Vai al contenuto

falcone

Membri
  • Numero contenuti

    26
  • Iscritto il

  • Ultima visita

Tutti i contenuti di falcone

  1. falcone

    Caccia italiani

    I programmi produttivi dei caccia italiani di quella generazione furono i seguenti: Re 750-Fiat g55 600 - Macchi 202 250. Questa scomposizione rispecchia i valori che venivano dati agli apparecchi da tecnici e piloti che oggettivamente potevano provare i prototipi. Il 205 era il meno brillante, infatti era solo un rifacimento del 202 con motore più grosso. I tedeschi invece non cambiarano mai il nome dei loro M 109, indicavano soltanto la variante. Il 205 era comunque il migliore del gruppo alle quote medio basse. Vennero prodotti in tutti 312 pezzi. Il Re 2005 sarebbe stato il migliore se non avesse avuto un difetto costruttivo alla coda. Era il meno intercettore e il più caccia di dutti. Molto più maneggevole degli altri. Alla Reggiane furono costretti a fare due preserie, 16 e 18 pezi, prima di ricevere la commessa definitiva. Ne vennero prodotti solo 29 di serie e poi più nulla. Era più semplice lavorare sul gia pronto e valido g 55, ottimo alle quote medio alto, di concezione generale moderna e senza particolari difetti. Ma ne fecero in tutto solo 150. Vi faccio notare che la sola produzione dell'ultima variante del p51, la H, contava di 555 esemplari e faceva i 784 km/h a 7600 metri. Più dell'intera ultima famiglia dei grandi caccia italiani, prototipi e preserie comprese. Anche contando i 12 pezzi della serie S 207 di cui nessuno ha parlato ma che era l'unico mezzo di cui si sono seriamente interessati i tedeschi. Motore 12 cilindri a v di 750 cv, macchina leggera, piccola, strutture non metalliche. Macchina economica, producibile con pochi materiali strategici e poca manodopera specializzata. I dati produttivi generali veri furono i seguenti per gli anni 41-42-43-44 USA: 20100-47836-85898-96316; Germania 11800-15600-26263-39800; Italia 3257-3503-2818- non ben valutabile il 44 per l'Italia. Giappone, Gran Bretagna e URSS avevano andamenti comparabili. Siamo stati gli unici ad non essere in grado di moltiplicare la produzione di aerei nel conflitto. L'Italia arrivo al conflitto con una mentalità e un apparato produttivo sostanzialmente immutati rispetto al glorioso periodo degli anni 20 e 30. Gli altri avevano altre idee per il capo. Dovevano vincere la guerra. Quando la Heinkel fece volare il primo aereo a getto, 1939, la cosa venne tenuta segreta e si rafforzano gli sforzi per mettere in aria una nuova generazione di apparecchi. Quando lo fece l'Italia, una anno dopo, lo sbandierò ai quattro venti vantandosi di aver ricevuto per questo i complimenti di 30 stati. Scusate la lunghezza.
×
×
  • Crea Nuovo...