Vai al contenuto

Politica - Topic Ufficiale


Graziani

Messaggi raccomandati

Con gli sprechi, no di certo. Ma tranquillo che ce ne sono di modi per farlo senza buttar via i soldi.

 

Informati: http://it.wikipedia.org/wiki/John_Maynard_Keynes

Informati/2 http://it.wikipedia.org/wiki/New_Deal

Bravissimo!

Hai citato 2 universi, quello britannico e statunitense, dove gli sprechi e la corruzione non sanno neppure cosa siano!

Purtroppo, qui da noi è l'esatto contrario, com'è a tutti noto, in particolare nell'ambito del pianeta "sanità" (affaire Del Turco docet): ben vengano tutti i tagli che possano produrre un razionale ed integrale impiego delle risorse a fini di interesse pubblico.

Link al commento
Condividi su altri siti

Bravissimo!

Hai citato 2 universi, quello britannico e statunitense, dove gli sprechi e la corruzione non sanno neppure cosa siano!

Purtroppo, qui da noi è l'esatto contrario, com'è a tutti noto, in particolare nell'ambito del pianeta "sanità" (affaire Del Turco docet): ben vengano tutti i tagli che possano produrre un razionale ed integrale impiego delle risorse a fini di interesse pubblico.

Che in UK e in USA la corruzione non sappiano neanche cosa sia è tutto da vedere...

 

Comunque sia, non si possono far coincidere federalismo e tagli, sono d'accordo con voi che il federalismo serva a responsabilizzare i governi locali, ma se non li si assiste mentre si fanno le ossa, anzi, li si mette in difficoltà, è possibile che le stesse le riescano a superare solo dopo il commissariamento.

Link al commento
Condividi su altri siti

Che in UK e in USA la corruzione non sappiano neanche cosa sia è tutto da vedere...

 

Comunque sia, non si possono far coincidere federalismo e tagli, sono d'accordo con voi che il federalismo serva a responsabilizzare i governi locali, ma se non li si assiste mentre si fanno le ossa, anzi, li si mette in difficoltà, è possibile che le stesse le riescano a superare solo dopo il commissariamento.

 

Esistono statistiche ed analisi che indicano l'impatto della corruzione nei vari paesi e la posizione occupata dal'Italia dovebbe farci riflettere! ... poi, se guardi solo al significato letterale delle mie parole, mi correggo: anche nel vocabolario inglese esiste la voce "corruzione" ma preciso che, in senso comparativo nei confronti dell'Italia, si tratta di un fenomeno marginale e trascurabile.

 

L'epoca dell'assistenzialismo inutile e dannoso è al tramonto: la stessa cultura degli italiani è mutata e tende a rifiutarlo. Se poi, in casi particolari, si renda necessario, extrema ratio, il commissariamento - inteso quale strumento d'avvio per un percorso virtuoso -si passi pure per il commissariamento.

Link al commento
Condividi su altri siti

Sul tema della riforma della giustizia, dal link: http://iltempo.ilsole24ore.com/politica/20...forma_....shtml

 

vi riporto un articolo che condivido in pieno:

 

 

Il premier Berlusconi ha promesso di attuare la riforma della giustizia, ispirandosi al pensiero di Giovanni Falcone.

 

Non è una battuta agostana, bensì una savia e condivisibile argomentazione.

 

Falcone una riforma strutturale l'aveva pensata per sommi capi vent'anni fa e per il suo anticonformismo fu condannato, demonizzato e delegittimato.

 

 

Giovanni fu lasciato solo in pasto ai suoi assassini proprio da quella sinistra togata, che ancor oggi difende con le unghie e con i denti i propri privilegi corporativi, anzi da vera e propria casta. Dall'indegna canéa, si dissociarono, va detto a loro merito, Giancarlo Caselli e Ilda Boccassini, la quale, anzi, accusò così alcuni magistrati:

 

«Voi avete fatto morire Giovanni. Adesso qualcuno ha pure il coraggio di andare ai suoi funerali. Due mesi fa ero a Palermo in un'assemblea dell'Associazione nazionale magistrati. Non potrò mai dimenticare quel giorno. Le parole più gentili, specie dalla sinistra, da Md, erano queste: Falcone si è venduto al potere politico. Mario Almerighi lo ha definito nemico politico. Tu, Gherardo Colombo, che diffidavi di Giovanni, perché sei andato al funerale? Giovanni è morto con l'amarezza di sapere che i suoi colleghi lo consideravano un traditore. E l'ultima ingiustizia l'ha subita proprio da quelli di Milano, che gli hanno mandato una richiesta di rogatoria in Svizzera senza gli allegati. Mi ha telefonato e mi ha detto: "Non si fidano neppure del direttore degli Affari Penali"…».

 

La Boccassini si riferiva al pool milanese e a Di Pietro, che allora trattarono Falcone come un poco di buono. Costoro, poi, cadavere ancora caldo - come scrisse Montanelli - fecero a gara nel farsi vedere con le «unghie conficcate nella bara».

 

Su Giovanni Falcone, specie Di Pietro, stante la terribile imparità, dovrebbe soltanto nascondersi e tacere.

 

Va aggiunto, inoltre, perché l'argomento è ancora tutto da sviscerare, che a Capaci, 23 maggio 1992, insieme a Falcone, alla moglie, agli agenti della scorta, alla stessa civiltà giuridica, muoiono le possibilità di far chiarezza sul riciclaggio del «tesoro» del Pcus, misteriosamente scomparso a Mosca nel 1991 e sicuramente transitato nella Penisola presso «compagni» ed amici fidati.

 

Del resto, quel filone di ricerca, che Falcone affidò in ultimo a Borsellino, cadde del tutto con l'ulteriore tremenda strage di via D'Amelio (19 luglio 1992).

 

Un pensiero non conforme. Cosa immaginava Falcone di tanto spaventoso per codesta genìa di togati?

 

A Milano il 5 novembre 1988, nel corso di una conferenza pubblica, fece il punto sulla progressione automatica di carriera:

«occorre rendersi conto che l'indipendenza e l'autonomia della magistratura rischia di essere gravemente compromessa se l'azione dei giudici non è assicurata da una robusta e responsabile professionalità al servizio del cittadino. Ora, certi automatismi di carriera e la pretesa inconfessata di considerare il magistrato - solo perché ha vinto un concorso di ammissione in carriera - come idoneo a svolgere qualsiasi funzione (una specie di superuomo infallibile ed incensurabile) sono causa non secondaria della grave situazione in cui versa attualmente la magistratura. La inefficienza dei controlli sulla professionalità, cui dovrebbero provvedere il CSM ed i consigli giudiziari, ha prodotto un livellamento dei magistrati verso il basso».

 

Fu immediatamente richiesta nei suoi confronti una mozione di censura da parte di esponenti dell'Anm.

 

Falcone non coltivava teoremi, né voleva riscrivere la storia d'Italia. Per lui, giudice a Berlino, esisteva la prova, non le illazioni, le prove logiche, le deduzioni politicizzate.

 

Pagò subito il suo anticonformismo.

 

L'Unità risuonò: «Falcone preferì insabbiare tutto».

 

Repubblica passò alle ingiurie: Falcone è un vanitoso, un montato, uno che assomiglia ai «guitti televisivi».

 

Scalfari sponsorizzò il velenoso Leoluca Orlando Cascio, che accusava Falcone di nascondere prove compromettenti verso politici democristiani: «Orlando apre davanti al Csm i cassetti dei misteri siciliani».

 

Giovanni, imperterrito, attizzando l'odio dei fautori dell'uso alternativo del diritto, rifiutò solennemente di piegarsi al khomeinismo giudiziario.

 

Fu costretto a difendersi da accuse demenziali, davanti alla Santa Inquisizione del Csm (15 ottobre 1991), perché aveva criticato un certo «modo di far politica attraverso il sistema giudiziario».

 

Avendo capito quello che stava montando, presagì lucidamente il forcaiolismo dei primi anni Novanta del secolo scorso: «L'Italia pretesa culla del diritto, rischia di diventarne la tomba».

 

Infatti, lo diventò.

 

Giovanni, da eroe dell'antimafia era, ormai trasfigurato a «nemico» di classe, di partito, di corrente, di casta, un «venduto» ai partiti liberaldemocratici, che avevano avuto il torto di assicurare agli italiani mezzo secolo di libertà, di progresso, di benessere.

 

Il Notiziario di Magistratura democratica publicò una lettera, firmata, fra gli altri, da Antonino Caponnetto, decisamente ostile al suo progetto di Superprocura, definendolo «inadeguato, pericoloso, controproducente».

 

Infine, come preannunciato dall'Unità e dal professor Pizzorusso, il Csm lo bocciò per la carica di Superprocuratore, inibendo al padre di gestire la sua creatura.

 

Fu il sigillo finale del rigetto dell'uomo, non solo del magistrato, che s'era schierato per un controllo istituzionale sull'attività del pm, per la separazione delle carriere, per farla finita con l'obbligatorietà dell'azione penale e con la partitocrazia del Csm.

 

Brani della «riforma» Falcone:

 

Ecco, di seguito, un'antologia del suo attualissimo ragionamento sui mali della giustizia:

- «Il CSM è diventato anziché organo di autogoverno e garante dell'autonomia della magistratura, una struttura da cui il magistrato si deve guardare... (con) le correnti trasformate in cinghia di trasmissione della lotta politica».

-«Quanti altri danni deve produrre questa politicizzazione della giustizia?».

-«Io dico che bisogna stare attenti a non confondere la politica con la giustizia penale».

-«Non si può investire della cultura del sospetto tutto e tutti. La cultura del sospetto non è l'anticamera della verità. La cultura del sospetto è l'anticamera del Khomeinismo».

-«Dopo tanto tempo e tanti sforzi spesi per far riconoscere i connotati dell'organizzazione mafiosa, si finisce col mescolare nel calderone di Cosa Nostra tutto ciò che può assomigliargli».

-«Al di sopra dei vertici organizzativi di Cosa Nostra non esistono terzi livelli di alcun genere».

- «L'idea del terzo livello prende le mosse... da una relazione svolta da me e dal collega Giuliano Turone a un seminario del 1982 a Castelgandolfo... Attraverso un percorso misterioso, per non so quale rozzezza intellettuale, il nostro terzo livello è diventato il 'grande vecchio', il 'burattinaio', che, dall'alto della sfera politica, tira le fila della mafia. Non esiste ombra di prova o di indizio che suffraghi l'ipotesi di un vertice segreto che si serve della mafia, trasformata in semplice braccio armato di trame politiche» .

-«Mi sento di condividere l'analisi secondo cui, in mancanza di controlli istituzionali sull'attività del Pm, saranno sempre più gravi i pericoli che influenze informali e collegamenti occulti con centri occulti di potere possano influenzare l'esercizio di tale attività. Mi sembra giunto il momento di razionalizzare e coordinare l'attività del Pm finora reso praticamente irresponsabile da una visione feticistica della obbligatorietà dell'azione penale e dalla mancanza di efficaci controlli della sua attività» .

-«il pm non deve avere nessun tipo di parentela col giudice e non essere, come invece oggi è, una specie di paragiudice... Chi, come me, richiede che siano, invece, (giudice e pm) due figure strutturalmente differenziate nelle competenze e nella carriera, viene bollato come nemico dell'indipendenza del magistrato, un nostalgico della discrezionalità dell'azione penale, desideroso di porre il Pm sotto il controllo dell'Esecutivo».

 

23/08/2008

Modificato da picpus
Link al commento
Condividi su altri siti

L'avevo già letto ed aspettavo solo che tu lo postassi... :asd: :asd: Addirittura stavo per segnalartelo via MP!

 

A mio parere offre una visione un po' distorta dei fatti... Strano da parte de "Il Tempo", ma mi sembra di leggere un articolo de "Il Giornale". Aspetto la Vostra interpretazione per pronunciarmi!

Link al commento
Condividi su altri siti

L'avevo già letto ed aspettavo solo che tu lo postassi... :asd: :asd: Addirittura stavo per segnalartelo via MP!

 

A mio parere offre una visione un po' distorta dei fatti... Strano da parte de "Il Tempo", ma mi sembra di leggere un articolo de "Il Giornale". Aspetto la Vostra interpretazione per pronunciarmi!

Vediamo che pensi ora dell'articolo, di seguito linkato e postato, e di ciò che dicono un collega ed amico di Falcone e, di certo, non uomo di destra, quale Giovanni Ayala e un politico di sinistra, già magistrato, quale Luciano Violante (in particolare, qualcuno qui sul forum ricorderà, se trovo il messaggio ne posto il link, che proprio io avevo indicato come unico possibile criterio di composizione del CSM, rispettoso del principio della separazione dei poteri, quello di cui parla Violante: 1/3 togati, 1/3 eletti dal Parlamento, 1/3 nominati dal Presidente della Repubblica)!

 

Dal link: http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=620684#news_id_620684

 

riporto:

 

Giustizia, Ayala: Falcone voleva separazione, Anm corporativa

 

Roma, 22 ago (Velino) - Il dibattito della riforma della Giustizia si è spostato sulle idee enunciate da Giovanni Falcone, e alle quali Silvio Berlusconi aveva annunciato ieri di voler fare riferimento. Dopo l’accusa (poi ridimensionata) dal segretario dell’Anm Giuseppe Cascini di un possibile ritorno al fascismo, Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, ha parlato oggi di “un involontario umorismo”. “Ogni qualvolta – ha osservato - si parla di riforma sulla giustizia c'è un pezzo della magistratura che si fa prendere da una crisi di nervi”. E sulla polemica relativa alle idee del magistrato assassinato a Capaci, Cicchitto ha ricordato: “Falcone fu emarginato da magistrature democratiche e attaccato dalla sinistra”. Il deputato del Pdl Niccolò Ghedini ha contestato a Cascini di fare “affermazioni straordinariamente erronee” che “oltretutto nulla hanno di giuridico poiché non v'è alcun testo sul punto e sono quindi l'evidente frutto di un mero pregiudizio e della volontà di contrastare, utilizzando il proprio ruolo, l'attuale maggioranza e l'operato del presidente del Consiglio”. Italo Bocchino, presidente vicario del gruppo Pdl alla Camera dei deputati, ha invitato il Pd “a isolare Di Pietro, che farebbe bene a non parlare di Falcone e a non occuparsi di giustizia”. Il leader Idv, secondo Bocchino, è stato “il teorico della carcerazione preventiva come strumento per la confessione di fatti rivelatisi poi quasi sempre penalmente irrilevanti”.

 

Sulle idee di Falcone, è intervenuto Giuseppe Ayala, ex magistrato del pool antimafia di Palermo durante gli anni ’80 e amico del giudice assassinato nel 1992. Ayala ha ricordato al Corriere della Sera i tre capisaldi sui quali Falcone aveva espresso chiaramente le sue idee anche pubblicamente: “La separazione delle carriere tra pm e giudici, il degrado clientelare dell’Anm e di conseguenza del Csm e la necessità di superare il feticcio dell’obbligatorietà dell’azione penale, lasciata di fatto alla discrezionalità dei capi degli uffici o peggio dei singoli magistrati, in assenza di un responsabile della politica criminale. Niente linee guida, niente priorità, niente responsabilità”. “Ero e sono d’accordo – ha aggiunto - con Falcone: in particolare l’attuale assetto dell’Anm e di conseguenza del Csm sono indifendibili”. Nello specifico, ha ricordato Ayala, “Falcone bollò come ‘antistorico’ il ‘tentativo di continuare a considerare la magistratura unitariamente’, disconoscendo ‘la specificità delle funzioni requirenti rispetto a quelle giudicanti’”. Quanto all’Anm la definì, ha sottolineato, “‘un organismo sempre più diretto alla tutela di interessi corporativi e sempre meno il luogo di difesa e di affermazione dei valori della giurisdizione’, con le correnti dell’Anm ‘trasformate in macchine elettorali per il Csm’”. Parole pronunciate, ha specificato, “a Milano il 5 novembre del 1988”. Ad ogni modo, Ayala ha precisato che Falcone “individuò dei problemi ma non indicò delle linee di soluzione. Sulle risposte da dare – ha concluso - il Parlamento è sovrano, dovrà scegliere il legislatore, l’importante che si intervenga con misura ed equilibrio”.

 

La necessità di una riforma ha trovato d’accordo anche Luciano Violante, ex presidente della Camera e con una lunga carriera in magistratura. A livello tecnico, ha spiegato al quotidiano La Stampa, “è chiaro che un problema c’è: la magistratura ha due profili, uno di potere dello Stato e l’altro di servizio per i cittadini. Vanno rivisti entrambi, mentre sinora mi pare che gli interventi abbiano riguardato prevalentemente l’aspetto del potere”. Secondo Violante, nel Csm “occorrerebbe aggiungere una quota di personalità particolarmente qualificate, nominate direttamente dal presidente della Repubblica, che garantiscano che non vi sia un permanente scontro tra politica e giustizia”. La sua idea è aumentare l’attuale composizione con “un terzo” a testa tra laici, togati e nominati dal Colle. “Credo – ha spiegato - che debba essere il capo dello Stato, che è il presidente del Csm, a scegliersi il vice, e non più trovarselo eletto dal Csm tra i membri scelti del Parlamento”.

 

Non solo. Per Violante “ciascun consigliere dovrebbe avere un mandato di almeno sette anni, anche per dare continuità al lavoro”, seguendo “il criterio di rotazione dei giudici alla Consulta”. L’obbligatorietà dell’azione penale “è – ha detto Violante - una ‘ipocrisia costituzionale’: tutti sappiamo che quella norma garantisce l’indipendenza del pubblico ministero dal potere politico”. “Non trovo scandalosa – ha osservato - che essa diventi discrezionale, ma ci sono alcuni punti. Il primo è la compatibilità col principio costituzionale dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Inoltre, dare al governo e alla sua maggioranza parlamentare il potere di indicare quali reati perseguire e quali no, può dare risultati pessimi per i cittadini in mancanza di una seria legge sul conflitto d’interesse, e di un filtro per l’accesso alle cariche elettive di chi è stato condannato per reati gravi”. Insomma “occorre prima, creare un ambiente istituzionale in cui si possa serenamente affrontare il problema della discrezionalità dell’azione penale”. Ad ogni modo, ha concluso Violante, “nessun governo può intervenire sui singoli processi. Un potere politico legittimato da norme rigorose può ben indicare, d’intesa col Csm, le priorità. Ma i magistrati devono poi poter indagare senza condizionamenti politici”.

 

Dal Pd è arrivata più tardi la voce autorevole di Lanfranco Tenaglia, ministro della Giustizia del governo ombra: “Un tema importante quale quello della giustizia – ha ammonito - non può essere affrontato a colpi di continui annunci, né ridotto a sterile polemica agostana. Per discutere esiste una sede appropriata, il Parlamento”. Tenaglia ha rimandato il confronto “in maniera compiuta” al momento in cui “il governo presenterà un testo”. Per l’esponente del Pd, “in tutti i casi una riforma è utile se viene fatta insieme alla magistratura e alla avvocatura, garantendo l'efficacia della macchina della giustizia e avendo come obiettivi principali una riduzione dei tempi dei processi e la certezza della pena”. Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl, ha assicurato che “il Parlamento non sarà condizionato da minoranze che all'interno della magistratura vogliono una politicizzazione dell'ordine giudiziario e della Anm. Dobbiamo difendere – ha concluso - la democrazia da rigurgiti giacobini ed estremistici”. Secondo il portavoce di Forza Italia Daniele Capezzone, l’attacco di Cascini è “un autogol clamoroso, un atto di autolesionismo alla Tafazzi”. “I settori più faziosi della magistratura – ha aggiunto - hanno già perso la testa, e a breve perderanno anche la loro ultradecennale partita giustizialista, politicizzata e forcaiola.

 

(red/mlm) 22 ago 2008 14:29

Link al commento
Condividi su altri siti

Mi trovo del tutto d'accordo con Tenaglia, e anche con Ayala, un po' meno con Violante.

 

Comunque, sia chiaro, anch'io sono del parere che una riforma della giustizia sia indispensabile, e sono anche convinto di un'opposizione collaborativa a riguardo, solo non è costruttivo scornarsi a suon di dichiarazioni fuori dal Parlamento, e non è la prima volta che succede.

 

La proposta della divisione in terzi del CSM secondo me è una buona soluzione, ma mi piacerebbe sentire il parere di qualcun'altro più "sinistroide" di me ( :asd: ), possibilmente ben argomentato. ;)

Link al commento
Condividi su altri siti

Mi trovo del tutto d'accordo con Tenaglia, e anche con Ayala, un po' meno con Violante.

 

Comunque, sia chiaro, anch'io sono del parere che una riforma della giustizia sia indispensabile, e sono anche convinto di un'opposizione collaborativa a riguardo, solo non è costruttivo scornarsi a suon di dichiarazioni fuori dal Parlamento, e non è la prima volta che succede.

 

La proposta della divisione in terzi del CSM secondo me è una buona soluzione, ma mi piacerebbe sentire il parere di qualcun'altro più "sinistroide" di me ( :asd: ), possibilmente ben argomentato. ;)

Ecco il link al post dove ne avevo parlato:

 

http://www.aereimilitari.org/forum/index.p...st&p=136418 (messaggio n° 41)

Link al commento
Condividi su altri siti

Non ricordavo che se ne fosse già parlato... Comunque puoi leggere la mia (breve) opinione qualche post più tardi...

 

Che ne dici di continuare (eventualmente) a discuterne la? Anche se, a mio parere, se n'è già parlato abbastanza. Le ultime dichiarazioni agostane sono un ritorno di fiamma.

 

Per questo, secondo me, si dovrebbe aspettare la ripresa dei lavori alle camere prima di lanciarsi in certe dichiarazioni...

Link al commento
Condividi su altri siti

  • 2 settimane dopo...

Se non ricordo male, qualche bello spirito, andava dicendo tempo fa, che l'Italia era stata condannata dall'Unione Europea!

 

Dal link: http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezion...36198girata.asp

 

riporto:

 

IL GIUDIZIO DELLA COMMISSIONE EUROPEA

 

L'Ue: l'Italia non discrimina i rom

 

Bruxelles: le norme contro i campi

illegali in linea con direttive europee

Maroni entusiasta: «Buona notizia»

 

BRUXELLES

 

Il pacchetto di misure adottato dal governo italiano per far fronte all’emergenza dei nomadi in Italia non viola le norme Ue. Lo ha detto a Bruxelles Michele Cercone, il portavoce del commissario europeo per Giustizia, libertà e sicurezza, Jacques Barrot. Rispondendo a chi chiedeva se la Commissione europea avesse concluso la valutazione del rapporto che il governo italiano ha inviato a Bruxelles lo scorso 1 agosto, il portavoce ha sottolineato che «nè ordinanze, nè le linee direttrici, nè le condizioni di esecuzione, autorizzano la raccolta di dati relativi all’origine etnica o religiosa delle persone censite». In questo contesto, ha aggiunto Cercone, in Italia «non c’è nessuna raccolta sistematica delle impronte digitali» nei campi nomadi. E soprattutto «la presa di impronte digitali ha il solo fine di identificare le persone quando non sono in possesso di un documento e comunque come extrema ratio».

 

Il ministro dell’Interno Roberto Maroni esprime soddisfazione e definisce «una buona notizia» il giudizio positivo di Bruxelles sulle misure adottate dall’Italia per far fronte all’emergenza dei campi nomadi illegali, che sarebbero in linea con il diritto comunitario e non discriminatorio. «Ero certo di questo ma la conferma che arriva oggi dà grande soddisfazione e fa giustizia di tutte le accuse, le offese, gli insulti in questi mesi da parte di chi non sapeva bene di cosa stesse parlando e utilizzava questo argomento solo per fare delle basse polemiche», ha detto Maroni a margine di un incontro con il sindaco di Verona, Flavio Tosi.

 

«La Commissione - prosegue Maroni - ritiene questi nostri provvedimenti, cioè la nomina dei tre commissari straordinari, il censimento e la modalità con cui viene fatto, non discriminatori e quindi in linea con le direttive europee. Ci conforta questo giudizio sulla nostra azione - dice - che continueremo secondo i tempi previsti: entro metà ottobre il termine del censimento e poi i provvedimenti conseguenti per chi sarà stato censito». Maroni ha poi voluto ricambiare i ringraziamenti con il commissario Barrot, con il quale, spiega, «c’è un ottimo rapporto di collaborazione che questo giudizio rafforza e conferma che da parte della Commissione c’è un’analisi sempre rigorosa e severa ma mai basata su pregiudizi politici o ideologici. La Commissione adesso ha al vaglio gli altri tre decreti legislativi approvati dal Consiglio dei ministri - aggiunge il ministro - mi attendo nei prossimi giorni il parere della Commissione anche su questi». Maroni ha infine ricordato che domani avrà una riunione con i tre commissari dell’emergenza dei campi nomadi: «Questa buona notizia - conclude - ci porterà a definire con maggiore decisione i passi successivi».

Link al commento
Condividi su altri siti

Se non ricordo male, qualche bello spirito, andava dicendo tempo fa, che l'Italia era stata condannata dall'Unione Europea!

 

Chi? Quando? :rotfl:

 

Per caso sono quelli che dicevano che con il porcellum non si può governare?

 

No, forse sono quelli che dicevano che SB non avrebbe mai ripulito Napoli??

 

O forse sono quelli che rimpiangono il piano Alitalia del gov. Prodi?

 

AAA, aspetta, ho capito. Sono quegli stessi che rimpiangono Bertinotti, Pecoraro, Diliberto e Giordano????

Modificato da Cartman
Link al commento
Condividi su altri siti

Chi? Quando? :rotfl:

 

Per caso sono quelli che dicevano che con il porcellum non si può governare?

 

No, forse sono quelli che dicevano che SB non avrebbe mai ripulito Napoli??

 

O forse sono quelli che rimpiangono il piano Alitalia del gov. Prodi?

 

AAA, aspetta, ho capito. Sono quegli stessi che rimpiangono Bertinotti, Pecoraro, Diliberto e Giordano????

Mamma mia che polemico! :D

 

Scherzi a parte sono contento del fatto che l'Europa non abbia condannato il governo italiano sui rom. A parte che, abitando a Pescara (città presa ad esempio di convivenza ed integrazione dalla comunità europea) comprendo benissimo il problema, la cosa che mi fa più entusiasta è il vedere le teste sotto la sabbia di tutti quelli che di questi tempi hanno dato del fascista o del razzista ad ogni italiano che vedevano passare.

 

La legge, così come è stata revisionata, non poteva asslutamente entrare in conflitto nè con la legge comunitaria, nè con l'etica occidentale ed europea in particolare.

 

Anche se, sinceramente, io avrei preferito che venissero prese le impronte a tutti gli italiani, dal primo all'ultimo. E se qualcuno si opponesse vorrebbe dire che ha qualcosa da nascondere. E' ancora valida la proposta di farlo dal 2011?

Link al commento
Condividi su altri siti

Si tuccio. Entro il 2011 tutte le carte d'identità dovranno avere l'impronta digitale.

 

Continua l'ottimo lavoro di Brunetta e dopo la frusta arriva lo zucchero:

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4...ulesView=Libero

 

Novità nel welfare:

http://www.adnkronos.com/IGN/Economia/?id=1.0.2465167171

Modificato da Venon84
Link al commento
Condividi su altri siti

  • 3 settimane dopo...
  • 3 mesi dopo...

Dal link http://www.tgfin.mediaset.it/tgfin/articol...olo437015.shtml

 

riporto:

 

26/12/2008

 

Lotta evasione, boom di riscossioni

 

Fisco: 2,3 mld, +46% rispetto al 2007

 

L'Agenzia delle Entrate diffonde dati confortanti sulla lotta all'evasione fiscale. Tra il 1° gennaio e il 30 novembre di quest'anno, le riscossioni da accertamento hanno raggiunto i 2,3 miliardi (+46% rispetto allo stesso periodo del 2007). Un anno fa nello stesso periodo (gennaio-novembre) gli incassi da accertamento erano stati pari a 1,6 miliardi, di cui 980 milioni da adesione, acquiescenza e conciliazione e circa 600 milioni da ruoli.

 

I dati, come si legge in una nota dell'Agenzia, confermano un balzo in avanti degli introiti effettivamente incassati dallo stato attraverso l'applicazione degli istituti deflativi: adesione, acquiescenza e conciliazione giudiziale. Migliora cosi' il rapporto tra Fisco e contribuenti, che sempre piu' spesso decidono di definire la loro posizione, evitando il contenzioso con l'Agenzia delle Entrate.

 

Nel dettaglio, nel periodo primo luglio - 30 novembre 2008, le somme complessivamente riscosse hanno superato la soglia degli 1,2 miliardi (+44% rispetto agli stessi mesi del 2007), di cui quasi 800 milioni da adesione, acquiescenza e conciliazione (+58%) e oltre 400 milioni da ruoli (+23%). Nel 2007, nello stesso arco di tempo, le riscossioni totali da accertamento si fermavano a 840 milioni, di cui circa 500 milioni da strumenti deflativi e 330 da ruoli.

 

Un andamento che supera il trend gia' positivo registrato nel primo semestre 2008, quando le riscossioni complessive raggiungevano la cifra di 1,1 miliardi di euro, ben 345 milioni in piu' rispetto ai 755 milioni registrati nello stesso periodo del 2007. Piu' precisamente, delle somme riscosse da accertamento nei primi sei mesi del 2008, piu' di 700 milioni provengono da istituti deflativi, a fronte dei quasi 500 milioni registrati nello stesso periodo dello scorso anno (+49%), e oltre 400 milioni da ruoli, con un aumento di circa il 45% rispetto ai quasi 300 milioni del 2007.

 

----------

 

Ma non era solo la sinistra che conduceva la lotta all'evasione fiscale?!?!?!

Link al commento
Condividi su altri siti

infatti la curva è iniziata con il buon visco

 

Piano energetico nazionale: verso l'indipendenza energetica:

 

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4...ulesView=Libero

 

verso la comicità energetica...

Perchè non investiamo anche in centrali a pellet, o di combustione del legno, o qualcosa di ancora più antico

 

Nel mentre obama ha dichiarato due settimane fa di investire 150 miliardi di dollari in energia rinnvoabili ed efficienza energetica con enorme aumento di posti di lavoro.

 

C'è semrpe la differenza...

Link al commento
Condividi su altri siti

Magari parliamone nell'apposito topic dell'energia. In qualunque caso credo sia una buona cosa ricominciare con il PEN.

 

Riguardo l'evasione fiscale, sin dall'inizio di questo governo era chiaro che ci sarebbe stata continuità con l'azione di Visco, era palese e dichiarato, per fortuna... In tempi come questi si raschia il fondo del barile, e sul fondo del barile italiano di evasori da raschiare che ne sono a bizzeffe...

Link al commento
Condividi su altri siti

La Cgil: "Mistificazione". I dati dell'Agenzia delle entrate sulla lotta all'evasione fiscale rappresentano "l'ennesima grossolana mistificazione", dichiara il leader della Fp-Cgil, Carlo Podda. "Chiunque - dice - sa che questi numeri sono riferiti all'attività di accertamento che l'agenzia ha effettuato nell'anno precedente". Secondo Podda "la situazione futura non potrà che peggiorare, visto il forte definanziamento di tutti i principali strumenti di lotta all'evasione".

 

Bersani: "Fedeltà fiscale in calo". "L'accertamento non basta, perché sta calando la fedeltà fiscale. E poi aspettiamo ancora che Tremonti ci faccia conoscere i dati". E' stato il commento di Pier Luigi Bersani, ministro dell'Economia del governo ombra del Partito Democratico. "I risultati nel recupero di risorse evase - ha aggiunto Bersani - sono coerenti con il piano messo a punto lo scorso anno dal passato governo".

 

è intervenuta la CGIL per colpire l'ennesima bufala...

Link al commento
Condividi su altri siti

  • 2 settimane dopo...

Italia, deficit 9 mesi a 2,1%, attesa revisione stime

 

di Giuseppe Fonte

 

ROMA (Reuters) - Nei primi nove mesi del 2008 il rapporto fra deficit e Pil è salito al 2,1% dall'1,2% dello stesso periodo del 2007.

 

Lo ha reso noto oggi l'Istat mentre a giorni si attende la revisione al rialzo delle stime sul disavanzo 2008 e 2009 in occasione della presentazione del Programma di stabilità a Bruxelles a causa di una congiuntura peggiore delle ultime previsioni di settembre.

 

Istat ha aggiunto che nel terzo trimestre dello scorso anno l'indebitamento in rapporto al Pil è salito a 0,9% dal deficit di 0,6% registrato nel terzo trimestre del 2007.

 

I dati Istat sono molto vicini a quelli che valgono ai fini di Maastricht ma non del tutto coincidenti in quanto non tengono conto delle operazioni di swap.

 

Fonti del Tesoro spiegano che quest'anno l'aggiornamento del Programma di stabilità sarà illustrato in Consiglio dei ministri, la cui prima riunione utile si dovrebbe tenere verso la fine della prossima settimana.

 

Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti presenterà poi le nuove stime ai colleghi europei, in sede di Eurogruppo ed Ecofin, il 19 e 20 gennaio.

 

VERSO DEFICIT/PIL 2009 SUPERIORE A 3%

 

Il peggioramento dei conti pubblici italiani era già emerso venerdì scorso con i dati sul fabbisogno del settore statale, attestatosi nel 2008 a 52,6 miliardi contro i 45,2 miliardi stimati dal Tesoro (quasi mezzo punto di Pil di peggioramento).

 

Sul deterioramento dei conti di cassa ha pesato soprattutto l'ultimo scorcio di anno: il mese di dicembre si è chiuso con un avanzo molto risicato di 2,9 miliardi.

 

Tremonti ha comunque detto che l'Italia ha rispettato gli impegni presi in sede europea lasciando intendere che il disavanzo si manterrà sotto il 3% nel 2008 (l'ultima stima era di 2,5%).

 

Il tetto rischia però di non essere rispettato nel 2009, anno in cui era previsto un rapporto del 2,1% con una crescita dello 0,5%.

 

Dal secondo trimestre del 2008 la terza economia della zona euro è entrata in recessione tecnica e le previsioni dei principali centri studi per il 2008 sono ora tutte con il segno meno. Secondo Confindustria il Pil nel 2008 potrebbe essere diminuito dello 0,5% e per il 2009 si profila una contrazione di 1,3 punti percentuali.

 

Abbassando le previsioni di crescita il governo dovrà quindi ritoccare al rialzo anche l'asticella del deficit che, secondo alcuni commentatori, potrebbe arrivare al 2,6 nel 2008 e al 3,5% quest'anno.

 

AVANZO SCENDE AL 3% NEI PRIMI NOVE MESI

 

Tornando ai dati Istat, il saldo primario (al netto degli interessi passivi) è risultato nel terzo trimestre positivo e pari a 16,426 miliardi di euro, con una incidenza positiva sul Pil del 4,3%, in linea con il saldo positivo del 4,4% registrato nel corrispondente trimestre del 2007.

 

Se si guarda però all'intera dinamica dei primi nove mesi, il saldo primario rispetto al Pil risulta sempre positivo ma pari al 3%, a fronte del 3,8% dello stesso periodo dell'anno precedente.

 

Le entrate totali sono aumentate nel terzo trimestre del 3,1% su base annua, le entrate correnti del 3,3%. Le uscite totali sono aumentate del 3,9% rispetto allo stesso periodo del 2007, le uscite correnti del 4,7%.

 

Le entrate in conto capitale fanno registrare in termini tendenziali una diminuzione del 19%, dovuta alla decrescita delle altre entrate in conto capitale (-24,7%) e ad un aumento delle imposte in conto capitale (+60,6%).

Link al commento
Condividi su altri siti

Infatti, sarà per la situazione italiana cha l'Unione Europea ha sospeso, PER TUTTI GLI STATI DELL'UNIONE, l'applicazione dei parametri di Maastricht!!! :rotfl::rotfl::rotfl:

 

Vedi link:

 

http://beta.vita.it/news/view/87285

 

http://blog.panorama.it/economia/2008/11/2...-su-maastricht/

Modificato da picpus
Link al commento
Condividi su altri siti

Non credo che ci sia da sparare a zero sul governo in questo caso almeno, la crisi finanziaria e la successiva crisi economica hanno cosrtretto lo Stato ad indebitarsi tremendamente, soprattutto per evitare il trcollo del sistema bancario.

 

Anche se alcune questioni, tipo il salvataggio dell'Alitalia, non credo abbiano giocato a favore...

Link al commento
Condividi su altri siti

Non credo che ci sia da sparare a zero sul governo in questo caso almeno, la crisi finanziaria e la successiva crisi economica hanno cosrtretto lo Stato ad indebitarsi tremendamente, soprattutto per evitare il tracollo del sistema bancario.

 

Anche se alcune questioni, tipo il salvataggio dell'Alitalia, non credo abbiano giocato a favore...

Così come è avvenuto per tutti gli altri Stati del globo terracqueo!!!

Link al commento
Condividi su altri siti

Polemiche

Bocciano i progetti e stiamo al gelo

Il no ai rigassificatori

 

Quale sia il problema è sotto gli occhi di tutti. Soprattutto in questi giorni di gelo polare e incandescenti polemiche sulla forniture di gas russo. Un problema comune a tutta l'Europa, ma per noi assai più grave. Primo, perché consumiamo tanta energia quanto Turchia, Romania, Polonia e Austria messe insieme. Secondo, perché dopo aver abbandonato il nucleare senza imboccare sul serio le strade alternative (i termo-valorizzatori no perché «sono cancro-valorizzatori», l'eolico no perché le pale sono brutte, il geotermico no perché provoca «disastri ambientali », i pannelli solari no perché «rovinano i panorami dei tetti delle nostre belle città»...) ci ritroviamo a dipendere per l'88%, direttamente o indirettamente, dall'estero. Nessun Paese occidentale dipende dal gas quanto noi: nessuno. Basterebbe un guasto o una capricciosa chiusura «politica» dei rubinetti ai tre gasdotti oggi in funzione per un totale di 81,7 miliardi di metri cubi l'anno e resteremmo al gelo, con le fabbriche bloccate, i trasporti pubblici paralizzati. Unica alternativa: importare da altri Paesi gas stoccato allo stato liquido su grandi navi (quando è così occupa infinitamente meno spazio) per poi riportare il metano allo stato gassoso, appunto, nei rigassificatori. Eppure, nonostante il quadro riassunto, abbiamo un solo impianto, a Panigaglia, nel golfo di La Spezia. Contro i quattro della Corea, i sei della Spagna, i cinque degli Usa, i 24 del Giappone. In compenso, siamo pieni zeppi di progetti per un'altra quindicina. Per uno ormai ci siamo: la piattaforma già citata alla foce del Po. Costruita in Spagna e trascinata mesi fa da enormi chiatte da Algeciras fino alle acque di Porto Tolle, potrà rigassificare in tempi brevi 8 miliardi di metri cubi di gas l'anno: un decimo del fabbisogno italiano.

 

Che poi, oltre al governatore Giancarlo Galan, si vantino di averlo voluto e finanziato sia i governi di destra sia i governi di sinistra importa poco. Anzi: è un bene che entrambi gli schieramenti rivendichino per una volta la scelta. Dalle altre parti, infatti, le cose vanno diversamente. E ciò che sembra sensato, col consenso dello stesso leader locale dei Verdi Gianfranco Bettin, a venti miglia da piazza San Marco, appare mostruoso e criminale agli ayatollah ecologisti toscani, che si battono da anni contro il «bombolone» di Livorno, approvato da Palazzo Chigi, dalla Regione e dai comuni, come difendessero il Santo Sepolcro dalle orde del feroce Saladino. Sentiamo già le lagne: «I soliti ambientalisti nemici del progresso!». Magari, fosse solo quello il nodo. Non è così. Basti citare la posizione «laica» di Ermete Realacci: «Come diceva Diderot "non basta fare il bene, bisogna anche farlo bene". Ma niente preclusioni: è solo questione di buonsenso». Tanto che Legambiente, in una nota, ha invocato martedì contro il nucleare proprio gli impianti invisi: «Secondo uno studio del Cesi ricerche anche costruendo 4 mega centrali Epr di terza generazione evoluta, da 1600MWciascuna, risparmieremmo appena 9 miliardi di metri cubi di gas all' anno, il contributo di un solo rigassificatore di media taglia». La verità è che, al di là delle legittime pretese di avere garanzie sulla massima sicurezza e delle giuste richieste di conoscere ogni progetto nei dettagli, mai come nel caso dei rigassificatori gioca l'effetto «nimby»: «not in my backyard», non nel mio cortile. Lo dimostra il caso spezzino, dove la decisione di raddoppiare la potenzialità dell'impianto di Panigaglia (nonostante l'impegno preso anni fa di sgombrare l'area per restituirla al turismo entro il 2013) vede fratture e mal di pancia non solo dentro la sinistra che governa il comune e la Regione, ma anche dentro la destra, nonostante il ligure Claudio Scajola, parlando in generale e non del Golfo dei Poeti, sia stato netto: «In attesa del nucleare si procederà speditamente coi rigassificatori». Lo conferma il caso di Brindisi. Dove il cantiere dell'impianto non solo è bloccato dalla magistratura che indaga sull' ex sindaco «rosso» Giovanni Antonino, ma spacca in due come una mela entrambi gli schieramenti. Nella squadra dei favorevoli si sono infatti via via arruolati i governi di destra e sinistra «romani ».

 

Di là, tra i contrari, con posizioni più o meno sfumate («ok, ma non lì») si sono messi tutti i «locali». Sia di destra, come il sindaco Domenico Mennitti, sia di sinistra, come il presidente provinciale Michele Errico o il governatore Nichi Vendola. Il caso più sconcertante però, è quello di Agrigento. Dove l'Enel ha cercato di spiegare che il nuovo rigassificatore per 8 miliardi di metri cubi l'anno è progettato in un'area degradata di Porto Empedocle dove oggi sorgono solo capannoni dismessi, che l'attracco con una diga foranea prevista dal 1963 (e mai realizzata) consentirà finalmente l'attracco alle navi da crociera, che i due enormi serbatoi sotterranei sporgeranno solo con due cupole più basse e meno vistose di tutte le ciminiere nei dintorni, che i criteri di sicurezza saranno i più avanzati al mondo e che nulla ma proprio nulla si vedrà dal più alto cucuzzolo agrigentino. Niente da fare: si sono schierati contro non solo la sinistra radicale, che sul manifesto ha strillato di «un mostro da 320 mila metri cubi d'acciaio in una delle aree archeologiche più belle del pianeta ». Ma anche Vittorio Sgarbi («progetto infame») e il sindaco destrorso poi sinistrorso e di nuovo destrorso di Agrigento, Marco Zambuto. Che ha presentato un allarmatissimo ricorso al Tar contro un impianto «così invasivo a ridosso della Valle dei Templi». Alla faccia perfino di un’ambientalista d.o.c. come la presidente del Fai Giulia Maria Crespi. Che dopo aver visto il posto ha scritto d'aver cambiato idea: nessun danno al paesaggio. Anzi: «Se a Porto Empedocle si bocciasse il progetto del rigassificatore sapete cosa si farebbe al suo posto? Niente di niente».

 

------------------------------------------------------------

 

Questo è malgoverno di destra e sinistra. Per favore evitiamo polemiche del tipo "E' tutta colpa vostra!" - "No siete stati voi".

Link al commento
Condividi su altri siti

su tantissimi argomenti i comitati del no hanno quasi sempre ragione, ma non vedo davvero alcun pericolo serio sul rigassificatore

 

prendete questo link: http://www.peacelink.it/ecologia/i/2636.html

 

Da perito chimico posso dire che:- essendo il metano può leggero dell'aria come faccia a depositarsi sul fondo e persino incendiarsi?? Mah

Sopratutto in mancanza di innesco...

 

Il metano è sicuro, più del GPL ad esempio perchè si disperse subito e come si sa può esplodere ma è improbabile

 

In definitiva la popolazione locale se teme questi impianti basta costruirsi a distanza di sicurezza dalle abitazioni e magari l'arrivo della nave deve effettuarsi in un porto adibito unicamente a tale scopo.

 

Un'altra cosa che mi lascia perplesso è la collisione tra metaniere e sottomarini nucleari descritto come rischio nel sito... sono perplesso

Modificato da Leviathan
Link al commento
Condividi su altri siti

Ospite
Questa discussione è chiusa.
×
×
  • Crea Nuovo...