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La fanteria russa moderna, capitolo 1


Rommel

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Organizzazione e tattica

 

Molto si è detto sull’esercito russo, ma mentre si ha ben presente la logica di guerra della fanteria occidentale, quella russa appare sempre nebulosa, mistificata da alcuni, discreditata da altri. Con questo articolo, primo di una sperata lunga serie di approfondimento, miro a portare alla luce la realtà nuda e cruda della fanteria russa, senza visioni di parte e senza particolari riferimenti sulla guerra in corso. Insomma, un’analisi tecnica ben definita.

I BTG FINO AL 2022

La principale pedina operativa delle forze terrestri sono i Battle Tactical Group, gruppi misti tattici a livello di battaglione, capaci, almeno in linea teorica, di essere indipendenti e mediamente attrezzati per ogni operazione standard assegnata alle truppe regolari. Un classico BTG comprende:

40 veicoli da combattimento di cui 10 BTR-80s, gruppi da 10 BMP-3s e 10 carri armati della rosa in dotazione, come T-72, T-80, T90 e/o recentemente T14.

32 veicoli del genio, controcarri e veicoli da trasporto pesante per munizioni e carburante.

4 veicoli di comando.

14 veicoli antiaerei.

Una batteria di 14 vettori d’artiglieria missilistica e 8 unità d’artiglieria convenzionale, più 7 mezzi per il trasporto del personale artigliere.

21 veicoli trasporto truppe con protezione varia, per un numero totale di 800 operatori sul campo.

I BTG russi dimostrarono la loro efficacia nelle guerre afghane e nel Caucaso dove la capillarità di una media capacità di fuoco si è sempre dimostrata ottimale contro piccoli gruppi di guerriglieri arroccati. Il risultato fu di una unità che, a differenza di un reggimento specializzato, per esempio di carri armati, potrebbe entrare in tutti i tipi di terreno e può effettuare una spinta teorica autosufficiente di 250 chilometri in combattimento.  Allo stato attuale, con la recente guerra in Ucraina, tale sistema è stato notevolmente messo in crisi a causa del numero insufficiente di operatori fucilieri puri, che al netto del personale guidatore e artigliere, è composto da soli 200 uomini. Ma il problema più grande è la gestione di questi gruppi, autonomi si, ma veramente troppo numerosi da poter controllare efficacemente in un conflitto su vasta scala.

Dal 2023 la logica BTG è stata abbandonata in favore di più classiche combinazioni di battaglioni e brigate, dove la distinzione si è spostata sul tipo di personale.

I REPARTI ORDINARI

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Nella Categoria dei reparti ordinari di fanteria possiamo considerare le unità meccanizzate e truppe con compiti di presidio. Il loro ruolo risiede nell’appoggio e nel supporto delle unità spendibili e quelle d’assalto (che affronterò successivamente). Altra mansione consiste nell’allestimento, miglioramento e difesa delle retrovie, pur conservando qualche capacità reattiva. Principalmente sono per il 30% soldati di leva, dai 19 ai 30 anni di età per la durata di un anno. Il restante 70% è composto da riservisti mobilitati e personale professionista. L’addestramento consiste in quattro mesi, al quale segue la specializzazione dei vari reparti. I primi convocati in caso di conflitto sono gli operatori ad alta specializzazione come medici, informatici, dronisti e ingegneri. Maggiore è la specializzazione, maggiore risulterà la permanenza nel reparto

I REPARTI D’ASSALTO

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In questa categoria rientrano a pieno titolo la Fanteria di Marina e i paracadutisti del VDV, utilizzati in primis per operazioni di carattere strategico come sbarchi o aviolanci, e successivamente ridimensionati a livello tattico. Sono caratterizzati da standard di addestramento mediamente molto elevati dalla durata formativa di cinque anni, più della fanteria ordinaria, caratterizzati da una mentalità d’impiego aggressiva. La durata del contratto è di 5 anni ed esso può essere sottoscritto soltanto da cittadini che abbiano la fedina penale pulita. Raramente li si può trovare su presidi o linee difensive, in quanto considerato ruoli di basso rango, mentre a loro sono preclusi i ruoli di manovalanza come l’allestimento trincee, lotta contro-partigiana e le missioni ad alto rischio, di puro appannaggio alle unità spetsnaz. Ovviamente, a livello di attrezzature e veicoli sono i meglio equipaggiati.

I REPARTI SPENDIBILI

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I reparti definiti spendibili sono principalmente tre: gli Shtorm-Z, i Bars e le formazioni separatiste, incorporate a pieno titolo nei ranghi dell’esercito russo. Detto brutalmente, sono le vere e proprie unità “carne da cannone” che avvantaggiano tutti gli altri reparti.

La base di reclutamento dei separatisti è rappresentata dalla coscrizione obbligatoria e da meccanismi di mobilitazione particolari, attuati nei territori occupati. Truppe di bassa lega, addestrate sommariamente, dell’altissimo numero di diserzioni e renitenze.

Gli Shtorm-Z sono unità composte da carcerati a cui è stata data la possibilità di riscattare le condanne penali qualora sopravvivono per un periodo di sei mesi al fronte. I primi ad adottare questa pratica, e i primi ad abbandonarla dopo pochi mesi furono i PMC Wagner in accordo con le autorità militari russe. Allo stato attuale sono organizzati a livello di compagnia e costituiti da soli criminali comuni. L’addestramento è certamente superiore a quello delle truppe separatiste, seppur sufficiente, e armi certamente più pesanti comprese quelle anticarro.

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Infine ci sono i BARS, tutti volontari da quelle realtà che orbitano attorno alla Madre Russia come i Cosacchi, i Ceceni, ma anche emarginati, tossicodipendenti, circoli nazionalisti e abitanti dei remoti villaggi dell’est, attratti da paghe decisamente più alte (minori chiaramente di quelle delle truppe professioniste) della categoria combattente alla quale appartengono. Inoltre, ad essi vengono riconosciuti bonus economici per la distruzione di carri armati, elicotteri, aerei o pezzi d’artiglieria. A differenza di quello che si può immaginare, sono proprio i BARS ad aver dimostrato in numerose guerre un alto morale e una combattività abbastanza elevata (complice anche l’appartenenza di un numero consistente di loro a gruppi ultra-nazionalisti e ultra-ortodossi).

IMPIEGO

Fatta la distinzione delle tre grandi categorie di fanteria, si può approfondire la metodologia di impiego. In una avanzata standard, i primi a muovere sono i reparti spendibili, con continui e ripetuti attacchi a ondate alle postazioni nemiche. Lo scopo principale consiste nella scoperta delle isole difensive o di trovare i punti vulnerabili delle trincee avversarie, se necessario, con l’ausilio delle truppe ordinarie (a intervento comunque secondario rispetto alle spendibili). Essi non partecipano alla difesa del fronte ma organizzano i contrattacchi in caso di sfondamento e indebolimento dei reparti ordinari. In queste ripetuti attacchi, orchestrati da varie direzioni in maniera tale da distrarre il fuoco nemico dalla penetrazione dei reparti d’assalto, contribuiscono inoltre all’esaurimento delle munizioni nemiche. Principalmente quindi, costituiscono da soli circa il 70% delle perdite campali in battaglie che possono durare ore. Dato il carattere quasi suicida di queste azioni, le truppe spendibili di fatto hanno un equipaggiamento dozzinale, eterogeneo e spesso antiquato (qualche fucile mitragliatore RPK e vecchi RPG-7 danno solo marginalmente più potenza di fuoco a vecchissime armi ex ordinanza come i Mosin-Nagant e primissime versioni degli AKM).

Man mano che la situazione al fronte viene a delinearsi, e vengono scoperte le falle, i battaglioni vengono ricostituiti da truppe ordinarie, con allegati contro-carri, tiratori scelti e mortai. Tutto questo avviene a circa una distanza di due kilometri dalle trincee nemiche, mentre ciò che rimane delle truppe spendibili viene fatto arretrare con lo scopo di scavare trincee, allestire postazioni protette o innalzare barriere difensive, oltre che a rifornire di munizioni le truppe ordinarie. A questo punto arrivano gli osservatori di artiglieria, accompagnati da specialisti di droni. E inizia il bombardamento d’artiglieria. Solo ora inizia il vero e proprio sfondamento del fronte tramite i reparti d’assalto, finora in attesa nelle retrovie su postazioni protette costruite dai reparti spendibili.

Doveroso riportare che nella realtà, le trincee russe non sono quelle lunghe distesa di fossati da prima guerra mondiale. Sono invece grosse postazioni disposte a 180°, i cui lavori di costruzione cominciano non appena postazioni d’interesse vengono occupate anche sotto il fuoco nemico, con o senza il supporto del genio militare, talvolta scavandole a mano da parte delle sovra-sfruttate truppe spendibili. Tali strutture vengono poi rinforzate con cemento, tronchi d’albero abbattuti e sacchi di sabbia, bunker improvvisati e larghe distese di campi minati sempre disposti a 180° attorno alla trincea. Se per qualche motivo il nemico sfondasse, si ritorna al ciclo iniziale.

 

 

 

Fonti:

Panorama Difesa

Wikipedia

Armi della fanteria russa

La fanteria di marina russa (aresdifesa.it)

I gruppi tattici del battaglione impiegati dalla Russia nella guerra con l'Ucraina (reccom.org)

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