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"Republic P-47 Thunderbolt"


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sono convinto che il P-47 debba la sua fama al fatto di essersi scontrato contro pochi e mal pilotati avversari...

si vabè, ma sta storia, sulla falsariga de "mancò la fortuna, non il valore" ha anche un po' stancato, dato che viene tirata fuori non appena gli aereissimi dell'asse prendevano legnate.

 

nel nostro caso, e questo lo dico in generale e non solo a te, è la seconda volta che ci si lancia in commenti del genere, supportati da argomenti, come detto, poco convincenti, se non del tutto campati in aria... sarebbe il caso di darsi una regolata e di impostare un discorso basato su qualcosa di concreto.

 

poi, se è l'antipatia verso una determinata macchina o paese/schieramento a muovere i commenti... là c'è ben poco fare, anche come attività sul forum.

Modificato da vorthex
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se per contro l'argomentazione è "hanno vinto la guerra, sono aerei migliori" lascia il tempo che trova... ed è una sciocchezza bella e buona...

l'asse non avrebbe vinto neanche con gli F-22 Raptor... sai com'è quando dichiari guerra al resto del mondo... poi mi sfugge quando gli aerei dell'asse avrebbero preso "legnate"... come i russi all'inizio di Barbarossa, i francesi, i polacchi, gli stessi inglesi appena hanno scoperto cosa volesse dire combattere fuori casa a Dieppe... tranne forse qualche clamoroso episodio nella battaglia d'Inghilterra... ovvio che se sei in 5 contro 500 soccombi..

 

 

nelle memorie di Kurt Buehligen emerge come i P-47 non rappresentavano una minaccia così pericolosa... e lo stesso Visconti li definiva "Facili" da affrontare ... e volava su un Macchi, non su un Dora!!!

 

ripeto: ottimo aereo che ha combattuto in condizioni di superiorità... ma inferiore come progettazione e prestazioni a Spitfire e la serie FW... e strategicamente meno rilevante del Mustang

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papo90 non capisco questa tua avversione verso il P-47. E' uno strumento che ha servito allo scopo, nelle condizioni in cui operava. Gli alleati sapevano di avere la superiorità aerea, e hanno mandato l'artiglieria pesante per devastare le linee di rifornimento dietro alla linea del fronte. I bombardamenti d'interdizione li facevano altri aerei, la superiorità aerea la davano altri aerei. Era un velivolo progettato per essere molto specializzato, ne più ne meno che come il suo erede spirituale, l'A-10 Thunderbolt. Che vogliamo fare? Vogliamo rispolverare il vecchi detto "la storia la scrivono i vincitori" su queste argomentazioni?

 

Rimani in tema, il tema del topic è il P-47.

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tranne forse qualche clamoroso episodio nella battaglia d'Inghilterra... ovvio che se sei in 5 contro 500 soccombi..

si ma vedi, il nocciolo della questione è proprio questo: spezzare questo sillogismo per il quale ogni sconfitta aerea dell'asse (su tutti i fronti) ha come principale, se non unica, causa lo strapotere numerico degli alleati. è un atteggiamento molto comune tra gli appassionati di aerei dell'asse ed è altrettanto incorretta, perchè lo strapotere dei numeri arrivò relativamente tardi e la guerra fu decisa prima e, tranne gli episodi da te citati e qualche altro, la superiorità aerea non fu mai dell'asse, o fu assai combattuta... altrimenti la guerra l'avrebbero vinta loro.

 

nelle memorie di Kurt Buehligen emerge come i P-47 non rappresentavano una minaccia così pericolosa... e lo stesso Visconti li definiva "Facili" da affrontare ... e volava su un Macchi, non su un Dora!!!

dovresti sapere anche tu che i racconti degli assi, in una guerra mondiale, lasciano il tempo che trovano, per la loro unicità ed intanto Visconti fu abbattuto proprio da un P-47... quindi, fermo restando la maestria dell'asso, di che stiamo parlando?

 

ripeto: ottimo aereo che ha combattuto in condizioni di superiorità... ma inferiore come progettazione e prestazioni a Spitfire e la serie FW... e strategicamente meno rilevante del Mustang

Papo90, però decidiamoci sui giudizi su! fermo restando che il P-47 non è mai stato "l'aereo finale", ci sono ben altri medoti per criticarlo e farne un discorso costruttivo e valido come contenuti per un forum, come è già stato fatto su altre discussioni, per altri aerei.

Modificato da vorthex
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mi complimento con vorthex per il suo atteggiamento di storico serio. Sono d'accordo, si da per scontato che l'Asse possedesse tutte le virtù tecniche morali e di intelligenza per vincere meritatamente la guerra, se...non fossero stati sconfitti dalla superiorità di mezzi dei plutocrati americani e dall'onda umana dei sovietici mezzo schiavi e mezzo fanatici. La colpa è in buona parte è degli stessi vincitori ansiosi di giustificare in questo modo le batoste iniziali e di esaltarsi, esaltando l'avversario.Tonnellate di parole sono state e vengono spese sull'interrogativo " perchè i tedeschi hanno perso la guerra" e cosa sarebbe successo se...Mai qualcuno che si chiedesse come i francesi avrebbero potuto fermare il "colpo di falce". Il ricognitere del Tone che non parte sfortuna, i segnali radar trascurati a Pearl Harbour dimostrazione della stupidità americana.

La realtà è semplice: gli alleati impararono le lezioni dei tedeschi,la loro industria recuperò il gap di chi aveva ricevuto interesse e finanziamenti prima.

Il P47 doveva scortare i bombardieri, è in questo rupolo che va giudicato, tenendo presente l'epoca di sviluppo.

Il mustang probabilmente era miliore , ma arrivò un pò di mesi dopo e i mesi in guerra sono lunghi

Modificato da cap.med.cpl.
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  • 2 anni dopo...

Peccato un paio d'anni trascorsi senza più posts sul P-47, il mio preferito tra i caccia/cacciabombardieri dell'USAAF (l'aereo che in assoluto preferisco è il Corsair nella variante F4U-4, usato dai Marines nella primavera 1945 ad Okinawa).

Ce ne sarebbe da dire, non fosse altro che per raddrizzare alcune delle solite e ormai ritrite (fino a diventare stantie) affermazioni che si comincia a leggere all'età di 13 anni su qualche 'Enciclopedia degli aerei della 2à G.M.', e proseguono poi fino ad arrivare, probabilmente, a ritrovarsi ... sessantenni con ancora molta fede in cose che lasciano perplessi.

 

Visconti è stato abbattuto dal Lt. Eddy del 350th F.G., 12th Air Force, su P-47D il 24 Marzo 1945 e si è salvato a fatica rimanendo ferito -in modo non grave comunque - ma la cosa che avrebbe scandalizzato probabilmente qualche legione di 'nostalgici' e specialmente gli irriducibili del Me-109G è che per una volta (ma NON erano poche volte tutto sommato..) un qualcosa come 16 Me-109 della RSI hanno attaccato col vantaggio dell'iniziativa qualcosa come 4, non di più, P-47D.

I piloti americani hanno reagito in modo eccezionale, o forse non tutti quelli Italiani erano in quel frangente super-esperti (un motivo per perdere la guerra alla fine ci vuole - inutile stare a girarci intorno) e hanno abbattuto immediatamente un Me-109G uccidendo il suo pilota.

Un danno non troppo grave al motore ha poi costretto un Americano ad allontanarsi, scortato da un collega; i due rimasti hanno danneggiato seriamente un secondo Me-109 che ha dovuto scendere in emergenza, dopodichè Visconti stesso ha scelto di attaccare frontalmente un P-47 (Lt. Eddy) che non ha rinunciato alla 'sfida'. Le raffiche hanno centrato in pieno il Me-109 pur da questa non facile posizione d'attacco (velocità sommate che salgono in modo impressionante) e Visconti ha dovuto lanciarsi.

 

I due americani si sono poi sganciati in picchiata e sono tornati alla loro base di Pisa, dove gli altri due colleghi erano già arrivati Ok poco prima. Quindi un signor risultato: combattimento di 4 vs. 16, due avversari distrutti e uno seriamente colpito (un pilota morto e due feriti) contro il danno di 1 colpo cal. 20mm a segno su un P-47.

Esempi così ce n'è mica pochi (quello del successivo 2 Aprile 1945 è qualcosa di clamoroso, nonchè rimasto totalmente frainteso e riportato nei modi più sbagliati possibile lungo quarant'anni) per tacere di quelli verificatisi sulla Germania.

 

E sul Giappone, perchè no. Piloti del 318th F.G. basati a Ie Shima (appena al largo di Okinawa) nel periodo Maggio-Agosto 1945 sono stati più volte in inferiorità numerica in certe situazioni tattiche decisamente critiche - formazione sparpagliata dovendo attraversare tempeste tropicali che arrivavano a 7.000 metri, carburante ormai basso, serbatoi sganciatisi in modo irregolare ed aereo completamente sbilanciato mentre gli 'Hayate' giapponesi decidevano quando e come e se attaccare, trovandosi d'altronde a casa propria - e riuscivano a fare meraviglie con la variante -N del Thunderbolt...

Ferro da stiro probabilmete, e infatti ne ha 'stirati' un sacco...

 

Proprio il P-47 modello N, credo, potrebbe bessere quello su cui sono state spese meno parole dalla cosiddetta stampa specializzata.

 

Secondo me immeritatamente, visto che ha compiuto ben più di qualcosa pur se arrivando ad essere operativo in zona di guerra ormai decisamente tardi, e con (relativamente) poche unità. Questo bolide che poteva arrivare a decollare, in casi estremi, con pesi fino a 9,6 tonnellate (!!!!!!) era veloce quasi come la 'sprint version' P-47M del teatro europeo, nonchè dotato di autonomia praticamente come il Mustang.

Il 318th Fighter Group si installò su Ie Shima a fine Aprile 1945, appena l'isoletta fu dichiarata sicura e sgombra da difensori Giapponesi - poche miglia più in là, Okinawa era nel mezzo dei combattimenti più forsennati di tutto il Pacifico. Una volta riadattato il campo d'aviazione ex-giapponese lo stormo cominciò l'attività bellica vera e propria il 13 Maggio, quindi circa 95 giorni di guerra in cui sorprendentemente (o forse no?) i piloti USA riuscirono a scontrarsi con quantità non indifferenti di caccia giapponesi, sia della Marina che dell'Esercito - un mix di parecchi modelli.

 

Provo a postare alcuni dettagli forse poco conosciuti.

Tra il 13 e il 17 Maggio ogni pilota operativo del 318th aveva compiuto almeno un decollo da Ie Shima con il P-47N. Come diceva un pilota, ogni partenza per una missione era qualcosa di 'agghiacciante'. Invece dei 1.800 metri di asfalto liscio e asciutto necessari per staccare con sicurezza dalla pista i loro mostri pesanti 96 quintali (tra cui sempre, come minimo, 2.600 litri di benzina e magari di più, e 10 razzi HVAR + 3.600 colpi per le mitragliatrici) i piloti si trovarono con una pista di soli 1.130 metri e superficie in roccia corallina triturata e compressa - ma pur sempre roccia, e sovente bagnata. Gli incidenti in fase di decollo non si fecero aspettare troppo, e risultavano quasi sempre letali.

Se a Iwo Jima i più celebrati P-51D Mustang (Fighter Groups 15th, 21st, e 506th) dovevano in certe condizioni staccarsi dalla pista con pesi fino a 5,8 tonnellate, a Ie Shima i P-47N Thunderbolts si sono trovati in certi casi a portare fino a tre serbatoi esterni, con un pazzesco totale di benzina (interna + esterna) pari a 3.020 litri.

 

Un pilota al suo primissimo decollo tagliò l'estremità ad un paio di alberi, ma riuscì per un pelo a staccarsi da terra. Come raccontava il Maj. Paul Fotjik:

 

Ci si piazzava all'estremità assoluta di inizio-pista per sfruttare ogni possibile pollice di corsa di decollo... davamo gas al 100%, pieno turbo compressore, ma anche l'iniezione d'acqua (per la surpotenza di emergenza ad alta quota) quindi una bestialità a terra, ma non c'era altro modo. Speravamo sempre di non disintegrare qualcosa nel motore.

 

'...appena la coda si sollevava, ancora da fermi (!!) mollavamo i freni, una cosa da rabbrividire. Flaps abbassati, motore che urlava i suoi 2.400 HP, ma con 10 razzi e due enormi serbatoi sotto le ali ci vedevamo sempre TROPPO lenti, una cosa eterna e angosciante...

'...dopo aver evitato un grande terrapieno presente all'altra estremità, per fortuna Ie Shima aveva uno strapiombo di circa 125 metri sul mare, in direzione Nord. Come dire che potevamo permetterci una bella e inevitabile spanciata di un centinaio di metri, almeno, giù in basso verso l'Oceano Pacifico mentre il Jug cercava disperatamente di prendere sempre più velocità.

Quante scie hanno lasciato parecchi di noi sull'acqua, quando quasi la toccavamo con l'elica...'

 

E alcuni di noi, in più, hanno lasciato anche qualche traccia di pneumatici su quel maledetto terrapieno.'

 

 

Mentre mi ricordo - e questa è DAVVERO una cosa che conoscono magari 1 su 10.000 del pubblico generico, purtroppo non si legge praticamente mai neppure su pubblicazioni anglosassoni ben fatte - il 318th Fighter Group della 7th Air Force potrebbe essere l'unico reparto dell'USAAF nella 2° G.M. ad aver fatto in tempo a usare operativamente la M3, l'allore ultima e nuovissima variante della mitragliatrice Browning cal. .50., AN/M2 per uso aereo.

 

Non ho trovato conferma se tutti i P-47 di Ie Shima ne sono stati retrofittati a partire da inizio Giugno 1945, o soltanto una parte di essi. Risulta dai documenti dell'Ordnance Department che "only some 2,400 M3s were completed before September 1945..." , il primissimo prototipo aveva passato i bestiali tests delle varie prove nella tarda estate - autunno 1944, e verso fine Aprile 1945 (siglato T25E3 ) era praticamente stato ufficializzato come M3 . La velocità di sparo era un favoloso 1.160 - 1.200 colpi al minuto contro i circa 840 - 860 della normale AN/M2. In pratica la quantità di colpi sparati in una data raffica era esattamente come per gli Hurricane e Spitfire della Battaglia d'Inghilterra, ma con una portata ed effetti distruttivi ben diversi.

In ogni caso, almeno una parte dei Thunderbolt del 318th ne fu dotata. E così il già potente P-47 si trovava a poter sparare qualcosa come circa 310 colpi in 2 secondi... pazzesco, e forse persin controproducente come durata ragionevole della riserva munizioni.

 

Non vi è conferma che ogni arma abbia avuto la dotazione massima che la scatola porta-munizioni poteva contenere, cioè un nastro da 500 cartucce - in pratica come da progetto originale, per la verità; probabilmente no, ma se anche fosse stato poteva significare al massimo 25 o 26 secondi di fuoco, mica di più.

Per curiosità, un ulteriore sviluppo della M3 tentato dalla ditta Frigidaire (ma non standardizzato dai militari) siglato T36 è riuscito nell'autunno 1945 ad arrivare, per brevi periodi prima del surriscaldamento, a 1.460 colpi ciclici al minuto. In pratica, 24 colpi al secondo.

 

 

Sempre per curiosità,

 

nell'ipotesi che il Thunderbolt modello -N in dotazione al 318th Fighter Group abbia davvero operato con la massima quantità di munizioni trasportabili nelle ali (500 colpi x 8 = 4.000 colpi) dopo aver ricevuto le nuove mitragliatrici M3, la lunghezza totale dei nastri di cartucce sarebbe stata qualcosa come... quasi 98 metri.

E il loro peso, circa 520 Kg.

 

Qualche ulteriore cosina relativa al 318th F.G. della 7th A.F., se ancora gli utenti non si sono stancati.. :whistling: :whistling: - ritengo che un pò di giustizia si dovrebbe fare a favore di teatri operativi meno 'blasonati' che non quello Europeo, da sempre più o meno ben coperto dall'editoria.

 

La pista in roccia corallina alla base di Ie Shima fu progressivamente allungata dai 1.130 metri originali (e tragicamente insufficienti) fino a ben... 1.280 metri, ovviamente si decollava ancora con parecchi rischi; l'elevata temperatura ambientale non aiutava, anzi. Per un sicuro distacco da terra con dei mostri pesanti fino a 9,7 tonnellate bisognava disporre di almeno 1.800 metri e questo era impossibile.

Non pochi incidenti dall'esito fatale hanno tormentato, in pratica, il tour operativo del reparto ancora attraverso Giugno e fin verso la fine di Luglio, anche se almeno le soddisfazioni in termini di combattimenti aerei non sono mancate - anzi, il 318th è stato il più 'fortunato' in questo senso, dei tre Groups di P-47N presenti a Ie Shima (gli altri due però, giunti lì proprio nelle ultime settimane di guerra).

Dal primo combattimento di notevoli proporzioni il 24 Maggio fino all'ultimo del 14 Agosto, il 318th Fighter Group ha abbattuto (confermati) 116 aerei Giapponesi più parecchi altri registrati come 'danneggiati' ma che, oggettivamente, potevano anche non essere più rientrati alle basi metropolitane data la distanza da percorrere al ritorno sopra l'oceano.

 

Il grosso comunque si è avuto tra il 24 Maggio e il 10 Giugno 1945, dopodichè le condizioni meteo sovente orrende e la progressiva riduzione di bersagli utili hanno marcato un deciso calo nelle vittorie dei Thunderbolts.

La giornata campale si era avuta il 25 Maggio.

 

(segue)

 

 

Quel 25 Maggio 1945 28 piloti del 318th erano in volo per i campi d'aviazione Giapponesi situati in Kyushu, da cui partivano le formazioni di Kamikaze e i caccia che li scortavano diretti verso Okinawa.

Trovarono però condizioni meteo proibitive e dovettero alleggerirsi almeno delle bombe (ognuno ne portava due da 460 Kg.) sganciandole in mare. I P-47 che avevano a bordo razzi aria-superficie HVAR da 5" li conservarono, ma al ritorno verso Ie Shima gli Americani si trovarono nel bel mezzo di un raid di kamikaze di impressionanti proporzioni, avente come bersagli le numerosissime unità dell'US Navy stazionate al largo di Okinawa (l'isola stessa si trova a qualche miglio da Ie Shima).

 

I piloti Americani trovarono una massa totale di aerei giapponesi che poteva avvicinarsi a 400 unità, tra Kamikaze veri e propri e monomotori da caccia che cercavano di proteggerli, in ogni caso andarono all'attacco da quota superiore sfruttando i passaggi di mitragliamento ad alta velocità onde non farsi coinvolgere in 'dogfights' con gli Zero - forse erano presenti anche alcuni 'Shiden-Kai'.

Nella battaglia aerea con il 318th furono confermati abbattuti 34 Giapponesi, contro nessuna perdita da parte americana. L'intercettazione scompaginò la formazione giapponese che arrivata in prossimità di Okinawa trovò comunque, allertate, le difese contraeree navali e soprattutto caccia F6F e F4U presenti in quantità.

In particolare il Lt. J. Anderson del 318th riuscì ad eliminare da parte sua 6 caccia giapponesi, consumando nell'azione 3.185 colpi di mitragliatrice su 3.400.

 

Frank.

 

 

Invece, un altro reparto su P-47N sempre a Ie Shima - il 507th Fighter Group - fu quello che combattè per l'USAAF l'ultma battaglia di proporzioni degne di nota nella 2° G.M. (gli ultimissimi scontri del 15 Agosto videro impegnati aerei dell'US Navy).

 

Il giorno 13 Agosto il 507th partì da Ie Shima per una lunghissima 'sweep' di caccia libera ('Mission 507 - 35') verso la Corea occupata, in cerca di aerei Giapponesi da impegnare in combattimento; si prevedeva un volo totale di almeno 8 - 8 1/2 ore.

Dopo più di quattro ore in aria e a circa 9.200 metri di quota i 38 piloti rimasti in formazione (come al solito qualche 'abort' per cause tecniche non mancava mai) arrivarono su Seoul, all'epoca Keijo, in tempo per ingaggiare battaglia contro una cinquantina di caccia giapponesi dell'Aviazione dell'Esercito che erano partiti per intercettarli. Dai documenti d'epoca rinvenuti da parte giapponese si è risaliti alle due unità impegnate: i 'Sentai' #22 e 'Sentai' #85 basati non lontano da Keijo, che volavano in maggioranza col monomotore Ki-84 'Hayate' (in codice Alleato, 'Frank').

 

Le varie squadriglie erano comunque a non più di 2.500 metri circa di quota quando i Thunderbolts gli arrivarono addosso, e 22 'Hayate' furono distrutti contro un solo P-47 perduto (il pilota rimase prigioniero due giorni...). La missione durò in tutto 8 ore e 22 minuti.

Stranamente i reports da parte Giapponese menzionano i caccia Americani come 'Mustangs'. Tra i piloti rimasti uccisi, anche il comandante del Sentai #85.

 

Modificato da vorthex
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Too kind... B-)

Dal diario del Lt. Urban "Ben" Drew, 414th F.G., Iwo Jima (oltre i tre groups di P-47- N basati su Ie Shima, un altro si trovava anche ad Iwo Jima assieme ai P-51D):

 

'decollavamo con i nostri Jugs della variante -N consumando più di un miglio di pista, con tre serbatoi esterni (2 ali, + 1 pancia) e tutta la benzina contenuta internamente si arrivava a un carico totale di quasi 800 galloni (* volendo essere pignoli 794 galloni, pari a 3.020 litri),

mi domandavo ogni volta se ce l'avremmo fatta... per fortuna la nostra pista ad Iwo finiva verso uno strapiombo che ci lasciava 'spanciare' un pò mentre acquistavamo più velocità (* comunque inferiore ai circa 125 metri dello strapiombo di Ie Shima).

 

"... da quel momento in poi ogni cosa era mirata a conservare carburante, pur con la quantità che l' -N poteva trasportare. Un circuito completo sopra la base era sufficiente a metterci in formazione ordinata, poi cominciavamo un profilo di salita poco cabrato fino a raggiungere i 20.000' (circa 6.100 m.)

Era la quota ottimale per il consumo, più in alto non serviva perchè ormai non si scortava più alcun bombardiere in quella ultimissima fase di guerra - perlomeno, non noi nel Luglio 1945 partendo da Iwo Jima.

 

" Per il decollo mettevamo SEMPRE il selettore carburante sul serbatoio principale di fusoliera. Poi si passava al serbatoio esterno centrale (appeso sotto al ventre) e in seguito ai due esterni subalari, consumando alternatamente per tenere l'aereo bilanciato più che potevamo,

"... nei circa 16 - 18 minuti necessari per arrivare a 20.000' il P-47N consumava praticamente tutto il serbatoio centrale esterno, qualcosa come 110 galloni !! (* sarebbero quindi, circa 415 litri. Sembra pazzesco!).

 

"...e raggiunti i 20.000' ci stabilizzavamo in crociera a velocità I.A.S. 185 MPH (* 300 Km/h) e direzione 355°, e arrivati alla costa del Giappone anche gli altri due esterni coi loro 325 galloni (* circa 1.250 litri) erano già stati svuotati e sganciati.

Sotto di noi nient'altro che l'oceano all'andata e al ritorno. In pratica noi si arrivava sopra il territorio giapponese con ancora 355 galloni (* circa 1.350 litri) contenuti internamente, e quelli dovevano bastare per la 'sweep', l'eventuale combattimento aereo, e il viaggio di ritorno a Iwo Jima..."

 

 

Personalmente mi viene da considerare che sì, in effetti in quelle zone di guerra gli ultimi mesi potevano riservare agli Americani meno combattimenti aerei e quindi meno rischi diretti di quanto invece gli ultimi mesi sulla Germania potevano comportare.

Ma al solo immaginare il paesaggio e i rischi secondari, indiretti mi mette i brividi. In pratica un monomotore con 12 o 18 pistoni che non dovevano fermarsi mai, la vita appesa al salvagente che si portava assicurato sul torace subito sotto le cinghie del paracadute, e un canotto gonfiabile già all'avanguardia per allora - ma solo e sempre un canotto.

Duro come la pietra finchè era impacchettato e faceva da sedile per il pilota (uno striminzito cuscino messo tra natiche e canotto non alleviava di granchè), dopodichè una volta gonfiato in acqua conteneva esattamente un uomo e il suo carico di preoccupazione.

 

* Domanda di curiosità - io ho impiegato un bel pò a capirlo, nonostante avessi messo le grinfie su un canotto originale: Perchè il canotto che una volta gonfiato era di un bel colore giallo acceso all'esterno (visibilità per i soccorritori), era invece di color azzurro-celeste da sotto?

* La risposta riflette la realtà che un aviatore sperduto nell'Oceano si trovava ad affrontare: si supponeva che il colore celeste si mimetizzasse col colore del cielo così come visto da sotto il pelo dell'acqua... e uno squalo, forse, avrebbe saltato un pasto a base di 'Aviatore Americano' (!!)

 

 

ps, nonostante gli sforzi enormi e ammirevoli del US Material & Research Department nel fornire agli aviatori il meglio del meglio, è chiaro e comprensibile che a volte si andasse un pò 'a tentoni'. Nessuno forse ancora oggi ha capito se gli squali vedono i colori oppure no, magari non li distinguono ma l'intuizione di 70+ anni or sono è di per sè, secondo me, niente male.

Lo stesso dicasi per i cosiddetti pacchetti 'Shark Chaser' - letteralmente 'che manda via lo squalo', ma in tempo di guerra non si è ben capito (nonostante molti esperimenti) se quella particolare sostanza avrebbe davvero tenuto alla larga i pesciolini, una volta sparsa a chiazza attorno alla persona.

Per la verità c'era in realtà un modo certo al 100% per saperlo... ma forse non avranno trovato il volontario ( :whistling: :whistling: )

 

Un piccolo O.T.:

 

Urban 'Ben' Drew il 7 Ottobre 1944 volando su un P-51D del 361st Fighter Group (8th Air Force) distrusse due Me-262 a reazione che stavano prendendo velocità dopo il decollo dalla base di Achmer-Hesepe in Germania.

Una cosa curiosa è che, nonostante lui abbia sempre sostenuto di aver visto distintamente entrambi i caccia schiantarsi ed esplodere (i serbatoi erano pieni di cherosene) per colmo di sfortuna la cinepresa quel giorno non aveva funzionato - nè vi erano colleghi in grado di convalidare. Dopo quasi quarant'anni, tuttavia, un pilota redesco che quel giorno vide da terra l'intera azione si offrì di confermare il tutto e le due vittorie gli sono state riconosciute.

 

Il pilota tedesco era Georg Peter Eder, del 'Kommando Nowotny'

Modificato da vorthex
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Non lo sapevo. Avevo letto a suo tempo che alcuni tipi di generi di sostentamento erano stati forniti al Kon-Tiki dall'US Army, magari potrebbe essere come dici - forse l'autore dell'articolo che ho letto anni fa può aver messo assieme materiali dell'Army propriamente detta con qualcosa della Navy, chi può escluderlo.

 

piccolo o.t. - mentre mi è stato abbastanza facile mettere assieme tra le altre cose anche una raccolta di almeno un esemplare per ogni modello di sea dye marker (pacchetti contenenti fluorescina, che colorano di iridescenza verde l'acqua marina) dal 1942 al 1995, ho posseduto soltanto due esemplari di shark chaser e solo per il dopoguerra.

Quelli che usavano gli aviatori US Navy dalla primavera 1944 all'estate 1945 sono ultra-rari. L'articolo è davvero il solo ed unico (ma tutto sommato, non così determinante) pezzo di equipaggiamento che manca sul manichino full-size di pilota navale di F6F Hellcat, che ho completato qualche anno fa - per il resto, completissimo al 100%.

 

 

Alla fine si può dire che il Thunderbolt modello N ha avuto nel settore del Pacifico settentrionale una parte di importanza pratica, simile a ciò che il modello M ha avuto in Europa settentrionale in ambito di battaglie aeree: cioè, di pochissimo rilievo in genere se si esclude il 318th Fighter Group, che da solo ha abbattuto 116 aerei Giapponesi confermati.

 

Ma gli altri tre Groups con questa versione non arrivano, messi assieme, neanche alla metà di una cifra simile. Ovviamente il 318th aveva cominciato l'attività fin da metà Maggio 1945 e la 'selvaggina' era (relativamente parlando) ancora abbondante, pensando a quanti Giapponesi si avvicendavano nei cieli attorno a Okinawa.

Per il P-47M in Europal ancor meno combattimenti sostenuti, e pochissime vittorie. I tantissimi problemi al motore avevano portato via quasi tre mesi di attività al 56th Fighter Group (unico ad averli in Europa) e questo si traduceva in quasi 100 giorni di assenza dalla scena - perlomeno con l'M. Il reparto aveva senz'altro ancora una parte dei -D 30, precedenti la variante -M.

Modificato da vorthex
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Per quanto riguarda la mitragliatrice M3, posso anch'io confermarne l'impiego su almeno una parte dei P-47N. Un sito indica però una riduzione da 8 M2 a 6 M3, forse per questioni di riserva munizioni. Per inciso, sembra che anche i P-47M potessero imbarcare 8 armi, con 6 la velocità aumentava lievemente.

 

Ricordo di aver letto che alcuni B-29 hanno anch'essi montato le M3, esclusivamente sulla torretta quadrinata superiore/anteriore, ma non trovo in rete alcun supporto in tal senso. L'hanno sicuramente imbarcata i P-51H ma i pochi esemplari che hanno visto luce prima della fine del conflitto non hanno preso parte ad alcuna azione.

 

Un sito che ho già postato da qualche parte:

 

http://www.historyofwar.org/articles/weapons_P-47_pacific.html

Modificato da Gian Vito
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Grazie GianVito,

non sapevo dei B-29. Tutte le foto di P-47N del 318th che ho visto lungo gli anni (libri, web) mostrano sempre esemplari con 8 armi, ma nessuna didascalia che possa discriminare se e quali avevano le M3.

Lo stesso per gli -M in Europa. Avevo letto qualcosa (su Internet) circa le armi ridotte a 6, ma visto solo e sempre foto di esemplari operativi alla base di Boxted in Inghilterra (Marzo - Aprile 1945) che sfoggiano chiaramente 8 mitragliatrici. Nè alcun report di piloti e/o specialisti che dicano della novità.

 

E' vero che le 'fissazioni' di parecchi piloti circa gli accorgimenti per guadagnare una manciata di Km/h in più di velocità erano sovente qualcosa... di notevole :huh: , come rimuovere il sempre utile specchio retrovisore oppure far trascorrere ore allo specialista che togliesse la verniciatura al solo bordo alare, più 3 applicazioni di polish e cera - neanche si trattasse di eseguire delle gare di velocità in volo orizzintale, cronometrate.

A questo punto il peso di un nastro da 450 colpi (52,5 Kg) + il peso di una mitragliatrice (29 Kg.) = neppure 82 Kg. sbarcati da ognuna delle ali... se il motivo era questo, come presumo, l'aereo alleggerito di 'ben' 163 Kg. significava praticamente nulla.

Perlomeno, questa è la mia sensazione..

 

 

Inoltre - sempre a quanto mi risulta - nessuna fonte precisa se sono stati soltanto i P-47M di Boxted a impiegare nelle ultime 5-6 settimane di operazioni una nuova munizione altamente incendiaria, siglata T-48, che a quanto sembra era stata pensata per accendere senza difficoltà il cherosene a bassa gradazione dei Me-262 tedeschi.

L'impressione nasce dal fatto che, su alcuni libri, grande enfasi è posta sui micidiali attacchi contro i campi d'aviazione sferrati dal 56th Fighter Group in quel periodo e culminati nel 'macello di Eggebeck' del 13 Aprile 1945 (quasi 100 aerei della Luftwaffe annientati al suolo, contro un solo P-47 perduto; 78.070 colpi sparati in 339 passaggi di mitragliamento).

Soltanto questo reparto di P-47 viene citato quando si menziona la cartuccia T-48 che si impiegava in queste missioni di mitragliamento, perciò è quasi automatico fare 2+2 = 4.

 

Però se la logica serve ancora, viene da pensare che NON dovrebbe essere così. E' vero che negli ultimi 4 mesi di guerra soltanto il 56th impiegava ancora i Thunderbolt, ma allora una munizione pensata contro i jet tedeschi (attivi in discrete quantità fin da Ottobre 1944) doveva andare per forza a finire anche su tutti i reparti dotati di P-51 - quasi una quindicina.

 

Mi viene da pensare che in qualche modo una 'riserva' di P-47D-30 doveva essere disponibile a Boxted in quei primissimi mesi del 1945, sennò con tutti i guai davvero gravi che il motore dell'M causava di continuo, il 56Th F.G. non avrebbe più volato dai primi di Gennaio fino a metà Marzo...

Alla fine questa 'sprint variant' del Thunderbolt non ha fatto praticamente differenza nei combattimenti aerei - è già tanto se hanno potuto impiegarlo in modo più o meno regolare e continuativo per circa cinque settimane prima che l'8th Air Force terminasse le operazioni (25 Aprile).

 

 

Questo fantastico P-47D-28 con i colori del 78th Fighter Group, 8th Air Force apparteneva alla 'Flying Machines Company' con sede al Duxford Airfield nel 1992 (tra l'altro, proprio lo stesso campo dove il 78th aveva la sua base quasi 50anni prima),

qui l'ho fotografato il 16 Giugno 1992 a Boscombe Down durante il biennale 'Air Tattoo'.

 

013.jpg

Modificato da vorthex
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  • 4 mesi dopo...

se per contro l'argomentazione è "hanno vinto la guerra, sono aerei migliori" lascia il tempo che trova... ed è una sciocchezza bella e buona...

l'asse non avrebbe vinto neanche con gli F-22 Raptor... sai com'è quando dichiari guerra al resto del mondo... poi mi sfugge quando gli aerei dell'asse avrebbero preso "legnate"... come i russi all'inizio di Barbarossa, i francesi, i polacchi, gli stessi inglesi appena hanno scoperto cosa volesse dire combattere fuori casa a Dieppe... tranne forse qualche clamoroso episodio nella battaglia d'Inghilterra... ovvio che se sei in 5 contro 500 soccombi..

 

 

nelle memorie di Kurt Buehligen emerge come i P-47 non rappresentavano una minaccia così pericolosa... e lo stesso Visconti li definiva "Facili" da affrontare ... e volava su un Macchi, non su un Dora!!!

 

ripeto: ottimo aereo che ha combattuto in condizioni di superiorità... ma inferiore come progettazione e prestazioni a Spitfire e la serie FW... e strategicamente meno rilevante del Mustang

 

 

Facendo caso anche ad altri posts, mi sembra di notare una notevole quantità di astio nei confronti dei piloti Alleati - e quindi le loro macchine, le loro vittorie, i loro eroismi e le loro imprese.

Poi per carità i motivi magari ci saranno pure, ma personalmente (parlando per me) lo vedo come un sistema che tralascia il mettere giù fatti e informazioni a ragion veduta - non si citano documentazioni, vere ricerche, reports, aneddoti di aviatori, interviste ai piloti, eventuali novità uscite fuori a distanza di anni, etc. Mi pare un pochino comodo.

 

Kurt Buehlingen, può parlare a nome di tutta la Luftwaffe? Il fatto che tra le sue vittorie figurino numerosi P-47, ne fa la fonte di verità assoluta? Minaccia non pericolosa??? Siamo certi che i suoi circa 1.900 colleghi che hanno avuto l'aereo segato in due pezzi, o esploso sotto le bordate di colpi dei P-47, la pensavano esattamente come lui?

"Strategicamente meno rilevante del Mustang" (!?!) quando invece proprio il P-47 ha spezzato la schiena alla Luftwaffe nei critici mesi dal Luglio 1943 al Febbraio-Marzo 1944 (forse non è un particolare molto conosciuto, ma i P-51 hanno appena cominciato a far sentire qualche effetto non prima del Marzo '44; precedentemente erano aerei assolutamente non messi a punto, e anche un semi-incubo per molti dei loro stessi piloti).

 

** A proposito di Visconti: forse ha veramente fatto quell'affermazione, forse no - ma proprio da un P-47 lui è stato abbattuto il 14 Marzo 1945, qualcuno conosce i dettagli?

Mi permetto di citare velocemente com'è realmente andata, ma la cosa notevole è che alcuni ricercatori Italiani hanno ricostruito trent'anni fa l'esatta dinamica dei fatti (come dire, 'cosa vogliamo più di così....' ) tramite una vera valanga di dati e confronti. I risultati sono apparsi sul mensile si aeronautica "JP-4", numero di Marzo 1989.

Comunque: quel giorno, quattro P-47D-28 del 346th Fighter Squadron, 350th Fighter Group, 12th Air Force (si conoscono i loro nomi e codici di chiamata radio) decollati da Pisa

e incaricati di scortare una formazione di B-25, sono stati attaccati da quota superiore da sedici (16) Me 109G-10 del 1° Stormo Caccia decollati da Malpensa - anche di essi si conoscono i nomi, e addirittura le matricole di qualche loro aereo.

Per la verità erano in procinto di partire ben 19 Messerschmitt, ma guasti improvvisi hanno tenuti 3 aerei fuori della mischia.

 

I 16 Me-109 giunti in quota hanno impegnato combattimento contro la sezione dei 4 Thunderbolts (codice di chiamata radio, "Minefield Yellow"), ma questi in circa un minuto e mezzo hanno colpito e abbattuto due Messerschmitt, i piloti entrambi deceduti. Poi un leggero danno al motore di un P-47 ha fatto rientrare questo aereo verso la base di Pisa, con un collega a proteggerlo (2nd Lt. Ellis e 1st Lt. Bergeron).

I due Thunderbolts rimasti (a questo punto, 2 contro 14) hanno tenuto a bada i rimanenti 14 Me-109, e il 1st Lt. Charles Eddy (su P-47D 28, matr. # 44-19561) ha abbattuto il Magg. Visconti (su Me 109 G-10AS, matr. # 491356) mentre i due avversari si correvano incontro frontalmente, velocità relativa forse intorno ai 1.000 Km/h.

Visconti ha dovuto lanciarsi, leggermente ferito, mentre Eddy se l'è cavata senza un graffio a sè stesso o all'aereo - poi lo sganciamento dalla mischia, e il ritorno alla base.

Il risultato: 3 Messerschmitt distrutti, 2 piloti uccisi e uno ferito - il tutto contro un pò di litri di olio motore, fuoriusciti da un P-47.

 

Alla fine, un combattimento in proporzione di 1 vs. 4 in sfavore degli americani, ha visto una dimostrazione impressionante dell'efficienza proprio di questi ultimi. I motivi saranno più di uno, ma conta il fatto che non tutti i piloti USAAF erano una banda di cow-boys dell'aria, buoni solo per le pin-ups mezzo nude... e i loro aerei, FORSE erano qualcosa di più che bidoni per il latte, panciuti e poco manovrabili.

 

Queste sono delle signore ricerche, degne di questo nome, e che sterzano decisamente da conformismo e convenzione.

Modificato da Smersh
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Dimenticavo,

ci sarebbero camionate di convinzioni radicatissime circa alcune caratteristiche del P-47 (ma anche di altri caccia USAAF cosiddetti "pesanti e poco manovrabili") che sono state iper-commentate in termini negativi. Certo, era meno agile di uno Zero o un Oscar (ma anche un P-51 lo era), ma quale importanza poteva avere - gli Americani combattevano secondo il loro sistema, giustamente, così come Tedeschi e Giapponesi giocavano secondo le loro proprie regole.

 

Cito dal commento di Dave Shilling, pilota di Thunderbolt del famoso 56th Fighter Group (l'unico reparto dell'8th Air Force ad avere i P-47 in impiego operativo dal Marzo 1943 al Maggio 1945, 665 aerei tedeschi confermati abbattuti):

'... man mano che i nostri piloti scoprivano pregi e difetti del gigantesco caccia, riuscivano in un tempo sorprendentemente breve a tirarne fuori i lati migliori

e valorizzarne la validità come CACCIA PURO. L'esperienza mostrava che, volando con la manetta del gas sempre spinta tutta in avanti (questo anche senza necessariamente inserire la W.E.P.) l'aereo poteva effettuare manovre sull'asse verticale in modo assolutamente fantastico, che POCHI altri caccia - Alleati, oppure avversari - riuscivano a duplicare...

.. più di un pilota definì la sua capacità di eseguire la cosiddetta 'Split-S', la migliore IN ASSOLUTO tra tutti i caccia alleati inclusi lo Spitfire IX e XIV... .

 

' ...per il discorso della velocità, niente da aggiungere al fatto che quella massima orizzontale era, in pratica, quasi pari a quella del fin troppo celebrato P-51 Mustang. Quella raggiungibile in picchiata rimanendo in margine di sicurezza, era qualcosa di impressionante specialmente per il tempo necessario nel farlo.. una manciata di secondi, dopodichè noi si era al sicuro da chi ci inseguiva - oppure, l'aereo che noi inseguivamo era spacciato al 100%, senza scampo.

'... per ciò che riguarda l'armamento, otto Browning da .5" che sparavano 320 colpi in tre secondi facevano la differenza tra danneggiare un caccia nemico, e vederlo esplodere in volo...

 

Poi, credo, ognuno si documenta come meglio desidera.

Certo, il sistema che può portare a conoscere cose nuove e sorprendenti è anche il sistema che richiede: volontà di farlo, un pò di tempo, anche un pò di fatica, e parecchie ore di approntamento del materiale...

Modificato da Smersh
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