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Kathyn


Ospite intruder

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Ospite galland

La polemica notturna, veemente, mi porta a fare alcune osservazioni, di merito.

V’è da sperare che non tutti i russi (sono comunque molte decine di milioni) affrontino il loro passato di nazione come Siberia e Buqqer. personalmente ritengo che più che ribadire, per la millesima volta, i crimini del comunismo si dovrebbe rimarcare la sostanziale continuità del potere in Russia.

Un grande giornalista italiano, Concetto Pettinato che la visitò alla vigilia della prima guerra mondiale rese valida testimonianza di tale viaggio in un libro al cui inizio, descrivendo il palazzo dell’Ammiragliato a San Pietroburgo icasticamente afferma: “la Russia è amministrazione e polizia”. Dette parole possono essere trasferite dallo zarismo al regime sovietico ed a quello putiniano.

Vi è da sperare che i Russia, e non solo, proceda una conoscenza e riflessione del passato che NON rappresenta appannaggio di ristretti circoli di barbuti professori, ma piuttosto la possibilità data a un popolo di comprendere il proprio percorso.

Il primo popolo su cui il regime sovietico ha esercitato la propria violenza è proprio quello russo; che cosa significa allora voler negare, in modo assurdo, l’uccisione di alcune migliaia di ufficiali polacchi?

Ho letto che il corso putiniano prevede anche una certa rivalutazione, in chiave nazionalista del passato sovietico, quanto ho letto me ne fornisce eloquente conferma.

Nel topic inserito alcuni giorni fa (“Domenica 22 giugno 1941, il giorno di Barbarossa”), nell’imminente anniversario dell’invasione tedesca, uno dei materiali che ho portato a cognizione era un capitolo di un’opera del generale Piotr Grigorienko sulle condizioni in cui l’Armata Rossa dovette combattere nei primi mesi di guerra. Il mio ricordo, considerazione, affetto vanno a quegli uomini ed al loro sacrificio, non certo ai satrapi e burocrati di ieri ed oggi. Grigorienko pagò la sua denuncia con la degradazione e la clinica psichiatrica. Anna Politovskaja con la vita; debbo credere che in Russia chi ha qualcosa da dire contro il regime debba pagare con il carcere o con la vita?

Un’ultima considerazione Gorbacev riconobbe la responsabilità russa a Katin, anche lui era venduto all’occidente? Qualsiasi sia la parte politica di una persona la ragionevolezza dovrebbe farci convenire nella fortunata circostanza della presenza di un genuino riformatore alla guida dell’Urss nel momento della crisi finale di quel regime, con un altro uomo le convulsioni del trapasso avrebbero potuto essere infinitamente più violente e sanguinose in Urss e nei paesi satellite, non dobbiamo mai dimenticarlo.

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Non capisco la ferma perseveranza di Siberia di negare il fatto fin'ora accertato e consolidato nella memoria storica di mezza Europa.

 

Nonostante tutto, non voglio giudicare nessuno per quel che pensa.

 

Invece chiudo il topic, in quanto credo che gli argomenti si siano esauriti.

 

Saluto alla memoria dei morti di Kathyn.

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Ospite intruder

Caro amico, permettimi di chiamarti così, ti posso assicurare che non tutti i russi si comportano come Siberia e il suo clone. E questa è la ragione del mio incavolarmi con lui (loro?). Per quanto io capisca perfettamente che l'orgoglio nazionalista russo si sente in qualche modo offeso da un certo assalto occidentale (ne parlo spesso con mia moglie e i suoi familiari, alcuni dei quali erano nel KGB e nell'MVD, tanto per mettere le cose in chiaro), c'è tuttavia da dire che speculando su di esso per accusare chiunque parli dei crimini comunisti di offendere il popolo russo, non si fa che acuire la nostra sensazione che l'URSS sia risorta dalle sue cenere per mani di Vladimir Vladimirovich e che dobbiamo solo che averne paura.

 

 

P.S.: grazie a legolas per essere intervenuto. Questa risèposta era diretta a gallnd, comunque.

Modificato da intruder
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Ospite
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