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ariete222

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  1. A seguito di interessanti ed animati dibattiti intervenuti in vari Forum, IL PRESENTE PROGETTO, in attesa di una sua prossima ed approfondita revisione, da parte mia, E' MOMENTANEAMENTE SOSPESO! ================================================================ Ariete222
  2. RISPOSTA PER “Madmike” E “Vultur” ============================= Premessa: ognuno è libero di pensare e scrivere ciò che vuole, purchè non sia offensivo per altri, cercando di far prevalere il proprio punto di vista, a volte, anche con ragionamenti ed esempi che risultano non del tutto pertinenti, ma questo è poi un suo problema. Mi sapete spiegare perché le nuove catapulte Emals o meglio Emcat che costano molto meno sono state costruite per poter lanciare aerei fino a 45 tonnellate??? Lo sapete che sono recentemente stati testati e realizzati nuovi “arrestino gear” cioè dispositivi di arresto dotati di cavi in “poliestere”, collegati con pulegge extra-large, molto più resistenti, elastici e leggeri di quelli in acciaio e che sono in grado di “catturare” aerei più grandi e pesanti di quelli attualmente presenti sulle portaerei tradizionali??? Non si tratta di pantografare alcunché, le dimensioni delle “Portaerei Modulari”, con le opportune modifiche, potrebbero essere quelle della nuova CATOBAR “Queen Elizabeth”. Come fate a non apprezzare la potenzialità aggiuntiva di un dispositivo di attacco formato da una serie di questo nuovo tipo di portaerei che può fornire, pressoché ovunque, in poco tempo, una B.A.M. anche senza lunghe trattative e compromessi con altri Stati dal cui territorio sarebbe necessario far partire gli attacchi aerei??? Lo so bene che ci sono i sottomarini nucleari con i loro missili a media e lunga gittata che possono provvedere ad infliggere al nemico dei colpi durissimi se arrivano al bersaglio. Ma se questi non fossero sufficienti a piegare la sua forza di difesa e se fosse necessario avvicinarsi maggiormente alla zona di guerra con le attuali portaerei e gli attuali aerei, siamo sicuri di farcela senza non dover comunque registrare anche noi enormi danni e perdita di vite umane??? Tanto vi dovevo per maggior chiarezza e completezza del mio commento. ============================
  3. RISPOSTA PER “EINHERJAR” Mi scuso per il ritardo con cui ti rispondo ma solo ultimamente, rileggendo i vari interventi mi sono accorto di non aver commentato il tuo interessante “post”, può darsi per distrazione o forse perché inizialmente mi era parso un po’ troppo tecnico e complicato. Comunque, se ho capito bene, tu dici che il “boost” aggiuntivo sarebbe vantaggioso solo a fine corsa potendo disporre di una pista sufficientemente lunga. Ebbene, ti faccio una ipotesi: nel caso potessimo disporre di una catapulta emals/emcat lunga circa 150-160 metri – quelle normali credo siano lunghe 80-90 m. – ed una pista di decollo formata da due “Portaerei Modulari”, opportunamente modificate rispetto al progetto iniziale, già congiunte poppa-prua e simili alle CATOBAR della classe “Queen Elizabeth” modello STOVL prima versione ma senza lo “sky-jump”, cioè con il ponte di volo totalmente piatto avente una lunghezza complessiva di circa 560 metri, molto probabilmente avremmo già la soluzione per quanto riguarda la possibilità di decollo di un aereo di media grandezza – circa 28/30 metri di lunghezza/apertura alare. Per l’appontaggio invece, molto probabilmente, ne sarebbero necessarie almeno 3 o forse 4 di portaerei collegate per una lunghezza totale della pista di 850-1130 m., ciò perché l’arresto di un velivolo avente una grossa mole richiede certamente molto più spazio per potersi realizzare. Non ho competenze e risposte certe su questo ultimo punto, anzi vi sarei grato se qualcuno me le potesse fornire. Come sicuramente saprete la classe “Queen Elizabeth” – lo specifico solo per meglio chiarire il contesto di quanto vado dicendo – ha le seguenti caratteristiche: lunghezza 284 m. – larghezza dello scafo 39 m. – larghezza del ponte 73 m. (l’ultimo modello avrebbe adottato un ponte angolato che pare essere lungo circa 230 m.) – pescaggio 11 m. – tonnellaggio di 65.600 ed un costo unitario di circa 2 miliardi di Sterline/Pound corrispondenti a circa 2,2 miliardi di Euro vale a dire circa la metà di quanto costa attualmente una porterei USA della classe “Ford”. Penso proprio che potrebbe essere una valida alternativa al modello “Nimitz” – 11 anni addietro – da me inizialmente preso come base della mia proposta. ====================================
  4. Ultime risposte a “Vultur” ed a “Flaggy” Per “VULTUR”: Finalmente nel tuo ultimo intervento ho potuto leggere qualcosa di veramente interessante, utile ed apprezzabile esente dai tuoi abituali toni ironici! Devo anche dirti che ho apprezzato il tuo precedente accenno alla fase d’arresto di un aereo sul ponte quando mi hai chiarito che può avvenire pressoché unicamente grazie all’azione dei freni ed all’inversione di spinta dei motori. La funzione dei “retrorazzi da me citata era infatti la medesima che può essere ottenuta con il “reverse” dei motori. Io, che pur avevo avuto l’idea di un freno aerodinamico mediante l’utilizzo di un motore che agisse in senso inverso, non avevo individuato, non essendo un esperto, la soluzione più giusta, logica ed a portata di mano. Certo che però quando dici che non basta “tracciare un rettangolo e farci delle righe sopra……..” hai perfettamente ragione ma mi sembra che tu non consideri abbastanza il fatto che al disotto c’è uno spazio da riempire alto circa 11-12 metri e pertanto di roba ce ne può stare parecchia! Per “FLAGGY”: Interessanti anche le tue precisazioni, ti assicuro comunque che non voglio più insistere a controbattere le vostre osservazioni ma mi pareva di doverti rispondere su due punti. Anche per te vale quanto sto dicendo a Vultur riguardo alle strisce su ponte di volo mentre per le plance estraibili, effettivamente, trattandosi di uno schizzo veloce, c’è stata un po’ di improvvisazione da parte mia che è stata da te immancabilmente individuata e censurata. Tuttavia a queste sviste si potrebbe trovare un rimedio. D’altra parte, se la sagoma entro la quale, obbligatoriamente, devo tracciare il mio “ponte angolato” è quella rettangolare non è che posso fare i miracoli! Una CVN che prevedesse la presenza di un’”isola” di tipo più o meno tradizionale sarebbe incompatibile con la funzione che io mi proponevo quando ho avuto l’idea della Portaerei Modulare Tuttoponte. Più avanti, se ne avrò ancora il tempo e la voglia, scusate le mie irriducibili fiducia e presunzione di una qualche legittimità delle mie idee, vi delizierò di un nuovo e più razionale bozzetto del piano di volo che tenga conto delle vostre osservazioni e, perché no, anche delle vostre critiche più aspre in cui , talvolta ho notato un velo di sarcasmo basato su equivoci. Ma ciò non guasta! Nell’ambito di un dibattito chiaro, onesto e aperto, anzi, esse costituiscono un vero e proprio stimolo a migliorare la propria proposta! Grazie ai vostri utili ed interessanti interventi mi avete QUASI convinto, per varie ragioni e nonostante alcuni altri perfezionamenti che potrebbero esservi apportati, della attualmente impossibile realizzabilità del mio progetto!!! ==============================
  5. Ecco il sospirato "schizzo". Non è il massimo ma per ora non ho potuto far meglio.
  6. Replica definitiva agli untimi interventi di “Flaggy” e “Madmike” Spero che questa possa effettivamente essere l’ultima risposta al vostro gradito impegno nell’esaminare la mia proposta di progetto per una “Portaerei Modulare Tuttoponte” che, di seguito mi accingo a darvi sia perché con i vostri ultimi commenti mi avete infilato qualche altro sassolino in una scarpa che cercherò di togliermi per non soffrire sia per non essere considerato scortese snobbando la vostra buona volontà. Lasciando per adesso da parte il discorso strategico-tattico-economico sull’utilità o meno della costruzione e dell’impiego di portaerei del modello da me proposto, mi è parso di poter rilevare che la maggior parte delle critiche rivoltemi da alcuni degli intervenuti che ritengo in qualche misura esperti di aereonautica – io non lo sono – fossero basate su particolari poco significativi quali: l’aspetto di uno schizzo di aereo oppure su specifiche indicazioni di misure metriche di grande massima, cioè inserite solo come esempio, pertanto suscettibili di revisioni anche di una certa consistenza nel caso si passasse da un concetto-guida ad una concreta progettazione. Entrando nel merito e partendo dalla portaerei, se per ipotesi si potesse realizzare un ponte di volo un po’ più lungo, diciamo 360 metri, un pò più largo, diciamo 80 metri con uno scafo di una larghezza di 42 metri (quello della Nimitz è di 40,8 metri) e se si procedesse una razionale utilizzazione della più ampia superficie dell’area portuale disponibile che prevedesse una sua suddivisione grafica in due settori nel senso della lunghezza, di cui uno più largo, diciamo 45 metri e l’altro più stretto, diciamo 35 metri, ecco che inizia a delinearsi un tipo di utilizzo funzionale allo scopo prefissato. Se poi nel settore più largo, verso la prua, in posizione leggermente discostata rispetto al suo asse longitudinale, si riuscisse a ricavare lo spazio per inserire un’altra catapulta per gli aerei più piccoli, in aggiunta alle 2 già previste nel settore più stretto ed in aggiunta alla “Supercatapulta” di poppa” utilizzabile per gli aerei più grandi, forse i problemi apparirebbero meno insormontabili di quanto potrebbe sembrare ad una prima sommaria valutazione. Per quanto riguarda il “ponte angolato”, poiché mi pare che tutti lo riteniate indispensabile, potendo disporre di una superficie così ampia e grazie alla sua forma rettangolare, essa sarebbe di circa 28.800 metriquadri (360 x 80) e non di 18.210 m.q. come correttamente indicato da “Madmike” per una Nimitz che invece ha una sagoma poligonale frastagliata, non dovrebbe risultare impossibile poterlo ricavare, dopo attente valutazioni, in una area centro-poppiera per una lunghezza di circa 170 m.. Per la torretta di controllo o “isola” mi rendo che non sarebbe assolutamente facile rimpiazzarla con quanto da me proposto, ma ciò non toglie che se si potesse spostare tutti i suoi apparati in posizioni ugualmente efficaci, per esempio sulle piazzole laterali estraibili da me ideate, in modo tale da liberare completamente il ponte di volo dal suo ingombro, ecco che avremmo trovato “l’uovo di Colombo”. Con riferimento all’argomento del parcheggio di un certo numero di aerei od elicotteri, ebbene, se la nave è utilizzata come singola unità, tenuto conto di quanto precede, mi pare che non dovrebbe esserci alcun problema; nella situazione in cui dovesse far parte della B.A.M., durante gli intervalli di tempo programmati fra un decollo ed un appontaggio degli aerei più grandi, credo che si potrebbe avere la possibilità di una loro movimentazione, anche mediante una momentanea occupazione della pista più larga oppure occupando, anche in questo caso momentaneamente, un po’ di spazio, quando disponibile, nelle due “portaerei parcheggio” addizionali. Passando all’argomento del nuovo modello di aereo medio-grande, visto e considerato che dovrebbe essere progettato “ex-novo”, se invece di considerare una larghezza/lunghezza di 30-40 metri come da me indicato in modo sicuramente troppo affrettato e semplicistico, ritengo che, più realisticamente, basarsi su una misura di 28-32 metri potrebbe risolvere il problema. Quando in precedenza ho parlato dell’addestramento del personale di bordo mi stavo riferendo unicamente a quello relativo alle operazioni di congiunzione e di disgiunzione delle portaerei! Indubbiamente, anche tutto il resto delle modifiche e diversità strutturali apportate a questo nuovo genere di portaerei comporterebbe moltissimo tempo e lavoro per la conversione degli equipaggi a questa inedita ma possibile realtà. Da queste mie note apparirà molto probabilmente un mio eccesso di inventiva e di ottimismo. Credo però che sia meglio essere prudenti ed ottimisti piuttosto che prudenti e pessimisti!!! Per agevolare la comprensione di quanto in precedenza descritto mi sono permesso di fare uno “schizzo” di come potrebbe apparire il ponte di volo della mia Portaerei Modulare Tuttoponte dopo aver tenuto conto, nella misura per me possibile, delle vostre obiezioni, di cui vi allego copia. Buon lavoro anche a voi!!! Al momento ho un problema con l'inserimento dello "schizzo". Ve lo invierò non appena l'avrò risolto.
  7. RISPOSTA PER “FLAGGY” Premessa: Il progetto della Portaerei Modulare Tuttoponte è nato circa 11 (undici) anni addietro quando negli USA era in auge la discussione sulla possibilità o meno di predisporre una M.O.B. (Mobile Offshore Base). Poiché dagli studi preliminari resi noti mi era parso che si trattasse di una costruzione inefficiente, dispendiosa, disagevole ed anche strutturalmente molto rischiosa , ho pensato di vedere se fosse stato possibile creare un’alternativa più valida e meno dispersiva che potesse raggiungesse lo stesso scopo senza presentare i difetti che avevo riscontrato. ----------------------------------------------------------- La mia replica fa riferimento agli argomenti per me più interessanti da te via via impostati. “Ponte angolato” ed “isole”: dando per scontato che nessun progetto è inizialmente perfetto, per quanto attiene al ponte angolato non vedo proprio il problema perché la sua funzione può essere agevolmente svolta, con un minimo di inventiva, dalla grandissima superficie tuttoponte della mia portaerei se gestita in modo intelligente ed efficiente. Ciò vale sicuramente per quanto riguarda gli aviogetti attualmente in esercizio sia quando la suddetta venga utilizzata come singola unità sia come parte della B.A.M.. Nel caso che essa facesse parte del “Grande Convoglio”, circostanza nella quale devono poter essere impiegati gli aerei medio-grandi di nuova generazione, sarà necessario e sufficiente studiare ed attuare una più complessa e sagace alternanza nella strategia di sfruttamento della lunga pista disponibile. Per le “isole” (ponti di comando) faccio riferimento alle mie precedenti illustrazioni quando ho descritto le due “Plance di Comando” estraibili, una a poppa e l’altra a prua, nonché alle piazzole retrattili che fuoriescono lateralmente dal blocco superiore della nave sopra il quale si estende il ponte di volo, nelle quali possono essere installati i sistemi di avvistamento, di controllo e di guida radar. Naturalmente sto semplificando molto per una maggiore correntezza del discorso. Vorrei farti notare che non è che sia il nuovo modello di bombardiere che giustifica l’”isola” ma è bensì l’”isola” che per poter svolgere al meglio la sua funzione di base d’attacco ne giustifica la loro necessita!! Quanto all’addestramento del personale di bordo, compresi un certo numero di tecnici subacquei, non riesco proprio a vedere il problema. Ritengo che sia sufficiente l’impiego saltuario di 2 od al massimo 3 portaerei, non è indispensabile averne a disposizione 5 o 6 contemporaneamente. Il metodo, una volta collaudato nella sua migliore praticabilità è quello! Non discuto sul fatto che, se tutto andasse liscio, ci vorranno molto probabilmente dei decenni per arrivare a disporre di un numero adeguato di portaerei di questa nuova “classe” in dotazione ai vari Stati Alleati del Mondo Occidentale. La “rateizzazione” economica e cantieristica è certamente un problema da affrontare e da risolvere nelle Sedi più adatte. Non posso certamente darti io una risposta!!! Mi rendo pienamente conto che la mia proposta comporta una scelta tecnica radicale con tantissime implicazioni, molte delle quali di difficilissima soluzione sia perché in contrasto con grandi interessi economici precostituiti sia perché il “nuovo”, di norma, incute molti timori che, a volte, risultano ingiustificati. I miei disegni che hai inserito nel tuo intervento non rispondono di sicuro alle caratteristiche che dovrebbero avere dei “disegni tecnici”, essi infatti non sono altro che dei bozzetti o schizzi eseguiti velocemente solo per far capire di cosa si tratta quando parlo di “F.O.B. – Flaps” cioè quella sorta di portelloni od alettoni apribili per ottenere una funzione di “freno aerodinamico” simile a quella svolta dai paracadute. Spero di aver risposto in modo esauriente alle tue perplessità, ad ogni modo, al momento, per questioni di salute e di tempo disponibile non intendo più proseguire in questa discussione non del tutto accademica ma che potrebbe diventare interminabile. Se in futuro, dando saltuariamente una occhiata a questo sito, dovessi trovare qualche altro spunto interessante, mi riservo di intervenire nuovamente con un mio contributo. Se eventualmente qualcuno volesse scrivermi privatamente, il mio indirizzo E-mail è artificial@inwind.it Cordiali saluti e grazie a tutti per la collaborazione.
  8. RISPOSTA PER "FLAGGY" ================ Il tuo intervento mi pare molto interessante. Su alcuni punti dovrei fornire qualche altro chiarimento. Ti risponderò, non a breve, in modo più approfondito, non appena mi sarà possibile. Cordiali saluti.
  9. RISPOSTA PER “GEPIRO66” --------------------------------------- 1) – Ho già chiarito in precedenza il mio punto di vista – Il discorso sulla inarrestabile rincorsa è certamente realistico ma, se non sbaglio “Mazzo” ha detto che lo”Scudo Stellare” mai realizzato ha costretto l’URSS a svenarsi ed a perdere la Guerra Fredda. Bene! - A questo punto ci rifletterei sopra un attimo! 2) – Sono d’accordo con quasi tutto quello che dici, a parte il fatto che una maggiore autonomia di volo comporterebbe una maggiore necessità di rifornimenti. Detti velivoli infatti non avrebbero necessità di frequenti rifornimenti in volo e quindi non ci sarebbe neppure il problema di dover utilizzare numerosi aerei-cisterna. 3) – Vedo che anche tu come altri non tieni conto della “forza di stabilizzazione inerziale” fornita alle portaerei dal sistema delle “pinne di resistenza idrodinamica retrattili a forma di castelletto” che conferirebbero alle varie unità della B.A.M. una saldezza ed un equilibrio statico che, purtroppo, non sono facilmente immaginabili ed apprezzabili da coloro che non hanno ancora avuto alcuna esperienza in questo campo. 4) e 5) – Concordo in gran parte con quanto da te descritto ad eccezione del discorso sulla mobilità della B.A.M.. Per quanto riguarda il vantaggio che deriva agli aerei, sia in fase di decollo che di appontaggio, dalla velocità della portaerei in navigazione esso è innegabile. Mi riserverei comunque un confronto ed una valutazione più precisa con la mia proposta dopo l’effettuazione di una “simulazione computerizzata” correttamente impostata con le caratteristiche dei nuovi aerei. Le operazioni di congiunzione e di disgiunzione delle diverse portaerei, mare consentendo, e con un appropriato addestramento dovrebbero durare meno di 2 (due) ore, ciò permetterebbe anche in caso di attacchi molto intensi da lunga distanza la separazione tempestiva delle varie unità navali e quindi, come tu dici al punto 7) (che per errore hai indicato per la seconda volta come punto 5) “una elevata capacità di sopravvivenza ed una successiva continuità della missione”. Un tempo più lungo sarebbe invece necessario per il recupero di tutte le altre strutture che andrebbero a formare la barriera esterna di protezione. 6) – Sono molto d’accordo con le tue osservazioni ma mi viene da dire: cosa facciamo adesso? Ci chiudiamo a riccio sulle dotazioni che già abbiamo oppure cerchiamo di aprirci, con la dovuta prudenza e saggezza alla possibilità di studiare e, se del caso, avviare la programmazione di nuove strategie? 7) – sono abbastanza d’accordo con quanto hai esposto, a parte la valutazione sui problemi logistici. Ritengo però che, dando per scontati alcuni maggiori costi di ricerca e sperimentazione che comporterebbero le nuove portaerei ed i nuovi velivoli, alla fine, le spese da sostenere per i continui aggiornamenti delle attuali dotazioni areee e navali non si discosterebbero di molto da quelle a cui si andrebbe incontro proseguendo nella logica del perfezionamento delle attuali tecnologie e strategie La vera differenza starebbe nel poter disporre di nuovi strumenti potenzialmente più efficienti, efficaci, versatili e funzionali rispetto a quelli già presenti!!! ======================================
  10. RISPOSTA PER "GEPIRO66" -------------------------------------- Al momento ti ringrazio per il tuo intervento molto ampio, articolato e pressochè esaustivo. Per ora non posso riponderti come meriteresti - in senso positivo - per questione di tempo ed anche per poter meglio considerare quanto da te scritto, mi impegno a farlo non appena mi sarà possibile. Cordiali saluti.
  11. Risposta per Vultur: Io ho parlato di un tipo di aereo avente dimensioni più grandi e con maggiori potenzialità d’attacco rispetto a quelli attualmente utilizzati sulle CVN che, grazie ad un maggior carico di ordigni offensivi di vario genere e ad una maggiore autonomia di volo, consentirebbe di posizionare la B.A.M. ad una distanza di parecchio superiore dalla costa del Paese nemico nei confronti di quella possibile con le presenti portaerei. Tale maggiore distanza fornirebbe, indiscutibilmente, al “Grande Convoglio” un più elevato margine di sicurezza in caso di attacco tenuto conto della maggiore quantità di tempo disponibile per l’intercettazione e l’abbattimento dei missili o degli aerei dell’avversario. In via del tutto esemplificativa ho indicato la misura di grandezza massima totale, possibilmente con le parti terminali delle ali pieghevoli, di questi nuovi velivoli in circa 30-40 metri che andrebbe naturalmente gestita in base alle risultanze di prove sperimentali di vario tipo. Prima te ne sei uscito con i B-52 che io avevo escluso, adesso mi tiri fuori i B-757 che hanno una lunghezza di 47 metri ed una apertura alare non pieghevole di 38 metri, ripeto che non è questo il modello di aereo che intendo come utilizzabile sulle mie portaerei. L’F-111 è un aereo che, a suo tempo, è stato molto valido ma adesso è superato e non è più in produzione. Per essere il più breve e chiaro possibile dico che l’aereo che io ritengo utilizzabile al meglio sulle Portaerei Modulari Tuttoponte in realtà ancora non esiste. Si tratterebbe in realtà di una nuova generazione di velivoli ancora tutta da progettare e da impostare con le sue innovative, peculiari e più funzionali caratteristiche. Questi nuovi modelli renderebbero la B.A.M. un formidabile strumento di attacco per lo svolgimento di una guerra di tipo tradizionale più rapida ed incisiva rispetto a quanto oggi possibile. Naturalmente questi aerei potrebbero venire usati anche sulle basi terrestri. Mi rendo anche conto della validità delle perplessità avanzate da Madmike quando fa il discorso di “evitare di mettere tutte le uova nello stesso paniere”. E’ del tutto legittimo avere questi dubbi ma, a parte il fatto che un solo missile, a meno che non abbia una testata atomica, non sarebbe certamente in grado di distruggere completamente una portaerei né, tantomeno, l’intera B.A.M., le portaerei non colpite invece potrebbero venire prontamente separate e riprendere la loro attività come singola unità navale. Se come ho già detto, i molteplici sistemi e mezzi di difesa predisposti per la sua protezione dessero sufficienti garanzie di sicurezza da attacchi con armamenti moderni ma convenzionali non vedo il perché voler rinunciare a priori alla predisposizione di un tale apparato offensivo dotato di grande effetto di deterrenza. Un eventuale attacco con ordigni nucleari o “non convenzionali” come quelli chimici o batteriologici, provocherebbe, come già chiarito in passato, una immancabile ed immediata ritorsione con ordigni dello stesso tipo e con conseguenze facilmente immaginabili.
  12. risposta: ------------- nello scrivere a volte capita di usare un termine errato od improprio ed in effetti "difesa aerea" è senza dubbio sbagliato, sarebbe stato corretto dire "attacco aereo". La sostanza del discorso però non cambia. Tu sei molto bravo a vedere la pagliuzza negli occhi dell'altro mentre, a volte, non ti accorgi delle travi che stanno nei tuoi. Cordiali saluti.
  13. PREMESSA: Ribadisco il concetto che non ho mai detto che la mia portaerei sia adatta ad accogliere un B-52 ma mi sembra che molti non ne tengano conto!!!!!!!!! Risposta per “Mazzo”: 1) - Continuo a notare che la mia frase “difesa impenetrabile da qualsiasi attacco sia dal cielo che dal mare” viene interpretata, spero non strumentalmente, come un dogma assoluto e non relativizzata ragionevolmente come suggerirebbe il buon senso. Concordo con i miei critici sul fatto che non esistono né esisteranno mai “difese impenetrabili”, il mio intento infatti era quello di affermare che un tale apparato militare avrebbe potuto essere programmato solo in presenza di una serie di dispositivi di difesa tali da fornire una “prudente convinzione” di poterlo preservare da attacchi anche molto intensi e pesanti da parte di un nemico molto agguerrito e deciso che facesse uso di armi cosiddette “convenzionali. Detta prudente convinzione va intesa come “tecnicamente ed umanamente possibile”, cioè: visto l’attuale stato dell’arte dei mezzi di attacco e di difesa, mediante l’utilizzo delle più avanzate tecniche e tecnologie che meglio si adattano allo scopo, compreso un uso complementare degli aerei Awacs e dei satelliti orbitanti. . 2) – Se fra qualche anno, come appare già deciso, i bombardieri strategici B-52 saranno considerati obsoleti e quindi non più utilizzabili, con quale tipo di velivolo potrebbe venire assicurata la difesa aerea a lunga distanza? Forse con i soli B-2 Spirit? - Ma mi faccia il piacere, come direbbe il principe De Curtis (Totò)!!! 3) – con l’espressione “bombardieri di media grandezza” intendo quelli aventi una apertura alare e/o lunghezza che va dai 30 ai 40 metri circa, eventualmente dotati anche di una porzione della estremità delle ali pieghevole. L’operatività congiunta delle portaerei, senza offesa, non mi sembra poi così difficile da capire, sarebbe quella che esse assumono nel momento in cui vengono collegate l’una con l’altra per svolgere la loro mansione di B.A.M. (Base Aerea Mobile). Il caso in cui l’adozione di un tale schema di attacco potrebbe rendersi utile, al momento, potrebbe essere solo quello di un colpo di testa da parte dell’Iran che volesse chiudere il transito nello Stretto di Hormuz. In futuro, sperando che non abbia mai a verificarsi, quello che la Cina, grande potenza militare emergente, volesse imporre un suo dominio economico a danno del Mondo Occidentale e dei suoi Alleati. 4) – Se per caso si dovesse constatare che, oltre ai suddetti aerei di media grandezza ed oltre ad un certo numero di caccia tradizionali che fanno parte normalmente della dotazione di una portaerei vi fosse una insufficienza di aerei per raggiungere nei tempi previsti gli obiettivi prefissati, sarebbe naturalmente necessario far pervenire in zona ed aggiungere al “grande convoglio” una unità navale della stessa specie per poter disporre di ulteriori 12-14 velivoli del nuovo tipo proposto. Non è certamente questa la sede per discutere la loro disposizione sul ponte di volo. Se, in una prospettiva di lungo periodo, si giungesse alla determinazione di programmare una B.A.M. e supponendo che gli USA volessero mantenere la loro capacità di impiego di n.10 portaerei del nuovo genere, ebbene, come già accennato nell’illustrazione del progetto, tutti gli altri Paesi loro Alleati, sia in Occidente che in Oriente potrebbero contribuire, collegialmente nel tempo, a costruire un numero similare di portaerei aventi le medesime caratteristiche. 5) – Non metto in dubbio che i bombardieri B-2 Spirit siano dotati di alcune peculiarità di eccellenza nel loro settore, dico però che il loro utilizzo è molto limitato nel tempo a causa dei problemi connessi con la particolare e lunghissima durata delle operazioni di manutenzione indispensabili perché essi possano mantenere la loro speciale prerogativa di “stealth”, cioè di una bassa segnatura radar che implicano estesi tempi di inattività. In tutto sono stati costruiti 21 (ventuno) aerei di questo modello, di cui uno si è schiantato al suolo in fase di decollo sull’isola di Guam nell’anno 2008. Ebbene il costo totale del loro programma nel 2004 ammontava, tenuto conto dello sviluppo, costruzione, ricambi, approvvigionamenti e strutture apposite per la manutenzione, a circa 45/Miliardi di $. Guarda caso superiore o, nella peggiore delle ipotesi, più o meno uguale a quanto potrebbe costare l’allestimento di una intera B.A.M. composta da sei esemplari di portaerei del genere da me proposto!!! =================================
  14. RISPOSTA: --------------- Forse sarebbe stato bene leggere più attentamente l'illustrazione del progetto. Comunque ribadisco che sono allo studio nuove catapulte più potenti che sarebbero molto probabilmente adatte a lanciare aerei di maggiori dimensioni rispetto agli attuali caccia-bombardieri, inoltre la maggiore lunghezza della pista di volo consentirebbe di raggiungere una velocità sufficiente per il decollo di tali velivoli. Per l'atterragio, sono già state decritte le modalità con cui potrebbe avvenire.
  15. Risposta: ----------- I tempi di volo dei bombardieri strategici intercontinentali sono enormi ed altrettanto lo sono i loro consumi a causa della distanza delle loro poche basi da una zona del tipo IRAK o AFGHANISTAN - gli ultimi voli compiuti dai B-2 Spirit sono durati fra andata e ritorno circa 26-28 ore, dopodichè devono restare immobili per le oprazioni di manutenzione almeno 12 o 13 giorni. Forse non ti è ancora ben chiaro che tali portaerei, prima di essere congiunte, sono funzionali come una normale CVN classe Nimitz a parte la zona del piano di volo, quindi non vedo quale problema ci potrebbe essere per i loro spostamenti o per il passaggio dal Canale di Suez ad esempio, il loro pescaggio e la loro dimensione totale infatti sarebbero più o meno uguali.
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