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"I dimenticati" IMAM Ro.44


Ospite galland

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Il Ro. 44 con l'ala ripiegata

 

Ro44.jpg

un Ro. 44 della scuola idrovolanti di secondo periodo di Pola Puntisella, come per tutti i velivoli d'addestramento recano un codice alfabetico di tre lettere, corrispondente alla scuola di appartenenza (POL per Pola, MAL Malpensa, ecc.)

 

 

Con questo topic voglio aprire una serie di profili di aerei storici poco conosciuti e che, pertanto possono dirsi "dimenticati", ma comunque ancora meritevoli di essere ricordati e portati alla conoscenza degli appassionati. Anche loro sono parte del cammino dell'aeronautica.

 

ro44-c1.jpg

 

Industrie Meccaniche Aeronautiche Meridionali Ro. 44

 

Caratteristiche

Motore Piaggio P. X

Potenza cv. 700 a m. 1.000

Apertura alare m. 11,57

Lunghezza totale m. 9,71

Altezza totale m. 3,55

Superficie alare m. 33,36

Peso a vuoto kg. 1.770

Peso a carico massimo kg. 2.220

Velocità massima km/h. 316 a 2.500 m.

Velocità minima km/h. 98

Tempo di salita 8'40'' a 4.000 m.

Tangenza massima m. 6.900

Autonomia km. 1.200

Armamento 2 mitragliatrici da 12,7 mm.

Progettista Giovanni Galasso

Pilota collaudatore Nicolò Lana

Primo volo del prototipo nell'ottobre 1936

Località idroscalo di Napoli

 

Descrizione tecnica

Velivolo da caccia, idrovolante a scarpone centrale e galleggianti laterali sub alari, biplano, monoposto, monomotore a struttura mista.

Fusoliera in tubi d'acciaio saldati all'autogeno e copertura in lamierino di lega leggera (parte anteriore, dorsale, fondo fusoliera) oppure in tela (fianchi fusoliera).

Ali incernierate, ripiegabili, con struttura in longheroni di lega leggera, a sezione rettangolare, centine in legno, bordo d'attacco in compensato e rivestimento in tela: alettoni solo per l'ala superiore.

Galleggiante centrale in legno attaccato alla fusoliera con puntoni profilati in acciaio, controventati da tiranti, munito posteriormente di timone marino; galleggianti laterali in legno, intercambiabili, fissati all'ala inferiore mediante montanti metallici.

Piani di coda con struttura in tubi d'acciaio, al cromo-molibdeno, saldati all'autogeno e rivestiti in tela, irrigiditi da montanti in tubo d'acciaio e da tiranti; superfici mobili compensate aerodinamicamente.

Posto di pilotaggio in abitacolo aperto.

Strumentazione standard.

Serbatoio del carburante in lamierino di duralluminio, piegato a scatola, chiodato e semapizzato, disposto in fusoliera tra l'abitacolo del pilota ed il motore.

Motore con elica tripala, metallica, a calettamento variabile in volo.

Due mitragliatrici da 12,7 mm., con tiro sincronizzato attraverso il disco dell'elica.

 

Produzione

MM. 3691-3725 n. 35 (febbraio-giugno 1938, IMAM)

 

 

 

Il Ro. 44 rappresenta l'ultimo esempio di idrocaccia, prodotto in serie ed impegnato operativamente presso la Regia Aeronautica. I possibili candidati alla successione, ovvero l'IMAM Ro.51 idro ed il CR. 42/I, non hanno infatti superato lo stadio dei prototipi. La IMAM realizza nel 1934 un ottimo biposto da osservazione, il Ro. 37. Questa cellula base subisce un primo sviluppo che la trasforma in idro con l'adozione dello scarpone centrale e di due galleggianti sub-alari laterali. Nel 1936 viene realizzata la versione idro monoposto da caccia in cui le armi da 7,7 mm. sono sostituite da altrettante da 12,7 mm. come già per il Ro. 37, i tipi idro sono molto manovrieri, relativamente leggeri, hanno buone potenze istallate (il Piaggio P. X R da 700 cv.), anche se la formula biplana conferisce loro un aspetto complesso.

Limitandoci al solo Ro. 44, ricordiamo che nel 1938 esso viene prodotto in 35 esemplari e consegnato alla Regia Aeronautica che lo impiega presso l'88° gruppo autonomo da caccia marittima (162a, 164a, 166a squadriglia) sull'Idroscalo di Vigna Di Valle (lago di Bracciano) e successivamente presso una squadriglia autonoma. Si succedono al comando del gruppo Capecchi, Giannini, Garretto: quest'ultimo provvede al suo scioglimento, mentre il personale viene trasferito a reparti terrestri da caccia e da bombardamento.

E' chiaro che la formula dell'idrocaccia, almeno in Mediterraneo, è tramontata per sempre: solo nel Pacifico avrà formule d'impiego più avanzate ed un impiego abbastanza notevole.

Quando l'Italia entra in guerra, 8 Ro. 44 insieme ad alcuni Ro. 43, sono assegnati alla 161a squadriglia autonoma da caccia marittima, presso l'idroscalo dell'isola di Lero. Nel giugno 1941, la 161a diviene da caccia terrestre, e passa ai CR. 42, trasferendosi sull'isola di Rodi. Alcuni Ro. 44 rimangono comunque presso vari idroscali della Regia Aeronautica, ove vengono utilizzati per voli di addestramento.

Il tipo è presente anche presso la Regia Marina, ma solo per compiti secondari, di collegamento e addestrativi. Pur essendo meglio armato ed offrendo caratteristiche lievemente superiori al Ro. 43, non può essere impegnato operativamente, in quanto la sua configurazione monoposto non consente il trasporto dell'osservatore.

L'8 settembre 1943, la II e III squadriglia Forze Navali, hanno ancora in carico 6 Ro. 44.

Vediamo i limiti di questo velivolo. Il primo è implicito nella vetustà della formula, adeguata per l'anno di nascita, ma decisamente superata, negli anni di guerra. Altro inconveniente è nelle qualità nautiche, che consentono ammaraggi con mare non oltre mare forza 2. Il terzo inconveniente è nella struttura delicata con centinature in compensato, soggette a fenomeni di scollamento. Di fronte a tutto questo sta una manovrabilità eccezionale, degna di aerei della miglior razza. Tanto nei ricordi dei piloti che lo hanno impegnato a Vigna di Valle, ed alla Scuola Idro di secondo periodo a Puntisella (Pola), nel 1941. E un grande ricordo lo riporta un Pilota che nel suo primo volo su un idro, questo, ha compiuto una memorabile esibizione acrobatica, tra le navi del porto di Napoli.

Credo utile ricordare come alcuni grandi velivoli da caccia siano stati sperimentalmente trasformati in idro: il Wildcat che venne munito di due galleggianti Edo ed assunse la sigla F4F-3S, lo Spitfire Mk.Vb dotato di scarponi Supermarine, dalla Folaand Aircraft, nel 1941. Solo il Mitsubishi A6M "zero" ebbe una versione idro che vide l'impiego operativo; la A6M2-N, di costruzione Nakaijama che vide l'impiego per la scorta convogli in vari settori del Pacifico.

 

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sequenza di foto dei velivoli presso l'idroscalo di Vigna di Valle (Bracciano) attuale sede del Museo dell'Aeronautica.

Modificato da galland
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