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"La Guerra Segreta"


Blue Sky

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Una guardia del corpo per la verità

 

"In tempo di guerra”. disse il primo ministro britannico Wiston Churchill al presidente americano Franklin D. Rosevelt e al premier sovietico Iosif Stalin nel Novembre del 1943. "La verità è talmente preziosa che dovrebbe essere sempre protetta da una guardia del corpo dalle bugie”.

In quell’occasione, Churchill parlava di uno schema per i piani degli Alleati concernenti l’invasione dell’Europa, prevista per il giugno successivo. La sua frase poteva però ispirarsi a una quantità di operazioni intraprese durante la Seconda Guerra Mondiale dalla Germania, dall’Italia e dal Giappone non meno che dal governo di Churchill e dei suoi alleati.

Il destino di molte battaglie dipendeva dalle informazioni di cui si entrava in possesso, e per questo motivo, spinte dall’urgente Obiettivo di far pendere l’ago della bilancia dalla propria parte. le potenze in conflitto misero in atto una serie di operazioni che dovevano rimanere segrete, le quali avevano lo scopo di tenere altri piani segreti o che servivano a scoprire i segreti della parte avversaria. Gli alleati di entrambi gli schieramenti spiavano di continuo i piani dei nemici, nascondevano con grande zelo i propri, sostenevano un’incessante ricerca di mezzi sempre più sofisticati e perpetravano enormi mistifìcazioni per confondere il nemico in modo che si trovasse nel posto sbagliato al momento sbagliato.

 

 

Guerra armata e guerra segreta

Più si acuiva la guerra delle armi, più intensa si faceva la guerra segreta, fino ad assumere addirittura connotazioni romanzesche. “Nelle alte sfere dei servizi segreti, in molti casi i fatti reali erano in ogni aspetto equivalenti alle invenzioni più fantastiche dei romanzi o del melodramma” ebbe occasione di dire Winston Churchill parlando delle operazioni segrete degli Alleati. “Intrighi su intrighi, trame principali e secondarie, astuzia e slealtà, tradimento e inganno, agenti veri, falsi, doppiogiochisti, oro e acciaio, bombe, pugnali e plotoni di esecuzione erano intrecciati in un ordito così intricato da risultare incredibile, seppure assolutamente autentico”.

Mai nella storia l’intelligenza umana e l’alta tecnologia erano state poste così tanto al servizio della segretezza come durante la Seconda Guerra Mondiale. Vennero coinvolte migliaia e migliaia cli persone, temerari in cerca di avventura, ma anche cittadini spinti semplicemente dal più modesto fine di fare il proprio dovere per la patria. Provenivano da tutte le professioni e le condizioni sociali; tra loro c’erano scienziati, artisti, giornalisti, matematici, linguisti, dottori, avvocati, burocrati, inventori e appassionati di esoterismo. Molte delle loro scoperte e dei loro inganni ebbero un ruolo cruciale nelle grandi campagne militari della guerra. Ma molto del loro lavoro fu tenuto così scrupolosamente segreto al pubblico — così pesantemente protetto dalla “guardia del corpo di menzogne” a cui alludeva Churchill — che non solo rimase sconosciuto durante la guerra, ma in molti casi ha continuato a esserlo anche nei decenni successivi.

 

Giochi di spie

Per i governi che supportavano la guerra segreta su grande scala, un mezzo antichissimo per raccogliere segreti militari e diplomatici era lo spionaggio, e uno strumento altrettanto antico per frugare tra le informazioni desiderate era la spia. Il compito della spia era molto rischioso. Sola e spesso avversata in una società sconosciuta, non aveva altra protezione che la propria astuzia. Viveva sull’orlo di un precipizio e sapeva che poteva bastare un errore per precipitare in un abisso senza ritorno. Alcune spie furono arrestate, altre tradite. In caso di cattura, il governo fingeva che la spia non esistesse e la lasciava alla totale mercé dei suoi carcerieri. In genere il destino di una spia catturata era l’esecuzione o una lunga prigionia. Esisteva solo un’altemativa: cambiare sponda e lavorare per chi ti aveva catturato. La scelta non era facile, anche perché nessuno, ama i traditori, nemmeno gli eventuali nuovi datori di lavoro.

La spionaggio era già praticato da tempo quando la Wehrmacht tedesca diede inizio alla Seconda Guerra Mondiale invadendo la Polonia nel 1939. L’anno precedente, i capi dei servizi segreti di tutta Europa avrebbero potuto smentire facilmente il primo ministro Neville Chamberlain quando, tomato a Londra dopo un incontro a Monaco con il cancelliere tedesco Adolf Hitler, dichiarò trionfale: “Pace per il nostro tempo!”.

La Germania aveva due agenzie già al lavoro: l’Abwehr — un ramo dell’OKW, o Alto Comando delle Forze Armate —, impegnata a monito- rare le informazioni relative alla preparazione militare delle nazioni estere; e la SD, o Sicherheitsdienst, il servizio segreto e di sicurezza del Partito Nazista, responsabile della sorveglianza in tema e dello spionaggio all’estero.

 

Il problema dello spionaggio fu così diffuso che si cercò di mettere in guardia anche la popolazione civile.

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Nascosto da un quotidiano, una spia alleata ascolta la "Chiaccherata" tra un militare ed un civile italiani. Il poster vuole ricordare alla popolazione e agli stessi militari che "Il Nemico vi Ascolta"

 

Altri esempi simili adottati nei vari paesi belligeranti

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(Tratto da "Hobby & Work Publishing" La Guerra Segreta)

 

(Fine 1° Parte)

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I Servizi Inglesi

 

Anche l'Inghilterra aveva due agenzie di servizi segreti, la MI-5 e la MI-6. In teoria, la MI-5 si doveva occupare della sicurezza interna e la MI-6 dello spionaggio internazionale, ma in pratica il raggio d'azione delle Due Agenzie spesso si soprapponeva (come accadde più volte tra L'Abwher e la SD in Germania.

Gli agenti britannici e tedeschi che lavoravano per tutte queste organizzazioni dovevano confrontarsi l’un l’altro con sempre maggior fervore ed intensità man mano che la guerra procedeva.

Entrambi i rami del servizio segreto britannico erano stati creati all’inizio del secolo, come conseguenza delle scarse prestazioni delle frze armate britanniche nella seconda guerra anglo-boera (1899—1902). A causa dell’inadeguatezza del loro servizio segreto militare, i britannici non avevano valutato correttamente’ la forza e la tenacia dei boeri e si erano trovati imprigioimati in un conflitto che si era prolungato per tre anni. Utilizzare un’agenzia di servizi segreti per mantenere la madrepatria al sicuro era una consuetudine legittima e l’esistenza della MI-5 se non il suo modus operandi era ampiamente nota e accettata. Ma la MI— 6, che ficcava il naso nelle faccende degli altri paesi, era in qualche modo meno rispettabile. Per questo la MI-6 teneva nascosta la propria esistenza, celando le proprie imprese dietro istituzioni legali come gli uffici di controllo passaporti nei paesi stranieri. L’ufficio che ospitava il suo quartier generale a Londra era stato adattato con tanto di porte e scale segrete ed anche l’indirizzo dell’edificio veniva tenuto scrupolosamente segreto.

 

Mister C

Non c’è da sorprendersi che’ le manie di una tale organizzazione si riflettessero negli uomini che la gestivano: in realtà si potrebbe generalizzare e osservare che lo spionaggio ha sempre attratto personaggi perlomeno eccentrici. L’atmosfra dii oscuramento e mistero che ammantava la Ml-6 stabiilita innanzitutto dal Suo primo capo, Mansfìeld Smith Cumming, un ufficiale della marina con una sola gamba che sfoggiava un monocolo d'oro e scriveva con inchiostro verde. Per mantenere la propria identità segreta quanto la sua organizzazione, Smith-Cumming si diede una designazione in codice l’iniziale del suo secondo cognome stabilendo così un prececleulte: tutti i successivi capi della MI-6 furono noti semnplicemente come C.

L’ammiraglio sir Huigh Sinclair, il successore di Smith-Cumming, nomi era un personaggio meno eccentrico. Amava indossare una bombetta di una taglia più piccola, ed esprimeva il proprio fustidio o dissenso nei confronti dei suoi interlocutori girando la sedia verso il muro e voltando le spalle a chi gli parlava. Nel 1939, ormai prossimo alla morte per cancro, Sinclair consigliò al governo di sostituirlo con il suo C. designato, Stewart Graham Menzies.

Menzies era molto ricco e rispettabile. Era un Diplomato di Eton che non aveva mai frequentato l’università ma era entrato a far parte dell' élite granatieri. Cacciava a cavallo per divertimento e si rilassava al White’s, un esclusivo club di Londra. Menzies era chiaramente perfetto per sostituire Sinclair. La sua c’arriera come C, però. ebbe inizio sotto il classico cattivo auspicio, un episodio cheillustra perfettamente la natura inevitabilmiente precaria delle attività di spionaggio.

 

Il Caso dell'Aia

Quando Menzies arrivò al potere, nel novembre 1939, la MI-6 aveva il proprio punto di riferimento per lo spionaggio britannico nel continente in due agenti all' Aia, la capitale dell’Olanda, dietro la facciata dii un uffìcio di controllo passaporti, in una tranquilla strada residenziale, il maggiore R. Henry Stevens dirigeva un cospicuo numero di spie all'interno della Germania. Il suo socio era il capitano S. Payne Best, che viveva da anni in Olanda e gestiva un’azienda di import-export come copertura per le sue attività da agente della MI-6.

In quanto inglesi residenti in Olanda, Stevens e Best avevano attirato l’attenzione degli agenti tedeschi dell’Abwehr e SD che lavoravano in quella zona.

Poco dopo l’inizio della guerra, i tedeschi decisero di trovare un modo per metterli alla prova. Ai primi di settembre 1939, Best e Stevens vennero avvicinati da un rifugiato politico tedesco, che propose loro di metterli in contatto con uno dei rappresentanti del movimento clandestino antinazista in Germania. Dopo aver ricevuto l’approvazione di Menzies, Best e Stevens si dissero disponibili all’incontro e furono presentati a un certo capitano Schaemmel, dell’esercito tedesco.

Il primo incontro fu cordiale, e i tre uomini promisero di rimanere in contatto e di scambiarsi informazioni. Un incontro seguì l’altro, e presto Schaemmel rivelò che alcumni ufficiali dell’esercito tedesco stavano complottando per far cadere Hitler e ritrovare la pace con gli Alleati. Il tedesco era ovviamente un uomo colto, dalle notevoli doti persuasive, e la sua storia sembrava convincente. Incuriositi, i due inglesi concordarono con Schaemmel un nuovo incontro, in un bar di una cittadina olandese sul confine tedesco, cinque chilometri a est dii Venlo.

A metà pomeriggio del 9 novembre, Best e Stevens svoltarono con la loro Buick blu per la stradina che portava al caffè. Appena girato l’angolo, una grossa macchina scoperta proveniente dalla Germania superò la linea di confine. Mentre i passeggeri sparavano alle guardie olandesi con pistole e mitragliatrici, la macchina scoperta proseguiva la sua corsa fino a bloccare completamente la Buick. Cinque tedeschi saltarono a terra, tirarono fuori con la forza Stevens e Best, li ammanettarono e li spinsero dentro la loro auto. Un ufficiale dei servizi segreti olandesi che si trovava con loro fu ferito a morte. La macchina tedesca accellerò per tornare verso la salvezza, dall’altra parte dei confine. Per pura coincidenza, la notte prima c’era stato un attentato alla vita di Hitler al Bùrgerbràukeller, a Monaco. Sebbene il mancato assassino stesse agendo da solo, la SD trovò comodo implicare i due agenti britannici per l'incidente. Best e Stevens furono di conseguenza messi in prigione, dove rimasero per tutta la durata della guerra.

A Londra, la scomparsa dei due agenti chiave dell’Europa Occidentale fu un colpo durissimo per Menzies e per la MI-6. La rete di spionaggio dii Stevens era un canale fondamentale per accedere ai segreti nazisti e adesso, privata del proprio capo, era destinata a crollare e scomparire in brevissimo tempo. Otto mesi dopo la caduta della Francia si può praticamente dire che l’attività dei servizi segreti britannici nel continente era stata completamente epurata. La MI-6 doveva ricominciare tutto da capo, con gran parte del continente in mani naziste.

 

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Mansfield Smith-Cumming

 

(Tratto da "Hobby & Work Publishing" La Guerra Segreta)

 

(Fine 2° Parte)

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