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Politica - Topic Ufficiale


Graziani

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Fini sta tentando un graduale smarcamento da questo centro destra perche ha capito ( a mio avviso) che è ora di iniziare a pensare ad un dopo Berlusconi , in quest'ottica vanno lette le polemiche tra lui e B. dei giorni scorsi , e la conseguente risposta da parte de Il Giornale ...

 

Ora una considerazione

Già in occasione dello scontro Boffo - Feltri , Berlusconi fu costretto a dissociarsi dalle parole del suo direttore , adesso la polemica con Fini , le cose sono due :

 

O Berlusconi si dissocia solo per salvare la faccia ma in realtà ha dato carta bianca a Feltri di "picconare" bebe bene , o Feltri è un pazzo ed allora c è da aspettarsi che faccia la fine di Mentana prematuramente ...

 

Chi vivrà vedrà ...

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Fini sta tentando un graduale smarcamento da questo centro destra perche ha capito ( a mio avviso) che è ora di iniziare a pensare ad un dopo Berlusconi , in quest'ottica vanno lette le polemiche tra lui e B. dei giorni scorsi , e la conseguente risposta da parte de Il Giornale ...

 

Ora una considerazione

Già in occasione dello scontro Boffo - Feltri , Berlusconi fu costretto a dissociarsi dalle parole del suo direttore , adesso la polemica con Fini , le cose sono due :

 

O Berlusconi si dissocia solo per salvare la faccia ma in realtà ha dato carta bianca a Feltri di "picconare" bebe bene , o Feltri è un pazzo ed allora c è da aspettarsi che faccia la fine di Mentana prematuramente ...

 

Chi vivrà vedrà ...

Berlusconi si dissocia? ma se gli detta gli articoli ... :asd: ... non so se si è notato che Napoleone sta usando il suo Giornale per attacare tutti i "non allineati" ...

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Berlusconi si dissocia? ma se gli detta gli articoli ... :asd: ... non so se si è notato che Napoleone sta usando il suo Giornale per attacare tutti i "non allineati" ...

 

Questa grave affermazione ha qualche fondamento, oppure e' solo frutto di una intuizione personale?

Edited by dindon
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Su quanto pubblicato, e sulle modalità, dal Giornale, ecco un acuto editoriale di Oscar Giannino:

 

 

 

 

Caro direttore,

 

 

 

la polvere della battaglia era lo strumento dietro cui Ares – Dio della guerra – faceva fare agli uomini cose diverse da ciò che essi credevano. Nella mitologia greca, era la classica metafora per indicare le conseguenze inintenzionali dell’agire umano, su cui a lungo si soffermerà Von Hayek contro ogni pretesa assoluta di razionalità umana strutturalista. Penso che ne abbiamo appena avuto l’ennesima conferma, nella vicenda giornalistica che ha portato alle dimissioni del direttore dell’Avvenire, Dino Boffo. Va di moda sui giornali italiani di questi tempi stilare elenchi di dieci domande. Solo che ormai i decaloghi non condensano la propria volontà di aprirsi a un confronto vero. Sono domande retoriche. Mascherano in forma fittiziamente interrogativa convinzioni inossidabili già raggiunte. A prescindere, come diceva Totò. Cercherò qui di evitare l’errore.

 

 

 

Primo. La giustificazione data da chi guida il Giornale è che una notizia è una notizia, e i giornali servono per pubblicarle. In questo caso, si è detto che il precetto evangelico era “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Tradotto: non critichi la vita privata di Berlusconi, chi ha pecche nella propria vita privata. Vale questo criterio a prescindere dalle funzioni svolte, solo basandosi sul criterio di chi è “personaggio pubblico” ai sensi della legge sulla stampa (dunque Boffo compreso, che pure non è premier)?

 

 

 

Secondo. Ma allora perché non dovrebbe valere il principio per il quale chiunque può dire di un qualunque giornalista che ha avuto condanne per diffamazione che è un diffamatore conclamato, e che dunque dovrebbe stare zitto per sempre e deporre la penna? Io non lo penso. Ma fatto sta che di condanne per diffamazione nella mia carriera non ne ho mai subite, l’attuale guida del Giornale ne ha rimediate diverse. Con il criterio “da che pulpito viene la predica” a quali regole bisogna sottoporre il criterio per essere ammesso alla direzione di un giornale, se non una fedina penale monda da ogni condanna ricevuta nell’esercizio della propria professione?

 

 

 

Terzo. Ma il criterio per il quale si è sempre difeso il ruolo pubblico di Berlusconi non è forse quello per cui a contare è il voto espresso di volta in volta dagli italiani scegliendolo per governare, a prescindere dalle vicende giudiziarie e dal conflitto d’interesse? Perché dovrebbe valere quando gli italiani scelgono un premier, e non quando un editore sceglie un direttore che magari ha avuto le sue pecche?

 

 

 

Quarto. Se invece il fine della pubblicazione della notizia non era solo la persona di Boffo, ma innanzitutto il ruolo che rivestiva come direttore del quotidiano della Cei, e le critiche che il quotidiano stesso aveva espresso nei confronti dello stile di vita personale del premier, è vero o non è vero ciò che successivamente ha detto poi il ministro Sacconi, e cioè che Boffo stesso e la sua direzione di Avvenire non erano certo espressioni da considerarsi ostili al premier, visto che sarebbero state avversate negli anni da parti dell’episcopato e della Chiesa italiane ben più ostili a Berlusconi stesso?

 

 

 

Quinto. E se poi, procedendo ancor oltre nella dietrologia, il fine non era neppure il solo energico massaggio alle posizioni della Cei, bensì piantare un picchetto tra la Cei stessa e la Santa Sede attraverso la Segreteria di Stato, si può pensare davvero che quanto avvenuto renda più probabile un riallineamento della Cei a posizioni meno critiche verso il premier, posto che questo fosse l’obiettivo, oppure è più che probabile che avvenga il contrario, stante che il primo a indicare l’opportunità delle dimissioni di Boffo è stato il presidente della Commissione Affari Giuridici della Cei stessa, sua eccellenza monsignor Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, che pure non aveva mancato in precedenza di essere molto esplicito anche in interviste pubbliche, indicando che meglio sarebbe stato che il premier desse risposta in Parlamento alle domande rivoltegli dai critici della sua vita privata?

 

 

 

Sesto. E ancora, posto che fosse non solo la Chiesa italiana l’obiettivo, bensì una svolta nei rapporti con la Chiesa universale attraverso il suo capo protempore, alla luce di quale considerazione si può ritenere che il Soglio di Pietro reagisca meglio a un calcio nei denti che a sollecitazioni di ordine molto diverso?

 

 

 

Settimo. Che cosa fa pensare che non sia vero ciò che ha scritto sul Sole Stefano Folli, non certo sospettabile di essere pregiudizialmente del partito filo Cei, e cioè che «la Chiesa non dimentica. Ci vuole molta ingenuità per credere che la storia finisca qui, con l’uscita di scena di un uomo la cui vita – sono le sue drammatiche parole – “è stata violentata”. Le vendette di Berlusconi si consumano subito, quelle dei vescovi richiedono tempi lunghi, alle volte molto lunghi, ma sono spesso implacabili»?

 

 

 

Ottavo. È davvero stato un effetto voluto come positivo o è un boomerang imprevisto, l’aver risospinto la Cei e parti non secondarie della Chiesa italiana ad apprezzare inevitabilmente le sia pur dell’ultim’ora difese venute dai media e dai capi del centrosinistra, contro quella che è stata inevitabilmente presentata come un’operazione anticristiana?

 

 

 

Nono. Si sarà pur fatto un favore alla nuda verità, dicono al Giornale. Ma a Berlusconi giova davvero, che Gianni Letta con la sua linea della moderazione denegata torni ad essere oggi l’unico interlocutore possibile per la Pdl di Oltretevere e della Chiesa italiana? Oppure è un passo indietro drammatico, per la credibilità del ruolo di un premier quale per una ragione o per l’altra si allunga ogni giorno l’elenco delle mani di coloro ai quali non può più stringerle di persona?

 

 

 

 

 

Decimo. Che cosa fermerà la spirale, stante che di carte e cartuscelle giudiziarie sono pieni gli archivi di tre quarti d’Italia? Pretendere che il direttore dell’Avvenire sia mondo di ogni peccato non è una visione spiritualmente da catari e manichei, e politicamente da inguaribili irrealisti o sprovveduti e rovinosi mentitori? Temo che si dimentichi una cosuccia da niente. Pare proprio che la Chiesa sia stata fondata come prima fondamenta su un certo Pietro, malgrado avesse denegato egli per primo tre volte il Signore. Non voglio pensare che cosa ne avrebbe detto il Giornale.

 

http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=36901

 

Sulla indipendenza di Feltri nessuno puo' avere prove, io no di certo, un poco di fatti si possono riportare:

 

- il Giornale di Giordano fu il primo (assieme alla fondazione FareFuturo) a parlare delle candidature delle 'veline' all'Europarlamento: Giordano e' stato rapidamente giubilato.

 

-Silvio Berlusconi era il proprietario del Giornale, che vendette a suo fratello onde non incorrere negli strali della legge sulla concentrazione dei media.

 

 

divertente invece quanto riportato da questo blog (agosto 2009...)

 

Ricordiamo che 12 anni fa Feltri lasciò la direzione di quel quotidiano perchè erano arrivate una valanga di querele per l’aggressività dei suoi servizi. Accetto scommesse: gia a settembre verranno fuori da quella parte rivelazioni molto pesanti sulla vita privata di politici, editori e giornalisti del centro sinistra. Ce ne sarà per tutti i gusti: mignotte e cocaina, perversioni sessuali varie ed alcoolismo e, all’occorrenza, tangenti, affari, vita dispensiosa

Notizie vere, inventate, forzate, colorite, suggestive: come vi pare, ma sarà quello che servirà a dire: “ve la siete voluta”.

 

 

http://www.aldogiannuli.it/?p=639

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L'articolo di Giannino è molto interessante e pieno di spunti, grazie per averlo postato ;)

 

Riguardo al commento sottostante direi che feltri è il classico mastino da guardia: lo si sguinzaglia un pò per fare del terrorismo, lo si fa mordere a destra a manca e poi lo si abbatte e ci si dissocia, diventando magnanimi e pii e avendo nuove carte da giocare nei confronti degli avversari.

 

E' un semplice tentativo di spostare gli equilibri a suon di bastone, al quale seguirà la carota.

 

La cosa che non si deve dimenticare, però, è che feltri è un fior fior di giornalista e se ha avuto mandato di far male lo farà nel migliore dei modi e la situazione potrebbe drasticamente sfuggire di mano.

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Sono assolutamente d'accordo.

 

Peraltro, Italia Oggi apre anche altri scenari:

 

Il Giornale, Feltri studia da editore

PRIMO PIANO

Di Sabina Rodi

 

 

Paolo Berlusconi sta meditando di cedergli il quotidiano di via Negri in eterno deficit

 

Ha alzato troppo il tiro creando problemi. Resta il nodo del prezzo

 

La fonte non vuol comparire ma è attendibilissima, essendo la stessa che, a suo tempo, confidò a ItaliaOggi (che per prima pubblicò la notizia) che Vittorio Feltri stava andando a ri-dirigere il Giornale. La notizia è questa: Paolo Berlusconi (in ciò spinto soprattutto da Silvio) sta meditando di cedere la testata il Giornale. E il più favorito ad acquisirla, con altri soci di minoranza eventualmente da lui scelti, è l'attuale direttore Vittorio Feltri.

 

Contrariamente a ciò che pensa la sinistra (e anche gli ammaccati dagli articoli di Feltri che stanno nel centro destra) Feltri fu chiamato dalla famiglia Berlusconi a ri-dirigere il Giornale, non per dargli in mano uno strumento giornalistico al fine di ridurre al silenzio l'artiglieria di la Repubblica, ma per risolvere, con un drastico aumento della tiratura, il profondo deficit del Giornale che, oltre che essere un deficit cronico, è anche in vertiginoso aumento e perciò ha anche raggiunto livelli che non vuol più sopportare la proprietà (che poi, in un modo o nell'altro, è la stessa che, per fare cassa, si è liberata addirittura di Kakà).

 

Ma per aumentare la tiratura, Feltri non può che alzare il tono e non limitarsi a camminare sulle uova. Da qui, ad esempio, l'attacco a freddo del direttore di Avvenire, Dino Boffo, che ha portato all'esaurito in edicola delle copie del Giornale, che pure erano state aumentate fino al raddoppio.

 

Ma la fortuna di Feltri presso i suoi lettori ha subito portato grosse grane a Silvio Berlusconi (si è parlato di fuoco amico). E le grane non sono state con la sinistra, ma addirittura con la Conferenza episcopale italiana (Cei) e con il Vaticano. Berlusconi ha cercato di uscire subito, come poteva, dall'empasse, dichiarando esplicitamente che non condivideva la campagna di Feltri contro il direttore di Avvenire (ma ci ha creduto nessuno) e che, in ogni caso, il Giornale appartiene a suo fratello Paolo (e a questa sua ulteriore precisazione, vera o falsa che essa sia, ci ha creduto meno di nessuno).

 

Cicatrizzata alla meno peggio la rottura con la Chiesa, Feltri ha cominciato subito a sparare, senza nessuna prudenza, contro Gianfranco Fini. Anche qui, non creduta (perché non credibile?), è subito arrivata la dissociazione di Silvio Berlusconi. Fini però ha ugualmente alzato la voce contro il Giornale. E Feltri allora ha mostrato, da sotto le lenzuola, un accenno a luci rosse che, secondo Feltri, potrebbe interessare l'ex cupola di An (questo malcostume inventato da la Repubblica, che a lungo ne ha avuto il copyright, sta infatti dilagando. Anche se, forse, per uscire dal letamaio giornalistico, bisognava toccare il fondo per poi poter esibire, anziché l'equilibrio del terrore, che ha funzionato benissimo ai tempi della guerra fredda, l'equilibrio delle mutande che ora potrebbe funzionare anch'esso nelle redazioni italiane).

 

Sta di fatto che questi episodi dimostrano che Feltri non è manovrabile. E' come quei pitt bull che, essendo stati addestrati a mordere, poi fanno fuori anche la figlia del proprietario che pure lo giudicava “tanto buono, il mio cucciolone” e soprattutto inoffensivo.

 

Né, realisticamente, allo stato dei fatti, Feltri è licenziabile.

 

Quindi, Berlusconi, non potendo tollerare (anche se gli piacerebbe tollerare) che l'agenda politica la stabilisca Feltri (perché egli sta dirigendo un giornale di casa Berlusconi), per uscire dall'empasse, per lui insostenibile politicamente, deve trovare una soluzione. Che potrebbe essere quella della cessione del Giornale e a Feltri. In tal modo, Feltri potrebbe fare quel che vuole senza per questo coinvolgere il premier, pur continuando ad avere un occhio di riguardo per il premier. Ecco perché l'operazione è stata politicamente approvata ma, economicamente, presenta molti problemi. Feltri infatti, per mettere le mani, da proprietario, in un Giornale in cronica perdita, non solo lo vuole gratis ma vuole anche una sostanziosa e pluriennale dote del tipo di quella che, in Francia, è stata data recentemente all'editore che ha comprato (sia fa per dire) il quotidiano economico La Tribune da LVMH che se ne voleva disfare perché non riusciva a portarlo in attivo ed aveva nel frattempo acquistato il quotidiano economico concorrente Les Echos.

 

 

http://www.italiaoggi.it/giornali/dettagli...codiciTestate=1

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Fine vita, l'altolà del Tar del Lazio: non si può imporre l'alimentazione

 

A nessuno possono essere imposte alimentazione e idratazione forzata, nè cosciente nè incosciente, e anche in caso di stato vegetativo un cittadino può esprimere ex post la propria volontà di interrompere terapie giudicate inutili, comprese proprio alimentazione e idratazione. Il Tar del Lazio, accogliendo un ricorso del Movimento difesa dei Cittadini all’ordinanza Sacconi emanata lo scorso anno, nei giorni del caso Eluana, boccia di fatto la legge sul testamento biologico già approvata alla Camera e al vaglio del Senato, dove si precisa invece che alimentazione e idratazione artificiali sono atti imprescindibili che il malato in stato vegetativo non può rifiutare tramite una dichiarazione anticipata di trattamento.

 

«I pazienti in stato vegetativo permanente - si lege nella sentenza - che non sono in grado di esprimere la propria volontà sulle cure loro praticate o da praticare e non devono in ogni caso essere discriminati rispetto agli altri pazienti in grado di esprimere il proprio consenso, possono, nel caso in cui loro volontà sia stata ricostruita, evitare la pratica di determinate cure mediche nei loro confronti». E ancora: il paziente «vanta una pretesa costituzionalmente qualificata di essere curato nei termini in cui egli stesso desideri, spettando solo a lui decidere a quale terapia sottoporsi». Il TAR, nella sentenza n. 8560/09, dopo aver evidenziato che si tratta di questioni che coinvogono il «diritto di rango costituzionale quale è quello della libertà personale che l’art. 13 (della Costituzione, ndr) qualifica come inviolabile» e che da ultimo è entrata in vigore la convenzione internazionale sui diritti delle persone con disabilità che impone che anche alle stesse venga garantito il consenso informato, ha sottolineato come il rilievo costituzionale dei diritti coinvolti esclude che gli stessi possano essere compressi dall’esercizio del potere dell’autorità pubblica, con conseguente esclusione della giurisdizione del giudice amministrativo spettando, in caso di violazione dei principi richiamati dal TAR, al giudice ordinario garantire il pieno rispetto dei diritti della dignità e della libertà della persona.

 

«Si tratta di una decisione estremamente importante - commenta l’avvocato Gianluigi Pellegrino che ha curato il ricorso per il Movimento Difesa del Cittadino - Il TAR infatti è giunto a individuare la giurisdizione del giudice ordinario proprio dopo aver sottolineato il carattere costituzionale e incomprimibile del diritto di scelta che ogni individuo ha con riferimento a qualsivoglia pratica e intervento che debba avvenire sul suo corpo. Con riferimento alle persone che non sono in grado di esprimere la propria volontà, come i pazienti in Stato Vegetativo Permanente, - continua l’avvocato Pellegrino - gli stessi non devono essere discriminati». «Questo vuol dire che quando la volontà dei pazienti in SPE, espressa con strumenti come il testamento biologico o, in assenza, ricostruita con gli strumenti che il diritto civile appresta (come avvenuto nel caso Englaro), tale volontà deve essere rispettata così avviene per la volontà espressa da tutte le altre persone. Si tratta in altri termini - aggiunge il legale - di applicare un vero principio di uguaglianza in favore dei disabili che altrimenti verrebbero privati di una facoltà che viene pacificamente riconosciuta a tutte le altre persone. Risulta, quindi, evidente come il testamento biologico debba essere semplicemente uno strumento per rendere più facilmente conoscibile la volontà del paziente che in quel momento non può esprimersi, giammai uno strumento per limitare l’espressione di quella volontà. In tal caso, i principi che abbiamo illustrato in ricorso ne evidenziano la sicura incostituzionalità».

 

Secondo il legale, insomma, il Tar sentenzia che «la volontà del paziente prevale su tutto, sia che la esprima a voce sia che sia espressa per iscritto o in altre forme. Una sentenza molto autorevole che credo mini alla base la legge attuale sul testamento biologico, che è incostituzionale e che verrebbe certamente portata davanti alla Suprema Corte se fosse varata così com’è ora». Il Movimento Difesa del Cittadino che ha promosso il ricorso nella persona del suo Presidente Antonio Longo esprime «grande soddisfazione per la pronuncia ottenuta dal TAR che costituisce un nuovo tassello in favore della difesa della salute, della dignità e dell’uguaglianza delle persone. Speriamo davvero che il Parlamento, che in queste ore torna a discutere della vicenda, tenga conto dei principi espressi dal giudice ed eviti di approvare una incostituzionale restrizione dell’espressione di volontà».

 

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezion...47440girata.asp

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Che bella gente che conosce il nostro premier :asd:

 

Preso dalla GdF all'aeroporto. Ha fornito le ragazze per le feste del premier Berlusconi

Indagato per gli appalti nella sanità pugliese è accusato di aver fornito cocaina ai party

Inchiesta Bari, fermato Tarantini

l'imprenditore delle escort

 

Il pm: "Rischio di inquinamento delle prove ed un reale pericolo di fuga"

 

BARI - Fermato l'imprenditore delle escort. Gianpaolo Tarantini è stato fermato all'aeroporto di Bari. Al centro delle inchieste sugli appalti nella sanità in Puglia e sul giro di escort invitate alle feste nelle residenze di Silvio Berlusconi, l'imprenditore è stato fermato dalla Guardia di finanza per "spaccio di sostanze stupefacenti". "Ho ordinato il provvedimento - ha spiegato il procuratore della Repubblica Antonio Laudati - perché c'era un forte rischio di inquinamento delle prove ed un reale pericolo di fuga".

 

Poi il pm ha avvertito: Il fermo di Tarantini è stato giustificato da spaccio, "ma le indagini che seguiranno riguarderanno tutte le posizioni processuali dell'imputato". Il vasto intreccio tra affari e politica che ha coinvolto anche l'ex vicepresidente Pd della giunta regionale pugliese Sandro Frisullo e il dirigente della Asl di Bari Alessandro Colella ai quali l'imprenditore barese dice di aver pagato Maria Teresa De Nicolò per barattare appalti e benevolenza.

 

Nell'agosto scorso era stato fermato con la stessa accusa Massimiliano Verdoscia, l'uomo che presentò a Tarantini Patrizia D'Addario, la escort che ha raccontato di aver preso mille euro dall'imprenditore per trascorrere una notte a palazzo Grazioli in compagnia del presidente del Consiglio. Insieme a Verdoscia, finì agli arresti anche Stafano Iacovelli, accusato di comprare e distribuire la cocaina ai party che Tarantini organizzava per conquistarsi amicizie politiche utili a favorire la sua azienda specializzata nelle forniture sanitarie.

 

(18 settembre 2009)

 

http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/p...ni-fermato.html

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(PRESADIRETTA Domenica alle 21) Puntata sui tagli del Governo alle forze dell'ordine

 

Taglisicuri

In onda domenica 20 settembre 2009 alle 21.00

 

Lo sapevate che a Roma, una città grande dieci volte Milano, ogni notte escono solo dalle dieci alle dodici volanti a pattugliare la capitale di Italia? Mentre nel 1993 ne uscivano 23 e con un equipaggio di tre persone e non di due, come adesso? E che nei commissariati di Roma in media manca il 30 per cento del personale previsto in pianta organica, con punte del 50 e del 60 per cento in quartieri a rischio come Primavalle, San Basilio, San Giovanni? E che il peggio potrebbe ancora arrivare visto che la finanziaria di Tremonti dell’anno scorso prevede il taglio lineare di un miliardo di euro in tre anni a tutto il comparto della sicurezza e poi, che fine ha fatto il poliziotto di quartiere?

 

Presadiretta ha documentato la drammatica situazione di insicurezza in cui versano i grandi quartieri popolari di Roma, a partire da Tor Bella Monaca ed è andata a vedere da vicino come vivono e lavorano i poliziotti di Roma e le conseguenze concrete che la mancanza di soldi ha sulla capacità delle forze dell’ordine di controllare e prevenire la piccola e la grande criminalità. Per la prima volta parleranno in televisione decine di poliziotti.

 

Nella stessa puntata Presadiretta accende le sue telecamere sulle ronde: chi sono quelli che finora hanno animato le ronde da Torino a Massa Carrara? E perché le fanno? E soprattutto, servono a rendere più sicuri i quartieri che attraversano?

 

http://www.presadiretta.rai.it/category/0,...1086474,00.html

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Bah per me se si vogliono vestire da buffoni e fare le ronde va benissimo, nessuno glielo può o glielo poteva impedire anche prima del decreto sicurezza, ma se sgarrano un attimo la punizione dev'essere rapida.

... punizione rapida in Italia? ... sarebbe una bella novita'!

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l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa

 

Ocse: Berlusconi ritiri le querele contro Repubblica e Unità

 

«Fare domande è uno strumento correttivo dei media.

I politici devono accettare un livello di critica più alto»

 

MILANO- L'Ocse (l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) in una nota ha chiesto al premier italiano Silvio Berlusconi di ritirare le sue querele per diffamazione contro la Repubblica e l’Unità. I quotidiani sono colpevoli di aver pubblicato rivelazioni sulla vita privata del presidente del Consiglio.

 

LA NOTA- Miklos Haraszti si dice preoccupato per i tre milioni di euro chiesti da un premier di centro destra a due giornali di sinistra e a proposito delle ’dieci domande’ di Repubblica a Berlusconi afferma: «Fare continuamente domande, anche se di parte, è uno strumento della funzione correttiva dei media. Il diritto di informazione del pubblico include inevitabilmente il diritto dei media a fare domande. I dirigenti politici devono accettare un livello di critica più alto rispetto agli altri cittadini a causa delle funzioni che ricoprono».

 

20 settembre 2009

 

http://www.corriere.it/politica/09_settemb...44f02aabc.shtml

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Poi ci si chiede perchè stiamo andando a rotoli :asd: ...

 

Mossa disperata di un imprenditore milanese: "I clienti

non mi pagano e le banche sono sorde.

Provo con i giornali"

 

"Prestito di 100 mila euro cercasi"

 

un'inserzione per salvare l'azienda

Appalto saltato per modifiche al regolamento. "È andato al figlio di Dell'Utri"

di SANDRO DE RICCARDIS

 

MILANO - I clienti che non pagano. Le banche "sorde e insensibili" che "ti valutano con un computer che stima il tuo rating e non in base alla tua storia personale". Dopo aver atteso quasi un milione di euro di crediti da clienti che non riescono a pagare, dopo aver bussato alle banche, dopo "aver subito il nepotismo che mi ha tolto appalti già vinti", sull'orlo del fallimento, Antonio Mangone, 42 anni, amministratore delegato della concessionaria di pubblicità all'aperto Big Size, ha scritto al governo e al prefetto e ha deciso di pubblicare oggi una lettera a pagamento sulle pagine milanesi di La Repubblica per chiedere di essere salvato. "AAA Cercasi persona generosa e di cuore per una prestito d'onore di 100mila euro" è il titolo. Big Size opera da dieci anni nel campo delle affissioni su palazzi e monumenti che con gli spot vengono restaurati, come Palazzo Reale a Milano e il Palazzo della Civiltà dell'Eur a Roma.

 

Due soci e due milioni di fatturato, crediti non riscossi che sfiorano il milione. "Chiedo un prestito d'onore per non andare protestato, sono una persona perbene che chiede aiuto pubblicamente perché non debbo vergognarmi di niente - scrive Mangone - . Cerco una persona seria, un imprenditore illuminato e sensibile che crede in me visto che lo Stato e le banche hanno deciso di abbandonare le persone perbene. Chiedo aiuto perché sono in grado di restituire i soldi a chi potrà aiutarmi". Ma le parole dell'imprenditore sono anche uno spietato racconto di cosa rischia oggi chi difende la propria azienda dalla crisi. "Incorrere in gente che approfitta della tua debolezza e cadere nell'usura è facilissimo. La mia denuncia è la denuncia di molte persone perbene che non vengono protette".

Lo spettro della crisi si è materializzato a marzo, con un cliente di Roma che blocca 667mila euro di pagamenti e altre aziende che congelano centinaia di migliaia di euro. "Il sistema è inceppato - racconta Mangone -. Se un creditore mi fa un decreto ingiuntivo fallisco. Con un milione di crediti". Basterebbe un intervento della politica, "la certificazione dei crediti, con lo Stato che ne garantisse il 60%".

 

Invece la banca l'ha definito "a rischio, con un rating troppo alto". L'ultimo colpo - racconta Mangone - arriva dal Comune di Milano. Da un appalto per la pubblicità sull'Arengario, in piazza Duomo. "Vinco, ma tutto salta per modifiche al regolamento che permette la vittoria di Holding Adv", di cui è azionista e amministratore Marco Dell'Utri, 27 anni, figlio del senatore del Pdl Marcello. "Nella lettera chiedo provocatoriamente aiuto anche a Moratti, Galliani e Berlusconi. Avevamo vinto con 850mila euro - dice ancora Mangone - . Hanno rifatto la gara, riducendo le misure pubblicitarie e la base d'asta a 540mila euro. Noi abbiamo proposto un euro in più per protesta, Dell'Utri 600mila. Ha vinto. Il Comune ha preso 250mila euro in meno. Tra crisi e nepotismo - conclude Mangone - sto assistendo alla nostra morte, senza nessuna difesa".

 

(22 settembre 2009)

 

http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/e...to-cercasi.html

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Il governo che fa (fatti, non parole)

ARRIVA SCUDO PER FALSO IN BILANCIO

Ok da commissioni Senato ma salta 'salvacondotto' penale

(ANSA) - ROMA, 22 SET - Arriva lo scudo per il falso in bilancio. Le commissioni Bilancio e Finanze del Senato hanno approvato il decreto correttivo. Approvata anche una nuova versione dell'emendamento Fleres che garantisce protezione ad una serie di reati tributari tra cui appunto il falso in bilancio. E' saltato pero' il 'salvacondotto' penale, vale a dire che sono esclusi dallo scudo tutti i procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto (5 agosto 2009).

 

http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/to..._122405469.html

Siate fieri di questa gente :adorazione: :adorazione: :adorazione:

Edited by typhoon
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Bisogna essere fieri di un paese talmente attrattivo per i capitali che li vede fuggire tutti all'estero e che è costretto ciclicamente a queste misure.

 

Bene fa chi si vede derubare dallo stato buona parte dei suoi soldi a metterli in paesi che gli permettono migliori investimenti, è logico e giusto.

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Dominus, sai che più andiamo avanti più mi pari un anarchico?? :rotfl:

 

 

L'anarchia individualista e di mercato è una bella utopia, ma sono abbastanza realista da accontentarmi di uno stato minimo quindi, in un certo modo, ci hai visto giusto.

Edited by Dominus
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Bisogna essere fieri di un paese talmente attrattivo per i capitali che li vede fuggire tutti all'estero e che è costretto ciclicamente a queste misure.

 

Bene fa chi si vede derubare dallo stato buona parte dei suoi soldi a metterli in paesi che gli permettono migliori investimenti, è logico e giusto.

Un mio amico, non particolarmente abbiente, in pensione dopo 35 anni di lavoro, ha acquistato con la liquidazione, un pò più di 140.000 €, un appartamento in Germania e lo ha affittato a circa 600€/mese: sostiene di essere molto soddisfatto perchè la sua rendita è completamente al sicuro protetta da una tassazione bassissima e da un sistema giudiziario che lo tutela immediatamente in caso di mancato pagamento dei canoni.

Insomma, se si sparge la voce, avremo tante minifughe di minicapitali, non verso i famosi paradisi fiscali, ma verso i paesi dove le cose funzionano!

Edited by dindon
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