Vai al contenuto

Politica - Topic Ufficiale


Graziani

Messaggi raccomandati

Un mio amico, non particolarmente abbiente, in pensione dopo 35 anni di lavoro, ha acquistato con la liquidazione, un pò più di 140.000 €, un appartamento in Germania e lo ha affittato a circa 600€/mese: sostiene di essere molto soddisfatto perchè la sua rendita è completamente al sicuro protetta da una tassazione bassissima e da un sistema giudiziario che lo tutela immediatamente in caso di mancato pagamento dei canoni.

 

Non so come siano le cose in germania, ma in Italia con un affitto al canone di locazione medio hai un rendimento, rispetto all'acquisto o alla costruzione di un immobile, del 3-4%, praticamente un interesse bancario e tutto a causa delle tasse e, allo stesso tempo, ci si lamenta dell'immoralità del prezzo degli affitti.

 

Mi pare ovvio che uno vada ad investirli all'estero.

Link al commento
Condividi su altri siti

Non so come siano le cose in germania, ma in Italia con un affitto al canone di locazione medio hai un rendimento, rispetto all'acquisto o alla costruzione di un immobile, del 3-4%, praticamente un interesse bancario e tutto a causa delle tasse e, allo stesso tempo, ci si lamenta dell'immoralità del prezzo degli affitti.

 

Mi pare ovvio che uno vada ad investirli all'estero.

... dico la verità: ci sto pensando anche io davvero!

Link al commento
Condividi su altri siti

A questo proposito mi sono ricordato di un bell'articolo che avevo letto a riguardo e sono andato a rispescarlo.

 

Se ne desume che una casa in affitto ad oggi non è assolutamente un investimento nel nostro paese e va bene giusto se ti ritrovi un immobile per qualche altro motivo (eredità, cambio città ecc.), ma nessuna persona sana di mente costruirebbe delle case per poi affittarle nonostante il mercato le richieda.

 

Credo che sia un bel paradigma di quanto sia pericolosa l'avidità statale e di quanto questa destabilizzi il mercato e, di conseguenza, la libertà del cittadino.

 

Ciclicamente in Italia riaffiorano i problemi che la politica si è rifiutata di risolvere a tempo debito. Rifiutata, in realtà, è una parola grossa, in quanto la politica è per definizione incapace di risolvere problemi, può solo crearne. Opinione che non è mia che sono uno sporco anarchico libertario, ma di Ronald Reagan.

E' il caso della querelle romana, ma estendibile in tutta Italia, sugli affitti.

Anche quest'anno, stranamente, dopo i fiumi di parole a vanvera spese dai politici, gli affitti nelle grandi città sono cari.

Nessuno però che sappia analizzare il perché il prezzo degli affitti sale. Tutti, come al solito, come sempre, si ficcano in bocca le parole "liberismo sfrenato" e "speculazione selvaggia" e subito dopo si sentono giustificati a dire qualunque castroneria passi per la loro testolina.

Beh, visto che sono differente, ve lo spiego io perché il prezzo degli affitti è alto, anche se basterebbe che un paramecio ci ragionasse su per comprenderlo.

Probabilmente il QI di un paramecio è superiore a quello dei politici che ci governano.

Gli affitti sono alti per due motivi.

 

1. La tassazione. Ovvero, il governo vuole che gli affitti siano alti, infatti il "reddito da affitto" va a cumularsi a quello normale ed è soggetto ad una aliquota che è per lo meno del 25%. Vorrebbero fare lo sforzo (!!) di ridurlo al 20% secco, ma non cambierebbe molto. La differenza tra un affitto e un reddito da lavoro dipendente è però che la tassazione sull'affitto è interamente scaricabile sull'affittuario.

2. Il rischio che ci si accolla affittando una casa. Sono molteplici i casi di morosità, perfino al primo mese, dove il proprietario ha dovuto armeggiare diversi mesi, se non qualche anno, per riuscire a sbarazzarsi del moroso. Questo a causa della giustizia italiana, lenta come un bradipo quando si tratta di difendere le proprietà private. Il rischio si paga con un aumento del premio di affitto.

 

 

Il solito stantio socialista obietterà che guadagnare così tanto sull'affitto è vergognoso, si sfrutta lo stato di necessità delle persone, è una rendita garantita senza lavoro e altre affermazioni fuori dalla realtà.

La casa in affitto é in realtà un investimento. Considerate un appartamento di 80 mq a Roma. Il suo costo sarà attorno ai 400 000 euro. La rendita annua di tale investimento, supposto un canone di 1300 euro al mese, come detto nell'articolo linkato, è di 15600 euro annui lordi.

Tolta l'aliquota del 25% sono 11700 euro l'anno.

Il che significa che alla situazione attuale, l'affitto rende a malapena il 3%.

Ora, vi rendete conto da soli che tale situazione è comparabile con l'interesse che una banca corrisponde ad un correntista che depositi 400000 euro. Più in basso, il locatario non può andare, altrimenti gli risulta conveniente non costruire / comprare la casa e utilizzare i soldi in altra maniera.

 

Non è superfluo ricordare che in assenza di questo investimento, la casa da affittare non rimarrebbe sfitta, semplicemente non esisterebbe.

Una possibile soluzione potrebbe essere la detassazione completa degli affitti. Ma questo, stante l'intricata situazione fiscale italiana, probabilmente non risolverebbe il problema, perché se da un lato tenderebbe ad aumentare l'utile, provocherebbe l'immediato aumento del costo delle case.

E' solo grazie ad una parallela diminuzione delle aliquote irpef che si può sperare di diminuire il costo degli affitti.

Stupidaggini sulla "finanza etica" invece, sono utili solo a non perdere l'allegria.

Modificato da Dominus
Link al commento
Condividi su altri siti

Da un articolo del sole 24 ore:

 

" ...Intanto si fanno stime sull'effettiva portata del provvedimento: secondo una ricerca elaborata dallo studio Bernoni Professionisti Associati di Milano, le somme che verranno sanate a livello nazionale saranno prevedibilmente comprese tra i 60 e i 90 miliardi di euro. Una cifra in grado di produrre entrate fiscali tra i 3 e i 4,5 miliardi. Ben il 60% del gettito fiscale transiterebbe dalla Lombardia. Segue, a grande distanza, il Lazio, per cui è previsto un rientro di capitali tra i 3,2 e i 4,8 miliardi, con un gettito fiscale variabile tra i 160 e 238 milioni. Come avvenuto già con i precedenti scudi, nel 2001 e nel 2003, tra i Paesi di provenienza di capitali spiccheranno, secondo la ricerca, Svizzera, Germania e Lussemburgo"

 

Tra i 60 e i 90 miliardi di euro di capitali che non sarebbero mai rientrati in altra maniera e che una volta "sanati" saranno sottoposti a normale tassazione....certoè che per chi ragiona solo in ottica antiberlusconiana e non guarda oltre il suo naso era meglio lasciarli in lussemburgo!

a casa mia tra 0 e 90 è meglio 90...ma sarò io che non capisce nulla!

 

Ha ragione Tremonti: se qualcuno ha idee migliori le proponga...ma ho il sospetto che si sentirà solo il solito rumore del vento.

Link al commento
Condividi su altri siti

Da un articolo del sole 24 ore:

Tra i 60 e i 90 miliardi di euro di capitali che non sarebbero mai rientrati in altra maniera e che una volta "sanati" saranno sottoposti a normale tassazione....certoè che per chi ragiona solo in ottica antiberlusconiana e non guarda oltre il suo naso era meglio lasciarli in lussemburgo!

a casa mia tra 0 e 90 è meglio 90...ma sarò io che non capisce nulla!

 

Ha ragione Tremonti: se qualcuno ha idee migliori le proponga...ma ho il sospetto che si sentirà solo il solito rumore del vento.

 

 

Si, ma capirai che questi interventi cura il sintomo ma non la malattia.

 

I capitali continueranno ad abbandonare il paese nonostante questo provvedimento per il semplice motivo che il nostro paese non è accogliente per un investitore e, per migliorare questa situazione non hanno niente in programma nè la sinistra socialdemocratica nè il veterostatalista, nonchè mercantilista, tremonti, anzi la pressione fiscale continua a crescere.

Modificato da Dominus
Link al commento
Condividi su altri siti

Si, ma capirai che questi interventi curano il sintomo ma non la malattia.

 

I capitali continueranno ad abbandonare il paese nonostante questo provvedimento per il semplice motivo che il nostro paese non è accogliente per un investitore e, per migliorare questa situazione non hanno niente in programma nè la sinistra socialdemocratica nè il veterostatalista, nonchè mercantilista, tremonti, anzi la pressione fiscale continua a crescere.

Perfettamente d'accordo con te che questa non è la soluzione al problema ma solo un palliativo temporaneo.

Link al commento
Condividi su altri siti

Non piace neppure al Giornale questa sanatoria salva evasori e furbetti ...

 

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=385052

 

60-90 miliardi? Urso parla di 4.5

 

http://it.reuters.com/article/itEuroRpt/idITLN3091420090923

 

 

Non conta quanti miliardi riporti in patria, tanto quello che torna dalla porta riscappa dalla finestra.

 

I balletti di cifre servono a poco.

Link al commento
Condividi su altri siti

"sanati" saranno sottoposti a normale tassazione....certoè che per chi ragiona solo in ottica antiberlusconiana e non guarda oltre il suo naso era meglio lasciarli in lussemburgo!

 

scusa, e quale sarebbe la 'normale tassazione' visto che la tassazione sul capitale in Italia non esiste? Il 12,50% di cedolare secca sulle cedole dei BTP?

Link al commento
Condividi su altri siti

a proposito, vediamo che si inventa stavolta Ostellino:

 

Tommaso Pa­doa- Schioppa propone di cele­brare il 150mo an­niversario dell’Unità d’Ita­lia chiedendosi quale sia «lo stato dello Stato» («Si parli di Stato non di Na­zione », Corriere di dome­nica scorsa). Accolgo vo­lentieri l’invito. Questo è un esempio di «stato del­lo Stato» alla vigilia della discussione parlamenta­re sulla «Finanziaria sen­za tasse e tagli».

Dal 1˚gennaio di que­st’anno, un imprenditore di Pordenone, Giorgio Fi­denato, versa ai propri di­pendenti lo stipendio «lordo» senza le trattenu­te di legge (contributi Inps, Irpef ordinaria, addi­zionale regionale, addizio­nale comunale), avendo opportunamente avvisato l’Agenzia preposta — che insiste nel chiedergli di adempiere ai suoi obbli­ghi — del rifiuto di eserci­tare la funzione di «sosti­tuto di imposta». A fonda­mento della propria scel­ta cita in giudizio l’Inps, la Società di cartolarizza­zione dei crediti Inps, Equitalia Friuli Venezia Giulia, adducendo ragio­ni di economicità, di dirit­to, di giustizia e equità so­ciale.

Il quadro normativo in materia risale a una legge fascista del 1935 istitutiva dell’Ente previdenziale: «La parte di contributi a carico dell’assicurato è trattenuta dal datore di la­voro sulla retribuzione corrisposta (...) L’impren­ditore e il prestatore di la­voro contribuiscono in parti uguali alle istituzio­ni di previdenza e assi­stenza »; una legge della Repubblica del 1952 ripro­pone la distinzione fra i contributi a carico del la­voratore e del datore di la­voro. Su uno stipendio lordo complessivo di 2.449,06 euro, la parte «salariale» di contributi ammonta a 182,51 euro, quella «padronale» (che non appare neppure in busta paga) è di 463,34 euro; lo stipendio netto percepito — detratte an­che le imposte — è di 1.465 euro. Scrive Pascal Salin, un economista libe­rale francese: «La parte padronale dei contributi sociali non è, dunque, un carico sopportato dalle imprese, essa è soltanto la parte del salario che il datore di lavoro non ha il diritto di versare diretta­mente al lavoratore (...) In questo senso la parte padronale è un’imposta sul salario pagata dal di­pendente e di cui l’im­prenditore è solo un esat­tore ».

 

La totale ignoranza nel­la quale è tenuto il lavora­tore circa le somme versa­te all’Inps violerebbe gli art. 2 e 3 comma 3 della Costituzione, ostacolan­do il pieno sviluppo della personalità umana; l’art.3 comma 1, che sancisce il principio dell’eguaglian­za. Il lavoratore autono­mo dichiara personal­mente i propri redditi e ha pieno diritto di difen­dersi contro gli accerta­menti del fisco (art. 24 e 113 della Costituzione); il lavoratore dipendente non ha gli stessi diritti. La pretesa dello Stato di tra­sformare l’imprenditore in esattore violerebbe sia l’art. 23 — «Nessuna pre­stazione personale o patri­moniale può essere impo­sta se non in base alla leg­ge » nell’interpretazione che ne dà la stessa Corte costituzionale «a tutela della libertà e della pro­prietà individuale» — sia l’art. 41 della Costituzione («L'iniziativa economica privata è libera»). Scrive ancora Salin: «In tutte le imprese, degli uomini de­vono dedicare il proprio tempo a soddisfare le pre­tese del fisco (...). Una pic­cola ditta ha più difficoltà di una grande a far specia­lizzare alcuni dipendenti del proprio organico».

 

Tre lavoratori che ora perce­piscono lo stipendio lordo — dopo non aver neppure ricevu­to risposta su come adempiere ai propri obblighi tributari e previdenziali — hanno indiriz­zato all’Agenzia delle entrate un libretto al portatore con le somme dovute; l’Agenzia lo ha respinto in quanto «tale mezzo di pagamento non è ammesso dalla normativa vigente».

Ma il rifiuto sarebbe in contrasto sia con l’orientamento della Corte di Cassazione che l’obbli­gato principale è il soggetto «sostituito» (il percettore del reddito), non il «sostituto di imposta» (il datore di lavoro), sia con l’art. 1180 comma 1 Co­dice civile sulla efficacia estinti­va del pagamento effettuato da un terzo (che in questo caso è addirittura il beneficiario della prestazione previdenziale). Ha scritto lo stesso ministro del­l’Economia, Giulio Tremonti: «La contabilità fiscale è dun­que diventata la forma moder­na, ma non per questo meno odiosa, delle antiche corvées. Tra il sistema attuale delle com­pliances sociali e quello antico fatto dalle corvées e dalle ga­bellari servitù medievali, le analogie sono impressionanti, così come gli effetti paralizzan­ti » («Lo Stato criminogeno», ed. Laterza).

 

A questo punto — se non vo­gliono apparire complici dello «Stato criminogeno» — sareb­be utile che la Confindustria e le altre associazioni di catego­ria, i sindacati, la sinistra, il go­verno, gli intellettuali, dicesse­ro che ne pensano di questo «stato dello Stato», di «questo imbroglio, nelle parole del libe­rale Salin che condivido, trami­te il quale gli uomini di gover­no sono riusciti a imporre il concetto bismarckiano di sicu­rezza sociale». È chiedere trop­po?

 

Piero Ostellino

 

davvero, Ostellino più va avanti più e' un idolo.

 

A parte che, come oramai da anni, non fa una proposta che e' una (ma lui, come la pensa su questa questione? non e' dato sapere) ma fa discorsi degni di un qualsiasi bar di periferia, ma la cosa divertente e' che tutto il discorso e' infarcito di 'sarebbe in contrasto', 'violerebbe' ecc ecc, ovvero tutto un condizionale (parlando naturalmente di tutt'altro, probabilmente: le sentenze di Cassazione non possono certo riferirsi a questo tipo di problema, non essendosi mai presentato, quindi la giurisprudenza e' inesistente).

 

ma il top lo si raggiunge con la citazione di Tremonti:

 

Ha scritto lo stesso ministro del­l’Economia, Giulio Tremonti: «La contabilità fiscale è dun­que diventata la forma moder­na, ma non per questo meno odiosa, delle antiche corvées. Tra il sistema attuale delle com­pliances sociali e quello antico fatto dalle corvées e dalle ga­bellari servitù medievali, le analogie sono impressionanti, così come gli effetti paralizzan­ti » («Lo Stato criminogeno», ed. Laterza

 

il 'Ministro Tremonti' ha scritto quel libro nel 1998, quando NON era Ministro, ma un semplice deputato (e fiscalista, quale e' da sempre). Fare cadere 'dal ministro dell'Economia' , quindi dandole veste ufficiale,una cosa scritta, allora, da un deputato (o da un privato cittadino) e' più di disinformazione, e' una porcheria.

 

Poi semmai un giorno Ostellino ci spiegherà, visto che '(...). Una pic­cola ditta ha più difficoltà di una grande a far specia­lizzare alcuni dipendenti del proprio organico», come invece dei privati cittadini potranno farlo.

 

Un grande, davvero.

Modificato da madmike
Link al commento
Condividi su altri siti

Mah a mio parere Ostellino è uno dei migliori giornalisti Italiani e un grande studioso di scienze politiche e mi trovo sempre più a concordare con le sue conclusioni.

 

Uno dei pochi liberali, insieme a Panebianco, che rimangono coerenti negli anni.

 

Se poi agli Italiani pare talmente tanto normale questo apparato vessatorio e liberticida di stato al punto da chiamare pazzo o deridere una persona che cerca di fargli aprire gli occhi, mentre apprezzano le analisi stantie e superficiali di tanti altri intellettuali, allora si meritano di rimanere schiavi.

 

Poi ostellino proposte ne ha fatte diverse, e di concrete, inoltre si appoggia a diversi think-thank, tra cui il Bruno Leoni, che sono anni che propongono provvedimenti concreti, peccato che la politica, nè di destra nè di sinistra, li stia ad ascoltare.

Link al commento
Condividi su altri siti

A proposito di giornalisti non vorrei far passare in sordina il fatto che l'editoria Italiana è stata appena rivoluzionata da due probiviri che si battono per la democrazia in questi tempi di censura e regime :asd:

 

 

 

Solo in Italia poteva succedere che in pieno regime berlusconiano, in questi tempi bui per la democrazia e la libertà d’informazione potessimo assistere alla nascita di un giornale ex novo.

Non un giornale qualunque, ma uno che definire ostile all’attuale governo e in particolare al suo capo è un eufemismo.

 

Ieri, infatti, ha visto la luce un nuovo quotidiano. Voluto e realizzato dal ticket Travaglio-Padellaro.

Si chiama “il Fatto” (in ricordo di Enzo Biagi e il suo programma tagliato dalla Rai del secondo governo Berlusconi) ed è già andato a ruba.

 

Prima di complimentarci coi due Robespierre venuti da l’Unità, però, dovremmo sorprenderci.

 

Capiterà addirittura di vederli in piazza il prossimo 3 ottobre a protestare contro il tiranno…

 

Se non è faccia tosta questa…

 

Premessa (doverosa) a parte, “il Fatto” si è presentato esattamente come in tanti se lo aspettavano: una specie di gazzetta delle procure, tra le cui pagine a farla da padroni dovevano essere atti giudiziari, stralci di intercettazioni, notifiche d’indagini in corso e quante più informazioni i magistrati militanti riuscivano a passare sottobanco alla redazione.

Nessuna disillusione: il primo numero ha rispettato le attese.

Appena aperto si poteva sentire il tintinnio di manette forte e chiaro!

 

Prima pagina col botto. E relative polemiche.

“Gianni Letta indagato da 10 mesi e nessuno ne parla”.

por*a vacca. Pronti via hanno messo nel mirino un pezzo grosso del panorama politico italiano.

Creando ancora più scalpore dal momento che il soggetto in questione, Letta, è stato sempre disegnato come persona retta e integerrima.

 

Le accuse? Truffa, abuso d’ufficio e turbativa.

Roba seria.

Secondo Travaglio e compagni è un ulteriore fatto gravissimo che nessuno se ne sia occupato nei 10 mesi in cui le indagini sono state portate avanti.

 

Ma è vero?

No.

Repubblica se ne era già occupata ad aprile.

 

Il primo scoop de Il Fatto, dunque, tanto originale non è.

 

Concentriamoci almeno sulla notizia.

Letta indagato.

E allora?

Sbaglio o nel nostro ordinamento si è innocenti fino a prova contraria?

Sbaglio o la prova contraria va accertata in dibattimento?

Sbaglio o il dibattimento si conclude con una sentenza?

Sbaglio o quella sentenza può essere appellata in due diversi ulteriori gradi di giudizio?

 

Ma allora: sbaglio, o qui siamo ancora al primo livello del procedimento giudiziario penale, quello delle indagini, laddove viene ipotizzato un reato e si procede alla ricerca delle prime fonti di prova?

Basta questo per sbattere una persona in prima pagina e farlo passare come un criminale?

 

Nel pomeriggio, comunque, arrivava la smentita da palazzo Chigi: la posizione di Letta è stata archiviata a Roma.

Sembrerebbe, perciò, essere stata smontata anche questa notiziona.

In realtà, ci dicono dal Fatto, l’indagine è tutt’ora in corso, ma a Lagonegro, dal 3 luglio scorso, perchè la Cassazione ha decretato che nè Potenza nè Roma erano competenti.

 

Riassumendo, i fatti sono che:

- non è vero che la notizia delle indagini su Letta nessuno l’abbia pubblicata.

- è vero che Letta è indagato.

 

Volendo commentarli:

 

siamo sempre lì: si è innocenti fino a prova contraria e questa deve essere riconosciuta tale passando per tre gradi di giudizio.

e invece, il solito meccanismo attravagliato ha gettato in pasto all’opinione pubblica una notizia che sapeva già di condanna.

 

Ci hanno girato attorno…sono furbi: hanno sparato a zero sugli altri quotidiani che non avevano titolato la stessa cosa da dieci mesi a questa parte, ma il risultato è il medesimo.

Travaglio e compagni godono all’idea di poter sbeffeggiare qualcuno, anche se dovrebbero trattarlo come presunto innocente…

 

Invece no: sei indagato? prima pagina. La gente deve sapere che sei oggetto di osservazione per i magistrati. Quello che deve pensare è che sei colpevole.

In Italia purtroppo siamo ancora molto legati al periodo di manipulite e non c’è una vera e propria cultura garantista.

 

Un nome messo in prima pagina con accanto scritto: “indagato”, per il 90% degli italiani ha un solo significato: quel tizio è un disonesto.

 

Chissà come son contenti in redazione però…

 

Non male, per essere sotto lo schiaffo di un bieco regime antidemocratico…

Link al commento
Condividi su altri siti

Azz... non si salva nemmeno Il Fatto. :unsure:

 

 

Mah guarda, come iniziativa editoriale è geniale e dimostra che travaglio e padellaro sono tutto fuorchè stupidi, peccato che i contenuti siano sempre quelli.

 

Diciamo che, eliminando le ipocrisie, hanno capito come son fatti gli Italiani e lo sfruttano per far tanti soldi in nome dell'etica: economicamente encomiabili ma moralmente deprecabili.

Link al commento
Condividi su altri siti

già un articolo che riporta le parole "giustizialismo" o "robespierre" è da buttare

 

Ecco il comunicato di Palazzo Chigi sull'articolo di oggi che riporta la notizia dell'indagine su Gianni Letta e il controcomunicato del direttore de "Il Fatto".

 

ROMA, 23 SET - "In data 11 agosto 2009 il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, su conforme richiesta della Procura della Repubblica, ha definitivamente archiviato il procedimento a carico del Sottosegretario Gianni Letta giudicando del tutto inesistenti le ipotesi di reato formulate". E’ quanto precisa la presidenza del Consiglio in relazione alle indiscrezioni pubblicate stamane sul primo numero de "Il Fatto Quotidianò. Il quotidiano fa riferimento ad una indagine riguardante il sottosegretario relativa ai centri di accoglienza per gli immigrati extracomunitari. Secondo quanto scritto nell’articolo la Cassazione avrebbe inviato un fascicolo che lo riguarda al magistrato di Lagonegro, in Basilicata. "Dal complesso degli atti esaminati - precisa la nota di Palazzo Chigi- si legge a pagina 2 del provvedimento, non emerge alcun elemento relativo alla sussistenza degli estremi richiesti dalla giurisprudenza per la sussistenza del delitto di cui all’Art. 416 c.p.". Per quanto riguarda poi il presunto abuso d’ufficio, a pagina 4 dello stesso provvedimento, si legge testualmente: "l'ipotesi di reato prospettata dalla P.G. appare, pertanto, destituita di ogni fondamento". La stessa identica conclusione per le altre supposte ipotesi di reato. La "conseguente restituzione degli atti" alla procura di Potenza e la successiva trasmissione alla procura di Lagonegro da parte della Procura Generale della Cassazione nulla aggiunge al merito ed è legata a ragioni procedurali. Non è neppure vero che la notizia fosse inedita e che del fatto non si siano occupati gli atri giornali. Valga per tutti La Repubblica del 4 aprile 2009.

 

 

*****

 

La direzione de Il Fatto Quotidiano, in relazione alla nota diffusa da Palazzo Chigi precisa che la richiesta di trasmissione degli atti alla Procura di Lagonegro da parte del Procuratore Generale della Cassazione è stata messa a disposizione dei lettori sul sito internet del quotidiano: www.ilfattoquotidiano.it. Nel provvedimento pubblicato on line si legge che: "si registra una radicale divergenza di opinioni fra il pm di Potenza e il pm di Roma. Il pm di Potenza ...ritiene concretamente ipotizzabili alcuni reati fine (323,353,640 bis)", cioé abuso d'ufficio, turbativa e truffa. Mentre la Procura di Roma non li ritiene configurabili per varie ragioni. La Procura generale della Cassazione stabilisce che nessuna delle due procure è competente e invia il fascicolo a Potenza perché lo giri a Lagonegro. E aggiunge che "la definizione della competenza allo stato attuale non preclude e anzi sollecita lo svolgimento di opportune indagini". Pertanto la direzione de "Il fatto" conferma che:

1) Gianni Letta è indagato per abuso d'ufficio, truffa e turbativa.

2) I magistrati di Roma non hano alcuna competenza ad occuparsi dell'indagine sui reati suddetti; 3) La Procura di Lagonegro è stata stimolata a svolgere "opportune indagini" sui presunti reati di abuso, truffa e turbativa descritti nell'articolo odierno de "Il Fatto".

4) I presunti reati del sottosegretario Letta non sono quindi stati oggetto di archiviazione né a Roma né altrove.

 

Documenti originali (PDF 2.7 MB)

 

intanto l'unico giornale senza padroni fa il tutto esaurito per due giorni di fila... E domani?

Modificato da Leviathan
Link al commento
Condividi su altri siti

Non so come siano le cose in germania, ma in Italia con un affitto al canone di locazione medio hai un rendimento, rispetto all'acquisto o alla costruzione di un immobile, del 3-4%, praticamente un interesse bancario e tutto a causa delle tasse e, allo stesso tempo, ci si lamenta dell'immoralità del prezzo degli affitti.

 

Mi pare ovvio che uno vada ad investirli all'estero.

dimmi in che banca hai il conto!!!!

 

io prendo lo 0,125% (o forse lo 0,0625%).

 

PS: le case costano troppo: su questo non ci sono dubbi, ma si devono pagare le rendite di posizione. Il costo industriale varia pochissimo tra Milano e la bassa Padana, il resto è rendita fondiaria.

Link al commento
Condividi su altri siti

I capitali continueranno ad abbandonare il paese nonostante questo provvedimento per il semplice motivo che il nostro paese non è accogliente per un investitore .....

La tua saggia considerazione mi ha riportato alla mente, per analogia, l'infelice scelta di un pessimo governatore regionale che, in luogo di attrarre i turisti (come si fa in ogni parte del mondo), inventò una tassa a carico degli stessi: gli rispose a tono la Swaroski asserendo che, in futuro, si sarebbe recata in vacanza in Corsica!

I capitali, così come i turisti, devono essere attratti e non respinti: ogni sforzo deve essere fatto in tal senso.

Modificato da dindon
Link al commento
Condividi su altri siti

dimmi in che banca hai il conto!!!!

 

io prendo lo 0,125% (o forse lo 0,0625%).

 

 

Non siamo faziosi: tu parli di conto corrente, io parlo di investimento e a livello bancario puoi ottenere ben più del 4%.

 

già un articolo che riporta le parole "giustizialismo" o "robespierre" è da buttare

 

Già e di gente che parla da anni di regime ogni volta che c'è qualcuno che non ha le sue idee cosa dovremmo farne a questo punto?

 

Off course: arricchirli comprando il loro giornale.

 

Ripeto: travaglio e padellaro grandi investitori e persone molto intelligenti, ma moralmente vanno sempre più in basso.

 

La tua saggia considerazione mi ha riportato alla mente, per analogia, l'infelice scelta di un pessimo governatore regionale che, in luogo di attrarre i turisti (come si fa in ogni parte del mondo), inventò una tassa a carico degli stessi: gli rispose a tono la Swaroski asserendo che, in futuro, si sarebbe recata in vacanza in Corsica!

I capitali, così come i turisti, devono essere attratti e non respinti: ogni sforzo deve essere fatto in tal senso.

 

Quello stesso governatore che per anni ha osteggiato e tentato di bloccare con spocchia radical-chic il modello turistico della sardegna per definizione: la costa smeralda, che porta all'isola capitali pazzeschi.

 

Però ovviamente quello che è ricco e puzza di capitalista i compagni non lo possono accettare.

 

Quanto all'attrazione dei turisti è inutile parlarne in Italia, paese nel quale fino agli anni '80 lo stato costruiva acciaierie e petrolchimici nel sud, entrambi settori in crisi da oltre vent'anni, pensando che fosse l'unico modo di incentivare l'occupazione.

 

Per questo sostengo che l'azione di un soggetto fuori mercato sia pericolosa e crea dei mostri.

Link al commento
Condividi su altri siti

Se poi agli Italiani pare talmente tanto normale questo apparato vessatorio e liberticida di stato al punto da chiamare pazzo o deridere una persona che cerca di fargli aprire gli occhi, mentre apprezzano le analisi stantie e superficiali di tanti altri intellettuali, allora si meritano di rimanere schiavi.

 

E l'apparato vessatorio e liberticida cos'e', quello di pagare le tasse come si fa in tutti i paesi occidentali? ma di che parliamo??

Link al commento
Condividi su altri siti

Già e di gente che parla da anni di regime ogni volta che c'è qualcuno che non ha le sue idee cosa dovremmo farne a questo punto?

 

Off course: arricchirli comprando il loro giornale.

bhè, eprchè a te pare normale intimidazioni, ostacoli, censure, conflitti di interesse, editti bulgari e quant'altro

 

 

E l'apparato vessatorio e liberticida cos'e', quello di pagare le tasse come si fa in tutti i paesi occidentali? ma di che parliamo??

ho semrpe espresso il mio disprezzo verso i cosiddetti editorialisti italiani: Ostellino e Panebianco compreso

 

Si parla di libertà e democrazia quando non centra niente, e quando bisognerebbe parlarne tutti zitti

Link al commento
Condividi su altri siti

Non siamo faziosi: tu parli di conto corrente, io parlo di investimento e a livello bancario puoi ottenere ben più del 4%.

...

 

il mercato immobiliare ha caratteristiche particolari:

se investo 100.000 € in un piccolo immobile ne ricavo 6.000 € l'anno di affitto, tolte spese generali e tasse si ottengono le percentuali di cui sopra.

Nel medio periodo l'immobile tende a incrementare il proprio valore (trascuriamo l'attuale situazione di mercato) nonostante il decadimento delle caratteristiche techiche dell'immobile.

Link al commento
Condividi su altri siti

Mi pare che la politica della 'rendita' specie se immobiliare, abbia avuto grande successo in Italia negli ultimi 20 anni.

Dire che 'non conviene', mi pare davvero bizzarro. saranno in tanti, gli scemi, allora.

 

 

sono pienamente d'accordo anzi prolungherei il periodo di riferimento di almeno altri 15-20 anni

Link al commento
Condividi su altri siti

ROMA - Doveva essere la 'rivoluzione' del Pubblico Impiego. Ma, come sempre, alla rivoluzione è seguita la restaurazione. E così è stata silenziosamente abrogata con un decreto legge pubblicato l'1 luglio (poi diventato la legge n.102/2009) la normativa 'antifannulloni' varata l'anno scorso dal ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, che prevedeva disposizioni penalizzanti per gli impiegati pubblici, tra le quali indennità di malattia ridotta, e fascia di reperibilità per i dipendenti in malattia estesa praticamente a tutta la giornata (con un'unica 'ora d'aria' dalle 13 alle 14). Di questi punti, il ministero in un comunicato di replica riconosce solo il ripristino di fasce ridotte di reperibilità, ma il sindacato conferma tutto.

 

Le fasce orarie di reperibilità sono tornate due di due ore ciascuna, la certificazione medica è stata nuovamente affidata al medico convenzionato, e sono state abrogate alcune delle norme che prevedevano penalizzazioni economiche. Ai dipendenti pubblici e ai loro sindacati non è rimasto che chiedersi, come fa per esempio la Flp, "perché quando sono state introdotte certe norme, come la reperibilità di 11 ore al giorno in caso di malattia, lo si è fatto con le "fanfare", tuonando contro i dipendenti pubblici assenteisti e fannulloni e ora che fa marcia indietro il ministro Brunetta non rilascia nemmeno una misera dichiarazioncina alla stampa?".

 

Forse perché il provvedimento era ampiamente incostituzionale, obiettano i segretari di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl. "Noi abbiamo chiesto fin dal nostro congresso di maggio al ministro Brunetta di tornare indietro e di rendere omologate al privato tutte le regole del pubblico - dice Giovanni Faverin, segretario Cisl-Funzione Pubblica - Le norme ora abrogate erano frutto di un eccessivo accanimento con il controllo, stavano in una logica di pressione dell'opinione pubblica".

 

"Le norme precedenti sono state ripristinate a seguito alle pressioni di noi sindacati - conferma Giovanni Torluccio, segretario della Uil Funzione Pubblica - che abbiamo subito denunciato la nuova normativa come punitiva e illogica". "Si conferma il fatto che avevamo ragione quando parlavamo di 'Tanto rumore per nulla'", dice ironicamente Carlo Podda, segretario della Cgil Fp.

 

E adesso? Adesso è tutto come prima, peggio di prima, denunciano i sindacati. "Dopo oltre un anno di annunci mediatici - rileva amareggiato Podda - i cittadini e le imprese possono purtroppo vedere che laddove i servizi funzionavano più o meno bene continuano a farlo, e così là dove funzionavano male. Semmai c'è il rischio che, con tutti i tagli fatti dal governo, anche là dove le cose funzionavano non troppo male adesso vadano peggio. E invece c'è bisogno di una Pubblica Amministrazione che funzioni, e noi sindacati, a differenza di quello che dice il ministro, abbiamo tutto l'interesse perché funzioni davvero".

 

"Prima di mettere mano a questa materia in modo così ideologico - aggiunge Torluccio - scatenando la campagna mediatica contro i fannulloni, avrebbe dovuto verificare cosa davvero non funziona nella PA e in particolare nei dirigenti, nella politica che mette le mani dappertutto. Interessi profondi e molto concreti, altro che i dipendenti fannulloni. Adesso la sua campagna pubblicitaria gli si sta rivoltando contro. E infatti gli ultimi dati che sono usciti sull'incidenza delle malattie fanno vedere che ad agosto c'è stato un aumento".

 

"Da parte nostra - conclude Torluccio - dopo questa vicenda rimane la sgradevolissima sensazione di un ministro che non incide in alcun modo sui problemi veri della P.A., che non ha alcuna intenzione, per esempio, di intervenire sugli sprechi e sulle consulenze (i cui costi si aggirano intorno ai due miliardi annui)".

 

La replica. Il ministero della P.A. sostiene però che la "rivoluzione" non si è fermata e, in un comunicato stampa, nega il colpo di spugna sulle norme. Ammettendo però che una modifica sostanziale c'è stata: "L'unica modifica intervenuta nel decreto-legge 1° luglio 2009 n. 78 riguarda le fasce di reperibilità, che sono state uniformate nella durata a quelle vigenti nel settore privato". Intervento, dice il ministero, "deciso anche a seguito dei confortanti risultati del monitoraggio sulle assenze per malattia nella P.A.".

 

"Al contrario - prosegue il comunicato del ministero - non si è intervenuto in alcun modo sulle disposizioni vigenti in materia di trattenute economiche e di certificazioni mediche dei dipendenti pubblici. Va però precisato che queste ultime saranno presto gestite online dall'Inps e si renderà quindi necessario uniformare la loro disciplina con quelle nel settore privato". Ma il sindacato conferma tutte le modifiche (vedi tabella): la penalizzazione economica per i dipendenti in malattia è rimasta solo nella norma del cosiddetto "salario accessorio", e la possibilità di certificazione è di nuovo estesa ai medici convenzionati.

 

Modifiche, precisa la Cisl, che sono "frutto del dialogo e del senso di responsabilità di governo e sindacato". "Siamo riusciti ad eliminare gli eccessi del provvedimento - dice Faverin - e gli elementi punitivi verso i lavoratori, ma nel quadro di obiettivi condivisi e dello sforzo per aumentare l%u2019efficienza delle amministrazioni pubbliche".

 

"I problemi della P.A. sono rimasti irrisolti da quando si è insediato il ministro Brunetta - ribadisce Poddo per la Cgil - Sarebbe ora che ci mettessimo intorno a un tavolo per cercare una soluzione davvero produttiva".

 

http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/e...fannulloni.html

 

Brunetta stal'atra volta preditela con i veri responsabili: quelli che nomini con il tuo partito e il PD , quelli che chiamate dirigenti e sono i veri fannulloni, non con la povera gente...

Link al commento
Condividi su altri siti

Ospite
Questa discussione è chiusa.
×
×
  • Crea Nuovo...