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Azioni di pirateria a largo delle coste somale


paperinik

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Ospite galland

GOLFO DI ADEN E DINTORNI

 

Gli attacchi di pirati aventi base in Somalia riempiono le pagine dei giornali e … del forum, formula alcune osservazioni dopo due giorni di dibattito.

 

Andrebbero definite più che "azioni di pirateria" "azioni corsare", non sto facendo puntiglio lessicale. Come tutti sanno i pirati agivano per proprio tornaconto, mentre i corsari agivano per conto di un governo da cui ricevevano un "diploma di corsa", in tal modo – ad esempio – l'Inghilterra cercò di danneggiare i commerci e le finanze spagnole. Orbene queste azioni non possono essere qualificate come quelle di malfattori che agendo in vista di un lucro attaccano indifesi navigli. Qui è evidente non solo un non disprezzabile impegno organizzativo e materiale ma, anche e soprattutto, un lucido e sottile disegno politico. E' evidente che nessun pirata si azzarderebbe ad attirarsi gli strali di potenze straniere impegnandosi nel sequestro di una superpetroliera. Vi deve necessariamente essere un occulto regista che dirige le fila delle operazioni e delle trattative. Non è un caso – per me – che la petroliera sia saudita e non è un caso neppure che il grosso della bagarre sia esploso proprio ora, dopo le elezioni presidenziali americane nelle more della transizione tra vecchio e nuovo presidente.

 

Al Qaeda ci cova dico io e dico pure che il fronte solo all'apparenza è marittimo.

 

In verità è essenzialmente terrestre e richiede la necessità che in Somalia si installi un potere locale in grado di rimettere ordine in un paese privo di guida, tanto più che le Corti Islamiche lo stanno facendo a danno dell'Occidente.

 

Non mi stupirei che scoppiasse qualcosa del genere in qualche altro posto, come dire… verso l'Indonesia.

 

Negli anni settanta il collo di bottiglia del mar Rosso fu bloccato a Suez, oggi si crea una congestione nel punto diametralmente opposto: Aden.

 

L'efficace intervento indiano è indicativo dell'importanza che le potenze regionali in ascesa sappiano scendere dalla parte dell'Occidente con un'efficente arsenale e una chiara direzione politica.

 

La spada di Damocle non è, si badi, solo quella delle comunicazioni marittime in un'area cruciale del globo, di un gigante del mare e del suo prezioso contenuto è anche e soprattutto quella di una catastrofe ecologica di vaste proporzioni che ridurrebbe le coste africane a una vischiosa pattumiera.

 

All'inizio dell'infausta giornata di Adua il generale Vittorio Dabormida asserì con sufficienza che "Ai butuma quattr granade e l'ha è faita" (gli buttiamo quattro granate ed è finita) il resto è noto… nessuno si illuda che basti buttare quattro missili o una singola "azione di forza".

 

Non facciamoci illusioni il grosso della crisi deve ancora arrivare, piaccia o no si è aperto un terzo fronte.

 

Integro le mie note con l'ennesimo lancio Reuters:

 

Reuters - da 10 minuti MOGADISCIO (Reuters) - La dilagante attività criminale dei pirati al largo della Somalia sta costringendo le compagnie marittime ad evitare il passaggio per il canale di Suez, con i cargo carichi di greggio o altri beni che percorrono una rotta ben più lunga, intorno al Sudafrica. Lo riferiscono funzionari del settoreLa danese A.P. Moller-Maersk sta facendo passare le sue petroliere intorno al capo di Buona Speranza e Intertanko riferisce che molti altri cargo stanno facendo lo stesso.

 

La norvegese Frontline, che trasporta gran parte del greggio mediorientale verso i mercati mondiali, ha detto di star considerando una simile decisione.

 

Si tratta della risposta alla spettacolare cattura, sabato scorso, della superpetroliera saudita sequestrata dai pirati somali con 100 milioni di dollari di petrolio a bordo -- il più grande sequestro del genere nella storia.

 

Le decine di attacchi nelle acque somale da parte dei pirati quest'anno hanno fatto schizzare i costi assicurativi per le compagnie e la decisione di allungare le rotte passando dal Sudafrica potrebbe far salire i prezzi delle materie prime

Modificato da galland
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da corriere.it

 

Idranti e «cannoni sonori»

per fermare i pirati

La Nato: sfida seria. I sequestratori della petroliera: dateci 25 milioni o saranno guai

 

WASHINGTON — La Nato riconosce che «la sfida è seria» ma non intende adottare un impegno specifico e più ampio di quello attuale contro i pirati. L'Ufficio Marittimo Internazionale chiede una risposta ferma. I Paesi che si affacciano sul Mar Rosso si riuniscono per coordinare la strategia ma non si fidano di una presenza navale straniera nella regione. I russi si impegnano ad inviare altre unità per affiancare la fregata già schierata e cercano basi d'appoggio sognando un ritorno nei mari caldi. Gli indiani festeggiano l'affondamento di una nave-madre corsara. Il Giappone e la Corea del Sud offrono di partecipare alla caccia. L'impressione è che la comunità internazionale, per quanto preoccupata, tentenni. Vuole fare ma evitando un intervento a lungo termine.

 

La super petroliera Sirius Star (Ansa)

La super petroliera Sirius Star (Ansa)

E questo fa felici i predoni somali che, oltre a lanciare rampini lungo le fiancate dei mercantili, alzano il riscatto. L'ultimo prezzo per rilasciare la superpetroliera Sirius Star è stato fissato a 25 milioni di dollari, da consegnare «entro dieci giorni». Non vogliamo trattative estenuanti — avvertono minacciosi — in caso contrario si avranno «conseguenze gravi». In un quadro così confuso non mancano quanti, soprattutto nel comando della Quinta flotta americana che ha competenza sulla regione, auspicano che la risposta alla minaccia sia affidata ai privati. Il vice ammiraglio William Gortney ha suggerito che i comandanti delle navi mercantili seguano brevi corsi per imparare tecniche evasive nei confronti dei corsari. Dunque cambi repentini di rotta, aumento della velocità, manovre. Ma quando i banditi assaltano un pachiderma come la Sirius c'è poco da fare. E poi i pirati non restano impassibili: sparano con i mitra, lanciano granate con l'Rpg, fanno fuoco con le mitragliatrici. L'emergenza ha creato, come spesso accade, un nuovo mercato.

 

Diverse società offrono sistemi di protezione che non richiedono l'uso di armi. Già sperimentato con qualche successo — anche contro i corsari somali — un apparato che spara onde sonore che spaccano letteralmente i timpani. Altri suggeriscono di usare potenti idranti radiocomandati che investono le barchette d'abbordaggio: una tecnica sperimentata dalle baleniere contro gli eco-guerrieri. Gli iraniani, risparmiando, hanno semplicemente steso del filo spinato lungo le fiancate. Un'evoluzione più sofisticata ma rischiosa potrebbe essere quella di creare una barriera elettrificata. Certamente, osservano ambienti del Pentagono, sarebbe meglio avere a bordo sentinelle armate. Alcune compagnie private le propongono, offrendo ex membri delle forze speciali. E chi le ha impiegate sostiene che la sicurezza è migliorata. Ma il ricorso ai marinai armati presenta non pochi problemi. Innanzitutto espone il carico e l'equipaggio, che potrebbero trovarsi coinvolti in furiose battaglie in alto mare. Poi c'è il problema dei porti che sono toccati dai cargo durante il viaggio: le diverse autorità non permetterebbero l'attracco di navi con a bordo guardie armate.

 

Fiutando l'aria di tempesta e intuendo le potenzialità del mercato, alcune «ditte» hanno offerto una soluzione a metà strada tra la scorta e la vigilanza a bordo. La famosa Blackwater, la compagnia di contractors che si occupa della sicurezza in Iraq, ha proposto l'invio di una sua unità navale, dotata di elicotteri e specialisti. Ma ci vuole ben altro, viste le dimensioni del teatro operativo. Per questo alcuni Paesi africani, non disponendo di forze navali adeguate, vogliono costruire reparti di pronto intervento con l'aiuto di società occidentali. Lo avevano fatto, in passato, anche i somali ma il risultato è stato scoraggiante. Come hanno confermato ieri fonti yemenite un buon numero dei pirati sono ex membri della Guardia Costiera che hanno abbandonato la divisa per alzare la bandiera nera con il teschio. Certamente guadagnano di più.

 

Guido Olimpio

21 novembre 2008

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Ospite intruder

(ANSA) - DUBAI, 21 NOV - Islamici armati sono alla ricerca dei pirati e della petroliera saudita Sirius Star, sequestrata il 19 al largo di Haradhire. La nave ha un carico di petrolio per un valore di circa 100 mln di dollari. Lo riferisce un capo somalo locale che non vuole essere identificato annunciando che gli islamici attaccheranno i pirati, rei di avere sequestrato una nave musulmana. I gruppi islamici, in lotta aperta contro il governo somalo, hanno sempre negato di essere collusi con i pirati.

 

 

http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/mo..._121276255.html

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mmmh secondo me i sauditi hanno semplicemente ingaggiato qualche gruppo somalo per recuperare la nave, visto che le navi occidentali tentennano.

Correzione: i governi occidentali tentennano...

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Qualcuno ha notato gli effetti per l'Italia e per il Mediterraneo in generale di uno spostamento dei traffici commerciali dal canale di Suez alla rotta attorno all'Africa?

E' facile immaginarli, anche da me che di nautica commerciale non me ne intendo... Spero che capiti anche a qualche altra nave-madre di incontrare una fregata inca22ata, anche se spero maggiormente in un intervento congiunto sul mare e sulla terra ferma.

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Ospite intruder

(ANSA) - MOGADISCIO, 23 NOV - Siamo gli shabaab (gioventu') del mare. Cosi' uno dei pirati che hanno sequestrato la petroliera saudita Sirius Star.I pirati hanno chiesto un riscatto di 25 milioni di dollari. Parlando al telefono con l'agenzia 'Afp', l'uomo ha ironizzato sulla pressioni per dissequestrare la nave. Un portavoce delle milizie islamiche,che stanno assumendo il controllo di gran parte della Somalia, ha chiesto oggi che la nave sia subito riconsegnata ai legittimi proprietari.

 

http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/mo..._123282407.html

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Ospite intruder

KUALA LUMPUR,24 NOV - Le compagnie di trasporto marittimo di tutto il mondo chiedono all'Onu il blocco navale della costa della Somalia contro la pirateria. A Kuala Lumpur, in Malesia, le compagnie sono riunite per una conferenza internazionale. 'Se la pirateria non si ferma avra' un forte impatto sul commercio mondiale, abbiamo bisogno di una soluzione urgente', ha aggiunto uno dei rappresentanti, specificando che il 90% del commercio mondiale e' trasportato via mare.

 

http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/mo..._124276034.html

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Ospite intruder

IL CAIRO, 24 NOV - Il segretario generale della Lega Araba ha proposto la formazione di una forza araba per contrastare la pirateria lungo le coste somale.Questa forza, osserva Amr Mussa, da costituire nell'ambito del Trattato di difesa araba comune, potrebbe cooperare con le altre presenti nella regione per proteggere la sicurezza dei movimenti nel Mar Rosso. In mattinata dall'Organismo del Canale di Suez era venuta una proposta analoga, dato il rischio di veder diminuire il traffico nel Canale.

 

http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/mo..._124280051.html

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Seeeeee una forza araba..... ad aiutare le corti islamiche, ecco che ci vanno a fare......

 

A difendere la credibilità del trasporto petrolifero mediante petroliere per una volta i loro interessi economico-politicicoincidono con quelli occidentali. Anche così la vedo dura fregate e corvette sono mezzi esagerati e troppo costosi visto la minaccia probabilmente i pirati si nasconderanno fino al ritiro delle forze per ricominciare subito dopo. Altro conflitto assimmetrico?

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Mentre le marine di mezzo mondo mandano navi da guerra nel Golfo di Aden e le compagnie di navigazione cercano rotte alternative, ad Harardhere si concentra un numero sempre maggiore di miliziani provenienti dalle regioni di Gulgudud e Mudug. «Alcuni sono in città» ha detto un abitante del porto in cui fanno base i pirati, «altri si sono accampati in un villaggio vicino da dove possono intervenire rapidamente in caso ce ne fosse bisogno». Anche la milizia di integralista di Shebab è arrivata ad Harardhere pronta a prendersi una fetta del riscatto.

 

Articolo completo:

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Interessanti news... Io l'ho detto che finchè non si va a stanare il topo questo continua a fregarsi il formaggio...

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Ospite intruder

NAIROBI, 25 NOV - Pirati somali hanno abbordato un'altra imbarcazione, una nave cargo yemenita, identificata come MV Amani, nel golfo di Aden. La notizia dell'ultimo attacco dei pirati somali giunge dieci giorni dopo che un gruppo di uomini armati somali hanno dato l'assalto e sequestrato la superpetroliera saudita Sirius Star, con a bordo 25 membri d'equipaggio e petrolio per un valore di 100 milioni di dollari.

 

 

http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/mo..._125262161.html

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Ospite intruder

Una nave da trasporto liberiana e' stata attaccata e catturata da pirati somali questa mattina bel Golfo di Aden. Tre membri dell'equipaggio della fregata sono riusciti a fuggire prima di essere soccorsi e recuperati dalla Marina tedesca. Lo ha appreso la France Presse da fonte militare francese.

 

 

http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/mo..._128284449.html

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Ospite intruder

Oltre 70 milioni di dollari: e' il valore degli atti di pirateria contro le 35 navi sequestrate nel 2008 al largo della Somalia. Ne ha parlato il segretario generale dell'agenzia delle Nazioni Unite Imo, Efthimios Mitropoulos. Sono ancora 15 le navi sotto sequestro e 300 gli uomini degli equipaggi, provenienti da 25 diverse nazioni, al largo della Somalia. Intanto, il modus operandi dei pirati si e' fatto piu' aggressivo e violento, sono sempre meglio equipaggiati e organizzati.

 

http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/mo..._128295631.html

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Ospite galland

Segnalo in edicola il corrente numero di "Internazionale" (n.772, 28 novembre/4 dicembre) ecco la copertina:

 

piratibb1.jpg

 

sull'argomento articoli di: The Observer, Financial Times, The Guardian, Big Money.

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Ospite intruder

Una nave italiana da battaglia ha bloccato oggi un attacco dei pirati che aveva come obiettivo cinque mercantili tra cui uno iraniano. Fonti Nato parlano dell' 'attacco multicoordinato piu' vasto mai visto'. La Luigi Durand de la Penne, che partecipa alla missione Nato che combatte la pirateria nel Golfo di Aden, ha ricevuto l'allarme della Sea Queen sotto attacco ed e' intervenuta subito, posizionandosi tra i cargo e i pirati e utilizzando il suo elicottero per disperdere la minaccia.

 

http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/it..._102277436.html

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Certo che se gli diamo la certezza che più di una scompigliata ai capelli causata da un AB-212 di passaggio non gli facciamo questi continueranno sempre, non ci vuole un genio per capire che il contrasto deve essere basato sulla repressione, specie con persone abituate a ragionare in una certa maniera.

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Ospite iscandar

Finchè la testa calda di turno non usa uno stinger sul nostro Elicottero....

 

che intendo dire, se il nostro elicottero gli continua a girargli attorno senza aprire il fuoco almeno una volta, loro saranno portati a pensare che siamo deboli e primo o poi...

Modificato da iscandar
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