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Fisco: l'evasione tocca i 300 miliardi di euro


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Fisco: l'evasione tocca i 300 miliardi di euro

 

Contribuenti.it: sottratte a erario 115 miliardi imposte dirette

 

(ANSA) - ROMA, 20 SET - L'imponibile evaso in Italia e' di circa 300 miliardi l'anno, mentre le imposte dirette sottratte all'erario sono intorno ai 115 miliardi. E' questa la stima calcolata da Krls Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it, elaborando dati ministeriali e dell'Istat. Cinque sono le aree di evasione fiscale analizzate: l'economia sommersa, l'economia criminale, l'evasione delle societa' di capitali, l'evasione delle big company e quella dei lavoratori autonomi e piccole imprese. L'economia sommersa sottrae al fisco italiano un imponibile di circa 105 miliardi di euro l'anno, con un esercito di lavoratori in nero composto da circa 2 milioni di persone. L'economia criminale realizzata dalle grandi organizzazioni mafiose avrebbe un giro di affari non contabilizzati sui 120 miliardi di euro l'anno, con un'imposta evasa di 40 miliardi. La terza area e' quella composta dalle societa' di capitali, escluse le grandi imprese, per le quali si stima un'evasione fiscale attorno ai 15 miliardi di euro l'anno. La quarta area e' quella composta dalle big company: una su tre chiude il bilancio in perdita e non paga le tasse. Inoltre il 92% delle big company abusano del transfer pricing per spostare costi e ricavi tra le societa' del gruppo trasferendo fittiziamente la tassazione in paesi di fatto senza controlli fiscali.(ANSA).

 

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http://www.corriere.it

 

Evasione fiscale, 300 miliardi all'anno

È l'ammontare dell'imponibile. Imposte dirette evase per 115 miliari di euro, 40 per la criminalità organizzata

 

MILANO - Dieci finanziarie ogni anno. È l'ammontare dell'evasione fiscale in Italia: ogni anno circa 300 miliardi di euro di imponibile vengono sottratte all’erario. Di queste, l'evasione di imposte dirette è 115 miliardi di euro, l'economia sommersa sottrae 105 miliardi, la criminalità organizzata 40 miliardi e 25 miliardi chi ha il secondo o terzo lavoro. La stima è stata fatta da Krls Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it, Associazione contribuenti italiani, elaborando dati ministeriali e dell’Istat.

 

CINQUE AREE - Le aree di evasione fiscale analizzate nello studio sono cinque: l’economia sommersa, l’economia criminale, l’evasione delle società di capitali, l’evasione delle big company e quella dei lavoratori autonomi e piccole imprese. I lavoratori in nero sono circa 2 milioni, di questi 800 mila sono dipendenti che fanno il secondo o il terzo lavoro (con un'evasione d’imposta di 25 miliardi di euro). La seconda area di evasione è quella dell’economia criminale realizzata dalle grandi organizzazioni mafiose che, in almeno tre regioni del Mezzogiorno, controllano buona parte del territorio. Il giro di affari della criminalità è di 120 miliardi di euro all’anno con un’imposta evasa di 40 miliardi di euro.

 

SOCIETÀ DI CAPITALI - La terza area è quella composta dalle società di capitali, escluso le grandi imprese: secondo i dati del ministero dell’Economia e delle Finanze, il 78% circa delle società di capitali italiane dichiara redditi negativi (52%) o meno di 10 mila euro (26%). In pratica su un totale di circa 800 mila società di capitali il 78% non versa quanto dovuto di imposte dirette. Si stima un’evasione fiscale attorno ai 15 miliardi di euro l’anno. La quarta area è quella composta delle big company. Una su tre chiude il bilancio in perdita e non paga le tasse. Inoltre il 92% delle big company abusano del «transfer pricing» per spostare costi e ricavi tra le società del gruppo trasferendo fittiziamente la tassazione nei Paesi dove di fatto non vi sono controlli fiscali sottraendo al fisco italiano 27 miliardi di euro. Infine c’è l’evasione dei lavoratori autonomi e delle piccole imprese dovuta alla mancata emissione di scontrini, di ricevute e di fatture fiscali che sottrae all’erario circa 8 miliardi di euro l’anno. «Di fronte a un fenomeno così diffuso», afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it, «bisogna riformare la macchina dell’amministrazione finanziaria, puntare su interventi congiunti di tax compliance, incentivare i controlli da parte della Guardia di finanza ed estendere gli studi di settore a tutte le imprese».

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