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colombo37

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Risposte pubblicato da colombo37

  1. Un saluto agli amici del forum.

    Dopo un periodo di inattività, sto realizzando il modello in oggetto. Infatti nella mia piccola collezione di aerei da caccia dell'inizio della seconda guerra mondiale, l'Hurricane non poteva mancare.

    Mi sono orientato verso un aereo attivo durante la Battaglia di Inghilterra, e penso di optare per un esemplare dello Squadron 303 polacco.

    Il primo problema riguarda la colorazione degli interni. Mi sono documentato su libri e internet, ottenendo un arcobaleno di colori che va dal verde chiaro al grigio azzurro, o al grigio chiaro e altri. A questo punto ho estratto il biglietto dal cappello e ho optato per il grigio-azzurro, documentato su un libro della "Squadron Signal". Nel libro sono presenti moltissimi tra disegni e fotografie e l'autore è Caruana, che di aerei inglesi se ne dovrebbe intendere.

    Il kit Italeri è molto buono, i particolari molto fini, e i pezzi combaciano bene. Qualche difficoltà nell'inserire i componenti assemblati in fusoliera, ma con qualche aggiustaggio e un filo di stucco il risultato è buono. Una finezza è il motore Merlin che può essere reso visibile non montando i pannelli laterali.

    Quando sarò arrivato alle fasi finali posterò le relative fotografie. Naturalmente le mie realizzazioni non sono paragonabili con quelle dei maestri, ma, come dice il saggio, l'importante è divertirsi.

    A presto.

     

  2. Puoi usare qualunque vernice. In particolare per gli interni gli smalti sono forse più adatti. Gli acrilici sono consigliabili soprattutto per l'aerografo, non perchè siano superiori, ma per la facilità della pulizia dell'attrezzo e per la minore tossicità. Rimane comunque l'avvertenza di non usare su venici opache i prodotti di lavaggio (o i colori a olio diluiti), perchè invece di scorrere e riempire le fissure si spanderebbero sulle superfici.

  3. Se intendi le decals relative all'abitacolo (pannello strumenti e cose del genere) vanno certamente applicate in fase di costruzione e finitura dell'abitacolo stesso. Se necessario, è opportuno che le decals vengano bagnate con l'apposito prodotto per ammorbidirle e far sì che si adattino alle superfici di appoggio, che di solito non sono lisce ma hanno parti in rilievo. Se poi vuoi la perfezione e usare i lavaggi scuri per evidenziare i particolari interni, occorre prima verniciare il tutto con acrilica lucida, applicare i lavaggi (che scorrono bene solo sul lucido) e proteggere il tutto con una successiva mano di acrilico opaco. Naturalmente tenendo presente che in scala 1/48 raramente si può vedere bene l'interno dell'abitacolo a modello finito. A te la scelta. Buon lavoro!

  4. Belle domande! Posto che essendo la foto (ben conosciuta) in bianco e nero, si possono solo fare delle ipotesi del tutto personali. Osservando la struttura dell'aereo si vede chiaramente che la zona interessata corrisponde sia a pannelli asportabili che a coperture chiodate. Queste non erano evidentemente asportabili, ma potrebbero essere state rimosse o tagliate per effettuare una riparazione a seguito di un danneggiamento. Infatti i bordi della "macchia" sono abbastanza netti e lineari. Ipotizzando quindi che si tratti di un pezzo appiccicato in qualche modo sul campo, potrebbe provenire dalla cannibalizzazione di un altro aereo (magari con livrea in verde mimetico) oppure, meno probabile, di una lastra, sagomata sul posto, in lamiera ferrosa poi ossidatasi. Chiaramente sono idee del tutto personali, se qualcuno mi vuole contraddire e porre altre ipotesi sarà sicuramente il benvenuto.

    Riguardo alla pulizia delle insegne non saprei esprimere un parere, ma se non fossero reali si tratterebbe di un ritocco della foto. Cui prodest? Comunque buon lavoro, attendiamo i risultati.

  5. Buon lavoro, il soggetto è molto bello. Solo un dettaglio, che però riguarda la fase finale. Se sei al primo lavoro certamente non hai materiale di scorta, quindi ricordati che la Revell (per ragioni di "political correctness") non fornisce le decals con la svastica, che tutti gli aerei della Luftwaffe portavano su ambo il lati della deriva. I buoni negozi di modellismo dovrebbero però essere in grado di procurartele.

  6. Buon anno anche a te, Alberto, e a tutti gli amici del forum. Il modello è superbo, e la sua presentazione mi ha rassicurato rispetto a un quesito che mi rodeva da qualche tempo : ma dove sono finiti Alberto e le sue favolose realizzazioni?

    Rassicurato su questo punto, ti faccio una domanda. Mi piacerebbe sapere in quale teatro ha operato il P38 che hai fatto e da chi era pilotato.

  7. Grazie dei commenti, in effetti le mie realizzazioni sono, come dire, molto crude rispetto a certi esempi che compaiono sul forum o sulle riviste, ma d'altro canto l'importante è divertirsi cercando di migliorare (anche se sono convinto che ciascuno di noi ha un limite personale difficilmente superabile).

    Mi ero fidato della buona aderenza verificata a secco, ma purtroppo a tettuccio verniciato le cose erano un poco cambiate e non mi sono sentito di aggiustare il tutto con le limette. Forse il ricordo delle disastrose esperienze di aggiustaggio meccanico fatte all'istituto industriale oltre una sessantina di anni fa mi condiziona ancora (infatti mi sono ben guardato dal proseguire con la meccanica e mi sono dedicato all'elettrotecnica). Comunque un'altra volta sarò più attento.

    Circa la natura delle scrostature prendo nota, evidentemente esistono varie correnti di pensiero in merito.

  8. Come ormai di abitudine, presento agli amici del Forum la mia ultima realizzazione.

    Come già indicato in precedenza, si tratta di uno degli aerei giapponesi più utilizzati nei primi anni della seconda guerra mondiale. La sua fama risulta oscurata dal più illustre contemporaneo, lo "Zero", ma ha avuto un utilizzo pari, se non maggiore, a quello del più famoso caccia della Marina Imperiale. L'Hayabusa era utilizzato dall'aviazione dell'esercito, e nelle prime campagne di invasione dette parecchio filo da torcere ai vari Buffalo, Hurricane e P40 in mano agli alleati.

    Il modello si riferisce alle prime versioni (Otsu e Hei), con motore Ha106 da circa 1000 CV, elica bipala a due passi e collimatore telescopico. In particolare si tratta della macchina pilotata dal sergente Isamu Sasaki, appartenente al 50° Sentai, 1° Chutai, operante sul teatro Birmano nella primavera del 1942. Per inciso il pilota divenne poi uno degli assi giapponesi, concludendo la guerra ancora in vita e con accreditate una quarantina di vittorie.

    L'aereo rimase in produzione per tutto il periodo bellico, con ulteriori versioni dotate di motore Ha115 da 1150 CV, elica tripala a giri costanti e collimatore a riflessione.

    nvg0.jpg

    kd8p.jpg

    vunp.jpg

    z2um.jpghez.JPG

    yzez.jpg

    Ho cercato di dare al modello un aspetto vissuto, in particolare con molte scrostature che appaiono chiaramente nelle foto dell'epoca. Il tutto dovuto, pare, al fatto che le macchine venivano inviate ai reparti senza verniciatura. Sul campo tale situazione non era utilizzabile e gli aerei venivano verniciati dai reparti operativi senza primer, il che, dato il clima locale, provocava vaste scrostature. L'effetto non è forse dei migliori, ma è ciò che di meglio sono riuscito a fare.

    Saluti a tutti.

  9. La mia documentazione al riguardo è abbastanza limitata, però le fotografie da alcune riviste presentano solo le coccarde italiane del dopoguerra. L'esemplare conservato nel museo Caproni di Trento ha un fregio bianco e nero a saetta lungo tutta la fusoliera, che francamente dubito sia reperibile in commercio, ma si potrebbe riprodurre con una stampante su supporto decal. Idem per gli esemplari consegnati alla compagnia aerea libanese. Buon lavoro.

  10. Sono rimasto a bocca aperta! Francamente un poco ti invidio, dato che la mia collezione in 1/48 di aerei del primo periodo della seconda guerra mondiale, assomma ora a sei esemplari e non so più dove metterò il settimo (ma come faccio a tracurare l'Hurricane?). D'altro canto dopo 50 anni di matrimonio felice non credo valga la pena di litigare con la moglie per invasione dei suoi spazi vitali. A parte gli scherzi, complimenti!

  11. Molto interessante. La decisione di non porlo in produzione (siamo nel '42) mi sembra sia stata più che logica, visto come stavano volgendo le sorti della guerra. All'epoca erano certamente più necessari i caccia per la difesa aerea che apparecchi di attacco, che, anche con le caratteristiche stimate della macchina in questione, avrebbero sempre necessitato di una scorta. La disponibilità degli "Stuka" era probabilmente sufficiente per un'adeguata condotta degli attacchi al naviglio inglese nel Mediterraneo, in collaborazione con i siluranti. Comunque complimenti per la bella descrizione.

  12. ........Appena sarò arrivato ad uno stadio sufficiente di avanzamento posterò qualche foto dell'abitacolo, anche se mi sono accorto che, in scala 1/48, sarà quasi impossibile vedere i dettagli interni a fusoliera assemblata.

    Ho avuto del tempo libero e ho completato l'abitacolo, Non ho utilizzato i componenti del kit, ma mi sono procurato la versione in resina, che, malgrado risulti terribilmente fragile, ha dettagli molto più fini. Certo che lavorare su pezzi così piccoli è stressante, comunque il risultato mi pare accettabile, anche se non paragonabile a ciò che si vede sulle riviste specializzate (ma come faranno?). In attesa di proseguire col lavoro, vi faccio vedere due componenti assemblati e verniciati, con un terzo oggetto per rimarcare le dimensioni. A presto per ulteriori avanzamenti e in attesa di critiche. Buon lavoro a tutti.

    v0kk.jpg

  13. Alberto, sei veramente un forte! Francamente, malgrado anche io abbia scansionato internet sull'argomento, non avevo trovato qualcosa di esauriente; l'articolo tratto dal sito svedese che mi hai indicato è veramente una miniera di informazioni utili e te ne ringrazio. Ciò che se ne trae è però l'indicazione che le varianti erano innumerevoli, quindi vedrò di scegliere quella più probabile (nella gamma dei verdi chiari). Appena sarò arrivato ad uno stadio sufficiente di avanzamento posterò qualche foto dell'abitacolo, anche se mi sono accorto che, in scala 1/48, sarà quasi impossibile vedere i dettagli interni a fusoliera assemblata.

  14. Un cordiale saluto a tutti gli amici del forum.

    Cerco aiuto su un dubbio di colorazione. Devo iniziare la costruzione dell'aereo in oggetto in scala 1/48, da kit Hasegawa (la scelta è forse inusuale, ma congruente alla mia collezione che si basa sugli aerei da caccia della WWII, periodo 1941-1943). Naturalmente inizierò dal cockpit, ma qui è nato il problema. La mia documentazione è esauriente sulle colorazioni esterne, ma purtroppo nulla dice sugli interni; le istruzioni del kit indicano per gli interni la vernice acrilica "Mr Color" n°127 (Nakajima cockpit color) che sembrerebbe l'ideale, ma non mi risulta reperibile presso i fornitori di Milano, per cui mi sarebbe molto comodo poter utilizzare miscele di Tamiya o Gunze, ma quali? L'immagine della boccetta consigliata mostra un colore verdino, ma sappiamo quanto sia difficile centrare i colori dalle immagini, specie per un individuo come me leggermente daltonico. Qualche esperto di aerei giapponesi mi potrebbe dare delle indicazioni? Grazie in anticipo.

  15. Bellissimo (come tutte le tue realizzazioni). Aspetto il proseguimento dei lavori e colgo l'occasione per una domanda.

    Io mi trovo generalmente in difficoltà con le stuccature; utilizzo lo stucco Tamiya in tubetto, ma lo trovo troppo denso per il riempimento di solchi poco profondi, con conseguente rischio di cancellare le pannellature vicine in sede di lisciatura, e il loro ripristino non nascondo che mi crea problemi. Mi pare che esistano in commercio dei riempitivi semiliquidi per applicazioni locali a pennello, ma, non avendoli mai usati, mi piacerebbe sentire il parere di un modellista più esperto di me. Hai esperienza in proposito? Grazie in anticipo

  16. Molto bello, complimenti!

    Mi fa venire voglia di fare anch'io un aereo russo, ma non so cosa c'è in '32; vedrò a settembre, intanto devo portare a termine i progetti in corso.

    Alberto

    Grazie Alberto, i tuoi complimenti mi incoraggiano a proseguire. Per il momento, mentre programmo l'esemplare giapponese, mi prendo pure io le vacanze (in montagna), e del modellismo ne riparliamo a settembre. Buona estate!

  17. Grazie mille per la risposta.

    Scusa le tante domande che ti faccio, ma mi sapresti consigliare, sempre per un principiante da che kit è meglio partire per farsi un po' l'esperienza? A d'esempio combo37 quali tipi di kit ai iniziato a lavorarci le prime volte? È soprattutto da che tipo di scala mi consigli di iniziare?

    Belle domande, ma risposte inevitabilmente di carattere personale. La scelta della scala dipende essenzialmente dagli spazi a disposizione per esporli e, soprattutto, da che tipo di modelli si intende realizzare. Ad esempio, se ti piacciono gli aerei moderni oppure pensi a plurimotori ad elica, la scala più adatta è, a mio parere, la 1/72 in quanto per questi tipi in 1/48 uscirebbero oggetti con dimensioni attorno ai 50 cm (inoltre il costo delle scatole 1/72 è in genere non elevato).

    Io ho scelto di riprodurre aerei da caccia della seconda guerra mondiale, che in scala 1/48 hanno aperture alari di circa 25 cm e con sufficienti dettagli (però al quinto modello realizzato sono già in carenza di spazio). La scala 1/32 darebbe molte soddisfazioni per la finezza dei particolari, però i modelli sono grandi e in genere la difficoltà di finitura è elevata.

    Quello che mi sembra importante è di decidere un tema e attenersi a quello.

    In totale, io ti consiglierei di partire con un modello di linea pulita, se moderno un jet anni 60-70, se ad elica un caccia monoplano tipo Spitfire, e in scala 1/72, tanto per vedere come te la cavi con una finitura a pennello. Se ne sarai soddisfatto potrai pensare di continuare con maggiori elementi di giudizio. Auguri di buon lavoro, e poi facci vedere i risultati, vedrai che diversi amici saranno prodighi di consigli.

  18. Che coraggio i piloti russi... non conosco le caratteristiche di volo, probabilmente molto maneggevole ma contro un fw-190 o un bf-109

    non so come poteva finere.

     

    Bello il modello, una cosa che potresti fare è lo sporcare un po le decals. E' un errore che faccio anche io, invecchio l'aereo e poi lascio le

    decals belle brillanti. Non so bene quale tecnica potresti usare... forse una passata ad aerografo con un grigio diluitissimo o passare del gessetto

    ridotto in polvere con un pennello.

    L'aereo che ho riprodotto era pilotato dal tenente Vasiliev, del reggimento Guardie della flotta del Baltico, nella primavera del 1942. Il pilota era creditato all'epoca di 24 vittorie, poi nel Giugno '43 fu abbattuto da un Fw190. Dalla letteratura si apprende che l'I16 era in effetti molto difficile da pilotare (si tenga conto che il progetto risale al 1931 e che l'aereo era già largamente utilizzato all'epoca della guerra di Spagna) tanto che si diceva che un pilota in grado di controllare bene l'I16 sarebbe stato in grado di domare qualsiasi altro aereo.

    Naturalmente era inferiore sia al 109E che al Mc200, molto più moderni, ma pare che fino al 1942 i Russi non possedessero molto di meglio; comunque era in grado di cavarsela se in buone mani.

    Grazie del consiglio per le decals, ne terrò conto per la prossima realizzazione, probabilmente un ki43 Oscar giapponese.

  19. Complimenti, molto bello.

    Mi sapresti dare dei suggerimenti, sui materiali principali che occorrono per iniziare a praticare il modellismo statico? A d'esempio per la livrea ti sei avvalso di un aerografo o sono lavori che puoi effettuare anche a pennello? Grazie.

    Io ho iniziato il modellismo circa un anno fa, partendo praticamente da zero. Per la costruzione non occorre poi molto, qualche limetta, una buona forbicina, una o due pinzette e carta abrasiva di diverse gradazioni, oltre a colla per plastica e cianoacrilica gel. Il perfezionamento viene col tempo e con un poco di esperienza. Per la finitura è un altro discorso, a mio parere l'unica scala per cui è possibile (per i comuni mortali, gli artisti sono un'altra categoria) utilizzare il pennello è la 1/72. Già per la 1/48, quella che uso io, la finitura a pennello è assai problematica. Io sono dotato di aeropenna e compressore non di prima qualità, ma tutto sommato funzionanti (a meno di non richiedere linee troppo sottili). Il tutto mi è costato 120 Euro, che non è una cifra trascurabile, ma indispensabile per ottenere una finitura decente

  20. Ho finito il modello in oggetto, e, come promesso, vi faccio vedere le foto. Al solito non è nulla di speciale, purtroppo non posseggo la mano di certi maestri, comunque mi sembra una occasione per alimentare questa sezione del forum che sta un pochino languendo.

    Per la finitura ho cercato di dare un aspetto vissuto e impolverato, il risultato lo lascio giudicare agli amici; per inciso il soggetto non è certo dei più belli, anzi, l'aereo è piuttosto bruttino per sua natura, ma tra gli aerei sovietici del periodo è il più rappresentativo.

    I colori potrebbero non essere perfettamente rispondenti all'originale, la documentazione è presa dal fascicolo della Eduard che di aerei sovietici dovrebbe intendersene. Ecco le foto

    p1010897f.jpg

    p1010898l.jpg

    p1010900h.JPG

    p1010899d.jpg

    Critiche e suggerimenti molto graditi, come al solito. Saluti a tutti, e, mi raccomando, fatevi vivi con le vostre realizzazioni!

    A presto

    C. Colombo

  21. Ciao,

    purtroppo non posso aiutarti perché di aerei sovietici 2GM non so nulla però, se non l'hai già fatto, ti consiglio di andare a vedere cosa hanno fatto altri, ad esempio qui

    http://hyperscale.com/features/2002/i16jr_1.htm

    Alberto

    Grazie Alberto, la lettura del file da te consigliato mi ha dato il suggerimento migliore; infatti l'apertura dell'abitacolo, anche lasciando aperto il lato ingresso del pilota, è talmente stretta che non si riesce a distinguere quasi nulla dell'interno. Pertanto anche se i colori non sono del tutto rispondenti all'originale nessuno sarà in grado di accorgersene. Non è un ragionamento da modellista puro, ma tutto sommato funziona. Per la colorazione esterna ho optato per una mimetica verde oliva chiaro con chiazze nere, secondo una delle proposte Eduard che si riferisce ad un esemplare della primavera 1942 appartenente al Reggimento Guardie della flotta del Baltico. Se mi riesce accettabile posterò le foto. Buona giornata.

  22. Caro Giuseppe,non capisco tanto il tuo scritto ma......non importa.Cito solo una fresa di un "grande" per noi modellisti,Giorgio DiGiorgio:non dimentichiamoci che il modellismo è e deve rimanere solo un gioco.

    Sono d'accordo, ma oltre a un "gioco" è anche un passatempo affascinante. Personalmente provo molta soddisfazione quando termino un modello e mi sembra ben riuscito (anche se poi, guardando sulle riviste specializzate, vedo lavori che per bellezza letteralmente umiliano i miei poveri tentativi). Di conseguenza non riesco proprio a capire chi compra la scatola e la immagazzina; dove sta la soddisfazione e il passatempo?

  23. Cordiali saluti a tutti gli amici del forum. Finito il P40 Flying Tigers, sempre nell'ambito degli aerei da caccia del periodo 1941-42, ho iniziato l'I16, che è sicuramente l'aereo sovietico più rappresentativo del periodo scelto. La scatola è della Eduard, il costo è basso ma la qualità, anche se accettabile, non è certo paragonabile a quella di Tamiya o Hasegawa.

    Ora vengo alle domande.

    Il primo componente in fabbricazione è l'abitacolo pilota, per cui le istruzioni danno le seguenti colorazioni:

    Pareti interne = light grey (grigio chiaro)

    Pavimento, barra, pedaliera , sedile e schienale pilota = verde

    Impugnatura barra, poggiatesta, cinghie pedaliera = red brown (marrone-rosso)

    Il pannello di controllo, in fotoincisione, è nero.

    Avendo già commesso errori sulle colorazioni del cockpits di altri modelli, prese dalle istruzioni, vorrei sapere se qualcuno ha qualche idea o suggerimento in proposito da darmi. Per ora ringrazio in anticipo, mi farò vivo più avanti a lavoro iniziato.

     

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