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Esercitazioni Israeliane - Prove per l'Iran?


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In ogni caso se il Times ha scritto un articolo del genere vuol dire che gli è filtrato qualcosa da parte israeliana, o da parte americana con il consenso israeliano.

Classica fuga di notizia pilotata quindi, vogliono mostrare di essere in grado di colpire tehran per ammorbidire i negoziatori nelle sedi diplomatiche, anche perchè gli Iraniani sanno bene di non poter tirare ancora troppo la corda.

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Israele può benissimo attaccare senza nemmeno avvisare gli USA: non sarebbe una novità.

La novità sarebbe un attacco nucleare contro Israele e non credo gli Isrealiani siano disposti ad aspettare questa mossa prima di muoversi loro.

D'altra parte non credo neppure che sia arrivato il punto di non ritorno, però non importa quello che credo io quanto quello che SENTE la classe dirigente israeliana.

Nel '67 sentì di non poter aspettare, nel '73 sentì di dover aspettare... Noi comunque non possiamo far altro che aspettare.

Possibilmente preparati, tanto per cambiare.

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Israele può benissimo attaccare senza nemmeno avvisare gli USA: non sarebbe una novità.

La novità sarebbe un attacco nucleare contro Israele e non credo gli Isrealiani siano disposti ad aspettare questa mossa prima di muoversi loro.

D'altra parte non credo neppure che sia arrivato il punto di non ritorno, però non importa quello che credo io quanto quello che SENTE la classe dirigente israeliana.

Nel '67 sentì di non poter aspettare, nel '73 sentì di dover aspettare... Noi comunque non possiamo far altro che aspettare.

Possibilmente preparati, tanto per cambiare.

Parole sante! :adorazione: :adorazione:

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Attenzione alla dinamica con cui scoppiò la guerra dei sei giorni: fu un crescendo, tipo quello a cui stiamo assistendo adesso, e non un fulmine a ciel sereno.

Ma con una differenza: manca il fattore scatenante, l'avvenimento che costituisce una sorta di punto di non ritorno: allora fu la chiusura dello stretto di Tiran, da cui passava il 90% del petrolio Israeliano (attraverso il loro unico porto nel mar Rosso, Eilat).

Oggi quale avvenimento, simbolico e mortale allo stesso tempo, potrebbe scatenare la guerra? Forse è già avvenuto (l'arricchimento dell'Uranio) o forse deve ancora avvenire.

In ogni caso la risposta militare nel '67 non fu istantanea, Israele spese giorni per convincere gli Egiziani a tornare sui loro passi. Poi, resisi conto che non sarebbe successo, attaccarono

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Israele può benissimo attaccare senza nemmeno avvisare gli USA: non sarebbe una novità.

Non credo che possa attaccare senza il permesso USA perchè per arrivare in Iran deve passare per l'Iraq e non credo che passerebbero inosservati una cinquantina e più di caccia, gli obiettivi sono molti e serve anche un'adeguata scorta.

Nel 1980 quando fù attaccato il reattore Iraqueno passarono per il deserto ma teniamo presente che anche se riuscissero a passare la Giordania senza problemi, non penso passino per la Siria :asd:, arrivati in Iraq troverebbero una situazione scomoda se non appoggiati. In caso di attacco senza consenso usa, quest'ultimi si troverebbero con tutte le forze del golfo impreparate alla rappresaglia iraniana.

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En, gli Israeliani si limiteranno a dire agli americani di chiudere gli occhi, tutto qua.

Non credo sia così semplice questa volta.

 

Bisogna vedere, poi, quante batterie antiaeree sono dispiegate a protezione delle forza usa in Iraq e soprattutto le CVN che starebbero strettine nel golfo

Modificato da enrr
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En, gli Israeliani si limiteranno a dire agli americani di chiudere gli occhi, tutto qua.

 

E gli americani (finchè c'è Bush) non si sognerebbero mai di rispondere picche

Gli americani (con Bush o senza Bush), sarebbero ben felici che gli israeliani facessero questo lavoro che loro, per vari motivi, in questo momento, ritengono non opportuno fare!!!

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Gli americani invece non vogliono assolutamente un conflitto, diretto o tramite un loro alleato, con l'Iran anche perche questo ha dimostrato di avere più potere delle stesse forze occupanti sull'Iraq, inoltre non vedo il parallelo diretto con la guerra del '67 visto che qui Israele si può limitare ai soli attacchi aerei.

Quanto ad un eventuale attacco gli americani, ma anche Sauditi, EAU, Kuwait e gli altri alleati del golfo, devono esserne informati prima anche perchè la situazione potrebbe diventare molto calda, specie in quella sottospecie di rigagnolo che è il mar rosso dove sono sempre stanziati CTG e dove passa buona parte del petrolio occidentale.

A mio parere la guerra deve essere solo e soltanto la ultima ratio.

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  • 10 mesi dopo...
  • 2 settimane dopo...

Dal link http://www.informazionecorretta.com/main.p...40&id=29484

 

riporto:

 

 

Articoli su Israele - Angelo Pezzana

 

Tenebre nere all'orizzonte di Israele 19/05/2009

 

 

Il prossimo 2 giugno, alle ore 11 precise del mattino, in Israele suonerà la sirena. Non sarà, lo speriamo, l'annuncio di un pericolo immediato per il paese, ma ne rappresenterà la prova generale. Lo ha annunciato il Ministro sottosegretario alla Difesa Matan Vilna'i il 22 aprile scorso durante una riunione con i responsabili della varie municipalità israeliane, con lo scopo di preparare all'eventualità di una guerra i responsabili della sicurezza, e, insieme a loro, anche i cittadini. Ai quali verrà chiesto di comportarsi come se il colore rosso” (zeva adom) fosse un vero segnale piuttosto che una esercitazione. Corsa nei rifugi, camere sigillate, purtroppo niente che non sia già stato vissuto. I cittadini, che Vilna'i ha chiamato “" fronte interno"”, devono rendersi conto che saranno parte di una prossima guerra, per cui devono prepararsi ad affrontare ogni eventualità. Questa notizia, non priva di una sua drammatica realtà, non è stata colta da quegli analisti di cose mediorientali, in genere sempre attenti a segnalare le “colpe” di Israele. Forse l'hanno giudicata “normale” per un paese che viene classificato “in guerra”, senza però aggiungere mai di quale guerra si tratti, che sia difensiva è evidentemente un aspetto di poca importanza. Gli israeliani, nell’ultima settimana di aprile, che ha visto in sequenza Yom haShoà, Yom haZicharon, e Yom haAzmaut, è trascorsa apparentemente come gli anni passati, è vero che tutti gli occhi erano puntati sui primi passi del nuovo governo, ma la preoccupazione comune poteva apparire legata alla situazione economica piuttosto che ai temi di politica internazionale. Invece sono accaduti alcuni fatti che hanno ampiamente giustificato l'allarme del Ministro della Difesa. Mentre a Israele si continua a richiedere la cessione di "“terra in cambio di pace"”, i partner con i quali la pace dovrebbe essere fatta hanno avanzato richieste che soltanto un governo irresponsabile potrebbe accettare. La Siria chiede la restituzione del Golan, e soltanto dopo sarà disponibile a trattative di pace. Però intanto continua nella sua politica terrorista, ospitando a Damasco i leader di Hamas, proteggendo e favorendo ogni iniziativa terroristica di Hezbollah in Libano. L'Iran, reso più arrogante dalla nuova politica di apertura del governo americano, prosegue la politica degli armamenti nucleari, favorendo manovre che mirano a destabilizzare la regione, come si è visto in Egitto, dove finalmente Mubarak si è reso conto del pericolo che il suo stesso paese corre di fronte alla crescita del potere di Hezbollah. Quanto sta accadendo nel mondo arabo ha rimesso brutalmente sul tappeto una domanda alla quale gli israeliani credevano di avere già dato risposta. L'equazione “terra in cambio di pace” non funziona, se mai ha funzionato. L'esempio di Gaza ha provveduto a far ricredere quell'opinione pubblica che aveva sperato nella possibilità del progetto statale palestinese. Non solo Hamas, che continua a negare a Israele la legittimità di esistere, e si prepara con l'aiuto dell'Iran a nuovi attacchi, ma anche il cosidetto mondo palestinese “moderato”, quello dell’Anp di Abu Mazen, sembra procedere spedito verso un allineamento con le forze più estremiste. E’ l'unica spiegazione che giustifica il rifiuto, riaffermato in questi giorni dal rais, di riconoscere Israele quale Stato ebraico. Una pre-condizione, senza la quale, “terra in cambio di pace” non è altro che uno slogan che non porta da nessuna parte, come si è visto in questi anni. E’ questo riconoscimento che oggi il governo Netannyahu, con Avigdor Lieberman ministro degli esteri, ha posto quale primo passo, senza il quale non si va oltre. L'idea dei due stati era un'ottima idea, peccato che l'intendesse in questo modo soltanto Israele, con il risultato che la soluzione non è ancora stata trovata. Di più, nelle analisi monche che leggiamo, il fatto che siano stati i governi arabi prima, e i palestinesi dopo, a respingere questa soluzione, è la parte che di solito viene nascosta per impedire che la questione arabo-israeliana venga compresa nei suoi termini corretti. Di sicuro, il coro dei richiedenti dialogo & pace non solo continuerà, ma diventerà persino assordante, con il rischio che ad esso si uniscano governi finora attenti a valutare con equilibrio il pericolo rappresentato dal terrorismo islamico per il monto intero, e non solo per Israele. Purtroppo i segnali che giungono sono preoccupanti, per queste considerazioni Israele si sta preparando ad ogni eventualità. Quel rifiuto arabo, all'origine di tutte le guerre, dal ’48 ad oggi, continua, mentre i paesi democratici sembrano ipnotizzati nella loro totale mancanza di capacità di rendersi conto di quali tragici avvenimenti stiano per accadere. Pericoli all'orizzonte, quindi, ma anche un paese, Israele, estremamente unito nella volontà di combattere chi vorrebbe cancellarlo dalle carte geografiche, con i mezzi violenti fin qui proclamati dal fanatismo islamista, ma anche con le proposte del tipo “uno stato per due popoli”, che è la versione “pacifica” del medesimo annientamento, quello che piace tanto ai vari Spinelli/Romano, e che non mancherà di essere riproposto, ricoperto dalla solita melassa, tutta pace & dialogo, che faremo bene a riconoscere per meglio rimandarla al mittente.

 

 

 

israelepy7.jpg e non dalla parte dei terroristi!!!

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  • 1 mese dopo...

Israele invia un sottomarino nel Mar Rosso, attraverso il Canale di Suez; duplice segnale: legame sempre più forte con l'Egitto e chiaro e forte avvertimento all'Iran (si ritiene che i sottomarini israeliani, siano in grado di lanciare missili di crociera a testata nucleare).

 

 

Eccovi il link ad un articolo in inglese:

 

http://www.jpost.com/servlet/Satellite?cid...icle%2FShowFull

 

 

ed il link ad un articolo in francese:

 

http://www.corlobe.tk/article15005.html

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Leggermente OT ma sempre pertinente per il rapporto tra Israele e L'Iran, Netanyau intensifica i suoi sforzi per impedire che l'Iran si doti del sistema S-300, forse il al prossimo incontro Obama-Medvevev-Putin il Presidente americano potrebbe rafforzare questa richiesta, anceh se ormai l'Iran ha gia versato parte del compenso dell'accordo.

 

http://www.defencetalk.com/israel-s-300-ai...nse-iran-20224/

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Facendo seguito al post n° 18, eccovi il link ad un articolo in cui si precisa che Israele non ha intenzione di basare in via permanente dei sottomarini ad Eilat, sul Mar Rosso (la base principale è Haifa, in Mediterraneo):

 

http://www.euroinvestor.fr/news/story.aspx?id=10521883

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Dalla rassegna stampa del sito ufficiale del Ministero della Difesa, eccovi i link a 2 articoli sul tema in discussione:

 

 

http://www.difesa.it/Sala+Stampa/Rassegna+...amp;pdfIndex=77

 

 

http://www.difesa.it/Sala+Stampa/Rassegna+...amp;pdfIndex=79

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E dopo il sottomarino (vedi post n° 18), tocca ora a due unità di superficie israeliane di attraversare il Canale di Suez, dirette in Mar Rosso: sempre più forti segnali di collaborazione israelo-egiziana, in funzione anti-Iran; eccovi il link ad un articolo:

 

http://www.tdg.ch/actu/monde/navires-guerr...suez-2009-07-14

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Oggi al Tg 5 non ricorda in quale articolo si citava il trasferimento di sottomarini Israeliani nel Mar Rosso citandoli come "sottomarini lanciamissili" visto che i nostri U 212 sono più o meno cugini dei Dolphin Israeliani cosa direbbero i giornali e i pacifisti se lo scoprirebbero?

Comunque cedo che i sottomarini siano più un deterrente che un preparativo d'attacco.

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Oggi al Tg 5 non ricorda in quale articolo si citava il trasferimento di sottomarini Israeliani nel Mar Rosso citandoli come "sottomarini lanciamissili" visto che i nostri U 212 sono più o meno cugini dei Dolphin Israeliani cosa direbbero i giornali e i pacifisti se lo scoprirebbero?

Comunque cedo che i sottomarini siano più un deterrente che un preparativo d'attacco.

Sì, ma i nostri non hanno e non avranno mai tale capacità!

 

Infatti gli attuali 3 (+ 2 in costruzione) sottomarini israeliani classe "Dolphin", dispongono di 4 particolari tubi "lanciasiluri" da 650 mm. (oltre 6 normali tubi lanciasiluri da 533 mm.) che si pensa siano idonei al lancio di missili a testata nucleare.

 

Vedi i seguenti link:

 

http://www.naval-technology.com/projects/dolphin/

 

http://www.naval-technology.com/projects/dolphin/specs.html

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