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MA LE TASSE NON SCENDONO

di Sergio Baraldi

 

È difficile dire se gli italiani siano davvero conquistati dall'ultimo reality messo in scena dalla politica, dal titolo «Il premier, le veline e i giudici», ma su un altro canale sta andando in onda un film che merita di essere segnalato. La trama racconta quello che sta per succedere nell'economia per i cittadini. Qualche autorevole osservatore, come il Governatore Draghi o la Confcommercio, ha cercato di richiamare la nostra attenzione con scarso successo. Il gossip di Stato prevale.

 

Speriamo di sbagliarci, ma il problema non sono solo le leggi ad personam che Berlusconi vuole varare, e che gli italiani seguono con troppa distrazione, ma il fatto che, in silenzio, accantona le promesse e le speranze suscitate. Dispiace dirlo, ma è quello che il ministro dell'Economia Tremonti scrive nel Dpef, il documento di programmazione economica, che contiene strategia e obiettivi per i prossimi anni. Ci sono delle sorprese. E non sono piacevoli.

 

Se leggete il Dpef vi accorgerete che la pressione fiscale non diminuirà nemmeno entro il 2013, anzi è destinata ad accentuarsi, poi a ridiscendere, mantenendosi sopra (sia pure di poco) all'attuale 43% del Pil. In poche parole, le tasse non diminuiranno, nonostante in campagna elettorale il centrodestra abbia martellato il centrosinistra accusandolo di spremere gli italiani. A scorrere il Dpef, si scopre che Tremonti ha scelto una linea di continuità con Prodi. Ma nessuno del governo si è preoccupato di avvertire gli italiani del cambio di linea. Nessuno si è premurato di spiegare come mai Prodi non avesse tutti i torti, visto che Berlusconi non cambia. Le sorprese di Tremonti non finiscono qui.

 

Crede nella Robin Hood tax su petrolieri, banche e assicurazioni, ma anche questo balzello rischia di riversarsi sulle famiglie. Non ci vuol molto a capire che petrolieri e banchieri tenderanno a rifarsi scaricando sui consumatori i maggiori costi da sopportare. Lo hanno chiarito Draghi e la Corte dei conti. Ci aspettano, quindi, tre manovre di 10 miliardi di euro (circa 20mila miliardi di vecchie lire) per tre anni. Nel 2009 l'aggiustamento dovrebbe essere ottenuto anche con un contenimento delle spese in conto capitale di 3,5 miliardi. Dietro questa formula contabile si nascondono le spese dello Stato per contribuire a produrre il reddito nazionale, vale a dire scuole, strade eccetera. Solo gli investimenti fissi lordi, destinati cioè a durare più anni, caleranno di 3 miliardi di euro.

 

 

In sostanza, il governo non cala le tasse e riduce gli investimenti in un Paese che soffre di un pesante deficit infrastrutturale. Invece non tocca, altra sorpresa, la spesa corrente. E bisogna tenere presente che sprechi da tagliare ce ne sono, si sa che sono anche geograficamente concentrati (Sud e non solo) e il ministro Tremonti aveva detto che avrebbe fissato obiettivi di risparmio geograficamente differenziati. Ma nel Dpef si trova solo un vago riferimento al federalismo fiscale, talmente generico da non lasciarci sperare in un'aspra lotta agli sprechi, nonostante l'impegno dei ministri Brunetta e Gelmini. Nessuna meraviglia che, con una pressione fiscale e un debito che non si riducono, il tasso di crescita previsto per l'Italia è modesto quasi nullo (0,6% questo anno), forse meno dell'1,5% in tre anni, come sempre al di sotto dell'Europa.

 

Tremonti attacca la speculazione finanziaria internazionale, che sicuramente è all'opera. Gli economisti sostengono che non è quella la vera causa dei nostri mali. Ma è un ottimo alibi. Accusa la globalizzazione e questo ci tranquillizza. Il governo Berlusconi è arrivato al potere in un momento in cui la crisi internazionale si è aggravata, Prodi ha riportato in equilibrio i conti a costo di perdere le elezioni, ma si sa che l'Italia ha un'eredità pesante da smaltire.

 

Ed è entrata in una fase di stagnazione. Berlusconi non si è lanciato in grandi promesse, ma impressiona scoprire che il paradigma «meno tasse più crescita», sbandierato dal centrodestra come ricetta miracolosa, ora viene archiviato. E ancora non sappiamo quanto pagheremo per la «tassa» Alitalia. Il Paese avrebbe bisogno di scelte. Berlusconi ha intenzione di ridare fiato alla crescita? Per ora le risposte non arrivano. In compenso, si replica «Veline e giudici».

 

http://ilpiccolo.repubblica.it/dettaglio/M...one=EdRegionale

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Solo una cosa sulla robin tax e poi non parlo + dati i toni dell'articolo(fazioso): ma se è una tassa sugli utili come fanno a rifarsi sui clienti??' non gli aumenta mica il costo di produzione. Se guadagno 100 e la tassa è del 30% allo stato va 30 e 70 resta al padrone. Se aumento il prezzo aumento gli utili e quindi ciò che pago. é un ragionamento da pirla che forse solo Moratti può fare data la totale incompetenza in ambito manageriale.

 

Tremonti attacca la speculazione finanziaria internazionale(e non la globalizzazione che tra l'altro è un termine superato.) e a bruxelles gli danno ragione.

 

Altra fandonia quella del federalismo nel DPEF. Infatti la proposta di legge verrà presentata a metà estate da sola.

 

Qua chiudo per non innescare polemica.

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Solo una cosa sulla robin tax e poi non parlo + dati i toni dell'articolo(fazioso): ma se è una tassa sugli utili come fanno a rifarsi sui clienti??' non gli aumenta mica il costo di produzione. Se guadagno 100 e la tassa è del 30% allo stato va 30 e 70 resta al padrone. Se aumento il prezzo aumento gli utili e quindi ciò che pago. é un ragionamento da pirla che forse solo Moratti può fare data la totale incompetenza in ambito manageriale.

No, è solo matematica. Mettila così: se il prezzo era 100 e, col 20% tra tasse e costi, il profitto era 80 dopo l'introduzione della nuova tassa (mettiamo il 10% del profitto 8) aumento il costo a 110 per mantenere il profitto ad 80 (110-20%=88-10%=80)... semplice, no?

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Se ho il prezzo(stabilito a priori in base ai costi sostenuti quindi comprese le tasse) che è 100, vendo 10 pezzi, guadagno 1000. per semplicità mettiamo che l'imponibile(la cifra su cui pagherò effettivamente) sia questo. ho ad esempio il 20% di tasse varie a questo aggiungo il 10% di RobinTax. Allo stato vanno 300 euro al padrone restano 1000 - 30%=700 euro. Presupponendo che questo sia il modo per calcolare la robin tax, perchè non so se la base imponibile andrà calcolata al netto delle altre tasse. In questo caso allo stato vanno 200 euro di tasse varie. L'imponibile non è + 1000 ma 800. Robin al 10%,allo stato 80 e restano al padrone 800-10%=720 euro.

 

Prima ho detto una castroneria. chiedo venia.

 

Se aumento il prezzo di vendita a 110 e vendo 5 unità(l'aumento del prezzo ha fatto diminuire la domanda del 50%). guadagno 550. Anche qui ho sempre il solito 20% di tasse varie e il 10% di RobinTax. 165 euro vanno allo stato, al padrone 110-30%=385. nell'altro caso, 110 allo stato di tasse varie. Il nuovo imponibile è 440. 44 allo stato e al padrone 440-10%=396!

 

Prima non ho considerato l'andamento della domanda in base all'aumento del prezzo. e a chi dice che tanto la domanda di benzina non cala è notizia di oggi una riduzione del 50% sui consumi della benzina.

 

Di esempi così se ne potrebbero fare mille a seonda se considero o meno carte variabili e fattori. Leggete il mio messaggio successivo per non flipparvi il cervello! :P

Modificato da Venon84
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Venon, so che non volevi fare polemica ma... Mi tocca! :P

 

L'articolo è fun po' fazioso, vero, ma mette alla luce qualche verità.

 

Sulla RobinTax non mi pronuncio perchè di sicuro sparerei qualche castroneria, ma mi pronuncio sull'ipocrisia di questo governo. Sono d'accordo, la pressione fiscale non può diminuire, ma allora Prodi faceva bene! E che cavolo, Tremonti sta rincarando la dose! Però quando era ora di accusare Prodi e il centrosinistra che avrebbero messo in mutande gli italiani a forza di tasse, Silvietto era il primo a puntare il dito.

 

Secondo me la campagna elettorale di Berlusconi è stata la più "paracula" (ad essere buoni) della storia della seconda Repubblica, sarei stato quasi soddisfatto se fosse salito al governo raccontando quello che avrebbe fatto davvero (che in gran parte condivido, era quello che andava fatto, giustizia a parte), ma non lo ha fatto. La previsione di crescita è ancora bassissima, gli italiani dovranno passare "tempi duri", "ci sono scelte difficili da condividere da fare"... Italia, rialzati...

 

Non dico che sta facendo male tutto quanto o che questo governo è un manipolo di idioti, niente di simile, ma un po' meno di ipocrisia ragazzi... E non mi venite a dire che serve a governare indisturbati, sennò diventa pura propaganda.

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Aggiungo: dalla robin tax deriverà una cifra compresa tra i 2 e i 4 miliardi che verranno utilizzati a per aumentare il potere d'acquisto delle famiglie e aituare famiglie e persone disagiate. Che i petrolieri debbano aumentare poi i prezzi è una gran balla. Se vogliono mantenere il loro profitto anche con la robin tax possono agire su altri fattori che non siano i prezzi al consumo. anzi magari diminuendo il prezzo aumenta il consumo e di conseguenza i profitti. Perchè a dispetto di ciò che si possa dire la robin Tax non è un costo per l'azienda, non concorre a formare il profitto. Al limite gli azionisti della Saras avranno meno utili da spartirsi e Moratti avrà meno soldi da spendere per l'inter.

 

Tuccio leggo ora il tuo messaggio. Sarebbe il caso di non trasformare anche questa discussionenella solito squallido teatrino del "Prodi è Brutto Berlusconi Basso", che già il topic è partito male dal primo post.Concordi?? ;)

 

Detto questo rispondo al tuo post, che apprezzo molto perchè hai dimostrato di non ragionare per pregudizi.

Lo dico chiaramente, la campagna di Berlusconi è stata un po troppo incentrata sul "noi faremo meglio di Prodi" puntando a promesse che sarebbero piaciute al popolo ma difficili da mantenere.

 

Ho sempre sostenuto che l'unica cosa che ha fatto Prodi in due anni di immobilismo del suo esecutivo è stato quello di lottare contro l'evasione e diminuire il debito pubblico e rapporto dficit/PIL. Di questo ne d'ho il merito(non sono talmente ipocrita da negarlo) come d'ho il merito a Tremonti(che non reputo un fenomeno) di voler proseguire sulla linea tracciata da Tommaso Padoa-Schioppa(e pure lui ne da atto a Tremonti, condividendo la sua linea di azione, ma è difficile che sui giornali si dica ciò).

 

Fatta questa premessa vorrei dire a difesa del governo che è 3 mesi che lavora e NON si possono risolvere problemi STRUTTURALI in 3 mesi, problemi che risalgono a parecchi anni orsono che si sono solidificati in tutto questo tempo. è questo che fa rabbia a me. Non voglio fare polemica ma mi ha fatto girare le bolas ieri Bersani e Veltroni dicendo che l'esecutivo non ha mantenuto le promesse, che tra 5 anni governeranno loro e rimetteranno in sesto l'Italia(1 che ha dilapidato i fondi del comune di Roma in notti bianche,concerti e feste del cinema. Mille volte meglio Prodi che almeno è economista, di questo pagliaccio reinventatosi politico), che il governo è immobile ecc.. Ripeto: sono al governo da 3 mesi e la finanziaria arriverà a ottobre. A metà estate presenteranno il federalismo, tra poco verrà approvato il decreto sicurezza. Dire come Veltroni che il governo è inetto,immobile ecc.. è da ipocriti e significa fare solo disinformazione e propaganda delle + scadenti.

Il governo ha 5 anni per mantenere le promesse fatte e la cosa + difficile che devono (oltre al resto), ma scardinare un sistema e una cultura obsoleta e dannosa. Devono scardinare l'idea che lo stato è la caritas e traghettare l'Italia verso una forma di stato + moderna. Se ci riusciranno(l'ottimo lavoro di Brunetta è una tassello, il federalismo è un altro), tra 5 anni avranno il mio voto e probabilmente anche quello di molti altri.

 

Quindi perchè non ne riparliamo a fine legislatura del fatto che il governo abbia o meno mantenuto le promesse e ora non discutiamo seriamente su cosa fa e su cosa no(nell'altro topic però)??? perchè detto fra noi: è veramente importante che mantenga le promesse elettorali, se ciò che il governo fa serve comunque all'Italia(tralasciamo la giustizia che se ne è già parlato alrove)???

Modificato da Venon84
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Aggiungo: dalla robin tax deriverà una cifra compresa tra i 2 e i 4 miliardi che verranno utilizzati a per aumentare il potere d'acquisto delle famiglie e aituare famiglie e persone disagiate. Che i petrolieri debbano aumentare poi i prezzi è una gran balla. Se vogliono mantenere il loro profitto anche con la robin tax possono agire su altri fattori che non siano i prezzi al consumo. anzi magari diminuendo il prezzo aumenta il consumo e di conseguenza i profitti. Perchè a dispetto di ciò che si possa dire la robin Tax non è un costo per l'azienda, non concorre a formare il profitto. Al limite gli azionisti della Saras avranno meno utili da spartirsi e Moratti avrà meno soldi da spendere per l'inter.

 

Robin, se operassimo in un regime di concorrenza perfetta la teoria ci insegna che i prezzi al consumo sarebbero uguali ai prezzi di costo. Il problema, soprattutto nel campo dei derivati petroliferi, è che lavoriamo in un oligopolio, oltretutto riunito in cartello, il cui prodotto -quale che sia il prezzo-, in questo sistema economico, non può subire grosse contrazioni nelle vendite... pensa se si fosse triplicato in due anni il prezzo, chessò?, delle zucchine: ne compresresti ancora? Non credo... ma il pieno alla macchina lo fai comunque. E pretendi che non ci siano black-out nonostante il consumo di energia elettrica aumenti (è prodotta con derivati del petrolio)... e se non trovi il tuo prodotto preferito negli scaffali ti arrabbi (secondo te: come ci arriva al supermercato?).

 

La vera Robin Tax sarebbe investire massicciamente in forme alternative di approvvigionamento di energia, sviluppare le "autostrade del mare", incoraggiare il trasporto su rotaia: in questo modo, e solo così, strutturalmente, si può fare in modo che i costi di tutti i prodotti di cui quotidianamente ci serviamo non siano più in balia di aumenti spropositati. E parallelamente, diminuendo la domanda in maniera così drastica, avresti anche prezzi alla pompa più accessibili per la gita della domenica... ;)

Modificato da Berty
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Robin, se operassimo in un regime di concorrenza perfetta la teoria ci insegna che i prezzi al consumo sarebbero uguali ai prezzi di costo. Il problema, soprattutto nel campo dei derivati petroliferi, è che lavoriamo in un'oligarchia, oltretutto riunita in cartello, il cui prodotto -quale che sia il prezzo-, in questo sistema economico, non può subire grosse contrazioni nelle vendite... pensa se si fosse triplicato in due anni il prezzo, chessò?, delle zucchine: ne compresresti ancora? Non credo... ma il pieno alla macchina lo fai comunque. E pretendi che non ci siano black-out nonostante il consumo di energia elettrica aumenti (è prodotta con derivati del petrolio)... e se non trovi il tuo prodotto preferito negli scaffali ti arrabbi (secondo te: come ci arriva al supermercato?).

 

Quello che dici ovviamente è esatto(si vede che sei laureato in economia, dato che io non ho ancora finito, ti chiederò consiglio, anche se l'economia aziendale non è il mio campo. Preparati che a settembre devo dare diritto industriale :P )

Le aziende che operano nel campo dei derivati del petrolio operano riunite in cartelli, che sono vietati e già per questo andrebbero cazziati. Non conosco bene quale sia il costo di produzione della benzina, ma tempo fa i gestori delle pompe si lamentavano che i petrolieri guadagnavano -vado a memoria quindi prendilo con le pinze- il 60%-70% del prezzo della benzina, che presumo sia un guadagno che copre + che abbondantemente il costo di produzione(intendendo compreso di tutto, non solo la produzione fisica). Però ripeto che a causa dei continui aumenti c'è stata una riduzione del 50% sui consumi della benzina, diminuisce l'uso del carburante delle navi da pesca perchè non "ci stanno dentro", cala la produzione di generi alimentari perchè la benzina per i trattori costa troppo.Da qui una serie di conseguenze(ad esempio cala la produzione di sacchetti di plastica ecc..). è plausibile o meno che il consumo di petrolio cali a dispetto del fatto che il petrolio è un bene primario??

 

La RobinTax non è la soluzione e non spingerà di certo i petrolieri ad abbassare i prezzi della benzina e non ha nemmeno la velleità di risolvere il problema. Il suo scopo è quello di redistribuire gli immani utili dei petrolieri, che non mi sembra una cosa poi tanto sbagliata(non è che sia il fatto che l'ha presentata il governo Berlusconi che fa discutere tutti i giornali e non solo???). Da proposta una commissione dovrebbe vigilare sull'attuazione della tassa e bloccare eventuali rincari operati ad opera dei petrolieri. Dicendocela tutta poi, come si dice dalle mie parti(la riporto in maniera meno volgare), togliere il 10% agli utili di un petroliere è come strappare un pelo ad una scimmia, ma può essere molto ma molto utile al paese in quanto ripeto che dalla robin tax deriverà una cifra compresa tra i 2 e i 4 miliardi che verranno utilizzati per aumentare il potere d'acquisto delle famiglie e aituare famiglie e persone disagiate.

 

Poi non è mia intenzione discutere di economia politica e simili. Volevo solo cercare di far capire(ammetto forse troppo semplicisticamente) come fosse sbagliato dire che introducendo la robintax aumentano automaticamente i costi dei carburanti. Poi le modalità per calarli 'sti benedetti costi ci sono, solo che appunto i petrolieri preferiscono spendere 40 milioni di euro per Lampard piuttosto che sbattersi.

 

La vera Robin Tax sarebbe investire massicciamente in forme alternative di approvvigionamento di energia, sviluppare le "autostrade del mare", incoraggiare il trasporto su rotaia: in questo modo, e solo così, strutturalmente, si può fare in modo che i costi di tutti i prodotti di cui quotidianamente ci serviamo non siano più in balia di aumenti spropositati. E parallelamente, diminuendo la domanda in maniera così drastica, avresti anche prezzi alla pompa più accessibili per la gita della domenica... ;)

 

Come non darti ragione. è quello infatti che si stà cercando di fare con la TAV, il ponte di messina, le centrali nucleari, i rigassificatori, i termovalorizzatori, solare decentralizzato. L'ho sempre sostenuto anche in altre discussioni. Tutti accorgimenti per diminuire la dipendenza dal petrolio.

Modificato da Venon84
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Quello che dici ovviamente è esatto(si vede che sei laureato in economia, dato che io non ho ancora finito, ti chiederò consiglio, anche se l'economia aziendale non è il mio campo. Preparati che a settembre devo dare diritto industriale :P )

Allora chiedo alla mia ragazza... lei ha fatto giurisprudenza e sui "diritti" è più ferrata di me (li ho sempre considerati esami fire&forget). Cmq fanno 20€ all'ora... ovviamente al nero! :ph34r::rotfl:

 

Le aziende che operano nel campo dei derivati del petrolio operano riunite in cartelli, che sono vietati e già per questo andrebbero cazziati.

Scena: Prima lezione di economia aziendale I.

Prof. (preside di facoltà): "...il vostro scopo ultimo sarà di accordarsi con le imprese concorrenti per avere un mercato meno perturbato..."

io: "Scusi, ma non esistono le leggi antitrust?"

Prof.: "Sì, ma basta non farsi scoprire..."

io: :blink:

E se lo insegnano alla prima lezione all'Università...

 

Non conosco bene quale sia il costo di produzione della benzina, ma tempo fa i gestori delle pompe si lamentavano che i petrolieri guadagnavano -vado a memoria quindi prendilo con le pinze- il 60%-70% del prezzo della benzina, che presumo sia un guadagno che copre + che abbondantemente il costo di produzione(intendendo compreso di tutto, non solo la produzione fisica). Però ripeto che a causa dei continui aumenti c'è stata una riduzione del 50% sui consumi della benzina, diminuisce l'uso del carburante delle navi da pesca perchè non "ci stanno dentro", cala la produzione di generi alimentari perchè la benzina per i trattori costa troppo.Da qui una serie di conseguenze(ad esempio cala la produzione di sacchetti di plastica ecc..). è plausibile o meno che il consumo di petrolio cali a dispetto del fatto che il petrolio è un bene primario??

No, la produzione cala perché per produrre lo stesso oggetto si hanno costi maggiori, quindi si aumentano i prezzi per rientrare in un punto di equilibrio di Nash (Teoria dei Giochi)... questo porta ad una minore produzione, ma -bada bene- il costo dovuto alla materia prima "energia" e "trasporti" rimane uguale a quello del precedente punto di equilibrio... in sostanza gli introiti per il settore energia restano gli stessi a fronte di un costo della materia prima praticamente inalterato (il prezzo delle materie prime è raramente influenzato da variazioni dei costi di estrazione/reperimento ma fortemente dai cartelli lobbistici e dal rapporto tra domanda e offerta)... e come ho detto prima a fronte di aumenti del 300% si ha una contrazione dei consumi (è un bene insostituibile, per ora) di due ordini di grandezza inferiori: quindi gli introiti in realta non restano inalterati ma addirittura aumentano.

 

La RobinTax non è la soluzione e non spingerà di certo i petrolieri ad abbassare i prezzi della benzina e non ha nemmeno la velleità di risolvere il problema. Il suo scopo è quello di redistribuire gli immani utili dei petrolieri, che non mi sembra una cosa poi tanto sbagliata(non è che sia il fatto che l'ha presentata il governo Berlusconi che fa discutere tutti i giornali e non solo???). Da proposta una commissione dovrebbe vigilare sull'attuazione della tassa e bloccare eventuali rincari operati ad opera dei petrolieri.

Come pensano innumerevoli economisti, il Governatore Draghi in primis, ai quali mi aggiungo umilmente: ciò che esce dalla porta rientra dalla finestra... "basta non farsi scoprire." E' fortemente probabile che la Robin Hood Tax (Ma che nome da coglioni!) la paghino gli utenti finali...

 

 

P.S. il nucleare può essere utilizzato solo come gap-filler verso un sistema di approvigionamento energetico totalmente da fonti rinnovabili: lascia il sistema di poteri praticamente inalterato, e quindi suscettibile di tutte le stesse critiche. Anche i rigassificatori si impostano in quest'ottica.

Per i "termovalorizzatori", alias inceneritori, non faccio commenti. Dico solo che in una Società degna di questo nome dovrebbero essere inutili in quanto il cosiddeto "rifiuto" non dovrebbe esistere in quanto tale ma dovrebbe essere una risorsa da trasformare, non da bruciare!

 

P.P.S. il ponte di Messina, come direbbe Fantozzi, è una boiata pazzesca. Mancano le infrastrutture intorno (una viabilità locale siculo calabrese più moderna è condizione indispensabile) e soprattutto incentiva un trasporto su gomma che, nel 21° secolo, è totalmente da aborrire.

Modificato da Berty
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AS mio parere il maggiore problema delle finanziarie del governo Prodi non era tanto la pressione fiscale (che è alta ma si scontra con un elusione ed un evasione dilagante) quanto il fatto che due manovre finanziarie su due sono state impostate non con la riduzione della spesa pubblica (che è rimasta pressochè invariata) ma con la ricerca di risorse essenzialmente legata al prelievo fiscale, non è solo questione di imposte classiche (IRES o a livello regionale quell'aborto dell'IRAP che bene o male sono rimaste uguali e anzi er alcune fasce di reddito sono anche in parte scese) ma dall'umento sconsiderato e folle di tutti quei balzelli nascosti come spese per documenti (un esempio il passaporto alla mia ragazza è costato quasi 80€, tutte le marche da bollo sono state aumentate, il passaggio di prorpietà dell'auto svincolato dal'atto notarile è diventato insostenibile ecc ecc...)

La percezione data da Prodi è stata che lui doveva mantenere le spese per cercare di tenere incollato quello schifo di maggioranza che aveva e quindi alzava la pressione fiscale in più ha aggiutno complicazioni burocratiche che rendono ancora più difficle la vita alle imprese e ai cittadini aumentandone i costi (la moltiplicazione delle deleghe F24 ad esempio).

Lo stato attuale dell'economia italiana e della finanza pubblica non hanno altra soluzione che il manetenimento a questo livello della pressione fiscele unito anche ad una serrata lotta all'evasione (non è un caso che l'agenzia delle netrate abbai appena fatto lo scritto di un concorso per 1000 posti e che ce ne siano altri due uno da 1000 e un altro da 1700 posti in bando per il 2009 e il 2010).

Siamo a crescita zero per mille fattori ma fondamentalmente perchè in Italia ci sono pochi uomini di industria ( e tanti finanzieri da strapazzo) e il mercato del lavoro è del tutto squilibrato con posizioni rigide e fortissime contrattualmente da una parte e posizioni del tutto precarie che inibiscono una qualunque scelta di vita e di consumi indipendente dall'altra.

Mi auguro che la pressione fiscel scenda l'eliminazione dell'ICI sulla prima casa è una gran cosa, un po' pubblicitaria forse ma un atto concreto e la decisione di Brunetta di apllicare la legge sulle consulenze mi sembra un atto di volontà nella direzione della riduzione delgi sprechi

La robin hood tax non la conosco bene, ho letto poco in questi giorni aspetto notizie definitive e precise, comunque sembra anche questa più propagandache altro ma è comunque un qualcosa che va verso i cittadini e poco è comunque sempre meglio che nulla.

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