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Trattato di Lisbona


Tuccio14

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che inflazione hanno i danesi e gli inglesi?

Il Regno Unito la ha al 2,5, la Danimarca al 2,1.

Attualmente però stà aumentando in tutta Europa, l'Italia ad esempio ha ormai superato l'inflazione di questi 2 paesi (fino all'anno scorso eravamo sull'1,5-1,9). La cosa però non è colpa dell' Euro, è colpa della situazione internazionale (e in particolare alla cattiva amministrazione italiana).

per copletezza il regno dei Paesi Bassi ha inflazione all'1,9...ed adotta l'Euro.

Modificato da Zargabaath
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Partecipanti più attivi

Ora Basta!

Non è più tollerabile che un paese di quattro gatti che deve tutto il proprio recente sviluppo economico all'UE possa bloccarne sine die lo sviluppo. Con le regole di Nizza l'Unione a 27 è de facto ingorvernabile.

Bisogna decidersi una volta per tutte ad imporre che la ratifica dei trattati sia determinante per la permanenza all'interno dell'Unione. Tutti liberi di fare le prorpie scelte ma non di boicottare gli altri.

Mi spiego: la scelta deve essere fra Sì, resto nell'UE ratificando il nuovo trattato

oppure NO non ratifico il trattato e pertanto vengo espulso dall'UE con tutte le conseguenze del caso (non prendo più un centesimo di sovvenzioni, i miei beni sono sottoposti a stringenti barriere tariffarie nei confronti dei paesi UE, i miei cittadini all'interno di altri paesi UE assumono lo status di immigrati extracomunitari, etc etc...)

Solo così le scelte sarannpo chiare e si determinerà chi è nell'Unione perchè si è impegnato seriamente in un progetto ed una visione comuni e chi,invece, è dentro solo per succhiare sangue (soldi) agli altri e boicottare il processo di integrazione.

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quanto all'inflazione sul sito dell'Eurostat non si riscontrano grandi differenze tra paesi euro e non-euro: il tasso d'inflazione su base annua medio dell'Area euro è 3,6 (Italia 3,6 Francia 3,5 Germania 3,3 Spagna 4,6 Paesi Bassi 1,9 per citare i più significativi), nell'Area non euro contano molto i paesi dell'est europa appena entrati nell'UE, ma limitandoci a quelli di precedente ingresso abbiamo UK a 2,5 Svezia a 3,2 e Danimarca a 3,3. Non so dove Zargabaath abbia preso il 2,1 della Danimarca visto che gli altri dati che ha riportato coincidono.

 

Comunque, tornando IT, se come pare in Irlanda passassero i no, beh, è un bel guaio: i difetti imputati all'UE, burocrazia elefantiaca, scarsa capacità decisionale, ruolo del parlamento ancillare e poco rispondente a una tradizionale architettura democratica, beh, tutti questi difetti rimarranno. Intendiamoci, il trattato di Lisbona era/è un passettino limitato ma per conto mio era un miglioramento (si pensi alla previsione di decisioni prese a maggioranza, a un parlamento investito di maggiori capacità e strumenti, alla figura dell'Alto Rappresentante o ministro degli esteri europeo...). Già la bocciatura della costituzione in Francia e Olanda era stato un grave punto di arresto, ma si trattava di due paesi fondatori, uno dei quali è un dominus della politica europea...ora invece una bocciatura da parte irlandese mi sta/starebbe proprio qui....l'Irlanda è cresciuta con i fondi europei, sono tanti quanti gli abitanti del Piemonte e tengono in scacco tutti gli altri 490 e passa milioni.

 

Ho letto solo ora l'intervento di Freenick e lo quoto in toto anche se non credo che sia praticabile, bisognerebbe prima che tutti fossero d'accordo sulle conseguenze, tanto estreme, di una bocciatura...il che non avverrà mai

Modificato da Montgomery
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E' fatta, hanno vinto gli ostruzionisti. :bye:

 

Corriere della Sera

 

calderoli: «Un grazie al popolo irlandese per il suo voto»

Trattato europeo, Irlanda dice «no»

Fini: «Crisi senza precedenti dell'Ue»

Lo ammette il ministro della Giustizia: hanno vinto i contrari. Documento bocciato nonostante i sì di 26 Paesi

 

Campagna per il no in Irlanda (Afp)

DUBLINO - No! L'Irlanda boccia il referendum sul Trattato di Lisbona, versione «alleggerita» della Costituzione europea già respinta nel 2005 da francesi e olandesi. Il ministro irlandese della Giustizia ha ammesso che la vittoria dei contrari al Trattato non è più in discussione. Quindi, mancando l'unanimità, il documento non può entrare in vigore nonostante gli altri 26 Paesi dell'Unione europea l'hanno approvato o si apprestano a farlo. I risultati definitivi sono attesi intorno alle 16,30 ora italiana.

 

«VINCE DEMOCRAZIA» - «Una vittoria per la democrazia», ha detto Declan Ganley, l'uomo d'affari fondatore del gruppo Libertas che ha guidato la campagna contro il Trattato. «Il popolo irlandese ha mostrato coraggio e saggezza e ha mandato un messaggio forte al primo ministro Brian Cowen, che ora deve andare a Bruxelles e riferire il messaggio degli irlandesi, che vogliono democrazia e responsabilità per l'Ue».

 

«NO IN TESTA» - A Dublino (che conta un quarto dell'elettorato irlandese), in cinque distretti i primi conteggi vedono una prevalenza dei contrari al trattato, in tre c'è un testa a testa e in uno è in vantaggio il sì. Il sito dell'Irish Times conferma che in tutte le circoscrizioni della capitale i no prevalgono con una media di 60 contro 40, con picchi di 70 a 30 nella circoscrizione sudorientale. L'Irlanda è l'unico Paese dell'Ue ad avere, per legge, indetto un referendum sul Trattato di Lisbona.

 

COMMISSIONE UE - «La Commissione europea ha fatto quello che doveva e quello che poteva» ha detto il portavoce dell'esecutivo, Johannes Laitenberger che non ha voluto commentare i primi exit poll: «Non penso che sia appropriato fare commenti a questo stadio. La Commissione ha fatto quello che poteva e quello che doveva ma la ratifica non è una cosa che devono fare le istituzioni europee bensì gli Stati membri». Nel pomeriggio il presidente della Commissione Josè Manuel Barroso terrà una conferenza stampa per commentare i risultati.

 

«CRISI» - A questo punto per l'Unione europea si aprono scenari imprevedibili. «Capire che cosa succede dopo il voto in Irlanda», ha detto Silvio Berlusconi nel corso del Consiglio dei ministri. Secondo il presidente della Camera Gianfranco Fini, «se gli irlandesi bocciassero il Trattato di Lisbona ci troveremmo in una situazione di crisi senza precedenti delle istituzioni europee».

 

CALDEROLI - Nettamente contraria l'opinione di Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione normativa. «Un grazie al popolo irlandese per il suo voto. Tutte le volte in cui i popoli sono stati chiamati a votare hanno bocciato clamorosamente un modello di Europa che viene vista lontana dai popoli stessi. I popoli, ancora una volta, hanno dimostrato di avere maggiore saggezza rispetto a governi e parlamenti. La sovranità appartiene ai popoli e solo i popoli possono decidere di rinunciare ad essa».

 

13 giugno 2008

 

Da notare l'intervento di Calderoli.

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Di nuovo on-line B-)

 

Secondo me ora si possono aprire tre scenari, uno disastroso, uno pessimo e uno molto buono.

 

L'integrazione si potrebbe bloccare: potrebbe accadere esattamente come negli anni 50; il no dei francesi alla CED ha bloccato per quasi 50 anni qualsiasi ipotesi di collaborazione nel campo della difesa (abbiamo dovuto aspettare il 1999). Ora potrebbe venir bloccata per molto tempo qualsiasi integrazione politica più stretta. L'Europa non diverrebbe altro che un club economico.

 

L'ipotesi pessima è una nuova rinegoziazione al ribasso del trattato europeo: non c'è limite al peggio e chissà che salterebbe fuori; tra poco poi la GB sarà guidata dai conservatori, ostili a qualsiasi ipotesi di maggiore integrazione UE. In ogni caso andranno persi almeno almeno 3-4 anni.

 

L'ultima è una ipotesi molto coraggiosa: Sarkozy (nessun altro nel continente avrebbe possibilità) potrebbe spingere per una integrazione più stretta (e magari includendo anche la Difesa) di un nucleo di paesi volenterosi. Ne uscirebbe fuori, nell'ipotesi migliore, una costituzione molto più avanzata di quella bocciata dagli olandesi e dagli stessi francesi. Ne uscirebbe fuori un nucleo di una futura "vera UE" formata dal nocciolo duro dei paesi fondatori (gli unici veramente europeisti) con l'aggiunta degli spagnoli e di qualche orientale (cechi e sloveni ma non la Polonia)

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Di nuovo on-line B-)

 

Secondo me ora si possono aprire tre scenari, uno disastroso, uno pessimo e uno molto buono.

 

L'integrazione si potrebbe bloccare: potrebbe accadere esattamente come negli anni 50; il no dei francesi alla CED ha bloccato per quasi 50 anni qualsiasi ipotesi di collaborazione nel campo della difesa (abbiamo dovuto aspettare il 1999). Ora potrebbe venir bloccata per molto tempo qualsiasi integrazione politica più stretta. L'Europa non diverrebbe altro che un club economico.

 

L'ipotesi pessima è una nuova rinegoziazione al ribasso del trattato europeo: non c'è limite al peggio e chissà che salterebbe fuori; tra poco poi la GB sarà guidata dai conservatori, ostili a qualsiasi ipotesi di maggiore integrazione UE. In ogni caso andranno persi almeno almeno 3-4 anni.

 

L'ultima è una ipotesi molto coraggiosa: Sarkozy (nessun altro nel continente avrebbe possibilità) potrebbe spingere per una integrazione più stretta (e magari includendo anche la Difesa) di un nucleo di paesi volenterosi. Ne uscirebbe fuori, nell'ipotesi migliore, una costituzione molto più avanzata di quella bocciata dagli olandesi e dagli stessi francesi. Ne uscirebbe fuori un nucleo di una futura "vera UE" formata dal nocciolo duro dei paesi fondatori (gli unici veramente europeisti) con l'aggiunta degli spagnoli e di qualche orientale (cechi e sloveni ma non la Polonia)

 

 

Quoto.

Sono anni ormai che spero si verifichi la tua terza ipotesi, integrazione fra chi ci crede e che gli altri si arrangino e ne paghino le conseguenze. Inutile assorbire tutti "for the sake of it" senza fare progressi (scusate l'inglese ma non mi veniva quell'espressione).

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mi accodo alla terza ipotesi di rick, anche se non so quanto sia fattibile a livello di diritto comunitario. Convengo con voi e spero in qualche sterzata forte nel senso auspicato da parte francese e tedesca (che sono poi i paesi che hanno maggior peso e prestigio in ambito continentale, gli unici che potrebbero spingere verso la "terza ipotesi"). Bisogna anche dire che in Italia se ci fossero referendum per ratifiche di trattati europei o internazionali temo che i No vincerebbero spesso (per fortuna la Costituzione sottrae questa materia ai referendum)

Modificato da Montgomery
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L'Irlanda dice "no", ma l'Europa va avanti

 

L'idea che emerge in queste prime ore sembra essere quella di mettere l'Irlanda con le spalle al muro, di lasciarla sola davanti a 26 ratifiche: 490 milioni di cittadini da una parte, 4,2 milioni dall'altra

16899-Europa.JPG

Il Trattato non è morto, viva il Trattato. L'Europa ha deciso che si va avanti nonostante il "no" degli irlandesi, che si troveranno a dover scegliere se accettare il Trattato di Lisbona magari con qualche modifica cosmetica o se restare soli, in uno "splendido isolamento" di un uno per cento dei cittadini europei.

 

"Per la Commissione le ratifiche devono andare avanti", ha detto Jose Manuel Barroso, trovando il consenso esplicito dei leader europei e in particolare di Germania e Francia. Nicolas Sarkozy, da luglio presidente di turno del Consiglio europeo ha quindi tracciato la strada senza esitazioni: il vertice della prossima settimana, l'ultimo degli sloveni ma in qualche modo il primo dei francesi, discuterà nel dettaglio di come andare avanti. L'idea che emerge in queste prime ore sembra essere quella di mettere l'Irlanda con le spalle al muro, di lasciarla sola davanti a 26 ratifiche: 490 milioni di cittadini da una parte, 4,2 milioni dall'altra.

 

I modi concreti di procedere sembrano essere al momento due. Il più morbido è un "aggiustamento giuridico" evocato dal Segretario di Stato francese per gli Affari europei, Jean-Pierre Jouyet, secondo il quale "il processo di ratifica deve continuare negli altri paesi", il che vorrebbe dire riportare l'Irlanda al voto su un testo che però non può essere diverso da quello ratificato dagli altri e che quindi dia più evidenza alle possibilità di out out per l'Irlanda in alcuni campi, che sono già previste in realtà nel testo. E' già capitato, con la Danimarca per il Trattato di Maastricht e con la stessa Irlanda con quello di Nizza.

 

L'altro sistema è un po' più decisionista, ma il Trattato in vigore lo prevede ed è il sistema evocato oggi dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: in sostanza una volta che la Carta di Lisbona è stata approvata da quattro quinti dei Paesi, il Consiglio può decidere di modificare il Trattato attuale che prevede la ratifica all'unanimità, per farla entrare in vigore con una maggioranza diversa. La decisione di emendare il Trattato attuale, però, deve essa stessa essere presa all'unanimità e questo può creare qualche problema al governo irlandese.

 

 

 

Ottimo, direi. -_-

 

EDIT: link interessante di un italiano in Irlanda che scrive al Corriere della Sera

Modificato da tuccio14
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Ospite intruder
L'Irlanda dice "no", ma l'Europa va avanti

 

L'idea che emerge in queste prime ore sembra essere quella di mettere l'Irlanda con le spalle al muro, di lasciarla sola davanti a 26 ratifiche: 490 milioni di cittadini da una parte, 4,2 milioni dall'altra

16899-Europa.JPG

Il Trattato non è morto, viva il Trattato. L'Europa ha deciso che si va avanti nonostante il "no" degli irlandesi, che si troveranno a dover scegliere se accettare il Trattato di Lisbona magari con qualche modifica cosmetica o se restare soli, in uno "splendido isolamento" di un uno per cento dei cittadini europei.

 

"Per la Commissione le ratifiche devono andare avanti", ha detto Jose Manuel Barroso, trovando il consenso esplicito dei leader europei e in particolare di Germania e Francia. Nicolas Sarkozy, da luglio presidente di turno del Consiglio europeo ha quindi tracciato la strada senza esitazioni: il vertice della prossima settimana, l'ultimo degli sloveni ma in qualche modo il primo dei francesi, discuterà nel dettaglio di come andare avanti. L'idea che emerge in queste prime ore sembra essere quella di mettere l'Irlanda con le spalle al muro, di lasciarla sola davanti a 26 ratifiche: 490 milioni di cittadini da una parte, 4,2 milioni dall'altra.

 

I modi concreti di procedere sembrano essere al momento due. Il più morbido è un "aggiustamento giuridico" evocato dal Segretario di Stato francese per gli Affari europei, Jean-Pierre Jouyet, secondo il quale "il processo di ratifica deve continuare negli altri paesi", il che vorrebbe dire riportare l'Irlanda al voto su un testo che però non può essere diverso da quello ratificato dagli altri e che quindi dia più evidenza alle possibilità di out out per l'Irlanda in alcuni campi, che sono già previste in realtà nel testo. E' già capitato, con la Danimarca per il Trattato di Maastricht e con la stessa Irlanda con quello di Nizza.

 

L'altro sistema è un po' più decisionista, ma il Trattato in vigore lo prevede ed è il sistema evocato oggi dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: in sostanza una volta che la Carta di Lisbona è stata approvata da quattro quinti dei Paesi, il Consiglio può decidere di modificare il Trattato attuale che prevede la ratifica all'unanimità, per farla entrare in vigore con una maggioranza diversa. La decisione di emendare il Trattato attuale, però, deve essa stessa essere presa all'unanimità e questo può creare qualche problema al governo irlandese.

Ottimo, direi. -_-

 

EDIT: link interessante di un italiano in Irlanda che scrive al Corriere della Sera

 

 

Siamo sicuri che questo trattato sia poi tanto benefico? In Italia, come in altri paesi, è stato ratificato dal Parlamento, non da un referendum popolare. Non possiamo fare i salti dalla gioia quando c'è il sole (cioè spartirci i fondi comunitari) e piangere quando piove (cioè con l'apertura delle frontiere ci piovono addosso qualche milione di rumeni che non possiamo deportare in massa perché l'Unione ha detto NO)

 

 

Freenik, il tuo discorso vale anche per l'Italia, non possiamo dire all'Unione di farsi i kazzi suoi se sovvenzioniamo con denaro pubblico l'Alitalia. Le regole comunitarie lo proibiscono.

Modificato da intruder
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Siamo sicuri che questo trattato sia poi tanto benefico? In Italia, come in altri paesi, è stato ratificato dal Parlamento, non da un referendum popolare. Non possiamo fare i salti dalla gioia quando c'è il sole (cioè spartirci i fondi comunitari) e piangere quando piove (cioè con l'apertura delle frontiere ci piovono addosso qualche milione di rumeni che non possiamo deportare in massa perché l'Unione ha detto NO)

 

Freenik, il tuo discorso vale anche per l'Italia, non possiamo dire all'Unione di farsi i kazzi suoi se sovvenzioniamo con denaro pubblico l'Alitalia. Le regole comunitarie lo proibiscono.

Ma infatti alcune regole vanno riviste a livello comunitario, non interpretate alla meglio in ogni Stato. Riguardo ad Alitalia, concordo con il fatto che l'UE non debba farsi i ca22i suoi, anzi, fa benissimo ad intervenire... La cosa che mi fa imbestialire sono le presse di Ryan Air, comprensibili, ma non giustificabili. Qui però si va OT...

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Siamo sicuri che questo trattato sia poi tanto benefico? In Italia, come in altri paesi, è stato ratificato dal Parlamento, non da un referendum popolare. Non possiamo fare i salti dalla gioia quando c'è il sole (cioè spartirci i fondi comunitari) e piangere quando piove (cioè con l'apertura delle frontiere ci piovono addosso qualche milione di rumeni che non possiamo deportare in massa perché l'Unione ha detto NO)

Freenik, il tuo discorso vale anche per l'Italia, non possiamo dire all'Unione di farsi i kazzi suoi se sovvenzioniamo con denaro pubblico l'Alitalia. Le regole comunitarie lo proibiscono.

 

 

Certo che vale anche per noi, ci mancherebbe altro!

Per fortuna che c'e` l'UE a mitigare certe tendenze interventiste in economia mai del tutto dimenticate dalla politica italiana, spero proprio che la si smetta di buttare soldi pubblici in aziende decotte per ottenere qualche voto dalla casta di turno. Mi auguro che l'UE ci faccia un cazziatone tremendo per il prestito ponte cosi` in futuro ci penseremo due volte prima di ripetere cose del genere.

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Ottimo, Napolitano è un Grande.chi non vuole integrarsi se ne stà fuori e non ostacola gli altri, poi questo trattato non aggiunge gran che all'UE, le consentirà solamente di funzionare adeguatamente anche dopo gli allargamenti ad est, quindi è necessario farlo entrare in vigore, e che non se ne escano con il fatto che il popolo è sovrano quindi non bisogna fare niente perchè è stata solo una battaglia a chi faceva lo slogan più incisivo, gli irlandesi han creduto davvero che avrebbero perso sovranità e balle varie e han votato no. Poi la perdità di sovranità è un mito da sfatare, anche in una federazione uno stato avrebbe sovranità escusiva su molte materie, per altre materie (come difesa, politica estera, ecc) la sovranità sarebbe condivisa con gli altri paesi.

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Non pensavo fosse giuridicamente possibile andare avanti nonostante il No di Dublino. Una gran bella notizia, indubbiamente. In effetti molto meglio partire dal trattato di Lisbona come base comune a tutti per poi spingere per delle future cooperazioni rafforzate tra i paesi più europeisti.

Mettiamola così: queste sono le fondamenta. Poi, chi vuole si accontenta e vive all'aria aperta, chi invece non si accontenta può incominciare a tirare su i muri.

 

Siamo sicuri che questo trattato sia poi tanto benefico? In Italia, come in altri paesi, è stato ratificato dal Parlamento, non da un referendum popolare. Non possiamo fare i salti dalla gioia quando c'è il sole (cioè spartirci i fondi comunitari) e piangere quando piove (cioè con l'apertura delle frontiere ci piovono addosso qualche milione di rumeni che non possiamo deportare in massa perché l'Unione ha detto NO)

 

Freenik, il tuo discorso vale anche per l'Italia, non possiamo dire all'Unione di farsi i kazzi suoi se sovvenzioniamo con denaro pubblico l'Alitalia. Le regole comunitarie lo proibiscono.

 

In Italia vincerebbe il si. Siamo, insieme alla Germania e al Belgio, il paese più europeista di tutti, ed è un sentimento condiviso a destra e a sinistra con la sola esclusione di quei bifolchi della lega.

Sui benefici, è un rapporto di diritti e doveri com'è per esempio quello tra regione e stato. Ma i benefici mi paiono tanti

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Sono d'accordo per un gruppo più ristretto che comprende chi ci crede realmente, però attenzione a dire che sarebbe scontata una vittoria del sì qui in Italia. Si fa presto a giocare sulle paure della gente e a generalizzare. La Lega insegna.

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Sono d'accordo per un gruppo più ristretto che comprende chi ci crede realmente, però attenzione a dire che sarebbe scontata una vittoria del sì qui in Italia. Si fa presto a giocare sulle paure della gente e a generalizzare. La Lega insegna.

 

E' come il problema del nucleare: non sono temi da "Bar Sport" e non dovrebbero essere materia referendaria affidata ad una moltitudine volubile. L'Irlanda è uno dei paesi europei che più hanno goduto dei vantaggi dell'ingresso nell'Unione con miliardi di euro di investimenti a fondo perduto e si è arricchito smisuratamente. Ora che hanno incassato e hanno i primi problemi chiudono la porta. Vergogna!

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Il problema è che qualsiasi trattato è necessariamente sempre molto lungo, anche se rigurda poche materie (il trattato che ha istituito la NATO era lunghetto mica anche se alla fine si può riassumere con: se uno stato membro viene attaccato in Europa od in America è come se venisse attaccata l'intera alleanza) quindi c'è molta gente che non ha il tempo per leggerlo, c'è chi lavora dalla mattina alla sera e quando torna a casa vorrà passare il tempo con la sua famiglia, c'è chi studia o c'è chi, semplicemente, non ha voglia di leggerlo....quindi che fanno? ascoltano i politici, sentono i soliti paranoici euroscettici che dicono se vince il SI perderemo la nostra sovranità, quei brutti cattivi cancelleranno la nostra storia e Bruxelles avrà il controllo delle nostre forze armate (e si sà a bruxelles comanderanno dei Sud-Africani mica i rappresentanti, Europei, di ogni stato membo) e le userà per conquistare il mondo la luna ed il pianeta namek!

Cosa fa quindi uno che sente queste cose? pensa: fino ad ora non è successo niente quindi non ci son problemi, per sicurezza voto no..non si sa mai che abbiano ragione.

Con una vera costituzione invece sarà tutt'altra cosa, la costituzione sarà breve e molto meno intricata di un trattato.

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ANSA

 

Dopo "No" Irlanda si lavora a piano "B"

di Enrico Tibuzzi

 

BRUXELLES - Riportare gli irlandesi alle urne il più presto possibile, abbandonare il Trattato di Lisbona restando con quello di Nizza, rinegoziare Lisbona, dire addio all'idea di un nuovo Trattato a 27 optando per un'Europa a doppia o tripla velocità: gli esperti giuridici delle istituzioni europee e delle cancellerie dei Paesi membri sono in queste ore al lavoro su queste e altre ipotesi per trovare una soluzione - un cosiddetto piano 'B' - alla crisi che si è aperta dopo il 'no' irlandese. La parola d'ordine, a Parigi come a Bruxelles e a Berlino, resta per ora la stessa. Andare avanti con le ratifiche per arrivare a contare quanti saranno alla fine i Paesi che avranno adottato il nuovo Trattato. Ma poi? Finora si è sempre detto - e saputo - che Lisbona potrà entrare in vigore solo dopo la sua approvazione da parte di tutti i 27 Paesi Ue. E il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, lo ha confermato dicendo che, dopo il 'no' dell'Irlanda, solo una cosa è certa: il Trattato non potrà entrare in vigore il primo gennaio prossimo perché è impensabile risolvere il problema così presto.

 

- NUOVO REFERENDUM IN IRLANDA. E' l'opzione al momento più gettonata. Già nel 2002, dopo aver bocciato la ratifica del Trattato di Nizza nel 2001, gli irlandesi furono richiamati a votare. E fu offerta loro una dichiarazione con la quale veniva garantita la neutralità militare del Paese. Ma soprattutto il sì vinse grazie alla mobilitazione dei sostenitori di Nizza. Questa strada, secondo gli esperti, sarebbe quindi giuridicamente percorribile. Ma questa volta quali novità potrebbero dare lo spunto per un nuovo voto? C'é chi parla di una versione 'alla carta' di Lisbona preparata su misura per gli irlandesi. E oggetto di una dichiarazione adottata dai 27 che non li costringerebbe a un nuovo giro di ratifiche nazionali. Resta da vedere se i 26 Paesi Ue avranno la necessaria coesione politica per portare avanti una iniziativa di questo genere e se il governo irlandese riterrà accettabile questo percorso, simile a quello riservato a suo tempo alla Danimarca.

 

- ABBANDONARE LISBONA. Il mantenimento dello 'status quo', cioé il Trattato di Nizza, potrebbe diventare una scelta obbligata, ma nessun per ora fa il tifo per questa opzione. Con Nizza l'Ue continuerà ad avere gli attuali problemi su questioni cruciali quali l'efficacia del processo decisionale, la politica estera, il funzionamento delle istituzioni, il ruolo del Parlamento, l'allargamento.

 

- RINEGOZIARE LISBONA. Anche questa strada appare al momento impercorribile, soprattutto alla luce del fatto che Lisbona, costato due anni di estenuanti trattative, rappresenta già una sorta di piano 'B' rispetto al Trattato Costituzionale morto e sepolto nel 2005 dopo i 'no' di Francia e Olanda.

 

- UE A DUE VELOCITA'. Se oltre all'Irlanda, altri Paesi dovessero non adottare Lisbona, per far funzionare l'Ue non resterebbe altra alternativa al Trattato di Nizza. Ma in questo caso un 'nocciolo duro' di Paesi potrebbe decidere di rafforzare la cooperazione in diversi settori, ad esempio le politiche per la sicurezza, l'immigrazione e la difesa. Ma chi farebbe parte di questa avanguardia e quali rapporti verrebbero instaurati con gli altri Paesi? Questa ipotesi suscita molte domande a cui al momento mancano risposte valide.

 

 

Il caso enunciato da solamnia, la UE a due velocità con il "nocciolo duro", è la seconda opzione più gettonata, anche se potrebbe creare dei precedenti pericolosi che potrebbero spingere altri paesi a fare alla stessa maniera, rallentando il processo di integrazione.

 

Per quanto riguarda la Lega, Berlusconi le ha già chiesto per vie traverse ("Il Governo è coeso sulla ratifica del trattato") di smetterla, sono ridicoli.

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ANSA

 

Dopo "No" Irlanda si lavora a piano "B"

di Enrico Tibuzzi

 

BRUXELLES - Riportare gli irlandesi alle urne il più presto possibile, abbandonare il Trattato di Lisbona restando con quello di Nizza, rinegoziare Lisbona, dire addio all'idea di un nuovo Trattato a 27 optando per un'Europa a doppia o tripla velocità: gli esperti giuridici delle istituzioni europee e delle cancellerie dei Paesi membri sono in queste ore al lavoro su queste e altre ipotesi per trovare una soluzione - un cosiddetto piano 'B' - alla crisi che si è aperta dopo il 'no' irlandese. La parola d'ordine, a Parigi come a Bruxelles e a Berlino, resta per ora la stessa. Andare avanti con le ratifiche per arrivare a contare quanti saranno alla fine i Paesi che avranno adottato il nuovo Trattato. Ma poi? Finora si è sempre detto - e saputo - che Lisbona potrà entrare in vigore solo dopo la sua approvazione da parte di tutti i 27 Paesi Ue. E il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, lo ha confermato dicendo che, dopo il 'no' dell'Irlanda, solo una cosa è certa: il Trattato non potrà entrare in vigore il primo gennaio prossimo perché è impensabile risolvere il problema così presto.

 

- NUOVO REFERENDUM IN IRLANDA. E' l'opzione al momento più gettonata. Già nel 2002, dopo aver bocciato la ratifica del Trattato di Nizza nel 2001, gli irlandesi furono richiamati a votare. E fu offerta loro una dichiarazione con la quale veniva garantita la neutralità militare del Paese. Ma soprattutto il sì vinse grazie alla mobilitazione dei sostenitori di Nizza. Questa strada, secondo gli esperti, sarebbe quindi giuridicamente percorribile. Ma questa volta quali novità potrebbero dare lo spunto per un nuovo voto? C'é chi parla di una versione 'alla carta' di Lisbona preparata su misura per gli irlandesi. E oggetto di una dichiarazione adottata dai 27 che non li costringerebbe a un nuovo giro di ratifiche nazionali. Resta da vedere se i 26 Paesi Ue avranno la necessaria coesione politica per portare avanti una iniziativa di questo genere e se il governo irlandese riterrà accettabile questo percorso, simile a quello riservato a suo tempo alla Danimarca.

 

- ABBANDONARE LISBONA. Il mantenimento dello 'status quo', cioé il Trattato di Nizza, potrebbe diventare una scelta obbligata, ma nessun per ora fa il tifo per questa opzione. Con Nizza l'Ue continuerà ad avere gli attuali problemi su questioni cruciali quali l'efficacia del processo decisionale, la politica estera, il funzionamento delle istituzioni, il ruolo del Parlamento, l'allargamento.

 

- RINEGOZIARE LISBONA. Anche questa strada appare al momento impercorribile, soprattutto alla luce del fatto che Lisbona, costato due anni di estenuanti trattative, rappresenta già una sorta di piano 'B' rispetto al Trattato Costituzionale morto e sepolto nel 2005 dopo i 'no' di Francia e Olanda.

 

- UE A DUE VELOCITA'. Se oltre all'Irlanda, altri Paesi dovessero non adottare Lisbona, per far funzionare l'Ue non resterebbe altra alternativa al Trattato di Nizza. Ma in questo caso un 'nocciolo duro' di Paesi potrebbe decidere di rafforzare la cooperazione in diversi settori, ad esempio le politiche per la sicurezza, l'immigrazione e la difesa. Ma chi farebbe parte di questa avanguardia e quali rapporti verrebbero instaurati con gli altri Paesi? Questa ipotesi suscita molte domande a cui al momento mancano risposte valide.

Il caso enunciato da solamnia, la UE a due velocità con il "nocciolo duro", è la seconda opzione più gettonata, anche se potrebbe creare dei precedenti pericolosi che potrebbero spingere altri paesi a fare alla stessa maniera, rallentando il processo di integrazione.

 

Per quanto riguarda la Lega, Berlusconi le ha già chiesto per vie traverse ("Il Governo è coeso sulla ratifica del trattato") di smetterla, sono ridicoli.

 

L' UE a due velocità non è una bestemmia. Troppi paesi sono entrati solo per "comodo" e a volte per fare piacere agli americani... Ogni ulteriore allargamento è un sicuro indebolimento dell'Unione. Chi non ci sta, FUORI!

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Vorrei ricordare inoltre la storia dehli USA. Non è uguale alla nostra certo, ma alcuni stati agli inizi erano indipendenti, poi si aggregarono. Facciamo prima vedere come funziona un'Europa U.S.E., vantaggi e svantaggi, poi decideranno loro se ntrare o no. Del resto non si può obbligare la gente a prendere qualcosa che non vuole o di cui non sente ancora il bisogno........Certo che poi malignamente, se tutto andrà bene, mi viene da dire che paghino qualcosina per salire sul carro del vincitore! :bleh:

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Concordo, dalle ultime dichiarazioni sembra che si punti verso questa scelta, speriamo bene.

Gli euroscettici, però, giocano sulla paura della gente (ed è molto efficace la cosa), gli europeisti però non lo fanno perchè sarebbe sconveniente per le relazioni internazionali (è come se berlusconi dicesse che non dobbiamo più essere i cagnolini degli USA, sarebbe sostanzialmente vero, ma non penso che Bush gradirebbe), non sarà una passeggiata.

Speriamo bene.

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Del resto non si può obbligare la gente a prendere qualcosa che non vuole o di cui non sente ancora il bisogno........

certo però che è paradossale che sia stata proprio l'Irlanda a bocciare il trattato, uno dei paesi che più ha beneficiato dei fondi europei per lo sviluppo ottenendo risultati visibili e concreti (a differenza del nostro mezzogiorno dove i soldi vengono ingurgitati nel baratro delle mafie e collusioni relative <_<)

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