono. In Galles, presso l'aeroporto di Llanbedr, BAe Systems e l'Università di Manchester hanno condotto delle prove in volo in cui il drone è stato manovrato in volo usando aria soffiata supersonica, rimuovendo la necessità di superfici mobili.

    Le tecnologie sono state progettate per migliorare il controllo e le prestazioni del drone. Sostituendo le superfici mobili con aria soffiata, le prove spianano la strada per creare aerei performanti più leggeri, affidabili e economici da operare. Le tecnologie potrebbe anche contribuire a ridurre la RCS dei velivoli.


    Le tecnologie testate nelle prove sono state:
     
        Wing Circulation Control

        Fluidic Thrust Vectoring

    https://www.baesystems.com/en/article/magma-the-future-of-flight

  16. A seguito di una ripianificazione del proprio business, Bombardier ha deciso di vendere lo stabilimento aeronautico di Belfast in Nord Irlanda, dove lavorano 4000 lavoratori. Anche le strutture in Marocco saranno cedute. Bombardier, che ha recentemente acquisito un programma negli USA, sta tentando di ridurre i costi nello stabilimento in perdita di Belfast, il cui prodotto più importante sono le ali per l'Airbus A220. Un acquirente potrebbe essere Airbus, che però negli ultimi tempi ha sempre manifestato la sua contrarietà alla Brexit. Il mese scorso Bombardier aveva chiesto al governo di escludere l'opzione del no deal dal tavolo dei negoziati con l'UE.

    https://www.theguardian.com/business/2019/may/02/bombardier-puts-belfast-wing-making-plant-up-for-sale


    Il nuovo Land Rover Defender sarà costruito a Nitra in Slovacchia stabilimento inaugurato ad ottobre, e non a Solihull in Gran Bretagna. Benché fosse una decisione ampiamente prevista, questo annuncio segue quello dello spostamento della produzione del Discover, l'anno scorso. L'industria dell'auto ha ribadito che una Brexit senza accordo avrebbe come conseguenze un drammatico calo della produzione a livello nazionale.

    https://www.theguardian.com/business/2019/apr/30/new-land-rover-defender-to-be-built-in-slovakia-not-the-uk

  17. Macron e la Merkel hanno opinioni diverse su numerosi temi. La Brexit costituisce un grosso punto di contrasto tra i 2 politici.

    Macron vorrebbe che la Gran Bretagna uscisse dall'UE il più velocemente possibile, magari già il primo di giugno, e che si astenesse dalle elezioni europee, mentre Frau Merkel vorrebbe che la Gran Bretagna rimanesse nell'UE o che almeno uscisse però sottoscrivendo un accordo.

    Macron non sopporta più la situazione di una Gran Bretagna che dice "forse esco, ma anche no", in quanto crede che esista il rischio concreto che la Brexit possa indebolire se non addirittura distruggere le istituzioni europee.

    Continuare con questa situazione sarebbe peggio di una Hard Brexit (vista dal fronte UE) in quanto paralizzerebbe anche le attività del consiglio europeo, che sta affrontando temi e trattative particolarmente calde (sanzioni USA, Cina, ecc.).

    Oltre a ciò si affaccia anche il rischio che i partiti britannici anti-UE possano ottenere il pieno di voti, facendo sì che il prossimo parlamento possa essere popolato da partiti che potrebbero tentare di bloccare le istituzioni, se non addirittura di distruggere l'UE dall'interno. Ad oggi i primi sondaggi indicano il nuovo partito anti UE di Nigel Farage sia ampiamente in testa con i laburisti (28%).

    https://www.theguardian.com/politics/2019/apr/27/public-thinks-eu-referendum-was-a-bad-idea-says-poll

    chttps://interactive.guim.co.uk/charts/embed/apr/2019-04-27T18:06:29/embed.html


    La Merkel invece ritiene che la Gran Bretagna abbia bisogno di aiuto per rimanere nell'UE. La sua visione rispecchia anche le conseguenze economiche di una Brexit sulla Germania. La Brexit ed il worst case scenario No Deal rappresentano per lei un disastro economico pari alla crisi finanziaria del 2008. La Gran Bretagna, tanto per fare un esempio, è il principale mercato di export dell'industria automobilistica tedesca.

    Intanto la Gran Bretagna continua a essere in empasse: governo e parlamento continuano a essere divisi, i colloqui tra partito conservatore e laburista sono in stallo, nel partito conservatore i membri continuano a tramare per fare cadere la prima ministra.

    Parigi spera che la prospettiva di tenere le elezioni europee possa convincere il partito conservatore a spingere verso la Brexit, anche senza un accordo, così come ha dichiarato il ministro degli esteri britannico Jeremy Hunt: "Se ci fosse una scelta binaria tra il" no deal "e l'assenza di Brexit, sceglierei il" no deal "perché altrimenti penso che il rischio democratico sarebbe alto ed è qualcosa qualcosa che qualsiasi persona ragionevole vorrebbe evitare . Per quanto riguarda la Brexit, la mia opinione è molto chiara: dobbiamo andarcene, dobbiamo partire in fretta, dobbiamo partire in modo pulito".

    https://www.latribune.fr/economie/union-europeenne/la-france-perd-patience-avec-le-royaume-uni-sortez-et-vite-815475.html

    Intanto la battagliera prima ministra scozzese, Nicola Sturgeon, si batte per avere un nuovo referendum sull'indipendenza della Scozia entro il 2021, e possibilmente abbandonare la sterlina come moneta corrente, se l'indipendenza diventasse realtà.

    https://www.theguardian.com/politics/2019/apr/27/scottish-independence-campaign-must-learn-from-brexit-snp-told

    https://www.theguardian.com/politics/2019/apr/27/snp-votes-for-scotland-having-its-own-currency-if-it-leaves-the-uk


    Per il primo ministro britannico, il più grosso successo della Brexit sarà non tanto di avere accordi economici più vantaggiosi di quelli garantiti dall'UE, ma di impedire la disgregazione del paese.

  18. Stanotte sono scoppiati violenti scontri tra la polizia e membri della New IRA a Derry, in Nord Irlanda.

    Gli spari di pistola di un rivoltoso hanno ucciso la giornalista Lyra McKee, di 29 anni.

    Bombe molotov sono state lanciate verso i mezzi della polizia e non solo.


    I disordini sono cominciati dopo che la polizia ha perquisito alcune abitazioni in cerca di armi, esplosivi e munizioni legati all'attentato esplosivo del 20 gennaio (vedi post del 20 gennaio). La perquisizione è cominciata in concomitanza con l'anniversario dei disordini della vigilia di Pasqua del 1916 che contrassegnano l'inizio della rivolta irlandese contro Londra e che condusse l'Irlanda all'indipendenza cinque anni più tardi, nel 1921.

    La New IRA, formazioni che non ha mai riconosciuto gli accordi del Venerdì Santo, ritiene che la Brexit sia il terreno di scontro che permetterà di ottenere l'indipendenza.

    La Brexit ha aperto un vaso di Pandora che non so come verrà richiuso. Se anche il governo ritirasse l'Articolo 50, sorgerebbero problemi di altra natura. Infatti i servizi di sicurezza di Londra affermano che in caso di mancata Brexit, le formazioni di estrema destra del regno scatenerebbero tumulti. Ricordiamo che durante la campagna elettorale del 2016, poco prima del referendum, un estremista di estrema destra uccise la deputata laburista Jo Cox.

    In passato alcuni esponenti politici della Brexit estrema hanno affermato che non temevano alcuna recrudescenza dei tumulti in Nord Irlanda perché ritenevano che la stagione della violenza fosse ormai sepolta. Mi piacerebbe conoscere l'opinione di questi personaggi dopo i fatti i ieri sera.

    https://www.theguardian.com/uk-news/2019/apr/19/derry-woman-killed-in-terrorist-act-say-northern-ireland-police

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/04/19/irlanda-del-nord-scontri-a-creggan-derry-fanno-rivivere-il-bloody-sunday-da-qui-parti-il-corteo-del-1972/5122990/

  19. Grazie Scagnetti per i complimenti.

    Ho iniziato il thread perché avevo trovato una notizia che legava la Brexit all'aviazione civile.

    Poi ho continuato sia perché le informazioni aumentavano sia perché i giornali e i siti di informazione in lingua italiana (ma in generale anche europei) ignoravano la Brexit. A mano a mano che leggevo i siti web inglesi (in primis The Guardian, che ha fatto un grandissimo lavoro, e BBC) ho capito che la Brexit avrebbe avuto impatti enormi sia sul Regno Unito che sul continente.

    Il thread che ho avviato ha debordato dall'argomento aeronautico a temi molto più generali. Ne approfitto per ringraziare i moderatori che non mi hanno né fermato né richiamato a trattare solo temi prettamente aeronautici quando sono andato off topic.

     

    Questo viaggio nella Brexit per me è stato anche una palestra di riflessioni. Da diversi anni in Italia (e non solo) alcune realtà politiche affermano o di volere lasciare l'UE o di abbandonare l'euro, promettendo che così facendo l'Italia rifiorirebbe nuovamente. Ciò che sta accadendo in Gran Bretagna in realtà è l'amara realtà di cosa significhi divorziare dall'UE e il benessere e la pace sociale quotidiana che diamo per scontati in realtà dipendono molto da questa unione.

    Questo thread è stato una riflessione sui sistemi politici italiano e britannico. La Gran Bretagna è una monarchia parlamentare e non è dotata di una costituzione. Governo e parlamento procedono secondo prassi consolidate. La Brexit ha messo in crisi queste prassi, mandando in stallo il governo del paese ed evidenziando i limiti di un sistema che non ha una moderna costituzione e che accentra il potere in poche persone. Il sistema politico italiano è basato su una costituzione che è nata dopo una durissima guerra, dopo avere lasciato alle spalle una dittatura e una guerra civile ed è stata promulgata dai padri costituenti definendo i ruoli (parlamento, governo, presidenza della repubblica) e attribuendo i poteri secondo un sistema di pesi e contrappesi che impedisce di accentrare in una o poche persone un potere eccessivo. Il sistema italiano è un sistema dove il potere è molto più distribuito: il parlamento (l'Italia è una repubblica "parlamentare"), il governo, il Presidente della Repubblica in qualità di arbitro e un presidente del consiglio debole rispetto al primo ministro britannico. Il presidente del consiglio italiano, non potrebbe mai indire un referendum o sciogliere il parlamento per andare ad elezioni, compito che spetta solo al Presidente della Repubblica.

    La Brexit è nata come una scommessa dell'ex premier David Cameron che ha concesso il referendum solo per mettere a tacere la parte minoritaria del suo partito che ha sempre invocato la Brexit, pensando erroneamente di vincere. E invece, come un giocatore di carte da bar, si è giocato tutta la casa. Poi è subentrata Miss Theresa May e anche lei ha deciso di scommettere, indicendo nuove elezioni, da cui ne è uscita fortemente indebolita, per cui il suo governo ha dovuto chiedere aiuto al piccolo partito nord irlandese DUP da cui è rimasto fortemente condizionato. Nel frattempo si acuivano le distanze all'interno dei movimenti del suo partito, ingigantendo la crisi del partito conservatore. Un sistema politico diverso avrebbe permesso a questi scellerati di giocarsi la casa in una partita di carte al bar?

    Il referendum è uno strumento di democrazia diretta potentissimo ma anche pericolosissimo, se non usato correttamente. La scelta di uscire dall'UE tramite un referendum è stata la più scellerata che si potesse fare: se si decide di uscire dall'UE, occorre poi decidere che tipo di rapporto da mantenere dopo la separazione. Non è certo un referendum sì/no che può deciderlo. Inoltre certe scelte non possono essere proposte alla popolazione senza un'opportuna campagna di informazione. La campagna referendaria del 2016 è stata basata su una montagna colossale di menzogne. I Brexiteers hanno detto: "uscendo dall'UE non pagheremo più 39 miliardi di fondi che spenderemo nel servizio sanitario nazionale, in scuole migliori, faremo trattati commerciali migliori di quelli dell'UE, ecc." Tutte promesse volate via nel giro di un amen.

    Abbiamo anche capito che nelle trattative internazionali l'UE è uno dei più temibili interlocutori del pianeta. L'UE ha affidato ad alcune delle migliori menti del continente il compito di definire regole, norme e trattati per dialogare con il resto del mondo secondo le direttive dettate dal parlamento e dalla commissione europea. Funzionari provenienti da Svezia, Germania, Francia, Portogallo, Italia, ecc. lavorano e trattano, non per favorire il proprio paese, ma per portare avanti le richieste avanzate da tutti e 28 i paesi. Se da una trattativa ne vengono fuori dei vantaggi, ne beneficiano tutti e 28 i paesi e non uno solo. La trattativa sulla Brexit, Gran Bretagna da una parte e i 27 dall'altra, è stato un lampante esempio. L'UE ha raccolto le richieste dei 27 paesi e poi ha affrontato la Gran Bretagna. In questo modo un paese piccolo come l'Irlanda è riuscita a far prevalere le proprio ragioni sulla Gran Bretagna per la prima volta nella sua storia. L'unione fa la forza.

    In termini economici è risultato evidente quanto interlacciate siano le economie dei paesi europei: politiche agrarie, industriali, trasporti, servizi dipendono tantissimo dai rapporti con gli altri paesi. Affermare che rinchiudersi nel proprio guscio sia la soluzione a tutti i mali è l'errore più grosso che si possa commettere.

  20. Quote

    Una questione : se e quando la Gran Bretagna se ne andrà via , i deputati inglesi al parlamento europeo faranno fagotto ?   E  come verranno suddivisi i posti vacanti ? 

    Ehhh, a saperlo!! E se qualcuno non volesse andarsene e presentasse qualche istanza alla Corte di Giustizia Europeo o chissà cos'altro? Si aprirebbero scenari impensabili.
    Fare una campagna elettorale costa parecchio. Chi ha voglia di pagarsi una campagna elettorale per stare in parlamento pochi mesi? Ma neanche Farage...

    I 73 parlamentari britannici saranno di nuovo in parlamento. Se la Gran Bretagna fosse uscita in tempo, all'Italia sarebbero toccati 3 parlamentari in più. Qui di seguito qualche spiegazione:

    https://www.termometropolitico.it/1411414_2019-04-11-elezioni-europee-2019-parlamentari-per-nazione-come-cambia-con-brexit.html

     

    16 ore fa, engine ha scritto:

     

    Il 13/4/2019 in 23:03 , zander ha scritto:

    In Francia, Irlanda, Belgio e Olanda, dove si temevano effetti analoghi, chissà cosa staranno facendo e chissà se qualcuno si chiederà chi deve pagare il conto di tutto questo bel teatrino...?

    Scommettiamo ?  Il paese del teatrino perenne ?  ??  ( " Ce lo chiede l'Europa ! " ) 

    E' piuttosto ironico che il casino sia stato causato dalla Gran Bretagna che ha sempre accusato l'UE di essere un pozzo senza fondo di denaro e che si è sempre lamentata di essere un contribuente netto per le spese di funzionamento degli apparati dell'Unione. I soldi che noi tutti stiamo pagando per pagare il processo di Brext, chi li rifonderà?

    17 ore fa, engine ha scritto:

     

    Il 13/4/2019 in 23:03 , zander ha scritto:

    .....  " se alla fine il governo-giallo verde deciderà di andare in quella direzione.  "

    Mah ... :hmm:

    Diverse prese di posizioni recenti sembrano indicare che la strada preferita dai militari e dall'industria sia quella del progetto britannico. Il governo Conte in questo momento non ha nemmeno gli occhi per piangere ed ha enormi difficoltà a mantenere gli impegni già presi, vedremo se si imbarcherà su un nuovo progetto.

    Sarebbe comunque stato più difficile giustificare un progetto di alleanza militare industriale con un paese che rifiutava in toto i principi sociali, politici, diplomatici ed economici sottoscritti dall'Italia, in caso di No Deal Brexit. Ora penso che la strada sia più lineare, e che l'adesione dell'Italia al progetto britannico sia più vicina, anche se ricordiamolo, il worst case scenario di No Deal non è ancora completamente escluso.

  21. Il 10 aprile Gran Bretagna e Unione Europea hanno sottoscritto che la Gran Bretagna ritarderà l'uscita dall'UE al più tardi il 31 ottobre di quest'anno.

    Alla fine l'UE è riuscita a convincere i più duri sostenitori del ritardo prolungato di un anno, come Macron, e Miss May ha accettato di ritardare dal 30 di giugno al 31 ottobre l'uscita. Una scelta salomonica. Se però riuscisse a raggiungere un'intesa parlamentare sul Withdrawal Agreement, la Gran Bretagna potrebbe uscire anche prima. In parallelo la Gran Bretagna si impegna a non bloccare o osteggiare processi di integrazione europea durante il periodo di interim.

    Questo accordo però sottintende che la Gran Bretagna dovrà prepararsi alle elezioni del parlamento europeo del 26-29 maggio. Queste elezioni saranno un test importantissimo, e saranno sicuramente usate, anche se tutti smentiscono, per capire l'umore popolare e decidere come proseguire. Nigel Farage, il promotore della Brexit, aveva visto lungo già a fine 2018 quando aveva capito dove sarebbero finito il processo della Brexit e pertanto all'inizio dell'anno ha lanciato un nuovo partito per spingere ancora più forte sulla Brexit.

    Sia ben chiaro tutto può ancora accadere: No Deal Brexit, Brexit con il Withdrawal Agreement, Brexit con un accordo diverso, revoca dell'articolo 50 e nessuna Brexit, nuovo referendum, elezioni generali, ecc. E' chiaro però che l'attuale governo non vuole uscire dall'UE se non dopo avere sottoscritto un accordo .

    https://www.bbc.co.uk/news/uk-politics-46393399


    Dopo l'accordo del 10 aprile, il governo inglese ha rimosso dai loro incarichi con effetto immediato tutte le 6000 persone designate per fronteggiare il worst case scenario di No Deal Brexit. Il governo ha scongiurato il pericolo di No Deal e le ha riassegnate ai precedenti incarichi, dopo però avere speso circa 1 miliardo e mezzo di sterline. Rimane ancora non chiaro il ruolo di 4500 funzionari assunti alo scopo ora che l'articolo 50 è stato esteso al 31 ottobre. Complessivamente 16000 funzionari pubblici hanno lavorato per la Brexit.

    In Kent al porto di Dover, l'autorità locale ha revocato l'operazione Brock che avrebbe trasformato l'autostrada di accesso al porto in un enorme parcheggio all'aperto per camion e auto. Tempo poche settimane e saranno rimossi tutti le barriere di cemento che lì erano stati portati e nel frattempo i funzionari sono in via di riassegnazione.

    In Francia, Irlanda, Belgio e Olanda, dove si temevano effetti analoghi, chissà cosa staranno facendo e chissà se qualcuno si chiederà chi deve pagare il conto di tutto questo bel teatrino...?

    https://www.theguardian.com/politics/2019/apr/11/uk-stands-down-6000-no-deal-brexit-staff-after-spending-15bn


    Tornando all'Italia, penso che il nostro paese possa ora guardare con maggior tranquillità alla possibilità di sottoscrivere un accordo di partecipazione al programma Tempest, se alla fine il governo-giallo verde deciderà di andare in quella direzione.

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