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ROSSETTI BRUNO

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Risposte pubblicato da ROSSETTI BRUNO

  1. La battaglia di Ghouta sembra ormai finita con la vittoria dei governativi, è durata circa 45 giorni un tempo molto breve per gli standard dell''esercito siriano, che in passati ci aveva abituati ad battaglia lunghe ed estenuanti. La differenza non sembra dovuta a un miglioramento qualitativo dello stesso

    Ma ad un brusco calo del morale dei gruppi ribelli che ne ha minato la capacità di resistenza. Tutto sembra portare alla battaglia finale che si svolgerà ad Idlib e dintorni.

    Saluti

    Bruno

  2. Buongiorno

    Già entrare nella regione di Afrin a caccia di curdi era una cosa discutibile.......

    Ma adesso scontrarsi con le truppe del legittimo governo Siriano significa invadere un altro paese.

    In passato si sono convocate con urgenza riunioni dell'Onu per molto meno.

    Qui tutto sembra passare quasi di soppiatto.

    Mah

    Ciao

    Bruno

  3. Lo so in tutto quello che ho letto si parla di "zona di interesse nazionale" che non esiste nei
    trattati ma penso che sia un altro modo di denominare la "zona economica esclusiva" (200 miglia)
    un tratto abbastanza vasto che fra l'altro è libero e tutti vi possono transitare/fermarsi.
    Quello che non riesco a trovare è la reale distanza dalla costa raggiunta dalle fregata Russa.
    Insomma un conto è se la nave è passata a 50 km un conto è se è passata a 250 km.

  4. Ovviamente non poteva mancare il fosforo :asd:

     

    Attivisti siriani, vicini all’opposizione e in contatto con famiglie a Raqqa, denunciano attacchi “con bombe al fosforo” da parte della coalizione che combatte l’Isis.

    Aerei della coalizione avrebbero sganciato ordigni incendiari, proibiti nei combattimenti in zone urbane, sulle posizioni dell’Isis alla periferia della città.

    Un video diffuso sui social network sembra comprovare le accuse ma non ci sono conferme ufficiali.

    Altri video e foto mostrano esplosioni luminescenti di ordigni gettati nella notte su quartieri della città sotto attacco

  5. Le truppe curde hanno raggiunto la periferia di Raqqa, entrando da est in un quartiere della città, penso che ci vorranno un paio di mesi per

    la conquista dell'abitato, parliamo di fine Agosto/inizio Settembre.

    Tanto per cambiare ci sono le solite accuse di aver causato la morti di civili fatta a chi fornisce appoggio aereo(1) e di crimine di guerra per

    aver bombardato una scuola/ospedale/moschea(2)

    Saluti

    Bruno

     

     

     

    1) In questi caso gli USA

    2) Stavolta la prima

  6. Ecco qui la conferma che l'idea non sia certo quella di spendere 30 milioni ad aereo per rifare mezza struttura, ma di cercare di limitare gli interventi alla sostituzione di qualche longherone o poco più, spendendoci su 1 milione al pezzo.

     

     

    https://www.flightglobal.com/news/articles/longeron-upgrade-would-keep-f-15cs-flying-437587/

    Trovo il prezzo indicato sorprendente, di solito con quella cifra in aerei di questa categoria

    sostituire una decina di bulloni costa di più

    Saluti

    Bruno

  7.  

    Impiccagioni di prigionieri al ritmo di una cinquantina al giorno nel carcere militare di Saydnaya, non lontano da Damasco. Lo afferma il Dipartimento di Stato mostrando foto satellitari declassificate che rivelerebbero le modifiche apportate a un edificio della struttura per adibirlo a forno crematorio. Amnesty aveva lanciato la stessa accusa tre mesi fa: a Saydnaya 13mila morti

     

    In effetti dopo i gas mancavano solo i forni crematori :unsure:

  8. Da la STAMPA del 9 Maggio 2017
    INIZIO
    Trump approva un piano per fornire armi pesanti ai curdi in Siria
    Lo riportano i media americani citando alcune fonti

    Pubblicato il 09/05/2017
    Ultima modifica il 09/05/2017 alle ore 21:50

    Con una mossa che rischia di alimentare l’irritazione della Turchia, sempre più riluttante alleato Nato,
    la Casa Bianca ha approvato l’invio di armi alle forze curde siriane che combattono Isis nel nord-est
    della Siria, spesso finendo nel mirino delle truppe di Ankara che non operano distinzioni tra i jihadisti
    sunniti e i curdi dell’Ypg.

    Membri dell’amministrazione Trump ne avrebbero discusso ieri alla Casa Bianca con il ministro della Difesa,
    James Mattis, collegato in video conferenza. L’ordine è stato firmato e «consente che l’avvio del processo
    diventi operativo», riferisce la Nbc. La decisione sarà notificata al governo di Ankara.

    Secondo la Bbc, che cita una fonte del Pentagono, le armi inviate ai curdi siriani includono munizioni,
    armi leggere, mitragliatrici pesanti e blindati che, sostiene sempre la fonte, il Pentagono «cercherà di
    riottenere indietro» dopo la conquista di Raqqa. Sulla carta una sorta garanzia minima alla Turchia che
    considererebbe i curdi dell’Ypg - finora i migliori alleati degli Usa sul terreno, da soli riconquistarono
    Kobane da Isis a gennaio 2015 mentre le forze turche, pochi km oltre il confine, restavano a guardare
    nella migliore dell’ipotesi, arrivando in alcuni casi ad ostacolarli - dotati di armi pesanti, una
    minaccia alla propria sicurezza.

    Al momento non sono stati resi noti i tempi di consegna delle armi.

    FINE
    Mah notizie di questo tenore escono ogni 2/3 mesi ma si fermano lì qui c'è una novità:
    Dopo aver conquistato Raqqa i curdi dovrebbero darle indietro e questo mi sembra
    veramente fantascientifico.
  9. non vedo cosa ci sia di strano nel pensare di pensionare un aereo spremuto al massimo ed i cui numeri si vanno erodendo giorno dopo giorno.

    Questo è sicuramente vero per le cellule degli F15C/D che ormai sono andate oltre ogni limite, rivitalizzarle vorrebbe spendere decine di milioni per ognuna di loro.

    Però molti di questi veicoli sono stati sottoposti a lavori in cui sono stati installati, motori, radar e avioniche ecc eccc recenti che sono ancora validi, si potrebbero costruire alcune cellule nuove di F15 su cui reistallarli.

    Saluti

    Bruno

  10. "Un nuovo (aiuto) sceriffo nella città?"... Con questo titolo un po' ermetico la rivista aeronutica COCKPIT di gennaio 2015 presenta un'intervista a Don Parker, uno dei quattro piloti dello "Scorpion Jet". E' chiaro che l'ex pilota dei Marines e oggi collaudatore dice ogni bene di questo apparecchio che appare concettualmente particolare. Dopo la presentazione nel Regno Unito ha percorso altre 200 ore di volo e partecipato a una grande esercitazione della Guardia nazionale del Kansas. Il senior test pilot Don Parker evidenza poi l'uso di (cito) F-15, Superhornet e Rafale per usi se non modesti perlomeno "impropri"... Quindi lo Scorpion sarebbe l'ideale. Dati ufficiali di Textron: max speed 518 mph, range 2'762 miles, payload 3'000 pounds. Infine... Costs less than: 20 USD. Tredici Paesi sarebbero interessati, per ora almeno per una valutazione: citati la Nigeria e gli EAU. E' chiaro che, dopo il NO svizzero ai Gripen, il nuovo apparecchio USA susciti interesse mediatico nella Confederazione più che in altri Paesi europei. I calcoli sono presto fatti... con il budget previsto per i Gripen se ne potrebbero acquistare 150, poi il costo orario di 2700 USD... Meglio tornare con i piedi per terra: lo Scorpion è solo subsonico, non ha radar di bordo e non ha cannoni. A parte la velocità Don Parker dice che il volume utile interno può soddisfare molte esigenze particolari o supplementari dei potenziali clienti...Vedremo!

     

    Mi lascia perplesso alla fin della fiera cosa ha lo Scorpion rispetto a un F5?

    Saluti

    Bruno

  11. Buongiorno

    La mia risposta è stata questa:

     

    INIZIO

     

    Francamente non capisco il tono della sua risposta, io ho semplicemente citato un articolo che ricordavo di aver letto anni fa, quindi se il giornalista ha scritto cose false e non veritiere le smentisca semplicemente.

    Quando ai rapporti Italo Svizzeri io sono di Mantova e sono più preoccupato dei rapporti Lombardo Veneti.

     

    Saluti

    Bruno

     

    FINE

     

    Per questioni di educazione non ho citato la domanda

     

    Saluti

    Bruno

  12.  

    Mi sembra che un accordo simile ci sia già

     

    Jet svizzeri a terra se il dirottamento avviene fuori orario d'ufficio

    di Gianandrea GaianiCronologia articolo18 febbraio 2014

    Storia dell'articoloChiudi

    Questo articolo è stato pubblicato il 18 febbraio 2014 alle ore 07:31.

    L'ultima modifica è del 18 febbraio 2014 alle ore 07:46.

    fa18alps-kdFG--258x258@IlSole24Ore-Web.j

    A causa delle restrizioni al bilancio della Difesa gli aerei militari svizzeri sono operativi solo "nelle ore di ufficio". Per questo nessun caccia F-18 o F-5 in servizio con l'Aeronautica elvetica si è alzato in volo per tenere sotto controllo il Boeing 767 dell'Ethiopian Airlines dirottato su Ginevra dal co-pilota. La notizia ha dell'inverosimile ma è stata confermata da Laurent Savary, portavoce delle forze armate di Berna.

    Il volo Et 702, da Addis Abbeba a Roma, è stato " intercettato" dai caccia Eurofighter Typhoon dell'Aeronautica italiana che lo hanno accompagnato fino ai limiti dello spazio aereo francese dove è stato preso in consegna dai Mirage 2000 dell'Armèe de l'Air. Questi lo hanno scortato fino all'aeroporto di Ginevra che si trova peraltro a pochi chilometri dai confine francese. L'aeronautica di Parigi è autorizzata da un accordo con Berna a sorvolare e proteggere lo spazio aereo svizzero ma senza poter usare le armi. In ogni caso, come ha spiegato Savary all'agenzia di stampa elvetica Ats, i jet della Confederazione non si sono alzati in volo perché l'incidente è avvenuto fuori dalle ore di servizio, le uniche durante le quali i caccia sono operativi a causa delle restrizioni al bilancio, cioè dalle 8 alle 12 e dalle 13,30 alle 17, ma solo nei giorni feriali perché le basi aeree svizzere restano chiuse tutto il fine settimana. Gli aerei svizzeri "non potevano intervenire perché le basi aeree sono chiuse la notte e nel week end per ragioni di budget e di personale" ha precisato Savary aggiungendo che una copertura aerea a tempo pieno viene assicurata solo in caso di eventi particolari come il Forum economico mondiale di Davos.

    I cieli svizzeri sono costantemente controllati dai radar ma l'indisponibilità di velivoli da intercettazione per ben 16 ore al giorno lascia aperti varchi potenzialmente pericolosi. Nonostante i progressivi tagli a un bilancio della Difesa che nel 2013 ha avuto a disposizione 3,5 miliardi di euro e un ulteriore decurtazione di oltre 51 milioni di franchi (42 milioni di euro) quest'anno, i "buchi" nella difesa dello spazio aereo hanno dell'incredibile perché solitamente ogni Paese che dispone di un'aeronautica dotata di velivoli da combattimento ne mantiene almeno due o tre coppie sempre pronte al decollo su emergenza proprio per far fronte a dirottamenti o intrusioni nello spazio aereo nazionale che potrebbero avere anche una natura terroristica. Se durante la Guerra fredda i jet pronti allo "scramble" (il decollo rapido d'emergenza) avevano lo scopo di contrastare le provocazioni dei velivoli sovietici, dopo l'11 settembre 2001 è emerso chiaramente che anche un velivolo civile dirottato può comportare gravi rischi per la sicurezza nazionale. Negli ultimi anni tutte le aeronautiche occidentali, inclusa quella italiana, dedicano particolare attenzione alla difesa dello spazio aereo anche nei confronti dei velivoli commerciali dirottati ("renegade" nel gergo aeronautico) o che escono dagli usuali corridoi aerei e ai piccoli velivoli da turismo e agli ultraleggeri ("slow movers"), velivoli ideali per azioni terroristiche.

    Sorprende quindi che un Paese come la Svizzera affronti la difesa del proprio spazio aereo con gli stessi schemi rigidi dell'orario fisso degli uffici pubblici escludendo lo "straordinario" soprattutto se si tiene conto che in rapporto alla sua limitata estensione geografica la Confederazione dispone di un'aeronautica di tutto rispetto che in fatto di jet da combattimento può schierare 32 cacciabombardieri F-18 C/D affidati a piloti professionisti in servizio permanente e 54 più vecchi F-5E/F pilotati in buona parete da piloti riservisti destinati a venire rimpiazzati a partire dal 2016 da 22 Saab Jas 39 Gripen. Karin Suini, portavoce del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (che a Berna ha le funzioni di Ministero della Difesa) ha reso noto che nel 2020 è prevista l'attuazione del "Progetto Ilana" che prevede il potenziamento dei controlli del traffico aereo e l'aumento del personale assegnato alla sicurezza dei cieli elvetici.

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