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L'Italia, la NATO e la Libia


Thunderalex

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Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha dichiarato che l'Italia non mette in discussione i trattati internazionali "e noi non abbiamo dubbi su questo": lo ha detto il portavoce della Nato James Appathurai, interpellato sulla versione data dal leader libico Gheddafi dell'accordo Italia-Libia.

 

"Non abbiamo ancora parlato con la delegazione italiana", ha detto Appathurai. "Dalle dichiarazioni rese alla stampa dal ministro Frattini, abbiamo inteso che l'Italia continuerà a rispettare i trattati internazionali e non abbiamo alcun dubbio su questo", ha aggiunto il portavoce. "Ma non abbiamo ancora avuto la possibilità di avere chiarimenti dagli italiani", ha ribadito. Secondo il colonnello Gheddafi, nell'ambito dell'accordo Italia-Libia, l'Italia si sarebbe impegnata a non usare e soprattutto a non concedere l'uso delle basi sul suo territorio alla Nato e agli Stati Uniti nell'ipotesi di una futura "aggressione" contro Tripoli.

 

:pianto:

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Signori eccovi il testo del trattato di non aggressione (in chiave anti-americana) appena firmato dall'Italia.

 

ART. 4

 

"NEL RISPETTO DEI PRINCIPI DELLA LEGALITA' INTERNAZIONALE, L'ITALIA NON USA E NON PERMETTE DI USARE I SUOI TERRITORI CONTRO LA LIBIA PER OGNI AGGRESSIONE CONTRO LA LIBIA, E LA LIBIA NON USERA' E NON PERMETTERA' DI USARE I SUOI TERRITORI PER OGNI ATTO OSTILE CONTRO L'ITALIA"

 

Riguardo ai retroscena, tale articolo fu posto come condizione irrinunciabile dai negoziatori libici per la stipula dell'intero accordo: ovviamente noi siamo stati ben pronti ad accettare.

 

E non è finita: checché dica Frattini, a livello di Diritto Internazionale tale accordo non è in conflitto con gli accordi NATO in quanto, anche se mai avvenuto, un paese potrebbe rifiutarsi di cedere le sue basi (e noi ci siamo appena impegnati in tal senso) a meno che non scatti l'articolo 5, che però necessita dell'unanimità dei membri. L'Italia, in tal caso, si troverebbe nell'infelice soluzione di (legalmente parlando) essere obbligata a votare NO per non violare un altro accordo vincolante (mentre, a contrario, non c'è nessuna norma che vincoli l'Italia a votare SI per applicare l'articolo 5).

 

-----------------------------------------------------------

 

Meditate, gente, meditate dell'italica abitudine di mettersi a 90: francesi, americani e tutti gli altri fanno allegramente affari con Gheddafi, e le varie madrepatria con le ex-colonie: a nessuno però è mai saltato in mente di firmare un trattato vergognoso come questo, in cui noi, Italia, ci riduciamo a pagare il pizzo per elemosinare a Gheddafi un maggior impegno nella lotta all'immigrazione.

E i pescatori di Mazara? Chi è che se li ricorda?

E le decine di migliaia di italiani cacciati dai libici a più riprese (dalla fine della WWII al 1970) chi è che se li ricorda? E i risarcimenti?

 

No Signori, questo non è un trattato, è un'estorsione e una umiliazione bella e buona per il nostro paese; umiliazione resa ancora più grave dal fatto che noi abbiamo ricevuto i suoi scud, avevamo l'occasione di reagire, puntare ad un regime change nel pieno rispetto della legalità internazionale ma invece.... pecore siamo e pecore restiamo

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Signori eccovi il testo del trattato di non aggressione (in chiave anti-americana) appena firmato dall'Italia.

 

ART. 4

 

"NEL RISPETTO DEI PRINCIPI DELLA LEGALITA' INTERNAZIONALE, L'ITALIA NON USA E NON PERMETTE DI USARE I SUOI TERRITORI CONTRO LA LIBIA PER OGNI AGGRESSIONE CONTRO LA LIBIA, E LA LIBIA NON USERA' E NON PERMETTERA' DI USARE I SUOI TERRITORI PER OGNI ATTO OSTILE CONTRO L'ITALIA"

 

Riguardo ai retroscena, tale articolo fu posto come condizione irrinunciabile dai negoziatori libici per la stipula dell'intero accordo: ovviamente noi siamo stati ben pronti ad accettare.

 

E non è finita: checché dica Frattini, a livello di Diritto Internazionale tale accordo non è in conflitto con gli accordi NATO in quanto, anche se mai avvenuto, un paese potrebbe rifiutarsi di cedere le sue basi (e noi ci siamo appena impegnati in tal senso) a meno che non scatti l'articolo 5, che però necessita dell'unanimità dei membri. L'Italia, in tal caso, si troverebbe nell'infelice soluzione di (legalmente parlando) essere obbligata a votare NO per non violare un altro accordo vincolante (mentre, a contrario, non c'è nessuna norma che vincoli l'Italia a votare SI per applicare l'articolo 5).

 

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Meditate, gente, meditate dell'italica abitudine di mettersi a 90: francesi, americani e tutti gli altri fanno allegramente affari con Gheddafi, e le varie madrepatria con le ex-colonie: a nessuno però è mai saltato in mente di firmare un trattato vergognoso come questo, in cui noi, Italia, ci riduciamo a pagare il pizzo per elemosinare a Gheddafi un maggior impegno nella lotta all'immigrazione.

E i pescatori di Mazara? Chi è che se li ricorda?

E le decine di migliaia di italiani cacciati dai libici a più riprese (dalla fine della WWII al 1970) chi è che se li ricorda? E i risarcimenti?

 

No Signori, questo non è un trattato, è un'estorsione e una umiliazione bella e buona per il nostro paese; umiliazione resa ancora più grave dal fatto che noi abbiamo ricevuto i suoi scud, avevamo l'occasione di reagire, puntare ad un regime change nel pieno rispetto della legalità internazionale ma invece.... pecore siamo e pecore restiamo

Premesso che non ho accolto la notizia dell'avvenuto accordo italo-libico, stappando una bottiglia di champagne ma con la consapevolezza che, OGGI, nulla di diverso si poteva fare (così come, lo dico solo per rendere l'idea di ciò che è realistico e di ciò che non lo è, non si poteva reagire con le armi all'aggressione russa alla Georgia!), premesso ciò, dal sito ufficiale della Nato, riporto l'articolo 5 del Trattato del Nord Atlantico ( http://www.nato.int/docu/other/it/treaty-it.htm ):

 

"Articolo 5

Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell'America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell'esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall'art. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l'azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l'uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell'Atlantico settentrionale. Ogni attacco armato di questo genere e tutte le misure prese in conseguenza di esso saranno immediatamente portate a conoscenza del Consiglio di Sicurezza. Queste misure termineranno allorché il Consiglio di Sicurezza avrà preso le misure necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali."

 

Mi spieghi dove è prevista l'unanimità dei membri?!?!?! Anzi dove è prevista una qualsiasi forma di votazione, che autorizzi l'applicazione dell'articolo in questione?!?!?!

 

 

Per quanto riguarda la mancata reazione agli Scud ed alle altre "angherie", per non dire veri e propri atti di guerra (ad esempio, mitragliamento di una nostra corvetta, da parte di un Mirage libico!) subite IERI, cioé in passato, la responsabilità è tutta e solo dei governi consociativi e cattocomunisti (allora la Libia era vicina all'URSS!) della prima repubblica!!!

Modificato da picpus
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L'Italia non fa l'elemosina a Tripoli, oltre al maggior pattugliamento delle coste, la Libia si impegnerà ad far affluire maggior petrolio libico all'Italia!!!

Premetto che secondo me questo è quello che passava il convento, anche come conseguenza di tutte le volte che ci siamo chinati dinnanzi al colonnello (evidentemente gli è piaciuto, quindi insiste).

 

Gli errori veri si sono fatti in passato, quando non si è risposto a veri e concreti atti di guerra, di conseguenza ora non si può fare di meglio, non si può rientrare di colpo in carreggiata e dimostrare un po' di amor proprio dall'oggi al domani.

 

La compatibilità tra l'articolo incriminato ed i trattati NATO non mi convince, comunque, in casi estremi, si può risolvere con una bella squadriglia di Lightning II in decollo dal cavour di fronte le coste libiche, a meno di non voler considerare il ponte della portaerei territorio italiano.

 

Corazzato, che ci diano più petrolio non è scritto da nessuna parte, e se politicamente sarebbe produttivo a breve termine (in questo momento è meglio dipendere dal petrolio libico che dal gas russo), è controproducente economicamente (sempre vista come riduzione di forniture russe, sulla scia della disperata ricerca di fonti alternative a Mosca), ma comunque legherebbe ancor di più il governo di Tripoli al nostro Paese.

 

Di buono c'è che ora la Libia si trova costretta a non lasciar partire barconi e colabrodi vari, dato che di motovedette gliene abbiamo date abbastanza non hanno più giustificazioni, e personalmente mi auguro che proprio a seguito di tale atteggiamento si prendano provvedimenti seri anche qui da noi...

 

In qualunque caso, raramente mi sono sentito così poco patriottico.

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Mah ! Se Gheddafi pensa di pararsi il culo si sbaglia di grosso , sai quanto ci vuole a schierare una portaerei davanti la Libia !

Infatti quando gli americani hanno attaccato, militarmente, il Gheddafi del tempo che fu, gli aerei non sono certo partiti dall'Italia!

 

Vedi link: http://htdiglog.cronologia.it/storia/a1986a3.htm

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Articolo 8

 

Ciascuna parte dichiara che nessuno degli impegni internazionali attualmente in vigore tra essa e un'altra parte o uno stato terzo è in contraddizione con le disposizioni del presente Trattato e si obbliga a non sottoscrivere alcun impegno internazionale in contrasto con questo Trattato.

 

Questo lo metto così en passant; per rispondere a Picpus: l'art 5 è una dichiarazione di principio. Necessita di una decisione politica per essere applicata (ci vuole un organismo che decida l'applicazione dell'art 5): tale organismo è il North Atlantic Council:

Articolo 9

 

Con la presente disposizione le parti istituiscono un Consiglio, nel quale ciascuna di esse sarà rappresentata per esaminare le questioni relative all'applicazione di questo Trattato. Il Consiglio sarà organizzato in maniera tale da potersi riunire rapidamente in qualsiasi momento. Il Consiglio costituirà quegli organi sussidiari che potranno essere necessari; in particolare istituirà immediatamente un Comitato di difesa che raccomanderà le misure da adottare per l'applicazione degli articoli 3 e 5.

The Council thus provides a unique forum for wide-ranging consultation between member governments on all issues affecting their security and is the most important decision-making body in NATO. All member countries of NATO have an equal right to express their views round the Council table. Decisions are the expression of the collective will of member governments arrived at by common consent. All member governments are party to the policies formulated in the Council or under its authority and share in the consensus on which decisions are based.

(...)

When decisions have to be made, action is agreed upon on the basis of unanimity and common accord. There is no voting or decision by majority. Each nation represented at the Council table or on any of its subordinate committees retains complete sovereignty and responsibility for its own decisions.

 

Fonte il sito ufficiale NATO: http://www.nato.int/docu/handbook/2001/hb070101.htm

 

Naturalmente parliamo di Diritto Internazionale, non di lealtà: voglio sperare che la lealtà del nostro paese vada alla NATO e non a Gheddafi in caso di guerra: ma, de iure, la situazione è paradossale

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.....Il Consiglio costituirà quegli organi sussidiari che potranno essere necessari; in particolare istituirà immediatamente un Comitato di difesa che raccomanderà le misure da adottare per l'applicazione degli articoli 3 e 5.......

Si tratta dei provvedimenti dal punto di vista tecnico-militare che è più opportuno adottare, ma non della decisione politica se applicare o meno l'art. 5.

 

Per quanto riguarda i compiti del Consiglio ( io sono andato al seguente link in francese: http://www.nato.int/issues/nac/index-fr.html ) mi sembra che in nessun punto viene tirato in ballo l'art. 5 che si applica automaticamente e non in seguito ad una votazione.

Modificato da picpus
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No Picpus: ci vuole una votazione che veniva (e viene tutt'ora) considerata una formalità visti casi di applicazione dell'art 5. E tale votazione, grazie ai meccanismi NATO, si può avere molto ma molto velocemente.

Qualcuno che decida: si, siamo nell'ambito di applicazione dell'art 5.

Modificato da Rick86
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  • 1 mese dopo...

Immigrati/ Frattini: Accuse a Libia? Pensiamo al nostro dovere

 

X i mods: ora che ho riportato questa discussione "in auge" possiamo spostarla anche in "Discussioni a tema", che dite?

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  • 2 settimane dopo...

Gheddafi pressa per una rapida ratifica dell'accordo

ma potrebbe passare anche più di un anno

 

"Italia e Libia saranno alleati militari"

Ecco i segreti del Trattato

 

ROMA - Muhammar Gheddafi vorrebbe che il Parlamento italiano accelerasse. Vorrebbe che il "Trattato di amicizia" firmato a Bengasi il 30 agosto con Silvio Berlusconi con cui l'Italia chiude il passato coloniale (tra l'altro impegnandosi a pagare 5 miliardi di dollari alla Libia), venisse solennemente ratificato al più presto dal Parlamento italiano. Il suo ambasciatore a Roma, Hafez Gaddur, grande mediatore dell'intesa, lo ha già chiesto a Franco Frattini, a Gianni Letta, a chiunque in questi mesi abbia aiutato l'intesa fra i due paesi: "Per cortesia, il leader si aspetta dall'Italia che il Trattato sia ratificato in maniera speciale, non annegato fra mille altre leggi e leggine".

 

Nessuno ha avuto il coraggio di dire all'ambasciatore che, mentre il Congresso del popolo libico dovrebbe votare entro novembre, nel Parlamento italiano potrebbe passare anche un anno per ratificare il testo e quindi per farlo entrare in vigore. Tra l'altro, finché il trattato non entrerà in vigore, l'Italia non pagherà un dollaro, ma la Libia formalmente non sarà neppure impegnata a rispettare i capitoli dedicati - per esempio - all'immigrazione clandestina.

 

Repubblica è riuscita a ottenere una copia di lavoro del "Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione". Al lungo "Preambolo" concordato da Gheddafi e Berlusconi avevano già iniziato a lavorare Romano Prodi e Massimo D'Alema durante il governo di centrosinistra. "Se le due parti saranno davvero in buona fede - dice un diplomatico del ministero degli Esteri - quel "Preambolo" descrive il quadro di un'alleanza davvero strategica fra due paesi che sono complementari per struttura politica, economica, industriale e sociale". Il testo parte dall'articolo 1 dedicato al "Rispetto della legalità internazionale" e si chiude con l'articolo 22 dedicato alla "Collaborazione parlamentare e fra enti locali". I contenuti in buona sostanza sono già stati anticipati sulla stampa in settembre, ma alcuni punti sono di interesse particolare.

 

Nel Trattato non c'è nessuna parte che metta in discussione l'Alleanza dell'Italia nella Nato (come era sembrato dopo un'indiscrezione dell'agenzia Libia Jana); ma all'articolo 20 vengono dettate le linee della "Collaborazione nel settore della Difesa". Italia e Libia saranno partner nel settore militare, si scambieranno "esperti, istruttori e tecnici, informazioni militari ed effettueranno manovre congiunte". I due paesi lavoreranno per "realizzare un forte e ampio partenariato industriale nel settore della Difesa e delle industri militari".

 

Altra "sorpresa": si è parlato per anni di ricompensa italiana alla Libia con la costruzione di un'autostrada costiera dal confine con la Tunisia a quello con l'Egitto. Il lungo articolo 8 che descrive i "Progetti infrastrutturali di base" non fa nessun accenno a quell'autostrada. "Un lavoro del genere costerebbe 8 miliardi di euro, e invece nel testo sono previsti 5 miliardi di dollari in 20 anni", dice una fonte di Palazzo Chigi. I lavori verranno esplicitamente assegnati a ditte italiane, e gli stessi fondi saranno gestiti dall'Italia: la Libia metterà a disposizione i terreni per le opere "senza oneri per la parte italiana e per le aziende esecutrici".

 

Hafez Gaddur, l'ambasciatore libico, ne è convinto: "Questa è la creazione di un vero partenariato, l'Italia diventa per noi il paese amico con cui costruire il nostro futuro, e questo per noi sarà valido con qualsiasi governo sia al potere a Roma". Rimane il problema del calendario parlamentare italiano, e si sa che non è un problema da poco.

 

Qui c'è il testo completo del TRATTATO

altan15.gif

 

1. L'Italia, sulla base delle proposte avanzate dalla Grande Giamahiria e delle successive discussioni intervenute, si impegna a reperire i fondi finanziari necessari per la realizzazione di progetti infrastrutturali di base che vengono concordati tra i due Paesi nei limiti della somma di 5 miliardi di dollari americani, per un importo annuale di 250 milioni di dollari americani per 20 anni.

(SONO 600 I MILIONI TAGLIATI ALL'UNIVERSITA')

 

L'Italia, su specifica richiesta della Grande Giamahiria, si impegna a realizzare le Iniziative Speciali sotto riportate a beneficio del popolo libico.

a) La costruzione in Libia di duecento unità abitative, con siti e caratteristiche da determinare di comune accordo.

b) L'assegnazione di borse di studio universitarie e post-universitarie per l'intero corso di studi a un contingente di cento studenti libici, da rinnovare al termine del corso di studi a beneficio di altri studenti. Con uno scambio di lettere si precisa il significato di rinnovare, per assicurare la continuità.

c) Un programma di cure, presso Istituti specializzati italiani, a favore di alcune vittime in Libia dello scoppio di mine, che non possano essere adeguatamente assistite presso il Centro di Riabilitazione Ortopedica di Bengasi realizzato con i fondi della Cooperazione italiana,

d) Il ripristino del pagamento delle pensioni ai titolari libici e ai loro eredi che, sulla base della vigente nominativa italiana, ne abbiano diritto,

e) La restituzione alla Libia di manoscritti e reperti archeologici trasferiti in Italia da quei territori in, epoca coloniale: il Comitato Misto di cui all'articolo 16 del presente Trattato individua i reperti e i manoscritti che saranno, successivamente, oggetto di un atto normativo ad hoc finalizzato alla loro restituzione.

(VELO PIETOSO SULLA SITUAZIONE CASE POPOLARI IN ITALIA E SULLE RETTE DELL'UNIVERISTA')

 

Articolo 20

Collaborazione nel settore della Difesa

1 Le due Parti si impegnano a sviluppare la collaborazione nel settore della Difesa tra le rispettive Forze Armate, anche mediante la finalizzazione di specifici Accordi che disciplinino lo scambio di missioni di esperti, istruttori e tecnici e quello di informazioni militari nonché l'espletamento, di manovre congiunte.

2. Si impegnano altresì ad agevolare la realizzazione. di un forte ed ampio partenariato industriale nel settore della Difesa e delle industrie militari.

3. In tale ambito, l'Italia sosterrà nelle sedi internazionali la richiesta della Libia di indennizzi per i danni subiti da propri cittadini vittime dello scoppio delle mine e per la riabilitazione dei territori danneggiati, con tutti gli Stati interessati.

(DEVO RICORDARVI IL BARATRO DELLA NOSTRA DIFESA? PROVATE A INDOVINAE QUALE MINISTERO PAGHERA' IL TUTTO?)

Modificato da Rick86
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In ogni caso gli piazziamo un bel pò di commesse

l trattato Italia-Libia prevede anche una cooperazione nel settore della Difesa. E' quanto ha spiegato il portavoce della Farnesina, Pasquale Ferrara, chiarendo come ci siano pero' "altri sette o otto ambiti ugualmente prioritari in una partnership complessiva' tra i due Paesi". "In tutti i trattati sono previsti aspetti di cooperazione sociale, culturale, economica e quindi anche nel settore della Difesa - ha spiegato Ferrara commentando l'articolo apparso su 'La Repubblica' in cui si parlava della 'collaborazione nel settore della Difesa tra Italia e Libia'. 'Quello e' solo uno dei settori', ha puntualizzato Ferrara, 'ed e' arbitrario ridurre i contenuti del Trattato solo al settore della difesa'. Tuttavia 'deve essere ancora approvato dal Consiglio dei Ministri che dovra' presentare in Parlamento un disegno di legge di ratifica'. Il Trattato, ha fatto sapere Ferrara, 'e' stato consegnato ai presidenti delle Camere e spettera' alle Camere stabilire priorita' e tempistica' per la ratifica.

 

(23 ottobre 2008)

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Il messaggio del presidente del consiglio italiano salvò la vita al leader di Tripoli

Andreotti e il ministro libico confermano

"Craxi avvertì Gheddafi del bombardamento Usa"

di VINCENZO NIGRO

 

ROMA - Giulio Andreotti e il ministro degli esteri libico Abdurrahman Shalgam raccontano una storia che più volte è stata scritta, ma mai confermata in modo così chiara e autorevole: il governo italiano avvertì il colonnello Gheddafi che il 14 aprile del 1986 la US Navy avrebbe attaccato Tripoli per punirlo degli attentati che la Libia aveva messo a segno anche contro militari americani in Germania. "Sì, quell'attacco americano era un'iniziativa impropria", ha detto stamattina Andreotti partecipando a un convegno organizzato alla Farnesina, "e credo proprio che dall'Italia partì un avvertimento per la Libia".

 

In effetti Bettino Craxi, all'epoca presidente del Consiglio, chiese al suo consigliere diplomatico Antonio Badini di avvertire l'ambasciatore libico in Italia, quell'Abdurrahman Shalgam che oggi è il ministro degli Esteri di Gheddafi. E infatti stamane Shalgam ha confermato la storia: "Craxi mi mandò un amico per dirmi di stare attenti, il 14 o il 15 aprile ci sarà un raid americano contro la Libia". Il ministro libico aggiunge che fu proprio grazie a questo avvertimento che probabilmente il leader libico Muammar Gheddafi si salvò. Craxi informò la Libia "due giorni prima dell'aggressione, forse l'11 o il 12 ci disse di stare attenti e che l'Italia non avrebbe permesso di usare il mare e il cielo" agli americani per condurre il raid.

 

Perché allora, nonostante il gesto italiano, la Libia rispose bombardando Lampedusa, chiedono i giornalisti a Shalgam: "Perché - risponde Shalgam - gli Stati Uniti usarono Lampedusa, la Libia reagì contro gli Stati Uniti non contro l'Italia".

 

Andreotti e Shalgam stamane partecipavano a un convegno organizzato al Ministero degli Esteri dalla fondazione guidata dall'ex ministro degli Interni Beppe Pisanu. Durante l'incontro il ministro degli Esteri Franco Frattini ha confermato che il governo italiano vuole approvare e poi far ratificare dal Parlamento al più presto l'Accordo di amicizia e partenariato che Berlusconi e Gheddafi hanno firmato a Bengasi il 30 agosto. "Spero che il Consiglio dei ministri adotterà il disegno di legge di ratifica presto", ha detto il ministro. Il processo di ratifica parlamentare dovrebbe poi seguire, secondo il capo della diplomazia, senza particolari ostacoli, perché quella dei rapporti tra Roma e Tripoli è "una questione su cui tra maggioranza e opposizione non ci sarà scontro". Per Frattini stringere i tempi è necessario, non soltanto per un'attuazione rapida dell'intesa, ma anche per dare un "segnale di amicizia" ai libici.

Modificato da Rick86
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Ospite intruder

Craxi ha fatto la fine che meritava, Andreotti c'è andato vicino e comunque non conta più nulla. Non credo in dio, ma la giustizia immanente esiste.

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Craxi ha fatto la fine che meritava, Andreotti c'è andato vicino e comunque non conta più nulla. Non credo in dio, ma la giustizia immanente esiste.

mah, dire che Andreotti non conti più nulla ... mi sembra un pò azzardato. E comunque porta male.

Scherzi a parte, la Libia non ha lanciato nessun missile. Craxi disse al direttore di Tempi che furono gli inglesi a piazzare delle bombe. Volevano trascinarci in un'operazione più ampia, tesa a catturare il leader libico. C'erano grossi interessi. Noi eravamo sostanzialmente tagliati fuori. Americani e inglesi divisi.

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Bah tutto ciò che riguarda libia ed italia è un intreccio senza capo ne coda... dove si schiantarono i "presunti missili" che non hanno lasciato segni sul terreno (crateri buche ecc.) quindi dovrebbero essere stati fatti impattare sul mare vicino alla costa, i pescatori giustamente dissero di non aver trovato nessun pesce a pancia in su...mentre un chilo di tnt ne fa salire un bel pò.

E guarda caso li c'era pure un avamposto americano...adesso valli a capire se sono stati americani,inglesi o i libici (tanto la capacità di inquadrare un bersaglio grosso come lampedusa non ce l'hanno nemmeno) che poi come ogni nordafricano che si rispetti fa un pò di confusione con la geografia politica....

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