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Trattato di Lisbona


Tuccio14

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Da "Il Sole 24 ore"

 

Semaforo verde del Cdm alla ratifica del Trattato di Lisbona

30 maggio 2008

Semaforo verde al disegno di legge per la ratifica del Trattato di Lisbona che modifica il Trattato dell'Unione europea (1992) e il Trattato istitutivo della comunità europea (1957). In pratica così l'Unione allargata si dota degli strumenti utili a una maggiore efficienza al proprio interno ed efficacia all'esterno. Soddisfazione per l'approvazione del disegno di legge di ratifica è stata espressa dal ministro per le Politiche Europee, Andrea Ronchi. Anche se molti rappresentanti della Lega hanno chiesto di sottoporre a referendum popolare il trattato di Lisbona, il ministro degli Esteri Franco Frattini ha sottolineato che nel governo «non ci sono divisioni» sulla ratifica del Trattato Ue. «Il Consiglio dei ministri – dice Frattini – ha approvato all'unanimità il ddl di ratifica del Trattato di Lisbona, che i presidenti delle Camere inseriranno come priorità nell'ordine del giorno dei lavori parlamentari».

 

Vengono ampliati i settori in cui si vota a maggioranza, c'è l'attribuzione di una personalità giuridica unica all'Unione, il superamento dei cosiddetti "pilastri", il graduale snellimento della Commissione e l'istituzione del Presidente del Consiglio europeo e dell'Alto Rappresentante che permetteranno di migliorare il funzionamento delle istituzioni e di rendere l'Unione ancora più coesa.

 

Anche il conferimento di valore giuridico alla carta dei diritti fondamentali e i numerosi progressi realizzati in favore dei suoi cittadini, nonché l'accento posto sui sistemi di controllo democratico a livello europeo e nazionale caratterizzeranno ancora di più l'Unione (che cessa definitivamente di chiamarsi "Comunità") come grande spazio democratico e comune di diritti.

 

Ora il disegno di legge sarà presentato in Parlamento per la ratifica. L'entrata in vigore del Trattato, dopo la ratifica da parte di tutti gli Stati membri, consentirà l'assunzione di responsabilità nuove anche per rafforzare il ruolo di un'Europa democratica impegnata su scala mondiale nella promozione dei suoi valori. Il Trattato di Lisbona sostituisce il Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa, firmato a Roma nel 2004, ma mai entrato in vigore in quanto non ratificato da alcuni Paesi membri. (N.Co.)

 

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Tasse e aborto, vade retro

 

Viaggio nell’Irlanda cattolica

che potrebbe bocciare la riforma dell’Europa

 

Vittorio Sabatin

Dublino

 

Chissà che cosa avrebbe detto Oscar Wilde se avesse visto tutti questi cartelli pieni di «Vota Sì» e «Vota No» dalla bella vetrata della sua casa che si affaccia su Merrion Street. Forse, ne avrebbe inventata una delle sue, magari questa: «Nella vita ci sono due sole tragedie: una è non ottenere ciò che si vuole, l’altra è ottenerlo». E’ il dilemma che angustia 4,2 milioni di irlandesi, che voteranno giovedì prossimo se accettare o no il trattato di Lisbona, decidendo così il destino di 495 milioni di abitanti dell’Europa. I Sì erano in testa nei sondaggi fino a qualche giorno fa (34%), ma i No stanno recuperando (27%) e gli indecisi (35%) restano ancora la maggioranza.

 

Tutti gli altri Paesi dell’Unione Europea si sono ben guardati dall’indire referendum per approvare il trattato: queste cose sono troppo importanti per lasciarle decidere alla gente, e quindici parlamenti su ventisette lo hanno già ratificato in nome del popolo. Ma gli irlandesi, si sa, hanno la testa dura e saranno gli unici a votare, correndo il rischio che si ripeta un terrificante scenario già visto: nel 2005 il no dei cittadini francesi e di quelli olandesi affossò il trattato costituzionale europeo, faticosamente ricucito (e chiamato con un altro nome) due anni dopo, appunto a Lisbona. Il no irlandese sarebbe di per sé già vincolante, perché la riforma deve essere approvata da tutti i Paesi, ma produrrebbe anche un effetto a cascata sui parlamenti un po’ riottosi che ancora devono ratificarla. Compreso quello italiano, con la Lega che chiede da tempo di imitare l’Irlanda e fare decidere ai cittadini.

 

I prossimi saranno quindi giorni duri per il Taoiseach, il capo del governo Brian Cowen, impegnato in una serie estenuante di incontri e conferenze mirati a spostare dalla parte del Sì i tanti elettori ancora indecisi. Ha cominciato ieri, al National College di Dublino, incontrando un centinaio di sostenitori del Fianna Fail, il suo partito. «Non possiamo perdere questa occasione - ci ha detto prima di entrare nella sala della conferenza - perché quello che è buono per l’Europa è buono anche per l’Irlanda. Dobbiamo guardare e camminare avanti e non indietro, dove ci porterebbe la vittoria del No. Sono sicuro che ce la faremo e che i cittadini capiranno che votando Sì favoriscono i loro interessi».

 

Insediatosi poco più di un mese fa alla guida di una coalizione di centrodestra, Cowen è nato a Offalay, un luogo così triste che i suoi abitanti, lui compreso, sono soprannominati BIFFO (Big Ignorant Fellow From Offalay, «Grosso e ignorante compare di Offalay»). Ha fatto il cameriere in un pub, dove ha imparato tutto quello che sa sulla natura umana, e quando parla nei comizi è davvero bravo. I suoi lo adorano, e lo si vede a ogni applauso. Si è impegnato così tanto in questa campagna che la vittoria del No lo distruggerebbe politicamente, ma tutti ricordano che quando si mette in moto la macchina del Fianna Fail, che conta su migliaia di entusiasti volontari, è difficile perdere una consultazione. Decisivo sarà l'atteggiamento dell’Ifa, la potentissima organizzazione degli agricoltori, che in cambio del Sì ha chiesto che il Taoiseach ponga il veto sulla liberalizzazione delle importazioni di carne e latte.

 

Pochissime delle persone che ne parlano hanno letto il trattato di Lisbona, e ognuno lo tira dalla parte che vuole. I sostenitori del No, con in testa il partito della sinistra radicale Sinn Fein, lo accusano di essere la sorgente di tutti i mali: farà aumentare le tasse, toglierà il lavoro ai taxisti liberalizzando le licenze, renderà legale l’aborto, priverà il Paese dell’autonomia in campo militare e diplomatico, privatizzerà ospedali e scuole, renderà possibile per la Commissione europea prendere decisioni sull’Irlanda anche in assenza di un commissario irlandese, grazie al nuovo meccanismo di rotazione. Ma il timore maggiore riguarda il regime fiscale, e la difesa di quell’aliquota del 12,5% che ha attirato in Irlanda centinaia di imprese, creato posti di lavoro e diffuso ricchezza.

 

Quasi nessuna di queste paure è fondata, ma tutte servono a creare slogan efficaci che riempiono le strade di Dublino: su un manifesto, le tre scimmiette rappresentano l'Europa che «non ti vedrà, non ti ascolterà, e non ti parlerà»; su un altro, sotto a una immagine della dichiarazione di indipendenza, si ricorda che «molta gente è morta per la tua libertà», paragonando - non senza esagerare un poco - l’Unione europea all’oppressivo regime inglese.

 

Brendan O’Connor, giornalista, ex attore e notissimo per le sue apparizioni in tv, accusa apertamente i suoi concittadini di ingratitudine: «Tutti fingono di non ricordarsi che cosa era l’Irlanda 10 anni fa: un paese del Terzo Mondo che è cresciuto solo grazie all’Unione Europea e ai suoi contributi. La verità è che tutti stanno benissimo e non sono più abituati a sporcarsi le mani».

 

La sera, nei pub più frequentati come O’Donoghues o Foleys, l’argomento di conversazione non è però il referendum. Tutti bevono birra e ascoltano come sempre le canzoni celtiche, i flauti e le fisarmoniche, le belle voci di cantanti improvvisati, le chitarre con i loro malinconici accordi di La e Mi minore, nella dolce e rilassata atmosfera che rende unico questo Paese. Giovedì voteranno in gaelico «Nìl» o «Tà», seguendo l’indicazione di chi li avrà convinti che è la scelta migliore. Soprattutto per fare in modo che niente cambi.

 

Il Trattato di Lisbona (detto anche «Trattato di riforma») è stato redatto per sostituire la Costituzione europea bocciata dal no nei referendum francese e olandese del 2005. E’ stato firmato il 13 dicembre 2007 a Lisbona (in quel momento era presidente di turno dell’Ue) e la sua ratifica da parte dei 27 Paesi europei dovrebbe concludersi entro il 2008, in tempo per le elezioni europee dell’anno prossimo. Tra le principali differenze dell’ordinamento europeo introdotte dal nuovo trattato (che emenda e amplia quello di Maastricht e quello di Roma) ci sono l’introduzione del voto a maggioranza qualificata nel Consiglio Europeo, un Europarlamento più influente, e l’introduzione della carica di Presidente e del «ministro degli Esteri» europeo per una politica internazionale di maggiore incisività e coesione. L’entrata in vigore del Trattato di Lisbona renderà anche legalmente vincolante la Carta dei diritti fondamentali che regola il campo dei diritti umani. Il trattato di Lisbona è stato già ratificato da 15 dei 27 Paesi dell’Unione europea, tra cui la Francia e la Germania. In Italia il testo del trattato è stato già varato dal consiglio dei ministri venerdì scorso, l’iter parlamentare per l’approvazione definitiva dovrebbe partire a breve.

Modificato da tuccio14
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L'Irlanda è passata dall'essere un paese povero ed arretrato ad un'economia dinamica e moderna con il PIL pro capite fra i più elevati del globo interamente grazie all'UE ed alla buona gestione dei soldi gentilmente elargiti loro dall'UE. Dovrebbero essere eternamente grati all'Unione e, secondo me, non hanno il diritto di muovere la benchè minima critica almeno per i prossimi 100 anni.

Modificato da freenick
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Si però questo mette sempre più in luce la debolezza e l'inutilità dell'UE così come è stata concepita (e lo dice un europeista), inoltre, a mio parere, fà comprendere come l'allargamento sia stato forse il peggior affare fatto nella, sia pur breve, storia delle istituzioni continentali.

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dovevano prima aggiustare il funzionamento dell'Unione e poi allargare i confini, han fatto una cagata pazzesca.

 

Quoto!

Uno dei più lampanti esempi di miopia politica degli ultimi 50 anni, un errore a cui non si è tutt'ora posto rimedio e che potrebbe (speriamo di no) costarci molto, ma molto caro.

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Che non ci rompano le scatole, se qualcosa va storto si va avanti a gruppi. La zona euro potrebbe fare da apripista ad una maggiore integrazione, se gli altri voglio seguirci sono acetti molto volentieri, ma se 1 non vuole fare passi avanti, è giusto che non l faccia, ma non deve bloccare tutti gli altri. Con l'Euro si è fatto così, chi voleva lo ha adottato (e infatti ora stiamo per doppare il dollaro e per pareggiae la sterlina)

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e abbiamo l'inflazione a go go.

E non paghiamo un barilr di petrolio quasi 300000 Lire. L'esempio dell'Euro mostra chiaramente il potenziale di un'UE degna da definirsi tale. Non è questo il topic adatto per parlare dell'utilità o meno dell'Euro, probabilmente ne avete parlato quando non ero ancora iscritto a questo forum, ma può servire come esempio, proprio

 

Io confido molto nella nascita di un'unica "borsa europea" e credo sia imminente l'ingresso del Regno Unito nella Moneta Unica (link interessante a riguardo).

 

In qualunque caso, come ho già spiegato più volte, queste forme di ostruzionismo non fermano i processi di modernizzazione o evoluzione, li rallentano e basta, creando nient'altro che danno (un po' come i verdi e i NO-a-tutto).

 

Nel link che ho classificato come schifezza, un'euroscettico indica il processo di integrazione (che per me sarebbe meglio definire federazione) dell'Europa come "mettersi di traverso alla storia".

 

per me mettersi di traverso alla storia vuol dire comportarsi come gli irlandesi, perchè se non ci si unisce (ed il Trattato di Lisbona è un passo che non si può mancare) non si fa che mettergli i bastoni tra le ruote alla storia.

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tuccio guarda che gli inglesi non credo che siano cosi contenti di entrare nel euro, se guardi bene loro stanno in europa quando gli conviene. Poi vorrei ricordarti che tempo addietro anche francia e olanda bocciarono quella fantasiosa costituzione fatta a roma. Poi cosa vuoi unire se in spagna ce l'eta, in irlanda ce l'ira, i paesi bassi sono gia belli che divisi?

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E in Italia c'è la Lega con i suoi 300000 fucili sempre caldi! :asd:

 

Scherzi a parte, se guardi nel link ke ho postato puoi trovare la risposta che ti darei io stesso, in particolare in questo sub link, che è poi quello al quale fa riferimento il testo.

 

E comunque, se dei terroristi devono tenere in ballo il futuro di un continente, stiamo messi davvero bene! :rolleyes: Ma come? Dov'è finita la WWOT?

 

Il processo di unificazione politica è un passo obbligato per non farci mettere i piedi in testa dal resto del Mondo, ed il governo irlandese ha fatto il madornale errore di affidare questa delicata questione nelle mani del popolo, che per quanto acculturato voglia essere sarà sempre soggetto a slogan e propaganda, e poi vorrei tanto vedere se almeno un 25% degli aventi diritto al voto se le è andate a leggere tutte le 300 e passa pagine del trattato.

 

Addirittura Berlusconi ed il suo governo hanno fatto la scelta (che condivido in pieno) di voler riservare alla classe dirigente il veto su questo passo importantissimo nella storia dell'UE, tra l'altro mettendo a tacere i separatisti. Senza contare il fatto che grazie a Dio in Italia il voto sulle questioni internazionali è incostituzionale. Lo stesso presidente irlandese sta cercando di convincere il suo popolo a votare sì, peccato che c'è sempre qualche maledetto ottuso che evoca addirittura i fantasmi delle guerre passate.

 

Riguardo al Trattato di Roma hanno fatto benissimo cugini d'oltralpe e soci a non firmarlo: non sono l'unico a dire che quel testo faceva schifo e ratificarlo era un suicidio.

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E in Italia c'è la Lega con i suoi 300000 fucili sempre caldi! :asd:

 

Scherzi a parte, se guardi nel link ke ho postato puoi trovare la risposta che ti darei io stesso, in particolare in questo sub link, che è poi quello al quale fa riferimento il testo.

 

E comunque, se dei terroristi devono tenere in ballo il futuro di un continente, stiamo messi davvero bene! :rolleyes: Ma come? Dov'è finita la WWOT?

 

Il processo di unificazione politica è un passo obbligato per non farci mettere i piedi in testa dal resto del Mondo, ed il governo irlandese ha fatto il madornale errore di affidare questa delicata questione nelle mani del popolo, che per quanto acculturato voglia essere sarà sempre soggetto a slogan e propaganda, e poi vorrei tanto vedere se almeno un 25% degli aventi diritto al voto se le è andate a leggere tutte le 300 e passa pagine del trattato.

 

Addirittura Berlusconi ed il suo governo hanno fatto la scelta (che condivido in pieno) di voler riservare alla classe dirigente il veto su questo passo importantissimo nella storia dell'UE, tra l'altro mettendo a tacere i separatisti. Senza contare il fatto che grazie a Dio in Italia il voto sulle questioni internazionali è incostituzionale. Lo stesso presidente irlandese sta cercando di convincere il suo popolo a votare sì, peccato che c'è sempre qualche maledetto ottuso che evoca addirittura i fantasmi delle guerre passate.

 

Riguardo al Trattato di Roma hanno fatto benissimo cugini d'oltralpe e soci a non firmarlo: non sono l'unico a dire che quel testo faceva schifo e ratificarlo era un suicidio.

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e abbiamo l'inflazione a go go.

 

Con la Lira sarebbe stato peggio, ora abbiamo si l'inflazione al 2-3% (che è acettabile se paragonata ad altri paesi del mondo) ma almeno abbiamo una moneta forte. con la lira avremo avuto una moneta debole e si sarebbe poi presentata l'inflazione. Quello che bisognava fare (in Italia più che in altre nazioni Europee) era fare maggiori controlli sui prezzi, in Germania ad esempio ci son grandi catene di supermercati, quindi il controllo dei prezzi è più semplice, in Italia ci sono una miriade di negozi e negozietti che son problematici da controllare tutti. I governi hanno sbagliato a non pensare a questi "furbetti".

 

Comunque è una boiata far votare una trattato ai cittadini, i trattati son complicati e lunghi la gente non ha ne la voglia ne il tempo di leggerseli, noi cittadini dovremo votare la costituzione (quella vera che istituisce la nascita della Federazione), in cui decideremeno se far nascere la Federazione, le funzioni del parlamento federale,la forma di governo(repubblica presidenziale, repubblica parlamentale, monarchia parlamentare).

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Sinceramente sono parecchio pessimista anche considerando solo la zona euro, visto che ci sono troppi galli in un pollaio quindi vedo difficile creare un europa con unità di vedute e qualche peso internazionale.

Comunque riguardo alla costituzione io avrei fatto un referendum, ma non stato per stato ma chiamando alle urne tutti i 400 e oltre milioni di cittadini europei.

Così si fà l'integrazione, non lasciando che un paesucolo da due soldi abbia diritto di veto su questioni così importanti.

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Nel futuro più immediato è molto improbabile che i paesi della zona euro avvino un processo di federazione, tutto stà nel medio-lungo termine, le differenze di veduta stanno nel fatto che alcuni paesi credono ancora di poter far tutto autonomamente, con la situazione internazionale sempre più difficile potrebbero combiare idea e capire che solo con una maggiore coesione tra l'Europa si possono superare certe sfide.

Il Trattato di Lisbona aggiunge una cosa fondamentale per la riuscita di questo progeto: la cooperazione rafforzata, quindi se qualche paese vuole maggiore integrazione in un certo campo lo può fare senza che debbano per forza farlo anche i paesi che non son interessati. Ed è da qui che bisogna partire per una Federazione.

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Comunque riguardo alla costituzione io avrei fatto un referendum, ma non stato per stato ma chiamando alle urne tutti i 400 e oltre milioni di cittadini europei.

Così si fà l'integrazione, non lasciando che un paesucolo da due soldi abbia diritto di veto su questioni così importanti.

Quoto quest'ultima frase. Riguardo al referendum in tutta Europa, è una cosa fondamentale, hai ragione, ma finchè in alcuni stati (come l'Italia) non si può legalmente fare, la vedo grigia. E' un po' un cane che si morde la coda...

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ANSA

 

UE: TRATTATO; IRLANDA HA DECISO, EUROPA TREMA

dall'inviato Patrizio Nissirio

 

DUBLINO - Gli irlandesi, unici tra tutti i 27 popoli dell'Ue, hanno detto la loro in un referendum sul Trattato di Lisbona, che riforma il funzionamento dell'Unione. Un voto che è stato preceduto da un'accesa campagna elettorale tra il Sì e il No, e che rischia - se vincerà il No - di far affondare il Trattato, gettando l'Unione in una fase di profonda incertezza. Ma per sapere cosa hanno deciso gli abitanti dell"Isola di smeraldò (poco più di tre milioni di aventi diritto al voto) sulle loro schede in inglese e gaelico, bisognerà attendere il pomeriggio di domani: la conta, seguita dall'Europa col fiato sospeso, inizierà solo domattina alle 10 ora italiana, e i dati affluiranno man mano a Dublino dai 43 distretti elettorali in cui è divisa la nazione. Poco meno dell'1% della popolazione dell'Ue, gli irlandesi, storicamente pro-europei, ma in molti casi sedotti dalle ragioni del No in questa campagna, potrebbero decidere per tutti: se infatti c'é la bocciatura di un solo Paese, il documento non può entrare in vigore. I sondaggi della vigilia danno i favorevoli e i contrari molto vicini, e nessuno si azzarda a fare previsioni, anche se dal governo guidato da Brian Cowen si ostenta fiducia in una vittoria del Sì. Il primo ministro, o Taoiseach come si dice in gaelico, all'uscita del suo seggio nella contea di Tullamore, ha detto che "in tempi di difficoltà economiche, è nel vitale interesse nazionale dell'Irlanda che ci sia un'Europa che funzioni... dopo 35 anni di aiuto e rispetto per l'Irlanda, l'Ue si è guadagnata il diritto di non essere vista come una minaccia. La gente deve pensare a questo quando valuta le posizioni degli schieramenti".

 

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Votando a Galway, il leader dell'attivissima organizzazione anti-Lisbona Libertas, l'imprenditore Declan Ganley, ha detto che la sua campagna "ha creato un forte dibattito...gli irlandesi devono bocciare questo trattato, costringendo i nostri leader a ripartire da zero". I sostenitori del Sì e quelli del No si sono dati battaglia ancora oggi, con volantinaggi nel centro ed aerei che sorvolavano Dublino. I primi - tutti i maggiori partiti di governo e opposizione - affermano che il Sì consentirà al Paese di continuare nel progresso economico che ha caratterizzato gli ultimi anni, basato in gran parte su un uso attento dei fondi Ue. Per i secondi (un raggruppamento che vede uniti estremisti di sinistra e di destra, il Sinn Fein, e l'organizzazione Libertas), invece, aderire a Lisbona trasferirà troppi poteri a Bruxelles, costringendo Dublino a introdurre cambiamenti sgraditi nelle aree del lavoro, della giustizia, della tassazione e della difesa. L'Irlanda è l'unico dei 27 Paesi dell'Ue dove il Trattato é sottoposto a referendum, perché la costituzione lo impone. Tutti gli osservatori prevedono che un'alta affluenza alle urne farà vincere i Sì, anche se le previsioni la indicano sotto al 50%. Il ministero dell'Ambiente, responsabile della consultazione referendaria, non fornirà dati ufficiali parziali sulle percentuali dei votanti oggi, ma solo quello finale, domani. Tuttavia, la tv pubblica Rte a metà pomeriggio dava dati definiti "nella norma" da varie zone del Paese, anche se non omogenei. A mezzogiorno a Dublino, dove vivono circa la metà degli irlandesi, la media tra i vari distretti era stata calcolata attorno al 12,6% da un funzionario della commissione elettorale cittadina.

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Pare che abbiano vinto i no, e da un certo punto di vista sono contento, così o si trova un modo di superare questi campanilismi o si lascia perdere tutto tralasciando le ipocrisie.

Ma dove l'hai letto? Perchè se è così credo bisognerà aspettare ancora molto per vederne approvata una revisione...

 

A cosa ti riferisci parlando di ipocrisie?

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