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Il Vaticano corregge Famiglia Cristiana: approvazione per Berlusconi!


sisalvichipuo

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Il Vaticano: «Famiglia Cristiana

non esprime la nostra linea»

«Il settimanale dei Paolini non ha titolo per riportare nè i pensieri della Santa Sede nè quella della Cei»

 

CITTÀ VATICANO - Il Vaticano prende le distanze da «Famiglia Cristiana» e dai suoi scontri con il governo. Il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha precisato che il settimanale dei Paolini «non ha titolo per esprimere nè la linea della Santa Sede nè quella della Conferenza episcopale italiana».

 

Mi dispiace per coloro che avevano abboccato!

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Il Vaticano: «Famiglia Cristiana

non esprime la nostra linea»

«Il settimanale dei Paolini non ha titolo per riportare nè i pensieri della Santa Sede nè quella della Cei»

 

CITTÀ VATICANO - Il Vaticano prende le distanze da «Famiglia Cristiana» e dai suoi scontri con il governo. Il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha precisato che il settimanale dei Paolini «non ha titolo per esprimere nè la linea della Santa Sede nè quella della Conferenza episcopale italiana».

 

Mi dispiace per coloro che avevano abboccato!

Opportuno calcio nei denti!!!

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Famiglia Cristiana non ha gradito i commenti dei filo-governativi e, considerando che i media sono o filo governativi o indifferenti, rilancia :

 

http://www.repubblica.it/2008/08/sez...cristiana.html

 

Il settimanale dei Paolini risponde agli attacchi degli esponenti della maggioranza

dopo l'editoriale sulla "finta emergenza sicurezza": "Non siamo cattocomunisti"

Famiglia Cristiana rilancia

"Speriamo non rinasca il fascismo"

 

Il centrodestra insorge: "Di fascista in Italia ci sono solo i loro toni"

Replica del direttore: "Le critiche al governo normali in un paese libero"

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Il settimanale dei Paolini risponde agli attacchi degli esponenti della maggioranza

dopo l'editoriale sulla "finta emergenza sicurezza": "Non siamo cattocomunisti"

Famiglia Cristiana rilancia

"Speriamo non rinasca il fascismo"

Leviathan, ... anche stavolta, nella tua foga di replicare, hai capito male ... e sei anche arrivato tardi!

.... il Vaticano ha scaricato F. cristiana proprio dopo le dichiarazioni da te riportate! ... insomma non hai percepito nè l'iter temporale nè la dinamica degli eventi!

... comunque consolati: .... scrivi nel forum, dunque esisti!

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.........nè l'iter temporale nè la dinamica degli eventi!

.........[/font]

:hmm: mi sembrano espressioni un po' troppo .... come dire ..... non so spiegarmi ... bisogna tenere conto che non tutti ... o meglio che qualcuno ... potrebbe non ... :rotfl:

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famiglia cristiana ttacca il governo

 

il vaticano come la pensa sia una cosa di secondo ordine... in quanto non si comprende come mai un giornale che critica il governo venga pubblicamente linciato da insulti...

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Mi sembra che si stia girando a vuoto, con parole prive di senso!

 

Chiunque, organo di stampa o privato cittadino, può attaccare qualsiasi governo, se non fosse altro, anche all'insegna del famoso detto "piove governo ladro!" (a proposito, dobbiamo consigliare a qualcuno di nostra conoscenza, di mettere tale slogan nel suo stemma di famiglia! :rotfl: ).

 

Il problema è che quando scrive qualcosa un organo di stampa, specificatamente cattolico, quale "Famiglia Cristiana", l'opinione pubblica è portata a credere che ciò che scrive, sia il pensiero ufficiale del Vaticano, se non del Sommo Pontefice in persona.

 

In questo caso, è stato importante e significativo che il Vaticano, ufficialmente, ha .... mandato a quel paese "Famiglia Cristiana", indirizzando un messaggio chiarissimo ai cattolici: se volete sapere quella che è la nostra opinione ..... leggete un'altra rivista!!!

 

Tutto qui.

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l'articolo incrimianto (visto che tutti dicono a memoria le battute che vengono dall'alto)

 

"È un 'Paese da marciapiede' quello che sta consumando gli ultimi giorni di un’estate all’insegna della vacanza povera, caratterizzata da un crollo quasi del 50% delle presenze alberghiere nei luoghi di vacanza. Dopo vari contrasti tra Maroni e La Russa, sui marciapiedi delle città arrivano i soldati, stralunati ragazzi messi a fare compiti di polizia che non sanno svolgere (neanche fossimo in Angola), e vengono cacciati i mendicanti senza distinguere quelli legati ai racket dell’accattonaggio da quelli veri.

A Roma il sindaco Alemanno, che pure mostra in altri campi idee molto più avanzate di quelle che il pregiudizio antifascista gli attribuisce, caccia i poveri in giacca e cravatta anche dai cassonetti e dagli avanzi dei supermercati. Li chiamano scarti, ma lì si trovano frutta e verdura che non sono belli da esporre sui banchi di vendita. E allora se vogliamo salvare l’estetica, perché non facciamo il "banco delle occasioni", coprendo con un gesto di pietà (anche qui "estetico"), un rito che fa male alle coscienze? Nei centri Ikea lo si fa, e nessuno si scandalizza. Anzi.

Ma dai marciapiedi sparisce anche la prostituzione (sarà la volta buona?) e sarebbe ingeneroso non dare merito al Governo di aver dato ai sindaci i poteri per il decoro e la sicurezza dei propri cittadini. A patto, però, che la "creatività" dei sindaci non crei problemi istituzionali con questori e prefetti e non brilli per provvedimenti tanto ridicoli quanto inutili; e che il Governo non ci prenda gusto a scaricare su altri le sue responsabilità, come con l’uscita tardiva e improvvida (colpo di sole agostano?) della Meloni e di Gasparri, che hanno chiesto ai nostri olimpionici di non sfilare per protesta contro la Cina (il gesto forte, se ne sono capaci, lo facciano loro, i soliti politici furbetti che vogliono occupare sempre la scena senza pagare pegno!).

Tornando al "Paese da marciapiede", ha fatto bene il cardinale Martino, presidente del Pontificio consiglio per i migranti, ad approvare la lotta al racket dell’accattonaggio senza ledere il diritto di chiedere l’elemosina da parte di chi è veramente povero. Il cardinal Martino ha posto un dubbio atroce: la proibizione dell’accattonaggio serve a nascondere la povertà del Paese e l’incapacità dei governanti a trovare risposte efficaci, abituati come sono alla "politica del rattoppo", o a quella dei lustrini?

La verità è che "il Paese da marciapiede" i segni del disagio li offre (e in abbondanza) da tempo, ma la politica li toglie dai titoli di testa, sviando l’attenzione con le immagini del "Presidente spazzino", l’inutile "gioco dei soldatini" nelle città, i finti problemi di sicurezza, la lotta al fannullone (che, però, è meritoria, e Brunetta va incoraggiato). Ma c’è il rischio di provocare una guerra fra poveri, se questa battaglia non la si riconduce ai giusti termini, con serietà e senza le "buffonate", che servono solo a riempire pagine di giornali.

Alla fine della settimana scorsa sono comparse le stime sul nostro prodotto interno lordo (Pil) e, insieme, gli indici che misurano la salute delle imprese italiane. Il Pil è allo zero, ma le nostre imprese godono di salute strepitosa, mostrando profitti che non si registravano da decenni. L’impresa cresce, l’Italia retrocede. Mentre c’è chi accumula profitti, mangiare fuori costa il 141% in più rispetto al 2001, ma i buoni mensa sono fermi da anni. L’industria vola, ma sui precari e i contratti è refrattaria. La ricchezza c’è, ma per le famiglie è solo un miraggio. Un sondaggio sul tesoretto dei pensionati che sarà pubblicata su Club 3 dice che gli anziani non ce la fanno più ad aiutare i figli, o lo fanno con fatica: da risorsa sono diventati un peso.

È troppo chiedere al Governo di fugare il sospetto che quando governa la destra la forbice si allarga, così che i ricchi si impinguano e le famiglie si impoveriscono?"

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l'articolo incrimianto (visto che tutti dicono a memoria le battute che vengono dall'alto)

 

"È un 'Paese da marciapiede' quello che sta consumando gli ultimi giorni di un’estate all’insegna della vacanza povera, caratterizzata da un crollo quasi del 50% delle presenze alberghiere nei luoghi di vacanza. Dopo vari contrasti tra Maroni e La Russa, sui marciapiedi delle città arrivano i soldati, stralunati ragazzi messi a fare compiti di polizia che non sanno svolgere (neanche fossimo in Angola), e vengono cacciati i mendicanti senza distinguere quelli legati ai racket dell’accattonaggio da quelli veri.

A Roma il sindaco Alemanno, che pure mostra in altri campi idee molto più avanzate di quelle che il pregiudizio antifascista gli attribuisce, caccia i poveri in giacca e cravatta anche dai cassonetti e dagli avanzi dei supermercati. Li chiamano scarti, ma lì si trovano frutta e verdura che non sono belli da esporre sui banchi di vendita. E allora se vogliamo salvare l’estetica, perché non facciamo il "banco delle occasioni", coprendo con un gesto di pietà (anche qui "estetico"), un rito che fa male alle coscienze? Nei centri Ikea lo si fa, e nessuno si scandalizza. Anzi.

Ma dai marciapiedi sparisce anche la prostituzione (sarà la volta buona?) e sarebbe ingeneroso non dare merito al Governo di aver dato ai sindaci i poteri per il decoro e la sicurezza dei propri cittadini. A patto, però, che la "creatività" dei sindaci non crei problemi istituzionali con questori e prefetti e non brilli per provvedimenti tanto ridicoli quanto inutili; e che il Governo non ci prenda gusto a scaricare su altri le sue responsabilità, come con l’uscita tardiva e improvvida (colpo di sole agostano?) della Meloni e di Gasparri, che hanno chiesto ai nostri olimpionici di non sfilare per protesta contro la Cina (il gesto forte, se ne sono capaci, lo facciano loro, i soliti politici furbetti che vogliono occupare sempre la scena senza pagare pegno!).

Tornando al "Paese da marciapiede", ha fatto bene il cardinale Martino, presidente del Pontificio consiglio per i migranti, ad approvare la lotta al racket dell’accattonaggio senza ledere il diritto di chiedere l’elemosina da parte di chi è veramente povero. Il cardinal Martino ha posto un dubbio atroce: la proibizione dell’accattonaggio serve a nascondere la povertà del Paese e l’incapacità dei governanti a trovare risposte efficaci, abituati come sono alla "politica del rattoppo", o a quella dei lustrini?

La verità è che "il Paese da marciapiede" i segni del disagio li offre (e in abbondanza) da tempo, ma la politica li toglie dai titoli di testa, sviando l’attenzione con le immagini del "Presidente spazzino", l’inutile "gioco dei soldatini" nelle città, i finti problemi di sicurezza, la lotta al fannullone (che, però, è meritoria, e Brunetta va incoraggiato). Ma c’è il rischio di provocare una guerra fra poveri, se questa battaglia non la si riconduce ai giusti termini, con serietà e senza le "buffonate", che servono solo a riempire pagine di giornali.

Alla fine della settimana scorsa sono comparse le stime sul nostro prodotto interno lordo (Pil) e, insieme, gli indici che misurano la salute delle imprese italiane. Il Pil è allo zero, ma le nostre imprese godono di salute strepitosa, mostrando profitti che non si registravano da decenni. L’impresa cresce, l’Italia retrocede. Mentre c’è chi accumula profitti, mangiare fuori costa il 141% in più rispetto al 2001, ma i buoni mensa sono fermi da anni. L’industria vola, ma sui precari e i contratti è refrattaria. La ricchezza c’è, ma per le famiglie è solo un miraggio. Un sondaggio sul tesoretto dei pensionati che sarà pubblicata su Club 3 dice che gli anziani non ce la fanno più ad aiutare i figli, o lo fanno con fatica: da risorsa sono diventati un peso.

È troppo chiedere al Governo di fugare il sospetto che quando governa la destra la forbice si allarga, così che i ricchi si impinguano e le famiglie si impoveriscono?"

Guarda, guarda, quello che mi criticava perché facevo copia-incolla di articoli d'informazione sulla guerra in Georgia!!! Ma va .... :thumbdown::furioso:

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fammi capire posto l'articolo di cui si parla di famiglia cristiana per far leggere a tutti in modo che qualcuno parli dopo averlo letto e non che parla, senza averlo letto, dicendo quello che gli è stato ordinato di dire

quello è l'articolo incriminato

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fammi capire posto l'articolo di cui si parla di famiglia cristiana per far leggere a tutti in modo che qualcuno parli dopo averlo letto e non che parla, senza averlo letto, dicendo quello che gli è stato ordinato di dire

quello è l'articolo incriminato

Spiegami perché tu puoi fare copia-incolla ed io no?! Solo questo!!

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Leggete questa significativa testimonianza su "Famiglia Cristiana".

 

Dal link: http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=283651

 

riporto:

 

Quando "Famiglia Cristiana" sfruttava noi figli dei poveri

di Stefano Lorenzetto

 

Siccome dal 1965 al 1971 ho consegnato a domicilio ogni settimana, gratis et amore Dei, 120 copie di Famiglia Cristiana, per un totale di oltre 6.000 l’anno, penso d’essermi guadagnato d’ufficio il diritto di dire la mia sulla deriva girotondina dell’ebdomadario della Società San Paolo, in origine Pia, oggi non più. Fossi don Antonio Sciortino, ci andrei molto cauto nel parlare, come ha fatto l’altrieri su Repubblica, di «prese di posizione autoritarie» (versione edulcorata del fascismo «sotto altre forme» denunciato dal suo notista politico Beppe Del Colle) e soprattutto di «enorme distanza dai problemi che si aggravano», di «povertà in aumento», di «famiglie che non arrivano alla fine del mese», di «impiegati alle mense della Caritas», il tutto attribuito al governo in carica, si capisce. Avendo il settimanale paolino fondato la sua prosperità sullo sfruttamento - sia pure per interposta persona (i parroci) - della manodopera minorile, e dei figli dei poveri in particolare, il suo direttore dovrebbe disinfettare con la varechina il pavimento del pulpito dal quale pretende di fare la predica.

E visto che io ero costretto a lavorare come zelatore di Famiglia Cristiana quando lui non era neanche prete, né tantomeno giornalista, gli rinfresco la memoria. A quei tempi il settimanale non andava neppure in edicola, arrivava soltanto nelle parrocchie. Il motivo è semplice: in questo modo la casa editrice di Alba non pagava l’aggio agli edicolanti. Era tutto guadagno. Perciò accadeva questo. Legioni di ragazzini - non credo infatti d’essere stato l’unico reclutato, nelle 25.000 parrocchie italiane - ogni settimana dovevano prelevare in canonica il fastello di copie loro assegnato e andare a distribuirle casa per casa alle famiglie cristiane, quelle vere. Niente cassette della posta, niente ascensori. Su e giù per le scale. Porta a porta, ma non alla maniera di Bruno Vespa. Una fatica bestia. Ricompensata, capirai, solo da una gita annuale in pullman - al santuario di San Romedio, sul Pasubio, a Passo Rolle - con pranzo al sacco. A carico dei viaggiatori, ovvio.

Già questa attività mi rende degno del premio Pirla patinato. Ma v’era di peggio. A fine mese, armato di un cartoncino ciclostilato con tante caselle da riempire che nella mia memoria coincide con la cartella delle tasse, dovevo compiere un giro aggiuntivo per battere cassa dalle predette famiglie cristiane, nella maggioranza dei casi famiglie che non arrivavano alla fine del mese, per dirla con don Sciortino. Ricordo come se fosse ieri la sconsolata espressione della signora Biolo, moglie di un metronotte, che si presentava alla porta scarmigliata, le mani umide di bucato, con due o tre delle sue innumerevoli figliolette aggrappate al grembiule: ogni volta chiedeva il rinvio dell’esazione. Oppure le lacrime che trovavo da asciugare in casa Bellenzier: una vecchia di 90 anni prigioniera a letto, che m’implorava di darle da bere. Ma come poteva un bambino porgere l’acqua a una persona che giaceva supina in posizione orizzontale se la cannuccia affondata nel bicchiere era di vetro? Mica si piega, il vetro. Tragedie così.

Si sarà anche trattato di lettori che mai avrebbero dovuto permettersi il lusso di sfogliare Famiglia Cristiana. Ma la cruda verità è che non si mandano i figli del popolo a riscuotere la mesata nel nome del Signore o di don Renato, perché quando chi deve saldare il conto non ha neppure i soldi per il pane, quello diventa un pizzo bell’e buono, anche se serve a finanziare la cosiddetta (allora) «buona stampa».

 

Don Sciortino dirà che questo triste passato non lo riguarda e che oggi sono soltanto le edicole e la pubblicità a pagargli lo stipendio. Nell’arte di svicolare è imbattibile. Secondo lui, quella che il direttore della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha affidato all’Ansa dopo gli ultimi stravaganti editoriali apparsi su Famiglia Cristiana, «non è una sconfessione» (la riporto per chi se la fosse persa: «Famiglia Cristiana non ha titolo per esprimere né la linea della Santa Sede né quella della Conferenza episcopale italiana»). Bisogna essere gnucchi oppure specializzati in free climbing sugli specchi per immaginare che il portavoce papale avverta il bisogno, a Ferragosto, di dettare alla più importante agenzia di stampa che quanto va scrivendo don Sciortino rappresenta la personale opinione di don Sciortino. Ma, anche volendo ipotizzare che nelle sacre stanze padre Lombardi sia confidenzialmente soprannominato Lapalisse, chissà come sarà venuto in mente a quei fessi di direttori dei quotidiani italiani di titolare in prima pagina che il Vaticano prende le distanze da Famiglia Cristiana.

Il responsabile del settimanale paolino ha questa puerile capacità di chiamarsi fuori accampando pretesti risibili. Piccolo aneddoto. Sette anni fa, alla vigilia di Natale, scoprii che dentro un Cd venduto con la sua rivista a 7.000 lire, che doveva contenere l’Hodie Christus natus est di Pierluigi da Palestrina, erano incise le canzoni dei Beatles. Scrissi un articolo in punta di penna. Appena digerito il panettone, don Sciortino m’inviò una piccatissima lettera in cui, anziché rimediare - come sarebbe stato suo dovere - alla certo involontaria frode commerciale, si dispiaceva per i lettori del Giornale, «che nello spazio “occupato” dalla sua penosa e, mi permetta, maliziosa elucubrazione mentale, avrebbero potuto trovare qualcosa di più significativo da leggere, almeno alla vigilia di Natale». Fin qui siamo allo stile dell’uomo. Poi però il sacerdote aggiungeva un’insinuazione, questa sì maliziosa: «Solo pochissimi dischi, ci assicurano, sono usciti dalle maglie del controllo elettronico finale: uno è capitato proprio a lei. Che strana coincidenza!». Neanche mi fossi procurato il Cd con l’aiuto di Cosa nostra. Peccato invece che provenisse dall’edicola. Resto comunque in attesa di ascoltare il Magnificat in luogo di Lady Madonna.

Vogliamo parlare della diffusione di Famiglia Cristiana? Un disastro. Ma il direttore permaloso non c’entra, ci mancherebbe. Vent’anni fa il settimanale vendeva 1.068.000 copie. Dieci anni dopo pressappoco lo stesso: 1.013.000. L’anno successivo fu affidato a don Sciortino e oggi ne vende 604.000 (ultima media mobile di 12 mesi, dati dichiarati dall’editore). Un calo del 40% abbondante. Qualsiasi direttore laico avrebbe già fatto harakiri. Lui no, ha fiducia nella divina provvidenza. Per cui si limita a dichiarare a Repubblica: «Della crisi risentiamo come tutti gli altri giornali». Insomma, non c’entra, non è mai colpa sua, dunque il suo editore, o il padre Lombardi di turno, non possono sconfessarlo. Si dà il caso che un’altra testata cattolica, il quotidiano Avvenire, nello stesso periodo preso in esame sia passato da 85.000 a 104.000 copie. Un aumento del 22% abbondante.

 

Del resto quando una rivista cristiana sceglie la discoteca Alcatraz di Milano per reclamizzare un restyling all’insegna dello slogan, applaudito da Dario Fo, «Non è mica casa e chiesa», poi non bisogna chiedersi perché tanti buoni credenti la caccino di casa e una moltitudine di parrocchie la rimuovano dal bancone della chiesa e neppure lamentarsi se in giro qualcuno la chiama Fanghiglia Cristiana.

Sempre a leggere La Repubblica di Ferragosto, pare che i redattori di Famiglia Cristiana, anziché prendersela con loro stessi e col direttore che li guida, abbiano «un diavolo per capello con Il Giornale e Libero», talché don Vincenzo Marras, direttore della radio dei Paolini, è potuto uscirsene con questo raffinato commento: «Figuriamoci, le accuse di un giornalista dei servizi segreti come Renato Betulla Farina». Bisognerebbe segnalargli, in ossequio alla correzione fraterna prescritta dal Vangelo, che il più famoso inviato speciale di Famiglia Cristiana a suo tempo fu arrestato con l’accusa d’aver compilato a scopo di lucro dossier illegali su importanti personaggi e risulta uno dei 34 indagati che un mese fa hanno ricevuto dalla Procura di Milano l’avviso di conclusione delle indagini sulla rete di spioni messa in piedi da Giuliano Tavaroli & company. Pare che questo collega fosse in «strettissimi rapporti con Pio Pompa, l’uomo del Sismi» (fonte: agenzia Il Velino), quando si dice il caso.

Ci fu un saggio direttore, don Giuseppe Zilli, che portò Famiglia Cristiana alla tiratura record di due milioni di copie. Purtroppo morì nel 1980 in un incidente stradale. La sera, prima di addormentarsi, pregava così: «Signore, fammi stufare cinque minuti prima dei miei lettori». Ci provi anche lei, don Sciortino. Magari ottiene la grazia.

Stefano Lorenzettostefano.lorenzetto@ilgiornale.it

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Leviathan che cita Famiglia Cristiana, supportata da Repubblica, ma che vi aspettate che dicano? Vi aspettate che facciano proposte alla soluzione dei problemi del paese? Lo sport preferito del trio e' attaccare l'attuale governo su tutto, anche sull'inattaccabile. Tristezza infinita :thumbdown:

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Mi sembra che si stia girando a vuoto, con parole prive di senso!

 

Chiunque, organo di stampa o privato cittadino, può attaccare qualsiasi governo, se non fosse altro, anche all'insegna del famoso detto "piove governo ladro!" (a proposito, dobbiamo consigliare a qualcuno di nostra conoscenza, di mettere tale slogan nel suo stemma di famiglia! :rotfl: ).

 

Il problema è che quando scrive qualcosa un organo di stampa, specificatamente cattolico, quale "Famiglia Cristiana", l'opinione pubblica è portata a credere che ciò che scrive, sia il pensiero ufficiale del Vaticano, se non del Sommo Pontefice in persona.

 

In questo caso, è stato importante e significativo che il Vaticano, ufficialmente, ha .... mandato a quel paese "Famiglia Cristiana", indirizzando un messaggio chiarissimo ai cattolici: se volete sapere quella che è la nostra opinione ..... leggete un'altra rivista!!!

 

Tutto qui.

 

Se non fossi stato in vacanza, avrei scritto esattamente queste cose, grazie Picpus.

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potrei chiedere di non politicizzare troppo l'evento? :helpsmile: stare a far differenze tra facisti e comunisti è un tantino superficialismo...

 

OT: per quanto riguarda il fascisti e la Santa Sede la faccenda è molto più complicata, per quanto ne so, per farla breve, è che il fascismo ha cercato di accaparrarsi la simpatia degli elettori cristiani elargendo diritti allo stato pontificio (se vi interessa il discorso posso approfondire, magari in altra sede)

Modificato da GreenPhoenix
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OT: per quanto riguarda il fascisti e la Santa Sede la faccenda è molto più complicata, per quanto ne so, per farla breve, è che il fascismo ha cercato di accaparrarsi la simpatia degli elettori cristiani elargendo diritti allo stato pontificio (se vi interessa il discorso posso approfondire, magari in altra sede)

..... magari in altra sede .... ma neppure in altra sede si può sostenere, senza mentire, che: "Il Vaticano a suo tempo appoggiò anche i fascisti... " e chi ha fatto questa incauta affermazione è invitato a ritirala!

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