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madmike

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Risposte pubblicato da madmike

  1. A quanto pare, lo Zar Putin ha gia deciso che la Novorossiya è cosa sua, perciò in un modo o nell'altro arriverà ad ottenere quello che vuole.

     

    http://www.fpri.org/articles/2014/05/putins-greater-novorossiya-dismemberment-ukraine

    Fantastico.... allora in quel link si legge, ovviamente, solo un pezzo della dichiarazione.

     

    I would like to remind you that what was called Novorossiya back in the tsarist days—Kharkov, Lugansk, Donetsk, Kherson, Nikolayev and Odessa—were not part of Ukraine back then. The center of that territory was Novorossiysk, so the region is called Novorossiya. Russia lost these territories for various reasons, but the people remained.

     

    e detto così, cavolo, sto Putin, ma allora ha davvero ambizioni imperialistiche, la nuova URSS, poi mica vero che era roba sua, l'impero ottomano.....

     

    Eh, sfortunatamente quella frase, tratta peraltro da una intervista lunghissima che si legge qui:

     

    http://eng.kremlin.ru/transcripts/7034

     

    dice ben altro:

     

    Is there a possibility of Russia reaching a compromise with the US on Ukraine? A compromise should be reached by the various political forces in Ukraine, not third parties. This is actually the key issue here. We can only support and accompany this process.

    Regarding the question of what should come first: a constitutional referendum followed by elections, or elections first to stabilise the situation and then a referendum. The essential issue is how to ensure the legitimate rights and interests of ethnic Russians and Russian speakers in the southeast of Ukraine. I would like to remind you that what was called Novorossiya (New Russia) back in the tsarist days – Kharkov, Lugansk, Donetsk, Kherson, Nikolayev and Odessa – were not part of Ukraine back then. These territories were given to Ukraine in the 1920s by the Soviet government. Why? Who knows. They were won by Potyomkin and Catherine the Great in a series of well-known wars. The centre of that territory was Novorossiysk, so the region is called Novorossiya. Russia lost these territories for various reasons, but the people remained.

     

    e come capite bene, è tutto un altro film.

     

    Direi che la macchina propagandistica sta gia andando alla grande da entrambe le parti, vedasi anche la cartina del Washington Post con truppe che arrivano da 2000 km.

     

    Magari anche dal confine cinese, se aspettiamo una settimana.

     

    Roba da pazzi.

  2. Il type 10, di cui come su molti mezzi giapponesi vi sono tanti 'si dice' e poche certezze, e' decisamente ispirato al Leclerc, avendo anche 3 uomini di equipaggio.

     

    Certamente ha minori dimensioni e peso del type 90 (che era l'equivalente del Leopard 2), ma fra i 'pare' c'è anche la corazzatura che sfrutta nanotecnologie per rinforzare i materiali usati.

     

    Di sicuro e', come tutti i mezzi giapponesi, nella fascia alta tecnologica dei mezzi.

  3. Aggiungiamo la cosa che ovviamente qui non viene mai detta. In un mondo che, al 99%, non vede i sistemi contraerei citati! ma anche e soprattutto manpads e armi leggere, si tratta dell'aereo più protetto in circolazione.

     

    Poi si arriva al solito ossimoro: si citano i sistemi che sul campo di battaglia non sono quelli di 30 anni fa, ma dimenticando che salvo nelle brigate russe (poche) semplicemente i semoventi contraerei non esistono in pratica più, o sono gli stessi di 30 anni fa, e si parla solo di sistemi a medio/lungo raggio che dovrebbero comunque essere 'trattati' da tutti quei sistemi integrati che vengono regolarmente citati quando si parla di altro....

     

    Un ultima nota: si tende a ridurre le perdite in conflitti asimmetrici, se fosse vera la teoria di tornare a conflitti simmetrici (cosa mai abbandonata: gli USA hanno SEMPRE mantenuto FFAA in grado di combattere conflitti tradizionali) le perdite sarebbero ovviamente diverse e accettabili per definizioni.

     

    E questo aereo a tutt'oggi ha un rapporto costo efficacia sul campo di battaglia difficilmente eguagliabile.

     

    Ma tant'è : i soldi non sono più disponibili in quantità, e si deve tagliare da qualche parte. Ma per motivi operativi, sebbene lo A10 non sia mai piaciuto alla USAF, per motivi ben noti, proprio e' difficile trovare motivazioni.

  4. Mi pare che come al solito nel dibattito intorno all'A10 anche a livello politico ci sono elementi di "emotivita" o di "interessi localistici".

     

    Il mezzo vorrei ricordarlo non nasce come una piattaforma CAS, ma come "ammazza-carro".

     

    Tra la fine degli anni 70 e i primi 80 i sovietici avevano messo in linea centinaia di semoventi antiaerei (tipo il Tunguska e il modello antecedente Beryoza).

     

    Lo scopo dell' A 10 era contrastare questi semoventi.

     

    Oggi il facocero impiega la stessa panoplia di armi in dotazione all'F16 e l'unica differenza e' rappresentata dal cannone da 30mm.

     

    ......

     

     

    Le forze armate USA si stanno riorganizzando per tornare ad assolvere ruoli di " entry force " o guerra convenzionale contro eserciti.

     

    In questo contesto si deve fare i conti con un nemico dotato di un aviazione e di un sistema di difesa aereo.

    esattamente il mondo per cui era stato creato.

  5. Infatti non lo scrive l'articolo. Lo hai scritto tu:

     

    Semplicemente Kiev e l'escalation Russa ci da le basi per pensare (o immaginare) un conflitto che non si limiti all'asimmetria e in cui un aereo con determinate capacità trovi un effettivo impiego senza risultare un overkill.

     

    l'articolo iniziava cos':

     

    La polemica riguardava e riguarda le spese militari italiane, in particolare l'acquisto di aerei F-35, ciascuno dei quali costa 150 milioni di euro.

     

    e proseguiva così

     

    Non c'è minaccia di guerra - questa la tesi - e dunque l'Italia non ha alcuna necessità di prepararsi ad affrontare emergenze e attacchi. E quand'anche un attacco fosse venuto avremmo potuto contare sulla Nato e sulla potenza Usa. A loro, Nato e Usa, spetta adesso il compito d'impedire o, almeno, di contenere la intimidatrice pressione russa su territori che furono dell'Urss. A loro - e all'Unione europea - guardavano in attesa di solidarietà e di aiuto i dimostranti di piazza Indipendenza: cui è riuscita l'immane impresa di cacciare Yanukovich.

     

    Quindi: vero che la polemica di Cervi è su un certo tipo di pacifismo militante che vorrebbe un disarmo completo, ma lo fa partendo dalla sponda F35, e citando proprio il mezzo in se:

     

    Veniva calcolato il numero di asili nido e di ospedali che con quel fiume di soldi potevano essere realizzati. La struttura militare era vista come un parassita che l'Italia si porta dietro. Le risposte a queste accuse erano imbarazzate ed esitanti. Si obiettava che una parte ingente delle spese militari va in stipendi, che le missioni internazionali divorano grosse somme, che i nuovi mezzi - in particolare gli F-35 - hanno per l'Italia ricadute industriali importanti. Ci si appellava ai valori patriottici, e al sangue che per onorarli è stato versato. Si aggiungeva che i fondi italiani per la difesa sono in linea con quelli stanziati dagli alleati europei, e molto inferiori - percentualmente - a quelli statunitensi o russi.

     

    e quindi si: parla di F35, e, si, io ho risposto A TE su Putin.

     

    Come detto, leggere magari........

  6. Questo non c'entra nulla, e fra l'altro e' la scoperta dell'acqua calda.

     

    La mia unica polemica (ma oramai è diventato impossibile riuscire a stare in argomento senza immediatamente partire a parlare di altro con argomenti che non c'entrano un tubo) e' l'equazione, che sottintende l'articolo, ovvero F35 riferito alla attuale situazione ucraina.

     

    Cosa che ovviamente nessuno ha affrontato nel merito (perché è una boiata) mettendosi a parlare di altro.

     

    Ripeto: con f35 staremmo parlando di guerra ? No. E allora che esempio e'? Del piffero.

     

    Tutto qui.

     

    Se volevamo far la guerra bastavano tifone e F22, e magari B2. O no?

     

    O invece il problema e' politico? Spero di essermi spiegato, ma sicuramente qualcuno mi tirerà fuori Algeria o Siria.

  7. Ah certo, l'articolo di Cervi può essere utilizzato anche per i prossimi 100 anni, nonché per i orecedentim1000.

     

    Bastava allora scrivere 'si vis pacem para bellipum' che data anzi 2000 anni circa.

     

    E quindi vedo che ti iscrivi anche tu nel club 'ah se avevamo lo F35 la vedeva questo Putin'.

     

    Complimenti.

     

    Ah per la cronaca: le tensioni Ucraina/Russia, a parte quelle storiche, datano almeno un decennio (te lo metto in inglese, visto che dii che abiti in USA )

     

    http://en.wikipedia.org/wiki/Russia–Ukraine_relations

     

    E sfugge ancora il nesso fra la situazione attuale e l'avete o no f35: non risulta che col potenziale militare attuale l'occidente, volendo, non abbia i mezzi per sferrare un attacco.

    Ma f35 o no, ovviamente si andrebbe a combinare una mezza guerra mondiale, se non una intera.

     

    Questa, e la stupidaggine dell'articolo. Pensare di giustificare un aereo (legittimo) pensando che con esso si possa addirittura cambiare la politica degli Stati.

     

    Ma pensa un po' che roba.

     

  8. Ah certo che se la sconfitta sono la cancellazione del G8 (vedi post di qualche giorno fa) e la mancata partecipazione di 3/4 nazioni alle Paraolimpiadi (dove gli unici a rimetterci sono i poveri atleti) Putin starà accendendo ceri per avere sempre nemici simili.

  9. e a proposito di quell'articolo, e di quanto ho scritto alcuni giorni fa:

     

    Il fatto che questo sviluppo sia stato largamente non previsto dimostra quanto poco si capisca in Occidente della mentalità russa. Il Cremlino, che il suo occupante si chiami zar, segretario generale o presidente, esprime un potere imperiale: e questo non da oggi, ma da secoli. La storia russa è quella di un espansionismo ipertrofico, che l’ha portata ad assorbire territori vastissimi e popolazioni eterogenee.

     

    ....

     

    Cerchiamo di vederla dal punto di vista della Russia – e non perché ci si debba schierare da una parte o dall’altra, ma perché la politica estera è fatta anche di percezioni, status, mitologie, narrative, sentimenti, non solo di freddo calcolo: c’è un'Europa che si preoccupa dei diritti delle minoranze, siano essi zingari o gay, e se ne fa paladina al punto da vestire di arcobaleno le divise della nazionale olimpica tedesca a Sochi. Poi però tollera che nei paesi baltici i russi non abbiano i diritti politici. “Double standard” è il termine più ricorrente quando i russi confrontano gli elevati principi dell’Occidente con la sua pratica non sempre coerente. E la questione delle minoranze russe rimaste fuori dalla Federazione è un punto tuttora dolente. La Russia deve mandare un messaggio chiaro, che esse sono sotto la sua tutela.

  10. Per fortuna, qualcuno che usa ancora il semplice buonsenso c'è ancora:

     

    – “Lo penso solo io, o la retorica sulla crisi in Ucraina suona come se Washington soffra di amnesia? Dovremmo essere scioccati – scioccati! – che una grande potenza militare voglia inventare un pretesto per invadere un più piccola e debole nazione? Mi scuso, ma abbiamo tutti dimenticato gli sfortunati eventi dell’Iraq di qualche anno fa?”. Sono le parole di Eugene Robinson, editorialista del Washington Post, che in un articolo dal titolo “Chi siamo per giudicare la Russia?”, pur condannando la decisione del presidente Vladimir Putin, ripercorre tutte le invasioni territoriali recenti messe in atto dagli Stati Uniti. “Per essere chiaro sto dalla parte del legittimo governo ucraino, non con il regime neoimperialista di Putin”, continua Robinson che sottolinea tutte le azioni militari americane in cui è stata violata la sovranità territoriale di uno Stato. “Prima dell’Iraq c’è stato l’Afghanistan, c’è stato il Golfo persico, Panama e Grenada. E anche se condanniamo Mosca per la sua oltraggiosa aggressione, ci riserviamo il diritto di usare missili mortali in Pakistan, in Yemen, in Somalia e chissà in quale altri luoghi”, scrive l’editorialista facendo riferimento all’impiego di droni da parte del governo del presidente Barack Obama in Asia e in Africa. “Nessuno dà al presidente russo Vladimir Putin il diritto di strappare la Crimea dal resto dell’Ucraina e rincorporare la storica penisola nell’impero russo.

     

    http://www.analisidifesa.it/2014/03/washington-post-chi-siamo-noi-per-giudicare-la-russia/

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