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Ansaldo-Fiat L6/40


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ANSALDO-FIAT L 6/40

 

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CARATTERISTICHE

 

Modello: L6/40 (L40 Semovente)

 

Anno: 1940 (1941)

 

Peso: t 6,8 (6,5)

 

Lunghezza: m 3,820 (3,820)

 

Larghezza: m 1,860 (1,860)

 

Altezza: m 2,175 (1,890)

 

Luce libera: m 0,40 (0,40)

 

Protezione: mm 40 (30)

 

Motore: Spa 18 VT 4 cilindri (4 cilindri)

 

Potenza motore: HP 70 (70)

 

Velocità massima km/h 42 (42)

 

Autonomia: km 200 (200)

 

Equipaggio: 2 (3)

 

Armamento: 1 mitragliera da 20 + 1 cal.8 (1 cannone da 47/32 + 2 mitra)

 

Munizionamento: 256 cartucce da 20 1 560 cal. 8 (70 cartocci-proietto 1480 cartucce cal. 9)

 

Trincea: m 1,30 (1,30)

 

Gradino: m 0,70 (0,70)

 

Pendenza massima superabile: 70% (70%)

 

Guado: m 0,80 (0,80)

 

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Il carro leggero L6/40 aveva la stessa torretta che era montata sulle autoblindo Spa ed era destinato agli stessi scopi operativi. Fu assegnato ai reparti a partire dal 1941 e operò in Africa settentrionale, in Russia e nei Balcani. L'esemplare illustrato nel disegno apparteneva al LXVII Battaglione Bersaglieri motocorazzato che fu assegnato alla Divisione "Celere" inquadrata nell'A.R.M.I.R. Si tratta del secondo carro del 5° plotone della 2° compagnia, comandata dal tenente Rodolfo Nardi. I carri del LXVII Bersaglieri giunsero in Russia con la colorazione originale color sabbia, che veniva fatta in fabbrica, e furono mimetizzati con applicazioni di fango per renderli meno visibili.

 

 

 

La necessità di sostituire al più presto il carro armato L35 (cfr. il profilo del mezzo nello specifico topic) indusse l'Ansaldo-Fiat a studiare un nuovo tipo più potente, ispirato a una serie di prototipi realizzati intorno al 1936 le cui principali caratteristiche, fissate nel 1938, prevedevano un peso intorno alle 7 tonnellate, una velocità massima di 35 km/h, un'autonomia di 12 ore, un equipaggio di 3 uomini e prestazioni tali da consentirgli di superare guadi di 0,90 m, muretti di 0,80 m. e trincee di 1,80 m. Le possibilità di armamento variavano dalle due mitragliatrici cal. 8 in torretta alla mitragliera da 20 mm abbinata a una mitragliatrice cal. 8, sempre in torretta. Per il carro armato della sola coppia di mitragliatrici cal. 8, era anche prevista una versione con lanciafiamme in casamatta.

 

Nel 1939 si provvide alla definizione del veicolo e il primo modello costruito fu armato con un abbinamento di Breda cal. 8 mod. 38 in torretta. Le caratteristiche del carro, denominato M6t in quanto il suo peso lo poneva, sia pure per pochi quintali, nella categoria dei medi, erano le seguenti: motore da 47 HP, che consentiva una velocità di 34,6 km/h, autonomia di 234 km e pendenza massima superabile del 70%. Le dimensioni di questo carro erano di 3,78 x 1,92 x 2,03 m.

 

Il modello non apparve perfettamente riuscito: si passò quindi alla realizzazione di un altro prototipo, dotato anche di apparecchiatura radio, con scafo di maggiori dimensioni e con un armamento più pesante in torretta: un cannone da 37/26 abbinato a una mitragliatrice cal. 8.

 

Questa combinazione fu tuttavia presto sostituita da una mitragliera da 20 mm mod. 35 abbinata alla solita mod. 38 cal. 8. Il carro fu trovato interessante dalle autorità militari e, previe alcune modifiche di scarso rilievo, fu adottato come carro leggero regolamentare del Regio Esercito, con la denominazione di L6/40.

 

 

LA TECNICA

 

Il mezzo era di concezione tradizionale: motore posteriore e trazione anteriore, camera di pilotaggio e combattimento anteriore; armamento in torretta.

 

Il motore era uno Spa a 4 cilindri in linea, raffreddato ad acqua e alimentato a benzina. L'accensione era a magnete e l'alimentazione era assicurata da due serbatoi sistemati ai lati del propulsore; la lubrificazione era a pressione, attivata da tre pompe e il raffreddamento a pompa centrifuga, con radiatore di forma semicircolare formante un anello intorno al ventilatore.

 

La trasmissione era costituita da una frizione monodisco a secco, un cambio di velocità a quattro marce e retromarcia munito di riduttore e da un gruppo finale di trasmissione e sterzo a ruotismi epicicloidali e coppie cilindriche esterne per l'azionamento delle ruote motrici.

 

La sospensione era costituita da due carrelli per lato, ciascuno con due rulli, articolati e collegati a barre di torsione; le ruote motrici anteriori, i due rulli superiori di guida e il terzo portato dal braccio del carrello posteriore di sospensione, insieme con la ruota posteriore di tensione e di rinvio (che pur non funzionando normalmente da rullo portante, aderiva elasticamente al terreno), sostenevano il cingolo. Questo era composto da 88 maglie uniche in acciaio stampato e a guida centrale, unite con perni.

 

La corazzatura era costituita da lamiere piane di acciaio speciale, unite nella parte inferiore a mezzo di chiodi e nella parte superiore a mezzo di bulloni.

 

La torretta, il cui armamento era costituito da una mitragliera da 20 abbinata a una mitragliatrice cal. 8, ospitava il capocarro-tiratore. Il puntamento delle armi era facilitato da un cannocchiale di puntamento situato sulla destra; elevazione e brandeggio avvenivano mediante congegni a ingranaggi, azionati a mano. I comandi di sparo erano a pedale; il munizionamento era sistemato nella camera di combattimento. Il capocarro sedeva su un sedile sospeso.

 

Sul cielo era ricavato un portello per il capocarro e vi era installato il periscopio; un altro portello, per lo sfilamento delle armi, era situato posteriormente.

 

La torretta con l'armamento era sistemata sulla sinistra del tetto della torretta fissa, dove era praticata un'apertura circolare di circa un metro di diametro, sull'orlo della quale si trovava il piano di rotolamento. Sul lato destro della torretta fissa era ricavato un portello di accesso per il pilota del carro.

 

La visibilità era assicurata da un portello di visuale con relativo iposcopio; per la ventilazione erano ricavati posteriormente due convogliatori per l'aspirazione dell'aria. Lo scafo aveva anche, anteriormente, un portello per l'ispezione, un ventilatore freni e due portelli posteriori per l'ispezione del motore, proprio davanti alle griglie per l'uscita dell'aria.

 

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Carro armato sperimentale Ansaldo M6.

 

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Prototipo del carro armato L6 con la torretta armata con un cannone da 37 mm.

 

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Primo esemplare di preserie del carro armato L6/40.

 

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Carro armato L6/40 del V Reggimento Lancieri di Novara (Africa settentrionale, estate 1942). Il carro è quello del Capitano Ferruccio Dardi, Medaglia d’Oro alla Memoria. Comandante del II Squadrone, caduto in azione il 9 luglio 1942 nella zona di Bab-El Qattara (El Alamein).

 

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Stemma del V Reggimento di Cavalleria “Lancieri di Novara” aggregato sul fronte africano come reparto esplorante della Divisione Corazzata “Littorio” e distrutto ad El Alamein

 

 

L'EVOLUZIONE

 

Oltre ai carri armati L6/40 centro-radio, con doppia apparecchiatura radio (1 RF 1 CA e 1 RF 2 CA) per i comandi di battaglione e unità equivalenti, si ebbero una trentina

 

di L6/40 trasporto-munizioni per i semoventi da 90/53. Questi erano degli L6/40 privi di radio e di torretta, adattati per il trasporto di 24-26 proiettili da 90 mm e in grado di trainare un rimorchietto a due ruote con altri 40 colpi. L'armamento era costituito da un'unica Breda 38 cal. 8 scudata, in barbetta, per il tiro contraerei. Vi fu poi un'ultima variante, riprodotta in pochissimi esemplari e denominata L6/40LF, ossia lanciafiamme. L'arma era installata in torretta, al posto della mitragliera da 20 e affiancata alla solita mitragliatrice cal. 8.

 

Tutti questi modelli uscirono dalle linee di montaggio della Spa a partire dalla metà del 1941, ma ancor prima che fossero distribuiti alle truppe i primi esemplari, si decise di realizzare sullo stesso scafo un semovente armato con cannone da 47/32, la cui produzione risultò più rapida.

 

Questo veicolo era privo di torretta mobile e variava nella torretta fissa per la diversa forma della parete frontale dovuta all'applicazione di un cannone. L'apertura superiore della casamatta, protetta nel prototipo da una copertura blindata, era riparata da un telone impermeabile scorrevole su aste di guida laterali. Lo sportello laterale, conservato fino al carro n. 55062, era fisso in posizione non essendo più necessaria la sua apertura per l'entrata dell'equipaggio.

 

L'armamento era costituito da un cannone da 47/32, sistemato anteriormente e a sinistra della torretta fissa. Era munito dei relativi congegni di elevazione, di brandeggio e di comando sparo, nonché di cannocchiale di puntamento. II comando sparo poteva essere a mano o a pedale. Il sedile del cannoniere era fissato sul coperchio che ricopriva la cassetta delle batterie. Le cassette delle muni- zioni erano due, una posteriormente al sedile del pilota, con 33 proiettili, e l'altra fissata alla parete destra della camera di combattimento e contenente altri 37 colpi.

 

L'apparecchiatura radio era inizialmente montata solo sui semoventi comando plotone; i mezzi per i comandanti di compagnia avevano doppi apparati (1 RE 1 CA e 1 RE 2 CA), ma erano privi di bocca da fuoco, sostituita da una mitragliatrice Breda 38 cal. 8 mascherata da cannone.

 

L'ultima versione, il modello L40 Semovente tipo G, era simile come allestimento allo L40 Semovente Comando Plotone da cui differiva per la copertura di protezione (4 elementi imperniati, composti di telaio e rete), del supporto per il cannocchiale panoramico e di altre 4 cassette di munizioni, rispettivamente per 10, 7, 4 e 3 colpi.

 

 

L'IMPIEGO

 

I carri L6/40 furono distribuiti ai gruppi di cavalleria e ai battaglioni bersaglieri corazzati. Essi entrarono in azione nel 1942 in Africa settentrionale con il "Genova Cavalleria" e i "Cavalleggeri di Lodi" e in Russia con il LXVII Battaglione Bersaglieri corazzato. Altre unità di cavalleria e di bersaglieri equipaggiate con questo modello parteciparono all'occupazione della Francia meridionale mentre altri reparti di cavalleria su L6/40 ("Guide" e "Alessandria") furono dislocati nei Balcani. Dopo l'armistizio, pochi di questi carri furono impiegati dai tedeschi e dalle unità corazzate della Repubblica Sociale Italiana.

 

Concepito in origine per la guerra alle frontiere alpine, questo carro, che pure fu prodotto, in tutte le sue varianti, dal 1941 al 1944, risultò nelle nuove circostanze del tutto sorpassato come peso, armamento e protezione. Migliore apparve invece la versione semovente, assegnata per la maggior parte a sette battaglioni controcarro poi impiegati in Tunisia, Sicilia e Corsica nonché ad altri reparti minori, prevalentemente di cavalleria che combatterono anche sul fronte russo. Tuttavia anche il semovente si dimostrò d'insufficiente potenza e assai delicato.

 

Anche se nel dopoguerra diversi L6/40 superstiti furono incorporati nei reparti blindati di Polizia, non ne rimane attualmente, a quanto si sa, nemmeno un esemplare. Solo ad Aberdeen è esposto un L40 Semovente Comando Plotone, forse catturato in Sicilia nel 1943.

 

 

 

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