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Special Operation Craft MK VI


Rommel

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Special Operation Craft MK VI

 

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L'uso da parte del US Navy di molteplici unità leggere specializzate ha permesso l'accumulo di notevoli esperienze tecniche di sviluppo. Per citare un esempio, le MK V destinate ai Navy Seal o le Combat Boat 90H svedesi, adottate per l'uso fluviale; in comune queste imbarcazioni hanno la polivalenza in molteplici missioni, dal patroling all'appoggio al fuoco in situazioni di sbarco/imbarco in territorio nemico. Ciò si è tradotto in un parco nautico specializzato ma variegato, con tutte le relative complicazioni logistiche e dispendio di dollari. l'opportunità arrivò con l'uscita di servizio della MK V (vedasi articolo precedente) con i suoi difetti di progettazione e la mancanza di unità fluviali di progettazione nazionale. L'idea di base era di dotare le forze speciali di mezzi che superassero le carenze delle imbarcazioni precedenti, creare un buon prodotto per l'esportazione e che contemplasse le filosofie costruttive ampliamente collaudate dalla CB90H, creando quindi una motovedetta polivalente di nuova generazione.

Lo studio della sostituta della Mk V fu portato avanti parallelamente nel 2006 dalla Maine Marine Manufacturing in collaborazione con l'università di Maine, la quale portò allo sviluppo del “Mako”, costruito su stampo della Mk V ma con l'uso di materiali esotici in sostituzione dell'alluminio. Sebbene il miglioramento fu notevole, il progetto venne scartato (poi successivamente utilizzato per compiti di polizia marittima) in quanto non riusciva a soddisfare tutti i requisiti avanzati dall'US Navy. L'imbarcazione scelta fu la seconda, quella in competizione con il “Mako”, la MK VI sviluppata dalla Safe Boat International. La maggiore spaziosità interna , l'alto livello tecnologico uniti alla compatibilità di trasporto nelle stive delle navi anfibie LHD, LPD e LSD hanno pesato notevolmente sulla scelta tra i due prototipi.

La marina americana firmò un contratto iniziale, compreso di ricerca e sviluppo, di 36,5 milioni dollari per 6 unità nel 2012, successivamente incrementando l'ordine di ulteriori 4 imbarcazioni per 34,5 milioni di dollari nel 2014 con l'opzione di 2 unità aggiuntive (confermate nel 2015), per un piano d'acquisizione totale di 48 unità per ulteriori 52,2 milioni di dollari. La fabbricazione delle Mk VI trovò base nel porto LCPF di proprietà della marina a Tacoma, a Washington. Nel agosto 2014 fu autorizzata la produzione del primo lotto di 12 esemplari successivamente affidati alla forza NECC per le valutazioni operative nel 2015. l'entrata in servizio delle 12 motovedette è previsto entro il 2018. A titolo di prova e addestramento dell'equipaggio, 2 Mk VI sono state schierate a fianco delle CB90H nel Coastal Riverine Group 2 dell'US Navy nel settembre 2015, a supporto della 5° flotta nel Golfo Persico. 4 Mk VI seguirono un'intensiva fase di test e addestramento dell'equipaggio con l'appoggio della portaerei CVN 70 “USS Carl Vinson” nell'operazione addestrativa COMPTUEX.

 

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I molteplici ruoli a lei assegnati spaziano dal patroling in aree litoranee, sorveglianza, intelligence e counter-intellicence, comando, ricerca e soccorso medico, sbarco e imbarco di operatori in assetto bellico, appoggio al fuoco, difesa dei porti strategici e scorta alle unità maggiori della marina in mare aperto, dimostrando quindi un'operatività in ogni scenario bellico acquatico. Le buone prestazioni ne consentono l'utilizzo anche come intercettore nella lotta al traffico clandestino, con l'appoggio dei Seals può svolgere attività coordinate con i caccia-mine per la bonifica di tratti di mare minati. Sottolineando l'ultimo punto, la USN presentò la Mk VI in Bahrain in concomitanza con l'International Mine Countermeasures Exercise (IMCMEX) nell'aprile 2016.

 

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CARENA E STRUTTURA

 

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Lo scafo è planante con geometria a V profonda in alluminio blindato, con lunghezza fuori tutto di 26m, larghezza di 6,7 m, pescaggio di 1,2 m per un dislocamento di 65 t più 5 t di carico addizionale. Possiede uno spigolo accentuato dal tagliamare superiore fino alla parte centrale della linea di galleggiamento, adottando un profilo a pattino, per poi proseguire come sfaccettatura raccordata all'opera viva. Questo disegno permette di raggiungere una buona stabilità durante la planata ad alta velocità pur mantenendo un'ottima stabilità con il mare mosso. Sul dritto di prua spicca un'apertura rettangolare a dividere le murate, rinforzata con paracolpi e dotata di scalino integrato, questo per permettere la salita e la discesa degli operatori dalla parte frontale. A differenza della Mk V le murate sono verticali a vantaggio di un dislocamento aumentato ma penalizzando la riflessione radar. Sui masconi di prora sono presenti tre ombrinali per il deflusso di eventuale acqua imbarcata oltre la soglia del paraonde. Al centro delle fiancate è presente (sia a dritta che a sinistra) un'apertura ad altezza sfalsata, la quale espone a mare una pedana accessibile da poppa e da prua tramite due scalette. Durante la presentazione dei prototipi, lungo tutte le fiancate era presente un bordo rinforzato al fine di migliorarne la protezione e la stabilità, successivamente abbandonato sulle unità di serie. La poppa conserva la polivalenza d'utilizzo della progenitrice, presentando una superficie nell'opera viva a specchio ma carenata lateralmente con un profilo a volta; la parte superiore presenta una superficie piana inclinata direttamente sul mare al fine di caricare o scaricare RIB d'assalto ed eventuali UAV, USV o UUV da ricognizione. Il ponte, come accennato, è protetto frontalmente da un paraonde e prosegue per tutta l'imbarcazione sotto il livello delle murate. Al fine di consentire il passaggio e le attività degli operatori, due passerelle amovibili bypassano i due pozzetti ricavati sulle fiancate. Creando di fatto due passavanti di continuità intorno alla tuga. Nella parte poppiera è possibile effettuare operazioni di manutenzione, riparazione e armamento di RIB, istallare postazioni armate o allestire una rampa a telaio per il lancio di UAV da ricognizione. Lungo il perimetro, ad accezione della prua, vi sono battagliole fino ai giardinetti, dove due gavoni laterali fungono da deposito d'utilità.

 

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La tuga, anch'essa in alluminio e dotata di blindatura, si mostra con un frontale aggressivo dall'inclinazione accentuata e multi-sfaccettata, migliorando la visibilità attraverso i vetri blindati. La vetratura è di ispirazione aeronautica, per consentire la visibiltà orizzontale al timoniere fino a 180° e un'ampia visibilità verticale grazie alla seconda linea vetrata superiore. Nella struttura principale a proravia trova posto la cabina di comando e navigazione. La sezione di poppa, dotata di portello di dritta e di sinistra, anch'essa vetrata, pone rimedio alla carenza di protezione della Mk V isolando gli operatori imbarcati o la squadra di Seal dall'esterno mantenendo l'accesso a tutti i locali di bordo. Un eventuale protezione a poppa, esterna alla tuga, è costituita da un tendalino su un telaio sospeso, estensibile all'occorrenza. Nella parte superiore della tuga si estende un fly bridge, protetto da battagliole, dove trova posto l'armamento contraereo, la postazione di vedetta, una contro plancia (accessibile direttamente dalla cabina di comando di prora) e l'albero con la suite elettronica. Anche nel fly bridge è possibile l'istallazione di un telaio tendalino o di una postazione di tiro blindata, entrambe abbattibili rapidamente.

 

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La cabina interna pone l'accento su una dotazione tecnologica molto sofisticata, con schermi LCD in per la visione perimetrale, guida notturna e all'infrarosso, controllo remoto delle armi, visione di tutta la suite elettronica di navigazione e condivisione dati con tutta la flotta americana. Dietro ai piloti, le workstation sono integrate nei sedili. L'imbarcazione ospita 10 operatori più 8 persone imbarcate; tutti i sedili sono ammortizzati e molta cura è stata posta al confort, all'isolamento acustico e termico interno. Sotto coperta a prua è presente il gavone contenente il salpa ancora e successivamente il modulo abitativo. Centralmente i serbatoi di carburante sono corazzati con piastre balistiche, al pari della sala macchine a poppavia, al fine di garantire la sopravvivenza degli apparati di movimento sotto il fuoco nemico. A poppavia della tuga è possibile l'istallazione di apparecchiature mediche, diventando di fatto una postazione avanzata di soccorso.

 

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APPARATO DI PROPULSIONE

 

I propulsori sono situati centralmente a poppavia dell'imbarcazione, su piattaforme parallele. Essi sono due MTU 16V2000 M94, ognuno diesel quattro tempi bi-turbo con intercooler, 16 cilindri a V, distribuzione a quattro valvole per cilindro, 35700 cc di cilindrata, alesaggio 135 mm x corsa 156 mm, 2600cv a 2450 rpm per un consumo medio di 502,8 L/h. Raffreddamento a fasci tubieri, con cassa di compenso acqua dolce/acqua di mare e pompa di presa a mare integrata. L’iniezione è diretta tramite apparato common rail e centralina programmabile ECU (la quale gestisce la velocità di rotazione all’asse, il timing e la pressione d’iniezione, la sovralimentazione sequenziale, livelli multipli di sicurezza come il taglio della potenza erogata e l’arresto d’emergenza). I collettori di scarico sono a tre vie in modo da limitare le alte temperature e pulire i flussi, aumentando il rendimento nei turbo; sono inoltre raffreddati ad acqua. La gestione del motore è affidata ai sistemi MCS (Monitoring Control System) e RCS (Remote Control System), i quali gestiscono anche la sicurezza e la diagnostica di tutto l’apparato di spinta grazie l’FMEA (Failure Mode and Effect Analisys). Al fine di evitare possibili incendi, tutte le parti sono annegate in agenti schiumogeni ignifughi. Tutti i parametri e la gestione dei controlli motore è affidata a un pannello LCD in plancia quale il LOP (Local Operating Panel) e un’interfaccia modulare SPU (Systembus Processing Unit).

 

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I due motori sono collegati a due riduttori e successivamente a due idrogetti Hamilton HM651 tramite linea d'asse, dotati di sterzo a comando idraulico HFRC, presa a mare in alluminio e inversore di spinta “a cucciaio”, incernierati all’ugello; la girante interna eroga una potenza massima intermittente fino a 2991 cv a 1304/1407 rpm e una potenza massima continua di 2379 cv a 1220/1316 rpm (valore comprendente anche di fenomeni di cavitazione interna).

 

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A livello di prestazioni permette una velocità massima a pieno carico di 30 nodi, 45 nodi in configurazione standard; l'autonomia è di circa 750 miglia nautiche a 25 nodi, 690 miglia nautiche a 30 nodi.

 

SISTEMI DI NAVIGAZIONE

 

Come la precedente MK V, dispone di una suite elettronica “allo stato dell'arte”: radio VHF, HF, UHF, radio CB in AM/FM e SatCom (tutte collegate a criptatori di segnale). Radiogoniometri, radar Furuno 1715, LORAN-C e GPS gestiscono la navigazione anche in automatico tramite Plotter e pilota automatico. Trasponder IFF associato al sistema d'arma e sistemi informatici per la guerra Network-Centrica, elaborazione dati e sopravvivenza C4SI.

 

APPARATO OFFENSIVO E DIFENSIVO

 

La piattaforma difensiva primaria consiste in 2 torrette remote sopra al fly bridge (a poppavia e a proravia) Kongsberg Sea Protector MK50 (versione navalizzata in dotazione all'US Navy del M153 Protector), girostabilizzate sui tre assi, con videocamere diurna a colori VIS95, telemetri laser LRF e videocamere termiche IR. Il puntamento e la stazione di controllo sono su schermi LCD integrati nei sedili, a loro volta collegati all'elaboratore dati centrale della motovedetta. Il processore dati del Sea Protector elabora autonomamente il tracking (in collaborazione con l'IFF dell'imbarcazione) e i calcoli balistici. Il sistema di scoperta è indipendente dall'arma da fuoco consentendo la continuazione della ricerca a 360° anche mentre l'arma sta aprendo il fuoco sul bersaglio designato. Le mitragliatrici remote sono da 12,7 mm.

La bocca di fuoco principale è un cannoncino leggero a catena Bushmaster MK38 da 25mm, con un rateo di 200 c/min, anch'esso remoto gestito direttamente nella plancia principale, con dispositivi di puntamento opto-elettronico e capacità di auto-tracking del bersaglio.

Ulteriore dotazione basica comprende 6 mitragliatrici cal. 12,7mm Browning M2HB, sostituibili con mitraliatrici FN M240 da 7,62 mm, mitragliatrici a canne rotanti M134 Minigun o lanciagranate MK19 da 40 mm. Nell'arsenale della Mk VI, all'occorrenza, è possibile l'istallazione di batterie di missili guidati BGM 176B Griffin, a guida laser o GPS.

La MK VI come accennato può ospitare due RIB d'assalto Zodial Milpro MK V, oltre a tutta l'attrezzatura necessaria ai Navy Seal per lo svolgimento delle loro missioni.

 

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https://www.kongsberg.com/en/kog/news/2013/september/the-sea-protector-mk50-supporting-the-us-navy/

http://www.navy.mil/navydata/fact_display.asp?cid=4200&tid=2600&ct=4

http://www.naval-technology.com/projects/mk-vi-patrol-boats/

https://en.wikipedia.org/wiki/Mark_VI_patrol_boat

http://navaltoday.com/2016/11/10/mark-vi-patrol-boat-in-first-drill-with-aircraft-carrier/

http://www.defensenews.com/story/defense/naval/ships/2016/04/13/us-navy-patrol-boat-mark-vi-debuts-arabian-gulf/82985870/

http://www.militaryaerospace.com/articles/2015/07/navy-patrol-boats.html

www.safeboats.com,

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