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ARTICOLI AEREONAUTICI da STORIA MILITARE


Ospite galland

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Ospite galland

Storia Militare è la mia rivista di riferimento da oltre sette anni. Voglio fornire agli amici del forum una sintesi degli articoli sui temi aereonautici, spero di fare cosa gradita.

 

Ricca messe di articoli sull’aviazione nel numero di maggio di Storia Militare, infatti:

Fabio Galbiati presenta un interessante articolo sull’operazione “Tidal wave”, l’attacco a bassa quota portato il 1° agosto 1943 da quadrimotori B-24 Liberator sugli impianti petroliferi di romeni di Ploesti.

Segue un interessante articolo sul micidiale bombardamento effettuato il 2 dicembre 1943 contro il porto di Bari che, è bene rammentare, vide l’affondamento di un tonnellaggio di navi secondo solo a quello della giornata di Pearl Harbour. L’autore, Giuseppe Grande, esamina taluni aspetti militari e strategici poco noti di questo raid. Da segnalare un ricco corredo fotografico, l’interessante piano degli ormeggi e l’analitico elenco delle navi presenti in porto.

Ferruccio Botti tratta della figura del generale Francesco Pricolo, Capo di Stato Maggiore e Sottosegretario di Stato all’Aereonautica dal 10 novembre 1939 al 15 novembre 1941. L’articolo vuole essere di risposta alla breve biografia del generale pubblicata sempre sulla rivista nel maggio 2007 a firma di Luciano Alberghini Maltoni.

Fra le recensioni librarie da segnalare:

- Piero Sorè L’AVIAZIONE NEL NORD-EST. Storia dei campi di volo nel Friuli-Venezia Giulia 1910-2007, Milano, Giorgio Apostolo Editore, 2007.

- Giorgio Apostolo (con Gianni Cattaneo) IDROCORSA MACCHI – MACCHI SEAPLANE RACERS, Torino, La Bancarella Aereonautica, 2007

In chiusura, tavola e scheda del Fiat Cr 25.

Buona lettura! Arrivederci a Giugno

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Ma il numero di maggio è già in edicola?

 

In quello di aprile vi era un interessate articolo sui bombardamenti alleati che colpirono, volontariamente, il neutrale stato di San Marino facendo parecchi danni e pure delle vittime.

 

A bombardare la repubblica furono soprattutto aviatori sudafricani e greci.

 

P.s.: se erro nel bombardamento di Bari del dicembre 1943 venne colpita anche una nave alleata carica di diossina, fatto di cui non si è mai saputo molto!

Modificato da gobbomaledetto
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Ospite galland
Ma il numero di maggio è già in edicola?

P.s.: se erro nel bombardamento di Bari del dicembre 1943 venne colpita anche una nave alleata carica di diossina, fatto di cui non si è mai saputo molto!

il numero è già in edicola.

Nel corso del bombardamento del 3 dicembre del porto Bari la nave SS John Harvey di 7.176 tsl ormeggiata al nuovo molo foraneo venne colpita in pieno recava un carico di bommbe aereonautiche M47 A1 da 100 libbre non spolettate, contenenti IPRITE. La violenza delle deflagrazioni provocò la rottura degli ordigni. Il fatto costituisce la più grave contaminazione da agenti chimici della II G.M.

 

G.B. Infield

Disastro a Bari

Bari, Adda Editore

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il numero è già in edicola.

Nel corso del bombardamento del 3 dicembre del porto Bari la nave SS John Harvey di 7.176 tsl ormeggiata al nuovo molo foraneo venne colpita in pieno recava un carico di bommbe aereonautiche M47 A1 da 100 libbre non spolettate, contenenti IPRITE. La violenza delle deflagrazioni provocò la rottura degli ordigni. Il fatto costituisce la più grave contaminazione da agenti chimici della II G.M.

 

G.B. Infield

Disastro a Bari

Bari, Adda Editore

 

 

Avresti qualche altro dettaglio?

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  • 5 settimane dopo...
Ospite galland

Eccoci all’appuntamento mensile cogli articoli di contenuto aereonautico della rivista Storia Militare.

Il professor Alberto Santoni è una autorità indiscussa in tema di storia navale ed autore di una monumentale, esaustiva “Storia generale della Guerra nel Pacifico” (Di auspicabile ristampa, essendo ormai esaurita da lungo periodo). Altrettanto indiscutibile e solida la sua conoscenza in fatto d’intelligence britannica in tema di capacità di decrittazione dei codici avversari. Affronta l’analisi di questa attività negli anni durante i quali si svolse la guerra civile spagnola che, come noto, videro il coinvolgimento più o meno diretto delle maggiori potenze europee dell’epoca. Il lavoro – redatto sulla base di documentazione la cui consultazione ai National Archives di Londra è stata appena liberalizzata per i ricercatori – si riferisce ad un periodo in cui non erano ancora disponibili i potenti elaboratori elettromeccanici del tipo di quelli poi impegnati a questo scopo nel secondo conflitto mondiale e quindi l’interpretazione dei messaggi cifrati avveniva con metodi di calcolo pressoché manuali, a dimostrazione della validità delle procedure e formule matematiche adottate più che dalla mera, pur elevata capacità meccanica di calcolo. Lo studio, come tutti quelli dell’autore fornito di ineccepibile documentazione, ha inizio con la “penetrazione” del traffico radio della Regia Aereonautica. Si tratta di una ricerca, che come le precedenti pubblicate sulla rivista o edite presso case editrici getta nuova luce su avvenimenti bellici altrimenti oscuri.

Ci spostiamo quindi in Libia, per esattezza sul remoto confine sud-est della nostra ex colonia per ritrovare i resti (quasi reliquie) e ripercorrere la storia del campo aereo di Auenat, raggiunto da una spedizione italiana che ha anche redatto il saggio. Emozionante le foto dello scheletro di un SM.79 ed altri cimeli a pag 66 e 67 ed in IV copertina. Un servizio d’eccezione.

Segnaliamo, infine, la recensione del volume di Paolo Waldis “Fiat BR.20 M II parte, Torino, La Bancarella Aereonautica. Monografia sull’importante bombardiere italiano.

Desidero infine segnalare, pur esulando dalla materia aereonautica, un ampio, complesso studio di Tristano Gambini sull’impiego della cavalleria nelle prime fasi del I conflitto mondiale: “La cavalleria nella guerra di movimento”.

Come sempre buona lettura!

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  • 1 mese dopo...
Ospite galland

Un ottimo sistema per sfuggire alla canicola: portarsi in luogo fresco, umbratile e ventilato, sedersi comodamente, bere tè freddo leggendo il numero di luglio di “Storia Militare”. Chi assumesse tali provvedimenti potrà prendere comoda cognizione dei seguenti articoli:

Ferdinando Pedriali ha dedicato agli aspetti aereonautici della guerra civile spagnola un’opera più volte ristampata “Guerra di Spagna e aviazione italiana” e pertanto deve ritenersi con ragione un esperto di questo evento bellico; con il suo articolo “Guernica, il mito” intende trattare “le motivazioni che furono alla base del più celebre e discusso dei bombardamenti aerei ai quali furono sottoposte le città spagnole durante la guerra civile”.

Per parte mia aggiungo: questa città rappresenta un luogo – simbolo della storia del novecento. A mio parere il celeberrimo quadro di Pablo Picasso ha fatto assurgere il paese basco ad una notorietà anche superiore alla reale portata dell’incursione. In una guerra in cui l parti in lotta erano portatrici d’opposte ideologie era inevitabile che vi fossero luoghi elevati a simboli; se l’Alcazar, con la strenua resistenza di Moscardo costituì il simbolo della determinazione nazionalista, Guernica divenne quello della barbarie del fascismo e dei bombardamenti terroristici. Concludo con una nota: entrambe le parti sentivano “l’ibericità” di quella battaglia ed il coinvolgimento internazionale come fuor di misura. La Spagna, non dimentichiamolo, è una nazione guerriera che dette filo da torcere a Napoleone…

 

Passiamo ad un asso della seconda guerra mondiale George E. Preddy Jr., ce ne parla Fabio Galbiati in un articolo corredato da un interessante apparato fotografico. Il pilota divenuto asso alla guida del celebre Mustang cadde a soli 25 anni a causa di fuoco amico il giorno dell’ultimo natale di guerra. Per triste sorte anche il fratello minore, anch’esso pilota di Mustang non sopravvisse alla guerra, cadde abbattuto il 17 aprile 1945, nel corso di un’incursione di un campo aereo cecoslovacco.

 

Il numero si chiude con un bell’articolo sul “Malta Aviation Museum” frutto delle fatiche di Marco Gueli; sotto le abili mani dei restauratori maltesi sono passati: un Supermarine “Spitfire” Mk.IX “Mary Rose”, un De Haviland T.11 “Vampire”, un Hawker Mk.IIA “Hurricane” recuperato dai fondali circostanti l’isola ed oggetto di uno splendido restauro, un Hawker F.G.A. 2 ed il relitto di un Fairey Mk.II “Swordfish”, in attesa di restauro. Da segnalare che oltre a quelli nominati sono presenti altri dieci apparecchi restaurati o in attesa d’esserlo.

Fra i libri recensiti segnalo quello di un chiaro nome della nostra aviazione militare Bruno Cirignano.

 

Bruno Cirignano

Un cerchio nel cielo. Cinquant’anni di volo, collaudi e sperimentazioni.

Giorgio Apostolo Editore, Milano 2007

216 pagine, Euro 22,00

 

Utile segnalazione della Redazione della Rivista circa il potenziamento e la razionalizzazione dell’indice analitico della rivista, contenuto principale del sito internet, indispensabile strumento per la ricerca del materiale edito (WWW.storiamilitare-aes.com).

 

Desidero infine segnalare un articolo sulle difese antisbarco di Porto Empedocle in Sicilia, oltre a foto d’epoca sono inserite molte immagini scattata dall’autore dell’articolo; è un invito a ricercare immagini “militari” in cui, più o meno occasionalmente, potesse incontrare nel corso delle vacanze… Mi raccomando! Tali immagini vanno postate nell’OT “Tutti al mare – le nostre vacanze”.

Per ora buona lettura a tutti.

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Ospite galland

Ho rintracciato su uno speciale di “Storia Illustrata” dedicato alla guerra civile spagnola dell’ottobre del 1966, trascrivo integralmente un articolo dedicato a Guernica. Per spirito di esattezza la rivista, edita da Arnoldo Mondadori, aveva all’epoca collaboratori del calibro di Aldo Garosci, Giuseppe Mayda, Franco Pagliano, Emilio Faldella. Per evidenza ogni epoca ha la sua storia…

 

GUERNICA RASA AL SUOLO DAGLI AEREI TEDESCHI

Per punire i preti baschi colpevoli d’esser fedeli alla Repubblica il 26 aprile 1937 Guernica subisce il primo “tappeto” della storia.

 

26 aprile 1937, un lunedì pomeriggio, giorno di mercato. Guernica, una borgata di agricoltori del Nord, in Biscaglia, a 30 chilometri da Bilbao, è popolata di contadini, pastori, allevatori di bestiame venuti dalle campagne, quando alle 16,30 le campane a martello danno improvvisamente l’allarme.

Il fronte è ancora lontano: non possono essere i franchisti. La risposta viene dal cielo, pochi minuti dopo, con il fragore degli Heinkel 111 che si buttano in picchiata mitragliando e sganciando grappoli di bombe. Non c’è neppure il tempo di rifugiarsi nelle cantine. Case, chiese, monumenti crollano e ardono come torce in poco tempo. Poi arriva una seconda ondata di Junker 52. Inutile cercare salvezza verso i campi: gli aerei si abbassano mitragliando i fuggiaschi senza pietà.

L’inferno dura tre ore, con squadriglie che si alternano ogni venti minuti. Alle otto meno un quarto, quando il rombo dei bombardieri si allontana, Guernica è una rovina fumante. Su una popolazione di 7.000 abitanti, 1.654 persone sono morte e 889 ferite.

Di Guernica oggi non conosceremmo nemmeno il nome (reso tanto celebre dall’omonimo capolavoro di Picasso) se essa non avesse subito il primo bombardamento a tappeto della storia. L’incursione effettuata con bombe di oltre cinque quintali (dirompenti e incendiarie), fu preparata ed eseguita unicamente dall’aviazione tedesca. Goering stesso, al processo di Norimberga, ammetterà di aver voluto “sperimentare gli effetti di una distruzione senza difesa sul morale dei civili”.

I corrispondenti dei giornali stranieri inviarono cronache terrificanti del bombardamento, gran parte dell’opinione pubblica europea, e Eden stesso ai Comuni, protestarono indignati. L’ufficio stampa nazionalista, invece, negò ogni addebito scaricando sugli anarchici la responsabilità del crimine. “Guernica è stata minata dai rossi. Non una casa è rimasta intatta”, scrisse un giornale italiano in quei giorni, riprendendo la versione dei nazionalisti spagnoli, secondo la quale le esplosioni erano state causate da cariche di tritolo collocate nelle fogne da dinamiteros asturiani.

Oggi queste menzogne sono state demistificate. Meno chiaro risulta invece quale fosse il fine del raid terroristico ideato dai nazisti. L’operazione rientrava in un piano strategico preordinato? E perché fu scelta Guernica?

Alla prima domanda è difficile rispondere. Il giorno dell’incursione il fronte distava 30 km. verso est. Eppure due giorni dopo, Guernica, ormai distrutta e abbandonata, fu conquistata dai nazionalisti. Un successo forse imprevisto sulla strada di Bilbao, che doveva avere però come reazione una resistenza ancora più accanita da parte repubblicana.

La scelta di Guernica, invece, non fu casuale. Poiché i tedeschi desideravano sperimentare la capacità deterrente dei loro ordigni su un centro-cavia, Guernica venne loro suggerita non tanto per la sua ubicazione strategica, quanto per la sua importanza morale. Guernica era, ed è, la capitale religiosa dei baschi, la città dove gli antichi re giuravano sotto la quercia sacra di rispettare la libertà. Ma soprattutto Guernica era colpevole, agli occhi degli insorti, per la parte esercitata dal clero, rimasto fedele alla repubblica. Furono dunque i preti baschi, e il loro spirito di autonomia, che si vollero colpire.

Subito dopo la spaventosa rappresaglia, venti sacerdoti e il vicario generale della diocesi scrissero a Pio XI una lettera affinché intervenisse accusando davanti al mondo cattolico i veri responsabili. Ma al Pontefice, come riferisce lo storico inglese Thomas, questa lettera non fu mai recapitata.

Anche per questo, la verità su Guernica fu così a lungo taciuta. Intervistato a suo tempo, a proposito dell’incursione, il pilota tedesco Adolf Galland poteva così rispondere: “Guernica? Un errore deplorevole, dovuto alla cattiva visibilità”.

c.c.

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Guernica: la verità rivelata dopo 57 anni.

Di Ferdinando Pedriali, Rivista Storica n°2, marzo 1994

In sostanza sostiene che è la realtà è tutt'altra, praticamente opposta. Io non so che dire, tranne che non mi risultano clamorose smentite alle tesi di Pedriali.

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  • 1 mese dopo...
Ospite galland

Scusandomi per il ritardo presento, come ormai consueto, gli articoli di materia aereonautica pubblicati ad agosto su Storia Militare:

Nicola Pignato presenta un interessante studio sull’aerotrasporto dei mezzi corrazzati: dai sistemi sperimentali sovietici del primo dopoguerra passando per il secondo conflitto mondiale sino ai giorni nostri. Un tema degno di considerazione, trattato da un chiaro esperto delle materie militari.

Ferdinando Pederiali presenta uno studio su Balbo e l’aviazione coloniale in Libia nel triennio 1926-28 in relazione alle operazioni di riconquista della colonia.

Nella sezioni documenti viene presentato un interessante corredo fotografico inerente l’impiego dei Romeo Ro. 1 nelle operazioni di riconquista dell’oasi di Cufra.

Segnalo, in apertura di rivista, il sentito ricordo tributato dal direttore della rivista Erminio Bagnasco allo scomparso ingegnere Tullio Marcon, collaboratore della rivista e grande esperto di cose militari e belliche, cui la Marina Militare ha intitolato la “banchina torpediniere” della base navale di Augusta (Siracusa), città in cui, pur non essendone originario, aveva trascorso quasi l’intera esistenza e su cui aveva scritto un importante saggio: “Augusta 1940-1943. La piazzaforte, la città” (Parma, Albertelli, 2006).

 

Accludo due link sull’argomento:

http://www.augustaonline.it/ricordo_tullio_marcon.html

http://www.comune.augusta.sr.it/documentaz...io%20Marcon.pdf

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Ospite galland

Esaminiamo, questa volta con puntualità e cura, l’appuntamento mensile con gli articoli di contenuto aeronautico della rivista “Storia Militare”:

Enrico Leproni (pag. 4) affronta un aspetto della partecipazione italiana alla battaglia d’Inghilterra: l’impiego dei Fiat G.50 del 20° Gruppo caccia. L’articolo, corredato – more solito – da un’ottima documentazione fotografica affronta sia l’impiego operativo sia i rapporti con l’alleato tedesco.

Sempre sulle vicende del Corpo Aereo Italiano verte l’articolo di Ferdinando Pedriali (pag. 16); nello specifico si affronta il tema degli apprestamenti contraerei degli aeroporti utilizzati dalla forza aerea italiana.

Tra le recensioni (pag.64) troviamo quella di un apparecchio di largo e generale interesse: l’F.104, per oltre un quarantennio spina dorsale dei reparti caccia dell’AMI. Ampio e dettagliato corredo fotografico. Parimenti sono presenti numerosi disegni a colori e un trittico scala 1:72, nonché uno schema del pannello strumenti di un F.104 intercettore e cacciabombardiere. Quindi materiale di grande interesse ed attendibilità per il modellista. Rendo gli estremi del volume:

Giorgio Apostolo e Renzo Sacchetti

F-104 STARIGHTER, nei colori dell’Aeronautica Militare Italiana

Milano, Giorgio Apostolo Editore, 2008

56 pagine, 21 x 29, 53 foto a colori, 13 in b/n, 34 profili a colori e 5 tavole al tratto

Euro 14,00

 

Buona lettura e buon ritorno a tutti, arrivederci al prossimo numero e sempre a disposizione per chi volesse chiarimenti!

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