vi incollo questa parte di articolo tratto da un sito (non so se posso mettere il link, quindi per ora evito ) che parla dell'arsenale di Gheddafi.
Le armi di Gheddafi
Nell’arsenale composto per lo più da armi e mezzi di origine russa, Gheddafi ha ben poco che possa contrastare aerei e navi delle principali potenze mondiali Le forze aeree di Tripoli erano già deboli prima dello scoppio della rivolta in Cirenaica, con i tre quarti dei circa 200 aerei teoricamente impiegabili in combattimento fermi a terra per carenza di manutenzione, mancanza di pezzi di ricambio e obsolescenza. Jet soprattutto ex sovietici risalenti agli anni ’70 e ’80 come i Mig 21, i Mig 23, i Sukhoi 22 e 24 o i MIrage F-1 francesi, quattro dei quali rimodernati recentemente da Parigi e protagonisti delle prime operazioni durante la rivolta e della defezione di due piloti a Malta. Di questa forza aerea affiancata da una settantina di elicotteri per un terzo Mi 24 da combattimento, restano in grado di volare forse una trentina di aerei ed altrettanti elicotteri. Farli decollare sfidando la ‘no-fly zone’ sarebbe un suicidio che i pochi piloti libici affiancati da mercenari siriani, algerini, ucraini, serbi e romeni non sembrano pronti ad affrontare. L’anno scorso Tripoli varò un piano di rinnovamento militare ordinando 44 moderni cacciabombardieri russi Mig 29 e Sukhoi 35 nell’ambito di un contratto che includeva anche nuovi carri armati T-90 e 60 elicotteri d’attacco Mi-35 e da trasporto Mi-17. Un affare da 4 miliardi di dollari per mezzi da consegnare a partire da quest’anno sfumato per Mosca a causa dell’embargo posto dall’Onu sulle forniture di armi al raìs. Neppure le batterie di missili antiaerei potrebbero fare molto per opporsi al sorvolo dei jet alleati. Quasi la metà dei vecchi missili a medio raggio SA-2/3 e a lungo raggio SA-5 sono in postazioni fisse già individuate dai satelliti e quindi facile bersaglio per missili da crociera e bombe di precisione. Gli altri missili antiaerei sono mobili come gli SA-6 posti sui cingolati ma verrebbero individuati non appena accesi i radar di puntamento mentre quelli a corto raggio, per lo più Sa-7, avrebbero una qualche efficacia solo contro velivoli a bassa quota. Si tratta in ogni caso di armi molto vecchie che non intimoriscono i jet Occidentali. L’assenza di reali capacità di difesa antiaerea rende vulnerabili anche le forze terrestri che schierano 140 carri T-72 e il doppio di più vecchi T-62 (non tutti operativi) più qualche centinaio di blindati protetti dai raids aerei solo da cannoni di piccolo calibro e da alcune batterie mobili di missili a corto raggio Sa-9 e sa-13 di dubbia operatività. Nonostante le minacce di mettere a ferro e fuoco il Mediterraneo le forze di Gheddafi hanno ben poche armi offensive. I missili Scud che lanciò su Lampedusa nel 1986 non sono più in servizio e anche quelli delle versioni più aggiornate acquistate negli anni ’90 in Corea del Nord dovrebbero essere stati demoliti negli anni scorsi dopo che Gheddafi, nel timore di fare la stessa fine di Saddam Hussein in Iraq, accettò nel 2003 di disfarsi delle armi di distruzione di massa e accolse gli ispettori anglo-americani. Anche sul mare le forze libiche sono costrette a evitare lo scontro, pena l’annientamento Per contrastare le forze navali alleate le uniche armi valide in mano a Gheddafi sono i missili Otomat, costruiti in Italia e rimodernati di recente, imbarcati su sette motovedette realizzate in Francia trenta anni or sono. Anche in questo caso si tratta di valutazioni teoriche perché ogni nave libica che uscisse dai porti verrebbe immediatamente individuata dalla flotta alleata.