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Quando navi e aerei corrono su strada


Rommel

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Quando navi e aerei corrono su strada

 

Quando si associa la parola trasporto con nave o aereo la definizione è una sola: cargo; alludendo al fatto che i mezzi di terra vengono quasi sempre caricati su velivoli o navigli, i quali gli permettono di spostarsi in un qualsiasi punto del globo. Ma chi trasporta sia le imbarcazioni sia gli aerei via terra? Domanda scontata, ma non troppo.

 

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Trasportare aerei su strada, paradossalmente, può risultare meno complicato di quanto sembri; un distinguo però va fatto sulle dimensioni e sul peso del carico in questione. Per la movimentazione di un aereo caccia è sufficiente un pianale rinforzato, non diverso da quelli comunemente usati per il trasporto delle grandi macchine per movimento terra. Il connubio tra materiali leggeri e modularità degli aerei permette di caricare interamente un aereo di dimensioni contenute, o suddividerlo in fusoliera, ali, coda e motori a parte, quindi utilizzando una flotta di veicoli pesanti caricati a medio carico

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Generalmente è sufficiente l’utilizzo di una motrice munita di rimorchio per i piccoli aerei da turismo, mentre generalmente per il trasporto degli aerei militari (o comunque jet di pari classe in quanto a peso/dimensioni) vengono utilizzati camion pesanti dotati di ralla e semirimorchi con pianale a collo d’oca, quindi non solo militari ma anche civili. L’uso dei pesanti trattori d’artiglieria e dei camion porta-carri è decisamente sconsigliato visto il consumo degli stessi, la tipologia del carico e il lavoro che sono chiamati ad eseguire.

 

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Un discorso a parte va fatto per il trasporto di navi e imbarcazioni in generale. Il rapporto dimensione/peso costringe non solo al ripensamento degli itinerari stradali, ma a tutto l’apparato logistico di trasporto. Nelle imbarcazioni civili leggere il fattore chiave riguarda la dimensione, problema risolvibile dotando l’unità motrice di rimorchi ribassati e sagomati “fuori standard” dedicati alla classe nautica trasportata. il concetto si complica per lo spostamento di grandi battelli come navi da guerra o sottomarini.

 

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Per poter spostare unità navali sull’ordine delle 600 tonnellate minime sono necessari mezzi particolari come i moduli SPMT (self propelled modular transporter). Essi hanno un telaio a griglia componibile per l’utilizzo di più piattaforme mobili SPMT in contemporanea, con accoppiamento fianco-fianco o testa-coda. Le ruote possono essere singole o gemellate, ruotanti attorno ad un asse centrale verticale (ciò gli permette di ruotare indipendentemente di 360° in ogni direzione); il movimento di ogni singolo comparto ruote segue istruzioni computerizzate dedicate; ogni linea ruotata può essere costituita da 4 fino a 8 assi per una soglia di carico di 44 tonnellate per linea d’asse. L’insieme di telaio e apparato ruote costituisce un modulo, al quale è possibile istallare una cabina di guida o l’utilizzo in remoto, un propulsore e i sistemi d’aggancio ad una motrice trainante. Il sistema di ammortizzazione e sospensione consente un’escursione di 60 cm per le operazioni di carico e scarico, oppure per bilanciare l’inclinazione in beccheggio e in rollio del mezzo, in base al fondo stradale.

 

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Nota particolare è la capacità di sterzata a raggio 0, ponendo le ruote centrali (designate e gestite dal computer anche in caso di associazione con altri moduli) a cerchio, e le ruote intorno a formare un angolo con incidenza variabile. La propulsione (per i moduli autopropulsi) è affidata a dei motori elettrici situati in ogni apparato ruota, dotati di un’efficiente sistema di convertitori di coppia e gestiti elettronicamente, l’alimentazione tramite generatori è fornita da uno o più motori diesel. L’attuale record del mondo di spostamento, raggiunto nel 2010, per l’SPMT è di 15000 tonnellate (ottenuto dalla ditta Sarens).

Da notare una fregata FREMM della Marina Militare Italiana sopra un veicolo SPMT.

 

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