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colombo37

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Risposte pubblicato da colombo37

  1. Alberto, sei forte! La scelta è inusuale, comunque interessante, sul risultato modellistico non c'è dubbio che sarà ottimo. Uscendo per un momento dal campo specifico, è interessante notare che il sito Wikipedia da te citato, parla dell'aereo in questione in modo molto poco lusinghiero (armi difettose, instabilità, pilotaggio difficile ecc.);in proposito lo scorso anno mi sono letto un libro di uno storico israeliano, che descrive le vicende della prima guerra arabo/israeliana e, naturalmente, parla della creazione e operatività dell'arma aerea in Israele.

    Bene, costui afferma che i piloti si erano trovati benissimo con gli aerei tedeschi/cecoslovacchi, i quali (sempre secondo lui) avevano surclassato gli aerei in mano agli egiziani, e, in particolare, gli aerei di costruzione italiana. Tenuto conto che il prodotto italiano altro non era che un derivato dei Macchi Mc205 e FIAT G55 , senz'altro buone macchine, ci sarebbe da fare qualche considerazione sull'attendibilità di ciò che si legge, in particolare quando non si è esperti del ramo. Scusa la digressione, buon lavoro e tienici al corrente del work-in-progress.

  2. Sono veramente stupito dalle fotografie di questi modelli! Ritengo però che le difficoltà intrinseche in tale tecnica siano tali da scoraggiare anche un discreto modellista ....... o no? Possedendo adeguate qualità forse si potrebbe anche tentare, ma purtroppo non tutti sono in grado di creare codici miniati o minisculture in avorio come quelle che si vedono in certi musei. Parlo per me, ovviamente, comunque complimenti a chi è riuscito a realizzare quella bellissima nave.

  3. Bellissimo! Confesso che un poco di invidia la provo. Ancora complimenti per la scelta del soggetto, certamente non facile sia per la ricerca storica che per i dettagli da autocostruire. In attesa del tuo prossimo capolavoro.

  4. Dopo un mesetto di lavoro ecco il modello finito. Nulla di speciale, solo, ritengo, un onesto lavoretto. Questa volta ho tentato di "invecchiare" il modello, ma sull'argomento ho evidentemente ancora molto da imparare. Prevengo una giusta critica: l'insegna personale del colonnello Scott è un poco spostata in avanti rispetto all'originale, me ne sono accorto esaminando meglio le foto dell'aereo; a questo punto non c'è nulla da fare, me lo tengo come è.

    Devo rimarcare l'ottima qualità del kit (Hasegawa) i cui pezzi sono stampati con particolari ben fatti, e combaciano veramente bene .

    A questo punto, per il prossimo lavoro e sempre rimanendo sul tema degli aerei da caccia del periodo 1941-42, potrebbe starci un aereo giapponese; lo "zero" però è troppo sfruttato, e poi lo inquadrerei nel tema "Guerra nel Pacifico", per cui sto pensando a un Ki43 Oscar. Quando avrò deciso mi farò vivo di nuovo.

    Buon modellismo a tutti

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  5. Anche io ho ripreso da circa un anno la passione che avevo da ragazzo; all'epoca le scatole di montaggio erano poche e decisamente orribili, se paragonate alle attuali, quindi questa ripresa mi ha riservato belle sorprese. Buona la scelta della scala 1/48, per ragioni di ingombro e, non ultima, anche di prezzo. Con una spesa affrontabile ci sono poi in commercio le fotoincisioni, che aggiungono ai modelli particolari che nulla hanno da invidiare per precisione alle scale più grandi, anche se vanno maneggiati con tecnica da orologiaio. Per non disperdere troppo le possibilità di scelta, ti consiglio di decidere un tema e di operare sui relativi soggetti; ne ricaverai una bella soddisfazione. Buon lavoro!

  6. Io prenderei lo stesso verde se acrilico e mischiandolo con della china nera molto "acquosa"ripasserei le paratie laterali nelle ordinate,il sedile dei P40 era alluminio con cinghie color cuoio un dettaglio che spesso sfugge ma documentato.

    Occhio a una particolarità dei P40E senza l'antenna dorsale,i cavi antenna uscivano poco prima delle estremità alari e s'incontravano/incrociavano sulla deriva,fora prima le aree alari interessate e meglio ancora fissa i cavi prima sulle ali,evita lo sprue,basta il filo da pesca fine.marco

    Grazie del consiglio. In effetti le fotoincisioni Eduard che ho usato per i particolari permetterebbero di sostituire il sedile in plastica della scatola con uno in metallo da piegare in forma, ma i bordi di giunzione si vedono alla grande e non mi soddisfano affatto, si vede lontano un miglio che il risultato è brutto. Se me la sento tenterò di riverniciare il sedile di plastica in colore alluminio (anche se le istruzioni lo danno in verde kakhi) ma temo di fare un taccone peggiore del buco. Ci penserò. La figura della scatola riporta chiaramente le antenne come dici tu, che realizzerò con filo da pesca sottilissimo.

  7. Ho iniziato un nuovo modellino, sempre in 1/48. Nell'ambito degli aerei famosi del periodo iniziale della WWII, dopo il Me109E, lo Spitfire Mk5 e il Macchi Mc200 ho scelto di fare il P40E, e, come potete ben immaginare mi sono orientato verso le famose "Flying Tigers". L'unità scelta è l'aereo del colonnello Scott, operante in Cina nell'autunno 1942, e già con insegne USA. La scatola è dell'Hasegawa, molto ben fatta anche se molto cara. Per il momento ho finito il cockpit, di cui allego le foto.

    Richiesta di consiglio: le dimensioni dell'oggetto sono circa 2,5x1,7 cm, e francamente si fa fatica a vederne tutti i particolari già ora che non è inserito nella fusoliera. A parte qualche segno argento di scrostatura sui pedali e un pò di diluito nero per evidenziare le tubature, pensate si debba fare qualche ulteriore aggiunta? Grazie.

     

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  8. Interessante il compendio di quantità fatto da Alberto. In pratica, trascurando i Reggiane di cui sono stati costruiti poche centinaia di esemplari, appare che l'unica serie di cui si sono sfruttate le capacità di sviluppo è stata quella degli aerei Macchi. La produzione FIAT, anche se ragguardevole (in termini di quantità italiane), non appare avere caratteristiche di sviluppo convincenti; non si può di sicuro affermare che le linee di produzione dei CR32 e CR42 fossero immediatamente utilizzabili per il G50!

    La riduzione delle ore di fabbricazione degli aeroplani USA in funzione delle quantità prodotte è un classico esempio che si studia nei seminari di organizzazione del lavoro, è la famosa "economia di scala". Certo l'industria italiana dell'epoca non era in grado di sfornare le quantità uscite dai contemporanei paesi in guerra, ma una più accorta distribuzione degli ordini (e mi rifaccio al mio post precedente) non ci avrebbe sicuramente messo in condizioni pari alla Germania, ma diverse centinaia in più di unità prodotte ci avrebbero fatto comodo.

    Che poi fossero fatti in FIAT o presso Macchi non ha importanza, i tedeschi hanno fatto produrre lo stesso tipo di aereo a fabbriche diverse su licenza, evidentemente imposta da responsabili che di organizzazione industriale se ne intendevano.

  9. "Standardizzare" in Italia?? Come costringere Mozart a scrivere marcette per bande di quartiere: Zumpappà - Zumpappà - Pum - Pum.

    Quando si capirà, da noi e all'estero, che noi siamo geneticamente diversi da tutti gli altri?????

    Secondo me non si tratta di genetica, ma di cultura civica e di Patria. Non dimentichiamo che il motto imperante in tutta Italia fin dal 1500 era "Francia o Spagna, purchè se magna....." e, con le dovute eccezioni e modifiche, penso che il concetto valga a tutt'oggi.

    Posto che (secondo le teorie) col tempo si dovrebbe migliorare, se facciamo una considerazione sui recenti scandali di corruzione, possiamo benissimo immaginare che florilegio di camarille vi sia stato all'epoca per accaparrarsi i grassi ordini dovuti alla guerra. Un pò per uno non fa male a nessuno, dicono, ma invece tanti tipi diversi di aerei e in poca quantità si è dimostrato che hanno fatto male, e molto!

  10. Allora mi vuoi proprio male!!! La versione "glass nose" è ESATTAMENTE quella che vorrei fare io... madò, con tutto quel po' po' di "detail set" sarà una goduria farlo e ancor di più vederlo finito. Come fai a resistere davanti ad un modello simile?? Io avrei già mollato la scuola piuttosto :rotfl::rotfl::rotfl:

    In effetti, avendo tempo e molto spazio (un B25 in scala 1/32 ha un'apertura alare di circa 70 cm.....) l'avventura dell'amico Paolo è senz'altro affascinante. Però con tutti i materiali aggiuntivi da mettere in posizione, l'impegno in termini di tempo necessario non è trascurabile. Il mio consiglio (da vecchietto) sarebbe di non fare il Giamburrasca e quindi di tenere in debito conto anche gli impegni universitari!

  11. Posso darti qualche piccola dritta, io ho ripreso il modellismo da poco tempo e quindi la mia esperienza non è altissima, comunque....

    Dopo la verniciatura con l'aerografo, che suppongo avvenga con colori opachi, occorre di solito dare una mano di trasparente lucido, necessaria per non far vedere i bordi delle decals. A questo punto con un pennellino sottile intinto nel colore ad olio molto diluito (io uso anche le tempere) si ripassano le pannellature e i rivetti. La superficie lucida permette al colore di scorrere con facilità e di riempire tutti i piccoli solchi. Essendo il colore molto diluito, è facile pulire con un cotton-fioc le eventuali sbavature, senza inficiare la precedente colorazione delle pannellature. Ottenuto il risultato che si desidera, occorre una ulteriore mano di trasparente lucido per fissare il tutto, oppure si può anche passare alla applicazione delle decals, che richiedono successivamentre una mano di trasparente lucido. Evidentemente se il modello richiede una finitura opaca si deve infine ripassare il tutto con una mano finale di trasparente opaco. Spero di esserti stato di aiuto, quanto sopra è una tecnica elementare che evidenzia solo le pannellature e non produce effetti di apparenze tridimensionali.

    Per modelli di aerei con finitura in colore chiaro le tecniche sembrano essere molto più complicate, io non le ho ancora sperimentate. Buon lavoro.

  12. Il mio "speriamo" riferito ad un coinvolgimento della lega era ironico.Al di la delle questioni politiche è comunque triste che per colpa dei partiti (che obbligano a pagare le tangenti) e non certo della magistratura a mio avviso, Finmeccanica ne esce decapitata e indebolita.

    Le tangenti da pagare in certi paesi per ottenere gli ordini (particolarmente per quanto riguarda gli armamenti) sono purtroppo la norma, e personalmente non mi sento di condannare un responsabile aziendale che le concede per creare opportunità alla sua azienda, ammesso che l'operazione sia ristretta ai rapporti tra committente e fornitore. Se invece parte dei denari delle tangenti prendono altre vie sporche, allora è opportuno e giusto che la magistratura faccia la sua parte. Stabilito questo, dato che non conosco tutti gli aspetti della faccenda, mi chiedo: se è intervenuta la magistratura in una questione che avrebbe potuto rimanere secretata nell'ambito aziendale, chi ha sollevato il polverone? E a quale scopo? Se si tratta di una faida aziendale o, peggio, politica allora dobbiamo concludere che per bassi interessi pseudo-personali, in Italia qualcuno nemmeno considera il rischio di mandare in malora un capisaldo dell'industria avanzata. E di conseguenza non ce la si prenda con i magistrati, ma con questi gaglioffi.

    Comunque staremo a vedere, anche se non mi aspetto molti chiarimenti a breve.

  13. Grazie degli apprezzamenti, anche se debbo confessare che i vani carrello hanno dei difetti (non apprezzabili ad un esame affrettato, ma ci sono!) che nelle foto non ho, evidentemente, mostrato. Ora sono in cerca di documentazione per decidere la prossima avventura, che sarà un P40 in versione E.

  14. è il "48" italeri / tamiya?? molto bello...

    come hai fatto a fare le macchie verdi?

    Si, è il kit Italeri. Per le macchie della mimetizzazione ho realizzato con cartoncino delle specie di stencils, incidendo con un cutter affilato i vari "vermicelli", secondo uno schema preso da un profilo contenuto in un libro sul Saetta. I cartoncini sono stati applicati con nastro di mascheratura Tamiya sulle ali e sulle superfici del timone, quindi ho spruzzato il verde oliva scuro, e il risultato è stato soddisfacente. Per la fusoliera il lavoro risulta più complicato. Ho proceduto per sezioni, data la difficoltà di far aderire gli stencils sulle superfici curve, correggendo dove necessario direttamente con l'aerografo. Esperti di aerografo potrebbero essere in grado di eseguire il tutto direttamente, ma occorrerebbe una mano ferma e un aerografo di ottima qualità, cose che io non ho, quindi ho scelto la via più facile.
  15. Particolari molto belli e verniciatura splendida.

    Trovi molta differenza, per quanto riguarda il risultato finale, tra le vernici con solvente e le acriliche? A me non piace per niente l'idea di dovere, a ogni passata, lavare i pennelli con il solvente (azione pure fortemente avversata da mia moglie, il cui odorato ha sensibilità elevatissima), e quindi sono costretto a stare sugli acrilici; cosa ci perdo?

    A proposito, spero che il tuo modello permetta un inserimento "apribile" dell'armamento; sarebbe veramente un peccato rinchiudere definitivamente il pezzo senza poterlo vedere.

  16. Come detto alcune settimane fa, mi sono dedicato alla costruzione del Saetta, che ora è finito. Durante il processo di assemblaggio ho commesso molti errori, che ho dovuto rimediare a posteriori insultandomi fieramente, comunque il risultato finale è, a mio avviso, abbastanza accettabile. Metto gli errori e i rimedi nel cassetto "esperienza" che è sempre pressochè vuoto.

    Il modello riproduce una unità del 374simo stormo, nel periodo in cui lo stesso era stato trasferito in Libia. La documentazione base si riferisce a una foto che riporta una formazione in volo sul deserto nel Dicembre 1941. In base a detta foto la mimetizazione è del tipo a "vermicelli", non è montato il filtro del radiatore olio e l'aereo è privo dell'apparato radio. Non sono sicuro circa il colore dell'insegna "asso di bastoni", che secondo alcune documrntazioni aveva il bordo rosso e secondo altre il bordo azzurro, io ho scelto il rosso.

    Di seguito alcune foto del modello. Come al solito commenti e critiche sono assai graditi. Grazie e buon modellismo a tutti

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    Colgo l'occasione per chiedere un parere. Visto che le costruzioni già eseguite (solo tre!) si riferiscono ad aerei da caccia del periodo 1941-42, vorrei proseguire con questo soggetto. Sono indeciso tra un "Rata" russo o un P40 americano. Qualcuno che si è già cimentato con questi esemplari ha dei consigli su quale scatola sarebbe preferibile? Grazie

  17. Gli ultimi interventi, salvo forse qualche piccola esagerazione, evidenziano la storica debolezza dell'apparato industriale italiano dell'epoca (ma oggi siamo in condizioni diverse?) per quanto attiene all'esigenza di stare al passo con il necessario aggiornamento delle caratteristiche di prodotti complessi quale può essere un aeroplano. Probabilmente mancò la possibilità, e anche la volontà, di intervenire, quando necessario, nella modifica dei progetti e nel coordinamento tra progetto e industrializzazione. Il male penso sia stato anche quello che è da sempre il problema principale di molte strutture industriali, ossia la resistenza occulta al cambiamento. Se a questo si aggiunge la povertà della ricerca rispetto a nazioni strutturalmente più forti (l'ala a profilo laminare era probabilmente del tutto sconosciuta in Italia, e i team di studio che portarono all'effetto aerodinamico del radiatore del Mustang in Italia ce li sognavamo). Proprio per queste ragioni insisto nel pensare che la dispersione delle scarse risorse mentali e organizzative tra troppe industrie, per favorire interessi economici del tutto particolari, fu una follia.

  18. Buon giorno a tutti gli amici. Come già accennato, sto lavorando al Macchi Saetta e l'unità scelta per la riproduzione è un aereo appartenente al 374simo stormo. Mi baso su una fotografia (ovviamente in bianco-nero) che rappresenta tre aerei di questo stormo in volo sul deserto libico; le macchine appaiono prive del radiatore ausiliario per l'olio, che evidentemente fu installato sulle unità successive. Vengo al punto topico: la mimetizazione è del tipo D2A, a macchie verdi su fondo superiore "nocciola chiaro 4"; sono alla verniciatura del fondo superiore e, pur avendo acquistato la vernice di questo tipo, la tonalità mi sembra eccessivamente scura. Le foto sono le seguenti

     

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    Faccio quindi doveroso appello agli esperti del forum per un parere. Al punto in cui sono la riverniciatura del fondo non sarebbe un problema, mentre procedendo all'inserimento delle macchie (che eseguirò utilizzando delle specie di stencils che ho preparato incidendole su cartoncino) rischio di perdere moltissimo tempo e poi trovarmi con un modello avente colori lontani dall'originale. Grazie anticipate a tutti coloro che vorranno darmi una mano.

  19. Come sempre un bellissimo modello. Il motore mi è piaciuto molto. Per inciso, mi sono letto l'articolo di Terlizzi, e ora attendo il completamento del tuo modello per un confronto. Buon lavoro e buon anno!

  20. spero di arrivare anche io a costruire i bombardieri :) oggi sono andato dal negozio di modellismo per cambiare il modello 1:48 con uno 1:72, ma la scelta era molto limitata ed ho preferito rimandare al mese prossimo (dovrebbe rifare l'assortimento). Cmq ero tentato con la scala 1:48, ma in futuro penso che andrò su qualche modello della II WW sempre in 1:72 :)

    Il proposito è interessante, ma quando si parla di bombardieri vengono in mente anche il B17 o il Lancaster (trascuro il B29 o, esagerando, il B36) che pure in scala 1/72 impegnano uno spazio non proprio trascurabile. Io ho deciso per un programma di costruzione tematico, ossia i caccia della WWII del periodo 41-42, e anche limitandomi a questo di scelte ne esisterebbero fin che se ne vuole. Consiglio quindi di meditare sul proverbio latino "est modus in rebus"; meglio dedicarsi a relativamente pochi esemplari costruiti con cura che avere centinaia di modelli che poi non si sa più dove mettere. Tutto ciò come consiglio del tutto personale, ognuno ha evidentemente il diritto di decidere come meglio crede. Buon anno a tutti!

  21. Da quanto si può leggere della storia di questo aeroplano, ne risulta un impiego pieno di problemi. La maggior parte delle perdite furono dovute ad incidenti vari, il che dimostra che la macchina era ben lontana da una vera messa a punto. Naturalmente ciò può essere imputato al limitato numero di unità realizzate, che non permisero di intervenire in modo risolutivo sul miglioramento della sua affidabilità. Comunque, se si confrontano i dati tecnici con gli analoghi dei bombardieri quadrimotori contemporanei, salta subito all'occhio che il peso a vuoto era elevato e che i motori richiedevano un notevole consumo alla quota di crociera, già non molto alta (quota di tangenza 6000 m!). Risultato, una autonomia non esaltante, pur con un carico di bombe decisamente inferiore rispetto agli altri quadrimotori. Penso che queste siano state anche le considerazioni che hanno fatto desistere i tedeschi dal procedere alla messa in costruzione di un aereo che, tutto sommato, non avrebbe fornito caratteristiche decisamente superiori a quelle dei loro bombardieri medi.

  22. Mi sento di essere d'accordo con chi afferma che in guerra la disponibilità di molte (o, meglio ancora moltissime) macchine di buona qualità è vincente rispetto a un numero decisamente inferiore di macchine di altissima qualità. Il G55 era un ottimo aereo, e, rispetto per esempio a un Me109G, poteva avere come handicap una struttura alare più complicata. A mio avviso però questo non giustifica l'enorme differenza di ore/uomo citate per la costruzione dei due caccia; avendo una passata esperienza di organizzazione e metodi di lavoro nell'industria, mi sento di affermare che se le nostre officine avessero avuto una capacità produttiva maggiore (economie di scala) e teste più raffinate nel progetto e preparazione delle attrezzature di lavoro, la differenza di cui sopra sarebbe stata molto più ridotta. Come al solito, quando si lamenta una mancanza di quantità prodotta rispetto alle esigenze, il problema non è solo il progetto, ma soprattutto l'efficienza della struttura realizzativa, a partire dalla dirigenza che deve prendere le giuste decisioni (3 tipi diversi di caccia per una produzione complessiva di poche migliaia di esemplari o anche meno è una vera follia!).

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