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SPA-Viberti Abm.40 "sahariana" e AB.41


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SPA-VIBERTI Abm.40 "sahariana" e autoblindo SPA AB-41 e coevi mezzi desertici Alleati e tedeschi

 

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Modello: SPA-Viberti Abm.40 (SPA AB-41)

 

Peso: t 4,5 (7,4)

 

Lunghezza: m 5,62 (5,2)

 

Larghezza: m 2,26 (1,935)

 

Altezza: m 1,8 (2,440)

 

Luce libera: m - (0,350)

 

Protezione: mm 4 (18)

 

Motore: hp 100 (6C/80)

 

Velocità massima: km/h 84 (78)

 

Autonomia: km 300 + taniche (400)

 

Equipaggio: 4 (4)

 

Armamento: 1 da 20 mm., 1 da 8 mm.(1 da 20 mm., 3 da 8 mm.)

 

Munizionamento: - (446/1992)

 

Gradino: m - (0,30)

 

Pendenza massima superabile: 50% (30°)

 

Guado: m - (0,70)

 

 

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Le ottime possibilità di movimento offerte dal telaio della autoblindo SPA modello 40/41 furono sfruttate per realizzare alcune camionette armate destinate a operare in zone desertiche, dotate di lunga autonomia e utilizzate per operazioni a largo raggio alle spalle dello schieramento nemico. Questi mezzi dovevano costituire la risposta italiana alle penetrazioni operate dalle pattuglie motorizzate del Long Range Desert Group inglese che agivano partendo dalle basi poste nelle oasi situate in pieno deserto e che compivano audaci incursioni alle spalle delle linee italo-tedesche distruggendo aeroporti e depositi di rifornimenti. Queste camionette entrarono in azione verso la fine del 1942, operando con il Raggruppamento Sahariano durante la ritirata italo-tedesca verso la Tunisia. Il disegno mostra una camionetta armata con una mitragliatrice Breda da 20 mm, anche se potevano essere montate altre combinazioni di armamento, come un cannone da 47/32 e un fucilone anticarro Solothurn da 20 mm.

 

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Autoblindo SPA AB-41. Esemplare in servizio nella PAI (Polizia Africa Italiana), impiegato durante la ritirata dalla Libia, nel dicembre 1942. Gli esemplari della AB-41 in servizio nei reparti dell'esercito erano identici a questa.

 

 

Quando, nel giugno del 1940, iniziarono le operazioni belliche alla frontiera libico-egiziana, in un ambiente desertico, soltanto l'esercito britannico disponeva di autoblindo, il mezzo più idoneo per quel tipo di terreno.

 

Anche in Italia, in verità, poco dopo la felice conclusione della campagna etiopica, era stato messo allo studio un veicolo corazzato a ruote assai perfezionato che tuttavia non era ancora entrato in produzione. Da parte britannica, invece, non solo erano state rimodernate le vecchie Rolls-Royce, ma fin dal 1939 era stata rapidamente allestita una serie di macchine che pur essendo realizzate su un autotelaio commerciale si dimostrarono nei primi mesi del conflitto un'arma efficiente e temibile: le Morris ModeICS9/LAC. Derivata da un prototipo del 1935-36, armato con un'unica Vickers e due sparginebbia in torretta e basata sull'autotelaio regolamentare Morris 4 x 2 15-cwt, il cui passo era stato allungato di circa 45 cm per migliorarne la stabilità (la potenza del motore a 6 cilindri era stata portata a 96,2 HP) essa fu costruita nel 1938-39 in 100 esemplari, compreso il prototipo.

 

I veicoli di serie differivano da quest'ultimo per avere le fiancate della torretta piane anziché leggermente curve e per altri particolari minori.

 

Il cambio era a 4 velocità e i freni erano a pedale, idraulici, sulle 4 ruote. Queste erano dotate di pneumatici fortemente scolpiti per l'impiego in Europa e di pneumatici per sabbia in Africa, dove ogni macchina recava anche appositi canali anti-incagliamento.

 

L'armamento, installato in una torretta a cielo scoperto, comprendeva uno sparginebbia da 102 mm sistemato frontalmente fra un fucilone c.c. Boys da 13,97 mm (a destra) e un mitragliatore Bren. Entrambe le armi potevano essere smontate per l'impiego a terra.

 

L'equipaggio, che disponeva di un'apparecchiatura radio con antenna abbattibile sistemata sulla sinistra dello scafo, era composto dal capomacchina, dal pilota e dal marconista, che sedeva accanto al pilota stesso.

 

Le Morris CS9 furono impiegate in Francia e, più tardi, in Africa Settentrionale fino alla primavera del 1941.

 

Gli ottimi risultati conseguiti dai mezzi ruotati nelle prime battaglie del deserto incoraggiarono quindi la produzione di veicoli semplici e di rapido approvvigionamento; tra questi l'autoblindo Marmon-Herrington realizzata a Johannesburg sul telaio commerciale Ford 3-T trasformato in 4 x 4 dalla Marmon-Herrington di Indianapolis (Stati Uniti) e la cui blindatura era eseguita, come il montaggio finale, in Sudafrica.

 

Di queste macchine, i cui primi esemplari di serie apparvero nel maggio 1940, erano stati ordinati 1.000 esemplari (i primi 113, detti Mark I, ancora con trazione 4 x 2). Su 887 unità Mk.II, almeno 400 furono allestite in base a specifiche del War Office per il Medio Oriente, sostituendo l'armamento originale (tre Vickers 7,7 in supporto a sfera, sistemate una in torretta e due sui lati, in corrispondenza delle ruote posteriori) con il solito fucilone da 13,97 e il mitragliatore Bren installati in una piastra piana frontale della torretta che perdeva così la sua forma tronco-conica. A questi si aggiungeva una mitragliatrice Vickers 7,7 in postazione c.a. insieme a un supporto per Bren.

 

Lo scafo, di linee convenzionali e ben profilato, ospitava 4 uomini, il cui accesso avveniva attraverso portelli laterali e una grossa porta posteriore a due battenti. Il cofano motore era incernierato posteriormente e recava, saldate superiormente, nervature paraschegge. Il raffreddamento era facilitato da due portelli con feritoie in corrispondenza del radiatore.

 

I primi esemplari Mark II giunsero in Egitto nell'aprile 1941 e subito ci si accorse dell'insufficienza dell'armamento. Si decise pertanto di riarmare una certa percentuale delle macchine con le migliori armi prese agli italiani nella prima offensiva dell'inverno 1940-41, e cioè con le mitragliere Breda da 20 mm e con i pezzi Breda da 47.

 

Nel 1942 alle Mk.II si affiancarono le Mk.III e Mk.IIIA (con frontale in un solo pezzo). Esse presentavano un passo più corto e l'assale anteriore e le sospensioni rinforzate, lo scafo meglio profilato e la torretta sostituita da un tipo ottagonale, sempre con lo stesso armamento. Ne furono ordinate 2.630 e furono seguite, sulle linee di montaggio, da un tipo migliorato anche nell'armamento (Mk.IV), che si distingueva principalmente per una grossa torretta allungata dotata di un cannone da 40 mm e di una Browning da 7,62 mm. Sparginebbia erano montati lateralmente e un'altra Browning poteva essere sistemata per il tiro c.a. Tutte le macchine delle varie serie recavano i regolamentari canali per sabbia. Anche la produzione di questa serie fu ingente e raggiunse un totale di 2 116 unità.

 

Sempre nel 1941, erano comparse nel deserto le autovetture corazzate Dingo, largamente adoperate per esplorazione e collegamento che destarono l'interesse degli italiani, che ne realizzarono una loro versione.

 

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Camionetta SPA-Viberti Abm.42 armata con mitragliatrice Breda da 20 mm in servizio nel 20° Gruppo mobile della Pubblica Sicurezza (Roma 1951).

 

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Autoblindo SPA AB-41 della PAI. Questo esemplare appartiene alla prima serie consegnata alla polizia e dotata di apparecchiature radio con antenna sul fianco destro. In seguito, quando anche sugli esemplari destinati all'esercito furono montati gli apparecchi radio non ci furono più differenze fra i mezzi della PAI e quelli dell'esercito. Questo mezzo apparteneva al Battaglione "Romolo Cessi" della PAI) che fu impiegato per costituire il R.E.C.A.M. (Raggruppamento Esplorante del Corpo d'Armata, di Manovra) fra la fine del 1941 e l'inizio del 1942 sul fronte libico.

 

 

L'esercito italiano invece poté disporre solo dalla fine del 1941 delle nuove autoblindo SPA/Ansaldo-Fossati 40-41, veicoli sofisticati di moderna concezione e, per l'epoca, potentemente armati.

 

Il prototipo, con 2 mitragliatrici cal. 8 in torretta (+ 1 c.a.) e una in ritirata, risaliva al 1939 e i primi esemplari di serie, che conservavano quest'armamento, furono distribuiti nel 1941. Tuttavia, tutte le macchine inviate in Africa Settentrionale dalla fine di quell'anno ebbero una nuova torretta con una mitragliera Breda da 20 mm abbinata a una mitragliatrice cal. 8 e, quasi tutte, una potente apparecchiatura radio Marelli RF 3M.

 

Fra le caratteristiche più interessanti di questa autoblindo vi era il sistema di trasmissione. Dal propulsore (uno SPA a 6 cilindri da 80 CV, situato posteriormente) il moto era trasferito, attraverso una frizione monodisco a secco a un cambio meccanico a 6 velocità, 4 delle quali disponibili anche in retromarcia. Dal cambio il moto era trasmesso a una scatola differenziale, situata pressoché al centro del veicolo, dal quale si dipartivano 4 alberi (che in pianta assumevano una forma a X), i quali, dotati di giunti cardanici portavano ai gruppi di riduzione delle ruote. La sterzatura avveniva sulle 4 ruote; per la guida in retromarcia esisteva un posto di pilotaggio posteriore con il volante e i comandi principali. La sospensione era indipendente, a molle a spirale con ammortizzatori idraulici; i freni erano idraulici.

 

Lo scafo consisteva in lamiere piane imbullonate o rivettate a un'intelaiatura a sua volta collegata al telaio a mezzo di bulloni. L'equipaggio, che accedeva mediante portelli laterali a due sezioni, era composto dal capoblindo, due piloti e un mitragliere/marconista. Sui fianchi la macchina portava due ruote di scorta folli sul loro asse che fungevano da ruote portanti nel superamento di ostacoli.

 

Sullo stesso scafo furono realizzati sperimentalmente due interessanti versioni: un carro comando a cielo scoperto e un semovente da 47/32 su AB-41, una normale SPA priva di torretta e armata con un pezzo da 47 scudato in barbetta (alla maniera delle Marmon-Herrington).

 

Verso la metà del 1942, utilizzando il telaio dell'AB-40/41, la SPA realizzò la "camionetta sahariana", il veicolo più moderno impiegato in Africa Settentrionale per azioni a largo raggio nel deserto.

 

Essa poteva trasportare una pattuglia di 6 uomini con il loro armamento ed equipaggiamento speciale, oltre a 4-6 fustini per acqua, 20 per benzina, munizioni, esplosivi e razioni viveri. L'armamento prevedeva inizialmente l'installazione di un fucile c.c. Solothurn da 20 mm, oppure un cannone/mitragliera Breda mod. 41 da 20 mm con congegno di puntamento semplificato, o un cannone da 47/32 controcarro per automezzi, oppure, secondo alcune fonti, un mortaio da 81 mod. 35-o un lanciafiamme. Questo armamento era completato da un armamento secondario comprendente fino a 3 mitragliatrici Breda mod. 37 cal. 8, una delle quali dotata di treppiede. L'automezzo portava inoltre bussole e altri strumenti per fare il punto sia di giorno che di notte.

 

I primi esemplari furono assegnati verso la fine del 1942 al Raggruppamento Sahariano di Hon, mentre venivano costituiti dal X Reggimento Arditi apposite compagnie camionettisti, che operarono in Tunisia e Sicilia nel '43.

 

Finita la guerra in Africa, intanto, era entrato in servizio il secondo modello (Camionetta II) con un lungo contenitore che sostituiva sui due lati i 5 fustini superiori e con i pneumatici rimpiazzati dal tipo "Artiglio".

 

Quasi contemporaneamente l'autoblindo 41 fu perfezionata (AB-43) e armata con un cannone da 47/40 installato in una torretta più moderna e sfuggente. Tuttavia quando la produzione delle SPA fu ripresa sotto l'occupazione tedesca, si ritornò al precedente armamento (mitragliera da 20), ma installato in una torretta più bassa e con sostegno per mitragliatrice c.a. Di queste macchine risultano prodotte (camionette comprese) circa 900 unità.

 

Nel frattempo, gli inglesi mettevano in linea altri due interessanti veicoli, l'Humber e la Daimler. La prima arrivò in Africa nella versione Mk.l del 1941, basata su un telaio 4x4 a motore posteriore e il cui scafo, angoloso e sovrastato da una piccola torretta, era di costruzione saldata.

 

Migliorata nella versione Mk.11 (caratterizzata dal frontale ridisegnato, in cui il visore del pilota era ricavato nella sezione superiore della piastra inclinata, e dalla più efficace aerazione del motore) e ulteriormente perfezionata nella Mk.11l, sempre armata con le due Besa cal. 15 e 7,92 mm, ma con equipaggio portato a 4 uomini e torretta più spaziosa, la Humber raggiunse il suo optimum con la versione Mk.IV, finalmente dotata di cannone da 37 mm.

 

La macchina, nelle quattro versioni citate, fu riprodotta in oltre 5 000 esemplari. Un centinaio di Mk.IV modificate gradualmente nell'armamento rimase in servizio nella Polizia italiana fino a tempi piuttosto recenti.

 

La realizzazione più interessante tu però la Daimler, il cui scafo era una versione pantografata della già citata vettura Daimler-Dingo e che ricordava nella meccanica, a parte il cambio semiautomatico, l'AB-41 italiana.

 

La scocca blindata, sovrastata da una normale torretta di carro armato leggero (quella del Tetrarch, armata con un cannone da 40 mm abbinato a mitragliatrice da 7,92 mm) era portante e il veicolo appariva basso e compatto.

 

Considerata tra le 'migliori autoblindo della seconda Guerra Mondiale, la Daimler Mk.l entrò in servizio in Africa Settentrionale nel 1942, mentre la versione Mk.II rimase a lungo in servizio anche nel dopoguerra.

 

Una delle autoblindo tedesche più diffuse nel teatro d'operazione africano fu la Sd.Kfz.222. Si trattava di un mezzo blindato a 4 ruote motrici e direttrici, di costruzione saldata a spigoli vivi e lamiere inclinate. La torretta, di forma tronco-piramidale, era dotata di duplice armamento (mitragliera da 20 e mitragliatrice da 7,92) che poteva essere utilizzato anche per il tiro c.a. Studiata nel 1937, entrò in servizio nel '38. Caratteristica era la copertura della torretta, costituita da un telaio con rete metallica.

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