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gobbomaledetto

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Risposte pubblicato da gobbomaledetto

  1. I fogli matricolari, oltre che al distretto, potrebbero essere conservati dall'Archivio di stato, la struttura statale cui è deputata la conservazione delle carte prodotte dagli uffici della pubblica amministrazione; infatti se il distretto militare cui apparteneva il fratello di tuo nonno è stato chiuso da tempo, è molto facile che le sue carte siano state versate all'Archivio di stato competente per territorio.

    Se mi dici di dove sei e, se lo sai, quale distretto era coinvolto posso fare una ricerca nel portale degli Archivi di stato e dirti dove sarebbe meglio recarti per la tua ricerca.

     

    Non ti so dire nulla, invece, riguardo al reparto.

  2. Ho sentito parlare dei red arrows. Mi piacerebbe saperne di più. :helpsmile:

    (mis scoccio di cercare in internet) :pianto::unsure: :unsure:

    Iniziamo con le cose semplici: si tratta della pattuglia acrobatica del regno unito, che vola su aerei Hawk.

     

    Per il sito ufficiale clicca qui

  3. Come quando vedi gli Halftruck tedeschi con le .50BMG... Che tristezza

     

    Ricordo in una delle innumerevoli versioni di El Alamein gli inglesi attaccavano la Folgore con gli M-113 (i VCC italiani per intenderci)!!!

     

    Tipo "la battaglia dei giganti", film sull'offensiva tedesca nelle Ardenne: le SS corazzate sono equipaggiate con M47 ed avanzano accompagnate da reparti di fanteria motorizzata su Half Track!

     

    Sugli M113 utilizzati dagli inglesi nella seconda guerra mondiale basta ricordare il film "Salvo D'Acquisto", quando i carabinieri vengono attaccati nell'oasi dagli inglesi oppure il film "El-Alamein" di Enzo Monteleone...

  4. Dal momento che il cinema si è occupato spesso di storia in modo alquanto superficiale volevo aprire un topic in cui "denunciare" gli errori storici commessi da registi e sceneggiatori.

     

    Ad esempio ricordo che in "Peral Harbour" una della navi che subisce il bombardamento giapponese è chiaramente un cacciatorpediniere della classe Spruance, entrata in servizio a partire dal 1975 nella marina statunitense.

  5. Piano con certe affermazoni...Ci sono le immagini di quel volo...e il video lo ricordo...

    L'aereo, col motore in avaria, cambiò vistosamente direzione pochi istanti dopo l'eiezione del pilota dall'abitacolo...

    Non volevo accusare di niente nessuno; era una semplice costatazione che le cose non andarono come il pilota aveva previsto! Ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti...

  6. Se non erro il pilota si chiamava Bruno Viviani; tra l'altro mi ricordo che in occasione del processo ci furono molte polemiche perchè sia il pilota (che aveva sempre sostenuto, peraltro, di essersi eiettato dopo aver indirizzato l'aereo verso zone non abitate... ma così non fu, evidentemente) sia i suoi superiori furono difesi dagli avvocati dell'Avvocatura dello Stato, con grande disappunto dei genitori delle vittime che concepirono questo come un affronto dello stato nei loro confronti.

  7. Se guardiamo alla bellezza direi che Mischa Barton ha pochi rivali. Certo, il fatto di aver recitato il suo miglior ruolo in Oc non depone certo a suoa favore; senza poi parlare dell'abuso di alcool che spesso la giovane compie, finendo regolarmente arrestata e processata.

     

    258140.jpg

  8. Consolati: il carro ce l'hanno fornito loro, visto che si tratta di carro leggero M3 (noto ai più come Stuart, dal nome che gli diedero gli inglesi).

     

    Noi abbiamo solo messo in pratica la mitica ed italica "arte di arrangiarsi"!

  9. Altra attrice degna di nota da punto di vista artistico è di sicuro Julianne Moore (da ricordare la sua interpretazione nel film "The Hours" accanto a due grandezze del cinema quali Nicole Kidman e Meryl Streep).

     

    Julianne_Moore02.jpg

     

    Se invece guardiamo solo all'aspetto fisico direi che Jennifer Love Hewitt fa al caso nostro

     

    JL_Hewitt09.jpg

  10. Non volevo sembrare troppo sofisticato dicendo in apertura che la Biel era una bella gnocca, ma con il cinema ci beccava poco!

     

    Comunque rimedio ora mettendo foto di una brava (e, secondo me, anche bella) attrice, l'eterna Jodie Foster.

     

    Jodie-foster-1.jpg

  11. Siamo a posto, allora!

     

    Fini era un ottimo politico fino a dieci anni fa; poi l'avvicinamento a Berlusconi lo ha profondamente cambiato in peggio (in pratica, si è appiattito sul suo leader differenziandosene sempre meno): certo, è sempre meglio del suo capo attuale, però non mi sembra la speranza in cui riporre la fiducia di un intero paese!

     

    Ovviamente questa è una mia opinione personale e, come tale, so già che non incontrerà il tuo favore!

  12. Provo ad intervenire con un contributo sulla presenza dei piloti brasiliani in Italia durante la seconda guerra mondiale (anche in onore dl mio nuovo avatar):

     

     

    Dal febbraio 1945 la FEB aveva ricevuto anche l'appoggio del gruppo aereo brasiliano - F.A.B. (Força Aerea Brasileira) - dotato di caccia-bombardieri P-47 ceduti dagli Stati Uniti.

    La decisione di inviare in Europa un gruppo d'aviazione brasiliano risale alla fine del 1943 e fu presa insieme a quella di impegnarsi con il Corpo di Spedizione terrestre. In linea generale fu deciso di costituire un gruppo da caccia-bombardieri e, al servizio dell'artiglieria divisionale, una squadriglia per il collegamento e l'osservazione.

    In Brasile da alcuni anni il presidente Vargas stava lavorando per rendere efficiente l'aeronautica delle forze armate; il primo passo fu la creazione, il 20 gennaio 1941, del Ministero dell'Aviazione e, subito dopo, l'unificazione dell'Aviazione dell'Esercito con quella della Marina. A partire dal 1942 giunsero in Brasile alcune squadriglie aeree dell'USAAF, che operarono nelle basi di Natal e Recife con il compito di difesa aerea dei convogli alleati che attraversavano l'Atlantico. In quel periodo esperti piloti americani prepararono una squadriglia di aviatori brasiliani che si distinse in azioni di difesa marittima. L'azione più importante compiuta dai brasiliani durante i pattugliamenti sull'oceano fu l'affondamento di un U-Boot tedesco, avvenuto il 12 agosto 1943. Il cap. Santos Polycarpo, a bordo di un "A-28-A" e il cap. Coutinho Marques, ai comandi del PBY "Catalina" 14, intercettarono l'U-199, comandato dal cap. Hans Werner Kraus e, dopo averlo mitragliato, lo affondarono con tre siluri.

    Il 18 dicembre 1943 fu istituito il 1° Gruppo da Caccia e a comandarlo fu chiamato il magg. Nero Moura. L'addestramento del primo gruppo di piloti iniziò il 3 gennaio 1944 negli Stati Uniti. Nel marzo, dopo una pratica individuale di 60 ore sui caccia "Curtiss P-40", i primi piloti addestrati raggiunsero i 350 uomini mobilitati per la creazione del Gruppo nella base aerea di Agua Dulce, a Panama. Nel campo del paese centroamericano tutti i piloti iniziarono un duro addestramento, che fu poi completato nella base dell'USAAF a Suffolk, presso New York. Alla fine i brasiliani furono dotati dei citati caccia-bombardieri "Republic P-47 Thunderbolt" di fabbricazione statunitense.

     

    Terminato l'addestramento il gruppo con aerei e materiali fu imbarcato il 19 settembre 1944 sul trasporto francese Colombie nel porto di New York. Il 9 ottobre la nave giunse a Livorno e il 1° Gruppo da Caccia brasiliano fu destinato al campo di aviazione di Tarquinia. In quei giorni la FAB fu inquadrata nel 350° reggimento aereo da combattimento (Fighter Regiment), della 62ª aerobrigata da caccia Usa. A sua volta la 62ª brigata faceva parte del XXII Comando Aereo Tattico di supporto alle azioni terrestri della 5ª armata. Il 4 dicembre, in relazioni agli sviluppi del conflitto, l'intero 350° reggimento fu spostato nella base di Pisa, a ridosso del fronte.

    Durante i primi giorni di guerra, come era consuetudine nelle squadriglie americane, la FAB scelse il suo emblema e il motto da combattimento. Come stemma fu preferito un agguerrito struzzo che volando tra le nuvole sparava fucilate; mentre come motto i piloti optarono per il grido "Senta a Pua!" (Senti la Punta!).

    La FAB dal comandante magg. gen. B.J. Chidlaw, del XXII Comando aereo tattico, ricevette l'ordine di seguire tre principali linee d'azione:

    a) appoggio diretto alle forze terrestri, con la regolazione del fuoco dell'artiglieria;

    b) isolamento del campo di battaglia, con l'interruzione sistematica delle vie di comunicazione che collegavano il fronte nemico con la valle del Po e il resto del territorio occupato fino al passo del Brennero;

    c) distruzione degli impianti militari e industriali dell'Italia settentrionali265.

    Clicca sulla immagine per ingrandire

    La liberazione di Camaiore

    Purtroppo la FAB pagò un alto tributo di sangue. Durante l'inverno perirono in seguito di incidenti di volo 3 piloti. Il 23 dicembre il ten. Motta Paes, colpito dalla contraerea a nord di Ostiglia (Verona), dopo essersi lanciato con il paracadute fu catturato dai tedeschi. Il 2 gennaio, nei pressi di Alessandria, il ten. Medeiros lanciatosi dall'aereo in fiamme atterrò sui fili elettrici dell'alta tensione e morì fulminato. Il 4 febbraio il cap. Miranda e il ten. Danilo Moura saltarono dai loro aerei in fiamme dopo essere stati colpiti dalla contraerea; il cap. Miranda con un braccio spezzato fu nascosto da un gruppo di partigiani nei pressi di Padova. Mentre il ten. Moura aiutato da diversi gruppi partigiani, dopo 24 giorni e 260 km di cammino, raggiunse i compagni a Pisa. Anche il cap. Kopp, abbattuto a Parma, fu salvato dai partigiani della zona. Altri 4 piloti invece furono catturati dai tedeschi e inviati nei campi di prigionia; il ten. Paes finì nel campo di Stettino, in Prussia, e ivi liberato dai Sovietici dopo 4 mesi di prigionia. Dei 48 piloti brasiliani impiegati totalmente in combattimento, 6 erano ufficiali del Q.G. e ufficiali di collegamento statunitensi, 3 furono vittime di incidenti, 5 caddero durante operazioni belliche, 8 si lanciarono con il paracadute e finirono o in prigionia o nascosti dai partigiani, infine 5 piloti furono allontanati dal volo e rimpatriati per esaurimento fisico e psichico.

     

    Dalle statistiche formulate nel dopoguerra risulta che furono accreditate ai piloti brasiliani il 28% dei ponti e il 15% dei veicoli tedeschi distrutti, nonché l'85% dei depositi munizioni e il 36% dei depositi combustibile colpiti. In 192 giorni operativi la FAB effettuò ben 2.995 sortite ed uscite offensive, durante le quali lanciò 4.442 bombe di vario genere che colpirono 4.454 obiettivi. Ovviamente dati propagandistici, gonfiati da qualche solerte burocrate, che comunque non nascondono il buon comportamento dei piloti.

    Per completare il richiamo all'attività della Força aerea Brasileira sul fronte italiano, è necessario far cenno anche all'attività della squadriglia per il collegamento e l'osservazione. Tale unità lavorò al servizio dell'artiglieria divisionale e giunse in Italia nell'ottobre 1944 assieme al 3° scaglione della FEB. Il 10 ottobre con il mezzo da sbarco "LC-1- 116" i piloti e gli avieri della squadriglia furono trasportati a Livorno, e, in seguito, con alcuni camion a Pisa. Nell'aeroporto toscano il reparto di collegamento ricevette 9 aerei del tipo Piper Cub, con motore da 65 cavalli, equipaggiati solo con una radio e senza alcun tipo di armamento. Nello stesso periodo si aggregò alla squadriglia il magg. J.W. Buyers, ufficiale di collegamento USA, che svolse un magnifico lavoro di addestramento e preparazione dei piloti brasiliani. La Squadriglia di collegamento e osservazione effettuò 1.654 ore di volo, 682 missioni e più di 400 correzioni del tiro dell'artiglieria. Ogni pilota eseguì tra le 95 e le 70 missioni.

    Da parte sua il personale terrestre della FAB (Força aerea Brasileira) fece rientro in Brasile via mare con il primo scaglione che partì da Napoli il 6 luglio. I piloti invece furono selezionati e 20 di essi furono scelti per essere inviati nella base statunitense di San Antonio in Texas, dove ricevettero 20 nuovi P-47 Republic "Thunderbolt". Poi tutta la nuova squadriglia si spostò nella base aerea brasiliana di "Campo dos Afonsos" presso Rio de Janeiro, dove stabilì la sede operativa.

     

    Tratto da Il Brasile in guerra, di Andrea Giannasi

     

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