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SIRIA - Topic Ufficiale


Ospite intruder

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A quanto sembra non si prende più in considerazione l'ipotesi, apparsa sempre in via ufficiosa, di un intervento energico in Siria da parte di "Paesi terzi" che avrebbe dovuto portare alla pacificazione come avvenuto in Libano 6 anni fa, e a mio parere senza un aiuto continuativo il composito fronte anti-Assad potrebbe trovarsi in breve tempo a mal partito. Bene o male Assad può contare di una forza armata ancora numerosa ed equipaggiata, da più parti si scrive di cannoneggiamenti interminabili con migliaia di proiettili ogni ora e di attacchi aerei, cosa che fa pensare che il regime sia sostenuto attivamente dall'esterno (dove troverebbe altrimenti il materiale bellico?). E' possibile che i trasporti arrivati nei porti siriani qualche tempo fa non contenessero solo aiuti umanitari, ma d'altronde è comprensibile.

Non sono un esperto, ma ho motivo di credere che con gli aiuti esterniche entrambe le parti ricevono vi è la concreta possibilità di una divisione de facto del Paese, mentre la gente comune vede aumentare le proprie, già grandi, difficoltà.

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Mi ricordo che quando ciò accadde se ne parlò relativamente poco ed addirittura il regime del neo insediato Assad Junior non rilasciò immagini del sito attaccato, ma trapelarono notizie di un non meglio specificato 2incidente" che aveva "danneggiato la struttura". Altre fonti avevano ipotizzato l'azione di forze speciali arrivate da Israele via terra, tanto che-per evitare ulteriori attacchi- Assad aveva fatto schierare in tutta fretta le sue truppe d'elite attorno al sito.

Piccola nota tecnica: si è fatto cenno all'impiego di 4 F16 ,scortati da altrettanti F 15?- ed all'uso di 17 "tons" (comunque, in Israele si dovrebbero decidere ad usare il SI) di esplosivo, il che corrisponde a poco più di 2 tons /F 16 ed al fatto che con l'impiego di apparecchi disturbatori la difesa aerea siriana non rilevò in nessun momento gli otto velivoli. Questa possibilità dimostra che anche radar asserviti a computer potenti possoono essere ingannati da contromisure aeroportate e che la necessità di stealthness "strutturale" potrebbe non essere così impellente come si temeva

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  • 3 settimane dopo...

Siria leaks: Mosca ordinò ad Assad di abbattere il jet turco

 

Documenti esclusivi d’intelligence portano alla luce una nuova verità sul dossier del Phantom F-4 turco abbattuto il 22 giugno scorso. S’infittisce la trama della proxy war in Siria. Secondo svariati documenti segreti resi pubblici da Al Arabiya sabato 29 settembre, il jet turco venne abbattuto volontariamente in acque internazionali dalle forze dell’esercito siriano su ordine di Mosca e in coordinamento con la base navale russa di Tartus. I due piloti, il capitano Gorkhan Ertan e il luogotenente Hasan Husyin Aksoy, furono poi recuperati vivi da uomini dell’Unità per Operazioni Speciali siriana (UOS), tradotti a terra e uccisi.

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Il documento prosegue rivelando che era stato dato l’ordine di trattare i due piloti secondo il protocollo di guerra fornito da Assad. I due militari turchi, da quanto emerge, sarebbero stati poi interrogati riguardo il ruolo giocato dalla Turchia nell’assistenza all’Esercito Libero Siriano (ELS), il principale gruppo armato dell’opposizione. Il report suggerisce che probabilmente gli ostaggi sono stati trasferiti in un vicino territorio del Libano e lasciati in custodia ad elementi di Hezbollah. La loro morte è stata poi considerata inevitabile.

Ciò che più preoccupa è la diretta regia della Russia per un’operazione militare nei confronti di uno Stato membro della NATO. In un secondo documento, inviato sempre dal palazzo presidenziale a tutti i capi unità del servizio siriano d’intelligence estero, si legge: “Basato su informazioni e consigli russi si è reso necessario eliminare i due piloti detenuti dall’Unità per Operazioni Speciali in modo naturale ed è necessario che i loro corpi vengano riportati sul luogo dell’incidente in acque internazionali”.

 

Pilots of the Turkish RF-4E downed by Syria executed by Assad on Russia’s advice. But new theory raises questions.

Modificato da Andrea75
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Turkey strikes back at Syria, says will protect borders

 

Venti di guerra tra Siria e Turchia

 

Secondo una nota inviata al Parlamento, il governo turco ritiene che «l’azione aggressiva» dell’esercito siriano sia diventata una seria minaccia alla sicurezza del Paese. Per questo, Ankara ha chiesto l’autorizzazione del Parlamento al dispiegamento di truppe turche fuori dai propri confini.

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Ankara ha risposto ieri sera bombardando a più riprese con l’artiglieria “obiettivi siriani” lungo il confine a un colpo di mortaio sparato in zona dal territorio siriano, dove sono in corso combattimenti fra forze governative di Damasco e ribelli - e caduto nel pomeriggio nella cittadina turca di Akcakale, con un bilancio di cinque morti e numerosi feriti.

 

Erdogan chiama Bruxelles Vertice Nato straordinario “Un partner è stato colpito”

 

La richiesta di convocazione presentata dell’ambasciatore di Ankara, Haydar Berk, ... ha invocato l’articolo 4 del trattato Nato. È stata una richiesta di consultazioni di uno stato membro dell’Alleanza che sente che la sua integrità territoriale è minacciata. Nel caso, dalla guerra civile siriana che sembra voler tracimare oltre il confine turco.

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I mortai siriani hanno colpito in territorio turco nel primo pomeriggio. Poco prima delle ventuno, il premier Erdogan ha annunciato di aver contrattaccato, bombardando oltre la frontiera siriana. Due atti di guerra consumati nello spazio di poche ore. Il segretario generale Anders Fogh Rasmussen, confermato per un anno proprio ieri mattina, ha trovato modo di condannarne uno solo. Per il secondo non c’è stato il tempo. E nemmeno la volontà. Alla fine, alle 10,30, l’Alleanza ha comunicato la sua «solidarietà» alla Turchia. Gli attacchi della Siria, dice l’Alleanza «sono una flagrante violazione della legge internazionale» e se ne chiede «l’immediata cessazione».

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Rasmussen aveva avuto un contatto col ministero degli esteri turco Ahmet Davutoglu prima dell’attacco. È stato però lo stesso capo della diplomazia di Ankara a domandare l’incontro urgente. Una domanda presentata a un così alto livello, secondo un osservatore, potrebbe aprire la strada a un voto di ricorso all’articolo 5. Quello del «Tutti per uno» che si trova alle fondamenta dell’Alleanza. ... In altre parole, se la Turchia - che è socio della Nato ma non dell’Unione europea - viene aggredita dalla Siria, la Nato è per diritto autorizzata a intervenire contro Damasco.

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la posizione negativa di Cina e Russia è ferma. «Abbiamo avvisato la Nato - ha detto il vice primo ministro russo Gennady Gatilov - di non cercare pretesti per avviare scenari militari o iniziative come corridoi umanitari o zone cuscinetto».

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Non ho informazioni di prima mano,però non posso escludere che quei "documenti" divulgati da Al arabiya (emittente panaraba molto vicina alle posizioni americane ) siano in realtà supposizioni e ,in un certo senso, siano stati pubblicati con lo scopo di infiammare il clima politico. In questa situazione si inserisce il colpo di mortaio, isolato, che è caduto in territorio turco e che si pensa sia partito da un'arma dell'esercito regolare. Però la situazione in Siria è così fluida che non penso sia facile, anzi, foprse nemmeno possibile, attribuire esattamente questo brutto episodio-che ha causato la morte di una sfortunata donna che camminava per i fatti suoi- ad uno o l'altro dei contendenti.

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Dichiarazione ufficiale NATO North Atlantic Council statement on developments on the Turkish-Syrian border

 

As stated on 26 June 2012, the Alliance continues to closely follow the situation in Syria. In view of the Syrian regime’s recent aggressive acts at NATO’s southeastern border, which are a flagrant breach of international law and a clear and present danger to the security of one of its Allies, the North Atlantic Council met today, within the framework of Article 4 of the Washington Treaty, and discussed the continuous shelling of locations in Turkey adjacent to the Turkish-Syrian border by the Syrian regime forces.

 

The most recent shelling on 3 October 2012, which caused the death of five Turkish citizens and injured many, constitutes a cause of greatest concern for, and is strongly condemned by, all Allies.

 

In the spirit of indivisibility of security and solidarity deriving from the Washington Treaty, the Alliance continues to stand by Turkey and demands the immediate cessation of such aggressive acts against an Ally, and urges the Syrian regime to put an end to flagrant violations of international law.

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La crisi siriana vista da Ankara

 

L’interesse turco per la crisi siriana è dettato poi dal ruolo di Ankara nello scenario regionale. La politica estera di nuovo corso impostata soprattutto dal Ministro degli Esteri Davutoglu, persegue da anni un obiettivo ambizioso di non lontana portata: fare della Turchia una potenza regionale e globale a livello politico ed economico. Il conflitto siriano rappresenta da questo punto di vista un banco di prova importante.

Dopo essersi lentamente allontanato dall’alleato storico israeliano, la Turchia ha iniziato ad intavolare relazioni strategiche con gli altri Paesi musulmani della regione, in primis con la Siria (prima del conflitto), rincorrendo l’obiettivo di diventare una sorta di primus inter pares tra le nazioni musulmane. Con lo scoppio della crisi a Damasco, Ankara ha assunto un ruolo di leadership nella ricerca di una soluzione regionale al conflitto non solo per i riverberi degli avvenimenti siriani sulla propria sicurezza e stabilità interna, ma anche per entrare nella dialettica di potenza nell’arena mediorientale. Lo schierarsi apertamente contro Assad ha posto, così, la Turchia quale ulteriore protagonista nella contesa tra Paesi sunniti e sciiti dell’area, che ha nella crisi siriana uno dei principali campi di confronto.

Dunque, a prescindere dagli esiti della crisi, la Siria sta catalizzando l’interesse politico dell’intero Medio Oriente: da questo contesto si sviluppano una serie di intrecci che vedono in qualsiasi ipotesi la Turchia coinvolta come protagonista, nonché sempre più bilancia degli equilibri regionali.

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Anche in questi giorni si sono registrati colpi di artiglieria "campale" (presumibilmente mortai) caduti in territorio turco a poca distanza dal confine siriano. La versione che circola con più insistenza è che si tratti di iniziative partite dall'esercito regolare siriano che cerca, nonostante la sua situazione generale appaia piuttosto difficile, di impedire il via-vai di persone e munizioni fra la Turchia ed i campi dei ribelli.

E' possibile che si tratti di iniziative personali prese da comandanti di batteria od anche da singoli soldati che hanno,per così dire, "perso il sangue freddo" a causa degli attacchi continui a cui sono sottoposti,oppure che si tratti semplicemente di errori di mira, non impensabili considerando che l'arsenale governativo non è in condizioni molto floride,anche perchè è difficile pensare che il Governo siriano si aspetti davvero di risolvere i suoi problemi facendo sparare qualche colpo in Turchia; se mai, simili trovate peggiorano lo stato di cose e possono costituire un pretesto per l'entrata in guerra da parte di Ankara.

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U.S. Military Is Sent to Jordan to Help With Crisis in Syria

 

The United States military has secretly sent a task force of more than 150 planners and other specialists to Jordan to help the armed forces there handle a flood of Syrian refugees, prepare for the possibility that Syria will lose control of its chemical weapons and be positioned should the turmoil in Syria expand into a wider conflict.

The task force, which has been led by a senior American officer, is based at a Jordanian military training center built into an old rock quarry north of Amman. It is now largely focused on helping Jordanians handle the estimated 180,000 Syrian refugees who have crossed the border and are severely straining the country’s resources

 

Turkey sends 25 F-16 fighter jets close to the Syrian border

Modificato da Andrea75
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Nonostante siano oramai molte settimane che s combatte ed i ribelli siano in tanti e nemmeno troppo nascostamente aiutati dall'esterno, le forze fedeli ad assad riescono bene o male a resistere, dispongono di munizioni e viveri ed, in definitiva, non danno segni di sbandamento. Questa è una grossa differenza rispetto al pur potente esercito libico,che fu costretto in tempi brevi ai minimi termini.

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possibili scenari Se la NATO interviene in Siria, la Russia dovrà svelare il suo gioco

 

Militarmente la Turchia è perfettamente in grado di reagire agli attacchi siriani: il suo esercito è di gran lunga quantitativamente e qualitativamente superiore a quello di Damasco, nonostante i recenti aggiornamenti di matrice russa. Ma è politicamente che Ankara non ha la forza per fronteggiare Mosca, protettrice politica e militare del regime di al-Assad.

...

Seppure di difficile applicazione da un punto di vista operativo militare, e di ancora più difficile giustificazione politica per i governi dei paesi NATO che vi parteciperebbero, una decisione della NATO in stile Bosnia, ovvero di intervenire senza mandato ONU, avrebbe se non altro la capacità politica di ‘stanare’ la Russia dal suo gioco a nascondino. Se Mosca si trovasse a sostenere politicamente e militarmente un regime, quello siriano di al-Assad, contro il quale la NATO si è apertamente schierata politicamente e militarmente, i variati rapporti di forza potrebbero imporre una svolta drammatica al conflitto.

In questo modo infatti la Russia non potrebbe più nascondersi dietro al rifiuto di appoggiare una missione militare di forze terze esterne al conflitto appellandosi al principio di non intrusione nelle questione interne di altri Stati, come motivato sinora insieme alla Cina. Mosca sarebbe così costretta a prendere una posiziona politica chiara, di sostegno o di condanna nei confronti del regime di al-Assad, invece di appellarsi a principi di diritto internazionale. Sfortunatamente, qualora Mosca dovesse decidere di sostenere incondizionatamente Damasco, il rischio di una escalation in pieno stile guerra fredda sarebbe un’opzione realistica.

 

Rift with Moscow Deepens After Turkey Forces Syrian Jet to Land

 

Adding to strains with Turkey over the conflict in Syria, Russia demanded on Thursday that Turkey explain why its warplanes forced a Syrian passenger plane flying from Moscow to Damascus to land in the Turkish capital, Ankara, on suspicion of carrying military cargo.
Modificato da Andrea75
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Ormai i confini della Siria sono permeabili come un groviera, sarebbe ora che la Russia si facesse da parte, per risparmiare questo continuo spargimento di sangue.

 

Forse dovremmo essere noi a smetterla di aggredire gli altri stati solo perchè non seguono le linee guida occidentali.

Modificato da davide9610
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Forse dovremmo essere noi a smetterla di aggredire gli altri stati solo perchè non seguono le linee guida occidentali.

 

Ho capito bene? In pratica ti sta bene che assad stermini la popolazione del suo stesso paese?

 

Se è cosi dillo, mica sei il primo che ultimamente ha resuscitato l'interpretazione fascista del concetto di sovranita dello stato...

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Turkey says Syrian plane carried Russian munitions

 

Turkish Prime Minister Tayyip Erdogan said on Thursday a Syrian passenger plane forced to land in Ankara was carrying Russian-made munitions destined for Syria's armed forces, ratcheting up tension with his country's war-torn neighbor.

 

Turkey Says Jet Held Military Gear

 

Turkish Prime Minister Recep Tayyip Erdogan on Thursday said a Syrian passenger plane forced to land in Ankara the day before was carrying military materials from Russia's state-owned arms manufacturer, charges that angered Syria and Russia amid a deepening diplomatic row.

 

The civilian A320 plane, which was carrying 35 passengers, landed in Damascus early Thursday after Turkey allowed it to take off, but Turkish officials will continue to investigate the confiscated cargo, Mr. Erdogan added.

 

"These are equipment and ammunition sent to the Syrian Defense Ministry from the Russian [state-owned arms manufacturer].…At the moment, our authorities are continuing their investigation ...

Modificato da Andrea75
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Syria accused of cluster bomb use in civil war

 

The Syrian regime was accused Sunday of dropping cluster bombs — indiscriminate scattershot munitions banned by most nations — in a new sign of desperation and disregard for its own people.

The international group Human Rights Watch cited amateur video and testimony from the front lines in making the allegation against the government of President Bashar al-Assad.

Syria and Turkey, meanwhile, declared their skies off-limits to each other amid mounting cross-border tensions. Turkey is an outspoken supporter of rebels trying to oust Assad in a conflict that has raged for about 19 months and has turned into a civil war.

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A field guide to Syria's jihadi groups.

 

a list of Syria's most significant jihadi and Islamist armed groups.

 

Jabhat al-Nusra

Here's your next big al-Qaida franchise. Jabhat al-Nusra emerged in January 2012 under the unwieldy name Jabhat al-Nusra li-Ahl al-Sham min Mujahedi al-Sham fi Sahat al-Jihad or "The Front for Aid to the People of the Levant by the Mujahideen of the Levant on the Battlefields of the Jihad." It isn't the biggest jihadi group in Syria, but it is the most notorious, having skillfully employed urban terrorism to draw media attention.

 

Ahrar al-Sham Brigades

The Ahrar al-Sham Brigades are probably Syria's largest jihadi faction, with at least a few thousand fighters. Although Ahrar al-Sham frequently uses suicide bombers against government targets, it has not engaged in the type of spectacular urban attacks that Jabhat al-Nosra specializes in, being more geared towards traditional guerrilla warfare.

 

Fatah al-Islam

The Salafi-jihadi group Fatah al-Islam was created in Lebanon in 2006, through a split in a Syrian-controlled Palestinian militant faction.

 

The Haqq Division

The Haqq Division is a radical Islamist alliance formed in August 2012, which includes several groups based in the Homs Province.

 

Suleiman Fighting Company

The Suleiman Fighting Company is a large conglomerate of Islamist rebel units concentrated in the Idleb and northern Hama provinces, and to some extent Aleppo.

 

The Tawhid Division

The Tawhid Division is the dominant insurgent group in the Aleppo region and is based in the villages and suburbs ringing the city. Founded as a merger between numerous FSA rebel factions in July 2012, the group claims to control at least 8,000 fighters. It is led by Abdelaziz al-Salama and Abdelqader Saleh, both of whom hail from the countryside north of Aleppo.

 

Commission for Civilian Protection (CCP)

The Muslim Brotherhood is Syria's oldest and largest Islamist group, but decades of repression have left it with few members and limited organizational capacity inside the country.

 

Syria Liberation Front (SLF)

The recently formed Syria Liberation Front (SLF) is one of Syria's biggest insurgent alliances, a loosely knit network of Islamist groups that overshadows the FSA in several regions. It includes about twenty Islamist groups, which collectively command perhaps 20,000 fighters

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Segnalo questo paper che analizza le motiviazioni dell'atteggiamento russo nella crisi siriana When Domestic Factors Prevail Upon Foreign Ambitions: Russia’s Strategic Game in Syria

 

Some argue that Russia’s stance is a

residue of Cold War strategic thinking, while others focus on the specific relationship between the two regimes. However, an analysis of the economic and political nature of the decades-long Russian-Syrian partnership reveals that economic interests do not play a major role.

...

this paper argues that to grasp Moscow’s foreign policy vis-à-vis Syria, and more broadly the Middle East, it is crucial to understand the evolution of Russia’s domestic politics.

...

Conclusion

There are three recurring leitmotifs in Russia’s foreign policy towards Syria. First, Russia’s relations with the Syrian Arab Republic, dating back to the Cold War, represent an important basis for developing strategic ambitions in the Levant and the broader Middle Eastern region. Second, Moscow’s unrelenting stance in the UN Security Council is a means of opposing the United States and its use of force in violation of state sovereignty, as was the case in Iraq in 2003 and Libya in 2011. Finally, this keen interest in state sovereignty reflects the Federation’s current domestic situation, with the government challenged by rallies in opposition to Putin’s re-election and the controversial Pussy Riot case.

 

These elements are all-important in determining Russia’s stance towards the Syrian opposition movement. However, while the first two elements can be considered as facilitating conditions, being linked to the international economic and political framework in which the Syrian conflict evolves, it is the drivers related to the Russian domestic situation that represent the single most important explanation of Moscow’s stance towards Syria. Indeed, the similarities between the initial stages of the Syrian uprising and the March protests in Moscow, combined with the similar economic structures of the two countries, constitute a source of concern for the Russian political elite, who fears an international intervention into their own domestic affairs.

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Ho capito bene? In pratica ti sta bene che assad stermini la popolazione del suo stesso paese?

 

Se è cosi dillo, mica sei il primo che ultimamente ha resuscitato l'interpretazione fascista del concetto di sovranita dello stato...

 

Questo è quello che ti fa credere il TG,guarda proprio oggi i ribelli hanno fatto un attentato contro la comunità cristiana più di 40 morti.

Modificato da davide9610
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Questo è quello che ti fa credere il TG,guarda proprio oggi i ribelli hanno fatto un attentato contro la comunità cristiana più di 40 morti.

 

Io non li guardo nemmeno quegli show pagliacciosi, va bene allora riformulo la domanda.

 

Ho capito bene? Assad non stermina la popolazione e I TG si sono inventati una guerra civile, mentre invece sono solo 4 terroristi che mettono le bombe, è cosi?

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