Una foto del Losharik, ormeggiato a un molo galleggiante (ultima foto in fondo).
Una nuova classe di sottomarini d'attacco russi (di quinta generazione) sarebbe in avanzato stato di sviluppo. Nucleari e non. Quelli nucleari risponderebbero al nome di: "Progetto Laika" (o "Husky"). Questi sottomarini riprenderebbero la tradizione di sottomarini d'attacco dalle caratteristiche molto spinte, come quelle dei vecchi "Lira" (Alfa, nella Nato). A differenza degli Alfa però, le dimensioni sarebbero nettamente aumentate, pur rimanendo inferiori a uno "Yasen". Se un Alfa era lungo circa ottanta metri e dislocava tremila tonnellate, un moderno "Husky" dovrebbe dislocare fino a tredicimila tonnellate, mantenendo però numerose caratteristiche in comune con gli Alfa e in alcuni casi superandole. Il nuovo sottomarino dovrebbe essere costituito in larga parte da polimeri di carbonio. Questo, unito a un doppio scafo multistrato con materiali assorbenti dovrebbe renderlo a bassissima osservabilità per quanto riguarda i sonar e i MAD nemici. Come per gli Alfa, la velocità in immersione eccederebbe i 41 nodi, il reattore nucleare sarebbe un "fast reactor" raffreddato a metallo liquido, ma senza gli svantaggi dei reattori degli Alfa. Due versioni ipotizzate, una anti-sottomarino, che avrebbe come primo bersaglio i sottomarini lanciamissili Ohio e Vanguard e una anti-nave, fatta per attaccare e distruggere gruppi di portaerei, usando nuovi missili come lo Zircon ipersonico, capace di 8 Mach. Come per gli Alfa e i derivati, anche gli "Husky" avranno un singolo sistema di controllo integrato automatizzato, che riduce il numero dei membri dell'equipaggio e rende anche possibile istallare a bordo un sistema di espulsione per il salvataggio in caso di disastri, che nei sottomarini russi in genere dovrebbe essere ospitato come parte integrante della torretta (vela?) del sottomarino. Come gli Alfa, anche gli Hursky dovrebbero essere l'equivalente marino di un caccia intercettatore, con alta velocità, manovrabilità e potente armamento. Gli Alfa mantenevano il reattore sempre acceso, anche in porto, dove attendevano l'ordine di partire. Questo per non causare il raffreddamento e la solidificazione del refrigerante del reattore (cosa che in un caso pare sia successa, sembra senza gravissime conseguenze). Pochissime basi in URSS potevano garantire la manutenzione e l'assistenza per gli Alfa (sembra meno di 5) e i loro reattori erano soggetti a usura precoce e il loro smaltimento si è rivelato molto costoso, al punto da richiedere investimenti stranieri (se ho capito bene).
https://ru.wikipedia.org/wiki/Хаски_(подводная_лодка)