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Nel decreto sanità i tagli alle scuole

in un anno possono sparirne 4mila

di SALVO INTRAVAIA

 

Nel decreto sanità i tagli alle scuole in un anno possono sparirne 4mila

Le scuole nelle piccole isole e nei piccoli comuni montani potrebbero sparire già dal prossimo anno. In poche settimane, infatti, le Regioni dovranno predisporre i Piani di dimensionamento della rete scolastica. Il diktat del ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, alle autonomie locali arriva "nascosto" in un provvedimento che apparentemente non ha nulla a che vedere con la scuola: il decreto-legge 154 dal titolo "Disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali" ha l'intero articolo 3 dedicato alla riduzione delle istituzioni scolastiche sottodimensionate. Il tutto in linea con il Piano che detta le regole per tagliare in un triennio 132 posti.

 

Per effettuare i poderosi tagli imposti dal collega dell'Economia, Giulio Tremonti, sulla scuola occorre mettere mano alla rete scolastica. Infatti, accorpare due scuole con meno di 50 alunni consente di tagliare almeno un posto di dirigente scolastico e uno di direttore dei servizi amministrativi (l'ex segretario). E anche se l'argomento è di competenza delle autonomie locali il governo non si perde d'animo. Per ridisegnare la mappa delle istituzioni scolastiche (quelle che hanno personalità giuridica) il decreto dà tempo alle Regioni fino al 30 novembre prossimo. Ma non solo. Le amministrazioni che dovessero risultare inadempienti, dopo appena 15 giorni, verranno "sollevate dall'incarico".

 

Ad occuparsene sarà lo stesso esecutivo. "Il presidente del Consiglio dei ministri - recita il provvedimento - diffida le regioni e gli enti locali inadempienti ad adottare, entro quindici giorni, tutti gli atti amministrativi, organizzativi e gestionali idonei a garantire il conseguimento degli obiettivi di ridimensionamento della rete scolastica". Se la diffida non sortisce effetti scattano le maniere forti. "Ove le regioni e gli enti locali competenti - prosegue il provvedimento - non adempiano alla predetta diffida, il Consiglio dei ministri nomina un commissario ad acta". Scaricando gli eventuali oneri derivanti da tale nomina alle regioni e degli enti locali.

 

E sono già partite le polemiche. Il presidente della regione Piemonte, Mercedes Bresso e l'assessore all'istruzione, Gianna Pentenero denunciano: "Così il governo ha deciso di tagliare 816 scuole solo in Piemonte. Forse a Roma non se ne sono accorti, ma l'Italia è zeppa di comuni piccoli". In tutto il territorio nazionale sono 4.200 i plessi con meno di 50 alunni. Rischiano di ritrovarsi senza scuola i bambini di tanti piccoli centri di montagna e delle piccole isole: Capri, Favignana e dell'arcipelago delle Eolie.

 

Per chiarire meglio la questione è opportuno citare qualche dato. Il servizio scolastico statale, in Italia, è erogato da 10.760 istituzioni scolastiche che si articolano sul territorio in 41.862 scuola (plessi, sedi centrali e distaccate, succursali). Per ridurre la dotazione di dirigenti scolastici, dei segretari e del personale Ata basta smembrare e accorpare ad altri istituti le istituzioni scolastiche che, ai sensi di una norma del 1998, risultano sottodimensionate: con meno di 500 alunni. In tutta la Penisola, secondo i conti fatti da viale Trastevere, ce ne sarebbero quasi 2.600: il 24 per cento.

 

La stessa norma consente ai soli istituti comprensivi (di scuola dell'infanzia, primaria e media) ubicati in piccole isole e zone di montagna di scendere fino a 300 alunni, ma non oltre. Attualmente, da Nord a Sud, ci sono sparse nei centri più arroccati o nelle isole più piccole del Paese oltre 600 istituzioni scolastiche con meno di 300 alunni, che le regioni dovrebbero cancellare. Per la verità, la stessa norma stabilisce che gli istituti con oltre 900 alunni andrebbero suddivisi in due (o in tre) per evitare situazioni di estrema complessità. Ma nel Piano della Gelmini degli oltre 2.600 istituti "over size" non si parla.

(11 ottobre 2008)

 

 

repubblica.it

 

questo fa molto più male che unq ualsiasi taglio alla difesa

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Partecipanti più attivi

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Da anni, ormai, il Ministero della Pubblica Istruzione è diventato soltanto un immenso e improduttivo stipendificio e niente più: il primo ed il più rilevante di tutti quelli della Pubblica Amministrazione!

 

Il risultato di ciò ha una sua definizione: analfabetismo di ritorno o di riflusso, vedi link: http://forum.accademiadellacrusca.it/forum...enti/3905.shtml

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IL DECRETO GELMINI: I punti salienti

 

La Camera dei Depunti ha approvato il decreto Gelmini di riforma della scuola. Ecco i punti salienti.

 

1) Il decreto contiene poche innovazioni, ma chiare. Come ha affermato il ministro, obiettivo del decreto non è una riforma strutturale della scuola, ma una serie di provvedimenti concepiti per aggiustare, sistemare, riordinare quel che bastava per iniziare a mettere al centro della scuola non lo Stato, e neanche i problemi sociali, bensì l’educazione dell’alunno e dello studente.

 

2) Il centro del decreto è l’introduzione del maestro prevalente. Il principio – ribadito dal ministro e dal Pdl e sostenuto anche dalla Lega e, fino al momento del voto, dall’Udc – obbedisce ad una concezione per cui l’educazione si fonda su un rapporto personale unico. Ciò non esclude l’insegnamento dell’inglese o dell’informatica con un docente specifico, qualora lo stesso insegnante dominante non sia in grado di attrezzarsi al riguardo. Certo, questo provocherà risparmi, liberando risorse in un bilancio per la scuola dove gli stipendi del personale assorbono oggi il 96,98 per cento (!) del budget complessivo. D’altra parte, i maestri modulari (tre ogni due classi) sono stati introdotti per ragioni sindacali e di welfare (ossia per dare occupazione a giovani laureati), oltre che in omaggio ad una pedagogia del doppio o triplo "punto di vista" da proporre ai bambini (così che possano crescere nel dubbio…). Nella scuola italiana, a fronte di una mancanza quasi completa di investimenti infrastrutturali e nella didattica, si contano ben diecimila classi con meno di dieci alunni.

 

3) Il decreto punta a rinforzare il principio di autorità nella scuola, indebolitosi pericolosamente negli ultimi anni. Il voto in condotta, da solo, non può certo risolvere il problema del "bullismo", ma fornirà al docente e all’istituzione scolastica uno strumento che permetta al ragazzo e alla famiglia di riconoscere in chi lo impugna un’autorità. "Autorità", nel senso etimologico, indica qualcuno che parla con certezza di che cosa sia il bene e il male, e su questa base richiede la disciplina.

 

4) L’introduzione di corsi in "Cittadinanza e Costituzione" non ha come obiettivo una sorta di "educazione statale" che si suppone neutra, bensì l’educazione allo stare insieme attraverso la comunicazione dei caposaldi della vita comune: il rispetto reciproco, la cura di chi è diverso, ma anche il non sporcare i muri, l’alzarsi in piedi quando in classe entra un adulto, e così via.

 

5) La reintroduzione del voto in decimali mira a ripulire i giudizi sull’italiano e la matematica dagli psicologismi e da sforzi espressivi spesso poverissimi, a benefico della semplicità e della chiarezza.

 

L’obiezione che lo scopo del decreto sia "uccidere la scuola", "togliere il tempo pieno" o "licenziare i maestri" è assai povera. In realtà le famiglie potranno scegliere liberamente se lasciare i figli a scuola 24 o 27 o anche 40 ore alla settimana. Perché opporsi alla libertà di scelta? E’ davvero necessario che tutti siano obbligati per legge ad inviare i figli a farsi indottrinare anche di pomeriggio, anche quando le scuole sono dominate da ideologie "progressiste" che nei fatti fanno progredire solo l’ignoranza?

 

 

Comunque a parte tutto ogni volta che sale un governo cambia la scuola creando solo un gran casino per gli studenti, perciò io credo che su questo punto il governo e l'opposizione debbano unirsi per mettere giù una volta per tutte una riforma condivisa e che possa rimanere per qualche decennio!!!

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Per quanto riguarda l'università invece il decreto Gelmini impone:

1) un taglio di 1.444.000.000 euro in 5 anni che impedirà il progredire della ricerca e dell'attività didattica;

2) ogni 10 pensionamenti solo 2 assunzioni: questo ridurrà di molto l'offerta formativa, invecchierà il corpo docenti e incentiverà la fuga dei cervelli;

3) Le Università per sopravvivere saranno costrette a diventare fondazioni private, svolta epocale nella storia della Repubblica. La didattica e la ricerca saranno dunque strumentalizzate dagli interessi di pochi facoltosi. Le rette universitarie non avranno più limiti e solo pochi si potranno permettere l'istruzione.

 

Per questo venerdì scorso 300.000 studenti in tutta Italia sono scesi in piazza per dire NO a questa riforma.

Modificato da Magno
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Qui vale lo stesso discorso della difesa, ci si trova in mano uno strumento disordinato e mangiasoldi e lo si fà riformare da persone incompetenti che invece di tagliare il superfluo rendono impossibile il compimento degli obbiettivi dell'istituto scolastico.

Purtroppo questo lo pagheremo senz'altro di più che i tagli alla difesa e per molti molti anni.

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La situazione è già drammatica così nonostante le scuole trovino altri sistemi di finanziamento secondari (affittando vani a bar o aziende di distributori automatici) e se si taglia ancora gli istituti tecnici e licei dovranno inserire dei tetti al numero di iscrizioni che renderà difficile superare le medie alle famiglie disagiati (ormai quasi tutte)

 

io toglierei l'inglese che non ho mai sopportato e l'informatica dalle elementari, e il primo farlo iniziare alle medie (come feci io) e la seconda alle superiori solo negli indirizzi specifici

 

Ma sorpatutto farei impedire per legge l'acquisto di software nelle scuole in modo da rivolgersi unicamente all'open source e a linux ci risparmierebbe davvero molto

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La situazione è già drammatica così nonostante le scuole trovino altri sistemi di finanziamento secondari (affittando vani a bar o aziende di distributori automatici) e se si taglia ancora gli istituti tecnici e licei dovranno inserire dei tetti al numero di iscrizioni che renderà difficile superare le medie alle famiglie disagiati (ormai quasi tutte)

 

io toglierei l'inglese che non ho mai sopportato e l'informatica dalle elementari, e il primo farlo iniziare alle medie (come feci io) e la seconda alle superiori solo negli indirizzi specifici

 

Ma sorpatutto farei impedire per legge l'acquisto di software nelle scuole in modo da rivolgersi unicamente all'open source e a linux ci risparmierebbe davvero molto

 

 

Si, ma il software e queste cose sono senz'altro aspetti secondari, gli sprechi maggiori stanno soprattutto nell'area "stipendi".

QUanto ai tetti dei numeri d'iscrizione non credo sia legale e verrebbe respinto senz'altro dalla magistratura amministrativa, mentre per l'inglese credo sia basilare farlo, io lo metterei pure dall'asilo se fosse possibile.

Quanto all'informatica per quello che si fà e per la preparazione media del docente italiano credo che si potrebbe tranquillamente evitare, tranne che nei corsi specifici.

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io toglierei l'inglese

 

..... senza parole......

 

Cronache da un paese civile (Svezia :P ): ci era finito il pallone lontano e, senza neanche star li a pensarci, avevo chiesto (in inglese) ad un bambino (svedese) se poteva passarmi il pallone. Lui (avrà avuto 10 anni) mi ha risposto nella stessa lingua e me lo ha dato.

Ora io ho un fratello circa della stessa età (10 anni); ha fatto inglese dalla prima elementare eppure è già tanto se mi sa dire come si chiama.

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Mia moglie è insegnante in una scuola elementare statale, per cui conosco anche troppo bene il disastro in cui si trova la scuola statale italiana; mi auguro che si riesca a fare una riforma decente, anche se temo il solito rischio sia di ridurre tutto ad una mera contrapposizione tra governo, che deve risparmiare e ha bisogno di tagliare, e sindacati, che cercano di mantenere lo status quo di posto di lavoro, anche per chi il posto non se lo merita. E il problema di come migliorare davvero la scuola per i bambini passa in secondo piano troppo spesso. Ci sono molte belle teorie su cosa fare, ma nel frattempo la realtà è che il sistema non fa nessuna distinzione tra gli insegnanti incapaci e/o fannulloni e quelli che si fanno un gran fondo, si parla di inserimento degli alunni "diversamente abili" e di integrazione di quelli stranieri, ma li si inserisce nelle classi senza valutare se le loro condizioni possano garantire davvero un loro inserimento. Gli insegnanti di sostegno sono spesso in numero inferiore al necessario (senza toccare il discorso preparazione), cosa che va a scapito sia del bambino con problemi, sia del resto della classe, nei casi in cui l'handicap sia di tipo psicologico. E poi c'è l'assurdità della modalità delle nomine, fatte spesso pochissimi giorni prima dell'inizio della scuola, trasferendo insegnanti da sud al norditalia, dove si ritrovano catapultati all'ultimo momento con la loro vita da organizzare, ancora prima del programma scolastico. E, per finire, ma non meno importante, il disastro educativo in cui versano molte famiglie, che delegittimano l'autorità degli insegnanti giustificando in tutte le situazioni i loro figli o non accettando di vedere e affrontare i problemi che sono loro segnalati.

Avrà davvero un bell'impegno la Gelmini, buona fortuna...

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per quanto riguarda l'inglese e l'informatica........sarebbe proprio il caso di dire "campa cavallo che l'erba cresce" il livello di informatica che viene insegnato nelle scuole di tutti i gradi è questo : "ragazzi premete quel pulsante grosso su quella scatola vicino allo schermo,ora cliccate su start,poi su Microsoft Word,ecco bravi ora digitate il vostro nome!"se ne può benissimo fare a meno...........cosi come l'inglese in cui i prof si limitano a insegnare le 4 regole grammaticali e basta senza un minimo di conversazione.....logico che poi non ci si sa esprimere in inglese se si va all'estero.... Un altro spreco incredibile nelle scuole sono secondo me gli psicologi e cose simili come i CIC, se uno è pazzo sono affari suoi e da uno psicologo strizzacervelli ci va a sue spese e non è detto che tutti devono essere psicanalizzato durante le visite degli psicologi nelle classi che RUBANO LO STIPENDIO ALLO STATO.

Nel mio liceo(stupendo tra l'altro,sito in un antico monastero,le classi hanno i soffitti a volta e affreschi ) si è arrivati a una situazione in cui i prof per stampare le circolari et simila portano le risme di carta da casa, però nella soffitta ci sono 20 postazioni pc nuove nuove con dual core e compagnia cantante con un racket di switch ethernet e router tutto incartato e mai usato perchè nessun insegnante o presunto tale si prende la responsabilità di portare gli alunni ad usare questi pc. Questi sono sprechi.

Questo è il punto di vista da un 15enne che fa il II liceo scientifico sperimentale........e questa è solo una minina parte di una lunga lista che si potrebbe fare.

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Skettles sono d'accordo con te sugli sperperi in merito al materiale informatico, ma non mi trovi d'accordo sulla visione generale che dai degli psicologi in aula.

 

In Italia chi si rivolge a uno psicologo, viene appioppato il titolo di malato, mentre dovresti sapere che una delle prime cose che ti dicono al corso di psicologia, è che nessuno è "normale".

 

Tutti abbiamo dei leggeri scompensi che tra loro si equilibrano per formare la cosiddetta "normalità", lo psicologo sta li solo per sondare i picchi di tali scompensi ed eventualmente intervenire.

 

Senza andare troppo "OT" direi che in una scuola lo psicologo ci sta come il cacio sui maccheroni, visto che li è più giusto avere un osservatore delle fasi adolescenziali dei nostri ragazzi.

 

IMO

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Skettles sono d'accordo con te sugli sperperi in merito al materiale informatico...

 

Se vi può consolare, io invece stampo a mie spese :furioso: la documentazione cartacea che la dirigenza scolastica manda a mia moglie per e-mail, metodo che usano per risparmiare la loro carta...

 

 

......

 

Senza andare troppo "OT" direi che in una scuola lo psicologo ci sta come il cacio sui maccheroni, visto che li è più giusto avere un osservatore delle fasi adolescenziali dei nostri ragazzi.

IMO

 

Quoto pienamente, purtroppo ormai lo psicologo è necessario fin dalle elementari; il solito problema è trovarne di realmente preparati e motivati.

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Quoto skettles,di informatica e inglese non si fa nulla di nuovo di quello che si fa alle elementari...word-word-word e poi w l'itaglia che non sa usare i pc. Inglese lo stesso ,past simple,present perfect,present simple...io l'inglese lo parlo discretamente,per esempio quando ho ordinato la mia chitarra dalla germania ho parlato al call center in inglese,e non ho avuto particolari problemi...eppure non so la differenza tra perfect continuos e past perfect,x dirne una...e in inglese mi ritrovo ad avere voti piu' bassi di chi magari non sa neanche chiedere per strada da che parte e' una via.Come ha detto skettles non c'e' un minimo di conversazione.Poi vabbe',ci hanno appena assegnato la professoressa di latino,e forse dopo 2 mesi riusciremoa fare la prima lezione!

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Skettles sono d'accordo con te sugli sperperi in merito al materiale informatico, ma non mi trovi d'accordo sulla visione generale che dai degli psicologi in aula.

 

In Italia chi si rivolge a uno psicologo, viene appioppato il titolo di malato, mentre dovresti sapere che una delle prime cose che ti dicono al corso di psicologia, è che nessuno è "normale".

 

Tutti abbiamo dei leggeri scompensi che tra loro si equilibrano per formare la cosiddetta "normalità", lo psicologo sta li solo per sondare i picchi di tali scompensi ed eventualmente intervenire.

 

Senza andare troppo "OT" direi che in una scuola lo psicologo ci sta come il cacio sui maccheroni, visto che li è più giusto avere un osservatore delle fasi adolescenziali dei nostri ragazzi.

 

IMO

 

Il problema è che in italia il livello degli psicologi dell'età evolutiva è misero, essendo il classico lavoro di ripiego, e la stessa facoltà di psicologia è, salvo le eccellenze, mediocre, quindi solo chi è portato e interessato ne esce capace.

Per il resto non posso che quotare quasi in toto gli interventi di Lender, specie sul livello dell'insegnamento perchè se è vero che sono pagati poco c'è da dire che il livello medio dell'insegnate italiano è misero, salvo rare e pregevoli eccezzioni.

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  • 2 settimane dopo...

Altro esempio di come l'ideologia prevale sul buon senso nel dibattito di questi giorni sulla scuola, è il modo con cui è stata bollata la proposta di istituire "classi ponte" per gli studenti stranieri, definito un provvedimento razzista e ghettizzante da una parte del centrosinistra e del mondo cattolico (sigh).

E' forse meglio continuare come avviene ora, ciò inserendo il nuovo arrivato (anche ad anno in corso) direttamente nella classe solo sulla base della sua età anagrafica e a prescindere dalla sua capacità di comprendere e parlare l'italiano e dalla sua preparazione scolastica? Sperando che impari per "osmosi" e che abbia un carattere più che tranquillo, in modo che non disturbi il resto della classe, mentre sono tenute le lezioni per lui incomprensibili?

Fondamentalmente è la stessa ambiguità per cui si inseriscono nelle classi i bambini con handicap mentali o con problemi psichici per non ghettizzarli in scuole speciali e farli sentire "normali", salvo poi lasciarli privi del necessario accompagnamento che servirebbe loro per avere davvero dei benefici nella frequentazione della scuola.

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Guarda a mio parere servono insegnanti di sostegno, non classi separate, perchè i bambini si integrano stando insieme, non ghettizzandoli.

 

Non si tratta di ghettizzarli, ma di fornire loro una preparazione minima - per un periodo transitorio, non per un intero anno o ciclo scolastico - per poterli inserire in una classe in modo che possano partecipare attivamente; l'ipotesi insegnante di sostegno potrebbe essere idealmente la migliore dal punto di vista teorico, ma credo sia impossibile da praticare economicamente, tenuto conto che già allo stato attuale non si riesce a garantire il sostegno a tutti i casi che lo necessitano (sia stranieri che portatori di handicap o ragazzi "difficili").

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Sinceramente penso che, visto che stiamo parlando di bambini, la cui capacità apprenditiva è di vari organi di grandezza superiore a quella di un adulto, sia meglio inserirli in una classe di italiani in modo che possa avvenire quell'apprendimento per "osmosi" che citavi sopra, che non è assolutamente una chimera.

Inoltre la scuola, specie quella elementare, deve dare più della classica istruzione nozionistica, ma deve porre le basi per il vivere civile.

A me la manovra puzza un pò come razzista.

 

Poi un piccolo appunto riguardo al nostro premier: chi si crede di essere pensando di reprimere con la polizia le manifestazioni studentesche? Si rende conto cosa stà muovendo?

Queste non sono le solite manifestazioni per studenti annoiati degli anni passati, stà nascendo un vero movimento perchè il problema è grave e reprimendo si rischia solo di estremizzare.

 

Quanto ai problemi economici spero che tu ti renda conto che gli investimenti Italiani nel settore della scuola sono bassissimi nonostante questo dovrebbe essere, a mio parere, il settore più importante sul quale puntare per il futuro.

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Tra l'altro l'Italia è l'unico paese in europa oltre a malta e all'ungheria a non avere classi di inserimento per extracomunitari. Quindi anche in questo caso arriviamo in ritardo. i benpensanti che si scagliano contro la proposta dovrebbero pensare che se esistono in tutta europa classi simili forse non è poi un'idea così malsana. A meno di ragionare per pregiudizi, cosa che si stà facendo dato che la maggioranza dei manifestanti non ha la minima idea di in che cosa consiste la riforma.

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l'idea delle classi ponte mi trova favorevole, ma per periodi limitati

 

ipotiziamo che X venga dal marocco (stato a caso) e parta dalla prima elementare.

Fino alla terza elementare potrebbe stare con alunni esteri ad esempio, con insegnanti che sappiano insegnare a degli stranieri l'italiano

 

è un esempio ma se è così penso sia giusto

 

sulla riforma gelmini temo che maestro unico, grembiulino, divisa ecc... sono specchietti per le allodole

 

si taglia fino al 20% dei finanziamenti scolastici, non c'è difesa o scusante ma una cosa così grave...

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Sinceramente penso che, visto che stiamo parlando di bambini, la cui capacità apprenditiva è di vari organi di grandezza superiore a quella di un adulto, sia meglio inserirli in una classe di italiani in modo che possa avvenire quell'apprendimento per "osmosi" che citavi sopra, che non è assolutamente una chimera.

Inoltre la scuola, specie quella elementare, deve dare più della classica istruzione nozionistica, ma deve porre le basi per il vivere civile.

....

 

Ribadisco che in una situazione teorica ideale sarei perfettamente d'accordo con te; la realtà è che nelle classi elementari di oggi è già diventato un problema gestire una classe di alunni italiani e senza casi problematici dichiarati, a causa della mancanza del concetto di autorità da parte dei bambini (in parte a causa della preparazione e della motivazione degli insegnanti, ma molto più spesso anche per l'ignoranza dei genitori e la loro connivenza al carattere "esuberante" dei figli, che vanificano gli sforzi degli educatori); in una simile situazione non è scontato che l'osmosi funzioni.

 

 

....

Quanto ai problemi economici spero che tu ti renda conto che gli investimenti Italiani nel settore della scuola sono bassissimi nonostante questo dovrebbe essere, a mio parere, il settore più importante sul quale puntare per il futuro.

 

Concordo pienamente sull'importanza degli investimenti nella scuola, anche se non saprei giudicare se sono bassissimi o se sono impiegati male (o entrambi...).

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Posso essere d'accordo con te sulla difficoltà di integrazione, ma non credo che le cose si risolvano dividendo.

Ben vengano delle entry class, ma solo per brevi periodi, per il resto penso che andrebbe rivisto dalle sue basi l'insegnamento che, come è concepito oggi, porta solo ad un pauroso spreco di tempo.

Quanto ai fondi sono daccordo con quell'entrambi, gli sprechi sono clamorosi e i fondi sono già pochi e così facendo si cresce un popolo di ignoranti.

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