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Intercettazioni, ecco una nuova legge porcata


typhoon

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E ti pare poco 3 euro l'anno per le intercettazioni? Ti pare normale 100.000 utenze e diversi milioni di persone all'anno intercettate?

A me i numeri sembrano assurdi, specie se raffrontati con le altre democrazie europee, quindi o lì la giustizia non funziona o qui i magistrati sono minimo incompetenti, non sapendo lavorare in altro modo oppure delinquenti, volendo porre un controllo al dir poco eccessivo verso i cittadini.

E poi la nostra sinistra è lì a criticare echelon o i patriot act americani definendoli dittatoriali....

 

P.S. Quando mi accusi di incoerenza intendi dire che non ripeto in maniera pedissequa e acritica il pensiero del partito che pure voto? Io l'ho sempre sentito chiamare libertà di pensiero e pensiero critico, fondamento della civiltà occidentale, ma probabilmente mi sbaglierò...

 

E conclude: 1) «Oltre 100 mila persone l’anno sono intercettate in Italia», 2) «mentre negli Usa sono 1.700, in Svizzera 1.300, in Gran Bretagna, 5.500, in Francia 20 mila»; 3) «Le 100 mila persone intercettate fanno o ricevono mediamente 30 telefonate al giorno. Così si arriva a 3 milioni di intercettazioni». 4) «La spesa sulle intercettazioni è in continua crescita: è aumentata del 50% dal 2003 al 2006» e occupa «il 33% delle spese per la Giustizia». Difficile concentrare una tale densità di balle, per quanto «empiriche», in così poche parole. Vediamo. 1) I decreti di autorizzazione dei gip alle intercettazioni sono stati nel 2007 appena 45.122 (più 34.844 di convalida, cioè di proroga quindicinale sulle stesse utenze); ma anche prendendo per buono il dato del ministro, 124.845 provvedimenti complessivi, la cifra non indica il numero dei soggetti intercettati: ogni decreto corrisponde a un’utenza, cioè a un numero telefonico (e spesso viene reiterato anche 3-4 volte, visto che ogni 15-20 giorni bisogna rinnovare il provvedimento). E quando s’intercetta un indagato si controllano i suoi cellulari, numeri di abitazione, mare, montagna, ufficio, auto, senza contare che il tizio cambia spesso scheda per sfuggire ai controlli. Il che significa che, a dir tanto, gli intercettati arrivano a 80 mila l’anno (su 3 milioni di processi). Pari non a «tutti gli italiani» o alla «grandissima parte», ma allo 0,2% della popolazione. 2) Contando anche i diversi interlocutori dall’altro capo del filo, si arriva all’incirca all’1%. 3) Paragonare il dato italiano con quello degli altri paesi è come raffrontare le mele con le patate, visto che negli altri paesi il grosso delle intercettazioni le fanno, senza controlli né statistiche, i servizi segreti, le polizie, i pompieri, gli enti locali, le autorità di borsa ecc. Il nostro, come ha appurato nel 2006 la commissione Giustizia del Senato, è il sistema più garantista d’Europa. E l’80% degli ascolti riguarda la criminalità organizzata, cioè le mafie, sconosciute negli altri paesi europei. 4) La spesa per intercettazioni non è in aumento, ma in calo: nel 2005 era di 286 milioni, nel 2006 è scesa a 246, nel 2007 a 224 (40 in meno ogni anno). E 224 milioni non sono «il 33% delle spese per la Giustizia» (7,7 miliardi nel bilancio 2007), ma il 2,9%. Ecco, la spesa reale è un decimo di quella sparata dall’ empirico ministro.
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Partecipanti più attivi

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Cosa vorresti dire con questo? Se c'è il sospetto di reato ma non ci sono prove secondo te è lecito ricorrere alle intercettazioni? Oppure ci si dovrebbe ricorrere solo dopo che ci sono già prove sufficienti al rinvio a giudizo? Oppure, ancora, che secondo te vengono scelte le linee da intercettare con estrazione a sorte e poi sbobinandole si vede se c'è qualche reato da contestare all'intercettato?

 

Se c'è il sospetto di reato, più che fondato, allora è giusto intercettare se è l'unico modo per avere delle prove del reato. ma come dice il c.p.p se le prove possono essere "recuperate" in altra maniera, l'intercettazione è illecita. Il problema in Italia, come denunciano vari giuristi, è che nella maggioranza dei casi si mette sotto controllo tutto e tutti nella speranza di beccare uno che commette reato.

 

E per te tutta questa trafila burocratica non è bastante a dare una garanzia che lì'intercettazione sia -VERAMENTE- necessaria?

Quali altre autorizzazioni dovrebbero essere necessarie? Dovrebbero darle 5 giudici diversi, estratti a sorte, oppure l'intercettato stesso?

Con la magistratura Italiana non è garanzia di nulla. è notizia di ieri che un ordinanza, a Padova, ad esempio è vietato disturbare i magistrati o i giudici di notte e se le forze dell'ordine arrestano uno di notte devono mollarlo, perchè il magisrato ha l'obbligo del riposino. Con una magistratura così chi mi assicura che la richiesta di intercettazione è più che motivata da un sospetto più che fondato???

 

Allora rendiamo segreti i processi fino al definitivo grado di giudizio. Se uno viene condannato per pedofilia od omicidio in primo grado, perchè mai pubblicarne il nome? Gli si rovina la reputazione in modo anche peggiore, mi sembra.

 

Infatti io intendevo proprio aspettare la condanna definitiva prima di pubblicarne il nome. La certezza rovina di più del sospetto a mio avviso. Con la differenza che il sospetto può nuocere ad un innocente(l'avete vista la replica di Forum ieri, la causa del nonno accusato di pedofilia perchè aiutava una bambina che era caduta e si era fatta male??? immaginatevi un'intercettazione simile pubblicata male, a tratti,non contestualizzata. Risultato: la vita di un innocente rovinata per sempre)

 

1) è piu che ovvio, direi banale, che le linee RES siano di un gestore privato: sono le linee telecom. Ti svelo un segreto: tutto il traffico voce, dati, classificato e non, delle forze armata italiane, ma anche di quelle USA in Italia, passa attraverso linee di un gestore privato!!! (Sempre Telecom)

2) Il tecnico che effettua lo scarico è un dipendente telecom, ma presumo che nella sala sia presente -almeno- un funzionario di polizia.

3) se cosi non fosse, esistono le perizie sulle intercettazioni, che possono essere chieste dalla difesa, per verificare l'integrità e l'autenticità di quanto intercettato.

 

Per i motivi detti sopri si può essere certi che ciò avvenga in maniera perfettamente regolare?? E che il sedicente dipendente telecom non venda copia delle intercettazioni per fare soldi con i fantomatici scoop mediatici???

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In ogni caso il testo finale del DdL è estremamente ben fatto, inserisce tutti i reati gravi compresi corruzione e concussione e fondamentalmente accetta tutte le critiche fatte dalla sinistra, peccato che il PD dovrà fare ostruzionismo per seguire di Pietro, in modo che questo non sembri l'unica opposizione, veramente una brutta situazione.

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In ogni caso il testo finale del DdL è estremamente ben fatto, inserisce tutti i reati gravi compresi corruzione e concussione e fondamentalmente accetta tutte le critiche fatte dalla sinistra, peccato che il PD dovrà fare ostruzionismo per seguire di Pietro, in modo che questo non sembri l'unica opposizione, veramente una brutta situazione.

 

Il DDl in breve

 

Saranno intercettabili solo i reati che hanno il massimo della pena edittale dai dieci anni in su, ma con una deroga per i reati contro la pubblica amministrazione come corruzione e concussione, oltre per esempio a pedofilia e molestie telefoniche. E' prevista anche una norma transitoria che esclude dalla nuova normativa i processi in corso.

Nella bozza c'è una modifica dell'articolo 684 del codice penale che stabilisce l'arresto da uno a tre anni per chi pubblica il testo di intercettazioni o documenti di un procedimento penale di cui sia vietata la pubblicazione. Sarà inoltre 'recuperata' una norma presente nel ddl Mastella e relativa alla modifica dell'articolo 617: si prevede la reclusione da uno a tre anni di carcere anche per chiunque prenda illecitamente cognizione di atti del procedimento penale coperti da segreto.

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E' prevista anche una norma transitoria che esclude dalla nuova normativa i processi in corso.

per ora...

 

è gravissimo questo DDL fa fatto ostruzione al massimo livello e raccolte firme per abrogarlo tramite referendum, basta con le leggi porcate fatte dal PDDL (notare le due D)

 

 

Il governo sul numero degli intercettati ha raccontato un sacco di frottole agli italiani. In Italia gli intercettati non sono ogni anno piu' di 20-25.000 e l'80% riguarda i reati delle associazioni mafiose che gli altri paesi, per fortuna, non hanno.

 

Il ministro Alfano in commissione Giustizia, nel suo primo atto ufficiale in Parlamento ha raccontato bugie. Ha detto che un terzo delle spese per la giustizia se ne vanno per le intercettazioni, mentre e' il 2,5%; dice che gli italiani intercettati sono milioni, mentre non sono piu' di 20.000. Evidentemente era la preparazione di una campagna mediatica di delegittimazione del lavoro di giornalisti e magistrati, e che ha come ultimo obiettivo, da perseguire con questo disegno di legge, quello di garantire sempre piu' ampi spazi di impunita' in questo paese ai reati dei colletti bianchi. E anche la camorra ringrazia perche' scompaiono anche tutti i reati legati alle eco-mafie. Insomma un grave colpo allo stato di diritto in questo Paese.

 

Le indagini sulla clinica degli orrori sono iniziate quali semplici indagini per 'colpe mediche' ovvero 'per lesioni personali colpose', tutti reati che sono ben al di sotto del limite di 10 anni. Le imputazioni piu' gravi sono scattate solo a seguito delle intercettazioni. Questa e' la dimostrazione che in questa materia il Governo e la maggioranza si sta muovendo o con assoluta incompetenza o con assoluta malafede.

massimo donadi

Modificato da Leviathan
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E' inutile tirare fuori questa faccenda della clinica, se intercettassimo tutte le utenze sai i reati che si scoprirebbero! A questo punto si potrebbero anche fare perquisizioni campione, sai quante belle persone finirebbero in carcere, perchè poi non abolire la privacy e le libertà individuali? Con l'arresto senza prove certo la magistratura sarebbe molto aiutata nelle sue indagini, ma perchè non lo si fà?

Perchè siamo in democrazia e le libertà individuali sono sacre, sennò meglio tornare ai tempi dell'unione sovietica, loro avevano davvero un basso tasso di criminalità.

 

P.S. Comunque la magagna della clinica poteva essere scoperta semplicemente se i controlli fossero funzionati come dovevano.

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Infatti è il suo ideale, no!!!

Tu sei un ]censured] e non sono stato offensivo perchè potrei dire di peggio visto che mi dai del comunista perchè considero una legge porcata una porcata salva-casta per giunta

 

@ dominus: allora aboliamo il codice penale,. i tribunali e la magistratura che sono enormi spese per lo stato e magari pure gli organi di polizia si torna alle milizie private dei feudatari e torniamo al sistema medioevale dove vince il più forte

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No, torniamo ad un sistema normale per una democrazia liberale, dove in media non vengono intercettate più di 5000 utenze all'anno, non mi sembra una richiesta straordinaria, ma il problema è che i magistrati, anzi per la precisione l'ANM, non vogliono mollare un minimo del loro potere, e lo dimostrano per anni, e il buon di Pietro è ormai il loro alter ego parlamentare.

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.......tornare ai tempi dell'unione sovietica, loro avevano davvero un basso tasso di criminalità.......

Ovvio: la criminalità si sviluppa laddove c'è ricchezza ed in Unione Sovietica c'era la miseria più nera!!!

 

Se non c'è niente da rubare, come ci possono essere ladri!!!

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i veri paesi liberali, come ti scrissi prima, intercettano molto di più e non hanno problemi di criminalità organizzata anzi, disarmando la magistratura (che è già stata abbondantemente disarmata negli ultimi anni) avremo il collasso del paese ed è grazie a certi ragionamenti che in italia è tutto corrotto o, per citare Piercamillo Davigo, solo infrangendo le regola in italia si ha successo

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ho postato un articolo pagine e pagine prima te ne riconsiglio la rilettura...

 

anzi i tuoi invece?

dal ministro a personam Alfano? quello che non ha dato un dato corretto dal triste insiedamento?

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Già solo quest'affermazione

 

visto che negli altri paesi il grosso delle intercettazioni le fanno, senza controlli né statistiche, i servizi segreti, le polizie, i pompieri, gli enti locali, le autorità di borsa ecc.

 

smentisce una qualsiasi validità dell'articolo, che è chiaramente fazioso e non obbiettivo.

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essendo dit ravagliop non può essere fazioso da cui:

 

Boom di intercettazioni in Gran Bretagna per una media di 1000 al giorno

 

Allarme intercettazioni in Gran Bretagna. Autorità locali, polizia e servizi di intelligence stanno intercettando telefonate, email e lettere di centinaia di migliaia di persone ogni anno, pari ad una media di 1000 al giorno, afferma l'edizione online del Telegraph, citando il rapporto di Sir Paul Kennedy, Commissario alle Intercettazioni. Il rapporto, sottolinea il noto quotidiano, ha alimentato i timori che la Gran Bretagna, tradizionale bastione del diritto alla privacy, si stia trasformando in realtà in uno "Stato sotto sorveglianza". Tanto più che dal documento è anche emerso che in numerosi casi sono finiti sotto controllo per errori amministrativi insospettabili cittadini.

 

Il rapporto ha pertanto messo in stato di allerta il mondo politico: governo e opposizione si sono trovati d'accordo nel denunciare il ricorso "over the top" alla pratica delle intercettazioni e nel chiedere di disciplinare la legislazione a salvaguardia della privacy. In particolare di ridurre gli enti, in totale sono 653, fra cui 474 consigli locali, che hanno il potere di effettuare le intercettazioni.

 

http://www.canisciolti.info/news_dettaglio.php?id=12581

 

Posto da Travaglio un suo articolo:

L’altro giorno, fingendo di avanzare un’”ipotesi di dottrina”, Giovanni Sartori ha messo in guardia sulla Stampa dai ”dittatori democratici” e ha spiegato: “Con Berlusconi il nostro resta un assetto costituzionale in ordine, la Carta della Prima Repubblica non è stata abolita. Perché non c’è più bisogno di rifarla: la si può svuotare dall’interno. Si impacchetta la Corte costituzionale, si paralizza la magistratura… si può lasciare tutto intatto, tutto il meccanismo di pesi e contrappesi. E di fatto impossessarsene, occuparne ogni spazio. Alla fine rimane un potere ‘transitivo’ che traversa tutto il sistema politico e comanda da solo”. Non poteva ancora sapere quel che sarebbe accaduto l’indomani: il governo non solo paralizza la magistratura, ma imbavaglia anche l’informazione abolendo quella giudiziaria. E, per chi non avesse ancora capito che si sta instaurando un regime, sguinzaglia pure l’esercito per le strade.

 

Nei giorni scorsi abbiamo illustrato i danni che il ddl Berlusconi-Ghedini-Alfano sulle intercettazioni provocherà sulle indagini e i processi. Ora è il caso di occuparci di noi giornalisti e di voi cittadini, cioè dell’informazione. Che ne esce a pezzi, fino a scomparire, per quanto riguarda le inchieste della magistratura. Il tutto nel silenzio spensierato e irresponsabile delle vestali del liberalismo e del garantismo un tanto al chilo. Che, anzi, non di rado plaudono alle nuove norme liberticide. Non si potrà più raccontare nulla, ma proprio nulla, fino all’inizio dei processi. Cioè per anni e anni. Nemmeno le notizie “non più coperte da segreto”, perché anche su quelle cala un tombale “divieto di pubblicazione” che riguarda non soltanto gli atti e le intercettazioni, ma anche il loro “contenuto”. Non si potrà più riportarli né testualmente né “per riassunto”. Nemmeno se non sono più segreti perché notificati agli indagati e ai loro avvocati. Niente di niente.

 

L’inchiesta sulla premiata macelleria Santa Rita, con la nuova legge, non si sarebbe mai potuta fare. Ma, anche se per assurdo si fosse fatta lo stesso, i giornali avrebbero dovuto limitarsi a comunicare che erano stati arrestati dei manager e dei medici: senza poter spiegare il perché, con quali accuse, con quali prove. Anche l’Italia, come i regimi totalitari sudamericani, conoscerà il fenomeno dei desaparecidos: la gente finirà in galera, ma non si saprà il perché. Così, se le accuse sono vere, le vittime non ne sapranno nulla (i famigliari dei pazienti uccisi nella clinica milanese, che stanno preparando una class action contro i medici assassini, sarebbero ignari di tutto e lo resterebbero fino all’apertura del processo, campa cavallo). Se le accuse invece sono false (come nel caso di Rignano Flaminio, smontato dalla libera stampa), l’opinione pubblica non potrà più sapere che qualcuno è stato ingiustamente arrestato, né come si difende: insomma verrà meno il controllo democratico dei cittadini sulla Giustizia amministrata in nome del popolo italiano.

 

Chi scrive qualcosa è punito con l’arresto da 1 a 3 anni e con l’ammenda fino a 1.032 euro per ogni articolo pubblicato. Le due pene - detentiva e pecuniaria - non sono alternative, ma congiunte. Il che significa che il carcere è sempre previsto e, anche in un paese dov’è difficilissimo finire dentro (condizionale fino a 2 anni, pene alternative fino a 3), il giornalista ha ottime probabilità di finirci: alla seconda o alla terza condanna per violazione del divieto di pubblicazione (non meno di 9 mesi per volta), si superano i 2 anni e si perde la condizionale; alla quarta o alla quinta si perde anche l’accesso ai servizi sociali e non resta che la cella. Checchè ne dica l’ignorantissimo ministro ad personam Angelino Alfano.

 

E non basta, perché i giornalisti rischiano grosso anche sul fronte disciplinare: appena uno viene indagato per aver informato troppo i suoi lettori, la Procura deve avvertire l’Ordine dei giornalisti affinchè lo sospenda per 3 mesi dalla professione. Su due piedi, durante l’indagine, prim’ancora che venga eventualmente condannato. A ogni articolo che scrivi, smetti di lavorare per tre mesi. Se scrivi quattro articoli, non lavori per un anno, e così via. Così ti passa la voglia d’informare. Anche perché, oltre a pagare la multa, finire dentro e smettere di lavorare, rischi pure di essere licenziato.

 

D’ora in poi le aziende editoriali dovranno premunirsi contro eventuali pubblicazioni di materiale vietato, con appositi modelli organizzativi, perché il “nuovo” reato vien fatto rientrare nella legge 231 sulla responsabilità giuridica delle società. Significa che l’editore, per non vedere condannata anche la sua impresa, deve dimostrare di aver adottato tutte le precauzioni contro le violazioni della nuova legge. Come? Licenziando i cronisti che pubblicano troppo e i direttori che glielo consentono. Così usciranno solo le notizie che interessano agli editori: quelle che danneggiano i loro concorrenti o i loro nemici (nel qual caso l’editore si sobbarca volentieri la multa salatissima prevista dalla nuova legge, da 50 mila a 400 mila euro per ogni articolo, e accetta di buon grado il rischio di veder finire in tribunale la sua società). La libertà d’informazione dipenderà dalle guerre per bande politico-affaristiche tra grandi gruppi. E tutte le notizie non segrete non pubblicate? Andranno ad alimentare un sottobosco di ricatti incrociati e di estorsioni legalizzate: o paghi bene, o ti sputtano.

 

Ultima chicca: il sacrosanto diritto alla rettifica di chi si sente danneggiato o diffamato, già previsto dalla legge attuale, viene modificato nel senso che la rettifica dovrà uscire senza la replica del giornalista. Se Tizio, dalla cella di San Vittore, scrive al giornale che non è vero che è stato arrestato, il giornalista non può nemmeno rispondere che invece è vero, infatti scrive da San Vittore. A notizia vera si potrà opporre notizia falsa, senza che il lettore possa più distinguere l’una dall’altra. Tutto ciò, s’intende, se i giornalisti si lasceranno imbavagliare senza batter ciglio.

 

Personalmente, annuncio fin d’ora che continuerò a informare i lettori senza tacere nulla di quel che so. Continuerò a pubblicare, anche testualmente, per riassunto, nel contenuto o come mi gira, atti d’indagine e intercettazioni che riuscirò a procurarmi, come ritengo giusto e doveroso al servizio dei cittadini. Farò disobbedienza civile a questa legge illiberale e liberticida. A costo di finire in galera, di pagare multe, di essere licenziato. Al primo processo che subirò, chiederò al giudice di eccepire dinanzi alla Consulta e alla Corte europea la illegittimità della nuova legge rispetto all’articolo 21 della Costituzione e all’articolo 10 della Convenzione europea sui diritti dell’uomo e le libertà fondamentali (“Ogni persona ha diritto alla libertà d’espressione. Tale diritto include la libertà d’opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche…”, con possibili restrizioni solo in caso di notizie “riservate” o dannose per la sicurezza e la reputazione). Mi auguro che altri colleghi si autodenuncino preventivamente insieme a me e che la Federazione della Stampa, l’Unione Cronisti, l’associazione Articolo21, oltre ai lettori, ci sostengano in questa battaglia di libertà. Disobbedienti per informare. Arrestateci tutti.

 

Lettera a Vittorio Feltri, direttore di Libero, sulla vicenda Gabriele Mastellarini

di Marco Travaglio

 

questa porcata non deve passare per salvare il solito figuro ben conosciuto ai magistrati si salvano migliaia di criminali, un pò come la pecorelli, per salvarne uno centinaia dis tuproatori ogni anno vengono prescritti

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Appunto se lo scrive travaglio è decisamente fazioso, se poi mi citi il telegraph completi il quadro, infatti probabilmente non sai che quel giornale tende un pochettino ad essere contrario all'attuale amministrazione britannica e quindi è un pò come prendere articoli da giornali schierati Italiani.

Un conto è parlare un conto è portare le prove.

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Vorrei ricordare anche che in GB sono saltati in aria degli autubus quindi mi pare ovvio che le intercettazioni siano molt. Causa???prevenzione del TERRORISMO.

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se lo scrive travaglio NON può essere fazioso, ma devi dimostrare che le balle... pardo cifre sparate da Alfano abbiano qualche riscontro...

 

Vorrei ricordare anche che in GB sono saltati in aria degli autubus quindi mi pare ovvio che le intercettazioni siano molt. Causa???prevenzione del TERRORISMO.

quindi in Spagna tutta Madrid è intercettata?

 

all'estero si intercetta di più, ma ogni scusa è buona per parallizare la magistratura e convincere parte del popolo è facile, si sparano dati falsi senza contradditorio ognis econdo a reti unificate....

 

EDIT

io non commetto reati, che mi intercettino pure quanto vogliono

 

Argomenti pretestuosi. Dati falsi o infondati. Così la politica dà l’assalto alle intercettazioni. per imbavagliare le indagini, sottrarsi al controlli e coprire i comportamenti illegali. Parola di pm.

 

Spesso la tutela della privacy rappresenta solo la tutela dei propri panni sporchi

I costi? La verità è che con le intercettazioni lo Stato ci guadagna oppure va in pari.

 

 

Era nel suo programma e Silvio Berlusconi lo ha ribadito a Santa Margherita Ligure tra gli applausi scroscianti dei giovani della Confindustria: intercettazioni d’ora in poi consentite solo nelle inchieste di mafia e terrorismo e cinque anni di carcere per i giornalisti che le dovessero pubblicare.

 

La grande controriforma del Cavaliere avanza a passi veloci verso il Consiglio dei ministri in cui il Guardasigilli Angelino Alfano la tradurrà in disegno legge.

 

La maggioranza però non è compatta.

 

La Lega vuole che gli ascolti restino anche per altri reati, a partire da quelli di corruzione e concussione. An nicchia.

 

Su un punto però in Parlamento e al Quirinale tutti, o quasi, sono d’accordo: in Italia s’intercetta troppo, si spende troppo e si viola troppo la privacy dei cittadini.

 

Per questo il presidente Giorgio Napolitano invita ad approvare una legge condivisa trovando porte spalancate anche nel Pd.

 

Ma davvero esiste in Italia un’emergenza intercettazioni?

 

“L’espresso” ne ha discusso con un tecnico, il procuratore aggiunto di Torino Bruno Tinti, autore tra l’altro del bestseller “Toghe rotte. La giustizia raccontata da chi la fa”, 100 mila copie vendute che illustrano bene le cause del mal funzionamento dei tribunali in Italia.

 

E, dati alla mano, ha scoperto che le cose stanno in maniera molto diversa, rispetto a quanto ripetuto nelle aule parlamentari.

 

Per Tinti, infatti, questa lotta alle intercettazioni non è altro che la decisione di parte della classe politica e dirigente italiana di sottrarsi al controllo di legalità.

 

Perché tutti gli argomenti utilizzati per giustificarla sono infondati o falsi ...

 

Ma come? Il ministro Alfano afferma che da noi s’intercettano ogni anno più di 100 mila persone, è un numero enorme ...

 

«Sì, ma si tratta di un dato non veritiero. Perché si fa confusione tra utenze ed utenti.

Un conto sono gli apparecchi messi sotto controllo, che possono benissimo essere 100 mi-la, e un conto è il numero degli intercettati.

A Torino, per esempio, mediamente si mettono sotto, come diciamo in gergo, dieci utenze a persona».

 

Cioè controllate anche i familiari e amici? Mi pare grave ...

 

«Ma no! Il fatto è che chi delinque sa benissimo di poter essere intercettato.

E allora non utilizza il proprio telefono ufficiale per le attività criminali.

Noi quindi andiamo a caccia dell’apparecchio buono.

Partiamo da quello che conosciamo, spesso la sua utenza fissa, la ascoltiamo e se nel giro di due o tre giorni capiamo che non è giusto, lo molliamo e passiamo agli altri.

Così, di telefono in telefono, arriviamo a trovare quello esatto.

Le prime intercettazioni, quelle che gonfiano le statistiche, durano pochissimo.

Nel caso degli spacciatori, poi, è prassi che ciascuno di essi utilizzi più schede telefoniche o contemporaneamente o in successione».

 

Però l’aumento delle intercettazioni c’è stato: le utenze messe sotto controllo durante il 2003 erano 78 mila. Oggi sono 125 mila ...

 

«Sì, ma è falso che si tratti di una crescita abnorme.

Anche in questo caso, come quando si dice che buona parte del Paese è intercettata, si dice una cosa non vera.

E per rendersene conto è sufficiente osservare i dati: la curva dei telefoni in uso cresce di anno in anno e così cresce anche quella delle intercettazioni.

Ma la seconda curva sale meno della prima. E anzi molto più bassa».

 

Per lei le critiche insomma arrivano da chi non conosce la situazione ...

 

«O fa finta di non conoscerla.

Basta guardare un’altra curva, quella dei reati.

Nel 2007 erano circa tre milioni, con un aumento del 5,15 rispetto l’anno precedente.

Ebbene la curva dei reati e quella delle intercettazioni sostanzialmente coincidono, perché se aumentano i reati aumentano gli ascolti.

Ma allo stesso modo, non in misura maggiore».

 

Quindi non c’è l’abuso denunciato dalla politica?

 

Guardi, noi a Torino noi ogni anno apriamo circa 200 mila fascicoli d’indagine, 25 mila dei quali sono contro indagati noti. Ebbene solo in 300 fascicoli vengono richieste intercettazioni».

 

Sì, però da più parti si fa notare che vi occupate poco della delinquenza comune, e molto di quella che riguarda le classi dirigenti. In fondo è proprio così che un magistrato finisce sui giornali ...

 

«Quando leggo certe cose, mi arrabbio davvero.

Le spiego esattamente cosa accade qui, premettendo che i nostri numeri sono so-stanzialmente speculari a quelli nazionali.

Ebbene, quei 300 fascicoli nei quali si fa ricorso alle intercettazioni, magari contro più persone, sono suddivisi così.

Il 50 per cento riguardano il traffico di droga.

Il 15 per cento omicidi consumati o tentati e reati contro la persona.

Un altro 15 per cento attiene poi alla criminalità organizzata».

 

E il resto? Tutte intercettazioni di colletti bianchi?

 

«Macché. Sul 20 per cento che rimane la metà è rappresentata da fascicoli a tutela delle cosiddette fasce deboli: parlo di violenze sessuali odi pedofilia.

Solo con le intercettazioni si possono trovare prove che reggano le verifiche dibattimentali.

Il disegno di un bimbo che racconta la violenza subita basta per aprire un’inchiesta, non per arrivare a una condanna.

I fascicoli riguardanti i reati contro la pubblica amministrazione e contro l’economia sono pochi: insomma, solo un trentina su quei 300».

 

Ma al di là dell’utilità, c’è il problema dei costi. Alfano dice che per le intercettazioni va via il 33 per cento delle spese di giustizia.

 

«Altra cosa non vera.

Nel 2007 lo Stato ha messo a bilancio per la giustizia più di 7 miliardi e mezzo di euro e ne ha spesi 224 milioni per gli ascolti.

Si fa confusione tra il budget complessivo del ministero e una delle sue voci, le “spese di giustizia” appunto, che ricomprendono anche i compensi a periti e interpreti, le indennità ai giudici di pace e onorari, il gratuito patrocinio, le trasferte.

E poi non si dice che con le intercettazioni lo Stato ci guadagna o va in pari».

 

Come ci guadagna?

 

«Pensi a quello che accade con quel 10 per cento di ascolti dedicati alla criminalità economica e finanziaria. Per scoprire il cosiddetto carosello Iva (le truffe sui rimborsi Iva) e le fatture false non bastano purtroppo le verifiche della Guardia di finanza.

La contabilità è infatti sempre perfettamente in ordine.

Senza intercettazioni noi come facciamo a dimostrare che quelle fatture, transitate per una società ungherese per poi andare nel Dubai, sono false?

E come facciamo a scoprire i ritorni in nero e sequestrare il denaro?

A Milano i miei colleghi nell’inchiesta sulle cosiddette scalate bancarie hanno speso 8 milioni di euro.

Ma già oggi i 64 indagati, per ottenere di patteggiare, di milioni ne hanno versati 340.

E parte di quel denaro è stato messo a bilancio dallo Stato per la costruzione di nuovi asili».

 

Ma i costi si possono comunque ridurre?

 

«Certo e lo si sta già facendo, anche se si potrebbe fare molto di più».

 

Come?

 

«Una parte significativa delle spese è dovuta ai soldi che lo Stato versa alle società di gestione telefonica per noleggiare le linee.

Ma i gestori, parlo di Telecom, Wind, Vodafone e gli altri, sono aziende che operano in regime di concessione e che guadagnano molti soldi.

Allora qualcuno mi vuol far capire perché lo Stato non inserisce nei contratti una clausola che preveda assistenza gratuita, o quantomeno a prezzi molto bassi, per le intercettazioni?».

Modificato da Leviathan
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INTERCETTAZIONI: DONADI (IDV), SU NUMERI INTERCETTATI BUGIE CLAMOROSE

 

(ASCA) - Roma, 13 giu - ''Smascheriamo questa bugia clamorosa sul numero delle intercettazioni: gli intercettati non sono piu' di 20-25mila''. Massimo Donadi (IdV) e' intervenuto questa mattina al dibattito di 'Omnibus' su LA7 esponendo dei dati diversi rispetto a quelli esposti qualche giorno fa dal ministro della Giustizia, Angelino Alfano.

 

Il capogruppo alla Camera per IdV continua spiegando che: ''125 mila sono i decreti emessi in un anno dalla magistratura. Di questi 125 mila il 70% sono proroghe, perche' un decreto di intercettazione dura 15 giorni. Quindi, in realta', i numeri delle intercettazioni sono 40 mila''.

 

Conclude infine precisando che ''ognuno sa che oramai ci sono utenze per casa, ufficio, uno o piu' cellulari; se si fa un conto gli intercettati non sono piu' di 20-25 mila''.

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Quello che Travaglio (e Di Pietro) non dice è che anche in Italia esistono intercettazioni differenti da quelle "giudiziarie" vere e proprie e sono appunto quelle per il terrorismo et similia... sono regolate da una legge ad hoc e non rientrano tra le 120.000 di cui si parla. Pertanto, o confrontiamo quelle "giudiziarie" dell'Italia con le altre "giudiziarie" degli altri paesi - e allora abbiamo 120.000 in Italia e 1.700 in USA ecc. ecc. oppure confrontiamo le 120.000+Non giudiziarie dell'Italia con le XXX+Non giudiziarie degli altri paesi... ma non possiamo certo confrontare le 120.000 (senza non giudiziarie) dell'Italia con le XXX+Non giudiziarie degli altri paesi... mi pare piuttosto ovvio.

 

Comunque la si metta (e cioè anche considerando che saranno molto meno di 120.000) resta il fatto che in Italia si intercetta più che all'estero... e addirittura, per quanto ne so, in USA le intercettazioni non sono nemmeno utilizzabili per il dibattimento...

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Ma cosa stiamo qui a parlare quando le nostre strade brulicano di delinquenti! La sicurezza! La sicurezza! Quella sì che è l'unica vera emergenza criminalità d'Italia! Ancora ostinati a voler mettere in galera dei poveri intraprendenti imprenditori che evadono le tasse assassine del Governo Prodi?

 

Io non mi faccio capace di come si faccia a difendere un decreto indifendibile come questo solo perchè lo propone il governo che si è votato. Per fortuna non è solo il PD ad essere diviso internamente, Fini rispolvera un po' di buon senso e senso della giustizia, guardate un po' qua:

 

Il Messagero

 

Tensione nella maggioranza:

An e Lega frenano

di Marco Conti

ROMA (16 giugno) - «Massima precedenza ai processi con imputati detenuti e a quelli che abbiano messo in pericolo la sicurezza pubblica o che comportino grave allarme sociale». Potrebbe essere formulato in questo modo l’emendamento blocca processi che oggi al Senato dovrebbe essere allegato al pacchetto sicurezza. Un emendamento da inserire nel primo treno legislativo ”utile” per essere approvato in tempi rapidi in modo da bloccare udienze e processi che riguardano le più alte cariche dello Stato. Stop ai processi per un anno, in attesa di rimettere mano a quel ”Lodo Schifani” che quattro anni fa fu dichiarato incostituzionale dalla Consulta e che poneva una sorta di ombrello protettivo su presidente della Repubblica, presidente del Consiglio, presidenti delle camere.

 

In attesa del nuovo ”lodo”, potrebbe quindi arrivare una misura deflattiva dei processi che spianerebbe la strada ai giudizi che riguardano infortuni sul lavoro e ad altri procedimenti frenando quindi il resto.

 

Uno stop che per ora potrebbe essere limitato ad un anno e che poi potrà essere esteso a tutto il mandato, sospendendo anche i termini di prescrizione. In questo modo si congelano quindi anche i due processi che coinvolgono il presidente del Consiglio. Soprattutto il processo Mills sui diritti televisivi che dovrebbe andare presto a sentenza. Malgrado il tam tam vada avanti da giorni, da parte del governo non c’è stata nessuna presa di posizione ufficiale. Uno dei più stretti collaboratori del premier, l’avvocato Nicolò Ghedini, ha sinora negato l’eventualità di una nuova norma ad hoc, ma i due partiti alleati, An e Lega, sono da giorni in allarme e non fanno mistero della contrarietà a sostenere un nuovo provvedimento ad personam. Netta la contrarietà del Carroccio, malgrado il Cavaliere abbia provato a convincere giovedì scorso il Senatur della necessità di un provvedimento che metta a riparo il governo dalle possibili ritorsioni che parte della magistratura potrebbe mettere in atto dopo i provvedimenti sulle intercettazioni.

 

Fortissimi maldipancia si avvertono però anche dalle parti di An. Il partito di Gianfranco Fini non sembra avera voglia di ingaggiare una nuova battaglia contro la magistratura e di rovinare il rapporto con il capo dello Stato. Proprio dal Quirinale potrebbero infatti sorgere gli ostacoli maggiori sulla strada di un provvedimento sostanzialmente già bocciato dalla Consulta.

 

Silvio Berlusconi però spinge perchè teme di ritrovarsi presto alle prese con altri procedimenti giudiziari i quali, prima di essere accertati, producono non solo un danno d’immagine al paese che ha un premier sotto inchiesta, ma che sono freno alla stessa azione di governo. Il Cavaliere guarda con sospetto alle mosse della decima sezione del tribunale di Milano che si occupa della vicenda ”Mills-diritti televisivi” e spinge per l’emendamento che oggi potrebbe essere presentato al Senato da uno dei tanti peones della maggioranza in modo da non impegnare il governo. Almeno per il momento visto che presto An e Lega potrebbero chiedere a Berlusconi di dire chiaramente come la pensa.

 

Analoghe valutazioni potrebbe essere chieste al leader dl Pd Walter Veltroni che si muove con sempre maggiore fatica tra l’esigenza di tenere aperto il confronto con il Pdl sulle grandi riforme e il ruolo di quasi unica opposizione in Parlamento.

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Non mi fa piacere che il governo (anche se non l'ho votato) sia diviso, una cosa che mi aveva reso in parte contento dei risultati elettorali era proprio la maggioranza ed il consenso che Berlusconi ha raccolto, ma sta usando questo vantaggio per dare la precedenza a questioni che non ne richiedono, tralasciandone certe (come Alitalia, per esempio) che invece sono da considerare realmente come emergenze.

 

Prima che questo decreto prendesse vita nessun cittadino (compresi quelli di centrodestra) si sentiva strozzato dalle intercettazioni, ora invece è un'emergenza. Non capisco... Da che io sappia i decreti legislativi servono per affrontare questioni che richiedono un intervento immediato e decisivo del governo, in italia stanno diventando uno strumento che con le vere emergenze hanno poco a che fare. Perchè questa piccola riforma del codice non è stata inserita in una proposta di legge? Che urgenza, che impellenza c'era nell'affrontare questo problema? Ammesso che ci sia un problema.

 

Le reazioni del segretario del PD

 

Quotidiano nazionale

Modificato da tuccio14
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Berlusconi ha ammesso che il provvedimento lo riguarda. W la sincerità... Ora Veltroni viene pure accusato di voler interrompere il dialogo e di invocare una "causa belli", o come si dice... :scalata: :scalata: :scalata:

 

Vergogna. La legge non è uguale per tutti.

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