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Le armi più folli della Seconda Guerra Mondiale


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Pipistrelli incendiari

L'esercito degli Stati Uniti ha tentato di addestrare dei pipistrelli perché trasportassero delle piccole bombe incendiarie, allo scopo di attaccare obiettivi strategici in Giappone. La scelta dei pipistrelli è stata dettata dalla capacità di questi animali di volare al buio, trasportando pesi anche significativi. L'idea venne ad un dentista, Lytle S. Adams, che riuscì a farsi finanziare la ricerca nel 1942 dalla Casa Bianca. Le ricerche però non si conclusero in tempo per la fine della guerra.

 

Fialette puzzolenti per mettere in imbarazzo il nemico

Sempre gli americani avevano messo a punto uno spray all'odore di cacca. Lo scopo era spruzzare gli ufficiali tedeschi, in modo che sembrasse che se la fossero fatta addosso o avessero scorreggiato, nell’intento di umiliare l'ufficiale e demoralizzare le truppe. Sembra che lo spray sia stato testato con l'aiuto della Resistenza Francese, ma l'esito non sembra sia stato molto positivo data la necessità di arrivare molto vicino al soggetto che si intendeva spruzzare.

 

Cani anti-carro

L'Unione Sovietica, invece, ha utilizzato cani anti-carro, noti anche come cani-mina. Gli animali erano addestrati a cercare cibo sotto i carri armati: in battaglia, gli veniva applicato sulla schiena dell’esplosivo con un detonatore che scattava quando il cane era sotto il carro armato. Sembra che i sovietici abbiano neutralizzato almeno 300 carri armati tedeschi con questo metodo. I cani furono utilizzati finché non accadde che sfuggirono al controllo, iniziando a cercare cibo anche sotto i carri sovietici, e obbligando al ritiro di un’intera divisione.

 

 

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I cani anticarro sovietici, da un'"idea" del generale Panfilov, caduto nella difesa di Mosca.

 

Topi esplosivi

Gli inglesi, progettarono di seminare le città tedesche di topi morti, in cui le carcasse erano riempite di esplosivo. L'idea è che le carcasse degli animali morti sarebbero state buttate negli inceneritori, dove sarebbero esplose per il calore causando grossi danni. Sfortunatamente però il primo carico di tali topi esplosivi fu scoperto dai tedeschi, e gli inglesi rinunciarono al piano.

 

Missili piccione-guidati

Uno scienziato americano aveva progettato dei missili "piccione-guidati". Il sistema di controllo prevedeva che il missile avesse sulla testa una lente, che proiettava l'immagine in una camera interna in cui era inserito un piccione addestrato. Il piccione avrebbe dovuto, secondo l'ideatore, essere collegato ai controlli di direzione del razzo, e grazie all’abilità innata dei piccioni di trovare la destinazione, avrebbe colpito il bersaglio con la massima precisione. L'esercito USA finanziò la ricerca, anche se venne interrotta nel 1944, anche se c'erano stati alcuni piccoli progressi.

 

Bombe gatto-guidate

Anche i gatti potevano fungere da sistema di guida, secondo l'OSS. L'idea era che legando un gatto ad una bomba, e lanciandolo da un aereo per attaccare una flotta tedesca, l'odio innato dei gatti per l'acqua, avrebbe spinto l'animale a salire sulle navi per sfuggirle. Non è chiaro come il micio avrebbe potuto direzionare la traiettoria.

Modificato da intruder
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Ricordo a tutti che nel corso delle guerre puniche i romani utilizzarono anch'essi un'arma vivente, il maialino incendiario. Il povero maialino veniva cosparso di pece, incendiato e poi indirizzato verso il nemico. Voi direte: chissà che paura per i cartaginesi!

 

Per gli uomini di Annibale, di certo, nessun pericolo, ma per i suoi elefanti sì: le urla dei poveri maialini che correvano sul campo di battaglia permisero a Scipione di far letteralmente impazzire gli elefanti, rendendoli di fatto ingovernabili e ben poco temibili (il più delle volte i pachidermi si davano alla fuga, contorcendosi allo stesso tempo come matti per scrollarsi letteralmente di dosso il loro equipaggio).

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Ospite intruder

La ricerca militare non si ferma mai. Anzi, il Pentagono ha allo studio nuovo potenti armi biologiche non letali che però hanno l’obiettivo di distruggere il morale e la disciplina dell’esercito nemico. Una delle più curiose è quella “afrodisiaca” che eccita l’esercito nemico al punto da far sentire i soldati attratti uno dall’altro.

 

Altre idee, a questo punto quasi bizzarre, che il Pentagono sta analizzando e che sono stati resi pubblici dalla rivista New Scientist, riguardano gli insetti. Una bomba sarebbe in grado di scagliare contro il nemico sciami di vespe “kamikaze” o addirittura ratti affamati.

 

E per evitare le vittime civili ecco che si pensa di chiedere aiuto al fiato dei nemici. Alcuni agenti chimici riuscirebbero a causare tremendi casi di alitosi. Questo, grazie anche all’uso di speciali mirini, permetterebbe ai cecchini di individuare i soldati nemici salvaguardando i civili.

 

Le proposte sono state presentate dai laboratori militari della US Air Force di Dayton nell’Ohio. Il Pentagono non è chiaro se creda molto nella realizzazione di queste armi. Anche perché il budget previsto è stato di 7,5 milioni di dollari.

 

 

http://notizie.delmondo.info/2005/01/14/un...e-i-nemici-gay/

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Non c'e' limite all' impossibile

Animali in guerra:

 

Durante la seconda guerra mondiale, l’esercito russo usò cani kamikaze per far saltare in aria i panzer tedeschi. Nel libro A Higher Form of Killing, Robert Harris e Jeremy Paxman descrivono come i cani appena svezzati venissero tolti alle madri e venisse loro dato il cibo solo sotto alla “pancia” dei carri armati. Una volta sul campo di battaglia, i cani venivano tenuti a digiuno, con un esplosivo e un’alta antenna di comando sul dorso. Quando i panzer tedeschi si avvicinavano, gli animali affamati venivano rilasciati. Correndo istintivamente sotto ai carri nemici per cercare il cibo, l’antenna strisciava contro la pancia di metallo, facendo detonare l’esplosivo e distruggendo carro armato e cane. Piani ancora più fantasiosi vennero preparati dall’OSS, il precursore della CIA. Uno di essi era focalizzato sull’istintiva paura dell’acqua dei gatti e sulla loro leggendaria abilità di atterrare sempre sui loro piedi. Gli scienziati dell’OSS immaginarono di attaccare una bomba alle zampe del gatto che sarebbe stato poi imbracato sotto ad un aereo da combattimento. Durante la picchiata sulle navi da guerra naziste, il gatto sarebbe stato rilasciato e, nella disperazione di evitare l’acqua, avrebbe quasi certamente condotto la bomba sul ponte delle navi nemiche. Gli esperimenti furono un fiasco: gli animali perdevano conoscenza molto prima che la nave potesse servire da spazio di atterraggio.

Dai primi anni ’60, gli scienziati militari hanno spostato la loro attenzione sui cetacei, sia come strumento di ricerca che come macchina da guerra. I piani più sinistri includevano l’addestramento dei delfini ad attaccare esplosivi e dispositivi-spia elettronici sulle navi e sui sottomarini nemici. Nel 1972, la marina statunitense ha sviluppato segretamente un gruppo di focene da guerra in Vietnam. Per almeno un anno, questi delfini sperimentali sono stati usati per proteggere le baie strategiche in territorio vietnamita dall’infiltrazione degli uomini rana nemici. Secondo il Dr. James Fitzgerald, pioniere nella ricerca sui delfini per la CIA e la marina statunitense, dopo aver sorpreso un sommozzatore intruso, gli animali venivano addestrati a togliergli la maschera e le pinne, tagliare il tubo dell’ossigeno e infine “catturarlo per l’interrogatorio”. In realtà sembra che i delfini che hanno “combattuto” in Vietnam siano stati molto meno benevoli. Molti addestratori, infatti, diedero le dimissioni disgustati dal crescente ed abietto sfruttamento dei cetacei da parte dell’esercito USA ed alleviarono il loro senso di colpa rivelando almeno in parte i segreti militari al pubblico. Secondo il Dr. Michael Greenwood, i delfini della marina erano stati anche addestrati ad uccidere, con coltelli attaccati alle pinne e al muso e con grandi siringhe ipodermiche piene di biossido di carbonio pressurizzato che, una volta iniettato all’uomo-rana nemico, si espandeva rapidamente facendolo letteralmente esplodere. Anni dopo, fu rivelato che i delfini killer in Vietnam erano stati responsabili della morte di 40 vietcong subacquei e (accidentalmente) 2 militari americani. “Non sanno riconoscere la differenza tra un amico e un nemico”, spiegò un ex addestratore della CIA. Il concetto di amico e nemico mortale all’interno della medesima specie è un concetto alieno per i delfini.

Malgrado la Marina ammetta di esser stata capace di “programmare i delfini e tenerli sotto controllo per distanze fino a molte miglia”, essa negò strenuamente di averli sottoposti a condizionamento attraverso la stimolazione cerebrale. L’addestramento, comunque, rimase strettamente segreto, spingendo il Dr. Farooq Hussain del Dipartimento di Biofisica del King’s College (Università di Londra) a chiedersi: “Come può un animale che per secoli è stato celebrato solo per la sua intelligenza e la sua socievolezza verso l’uomo, ora essere addestrato da un uomo a ucciderne un altro? Di certo viene usata l’elettrostimolazione dei centri nervosi del piacere e del dolore per indurre e ricompensare un comportamento aggressivo.

Le tecniche di addestramento accertate, comunque, non sono meno crudeli. I delfini vengono “controllati” attraverso la privazione del cibo. Quando sono sazi, sono molto difficili da controllare perché non hanno un incentivo a ritornare. Quindi, quando vanno in missione, vengono equipaggiati con un pezzo di velcro avvolto intorno al muso (conosciuto come AFD, “Anti-Foraging Device” ovvero mezzo anti foraggiamento) che impedisce loro di aprire la bocca per catturare pesci. Ciò li spinge a fare ritorno alla base. Quando un delfino è fuori, viene rilasciato un fischio di richiamo ad una frequenza che può essere sentita dagli animali a lunga distanza. Se ritornano dopo averlo udito, vengono ricompensati: l’AFD viene rimosso e ricevono del cibo.

Nella primavera del 1989, Rick Trout, che aveva lavorato come addestratore di animali per la Marina dal 1985 al 1988, rivelò che delfini e foche dell’esercito erano stati affamati durante il loro addestramento al Naval Ocean System Center di San Diego in California. Documenti ufficiali mostrano che 13 delfini sono morti nelle mani della Marina in 3 anni, più della metà di fame o di disordini di stomaco.

Bisogna sottolineare anche che l’uso dei delfini come strumento militare mette in pericolo i delfini indigeni dell’area in cui sono impiegati. Le truppe nemiche non sanno quali sono i delfini dell’avversario e quali no: ne consegue che uccidono tutti quelli che trovano.

 

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Delfino in laboratorio

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  • 1 mese dopo...
  • 4 settimane dopo...
Ospite intruder
Anche questa trovata Krukka è molto "Singolare" :)

 

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Il Fucile che sparava dietro l'angolo!

 

 

È stata ripresa da sovietici e israeliani, anche in tempi recenti, non so con quale successo, benché si legga in giro che gli USA sono interessati al Corner Shot israeliano, nelle foto sotto.

 

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BRITISH SUICIDE PIGEON WEAPON (1942)

 

 

 

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British spy chiefs secretly considered training pigeons to fly into German targets carrying explosives or biological weapons, it has been revealed.

 

British intelligence set up a "pigeon committee" at the end of World War II to ensure expertise gained in the use of the birds to carry messages was not lost.

 

Documents now released to the National Archives reveal that the War Office intelligence section, MI14, warned: "Pigeon research will not stand still; if we do not experiment, other powers will."

 

Among MI14's proposals was the training of pigeons carrying explosives to fly into German searchlights.

 

Meanwhile, pigeon enthusiast Wing Commander WDL Rayner suggested a "bacteriological warfare agent" could be combined with the explosive.

 

"A thousand pigeons each with a two ounce explosive capsule, landed at intervals on a specific target, might be a seriously inconvenient surprise," Mr Rayner wrote.

 

He believed his "revolutionary" ideas could change the way wars were fought, and had the tentative backing of wartime MI6 chief Sir Stewart Menzies.

 

However the internal security service MI5 branded Rayner a "menace in pigeon affairs".

 

MI5's Lieutenant Colonel Tommy Robertson wrote: "I thought that some time ago it had been made clear that Rayner should finish writing his manual and then have nothing further to do with this committee officially."

 

Rayner's plan for a 400-pigeon loft where tests would be carried out was abandoned due to wrangling among the intelligence agencies over funding.

 

 

 

http://news.bbc.co.uk/1/hi/uk/3732755.stm

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Altra follia della Seconda Guerra, il cannone a vento.

 

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Wind Cannon was developed by a factory in Stuttgart during the war. It was a type of gun that would eject a jet of compressed air against enemy aircraft. It was a strange device consisted of a large angled barrel like a bent arm resting in an immense cradle like some enormous broken pea-shooter lying askew. The cannon worked by the ignition of critical mixtures of hydrogen and oxygen in molecular proportions as near as possible. The powerful explosion triggered off a rapidly-ejected projectile of compressed air and water vapor, which, like a solid "shot" of air, was as effective as a small shell. Experimental trials of the cannon at Hillersleben demonstrated that a 25mm-thick wooden board could be broken at a distance of 200m. Nitrogen peroxide was deployed in some of the experiments so that the brown color would allow the path and destination of the otherwise transparent projectile to be observed and photographed. The tests proved that a powerful region of compressed and high-velocity air could be deployed with sufficient force to inflict some damage. However, the aerodynamics of a flying aircraft would almost surely neutralized the effectiveness of this cannon. In addition the effects of the cannon on a fast-flying aircraft was quite different from that on a fixed ground target. Still, the cannon was installed on a bridge over the Elbe, but with no significant results -- either because there were no aircraft or simply no successes (as one might suspect). The wind cannon was an interesting experiment but a practical failure.

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Alcuni anni fa era presente un sito internet italiano, a mio parere veramente ben realizzato, intitolato "Aerei e progetti segreti del III Reich" in cui si descriveva in maniera abbastanza dettagliata le armi e le tecnologie tedesche costruite o progettate durante la II GM.

In particolare, in merito all'ultimo post, ho trovato questo:

 

Herman Göring Stahal Werke WindKanone

 

Secondo la stampa militare francese dell'immediato dopoguerra, il Windkanone venne costruito da una ditta di Stoccarda protetta dalla Luftwaffe, o più probabilmente, sembra, dagli stabilimenti governativi della Hermann Göring Sthal Werke di Heerte. Era stato progettato per la protezione autonoma di determinati obiettivi secondari e per il tiro contro i caccia-bombardieri lanciati in volo radente o contro ogni altro tipo di aeroplano purché volante a bassa quota. Si presentava come una grande "elle" capovolta, inclinata e puntata verso il cielo. Il Windkanone risultava formato da un robusto tubo di ghisa del diametro di circa un metro e lungo una dozzina di metri. La corta estremità superiore, piegata ad angolo retto, era chiusa da un grosso ugello convergente. Al posto dell'ordinaria culatta, l'arma portava una camera di combustione caricata con una miscela detonante (idrogeno e ossigeno oppure ammoniaca) che, accesa elettricamente, produceva un potente soffio sgorgante dall'ugello puntato verso la traiettoria dell'aeroplano da colpire. Il violento spostamento d'aria avrebbe dovuto abbattere o per lo meno squilibrare l'incursore fino ad un massimo utile di duecento metri. L'arma, montata su una struttura ferroviaria, avrebbe potuto anche operare dall'imbocco delle gallerie per la difesa dei territori collinosi e di montagna i cui avvallamenti celassero obiettivi di vitale interesse militare. Per questo motivo sembrò l'arma ideale per la difesa contraerea passiva della <<Fortezza Alpina>>. All'atto pratico, però, essa risultò inefficace, perché l'alta velocità propria degli aerei e la brevissima durata del soffio, congiunte alle implicite difficoltà di puntamento, incidevano negativamente sul rendimento del tiro. Il prototipo, inattivo, venne trovato il 28 aprile 1945 ai margini del balipedio di Hillersleben, un centinaio di chilometri a ovest di Berlino, dai membri dell'Intelligence Technical Branch del 12° Gruppo d'Armate.

 

 

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Inoltre:

 

Herman Göring Stahal Werke WirbelKanone

 

Il Wirbelkanone (cannone a vortice) scagliava a un centinaio di metri di distanza circa mezzo quintale di carbone finemente polverizzato e intriso di petrolio. Accesa automaticamente all'uscita del tubo di lancio, la miscela, ardendo per qualche decina di secondi, avrebbe messo fuori combattimento degli obiettivi specificatamente terrestri come pattuglio avanzate, carri armati isolati, postazioni di armi automatiche, fortini e così via. Per delle difficoltà di messa a punto dell'apparato di lancio quest'arma non ricevette mai il battesimo del fuoco.

 

 

Wallauschek Schallkanone - Cannone antiaereo o da appoggio

 

Lo stesso laboratorio diretto dal dott. Wallauschek, che aveva già progettato il Windkanone, inventò anche lo Schallkanone, che sfruttava la ben nota proprietà che certe intensità di onde sonore potevano avere effetti distruttivi, non solo sugli aerei ma anche sui suoi occupanti. Questo cannone, costituito da due grandi trasduttori parabolici, uno dei quali svolgeva la funzione di detonatore al cui vertice si trovava una camera di combustione, o sorgente acustica e l'altra di amplificatore la quale irradiava l'onda sonora. La camera veniva alimentata da due ugelli, uno dei quali apportava metano e l'altro ossigeno. La combustione produceva due onde d'urto, la prima delle quali veniva riflessa indietro dalla estremità aperta della della camera e ne innescava una seconda, più potente, su una frequenza compresa tra gli 800 e i 1500 impulsi al secondo. Una serie di prove dimostrò che una nota di questa intensità poteva uccidere piccoli animali a distanza ravvicinata e risultava insopportabile per gli esseri umano entro un raggio di 200 metri.

 

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WirbelringKanone Himmelfeger - Cannone antiaereo

 

Montato su un robusto traliccio che lo teneva sollevato dal suolo ad un'altezza di circa cinque metri, gli esperti americani rinvennero un misterioso congegno consistente principalmente in un cilindro di lamiera d'acciaio saldata lungo due metri e mezzo e munito superiormente di un vasto ugello interno a corona. Scambiato dapprima per il collettore di una piccola caldaia verticale, risultò poi essere l'esemplare sperimentale del Wirbelringkanone (cannone a vortice anulare). Questo strano cannone, chiamato anche Himmelfeger (spazzacielo) era stato trasferito nell'inverno del 1944 a Hillersleben dall'originario centro di Kummersdorf. Secondo il prof. Maas, l'arma, attivata da una carica di idrogeno compresso, sparava un anello di gas rotante vorticosamente su se stesso, una specie di minuscolo ciclone artificiale, capace di produrre dei considerevoli danni sino a una distanza di 400 metri. I tecnici tedeschi speravano, ampliando opportunamente le dimensioni del cannone, di arrivare presto a poter scompaginare le formazioni dei bombardieri alleati a 5000 metri d'altezza.

 

 

Zippermeyer LuftwirbelKanone - Cannone antiaereo

 

Il dottor Zippermeyer, uno studioso austriaco, aveva pensato di ridurre la normale carica esplosiva di un proiettile convenzionale al minimo indispensabile per frantumarlo, riempiendo invece la testata con una finissima polvere di carbone. L'esplosione della granata sviluppava perciò una ardente nubecola in vivace combustione nell'atmosfera che si esauriva nel giro di circa quindici secondi. A Lofer, nel Tirolo, le prove preliminari confermarono in pieno la possibilità di distruggere in volo un aeroplano provocando il distacco delle ali o dei timoni investiti dal violento vortice infuocato, ma difficoltà di dosaggio della carica e certi imprevisti anticipi e ritardi nella fase di accensione suggerirono di sostituire il combustibile solido con un materiale incendiario gassoso.

 

 

Panzermörser (probabilmente già postato in altra sezione)

 

Nel 1943 i tedeschi produssero una versione del carro Tiger che ebbe diversi nomi fra cui Sturmörser 38 cm, Sturmpanzer VI e Sturmtiger. Indipendentemente dal nome, si trattava di un carro Tiger in cui la torretta era stata sostituita da una grossa sovrastruttura a cassone con una corta bocca da fuoco che si affacciava attraverso la piastra inclinata anteriore. Questa bocca da fuoco non era un cannone, ma un lanciarazzi Raketenwerfer 61 da 38 cm di tipo insolito, perché lanciava una carica di profondità con propulsione a razzo, del peso di non meno di 345 kg. Il proietto si basava sulla struttura di una carica di profondità navale e perciò quasi tutto il suo peso era costituito dall’alto esplosivo. I razzi avevano una gittata massima di 5650 m; la bocca da fuoco del lanciarazzi era congegnata in modo che i gas di efflussi, dirottati in avanti, uscivano dai tubi di Venturi disposti intorno al freno di bocca. Lo Sturmtiger era molto ben protetto, con una corazza dello spessore di 150 mm sul davanti e di 80-85 mm ai lati. L’equipaggio era di sette uomini, compresi il capocarro, un osservatore del tiro e del pilota; gli altri quattro uomini erano i serventi del lanciarazzi. Date le grosse dimensioni, solo 12 proietti potevano essere trasportati nella sovrastruttura ed uno all’interno del lanciarazzi. Per facilitare l’operazione di carico dei razzi nel veicolo veniva utilizzata una piccola gru a braccio montata sulla parte posteriore della sovrastruttura, mentre un portello vicino consentiva l’accesso all’interno. Una volta all’interno, rotaie aeree permettevano ai razzi Il movimento dalle e alle rastrelliere disposte lungo le fiancate, e l’introduzione nel lanciarazzi avveniva con l’ausilio di un’apposita cucchiara di caricamento. Il prototipo dello Sturmtiger fu pronto alla fine del 1943, ma la produzione del veicolo venne avviata solo nell’Agosto del 1944. Vennero prodotti soltanto 10 esemplari impiegati poi singolarmente o in coppia su quasi tutti i fronti, ma in situazioni in cui il loro potente armamento fu di scarsa utilità.

 

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Cönders Hockdrück pumpe Tausendfussler, "Millepiedi" - Cannone a lungo raggio

 

Hockdrückpumpe (pompa ad alta pressione) è il nome di copertura di un cannone a lungo raggio progettato per colpire, attraverso la manica, la grande area di Londra. La struttura del cannone gli ha procurato il soprannome di "Millepiedi". Venne progettato come cannone a camere multiple dal calibro di 15 cm con una canna lunga 150 metri. C'era una parte posteriore convenzionale con una camera a pressione, mentre diverse camere ausiliarie erano costruite lungo la canna con una angolazione di 45° a intervalli di circa 40 metri. La teoria dietro al meccanismo del cannone era che un proiettile sarebbe stato inserito nella parte posteriore insieme con un'appropriata carica esplosiva. Diverse cariche addizionali sarebbero state inserite nelle camere ausiliarie. La carica iniziale avrebbe lanciato il proiettile nella canna acquisendo velocità grazie alla spinta addizionale procurata dai gas prodotti nelle camere ausiliarie al passaggio dello stesso. Grazie a queste spinte addizionali, il proiettile avrebbe lasciato la bocca della canna ad una velocità elevatissima di circa 1500m/sec. Il proiettile avrebbe volato nella stratosfera, dove l'aria rarefatta avrebbe offerto minore resistenza e avrebbe permesso di raggiungere una distanza di 280 km. Un prototipo da 20mm, progettato dall'ing. Cönders del Rochling Stahlwerke AG, venne completato nel maggio 1943 e venne testato con successo. Cannoni sperimentali in grandezza naturale vennero in seguito costruiti e testati, ma tutti esplosero e comunque non diedero i risultati sperati. Contemporaneamente centinaia di operai stavano costruendo il primo esemplare sul lato di una collina a Mimoyecques vicino Calais, a 165 km da Londra. L'intero cannone fu rinforzato da una struttura di cemento armato. Gli Alleati tentarono di distruggere il sito con bombardamenti convenzionali, ma fallirono. Così si decise che un aereo carico di esplosivo sarebbe stato guidato, tramite un controllo radio, sul sito. Durante i voli di prova, però , due piloti rimasero uccisi e il piano venne cancellato. Infine un Lancaster convertito sganciò una bomba "Tall Boy" sulla costruzione, la struttura di cemento venne perforata e il cannone distrutto. Due Hockdrückpumpe di dimensioni minori vennero costruiti e utilizzati nella battaglia delle Ardenne nel dicembre 1944. Uno e due colpi vennero sparati senza risultati documentati e i cannoni, due giorni dopo, vennero fatti saltare e abbandonati.

 

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  • 1 mese dopo...
Ospite intruder

Ed eccovi un articolo sull'impiego dei cani in guerra:

 

 

Both Allied and Axis forces mobilized war dogs. British handlers and dogs prepared at the War Dogs Training Schools. The Soviets trained sledge dogs and placed mines on dogs that crawled underneath tanks prior to detonation. After the Japanese attack on Pearl Harbor, dog fanciers in the United States discussed the idea of establishing a system to identify and train war dogs for the military. World War I veteran Harry I. Caesar and poodle breeder Alene Erlanger communicated with quartermaster general Major General Edmund B. Gregory to form Dogs for Defense. This group encouraged patriotic Americans to donate dogs of suitable size and temperament for military service. Newspaper advertisements, posters, and movie reels promoted U.S. war dogs. Regional and state Dogs for Defense representatives recruited and evaluated the animals. Many people donated their dogs because they could not afford to feed them during the war. In any case, donors were not allowed any information as to the disposition of the dogs.

 

 

American Kennel Club dog shows sponsored war dog exhibitions and war dog classes to raise funds and identify dogs with qualities the military sought. War dogs were featured at the prestigious Westminster Kennel Club Dog Show. Throughout the country, war dog demonstrations and rallies were held, with themes such as “Back the Attack.” On the home front, war dogs guarded prisoner-of-war camps and defended industries from saboteurs. Other breeds, such as beagles, were used to assist in the rehabilitation of wounded veterans.

 

 

German-born trainers such as Willy Necker introduced effective training regimens at American war dog training and reception centers. Such facilities were distributed throughout the United States, with significant sites located at Front Royal, Virginia; San Carlos, California; and Fort Robinson, Nebraska. Necker left no doubt about his allegiance, teaching one dog to place its paw over its snout whenever it heard the name “Hitler.”

 

 

 

 

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Un Marine con il suo cane

 

 

 

U.S. Marine war dog platoons trained at Camp Lejeune, North Carolina, and Camp Pendleton, California. Their mission was to locate enemy forces, mines, and booby traps. These dogs, mostly Doberman pinschers, guarded soldiers on patrol and alerted them to approaching enemy soldiers. The Marine dogs also transported supplies and messages. Each Marine division had an attached war dog platoon.

 

 

Germany mobilized an estimated 200,000 war dogs. Japan trained war dogs at Nanjing (Nanking) in China, and it had 25,000 trained before its attack on Pearl Harbor. The Japanese used black dogs for night service and white dogs to serve in snow.

 

 

After their service was completed, American war dogs were shipped to war dog centers for training to readjust to civilian life before returning to their families. Even after war dogs returned home, their owners did not know where their pets had served. War dog handlers formed closed attachments to their charges, and they often asked the dogs’ owners if they could keep the dogs with which they had served. Heroic animals were often praised in newspaper accounts. Chips, perhaps the war’s most famous dog, who helped capture Italian soldiers, gained notoriety for biting General Dwight D. Eisenhower. Newspapers reported awards presented to Chips and his handlers.

 

 

http://warandgame.blogspot.com/

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Altro che piccioni cani e roba del genere... che dire del CARRO CELERE SAHARIANO? La brutta copia di un carro (il CRUSADER) ritenuto uno schifo di mezzo dai suoi stessi utilizzatori. Solo noi lo riuscivamo ad apprezzare perchè... era veloce! Rinunciando ai Panzer IV ovviamente! Questo è veramente folle...

 

http://mailer.fsu.edu/~akirk/tanks/Italy/I...oMediumTank.jpg

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Panjandrum, known also as the The Great Panjandrum, was one of a number of highly experimental projects, including Hajile and the Hedgehog, that were developed by the Admiralty's Directorate of Miscellaneous Weapons Development in the final years of World War II.

 

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The DMWD had been asked to come up with a device capable of penetrating the ten-foot high, seven-foot thick concrete defences that made up part of the Atlantic Wall. It was further specified that the device should be capable of being launched from landing craft since it was highly likely that the beaches in front of the defences would act as a killing ground for anyone attempting to deliver the device by hand. Sub-Lieutenant Nevil Shute calculated that over one ton of explosives would be needed in order to create a tank-sized breach in such a wall. The delivery method for such a quantity of explosives posed a significant problem, and one of the concepts discussed ultimately resulted in the construction of the prototype "Great Panjandrum". The proposed device was composed of two gigantic wooden wheels, ten feet in diameter with steel treads a foot wide, joined by a central drum fitted with the explosive payload. It was to be propelled by sets of cordite rockets attached to each wheel. It was predicted that when deployed with a full 4,000 lb load, Panjandrum would achieve speeds of around 60 mph, simply crashing through any obstacles to reach its target. The name "Great Panjandrum" was chosen by Shute as a reference to Samuel Foote's poem of the same name, in particular the closing line "till the gunpowder ran out at the heels of their boots".

The prototype was secretly constructed at Leytonstone and transported by night to the testing grounds at Westward Ho!, Devon. However, once there the secrecy surrounding the project broke down, as the beach chosen as a test site was also a popular destination for holidaymakers and from the first test on September 7, 1943 onwards, every trial was witnessed by large citizen audiences despite the DMWD's warnings concerning the safety of the weapon. Since nothing remotely resembling the Panjandrum had ever been constructed before, the trials began with a good degree of trepidation — only a handful of cordite rockets were attached to the wheels, and the payload was simulated by an equivalent weight of sand. When Shute gave the signal, the rockets were ignited and the Panjandrum catapulted itself forward, out of the landing craft used as a launchpad, and a fair distance up the beach before a number of the rockets on the right wheel failed and the weapon careened off course. Several further attempts were made with more and more rockets, but on every occasion the Panjandrum lost control before reaching the end of the beach.

After tinkering with the project for a further three weeks, the Department returned to the beach. Panjandrum was now equipped with over seventy cordite rockets and a stabilising third wheel. When launched, it hurtled towards the coast, skimming the beach before turning back out to sea. A number of the 20 lb rockets detached and whipped wildly above the heads of the gathered audience or exploded underwater. Despite these failures, Shute and his team persevered, removing the third wheel and attaching steel cables to the remaining two wheels as a basic form of steering. Panjandrum proved to be too powerful however, snapping the cables and whipping them back across the beach when they were used. More weeks were spent testing every conceivable variable from thicker cables to heavier rocket-clamps without success before the DMWD received notification that the weapon was only required to be consistently able to travel in the general direction of the enemy. With some degree of confidence, a final trial was scheduled to be performed in January, 1944, in front of a number of Navy officials and scientists, as well as an official photographer.www.militaryimages.net

Modificato da Blue Sky
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  • 2 settimane dopo...
Ospite intruder

Ho trovato un po' di foto che illustrano l'impiego di un'arma a canna curva, così come era stata immaginata dai progettisti tedeschi.

 

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Questo, invece, il dettaglio della canna e dei sistemi di mira.

 

 

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