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SERVE DAVVERO IL NUCLEARE IN ITALIA?


Leviathan

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Il sole in Italia c'è in maniera soddisfacente 5 mesi all'anno, se va bene. Non siamo nel Sahara, grazie a Dio, e abbiamo spesso nuvole, nebbie, piogge, anche in Sicilia. E basta fare malainformazione solo perché ideologicamente avversi al nucleare, che poi significa essere ideologicamente avversi ad una "possibile", solo possibile beninteso, politica di potenza nazionale. Poiché con la semi indipendenza energetica e la tecnologia nucleare molto cose cambierebbero nel balance of power per l'Italia. Ma questo naturalmente i sinistrati non lo possono accettare, loro vogliono l'italietta...

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Il sole in Italia c'è in maniera soddisfacente 5 mesi all'anno, se va bene.

Guarda che il solare non si basa solo se c'e' sole o nuvole eh,,,,, leggiti qualcosa a riguardo almeno prima di parlare,,,, :o

La riprova stessa e' che la germania, stando al tuo "ragionamento" ( :rotfl:) non dovrebbero metterne neanche 1, ha rialzato la Germania dell'EST investendo in gran parte nel Solare. E' come dire che han reso il SuD produttivo da noi....ma in 10 anni non in 50.... MA si sa in germania son dei tonti e fan le cose a caso....

 

E basta fare malainformazione solo perché ideologicamente avversi al nucleare

Appunto, smetti di fare mala informazione o quantomeno documentati prima. Mi sembra di sentir parlar una persona che fumava i sigari e che con la mente era rimasta ferma al 68 e che per fortuna si e' ritirata dalla scena politica italiana....

 

Se poi vuoi Buttarla sull'economico toppi ancora, in quanto il nucleare come gia' mostrato e' piu costoso.Qua non si parla di tifo calcistoco, qua si parlano di fatti non solo flatus vocis.

Libero di mostrarmi il contrario

 

:lol:

Modificato da PinKoPallo
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Quindi secondo me chi parla di Chernobyl non è molto serio, anche se bisogna continuare a studiare bene quell'incidente, per farsi un'idea di cosa NON bisogna fare quando si vuole mettere su una grande centrale nucleare

Tipo:

a) NON forzare un reattore nucleare come fosse un'auto da corsa

b) costruirli con le giuste accortezze

c) migliorare ogni giorno che passa la tecnologia al riguardo

e di cosa invece bisogna fare nell'eventualità della situazione più catastrofica: il cedimento strutturale di un grande reattore.

Niente. Ad oggi, un reattore, se la reazione va "fuori controllo", tende a spegnersi da solo. Se casomai non si spegnesse, o fosse necessario uno shutdown più rapido, si usano le barre di controllo (le stesse che a Chernobyl venivano usate come moderatori standard :rolleyes: , pensa quant'è andata avanti la tecnologia da allora). Come se non bastasse, il tutto è protetto da 1-2 strati di cemento armato spesso diversi metri, perchè tocca considerare che in un eventuale conflitto sarebbero tra i primi obiettivi strategici.

Più che altro ci sarebbe da chiedersi quali altre minacce possano incombere sulla sicurrezza di una centrale nucleare.

 

susami Hobo, ma non credo sia corretto dire che se scoppia una centrale vicino ai nostri confini è come se ci scoppiasse dentro. Oggi nelle repubbliche baltiche e in Svezia non ci sono "zone morte" come attorno a chernobyl.

 

E più in generale, credo che le posizioni pro-nucleare siano indifendibili. Anche se tutto va bene, e sorvolando sulla generale antieconomicità, resta il problema delle scorie.

 

Che devono essere stoccate in un luogo al sicuro da cambiamenti climatici, terremoti ed esseri umani per minimo 10000 anni. E non è facile. Quello che spesso ci si dimentica in questi casi è che la cultura umana in un periodo tanto lungo cambia, e non ci è dato saper in che modo. In un periodo di tempo tanto lungo la civiltà potrebbe tanto arrivare a viaggiare nello spazio tanto regredire come nell'alto medioevo, e nel calcolo va pure messo il fatto che le lingue cambiano. Come diavolo è possibile garantire che un futuro archeologo che magari non è nemmeno capace di comprendere la nostra scrittura, non decida di trapanare un sito di stoccaggio per le scorie nucleari?

 

Eh, quali zone morte? Attorno a Chernobyl ci crescono piante come in qualsiasi altro posto, la gente ci vive e ci lavora. ciò che resta del reattore è rinchiuso nel cemento (e ci dovrà rimanere, salvo sviluppi tecnologici, fino alla fine del mondo :( ). La vita si è adattata al nuovo ambiente come si adatta in qualsiaisi altra situazione. Un tempo pensavamo che ci fosserò zone off-limits per lo sviluppo di forme viventi, oggi siamo stati smentiti alla grande :lol: .

 

Sul discorso scorie, è vero ad oggi c'è il problema di stoccarle in un posto sicuro per un lunghissimo arco di tempo, ma cos'è peggio correre un rischio molto eventuale in un futuro lontano o correrne uno (uno solo?) sicuro nei prossimi cento anni (mi riferisco a CO2, riscaldamento globale e via dicendo)?

Perchè nun c'è niente da fà, le uniche fonti di energia che conosciamo che possano competere col petrolio e col bruciare combustibile in generale sono solo il nucleare e il geotermico, se si può si sfrutta il secondo, se non si può amen si passa all'atomo.

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Be' prepariamoci al referendum, vedo le giovani generazioni sempre più lontane dalle sirene della sinistre ideologicamente contrarie al nucleare, probabilmente non per vera avversione al nucleare in se come fonte energetica, quanto all'idea che col nucleare, l'Italia sarebbe una GP (grande potenza) come gli altri grandi stati europei comparabili a noi per popolazione e Pil, e si sa che la sinistra una nazione grande, che possa avere velleità di qualche genere, e peggio, possa suscitare ammirazione e devozione da parte dei propri cittadini (che invece è bene la disprezzino e la critichino, in nome dell'internazionalismo e del superamento dello stato nazionale), la vede come la peste.

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Le giovani generazioni (parlo per me che ho 20 anni) si son stufate di una politica basata molto sulle ideologie e poco sui fatti, politica che serve solo a far mangiare i soliti noti (ricordiamo, il ministro della giustizia, qualche anno fà, portato via in manette :blink: ) e il Paese va dove lo porta il vento. Sul nucleare ci vedo , più che limiti tecnici, limiti politici, e mi riferisco sia alla politica italiana in se per se sia agli ospedali costruiti con la sabbia :blink: , una centrale non la puoi costruire col "solito sistema".

 

Piccolo OT: "Caro compagno, ." tu lavori e io magnoIl comunismo l'ho sempre visto come una sorta di fascismo con annessa presa per il c**o iniziale per accattivarsi le simpatie di chi non ha niente, di chi è scontento, ecc. e si atttacca alla prima barca che passa. :thumbdown:

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Be' prepariamoci al referendum, vedo le giovani generazioni sempre più lontane dalle sirene della sinistre ideologicamente contrarie al nucleare, probabilmente non per vera avversione al nucleare in se come fonte energetica, quanto all'idea che col nucleare, l'Italia sarebbe una GP (grande potenza) come gli altri grandi stati europei comparabili a noi per popolazione e Pil, e si sa che la sinistra una nazione grande, che possa avere velleità di qualche genere, e peggio, possa suscitare ammirazione e devozione da parte dei propri cittadini (che invece è bene la disprezzino e la critichino, in nome dell'internazionalismo e del superamento dello stato nazionale), la vede come la peste.

 

Anche io la penso così, oltre al nucleare civile, per metterci al passo con le altre potenze europee come Francia e Inghilterra dobbiamo assolutamente dotare le nostre forze armate dell'arma atomica.

Modificato da topgun80
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tralasciando che l'Italia ha firmato l'TNP e che, quindi, non può possedere, nè sviluppare, armamento nucleare proprietario... noi di un deterrente nucleare cosa ce ne dovremmo fare, servircene per riprenderci le nostre colonie, l'Istria e la Dalmazia?

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tralasciando che l'Italia ha firmato l'TNP e che, quindi, non può possedere, nè sviluppare, armamento nucleare proprietario... noi di un deterrente nucleare cosa ce ne dovremmo fare, servircene per riprenderci le nostre colonie, l'Istria e la Dalmazia?

 

Infatti l'aver firmato il TNP è stato il più grande errore che abbia fatto l'italia dal 45 ad oggi, non si può rinunciare a costruire un arma quando gli altri stati gia ce l'hanno. Per quanto riguarda l'utilità bisognerebbe chiedere a Francia e Inghilterra cosa se ne fanno di tutte quelle testate atomiche.

 

A proposito, se non sbaglio nei primi anni ottanta i nostri vertici militari avevano pensato a questa opportunità, avete qualche notizia o articolo da segnalare in merito?

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L'Italia con testate nucleari ??? E tattiche o strategiche ? E puntate su CHI di grazia ????

 

Un Italia siffatta mi rassomiglierebbe, come diceva quello, a: "un urlo senza senso fatto su una piazza vuota!". Tradotto: una cosa inconcepibile fatta senza scopo.

 

Non ci sono interessi da difendere a colpi di testate. Non ci sono nemmeno le premesse perchè si creino quegli interessi, anzi, non ci sono nemmeno le premesse a quelle premesse...

 

Torniamo seri. Sono favorevole al nucleare? No.

Detto questo, per me potete costruirvi anche tutte le centrali atomiche che volete, non credo che in Italia raggiungerete MAI la convenienza economica che invece c'è (o c'è stata) in altri paesi sviluppati, non in questo universo spazio-temporale per lo meno.

 

Nel paese in cui in un anno una sola regione costa più di quello che spende tutto lo stato tedesco, dove un oscuro consigliere regionale guadagna più del governatore della California, si può pensare alle centrali atomiche?

Il conto spese si avvicinerebbe alla Via Lattea per poi sparire dietro Proxima Centauri e nessuno lo rivedrebbe più.

(Senza contare i soldi da riversare a fiume sulla regione che ospiterebbe almeno una centrale, a meno che non si voglia deportare le popolazioni di intere province e/o gassarle, perchè da quello che vedo e sento in giro la gente appena sente la parola "nucleare" imbraccia il fucile).

 

Qualche altro interessante dettaglio.

Nel 2000 quasi una persona su 5, il 18% degli italiani, risultava ultrasessantacinquenne.

Nel nel 2030 se le cose continueranno come ora, in Italia, il 27% dei cittadini (più di uno su quattro, una cosa enorme) avrà più di 65 anni. Qualcuno si rende conto di COSA significa questo? Avete idea della spesa sanitaria e pensionistica necessaria a mantenere al tenore di vita attuale un popolo di VECCHI?????

E un'amministrazione pubblica così appesantita dove li andrebbe a trovare i soldi del nucleare? Con ulteriori tasse sui pochi deficienti che ancora lavorano sul serio? Ma allora dove sta la convenienza economica?

Modificato da Hobo
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  • 1 mese dopo...

Io credo che ormai dopo tutti questi anni, e ce ne vorranno almeno altri 15 per vedere la prima funzionante, sia da rimbambiti puntare sul nucleare, ma non perchè non ne abbiamo le capacità di gestione e controllo, secondo me dovremmo invece sfruttare tutti quei soldi in nuovi progetti e sviluppi di energie alternative che sono il vero futuro, forse un giorno , se facciamo le cose per bene e non all'Italiana come al solito, diventeremo un punto di riferimento e leader dello sviluppo e relizzazioni di energie alternative e rinnovabili, in pratica sfruttiamo questo ritardo su una tecnologia che è già obsoleta, per avvantaggiarsi in nuove tecnologuie che sono il futuro del Pianeta per forza maggiore.

Allora forse si spenderanno un pò di soldi in più per acquistare la corrente, (che poi mi piacerebbe vedere nero su bianco quanto esattamente spendiamo all'anno e paragonarlo a quanto ci costerebbe il nuke civile) ma ne faremmo tanti andando all'estero a costruire impianti rinnovabili ed ecologici, ampliare il comparto edile sui materiali isolanti, tecniche vere di risparmio energetico, con le nostre capacità saremmo un domani leader mondiali di questo settoreroprio perchè mentre gli altri si sono adagiati sull'atomo noi abbiamo investito quei soldi sul futuro.

Quindi no sono contrario al Nucleare Civile

Per quello militare ne abbiamo già caterve di testate, centinaia e centinaia stoccate a livorno vicenza ecc ecc. a meno che non ci separiamo dalla Nato e dagli Stati Uniti.

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econdo me dovremmo invece sfruttare tutti quei soldi in nuovi progetti e sviluppi di energie alternative che sono il vero futuro

 

E chi lo decide cos'è il vero futuro? Per me non devono essere nè i cittadini per referendum nè i politici con incentivi e leggi speciali, ma degli attori di mercato in un quadro normativo stabile.

Questo dev'essere il compito del pubblico: legiferare in modo che vengano garantiti i modi e le cautele appropriate, non porre un indirizzo o, peggio, agire irrazionalmente a seguito di questa o quella catastrofe.

Per il nucleare si pensava di coinvolgere soggetti privati, ma quale privato investirebbe i suoi capitali in un paese i cui ministri, nuclearisti convinti fino a ieri, annaspano con scuse e proclami dopo un incidente, per altro seguito ad una catastrofe inimmaginabile e non causato da limiti tecnici, parlando di "nucleare finito" e di moratorie?

 

 

che sono il futuro del Pianeta per forza maggiore.

 

Che vuol dire forza maggiore? A casa mia è il prezzo il valore economico che definisce cos'ha successo e cosa non lo ha.

Allora forse si spenderanno un pò di soldi in più per acquistare la corrente, (che poi mi piacerebbe vedere nero su bianco quanto esattamente spendiamo all'anno e paragonarlo a quanto ci costerebbe il nuke civile) ma ne faremmo tanti andando all'estero a costruire impianti rinnovabili ed ecologici, ampliare il comparto edile sui materiali isolanti, tecniche vere di risparmio energetico, con le nostre capacità saremmo un domani leader mondiali di questo settoreroprio perchè mentre gli altri si sono adagiati sull'atomo noi abbiamo investito quei soldi sul futuro.

 

Non mi è chiaro come possa essere esportata una tecnologia che fa costare di più la corrente, poi il consumatore non si preoccupa nè si deve preoccupare della bilancia commerciale del paese, ma di avere il miglior servizio con il costo minore in base ai propri criteri di scelta.

 

Per quello militare ne abbiamo già caterve di testate, centinaia e centinaia stoccate a livorno vicenza ecc ecc. a meno che non ci separiamo dalla Nato e dagli Stati Uniti.

 

Non esageriamo con i numeri uno, due non ci sono testate nè a livorno nè a vicenza.

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  • 4 settimane dopo...

Nucleare, Matteoli: dubbi sullo stop

"Scelta necessaria, ma non mi piace. E comunque è solo una sospensione"

Non uno stop, ma solo una sospensione. Così il ministro alle Infrastrutture, Altero Matteoli, commenta l'emendamento al decreto legge omnibus (all'esame del Senato nella giornata di mercoledì), con il quale il governo ha deciso la retromarcia sul nucleare, sospendendo le "disposizioni relative alla realizzazione di nuovi impianti nucleari", quali ad esempio l'individuazione dei siti per la realizzazione delle centrali.

"E' una sospensione. Non sono contento di questa decisione, anche se mi rendo conto che dopo ciò che è accaduto in Giappone era in qualche modo inevitabile - ha infatti spiegato Matteoli in un'intervista al quotidiano Il Messaggero - Resto dell'idea che prima o poi l'Italia debba entrare nel nucleare".

Per il ministro infatti i costi dell'energia e l'inquinamento prodotto dalle centrali tradizionali in funzione in Italia, renderebbero non solo auspicabile, ma anche necessario, guardare al nucleare, cominciando dalla ricerca: "Ci mancherebbe che fermiamo la ricerca - prosegue Matteoli - Il progresso tecnico scientifico sta facendo grossi passi avanti. Prima o poi i con il nucleare bisognerà farci i conti".

 

 

 

...come sempre dimostriamo di essere compatti e avere le idee chiare :(

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E chi lo decide cos'è il vero futuro? Per me non devono essere nè i cittadini per referendum

 

su questo non sono d'accordo, parlo di futuro prossimo aaplicato alla vita quotidiana di noi esseri umani, non di evoluzione globale.

come la giri la giri è sempre il popolo inteso come cittadini di uno stato democratico (allo stato attuale) che decide del proprio futuro o almeno aspira , e chi altro?

 

Che vuol dire forza maggiore? A casa mia è il prezzo il valore economico che definisce cos'ha successo e cosa non lo ha.

semplicemente esaurimento dei combustibili

 

Non mi è chiaro come possa essere esportata una tecnologia che fa costare di più la corrente, poi il consumatore non si preoccupa nè si deve preoccupare della bilancia commerciale del paese, ma di avere il miglior servizio con il costo minore in base ai propri criteri di scelta.

che faccia costare di più la corrente non lo sappiamo ancora

esportare in questo caso significa insegnare tecniche o applicarle direttamente nella costruzione di immobili di qualsiasi genere a basso consumo energetico (questo campo è molto vasto e pieno di applicazioni) o nella costruzione di centrali o apparati di accumulo o reti energetiche che sfruttano risorse rinnovabili e pulite.

Alcuni paesi hanno raggiunto un coefficiente di penetrazione della potenza eolica molto elevato (a volte con incentivi governativi); ad esempio, nel 2008, il 19% della produzione elettricità di base raggiunto dalla Danimarca, il 13% della produzione in Spagna e in Portogallo, il 7% in Germania e nella Repubblica d'Irlanda. Nel maggio del 2009, otto paesi del mondo avevano parchi eolici che vendevano energia elettrica aero-generata a scopi commerciali raggiungendo profitti.

in poche parole si agisce in due direzioni Risparmio energetico applicato alle infrastrutture e sfruttamento di risorse alternative rinnovabili.

la mia teoria consiste nel diventare leader mondiali in queste tecnologie, non solo eoliche, partendo dal presupposto che i soldi invece che essere investiti nel nucleare, possono portare ad un notevole incremento della ricerca e relative applicazioni del rinnovabile, sotto questo punto di vista se partiamo subito siamo avvantaggiati perchè gli altri paesi tutti convertiti al nucleare non hanno questa necessità.

spero di essermi spiegato meglio e comunque è solo una mia teoria.

 

Non esageriamo con i numeri uno, due non ci sono testate nè a livorno nè a vicenza.

 

gli USA mantengono nel mondo circa 850 basi (escludendo quelle segrete di cui non è nota l’ubicazione) 500 delle quali in Europa e 113 in Italia. Proprio in Europa sono allocate 480 bombe nucleari, di cui 90 sul suolo italiano.

questi sono i dati ufficiali, da quì faccio un ragionamento magari assurdo partendo dall'idea che molte cose non vengono a dirle certamente a me o a te:

 

Vicenza: Comando Setaf. Quinta Forza aerea tattica [usaf]. Probabile deposito di testate nucleari. Aggiungiamo tutta la questione di poco tempo fa, da lì gli Americani non si muovono, chissà perchè.....

 

Camp Darby. Il Setaf ha il più grande deposito logistico del Mediterraneo [tra Pisa e Livorno], con circa 1.400 uomini, dove si trova il 31st Munitions Squadron. Qui, in 125 bunker sotterranei, e' stoccata una riserva strategica per l'esercito e l'aeronautica statunitensi, stimata in oltre un milione e mezzo di munizioni. Strettamente collegato tramite una rete di canali al vicino porto di Livorno, attraverso il Canale dei Navicelli, è base di rifornimento delle unità navali di stanza nel Mediterraneo. Ottavo Gruppo di supporto Usa e Base dell'US Army per l'appoggio alle forze statunitensi al Sud del Po, nel Mediterraneo, nel Golfo, nell'Africa del Nord e la Turchia.

 

sei mai stati a camp darby? io si essendo toscano, è immenso e quello che vedi sopra è la metà di quel che c'è sotto.

 

in ogni caso dobbiamo tutti prendere atto che nel 2011 (vedi cernobyl) l'essere umano accende un fuoco che non è in grado di spegnere

Modificato da Nippur
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"Con buona pace dei fautori del nucleare a fissione, anche l'uranio è una risorsa naturale, e come tutte le risorse naturali tende ad esaurirsi se il suo tasso di consumo è maggiore del tasso di rigenerazione.

 

L'uranio (precisamente il suo isotopo uranio-235) è il maggiore "combustibile" di una centrale nucleare. Ma quanto uranio c'è nel mondo? Poco, molto poco.

 

Lo dicono le analisi di settore e lo dice il mercato. Per il centro di ricerca australiano Abare e per l'Agenzia internazionale dell'energia (essa stessa favorevole all'uso dell'energia nucleare), la domanda mondiale di uranio potrà essere soddisfatta solo fino al 2030. Il mercato dell'uranio ci dice che mentre nel 2003 il prezzo di una libbra di uranio oscillava attorno ai 10 dollari, oggi siamo già sopra i 62 dollari: una crescita record. Le agenzie finanziarie prevedono che il prezzo potrà superare i 100 dollari entro 6 mesi.

 

Anche per questo, il nucleare a fissione non ha futuro. "

 

Da: http://sostenibile.blogosfere.it/2006/11/luranio-in-via-di-esaurimento.html

 

"Entro il 2050 l’uranio sarà esaurito

Filed under: Ambiente, Temi Globali by Luca Troiano — 3 commenti

20 marzo 2011

 

Non basterebbe uno scaffale di libri per mettere sul tavolo le ragioni pro e contro il nucleare. Questo articolo si limita ad informare riguardo ad un singolo aspetto, quello dell’uranio. E del suo possibile esaurimento entro i prossimi quarant’anni.

 

Il governo dice che le centrali saranno pronte entro il 2020. Quello che nessuno dice è che per allora l’uranio potrebbe essere sulla via dell’esaurimento. Lo scorso ottobre l’analista Adam Schatzker, del gruppo finanziario RBC Capital Markets, ha affermato che le previsioni sulle estrazioni di uranio registreranno dei deficit a partire dal 2012-13, con un conseguente aumento del suo costo sul mercato1. Un deficit destinato a crescere negli anni a seguire. Solo in questo primo scorcio di 2011, ad esempio, il prezzo è aumentato già del 32% rispetto all’anno prima2.

A determinare la scarsità dell’elemento, a parere di Schatzker, sarà l’impennata della domanda nel mondo e soprattutto della Cina. Lo scorso luglio Pechino ha annunciato l’intenzione di costruire 60 nuove centrali entro il 20203, che andrebbero ad aggiungersi a quelle già esistenti. Secondo la World Nuclear Association, se il progetto andrà in portò la potenza nucleare cinese toccherà quota 85.000 megawatt, circa nove volte quella attuale. Ma ogni centrale necessita di 400 tonnellate di uranio all’anno, il che porterà ad un picco delle importazioni, e quindi dei prezzi. Solo nel 2010 la Cina ha importato 17.136 tonnellate di uranio, il triplo rispetto al 2009. Come al solito, sono i grandi numeri di Pechino a spostare gli equilibri del resto del mondo.

A ciò va aggiunta la fine dello smantellamento dell’arsenale atomico russo entro il 2013, che ridurrà l’uranio a portata di mano in circolazione. Si calcola che lo smantellamento delle testate fornisca circa un terzo (20-25.000 tonnellate) del fabbisogno di uranio su scala globale. L’esaurimento di questa fonte, di conseguenza, peserà non poco sulle quotazioni di mercato dell’uranio da estrazione.

 

Oggi nel mondo sono operativi 441 reattori nucleari in 30 paesi, per una capacità totale di oltre 376 gigawatt, i quali necessitano ogni anno di 69.000 tonnellate di uranio. Attualmente, 59 nuovi reattori sono in costruzione; altri 493 (tra cui i quattro che dovrebbero sorgere ne Belpaese) sono stati proposti o pianificati e altri 84 progetti, infine, sono in fase studio. Se tutti questi progetti dovessero essere implementati, secondo l’Agenzia Internazionale dell’Enegia Atomica (IAEA) la produzione di energia dovuta al nucleare toccherà quota 807 gigawatt4.

Nel 2007 l’Uranium Resources, Production and Demand, nota come Red Book, che viene pubblicata ogni due anni in collaborazione da IAEA e NEA, le agenzie per l’energia nucleare rispettivamente dell’Onu e dell’Ocse, contabilizzava circa 5,5 milioni di tonnellate di uranio nelle riserve accertate e quasi il doppio (10,5) in quelle ancora da scoprire. Sufficienti per foraggiare le centrali per oltre 100 anni5. Il successivo rapporto del 2009 rivedeva le cifre al rialzo. Stime in realtà ottimistiche. Va escluso dal computo l’uranio presente in mare (tre parti per miliardo, per un ammontare di 4-5 miliardi di tonnellate totali) e quello situato a rilevante profondità, il cui costo sarebbe esorbitante rispetto ai ricavi finali.

Ai ritmi attuali le riserve di uranio effettivamente utilizzabili potrebbero già essersi esaurite entro il 2050. Lo sostiene Yogi Goswami condirettore del Clean Energy Research Centre dell’Università della Florida, in un’intervista al quotidiano Decchan Cronichle dello scorso settembre5.

I giacimenti di uranio accertati sul pianeta sono stimati in 4-5 milioni di tonnellate. Un consumo di 69.000 tonnellate annue li esaurirà in 42 anni. O forse la metà, se come sembra il numero delle centrali raddoppierà entro i prossimi venti. Con la conseguenza che quando tutti i reattori saranno pronti non ci sarà più combustibile per alimentarli.

Le tecniche di riprocessamento, che porterebbero al reimpiego delle scorie già esauste, sono attualmente in fase di studio o comunque non prolungherebbero la disponibilità di uranio in misura significativa.

 

A onor del vero, secondo gli analisti un aumento del costo dell’uranio non comporta necessariamente un aumento del prezzo dell’energia prodotta. Questo perché l’uranio per il 5-10% sui costi operativi, mentre gli idrocarburi incidono per l’80%. Ma chi ci assicura che le compagnie che avranno in gestione le centrali non ricaricheranno il prezzo ad ogni minima oscillazione delle quotazioni del combustibile, esattamente come l’arbitraggio che i colossi petroliferi esercitano sul prezzo del greggio?

Non dimentichiamo che in ogni caso il nucleare coprirebbe solo una fetta del nostro fabbisogno energetico, la cui parte del leone sarebbe sempre e comunque appannaggio dei combustibili fossili."

 

Da: http://geopoliticamente.wordpress.com/2011/03/20/entro-il-2050-luranio-sara-esaurito/

 

Io penso il dibattito dovrebbe vertere su questo. L'Italia non è esposta ad incidenti dell'entità di quello accaduto giappone. In tal caso, la fuga di radiazioni sarebbe l'ultima delle preoccupazioni.

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intanto, altri analisti la pensano diversamente... qui c'è nè per tutti i gusti: http://www.nuclearnews.it/news_archive_cat.php?S_CAT=Uranio%20e%20combustibile

 

Gli analisti più ottimisti parlano di 100 anni ancora di forniture di uranio, che sono poco più della durata delle scorte attuali di petrolio, considerando l'uranio come fonte di energia secondaria rispetto al petrolio stesso.

Che facciamo investiamo un sacco di soldi oggi in una tecnologia che per i nostri nipoti diverrà inutilizaabile? Non mi sembra giusto.

Anche ipotizzando di avere in mano combstibili con i quali alimentare la fissione alternativi e più abbondanti dell'uranio (come il torio, che fin'ora resta solo uno studio di qualche ricercatore), rinvieremmo solo il problema a qualche generazione più in là.

Meglio continuare ad andare a petrolio e gas naturale e finanziare pesantemente la ricerca sul rinnovabile (eolico, solare, geotrmico, metano dai rifiuti, fusione nucleare...) che, una volta reso remunerativo anche senza incentivi statali, risolverebbe definitvamente il problema della scarsità. C'è da lavorare. Al momento no abbiamo modo di risolvere il problema dell'esaurimentoi delle fonti di energia.

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bhe... io, potendo, farei a meno di oltre un secolo (le stime ottimistiche, basate su dati scentifici, parlano di oltre un secolo, tacendo sul riprocessamento e sui metodi "alternativi") di centrali termoelettriche.

Modificato da vorthex
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http://www.nuclearnews.it/article.php?id=19 (grazie per il sito, molto interessante)

 

Intanto finanziamo la ricerca. Mi ha un pò impressionato la lista dei 14 progetti: http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2011/03/25SIB5045.PDF

listaprog.png

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Piccola nota: molti dei soldi erano già allocati per i vari progetti, il CIPE ha dato il "via libera".

Modificato da windsaber
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bhe... io, potendo, farei a meno di oltre un secolo (le stime ottimistiche, basate su dati scentifici, parlano di oltre un secolo, tacendo sul riprocessamento e sui metodi "alternativi") di centrali termoelettriche.

 

Le stime parlano di scorte di uranio pari a 5,5 milioni di tonnellate, con un consumoannuo di 69000 tonnellate. Fa un pò meno di un secolo. Se il consumo di uranio rimanesse quello di ora (valutazione oltremodo ottimistica) le scorte basterebbero per un secolo o giù di li (un pò meno in realtà, mna facciamo pure un secolo). Il punto è che ci sono qualche centinaio di reattori in costruziopne in giro per il mondo e che, se si decidesse di puntare sul nucleare, ce ne saranno sempre di più, visto che il petrolio non si può estrarre ad un ritmo superiore a quanto si fa oggi, e che la domanda di energia crescerà vertiginosamente. L'uranio, come il petrolio è in rapido esaurimento, e non ha senso puntare sul nucleare.

Lasciamo pure che privati decidano di investire su quello che ritengono più remunerativo, abroghiamo la norma passata con il referendum, dell'86. Però io contribuente non ci metto una lira. Voglio vedere quante aziende si metterebbero a costruire centrali nucelari senza soldi pubblici.

 

Lo stato non deve finanziare i produttori di energia (che sia eolico, slare, nucleare, o a pedali), ma ricerca e sviluppo. Oggi ha senso fare ricerca sul rinnovabile, in quanto ha le potenzialità per risolvere, e non rinviare, i problemi dell'esaurimento dele fonti.

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http://www.iaea.org/newscenter/pressreleases/2010/prn201009.html

un aumento delle stime del 15% in 2 anni, con chiare parole secondo cui è solo un problema estrattivo e non quantitativo a frenare la cosa.

 

è possibile anche scaricare il Red Book, per avere un idea più chiara della situazione e per capire che tali stime si basano sull'estrazione secondo il prezzo di mercato e non sulla quantità reale, nonchè su numerossissimi altri fattori.

http://www.megaupload.com/?d=WMGYDMNS

tanto per un idea le fonti RAR+I sono 5,4 a

non parliamo poi delle fonti PR ed SR, non applicate in quasi la metà dei paesi produttori, che arrivano sino a 7,5.

poi certo, ci sono i materiali "non convenzionali", come il Torio, che è in quantità triplice rispetto all'Uranio...

 

se poi si vuol rimanere incollati ai propri dati, trovati su di una fonte non tecnica, liberi di farlo... ma poi, per coerenza, non si parli di dibattito, anche perchè, girando in rete, se ne trovano di "opinionisti" pro e contro tali tesi.

 

comunque... tanto per la cronaca: in Italia le basi americane si contano sulle dita di una mano e non sono 113, questo secondo i dati ufficiali del DoD.

inoltre, Camp Derby ospita rifornirmenti per 2 battaglioni corazzati e 2 battoglioni di fanteria meccanizzata... altro che base per il rifornimento navale e/o nucleare ed a Vicenza, sede di mezza 173a brigata aviotrasportata, non c'è alcun deposito di armi nucleari... ovviamente sempre secondo il DoD e secondo logica: mancano nell'arsenale americano vettori tattici terrestri di armi nucleari.

http://www.aereimilitari.org/forum/topic/5456-basi-usa-in-italia/page__st__100

Modificato da vorthex
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http://www.iaea.org/newscenter/pressreleases/2010/prn201009.html

un aumento delle stime del 15% in 2 anni, con chiare parole secondo cui è solo un problema estrattivo e non quantitativo a frenare la cosa.

 

è possibile anche scaricare il Red Book, per avere un idea più chiara della situazione e per capire che tali stime si basano sull'estrazione secondo il prezzo di mercato e non sulla quantità reale, nonchè su numerossissimi altri fattori.

http://www.megaupload.com/?d=WMGYDMNS

tanto per un idea le fonti RAR+I sono 5,4 a <130USD/Kg e 6,3 a <260USD/kg sulle quali vanno aggiunte molte varianti di mercato e di computo stesso dei giacimenti.

non parliamo poi delle fonti PR ed SR, non applicate in quasi la metà dei paesi produttori, che arrivano sino a 7,5.

poi certo, ci sono i materiali "non convenzionali", come il Torio, che è in quantità triplice rispetto all'Uranio...

 

se poi si vuol rimanere incollati ai propri dati, trovati su di una fonte non tecnica, liberi di farlo... ma poi, per coerenza, non si parli di dibattito, anche perchè, girando in rete, se ne trovano di "opinionisti" pro e contro tali tesi.

 

comunque... tanto per la cronaca: in Italia le basi americane si contano sulle dita di una mano e non sono 113, questo secondo i dati ufficiali del DoD.

inoltre, Camp Derby ospita rifornirmenti per 2 battaglioni corazzati e 2 battoglioni di fanteria meccanizzata... altro che base per il rifornimento navale e/o nucleare ed a Vicenza, sede di mezza 173a brigata aviotrasportata, non c'è alcun deposito di armi nucleari... ovviamente sempre secondo il DoD e secondo logica: mancano nell'arsenale americano vettori tattici terrestri di armi nucleari.

http://www.aereimilitari.org/forum/topic/5456-basi-usa-in-italia/page__st__100

 

 

Le stime che hai postato includono nel calcoloo delle risorse disponibili anche l'uranio più difficile da estrarre, quello ad alto costo. In ogni caso l'AIEA conferma il fatto che il prezzo dell'uranio è in salita, a causa della crescente domanda e dei crescenti costi di estrazione e esplorazione. Chiaro che il primo uranio che si estrae, come nel cxaso del petrolio, è quello più a buon mercato, poi man mano i costi salgono, e la convenienza scende. La'aiea ammette anche che in cento anni o giù di li sarà completamente esaurito. Mi9 spieghi dove è la convenienza nell'investire un sacco di miliardi di euro oggi, in una risorsa che finirà fra 2 generazioni? Visto che ci troviamo oggi, di fronte alla prospettiva dell'esaurimento della risorsa da cui dipendono tutte le nostre economie, non sarebbe il caso di imparare da questa situazione e investiore nel rinnovabile?

Qui il discorso è serve oggi installare nuuove centrali in italia. La risposta secondo me è nun no secco. Altro discorso sarebbe stato se non avessimo dismesso le nostre centrali negli anni '80. Ormai è tardi e non ha senso spenderci soldi pubblici.

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Le stime che hai postato includono nel calcoloo delle risorse disponibili anche l'uranio più difficile da estrarre, quello ad alto costo.

 

E' tutta una questione di prezzo di mercato, adesso estraiamo petrolio che quarant'anni fa non era neanche conteggiato nelle riserve proprio perchè neanche si facevano prospezioni dove era troppo costoso estrarre. Quando sarà disponibile una fonte di energia concorrenziale sia il petrolio che l'uranio passeranno la mano, come diceva giustamente qualcuno l'età della pietra non è finita per la fine delle pietre ma per l'avanzamento tecnologico, così come gli idrocarburi hanno in buona parte soppiantato il carbone ad inizio secolo.

 

In Italia comunque c'è un problema di base load, carico di base: abbiamo troppa eneriga di picco e poca di base. All'estero il base load o lo si fa col carbone o con il nucleare, noi lo facciamo con i meno adatti idrocarburi con il risultato di vedere molte delle nostri centrali più moderne spente per metà dell'anno.

 

Ora o si punta sul nucleare o sul carbone, c'è poco da fare. Le rinnovabili e le altre porcate spinte dai verdi non potranno mai fare carico di base, sempre se riusciranno a produrre energia a prezzi concorrenziali, cosa che ora non fanno.

 

In questo senso l'affermazione di Iberdrola, il più grande produttore di energia rinnovabile al mondo, è lapidario:

 

«L’energia solare è un prodotto finanziario, non una soluzione energetica.»

 

e mezzo mondo ci sta speculando con i soldi del contribuente coglio*e.

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