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Azioni di pirateria a largo delle coste somale


paperinik

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da corriere.it

 

Somalia: catturati dai russi alcuni pirati

Dieci dalla Russia, altri 16 da una nave americana. Liberata un'imbarcazione giapponese

 

MOSCA - Mentre sono tornati a Kiev i marinai della nave «Faina», carica di armi, rilasciati il 5 febbraio dai pirati somali dopo il pagamento di 3,2 milioni di dollari di riscatto, un portavoce della Marina militare russa ha reso noto che il caccia a propulsione nucleare Pietro il Grande ha catturato tre imbarcazioni con a bordo un totale di dieci pirati.

 

CATTURE - Gli Stati Uniti hanno annunciato che in settimana hanno catturato 16 pirati. Giovedì i pirati hanno liberato il cargo giapponese battente bandiera panamense «Chemstar Venus» con a bordo 18 marinai filippini e cinque sudcoreani catturato lo scorso 15 novembre. Mercoledì la fregata spagnola Victoria ha sventato un assalto di pirati a un cargo nel golfo di Aden, al largo della Somalia.

 

 

in effetti c'è da dire che i granit sono efficacissimi contro i motoscafi dei pirati :rotfl: :rotfl:

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  • 2 settimane dopo...
GOLFO DI ADEN (SOMALIA) - La marina cinese ha sventato un attacco dei pirati a una nave italiana nel Golfo di Aden. Lo riferiscono i mezzi di informazione cinesi.

 

SALVATAGGIO - L'operazione di salvataggio del mercantile italiano è il primo confronto diretto tra la marina militare cinese e i pirati somali da quando la Cina ha inviato in zona una squadra di tre navi per proteggere le imbarcazioni del suo Paese.

Un elicottero partito in ricognizione dal cacciatorpediniere cinese «Haikou» ha avvistato due imbarcazioni di pirati che stavano cercando di abbordare il mercantile «Lia» al largo delle coste somale. Così, ha sparato un paio di razzi di segnalazione facendo allontanare i pirati. Sono frequenti gli attacchi dei pirati somali nel Golfo di Aden: solo lo scorso anno, secondo il dipartimento marittimo internazionale, sono state prese d'assalto oltre 130 imbarcazioni, più del doppio rispetto al 2007. Nel Golfo di Aden è stata inviata dall'Unione europea una taskforce antipirateria.

Da corriere.it

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  • 1 mese dopo...
Ospite intruder

Una nave container danese e' stata sequestrata da pirati in acque somale, circa 400 km al largo della capitale Mogadiscio. Lo ha reso noto Anrew Mawangura, portavoce del programma di assistenza marittimo per l'Africa orientale. La nave container - che opera per un gruppo statunitense - stazza 17.000 tonnellate, e l'equipaggio sarebbe composto da 21 persone, tutte statunitensi che starebbero bene. E' la sesta nave sequestrata nelle acque somale da sabato scorso.

 

 

www.ansa.it

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Somalia, blitz sullo yacht sequestrato

Morti un ostaggio francese e due pirati

 

Somalia, blitz sullo yacht sequestrato Morti un ostaggio francese e due pirati

 

 

PARIGI - Finisce tragicamente, il sequestro di uno yacht francese avvenuto nei giorni scorsi in Somalia, nel golfo di Aden: secondo quanto comunicato dall'Eliseo, nel corso di un blitz delle testa di cuoio di Parigi per liberare i cinque ostaggi uno è stato ucciso, così come due dei rapitori. Le altre quattro persone finite nelle mani dei pirati - tra cui un bambino - sono illese. Alla fine, comunque, l'imbarcazione è stata liberata. E i tre sequestratori superstiti sono stati arrestati.

 

Il veliero "Le Tanit" è di proprietà di Chloe e Florent Lemacon, in viaggio di fronte alle coste della Somalia insieme al loro figlio, Colin. In Francia le autorità sono furiose con la coppia, che era stata avvertita ("in più di un'occasione", ha detto il ministro francese della Difesa, Herve Morin) dei rischi che correvano.

 

Durante uno scalo a Gibuti, era stato raccomandato alla coppia di rinunciare al progetto di navigare verso il Kenya. E anche un elicottero e un'imbarcazione francese avevano ripetuto lo stesso messaggio. Ma i Lemacon inseguivano un sogno: avevano abbandonato i rispettivi lavori (lui, ingegnere, lei rappresentante di vendita), rimesso in sesto un veliero vecchio di oltre trent'anni, e lo scorso anno si sono messi in viaggio. Fino al sequestro.

 

E in serata è stata annunciata la liberazione di un'altra imbarcazione sequestrata nei giorni scorsi dai pirati nelle acque somale. Si tratta della nave norvegese Bow Asir, che sarebbe stata lasciata andare dopo il pagamento di un riscatto.

http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/e...i/francesi.html

 

Come si chiamano le loro forze speciali già?

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Ospite intruder
http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/e...i/francesi.html

 

Come si chiamano le loro forze speciali già?

 

La polizia francese ha attivo per questi compiuti

- Groupe d'Intervention de la Gendarmerie Nationale

- Escadron Parachutiste d'Intervention de la Gendarmerie Nationale

- Recherche Assistance Intervention Dissuasion

- Groupes d'Intervention de la Police Nationale

 

A meno che non abbiano usato reparti militari.

Modificato da intruder
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vista la collocazione geografica pensavo a unità militari.

 

Comunque quando ci sono di mezzo degli ostaggi i francesi non si fanno problemi all'uso della forza, e non fanno male...

Modificato da Leviathan
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Ospite intruder

Da http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_special_forces_un

 

 

Army Special Forces Brigade

 

1er Régiment Parachutiste d'Infanterie de Marine

13e Régiment de Dragons Parachutistes

ALAT detachment for Special Operations

 

French Navy

COFUSCO Naval commandos (France)

 

French Air Force

Commando parachutiste de l'air n°10 (CPA 10, Air Parachute Commandos No.10)

Division des Opérations Spéciales (DOS, special operations division)

Modificato da intruder
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Più che i super rapido qui ci vuole un azione di SF, ma penso che alla fine l'arma utilizzata sarà una bella ventiquattrore piena di bigliettoni.

Speriamo chiedano ancora dollari almeno il cambio ci conviene.

 

dominus tieni conto che persino i sauditi hanno pagato e loro hanno meno problemi di noi a far rotolare le teste (letteralmente )

 

ps hanno pagato 20mil per una loro superpetroliera ,lanciando il riscatto da un elicottero , come nei film di bond :rotfl:

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Non dicevo di far parlare i Super Rapido in questo episodio in particolare, ormai la frittata e fatta ... penso che sia ora di usarli al posto dei bengala mentre attaccano le navi. In questo ultimo periodo infatti c'è stata una escalation preoccupante.

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I sauditi dovevano salvare 100 milioni di dollari di petrolio, poi loro non hanno le possibilità di fare operazioni in grande stile fuori dal loro suolo patrio, io piuttosto guarderei cosa hanno fatto i francesi ogni volta che loro cittadini sono finiti in mezzo.

Per il resto concordo con typhoon, anche se oltre a far cantare il superapido in caso di abbordaggio l'unica maniera di sconfiggere il fenmomeno è attaccare le basi perchè difficilmente una sola maestrale potrà essere in zona quando ci saranno attacchi, e chi mantiene l'inziativa in guerra (o in pirateria) vince sempre.

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da corriere.it

 

NAIROBI – Si stringe la morsa americana sui pirati somali. Domenica mattina elicotteri provenienti dalle navi da guerra statunitensi che stazionano davanti alle coste dell’ex colonia italiana, hanno sorvolato i villaggi dove si annidano le gang di bucanieri. Secondo testimonianze raccolte al telefono dal Corriere della Sera, la gente a terra è scappata temendo un raid dall’alto. Il rimorchiatore d’altura Buccaneer, con a bordo 10 italiani, catturato sabato dai pirati nel Golfo di Anden, si sta dirigendo verso le coste somale, dove sono ancorate decine di navi sequestrate, mentre la fregata Maestrale, superato il Mar Rosso, è entrata nel Golfo di Aden e si sta dirigendo anch’essa a tutta forza verso quel braccio di mare tra i villeggi di Eyl, Obbia e Harardere dove presumibilmente sarà portato il battello italiano. Andrew Mwangura da Mombasa coordina il monitoraggio delle acque dell’Oceano Indiano per l’organizzazione East African Seafarers' Assistance Programme. Contattato al telefono ha sostenuto che «l’equipaggio del Buccaneer è in buone condizioni. Sarà solo una questione di tempo e occorrerà pagare un riscatto, ma in genere gli equipaggi catturati vengono trattati bene».

 

L'OSTAGGIO USA - L’attacco al rimorchiatore italiano è avvenuto nel momento in cui americani e pirati somali sono impegnati in un durissimo braccio di ferro, la cui posta in palio è la vita di Richard Phillips, il comandante americano del mercantile Alabama, sequestrato mercoledì e liberato dalla rivolta dell’equipaggio, tutto statunitense. Nella battaglia a bordo il comandante Phillips è rimasto prigioniero dei bucanieri, che l’hanno trascinato con sé a bordo di una scialuppa di salvataggio. L’imbarcazione ora senza carburante vaga alla deriva a 300 miglia dalla costa, guardata a vista da due navi da guerra USA. I pirati hanno chiesto aiuto ai loro compagni a terra i quali hanno mosso una nave tedesca sequestrata per raggiungerli e tirarli a bordo. L’operazione non è riuscita e ora, secondo fonti somale, altre quattro navi sotto sequestro, con i loro ostaggi a bordo, stanno cercando di raggiungere il battello con i quattro compagni e il comandante dell’Alabama.

 

OFFERTA DI MEDIAZIONE - Gli anziani delle tribù cui appartengono i quattro pirati a bordo della scialuppa si sono offerti di mediare la liberazione di Phillips. Ma chi conosce bene la Somalia sa che l’organizzazione tradizionale per clan non funziona più. Ora il potere è in mano ai giovani miliziani che prendono ordini solo dai loro comandanti e non più dai vecchi leader, ai quali ormai non viene portato nessun rispetto. L’Amministrazione americana, invece, sembra aver affidato la conclusione della vicenda a un team dell’FBI esperto in negoziazioni per il rilascio di ostaggi. Andrew Mwangura assicura che i parenti dei banditi hanno preso contatti con gli americani: «Non hanno chiesto nessun riscatto, ma solo un salvacondotto per far tornare a casa i loro cari». Fonti diplomatiche a Nairobi ritengono molto probabile un blitz. «A bordo delle navi americane ci sono anche degli uomini rana, che potrebbero colpire in qualunque momento».

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Repubblica.it

 

ROMA - A tenere sotto osservazione i movimenti delle navi sequestrate dai pirati nel Golfo di Aden ci sono un'infinità di occhi elettronici. Il rimorchiatore italiano Buccaneer attaccato ieri, con a bordo dieci italiani, cinque romeni e un croato, è arrivato sulla costa somala, riferisce la East African Seafarers Association, organizzazione per il monitoraggio della pirateria con sede in Kenya. La scialuppa di salvataggio della nave danese sequestrata martedì, sulla quale i pirati tenevano in ostaggio il capitano statunitense Richard Phillips, è stata attaccata e il capitano liberato, con tre pirati uccisi e uno catturato.

 

In realtà rotte e mosse dei pirati sono tenute sotto costante controllo da aerei e navi della Nato e dell'Unione Europea. Ospitati a bordo di un aereo della Marina tedesca, che svolge azione di pattuglia nel Golfo di Aden nell'ambito dell'operazione Enduring Freedom, ci si è potuti rendere conto di ciò che gli strumenti di bordo consentono di fare. Volando a un'altezza che non permette alle imbarcazioni di sentire neanche i motori dell'aereo, telecamere, radar e obiettivi possono osservare anche i piccoli "dhow", le barche da pesca tipiche della zona, nelle quali si celano gli armamenti dei pirati.

 

Le fotocamere degli aerei da ricognizione fotografano e schedano ogni natante, riescono adirittura ad individuare con buona approssimazione i volti dei pirati. Ogni informazione raccolta da aerei o navi viene inviata a un database comune della Nato, dove viene confrontata con dati precedenti e aggiornata costantemente. In questo momento, dunque, le forze della Nato e della Missione Atalanta della Ue hanno informazioni precise su quel che sta capitando a bordo del rimorchiatore italiano e della scialuppa della nave danese. Le notizie sul buono stato di salute degli equipaggi del Buccaneer e del capitano statunitense non vengono dai pirati, ma dagli occhi elettronici puntati sulle imbarcazioni.

 

Perché allora si attendono giorni prima di intervenire? Che un'azione di forza sia possibile lo ha dimostrato, solo due giorni fa, la vicenda dello yacht francese Tanit. La Francia ha deciso di non trattare, ma il prezzo che ha dovuto pagare è stata la morte di uno degli ostaggi. Nel caso del rimorchiatore italiano e della scialuppa danese, però, le cose sono più complicate, perché il Tanit era un'imbarcazione privata e al riscatto avrebbe dovuto provvedere lo Stato francese. Secondo il codice della navigazione internazionale, infatti, è l'armatore che decide cosa fare: in pratica, se la Maersk, proprietaria della scialuppa su cui era il capitano inglese, o la Micoperi, armatrice del Buccaneer, non chiedono l'intervento delle forze armate, le navi da guerra non possono fare nulla.

 

A sconsigliare un intervento più deciso c'è poi lo scenario internazionale. Gli Stati Uniti volevano evitare che un loro cittadino, per quanto sequestrato nel suo ruolo di dipendente di una ditta europea, finisse nelle mani dei pirati. Hanno mostrato i muscoli, e questa mattina con i loro elicotteri hanno sorvolato Haradheere, sulla costa somala sull'Oceano Indiano, scatenando il panico tra la gente che già temeva un bombardamento. C'è una risoluzione Onu che autorizza le navi Nato a intervenire contro i pirati anche all'interno della acque somale, ma un intervento sul territorio somalo per distruggere le basi dei pirati scatenerebbe un pandemonio a livello internazionale. Ma l'azione decisiva per liberare il capitano è arrivata solo quando tutte le informazioni la hanno consigliata.

 

Ecco dunque perché la fregata italiana "Maestrale" è nella zona, ma non interviene, e perché i pirati continuano a fare bottino nonostante cinque navi da guerra statunitensi e le marinerie di mezzo mondo abbiano mezzi nel Golfo di Aden. Una fonte del ministero della Marina Militare ha detto subito dopo il sequestro del Buccaneer: "Noi sapremmo come intervenire, ma la decisione in merito deve essere politica".

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Ospite intruder
Snipers. Non sono nemmeno saliti sulla nave da quello che ho capito

 

Se lo facevano gli italiani, sai che casino, interrogazioni parlamentari, critiche di Repubblica e del Libero (Feltri sa come vendere il suo giornale), inchieste di Famiglia Cristiana, dubbi di Avvenire, una puntata di Annozero, Franceschini che prende le distanze, Casini che si domanda, i sindacati manifestano...

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