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Azioni di pirateria a largo delle coste somale


paperinik

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Il fenomeno della pirateria sembra ben lontano dall'essere estinto....solo che adesso gli abbordaggi si compiono lontano dalle acque cristalline dei caraibi e i buccanieri non agitano più sciabole luccicanti. La moderna pirateria si è spostata a est, nella porzione di oceano indiano che dalla Somalia arriva alla Malesia, e si avvale di robusti AK-47.

 

L'ultima nave a cadere nelle imboscate di questi criminali è una nava ukraina, ma non si tratta di una nave da crociera o di una petroliera, ma di una nave da trasporto.....e quanto pare il "bottino" questa volta è veramente d'oro: 30 carri armati T-72 russi che andavano consegnati al Kenya! Sono merce che farebbe gola a molti, e i pirati pur di ricavarne denaro sarebbero disposti a trattare con chiunque: tirannuncoli africani, terroristi arabi, ribelli separatisti, etc.

 

La Russia avrebbe già attivato una sua unità marina per andare a riprendersi ciò che gli appartiene.

Nonostante il Diritto Internazionale abbia prodotto diversi trattati, la pirateria (marina e aerea) sembra davvero dura da sconfiggere.

 

Somalia: i pirati catturano nave

ucraina con a bordo 30 carri armati

Il governo russo invia un'unità per riprenderseli. Nelle mani dei corsari 14 imbarcazioni e oltre 300 marinai

 

WASHINGTON (USA) – Colpo grosso dei pirati somali. Sulla nave ucraina, catturata giovedì nel Golfo di Aden, ci sono trenta carri armati T 72 russi destinati al Kenya. Un carico che alzerà sicuramente il prezzo del riscatto ed apre scenari inquietanti. I corsari potrebbero infatti cercare di vendere i corazzati al miglior offerente. Qualche osservatore ha anche paventato che i tank possano finire nelle mani dei miliziani islamisti attivi da tempo in Somalia. Il governo ucraino ha subito convocato una riunione di emergenza con i responsabili della sicurezza per affrontare l’emergenza. E da Mosca è rimbalzata la notizia che un’unità da guerra russa presente nella zona si sta dirigendo verso le coste somale forse per intercettare il cargo.

 

14 NAVI IN OSTAGGIO - Durante l’ultimo anno, i corsari sono stati protagonisti di ben 60 assalti e attualmente hanno in ostaggio 14 navi e centinaia di marinai. I mercantili sono trattenuti nei pressi del porto di Eyl, rifugio sicuro per i banditi. Una cittadina di pescatori che ha trasformato la pirateria in una industria che procura guadagni ingenti. I pirati in cambio delle navi ottengono riscatti che variano dai 2 ai 9 milioni di dollari. Diversi paesi – in passato anche l’Italia – si sono mobilitati inviando unità militari per pattugliare il Golfo di Aden ma lo sforzo non è bastato a fermare la minaccia. La creazione di un corridoio di sicurezza non ha cambiato di molto la situazione. Pochi giorni fa, il comandante della Quinta flotta americana ha avvisato le compagnie marittime: dovete provvedere alla difesa delle vostre navi in quanto i nostri mezzi non possono garantire la piena sicurezza. Il vero nodo – osservano gli esperti – sono i rifugi sulla costa: senza un intervento a terra è difficile debellare i pirati

Corriere.it

Modificato da paperinik
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La questione si fa interessante....ci sono risvolti di natura geo-politica.

Fra l'altro il bottino era ancora più ricco del previsto: oltre ai 33 carri, una miriade armi leggere e lanciarazzi!

 

MOMBASA – I pirati somali si sono fatti vivi e hanno chiesto un riscatto di 35 milioni di dollari al governo keniota per rilasciare il cargo Faina, catturato con un carico di 33 carri armati e una montagna di armi leggere e pesanti (si calcola valgano almeno 30 milioni di dollari). La richiesta è stata avanzata dal portavoce dei pirati, Januna Ali Jama, intervistato dal servizio somalo della Bbc sabato mattina. «La nave contiene armi di tutti i generi - ha detto Januna -. Il governo keniota deve negoziare. Abbiamo trovato documenti interessanti a bordo. Assieme a 20 membri dell’equipaggio c’è un ragazzino di 14 anni». Non ha voluto dire dove la Faina è stata catturata. «Il mondo lo saprà domenica pomeriggio – ha sostenuto -. Avvertiamo francesi e americani di non tentare nessuna azione militare. Qualunque cosa accada sarà solo loro responsabilità. L’equipaggio della Faina ha tentato di resistere ma i nostri uomini hanno compiuto alcune manovre che hanno permesso l’arrembaggio». Infine Januna ha giustificato l’attacco: «Non stiamo sbagliando. Il nostro Paese è stato distrutto degli stranieri che hanno spedito qui i loro rifiuti tossici».

 

 

La nave cargo Faina

RUSSIA PRONTA A INTERVENIRE - Il mercantile si sta dirigendo verso sud, mentre teste di cuoio russe sono pronte a intervenire. I satelliti hanno mostrato che il mercantile, dopo essersi fermato a Garahd, un porto somalo a più o meno 600 chilometri a nord di Mogadiscio, ha ripreso a navigare verso sud e si è fermato a Obbia (la vecchia Itala). Durante la sosta i pirati hanno scaricato parte del loro prezioso bottino, ma non i carri armati. La Somalia è soggetta a un embargo sulle armi decretato dall’Onu. Intanto domenica mattina, tanto per non sementirsi, i pirati hanno sequestrato un’altra nave greca (la terza in due settimane). A Mombasa Andrew Mwangura, che coordina il monitoraggio delle acque dell’Oceano Indiano attraverso l’organizzazione East African Seafarers Assistance Programme, è certo che si stia preparando un blitz per sottrarre la Faina e il suo carico ai pirati e liberare l’equipaggio: «I russi sono agitatissimi e hanno fatto sapere che sono pronti a intervenire con tutti i mezzi. Oltre alla fregata Neustrashimy, che ha lasciato il Baltico un paio di giorni fa, Mosca ha altre navi nell’area». Fermento anche nelle basi francesi e americana a Gibuti alle quale i russi hanno chiesto ospitalità. Forse neanche i pirati si aspettavano un bottino così ricco ma anche così scottante. Chissà che faccia avranno fatto quando hanno aperto la stiva del cargo ucraino e hanno trovato 33 carri armati di concezione sovietica T-72, e poi mitra, lanciagranate, armi pesanti e leggere in genere e le loro munizioni.

 

CARICO DESTINATO AL SUDAN - Il carico era partito da Odessa diretto a Mombasa, in Kenya, e destinato probabilmente al governo autonomo del sud Sudan. Almeno a quanto sostiene Andrew Mwangura: «Non era mai accaduto. Quest’affare ha implicazioni politiche assai rilevanti – spiega -. Una fornitura di 20 carri armati destinati in Sudan era stata sequestrata a Mombasa in febbraio». Dall’Ucraina hanno assicurato che il carico era diretto in Kenya e a Nairobi Alfred Mutua, portavoce del governo, ha confermato che il materiale bellico è destinato all’esercito del suo Paese. Ma spesso le dichiarazioni di Mutua si sono rivelate non conformi alla realtà. Il mercantile, 2320 tonnellate, di proprietà della Redrick (Belize) e noleggiato dall’ucraina Tomex Team, battente bandiera del Belize e con 21 membri d’equipaggio (non 20 come ha detto Januna: tre russi, un lettone e il resto ucraini), è un Ro/Ro, cioè è dotato di una rampa che ribaltandosi facilita la salita e la discesa dei veicoli nella e dalla stiva. Sabato pomeriggio aveva gettato le ancore a Garahad. I pirati non avevano infatti potuto attraccare a Eyl perché la popolazione inferocita temendo un attacco li aveva cacciati. Garahad è un centinaio di chilometri più a sud.

 

15 NAVI SEQUESTRATE - In questo momento i pirati hanno in mano 15 navi (sulle 62 sequestrate dall’inizio dell’anno) e almeno trecento marittimi in ostaggio. Un numero difficile da gestire. Il timore è che rivendano le armi di cui si sono impadroniti, ai ribelli islamici che combattono il Governo Federale di Transizione e l’Etiopia sua sostenitrice e alleata. Certo i carri armati sono complicati da pilotare e, probabilmente, anche da portar giù dalla rampa di una nave, comunque in poco tempo si può rimediare un training. Alcuni degli ufficiali degli insorti islamici, infatti, comandavano le unità blindate ai tempi del dittatore Siad Barre e all’epoca hanno frequentato corsi di istruzione militare nell’Unione Sovietica. Non si esclude inoltre che tra i 21 membri dell’equipaggio ci sia qualcuno in grado di manovrarli e quindi di portarli a terra. Il rischio che il carico d’armi finisca in mani sbagliate ha messo in allerta il Pentagono. A Washington il suo portavoce, Bryan Whitman, citato dalla Reuters, ha confermato che gli americani seguono la situazione attentamente: «Stiamo considerando tutte le opzioni per rispondere al sequestro. È chiaro che la natura del cargo riveste un interesse particolare».

 

PROFUGHI IN FUGA - Per combattere la pirateria che spadroneggia al largo delle coste somale sono già presenti nell’area navi da guerra francesi, americane, canadesi e malesi e stanno arrivando spagnoli e tedeschi, oltre ai russi. Qualche mese fa anche l’Italia aveva una fregata da quelle parti. Nonostante la Somalia sia una nostra ex colonia noi non abbiamo più nessuno in quelle acque. Giovedì il comando della marina canadese ha fatto sapere che ha esteso di un altro mese la scorta alle navi del World Food Programme, l’agenzia dell’Onu che si occupa di distribuire cibo alla popolazione somala a causa della guerra minacciata dalla fame e dalle carestie. La missione avrebbe dovuto finire all’inizio di questa settimana. Attraversato da più di 20 mila mercantili all’anno, che trasportano il dieci per cento del traffico merci del pianeta, quel braccio di Oceano Indiano è considerato il più pericoloso in assoluto del mondo. A Mogadiscio l’ennesima battaglia dei giorni scorsi si è conclusa con gravissime perdite per i civili, si calcola un centinaio di morti. L’Onu ha lanciato l’allarme: un’ondata di 16 mila profughi è

Corriere.it

 

....e bravi i russi che mercanteggiano con i ribelli!

Modificato da paperinik
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condivido e interessantissima la storia sopratutto ora che si sa che la Russia è decisa a intervenire con ogni mezzo per quella nave...

 

Un pò di spetsnaz in azione?

Modificato da Leviathan
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ma cosè lo spetnaz?

 

uno spetnaz è un uomo facente parte delle forze speciali russe o di ex-paesi sovietici, simili a SAS, Berretti Verdi ecc.

 

 

la cosa più interessante sarà:

1-capire se la russia sta facendo il doppio gioco

2-se gli usa si preoccupano seriamente del fatto

3-cosa se ne farà del cargo

4-come vorranno eliminare i pirati (se lo vorranno)

5-come liberare i 300 ostaggi

6-se vorranno seguire gli spostamenti delle armi leggere e controcarro

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Avete letto Ebonsi su PdD sui pirati?

Concordo in pieno. Una volta catturati vanno processati e condannati senza tanto riguardo (... appesi all'albero più alto...). Va creata una TF navale col compito di pattugliare quelle acque, e sarebbe uno splendido banco di prova per l'Europa.

 

Ma, sopratutto, finchè non sbarchi a terra non potrai mai eliminare il fenomeno. Ma chi se la sente dopo Mogadiscio?

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Potresti mettere il link dell'intervento di Ebonsi, Rick?

 

Comunque sarebbe ora di far lavorare EuroMarFor, pugno duro contro questi saccheggiatori. L'ideale sarebbe sfruttare la base francese a Gibuti, come già si mormorava nel topic della Medal '08. Dato che i comandanti non svolgono il loro lavoro nel Golfo della Sirte, si potrebbe pensare di fargli sparare qualche colpo in quello di Aden...

 

ma si è capito da dove venissero quei T-72? Probabilmente non l'ho capito io... :blushing:

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La questione si fa interessante....ci sono risvolti di natura geo-politica.

Fra l'altro il bottino era ancora più ricco del previsto: oltre ai 33 carri, una miriade armi leggere e lanciarazzi!

 

Corriere.it

 

....e bravi i russi che mercanteggiano con i ribelli!

I carri armati e altri armi sulla nave non sono russi, ma ucraini. Come sempre, i giornalisti hanno sbagliato (casualmente?) quasi tutto. Quindi sono affari di Yushchenko & Co. E visto che Yushchenko è comandato direttamente da Washington, spunta lo zampino americano che vuole destabilizzare uno dei paesi "canaglia". Immagino che tra un po potrebbe seguire una protesta di Sudan contro gli USA.

Modificato da Siberia
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ma... gli articoli parlano chiarissimo, seite voi che non volete accettarlo. la nave è Ukraina, il carico non è ben specificato: si tratta di armi russe costruite in Ukraina o di armi russe, costruite in Russia e spedite con un cargo Ukraino?

 

indubbiamente un interesse così grande da parte di Ivan ricondurrebbe alla seconda ipotesi, ammenochè non si voglia pensare che i Russi non vogliono che i carri finiscano nelle mani dei ribelli (cosa che comunque sarebbe accadauta... quindi mi pare un tantino macchinoso come ragionamento) e che, quindi, Mosca appoggi il governo estremista e sanguinario del Sudan, che non è una bella cosa insomma...

 

http://www.repubblica.it/news/ired/ultimor...tml?ref=hpsbdx1

mistero risolto o quasi. i carri sono Ukraini (anche se altre fonti parlano di carri di proprietà russahttp://www.ultimenotizie.tv/notizie-dal-mo...russi-t-72.html) quindi... o i russi parteggiano per il sanguinario Sudan o non si sono capite le dichiarazioni russe.

Modificato da vorthex
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bhè di chi è quella nave?

si parla di nave russa russa rubata è nell'articolo si cita un cargo ucraino...

 

MAH

 

grazie siberia per l'intervento

Prego.

Come ho detto nel messaggio precedente, la nave è ucraina (più precisamente battente la bandiera panamese e affittata dall'Ucraina) con equipaggio ucraino (eccetto tre russi) e con un carico militare ucraino. La Russia in questo caso non ha nessun rapporto con la missione della nave. Lo stesso riguarda anche la nave militare russa che sta per arrivare nella zona per difendere mercantili russi che passano li. Questo non vuol dire che russi non possono aiutare agli ucraini a liberare la nave presa in ostaggio. Ci sono 3 cittadini russi su quel mercantile.

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Il post di Ebonsi su PdD, 11 gennaio 2008, 3.38 PM (QUA)

 

Scusate, ma mi sembra che qui ci sia un equivoco di fondo.

 

Per fare del "pattugliamento anti-pirateria" a questo modo, o anche magari della scorta diretta a mercantili in funzione anti-pirati, possiamo mandare tutto quello che ci pare - purchè stia a galla, abbia un armamento un filino più che simbolico, e sopratutto sia dotato di aria condizionata, grossi frigoriferi e comode cabine per il personale. Tanto, è comunque solo tutta scena. E' se ci mettessimo a discutere se sia meglio che la Polizia viaggi in Lamborghini, o in Ferrari.

 

Pretendere di "combattere la pirateria" con un atteggiamento complessivo in cui ad un pirata, a meno che non sia preso proprio con le mani nel sacco, non capita comunque nulla di male, ed anche nel peggiore dei casi viene comunque consegnato alle "autorità" locali (con cui i pirati sono in combutta da sempre), è solo ridicolo. Al meglio ma proprio al meglio, si potrà arrivare a fare con le scorte dirette più o meno la stessa cosa che sono costretti a fare gli Italiani per "combattere" i ladri: installare porte blindate sempre più spesse, e serrature sempre più complicate, perchè chi conta sulla polizia e sulla magistratura può essere contento se gli lasciano le mutande.

 

I pirati, non è che abbiano un bruciante desiderio di cercare guai con navi militari o comunque armate, o che debbano per forza prendere proprio quella specifica nave sotto scorta. Semplicemente, possono starsene tranquillamente all'ombra di qualche palma, a bere latte di cocco e aspettare che arrivi l'occasione giusta - come del resto fanno il 99% dei criminali in tutto il mondo e in tutti i loro campi di attività. Siccome pattugliare in permanenza TUTTE le zone costiere minacciate è impossibile, e scortare direttamente o convogliare TUTTI i mercantili è impensabile, ecco che i pirati avranno sempre tutte le occasioni che vogliono.

 

Gli scontri armati non rientrano nell'ottica della cosa. I pirati dal canto loro non li cercano certo, e dal canto nostro, sparare ad un'

imbarcazione solo perchè i suoi occupanti stanno saccheggiando un mercantile (e magari maltrattando un po' l'equipaggio, bisogna capirli, sono ragazzi di ambienti "difficili"), temo sia improponibile. Al massimo, si potrà arrivare al colpo d'avvertimento per vedere di convincerli a lasciar perdere.

 

Se si volesse davvero COMBATTERE la pirateria, bisognerebbe fare come si è fatto sino alla fine dell'ottocento (e in certe acque, e ad opera di certi paesi, anche ben oltre): qualsiasi nave militare di qualsiasi paese civile, che cattura in mare un'imbarcazione con criminali armati a bordo, semplicemente li impicca, alto e corto, senza necessità di alcuna forma di processo.

 

Siccome però questo non si può più fare perchè siamo civili e democratici e dove lo mettiamo il rispetto dei diritti umani, ecc. ecc., e siccome per converso la pirateria è un'attività a rischi minimi ma estremamente redditizia, e siccome di interferire con l'incapacità/scarsa volontà da parte di certi stati di fare qualcosa per almeno limitare gli attacchi pirateschi in partenza dalle loro coste non se ne parla nemmeno, ecco che in certe zone chiave - in particolare, gli Stretti della Sonda e di Singapore - siamo in pratica tornati alla situazione che vi aveva storicamente sempre dominato sinchè non arrivarono le fregate europee: e cioè che qualsiasi mercantile che non sia eccezionalmente veloce è "selvaggina libera", e passare senza guai è questione più di fortuna che di altro (si vedano le statistiche dell' International Maritime Bureau di Londra).

 

Da qui, naturalmente, la "scoperta" che esiste un "problema della pirateria", e la faticosa organizzazione di tutta una serie di convegni, conferenze, tavole rotonde e così via ai livelli più disparati, dove si sviscerano gli aspetti finanziari, politici e sociologici della questione e si discutono e analizzano tutte le soluzioni possibili _ tranne una: andare per mare ad acchiappare i pirati, per fargliene passare la voglia.

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a sto punto basterebbe armare i mercantili con squadre di contractors o militari, intraprendere azioni attivi contro le basi dei pirati e vedere cosa succede.

In effetti... :hmm:

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intraprendere azioni attivi contro le basi dei pirati e vedere cosa succede.

 

Problema annoso...

Posso dire cosa successe nel 67 A.C.

Vista l' inefficacia di tutte le precedenti misure limitate , il Senato , con la Lex Gabinia , diede pieni poteri (carta bianca) a uno dei Consoli ( Gneo Pompeo) per risolvere DEFINITIVAMENTE la questione dei pirati cilici.

Pratica risolta in poco piu' di 2 mesi con la distruzione di tutte le basi a terra dei furfantelli ( 10000 pirati uccisi in azione piu' numero imprecisato crocifisso )

Di pirateria non si senti' piu' parlare fino al 3° secolo.

Nel 21° secolo non vedo però Aulo Gabinio , una Curia romana e un Pompeo Magno ( e forse e' giusto così..)

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Aggiornamento sulla situazione (da corriere.it):

 

NAVI DA GUERRA A CACCIA DELL'IMBARCAZIONE

L'Eritrea vuole «riscattare» il cargo Faina

Pronti 35 milioni di dollari per il carico di armi in mano ai pirati. Si muvono le diplomazie e le navi da guerra

 

DAL NOSTRO INVIATO

MOMBASA – Sempre più complicato e misterioso l’affaire del cargo Faina, la cui stiva è piena di armi e munizioni, compresi 33 carri armati di concezione sovietica T-72, sequestrato dai pirati al largo delle coste somale. Il portavoce dei bucanieri Janana Ali Jama, parlando all’emittente di Mogadiscio Radio Capital ha detto domenica mattina che l’Eritrea è pronta ad acquistare la nave e il suo carico per 35 milioni di dollari, la stessa cifra che ieri era stata chiesta agli armatori per rilasciare mercantile ed equipaggio. Asmara non nasconde il suo appoggio alle fazioni più oltranziste e fondamentaliste della ribellione somala e i suoi ufficiali sono in grado di pilotare i carri armati. Non stupirebbe che il dittatore Isayas Afeworki per combattere i suoi arcinemici etiopici si sia offerto realmente di comprare l’intera fornitura di armi. «Sarebbe una catastrofe per tutto il Corno d’Africa», ha commentato un diplomatico non italiano a Nairobi. Non si può escludere però che i pirati, con questa minaccia, cerchino solo di alzare il prezzo del riscatto.

 

PREZZO RIDOTTO - La confusione comunque è totale perché Andrew Mwangura, che coordina il monitoraggio delle acque dell’Oceano Indiano attraverso l’organizzazione East African Seafarers' Assistance Programme, contattato stamattina ha raccontato che i pirati hanno ridotto il prezzo a 5 milioni di dollari: «Lo sappiamo da un nostro uomo in contatto con i pirati». La Faina batte bandiera del Belize ma è gestita dalla compagnia ucraina Tomex Team. Oltre ai 33 carri armati nella sua stiva hanno trovato posto armi leggere e pesanti e le loro munizioni. Un colpo grossissimo per i pirati che, attraverso l’Eritrea o direttamente, potrebbero vendere il prezioso bottino agli insorti islamici che combattono il governo somalo. Questo è il timore dei governi occidentali.

 

UN CARICO TROPPO SCOTTANTE PER I PIRATI - Secondo l’incaricato d’affari dell’ambasciata somala a Nairobi, Mohammed Osman Aden, intervistato dal Corriere: «I pirati si sono trovato in mano un carico troppo scottante per loro. Sanno che devono disfarsene quanto prima perché rischiano un attacco in massa che potrebbe completamente cancellare la loro presenza».

 

UN PROBLEMA INTERNAZIONALE - C’è una domanda che frulla nella testa di diplomatici e giornalisti in Kenya. Come mai in questi anni nessuno è intervenuto per bloccare l’attività illegale dei corsari? «Noi l’abbiamo detto più volte – risponde il diplomatico -: il problema della pirateria al largo delle coste della Somalia non è solo nostro, ma coinvolge tutto il mondo. La risposta deve essere internazionale. Sono state sequestrate navi ed equipaggi di diversi Paesi. Occorre una reazione compatta, ma non solo a parole. A proposito cosa fa l’Italia? Qui stanno arrivando tutti, ma Roma non si è mossa», conclude Mohammed Osman Aden.

 

MASSIMA ALLERTA IN KENYA - Sabato il ministero della Difesa del Kenya ha decretato il massimo stato d’allerta delle sue truppe. Il materiale bellico doveva raggiungere Mombasa, ufficialmente destinato all’esercito keniota (anche se qualcuno insiste a sostenere che la destinazione finale fosse il Sud Sudan). Secondo il quotidiano locale Sunday Nation la marina da guerra di Nairobi ha preso posizione davanti alle coste somale pronta a intervenire. Il giornale cita una alta fonte governativa, secondo cui: «I leader militari stanno lavorando con tutti i nostri partner per risolvere il problema». E una fonte, che ha voluto rimanere anonima, vicina alla presidenza della repubblica ha tetto ai Corriere: «I nostri amici sono già al lavoro». Il portavoce del governo Alfred Mutua ha dichiarato che «il Kenya non tratterà con i criminali e i terroristi e la Faina e il suo carico saranno riconquistati con tutti i mezzi».

 

SI MUOVONO AMERICANI E RUSSI - La situazione è seguita da vicino dagli Usa. A poche centinaia di metri dalla Faina sta navigando l’incrociatore Howard (il cui motto è «Ready for Victory», cioè «Pronto per la vittoria»). Agile, veloce e armato con i più sofisticati sistemi elettronici può intervenire in qualunque momento, come ha spiegato l’ammiraglio Gregory Smith, uno dei portavoce del Pentagono al New York Times. L’ufficiale però ha aggiunto:«Per ora non c’è nessuna operazione imminente». Nelle acque somale naviga anche una nave da guerra russa mentre una fregata della stessa marina, la Neustrashimy, cioè l’ Intrepido, è attesa tra qualche giorno. Dopo aver superato Eyl (porto usato fino a poco tempo fa dai pirati e ora abbandonato per l’opposizione della popolazione che teme rappresaglie pesanti da parte delle marine militari) ed essersi fermato a Garahad il mercantile sequestrato ha passato il porto di Obbia e ha gettato le ancora davanti ad Harardhere, isolato villaggio di pescatori dove sono cominciate le azioni di pirateria nel 2004. Venerdì i corsari hanno compiuto la loro ultima azione catturando una petroliera greca, in navigazione tra Europa e Medio Oriente. L’arrembaggio è avvenuto nel Golfo di Aden, dopo un inseguimento finito quando gli assalitori hanno sparato alcuni razzi contro la nave ellenica.

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meglio così :rotfl: :rotfl:

:rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl:

 

Vedrai che l'unico motivo del silenzio è la preparazione in segretissima di un elisbarco condotto da La Russa in persona!

 

Dove sono i CARRRRRARRRMATI?!?!?

 

Concedetemelo dai!

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