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colombo37

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Risposte pubblicato da colombo37

  1.  

    Beh, se lo spazio per appoggiarli e` finito, potresti sempre appenderli al soffitto con del filo di nylon... ;)

    Comunque ottima scelta, l' Fw190 mi intriga molto :okok:

     

    Sono ormai 51 anni che convivo felicemente con la signora, aeroplani pendenti dal soffitto ho l'impressione che romperebbero questo equilibrio finora stabile e duraturo. Comunque grazie del consiglio, che non verrà messo in pratica.

  2. Buongiorno a tutti. Visto che oggi è una giornata luminosa ho rifatto le foto con luce naturale (per quanto è possibile riceverne). In effetti i colori sono risultati più aderenti a quelli del modello, quindi rubo un altro poco di spazio e ripresento le foto

     

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  3. Purtroppo in questa stagione e a causa dell'infelice posizione dell'appartamento dove vivo non è facile trovare una posizione adatta a fotografare con luce naturale. In luce artificiale cerco di fotografare con apertura di diaframma stretta per allargare la profondità di campo e di correggere la temperatura di colore, ma per ora i risultati non sono buoni. Magari tra qualche mese e con un cavalletto che ho ordinato qualcosa di meglio uscirà.

     

    Il quesito su cosa ho in mente di fare come prossimo modello mette il dito nella piaga. La mia collezione riguarda i caccia del primo periodo della seconda guerra mondiale, e finora ne ho realizzato undici esemplari significativi, più o meno riusciti. Lo spazio dove appoggiare i modelli però è esaurito e dubito che mia moglie (pur con la sua grande tolleranza) mi liberi ulteriore area, quindi il futuro modellistico è incerto. Se riuscirò a risolvere il problema il prossimo dovrebbe essere il mitico Fw190A3, altrimenti, per non abbandonare questo hobby rifarò qualche esemplare non riuscito perfettamente.

  4. Buona giornata amici modellisti.

    Con incoscienza mi accingo a presentarvi il mio ultimo lavoro, certo di ricevere la solita "petenada" (dialetto milanese) dal capo, ma pazienza, sono utili e le apprezzo.

    Dunque, si tratta del famoso "Zero" e in particolare di una delle prime versioni, ossia la A6M2 mod.21. L'aereo rappresentato è uno di quelli che partecipò al raid su Pearl Harbour, era pilotato dal ten. Sumio Nono, decollato dalla portaerei Hiryu il 7/12/1941.

    Poco da dire sulla realizzazione. Una certa difficoltà nel trovare in commercio una scatola della versione scelta, ma fortunatamente la Hasegawa ha fatto appena uscire il kit di una macchina particolare, che fortunatamente contiene tutti i particolari per ottenere la versione che mi interessava. La qualità è molto buona, salvo una non perfetta giunzione tra ali e fusoliera, comunque con lo stucco si rimedia.

    Allego alcune immagini, implorando comprensione per la mia scarsa abilità come fotografo

     

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    Come vedete nulla di speciale, ma questa volta ho cercato di invecchiare le superfici. Risultato non eccellente, ma spero di migliorare, ammesso che mi si conceda ulteriore spazio per appoggiare gli ulteriori modelli.

  5. Ciao freeflight63, la foto del Macchi 202 mi piace un sacco. Io sono un appassionato degli aerei a elica, in particolare quelli della seconda guerra mondiale e, in particolare, dei Macchi. Mi sono cimentato con il Mc200 Saetta (lo avevo presentato in questo forum circa due anni fa) e mi piacerebbe fare un Mc202 come il tuo, ma non so bene come realizzare la mimetizzazione ad amebe. Sul tuo modello le hai dipinte a pennello?

    Già che ci sono, buon anno a tutti!!

  6. In effetti i prezzi e l'assortimento sembrano interessanti. A mio parere una cosa molto utile è la possibilità, per quasi ogni scatola, di poter vedere in anteprima sul loro sito il contenuto e la copia del foglio istruzioni. Si può quindi, per esempio, decidere in anticipo quali accessori o colori utilizzare, il che, se non si ha vicino un negozio specializzato, è una bella facilitazione.

  7. Può darsi che il colore fosse troppo diluito.

    Colombo, se in questo momento non hai altri modelli in cantiere, ti consiglio di fare sul tuo CR qualche leggere effetto di invecchiamento ( fumo , sporcature varie, ...ecc. ) . In questo modo un colore così diluito potrà simulare il deterioramento della vernice nel teatro africano.

    Per le foto , consglio di fotografare da mezzo metro - un metro di distanza, a seconda della scala e delle dimensioni del modello, e poi ritagliare l'immagine prima di spedirla.

    Il ritaglio dovrebbe apparire più nitido e non dare l'effetto prospettiva che si vede nella quinta foto.

    Grazie dei commenti.

    In effetti qualche problema con l'aerografo lo ho avuto; durante l'esecuzione delle macchie di mimetizzazione, dall'ugello hanno cominciato ad uscire spruzzi di diluente (o forse dell'alcool che avevo usato per pulirlo precedentemente, dato che l'attrezzo era fermo da circa 6 mesi). Per il prossimo lavoro ci starò più attento, magari utilizzando il nuovo aerografo che ho appena acquistato, ma che, avendo l'ugello da 0,20, ritengo sia delicatissimo e si intasi con estrema facilità, La cosa buffa è che a modello verniciato e opportunamente opacizzato, l'effetto globale è comunque accettabile considerando che le macchie erano molto piccole rispetto all'assieme e quindi la sfumatura originale non dovrebbe poi essere molto visibile ridotta di 50 volte. Riguardo l'invecchiamento è il mio punto debole, non sono bravo ad effettuarlo e mi manca la tecnica. Quì mi sono limitato ad una sporcatura in corrispondenza agli scarichi del motore e alle volate delle mitragliatrici. D'altro canto l'areo riprodotto (nel Giugno 1940), non doveva essere stato usato molto, ma non prendete questo come una giustificazione, ribadisco che mi manca moltissima tecnica proprio per la finitura. Meno male che a mio nipote (11 anni) il modello è piaciuto. Per le foto vedrò di migliorare.

    Ci risentiremo alla prossima, sto pensando ad un AM6-3 giapponese. Saluti a tutti

  8. Saluti a tutti gli amici del Forum. Passata l'estate, il caldo e le vacanze, ho ripreso qualche attività modellistica. Nella mia collezione di aerei da caccia di inizio dell'ultimo conflitto il CR42 non poteva mancare. Ho quindi fatto questo modello partendo dalla classica scatola Italeri. La costruzione è relativamente semplice, i pezzi si incastrano bene uno nell'altro e praticamente non occorre stucco. L'unica fase non facilissima è l'unione dell'ala superiore all'inferiore, che prevede il posizionamento di una serie di montanti. La sequenza delle istruzioni mi è sembrata la più logica, con l'attenzione di non incollare il tutto all'ala inferiore (e fusoliera) in modo da poter tenere separati i due complessi, il che facilita la verniciatura. Il risultato rispecchia la mia solita qualità di esecuzione, ossia un lavoro non eccelso, ma abbiate pazienza e non insultatemi troppo.

    La livrea finale rispecchia la classica finitura per il teatro africano (l'aereo usciva di fabbrica così verniciato) ed è la macchina del tenente Matissa a Tobruck nel Giugno 1940. Allego qualche foto.

    Buone giornate.

     

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  9. Sono in vacanza fuori casa, di modelli e modellismo in fase pratica ne riparliamo ad Ottobre. Per quanto riguarda le dimensioni le puoi trovare facilmente tramite internet. Impostando su un motore di ricerca la sigla dell'aereo trovi una moltitudine di siti che ti daranno le dimensioni reali dell'aereo. Basta poi dividere per 48! Comunque viene fuori un modello abbastanza grande.

  10. Sostanzialmente mi sento in accordo con Davide, con qualche aggiunta. Che i kits Tamiya siano spettacolosi da montare non vi sono dubbi, ma non dimentichiamo quanto costano! Le scatole datate sono reperibili a qualche decina di Euro, ma le ultime (il Corsair per esempio) costano molto di più. Inoltre alle scatole vecchie è opportuno aggiungere almeno le fotoincisioni dell'interno cockpit e le maschere per i trasparenti, il che fa ulteriormente lievitare l'onere economico. Personalmente, oltre a Tamiya, ho lavorato solo su Italeri, Hobby Boss e Eduard. Eduard mi ha attratto per la quantità di particolari interni, ma quando si è trattato di unire i sottoassiemi sono stati dolori. Hobby e Italeri li ho trovati del tutto soddisfacenti, e con un costo del 25-30% inferiore rispetto alle scatole giapponesi. Certo un po' di lavoro e di stucco in più, ma non si può avere tutto dalla vita. Comunque il giudizio definitivo sulle scatole italiane lo avrò al ritorno dalle ferie, quando lavorerò sul CR42; sarà il mio primo biplano, ma è un pezzo fondamentale per la mia collezione (anche se non augurabile per quei poveri diavoli che lo hanno dovuto pilotare sui cieli inglesi).

  11. In effetti si tratta di un kit Tamiya. La storia di questo modello è dolorosa! La mia collezione (modesta) riguarda gli aerei da caccia del primo periodo della seconda guerra mondiale (1939-42). Per rimanere in tema avevo scelto di fare il Wildcat F4F-3, di cui esiste la scatola della Hobby Boss. Purtroppo quando sono andato a comperarlo dal mio fornitore abituale era esaurito, e, avendo la solita fretta del modellista, ho optato per lo F4F-4, sempre della Hobby Boss, pensando che tutto sommato lo F4F-4 era apparso proprio verso la metà del '42. Fatto il modello, che non era poi male, ho cannato la verniciatura opaca finale, rovinando completamente il tutto. Qualche imprecazione, ma non mi sono demoralizzato; ho buttato il tutto, ho ricomperato la scatola (questa volta Tamiya) e ho ricostruito il modello, quello che compare nelle foto. Il mio parere è che anche la scatola Hobby Boss non sia male, inoltre ha qualche particolare che manca nella Tamiya, presenta i rivetti in negativo e costa sostanzialmente meno. Certo gli incastri Tamiya sono eccezionali, praticamente non occorre stucco, ma, ripeto, anche la Hobby Boss si lascia costruire senza eccessivi problemi.

  12. La tua recensione mi solletica molto l'appetito per un nuovo "spit". In effetti il MkV Tamiya lo avevo già costruito con la livrea per il teatro mediterraneo, ma avevo ricevuto dei duri rimproveri circa la tonalità del colore "sky" delle le superfici inferiori (non ricordo da chi, ma forse proprio da te). Naturalmente avevo seguito i consigli del foglio di istruzioni, ma ne era risultato un azzurro molto carico, decisamente fuori tono. Ora, visto che conosci bene la scatola Airfix, esiste per caso la possibilità di realizzare con questo kit la versione con le ali ad estremità tronche?

  13. Purtroppo non posso darti indicazioni precise perché sono in vacanza fuori casa fino a fine Agosto, e non ho la documentazione con me. Però se scorri il sito dovresti trovare la mia realizzazione del Mc200 Saetta che avevo fatto con la mimetizzazione a "spaghetti". Tale tipo di mimetizzazione aveva una ben determinata sigla ufficiale, ma non me la ricordo. Sono quasi sicuro che è stata usata anche per il Veltro. Marco, che ha già risposto, probabilmente è in grado di darti informazioni più precise, su questi argomenti è ferratissimo.

  14. Evidentemente è un aereo che ti piace, visto che il 205 è molto ma molto simile al 202! In che scala stai lavorando? Se è la 1/72 ritengo che l'unica soluzione sia armarsi di tanta pazienza e iniziare un lavoro a pennello molto fine, con mano ferma e decisa. Io, francamente non ci riuscirei. Una volta esistevano delle decals della Taurus con le amebe, ma mi pare che fossero solo per le scale 1/32 e 1/48, e ora è difficile trovarle. Perché non opti per una mimetizzazione meno complicata? Quella cosiddetta a "uova al tegamino" oppure a "spaghetti" sono senz'altro più facili da realizzare a pennello. Auguri di buon lavoro.

  15. Mi risulta che i modelli Tamiya di aerei italiani storici non siano altro che produzioni Italeri naturalizzate per il mercato giapponese. Una via per tentare di risolvere il problema potrebbe essere un esame dell'analogo foglio di istruzioni della Italeri. E' solo un tentativo, ma vale la pena di provarci.

  16. Veramente era un caccia pesante, usato per una moltitudine di ruoli. Come caccia di scorta ebbe notevoli problemi durante la battaglia di Inghilterra, ma poi fu usato con notevole successo come assaltatore, caccia notturno e attaccante dei bombardieri alleati.

  17. Scusa il ritardo nella risposta, ma d'estate sono in un villaggio montano in cui internet appare solo con l'aiuto di esorcismi complicatissimi.

    Per i collegamenti di antenna uso filo da pesca da 0,06 mm, incollato alla struttura con superAttack. Essendo il filo trasparente, lo scurisco con un lavaggio nero. Probabilmente esistono sistemi più comodi, comunque quello descritto funziona.

  18. ciao concordo con l'amico sulla "troppa pulizi,,per i problemi con il kit precedente bastava sverniciarlo,per il resto un bel modello,unica nota facilmente risolvibile riduci la parte gialla delle pale dell'elica che era circa la metà.marco

     

    In effetti è comprensibile che il terreno fangoso e la concitazione delle continue incursioni non abbiano lasciato molto tempo per la manutenzione e pulizia. Però il mio problema, dovuto a scarsa esperienza, è centrare il giusto effetto delle sporcature, senza esagerazioni difficili poi da togliere. Come avrete visto, mi sono limitato a qualche segno di scrostatura fatto con un pennarello sottile color argento e un'ombreggiatura scura in corrispondenza delle armi alari e degli scarichi del motore. Concordo che del fango sulle ruote sarebbe necessario. Qualche ulteriore consiglio? Grazie

  19. Visto che sono ormai mesi che su questo sito non si vedono più nuove realizzazioni di modelli, cerco di colmare la lacuna, però mi sento l'ultimo dei Mohicani!

    Avevo iniziato il modello in oggetto verso la fine del 2014 partendo da una scatola HobbyBoss (tra l'altro niente male, visto anche il prezzo molto basso), ma purtroppo ho fatto una boiata in fase finale, utilizzando per l'opacizzazione una vernice inadatta che mi ha costretto a gettare l'aereo praticamente finito. Ho quindi ripreso il lavoro, questa volta da scatola Tamiya, essendo la precedente esaurita presso il mio fornitore abituale. Naturalmente niente da obbiettare sulla qualità Tamiya, unica nota i rivetti un pò troppo sporgenti, ma si tratta di un peccato veniale.

    Per la finitura ho scelto la livrea dell'aereo appartenente allo squadron VMF-221 dei Marines, pilotato dal tenente Jim Sweet nel teatro di Guadalcanal, all'inizio del 1943.

    Allego qualche foto (ci sono anche nella Gallery), in attesa delle richieste critiche. Saluti a tutti

     

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  20. in primo luogo, lo staff ti chiede di applicare il regolamento e non di aprire discussioni inerenti argomenti già trattati. sarà la quarta discussione, da te aperta, che viene unita ad una discussione già trattante lo stesso argomento... mo basta.

     

    Chiedo scusa, ho cercato nel forum ma non ho trovato qualcosa che dia una risposta al mio problema, spero quindi di non incorrere nelle ire del curatore.

    Dunque, ho fatto un disastro! Al modello finito Wildcat F4F-4 (che, tra parentesi era proprio venuto bene) ho applicato la mano finale di trasparente opaco. Premetto che per i modelli precedenti avevo sempre utilizzato un prodotto in bomboletta Tamiya, con ottimi risultati, ma avendo vuotato la bomboletta e non potendo uscire per postumi influenzali, ho voluto utilizzare un trasparente opaco della Gunze, che avevo comperato qualche mese fa, spruzzandolo con l'aerografo. La consistenza del prodotto era piuttosto densa, ma ho diluito il tutto (con diluente Gunze) nel solito rapporto 60-40%. Non appena la vernice si è parzialmente asciugata, tutte le superfici sono apparse ricoperte di un alone bianco orribile, e non c'è stato verso di rimediare in alcun modo. Avendo già applicato le decals e invecchiato le superfici, ho paura che non ci sia più nulla da fare e una riverniciatura completa mi sembra fuori discussione. Domanda : cosa può essere successo? Diluizione troppo scarsa? Vernice vecchia? Aerografo intasato? Posto che per il prossimo modello ritornerò certamente all'uso della bomboletta, mi piacerebbe sapere cosa ne pensano gli amici del forum.

    Grazie dell'attenzione

  21. Prima di tutto un augurio di felice anno nuovo a tutti gli amici del Forum. E ora veniamo alla domanda:

    nell'ambito della mia modesta collezione di aerei da caccia del periodo iniziale della WWII (1939-1942) sto concludendo il lavoro sul Wildcat dei Marines e comincio a pensare alla prossima realizzazione. Posseggo ora due aerei inglesi (Spitfire V e Hurricane II), due tedeschi (Me109E e Me 110C), due americani (P40D e Wildcat F4F-4) più un giapponese (Ki43 II), un russo (I16-18) e un italiano (Mc200 II). E' mia intenzione raddoppiare gli esemplari singoli e certamente ci starebbe ora bene un CR42, ma non trovo disponibile nei cataloghi una scatola (possibilmente decente) in scala 1/48. Sembra che tutti gli esemplari prodotti siano esauriti! Qualche amico mi saprebbe indicare come trovare qualcosa di costruibile? Se poi proprio non dovessi riuscire nella ricerca esiste sempre la soluzione di riserva, ossia passare al raddoppio del giapponese (lo Zero lo trovo di certo) però il biplano italiano mi intriga. Grazie in anticipo dei suggerimjenti.

  22. Ciao a tutti,

     

    vorrei cimentarmi nel mio primo modello, ma sinceramente per adesso brancolo nel buio. Intanto vi chiedo:

     

    1) per iniziare quale marca è preferibile (così a naso direi l'italiana Italeri per iniziare confermate? comunque cercherei qualcosa con taglierino, colla e colori insieme al modello)?

     

    2) che differenza c'è fra i Model Kit ed i Model Set di Italeri?

     

    3) qual'è, invece, la scala più indicata?

     

    Grazie!

     

    Bene, benvenuto nella compagnia! Abbozzo una risposta alle tue domande:

    Italeri è, a mio parere, una marca ottima, basta non scegliere un prodotto vecchio. Un collegamento ad internet ti darà in proposito tutte le informazioni. Comunque, sempre salvo l'acquisto di scatole vecchie o rifatte, al giorno d'oggi qualunque marca sforna prodotti del tutto soddisfacenti. Io sto lavorando su una scatola di produzione cinese e debbo dire che ne sono del tutto soddisfatto. Il problema, quindi, non è la marca ma il modello che si sceglie, che può essere più o meno complicato. Di solito gli aerei moderni a reazione sono tutti abbordabili. Lascia perdere per il momento i biplani e gli elicotteri.

    Le scatole Model Set della Italeri non sono altro che le Model Kit corredate da alcuni barattolini di vernice (solo i colori principali) dalla colla e da un pennellino. Se ti fornisci presso un negozio di modellismo sono tutti materiali che puoi acquistare separatamente con calma e con maggiore facoltà di scelta.

    Il problema della scala è personale. La 1/32 ha grande ricchezza di particolari, ma i modelli sono grandi (dell'ordine di 50 cm e più) e richiedono assolutamente la coloritura ad aerografo. La 1/48 è anch'essa ricca di particolari, chi ha una ottima mano può anche cimentarsi col pennello ma riterrei ancora preferibile l'aerografo. Per iniziare consiglierei la 1/72; i modellini degli aerei moderni non sono poi tanto piccoli, si possono verniciare a pennello con buoni risultati, costano abbastanza poco e al giorno d'oggi i pezzi vengono stampati con una ricchezza di particolari veramente soddisfacente.

    Quindi se decidi di incominciare buon lavoro!

  23. mi sembra una cosa alcquanto strana che non fosse gradita l'ostentazione delle vittorie, soprattutto in un teatro critico come Guadalcanal.

    Ho rivisto su YouTube il documentario che avevo citato. Il commentatore, quando viene fatto vedere l'aereo del capitano Carl decorato con le 18 bandierine, afferma chiaramente che, nel corso della battaglia di Guadalcanal, gli aerei dei Marines erano privi dei contrassegni di vittoria. Tali contrassegni furono applicati successivamente per ragioni di propaganda, in particolare sull'aereo comparivano 18 bandierine sui due lati solo per scattare una foto di effetto. I 18 contrassegni, tra l'altro, non erano solo da accreditare al capitano Carl (come da me affermato erroneamente) ma all'intero Squadron 223 al momento della foto. Il tutto mi sembra credibile, quindi non apporrò nessun contrassegno di vittoria sul mio modello.

  24. Possibile soluzione del mistero! Probabilmente ha ragione il produttore della scatola, che si è premurato di correggere un errore storico. L'aereo di cui stiamo parlando era quello del capitano Marion Carl dello squadron VMF 223 del corpo dei Marines, accreditato di 18 vittorie alla conclusione del suo servizio a Guadalcanal nel 1942. In internet è reperibile la foto del suo aereo su cui compaiono chiaramente (e sui due lati della fusoliera) le insegne di queste vittorie.

    Però oggi mi sono trovato a visionare su YouTube un documentario sugli assi dei Wildcat; quando si arriva a parlare del capitano Carl viene presentata la foto in questione, ma il commentatore dice chiaramente che le bandierine erano state applicate solo per ragioni di propaganda, in quanto, afferma, nel corpo dei Marines non era gradita l'ostentazione delle vittorie. Quindi sembrerebbe che l'aereo operativo fosse proprio privo delle bandierine. Qualcuno ha per caso informazioni contrarie?

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